Tag: pep guardiola

  • Bojan, Roma vicinissima. Salta le visite mediche

    Bojan, Roma vicinissima. Salta le visite mediche

    Giallo o giallorosso? Un gioco di parole cromatico per definire la sutuazione sul futuro prossimo di Bojan, giovane talento blaugrana che, però, pare ormai vicinissimo alla Roma di Luis Enrique: il club catalano, infatti, lo aveva convocato per l’inizio del ritiro ma, poi, gli ha concesso per la giornata di oggi un permesso che gli ha consentito di non allenarsi con i compagni, proprio in vista del suo trasferimento.

    Inoltre, lo staff del Barca, di comune accordo con Pep Guardiola, gli ha anche concesso di sottoporsi alle visite mediche di rito previste all’ inizio del ritiro precampionato. Il Barcellona, comunque, potrebbe averlo convocato anche per “far numero”, alla luce del fatto che i giocatori convocati per il ritiro sono stati solo 18, in attesa dei rientranti dalla Coppa America e dei nuovi acquisti.

    L’operazione di mercato legata all’arrivo di Bojan alla Roma pare legata a doppio filo all’acquisto di Sanchez da parte del Barcellona, poichè i due presentano unruolo simile in campo, ed il cileno andrebbe proprio a sostituire il giovane talentino. El Ninho maravilla, dopo tante tribolate vicende, pare ora, però, più vicino al club blaugrana, soprattutto in virtù dell ‘ eliminazione del suo Cile dalla Coppa America, che gli consentirà di concrentrarsi concretamente sul suo futuro.

    Bojan, dunque, può iniziare a preparare le valigie in direzione della Capitale, o meglio, del Trentino, dove si trova la formazione di Luis Enrique in ritiro, a Riscone di Brunico. Il costo dell’ operazione si aggirerà intorno ai 10-12 milioni di euro, una cifra sulla base della quale l’operazione potrà essere conclusa con il benestare di entrambi i club.

  • Guardiola attratto dall’Italia

    Guardiola attratto dall’Italia

    Le esperienze con Roma e Brescia hanno lasciato in Guardiola un ricordo indelebile inserendo nel suo cuore l’Italia subito dietro Spagna. “Il Pep” usa ogni occasione disponibile per venir a visitare il bel paese preparando forse quel che sarà la sua prossima destinazione quando deciderà di misurarsi una nuova sfida staccandosi da quella macchina perfetta che è il suo Barcellona.

    Pep Guardiola | © JOSEP LAGO/AFP/Getty Images
    In vacanza nel Chianti il tecnico catalano non si è sotratto a curiosi e suoi estimatori concedendo foto ed autografi e scherzando con alcuni di essi sulla possibilità di rubare la panchina del Siena a Sannino. Molti sono pronti a scommettere sul suo arrivo in Italia tra un anno esatto e in molti gli assegano la panchina dell’Inter dando praticamente per bollata l’esperienza Gasperini. Moratti da sempre suo estimatore cercava forse di riuscire a liberarlo in questa stagione in una sorta di passaggio di consegne e di stile da Mourinho.

  • Calciomercato: asse Roma-Barcellona

    Calciomercato: asse Roma-Barcellona

    Dopo l’approdo di Luis Enrique nella capitale continuano le trattative per portare i giovani pupilli del tecnico asturiano dal Barcellona B alla Roma.

    Luis Enrique | © David Ramos/Getty Images
    Il primo nome è quello di Jhonatan Soriano Casas, attaccante classe 1985. Sulla posizione del calciatore ha fatto chiarezza il suo procuratore, Josè Maria Orobitg : “voglio innanzitutto precisare una cosa. Sono io l’agente del giocatore e chi sta parlando in queste ore non ha alcun contatto e alcun diritto su Jonathan. Zubizarreta è un mio amico e non mi ha mai parlato di queste persone. Per quanto riguarda la Roma, non c’è ancora alcun contatto, nemmeno con il club”. Della punta spagnola ha parlato anche l’agente FIFA Stefano Caira“venire a Roma sarebbe per lui un traguardo importantissimo. Parlare di trattativa mi sembra esagerato, c’è stato un contatto. Certo, la Roma non può iniziare il mercato con Soriano, lo dico da romanista. Ci sono giocatori che la Roma di oggi non li deve prendere adesso, basta che dica ‘ci interessi’ e quelli aspettano. Io credo sia comunque un giocatore importante”. Caira ha poi descritto le qualità tecniche di Soriano dicendo che “è un pò un Di Vaio, è un giocatore d’area, che fa movimento”. Capitolo Martín Montoya. Anch’egli è assistito da Orobitg, il quale ha delineato per il difensore spagnolo lo stesso stato della trattativa di Soriano: “lo stesso discorso vale per Montoya, altro mio assistito”. “Per ora – ha aggiunto il manager – nada de nada”. “La squadra capitolina – continua Orbitg – è un grande club, allenato dal mio caro amico Luis Enriuqe, ma nessun dirigente romanista mi ha contattato per chiedermi il giocatore”. In definitiva il procuratore dichiara che “non sono squillati i telefoni della sede blaugrana, perché mi avrebbero avvertito. E’ ovvio che Luis vorrebbe portarselo a Roma, perché il giocatore con lui si è trovato benissimo. Ripeto, però, prima di tutto occorre fare una richiesta formale al Barcà e poi al sottoscritto”. Per ora, non c’è nulla di nulla. In ogni  caso, credo che sia difficile che il Barcà se ne privi, perché Pep ha un’alta considerazione del ragazzo – conclude lo spagnolo – e lo sta facendo inserire pian piano nella formazione A”.

  • A lezione di Barça, da Puyol ad Abidal

    A lezione di Barça, da Puyol ad Abidal

    Come ha confessato ieri in conferenza stampa Pep Guardiola il gioco del Barcellona non è esportabile, forse nemmeno portando in blocco tutti i giocatori catalani in un altro posto. E’ una squadra perfetta, senza ostacoli in campo quando decide di vincere la partita ed esaltare le enormi invidualità dei suoi direttori d’orchestra, è irripetibile per il gran numero di giocatori prodotti nel proprio vivaio.

    Se sul piano tecnico arrivare ai livelli di integrazione e compattezza catalani è davvero difficile in qualcosa possiamo, sopratutto noi italiani prenderne esempio. Tre anni fa Guardiola dedicò la Coppa a Maldini che sono qualche giorno prima veniva incredibilmente insultato dai suoi tifosi nel match d’addio, questa sera il messaggio è ancor più chiaro puoi esser Messi, il più forte del mondo, o Puyol capitano storico di un gruppo ed avere il sacrosanto diritto di alzare al cielo la coppa per al foto che resterà negli annali.

    La differenza sta però nella scelta di far alzare il trofeo ad Abidal, icona vivente che nella vita lottando e avendo vicino delle persone che ti vogliono bene si può vincere. Il giocatore come ben sappiamo ha vinto una battaglia ancora più importante di quella sportiva sconfiggendo un brutto male e tornando in campo più forte di prima.

    Dal Barcellona dunque ma anche dagli sconfitti del Manchester United ieri è uscito fuori uno spot fantastico per il calcio, ci piacerebbe che venga preso ad esempio per migliorare il nostro calcio dai bambini fino alla serie A.

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  • Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Il capolavoro del Barcellona, Manchester United travolto 3-1

    Si rimane stregati, ammaliati di fronte a tanta bellezza, vieni catturato e proiettato in un’altra dimensione quando ammiri quegli 11 giocatori che corrono su un prato verde e indossano una maglia blaugrana. Stasera, domani, quando si vuole, possiamo affermare con convinzione e fermezza che questo Barcellona è il calcio. Non esistono più aggettivi per definire questo collettivo straordinariamente meraviglioso e, allo stesso tempo, ad oggi non esiste avversario capace di resistere ai Guardiola boys, neanche il Manchester United del leggendario maestro Sir Alex Ferguson che aveva un conto aperto con il Barça e una voglia matta di vendicare quella sconfitta patita nella finale del 2009 giocata a Roma quando furono ancora una volta i blaugrana a soffiargli la terza Champions della sua straordinaria carriera. Nella magnifica e suggestiva cornice di Wembley, il tempio del calcio, il Barcellona compie l’ennesimo capolavoro della sua storia, un altro ai danni dei Red Devils, alzando al cielo di Londra e mostrando al mondo intero la Champions League laureandosi per la quarta volta campione d’Europa.

    E’ il trionfo di Guardiola, alla sua seconda Champions vinta da allenatore, è il trionfo di Lionel Messi, capocannoniere di questa edizione con 11 reti messe a segno in 12 match disputati e che si appresta ad andare a vincere il suo terzo Pallone d’Oro in carriera, è il trionfo della Cantera catalana, ben 10 elementi provengono dal vivaio del club (Xavi, Puyol, Piquè, Busquets, Pedro, Victor Valdes, Bojan, Iniesta, Jeffren e lo stesso Messi), è il trionfo di una città intera, è il trionfo di una mentalità vincente che proietta questo glorioso club nella leggenda del calcio al pari del grande Real Madrid, l’eterno rivale.

    Festeggia il Barcellona quindi che batte il Manchester United per 3-1 al termine di 90 minuti intensi in cui si affrontavano le due squadre più forti d’Europa e del mondo. Va a segno tutto il reparto avanzato blaugrana: è Pedro infatti ad aprire le marcature quasi alla mezz’ora, dopo un dominio assoluto e di possesso palla, che batte sul primo palo Van der Sar imbeccato da una magia di Xavi prima che il Manchester pareggi qualche minuto più tardi con il solito ruggito di Wayne Rooney che con un perfetto destro al volo da dentro l’area buca Valdes sull’angolo più lontano prolungando l’illusione dell’impresa inglese solo fino al 10 minuto della ripresa quando Lionel Messi con una rasoiata da fuori area fa secco Van der Sar, non esente da colpe, per la seconda volta; il tris lo cala l’altra punta di diamante catalana, quel David Villa che aveva trascinato a suon di gol la scorsa estate la Spagna alla conquista del Mondiale e che al 70′ mette la sua personale firma alla finale con un tiro a giro dal limite dell’area piazzandola lì dove il 40enne portiere olandese, alla sua ultima partita in carriera, non può arrivare. Il resto è solo accademia e passerella azulgrana anche se Rooney e compagni sono duri a morire e cercano con insistenza, ma senza fortuna e senza pungere più di tanto, la rete che avrebbe riaperto la partita e che avrebbe rimesso in discussione la finale. Ma la superiorità del Barcellona è schiacciante e a poco servono le proteste di Giggs che reclama un calcio di rigore per un tocco di mano in area di Villa. Onore all’avversario che avrebbe portato a casa sicuramente il trofeo se di fronte non avesse trovato questa squadra di extraterrestri al loro decimo titolo (2 Champions League, 3 Liga, 1 Coppa del Re, 2 Supercoppe di Spagna, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club) in poco meno di 3 anni. Roba mai vista prima.

    I festeggiamenti finali ci regalano una scena commovente: la squadra lascia ad Abidal, operato solo due mesi fa per un brutto tumore al fegato e che ha giocato splendidamente tutta la gara, l’onore di alzare per primo il trofeo con la fascia di capitano al braccio, sotto lo sguardo di milioni di persone e sulle note di “Campeones, Campeones” dei tifosi spagnoli giunti in Inghilterra a sostenere i propri beniamini, e ciò la dice lunga su quanto sia meraviglioso questo gruppo composto da uomini prima che da calciatori. Il Barcellona è campione d’Europa!

  • Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    Manchester Utd – Barcellona, ultime e probabili formazioni

    La finalissima di questa sera alle 20.45 nel tempio di Wembley sarà decisiva per conoscere la squadra che salirà sul tetto d’Europa.
    Che sia il Barcellona di Guardiola o il Manchester Utd di Ferguson, di sicuro è importante capire chi scenderà in campo per dar vita a questa finalissima, quali saranno i protagonisti da ricordare per l’assegnazione della diciannovesima Champions League.
    I tecnici, nelle conferenze stampa di presentazione della gara, sembravano avere le idee più che chiare, ostentando sicurezza sulle formazioni da schierare in campo.

    Pep Guardiola schiererà il suo modulo prediletto, il 4-3-3 con la formazione ideale: Valdes in porta, Dani Alves, Mascherano, Piquè, Puyol; Xavi, Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, Villa. In panchina, a disposizione, siederanno:  Pinto, Milito, Abidal, Adriano Correia, Keita, Afellay, Bojan, Maxwell.
    Per Sir Alex Ferguson, invece, un 4-4-2 con la buona notizia del recupero di Carrick che dovrebbe partire dal primo minuto in cabina di regia: Van der Sar in porta, Fabio, Vidic, Ferdinand, Evra; Valencia, Carrick, Giggs, Park; Rooney, Hernandez. A disposizione vi saranno: Kuszczak, Smalling, Rafael, Nani, Scholes, Owen, Berbatov.

    A Wembley, il direttore di gara sarà l’ungherese Viktor Kassai, coadiuvato dagli assistenti di linea Gabor Eroes e Gyoergy Ring, e dal quarto uomo Istvan Vad.

  • Guardiola: dimostreremo al mondo il nostro valore

    Guardiola: dimostreremo al mondo il nostro valore

    Nel giorno della vigilia della finalissima di questa sera, Pep Guardiola è consapevole del prestigio e dell’ importanza del match, che vederà il suo Barcellona contrapposto alla corazzata inglese del Manchester. Nonostante ciò, però, la sua squadra ha ampiamente dimostrato la sua supremazia di gioco, in questa edizione della Champions, nella Liga, e negli ultimi anni, divenendo un modello da imitare per molti club.

    L’orgoglio per la sua creatura, dunque, supera qualsiasi timore e e qualsiasi volontà di non sbilanciarsi troppo nelle dichiarazioni del pre partita, di una finale che potrebbe essere ricordata nella storia, ancor più importante di quella di Roma 2009, già disputata e vinta dal suo Barca, nella prima (ed unica finora) Champions League vinta da Pep : “Noi siamo felici di essere qui, anche se poi la gente giudica una stagione da quello che si vince; siamo pronti per la finale e abbiamo l’obbligo di dimostrare al mondo intero chi siamo. Da qui a qualche anno si potrà dire se abbiamo fatto la storia o no”.

    Le voci di mercato, fomentate anche da Cruijf, vogliono Guardiola lontano da Barca nella prossima stagione: il tecnico, però, le smentisce con fermezza, affermando la sua volontà di portare a termine il suo contratto con i blaugrana che scadrà nel 2012.

    Che sia solo un modo per rassenerare i suoi in vista del match, o una verità, saranno i prossimi giorni a rivelarlo, ma l’ attenzione di Guardiola per ora è totalmente rivolta alla gara: “la  formazione ce l’ho già in testa”, ma conterà soprattutto la grinta e la fame di vittoria, in una partita secca come una finale. Il segreto, secondo Pep, sarà nel gioco e nella velocità di circolazione della palla, l’ unico modo per mettere in difficoltà i Diavoli Rossi.

  • Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Manchester Utd – Barcellona: La sfida

    Com’è naturale ed ovvio che sia, ogni torneo di Champions League ha ogni anno, nel mese di Maggio, una sua finale. Quest’anno, però, è d’obbligo parlare non di “una finale”, ma “della” finale. Lo scontro fra le due squadre più forti d’Europa, e quindi del Mondo, fra due impostazioni di gioco differenti che si traducono, però, nel medesimo risultato: la vittoria, la mentalità vincente, il prestigio ed il fascino della maglia, il blasone.

    Manchester United – Barcellona è questo, ma anche di più, non è secondario, infatti, considerare lo scenario in cui la sfda titanica andrà in scena: il tempio di Wembley, la culla dove nacque il calcio, anche se il vecchio impianto è stato demolito nel 2003 per lasciar spazio a questo moderno ed avvenieristico, con 90.000 posti a sedere, il secondo d’Europa dopo il Nou Camp.

    La cornice è importante, ma il contenuto lo è ancor di più: la sfida, dunque, si colora di sfumature interne, di sfide nella sfida, fra mentalità diverse, fra due concezioni differenti del calcio, fra la cultura del palleggio e del gioco orizzontale del Barca ed il lancio lungo ed il gioco sulle fasce all’Inglese. E’ la sfida fra le regine di due dei campionati più affascinanti d’Europa (insieme alla serie A, concediamocelo), fra due Nazioni storicamente contrapposte, già dai tempi del colonialismo d’Oltreoceano che per secoli hanno conquistato il Mondo come in una partita a Risiko.

    Più banalmente, è la sfida fra due grandi allenatori, il decano Sir Alex Ferguson, vero e proprio totem del mondo Red Devils, ed il giovane ma ormai plurititolato Pep Guardiola; la prima sfida fra i due, allo Stadio Olimpico di Roma nel 2009, portò alla vittoria della Champions da parte del Barcellona: questa sera è attesa la rivincita, il secondo round.

    La sfida nella sfida dei campioni in campo, poi, comprende una lunga lista di “duelli” più che mai suggestivi. In testa, però, com’è ovvio che sia, lo scontro fra Messi e Rooney. Il Pallone d’Oro, il più forte dei nostri tempi, ed il geniale attaccante, il bambino prodigio che incanta già da anni la Nazionale di sua Maestà Elisabetta. Due modi diversi di vivere il proprio status divino: placido, sorridente e tranquillo Lionel, spesso provocatorio ed irascibile Wayne, nel rispetto della tradizione dei grandi calciatori inglesi, tutti genio e sregolatezza.

    Si commuove Lionel di fronte alle difficoltà che nella sua vita ha dovuto affrontare per crescere, nel vero senso della parola, dati i problemi di statura; le difficoltà affrontate nella vita, invece, hanno contribuito a formare la “scorza dura e lentigginosa” di Wayne, cresciuto nei sobborghi portuali di Liverpool. Un’adolescenza durata poco per entrambi però, predestinati dal Dio Pallone ad emergere in giovanissima età: Rooney è stato il più giovane calciatore a segnare in Premier League, a soli 16 anni e 360 giorni, mentre Messi a 23 anni può vantare già la conquista di due Palloni d’Oro.

    Chi dei due deciderà la sfida, avrà ottime chanche per aggiudicarsi il prestigioso titolo individuale per la prossima stagione ma, comunque vada, resta la certezza che nel loro potenziale c’è la capacità di risolvere in qualsiasi momento la gara, con giocate spettacolari, da cineteca: basti pensare alla rovesciata di Rooney il 12 Febbraio contro il Manchester City, oppure al gol (ed all’azione soprattutto) di Messi nella semifinale contro il Real, dopo aver scartato, con estrema naturalezza, mezza difesa merengues.

    Manchester United – Barcellona è tutto questo, ma può essere anche di più: sarà Carrick e Giggs contro Xavi ed Iniesta, sarà Vidic e Rio Ferdinand contro Puyol e Piquè, sarà Valdes contro Van der Saar se dovesse finire ai rigori.
    Questa sera, alle 20.45 i riflettori di Wembley inizieranno ad illuminare i loro volti ed i loro cuori: 90 minuti dopo (supplementari e rigori permettendo) conosceremo la regina d’Europa.

     

  • Roma, Luis Enrique è più vicino

    Roma, Luis Enrique è più vicino

    Luis Enrique ha sorpassato tutti nella corsa alla panchina della Roma. L’ex attaccante di Barcellona e Real Madrid, avrebbe tutta l’intenzione di chiudere la sua avventura alla guida del Barcellona B, che quest’anno ha chiuso al secondo posto nella Segunda Division, e sarebbe pronto per il grande salto in un club professionista: “Il mio ciclo al Barcellona B è finito, dopo tre stagioni stupende. Sono pronto per una nuova avventura, ma seguirò sempre il Barcellona da tifoso“.

    Il tecnico spagnolo, consigliato da Pep Guardiola in persona, avrebbe superato la concorrenza di Stefano Pioli, che ha appena divorziato dal Chievo e che nei giorni scorsi aveva avuto un incontro con il ds giallorosso Walter Sabatini, e quella di Didier Deschamps, in un primo momento il candidato principale a sedere sulla panchina capitolina ma le cui quotazioni nelle ultime ore sono in ribasso. In particolare il tecnico francese ex Juve ha ammesso i contatti con la Roma e la possibilità di liberarsi dal Marsiglia ma resta in attesa di notizie provenienti da Sabatini che prima di scegliere però vuole incontrare Luis Enrique, incontro che dovrebbe avvenire entro la giornata di martedì. Se le cose dovessero andare per il verso giusto, sarà lo spagnolo il nuovo tecnico della Roma, in caso contrario Deschamps avrebbe la strada spianata.

  • Ma la conferma di Leonardo è cosi certa?

    Ma la conferma di Leonardo è cosi certa?

    Da qualche settimana in casa nerazzurra si è deciso di tenere un profilo basso evitando di parlare di calciomercato e di futuro. Scelta giustissima per prepare al meglio la finalissima di Coppa Italia che forse non salverà la stagione ma pur sempre un prestigioso trofeo e comunque non farebbe perdere l’abitudine a vincere.

    Il calciomercato come detto viaggia sotto traccia anche se il nome di Sanchez riesce a far capolino, poi si sa che l’Inter investirà in mediana per svecchiare la rosa e che Leonardo pare esser il tecnico anche per la prossima stagione. Il tecnico brasiliano è stato protagonista di una annata strepitosa con il record di vittorie interne ed esclusa quella maledetta settimana estremamente positiva.

    L’Inter ripartirà da Leo? Al momento tutto fa propendere verso il si ma a mio avviso il futuro non è cosi certo, intanto dipenderà molto dall’esito della partita contro il Palermo, poi dall’evolvervsi del mercato. Se il Barcellona dovesse vincere la Champions League il mandato di Guardiola in Spagna sarebbe concluso e l’Inter a quel punto sarebbe pronta a metterlo sotto contratto duellando con il Chelsea anch’esso in attesa della finalissima di Wembley per decidere il proprio tecnico.