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  • Mercato Juve: è fatta per Diego e Hamsik

    Mercato Juve: è fatta per Diego e Hamsik

    Pare ormai conclusa la trattativa che porterà il brasiliano Diego dal Werder Brema alla Juventus. A confermarlo è lo stesso giocatore che ha dichiarato di preferire l’Italia e che la società bianconera sia uno dei club più forti al mondo: “Non so a che punto siano le trattative, quindi non posso dire nulla, anche se tutti mi chiedono quale sarà il mio futuro. La Juventus è una grande squadra, e il campionato italiano è quello che preferisco”.
    DiegoInsomma sembrano proprio parole d’addio ai teutonici che comunque in cambio riceveranno da Torino un bel gruzzoletto (20-25 milioni) da rinvestire subito nel mercato per rinforzare la squadra, visto il flop di questa stagione.
    Ma in casa Juve tiene banco anche la trattativa con il Napoli per Hamsik che giorno dopo giorno si avvicina sempre più a vestire il bianconero. De Laurentis si accontenterebbe di una somma in denaro pari ad una decina di milioni di euro più il cartellino di Criscito e Palladino.
    La Juve vuole rinnovare il suo centrocampo, visto il ritiro di Pavel Nedved  e sicuramente con gli arrivi del brasiliano e dello slovacco la linea mediana acquisterebbe fantasia, quello che è mancato per gran parte della stagione ai bianconeri.
    Poi dovrebbe essere il turno della difesa ad essere rinnovata che oramai pare non convincere più; un centrale di spessore da affiancare a Chiellini e un paio di terzini.

  • Spettacolo Juve, Iaquinta manda la Roma al tappetto

    Spettacolo Juve, Iaquinta manda la Roma al tappetto

    Strepitoso gol di Nedved che chiude la gara sul 4-1 finale

    IaquintaNell’anticipo serale della 29 giornata di Serie A, una Juventus spietata demolisce una Roma incapace di reagire ai gol bianconeri. All’”Olimpico” di Roma, presenti oltre 57000 spettatori, il sipario cala sul 4-1 in favore degli uomini di Ranieri con doppietta di Iaquinta, Mellberg e Nedved, per i giallorossi in rete Loria.
    con doppio Iaquinta, Mellberg e Nedved. Per la Roma in rete Loria.
    Partita attesissima sia da una parte che dall’altra,sentimenti contrapposti, filosofie di gioco a confronto, e’ stata “la sfida” degli anni ’80. In palio, oltre al blasone, ci sono però 3 punti pesantissimi, per non abbandonare il sogno scudetto, per la Juventus, per non ammainare i sogni di Champions League, per la Roma.
    Entrambe le squadre hanno l’infermeria piena: De Rossi, Totti, Aquliani, Perrotta, Taddei, Juan, Pizarro, Cassetti, Cicinho e poi Amauri, Camoranesi, Zanetti, Trezeguet, Nedved, Sissoko, Legrottaglie, De Ceglie e Marchisio. Allora è la buona occasione per dare fiducia a quella linea verde invocata da molti per rilanciare il calcio italiano. Filipe fa il suo esordio dal primo minuto tra i giallorossi, Giovinco spedisce invece in panchina Nedved. Slitta la grande sfida tra i 2 capitani.
    Iaquinta è in condizioni di forma strepitose e Ranieri gli dà fiducia affiancandolo in avanti a Del Piero mentre Spalletti manda in campo Baptista e Menez a supporto dell’unica punta Vucinic.
    La Juve cerca sin da subito di fare la partita, la Roma rintuzza bene le iniziative bianconere e riparte pericolosamente in contropiede con verticalizzazioni improvvise: al 18’ Riise, su dormita di Grygera, si avventa su un pallone vagante rimasto in gioco sulla sinistra e crossa al centro per Tonetto che calcia a botta sicura ma Chiellini s’immola e salva la propria porta.
    Del Piero e Giovinco vogliono dare la scossa alla partita e al 33′ Iaquinta , servito magnificamente dalla “Formica Atomica” realizza la rete del vantaggio con un bellissimo destro all’angolino, nulla può Doni. La Roma reagisce al 36’ con un diagonale basso di Menez da posizione defilata dentro l’area, che attraversa tutto lo specchio della porta bianconera senza incontrare deviazioni vincenti. Poi tocca a Vucinic spaventare Buffon con una gran girata rasoterra dal limite al 39’, respinta da Grygera. Allenta la pressione e respira la Juve con una conclusione a giro di Giovinco dal limite, da posizione angolata, che sorvola la traversa di Doni al 41’.
    Ripresa che promette battaglia e infatti la Roma tira fuori gli artigli e perviene al pareggio: su un corner da sinistra tagliato di Menez e un velo di Tonetto, Loria trova la zampata vincente girando di controbalzo a rete da dentro l’area piccola che batte Buffon. Ma i giallorossi non hanno fatto i conti con lo scatenato Vincenzo Iaquinta che mantiene vivi i sogni di rimonta scudetto e riporta avanti i suoi al 55’: su un cross proveniente da destra Riise allunga la traiettoria del pallone, che spiove a campanile a centro area; l’attaccante bianconero si avventa sulla palla, anticipando Mexes e colpisce di testa da posizione ravvicinata: Doni è battuto per la seconda volta. Al 58’, dopo una rapida combinazione in duetto con Del Piero al limite dell’area, Giovinco ha sul destro il pallone del 3-1 ma, liberissimo, calcia centralmente senza troppa convinzione.
    Al 61′ un errore che poteva costare caro alla Juventus: Iaquinta serve Del Piero che a porta sguarnita calcia a botta sicura ma è provvidenziale l’intervento di Riise che manda la sfera in calcio d’angolo.
    Al 66’ la Juve fa il terzo gol con Mellberg che stacca imperiosamente di testa e manda la palla sul secondo palo su un corner dalla destra del capitano bianconero. Lo svedese si ripete all’Olimpico, dopo il gol segnato qualche mese fa contro la Lazio sempre di testa, sempre dallo stesso tiro dalla bandierina e sempre nella stessa porta. Poker bianconero al 75′ con un gol da cineteca di Nedved, entrato pochi minuti prima al posto di Tiago: il ceco calcia splendidamente al volo di sinistro dal limite dell’area giallorossa, trovando un fendente angolatissimo e imparabile per Doni che esalta le sue qualità balistiche.
    Ranieri si gode la splendida vittoria, Spalletti si rammarica per la brutta sconfitta patita in casa.
    La Juve resta in scia dell’Inter riportandosi a -4, anche se l’Inter domenica pomeriggio si troverà di fronte la Reggina, fanalino di coda, avendo quindi la possibilità di riportare a 7 le lunghezze di vantaggio sui bianconeri.

    Guarda gli highlights della gara:

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    Il tabellino

    ROMA
    (4-2-3-1): Doni, Panucci , Loria (18’st Montella), Mexes , Riise, Felipe, Brighi, Tonetto, Baptista, Menez (36’st  D’Alessandro), Vucinic (46’st Stojan). A disposizione: Artur, Brosco, Malomo, Crescenzi. All. Spalletti
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon, Grygera, Mellberg, Chiellini, Molinaro, Salihamidzic, Poulsen, Tiago (24’st Nedved), Giovinco (27’st Marchionni), Iaquinta, Del Piero. A disposizione: Chimenti, Zebina, Knezevic, Castiglia, Trezeguet. All. Ranieri
    ARBITRO: Rocchi di Firenze (Ayroldi, Romagnoli)
    MARCATORI: 33′ Iaquinta, 47′ Loria, 55′ Iaquinta, 66′ Mellberg, 75′ Nedved
    NOTE: Serata serena e abbastanza fredda, terreno in buone condizioni. Spettatori 57000 circa di cui 4000 juventini. Ammoniti: Loria, Tiago, Mexes, Riise, Molinaro, Menez. Corner: 8-6. Recupero: 2′ pt, 2’st.

  • Serie A: il derby va alla Juve, battuto il Torino

    I bianconeri si aggiudicano il derby della Mole per 1-0 grazie al gol di Chiellini

    Il gol di ChielliniChi pensava che la Juventus avesse la testa altrove (gara di ritorno degli ottavi Champions Con il Chelsea) si deve ricredere: nonostante Ranieri mandi in campo una formazione rimaneggiata, senza Trezeguet, Del Piero, Nedved e Sissoko tenuti a riposo, i bianconeri s’impongono nel derby con il Torino, a cui non basta un super Sereni, il migliore in campo e una gara giocata senza paura per evitare la sconfitta.
    Gol partita di Chiellini che con una zuccata a 10 minuti dal termine riporta il vantaggio dell’Inter a +7.
    Ranieri ridisegna una Juve completamente diversa rispetto alle indicazioni della vigilia. Del Piero e Trezeguet siedono in panchina, così come Nedved e Sissoko, mentre Marchionni dà forfait all’ultimo per un problemino muscolare. In campo dal primo minuto, dunque, Giovinco, Salihamidzic, Iaquinta, Amauri e il rientrante Zebina, che prende il posto di Grygera.
    Tutto confermato in casa granata con Novellino che sceglie gli uomini migliori: Dzemaili vertice alto di centrocampo, Corini regista, e coppia d’attacco formata da Stellone e capitan Rosina.
    Lo spettacolo offerto dalle due curve è eccezionale: la voglia di essere padroni calcistici della città di Torino è tanta.
    Primo tempo a dir poco vibrante, ricco di occasioni da una parte e dall’altra con un Torino capace di rispondere colpo su colpo ai tentativi bianconeri. E’ Matteo Sereni, però, il protagonista assoluto dei primi 45 minuti: Giovinco impegna l’estremo difensore granata dopo appena 2 minuti con un destro dal limite dell’area, mentre 60 secondi più tardi è Iaquinta a mettersi le mani nei capelli per il miracolo dell’ex portiere della Lazio.
    Il Torino rialza la testa e comincia a prendere in mano le redini del gioco: sugli sviluppi di un corner, la difesa di Ranieri si dimentica in area Stellone, ma il colpo di testa dell’attaccante termina incredibilmente sopra la traversa (7′) e al 12′ Barone impegna Buffon con un siluro dal limite. Le due squadre allentano la pressione e il ritmo di gioco cala vistosamente. Al 26′ Iaquinta grida nuovamente al gol ma la sua gioia viene strozzata da una parata colossale di Sereni che vola a respingere il perfetto colpo di testa dell’attaccante bianconero. Palla che danza sulla linea, ma il guardalinee vede bene e non concede, giustamente, il gol. I giocatori in campo tirano il fiato e l’ultima emozione la regala Marchisio, al 41′, con una bordata con Sereni che riesce a respingere in quanche modo
    La ripresa è decisamente meno divertente: giocatori stanchi, soprattutto quelli di Novellino, che dopo pochi minuti perde per infortunio Rosina. Poche le occasioni da gol, la più nitida capita ancora ai bianconeri che però si trovano nuovamente di fronte un super Sereni che prima respinge un colpo di testa di Mellberg e poi riesce a toccar di quel tanto che basta il tentativo di Salihamidzic che si stampa sul palo.La partita cambia con l’ingresso in campo di Nedved al …. che prende il posto di un Giovinco poco tonico. Il ceco corre avanti e indietro, recuperando palloni e impostando il gioco. A 9 minuti dal novantesimo, arriva la rete che decide questo bellissimo derby: su una punizione calciata proprio da Nedved, la difesa granata si dimentica Chiellini che, da pochi passi, anticipa l’intervento del portiere bucando Sereni con un perfetto colpo di testa.Il Toro è in ginocchio e non servono a niente i 4 minuti di recupero: il derby della Mole si tinge di bianconero. Ranieri, dopo le polemiche di questa settimana, si porta a casa 3 punti fondamentali per continuare la rincorsa a Mourinho: una vittoria che permetterà ai bianconeri di preparare con il morale alto l’attesissima sfida di martedì con il Chelsea. Una partita che vale una stagione intera.

    IL TABELLINO
    TORINO-JUVENTUS 0-1
    Torino (4-4-2): Sereni 6.5, Colombo 5.5, Natali 6, Dellafiore 6, Pisano 6, Abate 6.5, Corini 6 (30′ st Saumel 5.5), Dzemaili 6, Barone 6.5 (26′ st Gasbarroni 6), Stellone 5, Rosina 5.5 (6′ st Ventola 6). In panchina: Calderoni, Ogbonna, Rivalta, Bianchi. All. Novellino.
    Juventus (4-4-2): Buffon 6, Zebina 5 (14′ st Ariaudo 6), Mellberg 6.5, Chiellini 7, Molinaro 6, Salihamidzic 5, Poulsen 5.5 (39′ st Sissoko sv), Marchisio 6.5, Giovinco 5.5 (23′ st Nedved 6.5), Amauri 5, Iaquinta 6,5. In panchina: Manninger, Tiago, Del Piero, Trezeguet. All. Ranieri.
    Arbitro: Farina
    Marcatori: 36′ st Chiellini (J)
    Ammoniti: 22′ Marchisio (J), 30′ Corini (T), 48′ st Saumel (T)
    Espulsi:

    per la sintesi clicca qui

  • Nedved ha deciso: si ritira!

    Nedved ha deciso: si ritira!

    A fine stagione il ceco appenderà le scarpette al chiodo.

    nedvedPavel Nedved è come il buon vino, migliora invecchiando: col passare degli anni, il ceco ha giocato sempre ad altissimi livelli.
    Andiamo a ripercorrere le tappe della sua carriera. Nato il 30 agosto 1972 a Cheb, all’epoca nella Cecoslovacchia e ora nella Repubblica Ceca, comincia la sua carriera al Dukla Praga nel 1990, inizialmente impiegato come attaccante per poi trovare la sua giusta collocazione come centrocampista laterale offensivo. Per lui 19 partite e 3 gol durante la stagione.
    Lo Sparta Praga lo nota e si assicura le sue prestazioni: disputa 4 buone stagioni realizzando 23 centri che si traducono in 3 campionati e una coppa nazionale.
    La consacrazione a livello internazionale arriva con la Nazionale ceca agli Europei ’96 in Inghilterra e da un grandissimo contributo alla qualificazione alla finale persa contro la Germania al golden gol. Nei gironi eliminatori mette la sua firma anche contro l’Italia, eliminata proprio nello scontro diretto contro i cechi.
    È così che Lazio di Zdenek Zeman lo acquista e lo fa debuttare in Serie A il 7 settembre 1996 chiudendo la sua prima stagione italiana con 11 reti. La stagione successiva è ancora migliore: vince la Coppa Italia e la Supercoppa. Nel 1998-1999 è vittima di un brutto infortunio che lo costringe ad un lunghissimo stop ma sigla la vittoria della Coppa delle Coppe (l’ultima della storia) contro il Mallorca. Dopo un anno arrivano il trionfo in Supercoppa europea contro il Manchester United, lo scudetto e la Coppa Italia. A giugno Nedved e Cragnotti rifiutano l’offerta dei ‘Red Devils’ (12 miliardi delle vecchie lire a stagione per lui e 92 miliardi alla Lazio). Nel 2000-2001 realizza 13 gol.
    Nel luglio 2001 dopo 5 anni, 207 partite e 51 gol tra campionato e coppe con la maglia della Lazio, lo acquista la Juventus per 70 miliardi di lire per sopperire, in parte, alla partenza di Zidane ceduto al Real Madrid. Diventa una pedina fondamentale nello scacchiere di Marcello Lippi e vince 2 scudetti in altrettanti anni. Nel 2002-2003 arriva all’apice della sua carriera agonistica e trascina i bianconeri, oltre che alla vittoria in Campionato e in Supercoppa, in finale di Champions, ma salta la partitissima persa ai rigori contro il Milan per squalifica. La stagione successiva inizia con un’altra Supercoppa Italiana e finisce con la conquista del Pallone d’Oro a dicembre. Vince ancora 2 campionati consecutivi con la Juventus ma 1 viene revocato e l’altro non viene assegnato per le vicende di calciopoli. Aderisce al progetto della rinascita Juve e segue la squadra in Serie B contribuendo alla promozione immediata nella massima serie con 11 gol in 33 presenze. Prolunga di un altro anno il suo contratto con la Juventus che centra subito la qualificazione in Champions League; per questo motivo rinnova ancora fino al 30 giugno 2009. Con la Juventus attualmente è a quota 315 gettoni conditi da 62 reti in 8 stagioni.
    A fine febbraio, dopo la partita persa 1-0 in casa del Chelsea in occasione dell’andata degli ottavi di Champions League, Nedved annuncia il ritiro dopo una carriera da professionista durata 18 anni di cui 13 in Italia tra Lazio e Vecchia Signora: “Smetto a fine stagione, comunque vadano la Champions e il campionato. Sarà così, ho già deciso. Non credo che ci sarà un ripensamento, è arrivato il momento giusto”. I tifosi bianconeri, e non solo, sperano in un suo dietrofront perchè Pavel Nedved è insostituibile sia come persona che come leader in campo.

  • Nedved: la furia ceca non rinnova

    Pavel Nedved e la Juve. Un addio che si avvicina quello del centrocampista ceco alla Vecchia Signora. A fine stagione il quasi trentasettenne Pavel dirà stop, lasciando il calcio giocato al termine di una grande carriera e dopo 13 anni in Italia, prima alla Lazio, poi a Torino. Lo scorso anno l’ultimo rinnovo di contratto, poi tante voci su una possibile offerta “a gettone” per il 2009/2010, bocciata immediatamente dal suo procuratore, Raiola.

    Fra due settimane, Nedved proverà contro il Chelsea a proseguire la caccia a quel sogno che porta con sè da sempre, e che non è mai riuscito a conquistare, la Champions League. Impresa non facile, vista la sconfitta esterna subita dalla Juve a Stamford Bridge, ma che per Pavel vale tanto, tantissimo.

    Già perché la coppa dalle grandi orecchie è un trofeo che manca nella bacheca personale del ceco, capace di vincere tanto prima nel suo Paese, poi in Italia. Scudetto alla Lazio, scudetti alla Juve (compresi quelli poi sottratti ai bianconeri dalle sentenze di Calciopoli). Pavel è stato uno dei 5 big bianconeri (con Del Piero, Trezeguet, Buffon e Camoranesi) che nel 2006 scelsero di rimanere a Torino malgrado l’onta della retrocessione forzata in Serie B.

    Nel suo palmares, anche un grande trionfo personale, il Pallone d’Oro, conquistato nel 2003.

    fonte:sportmediaset