Per la Juventus quella di ieri è stata un giornata importante almeno per due motivi. La convocazione del cda ha certificato un pesante buco nel bilancio che costringerà gli azionisti e la Exor un corposo aumento di capitale.
Il buco in bilancio, come recita il comunicato, era previsto ed è dovuto alla contingenza di più fattori negativi. Exor, società attraverso cui gli Agnelli controllano la Juventus, si adopererà a coprire le perdite con un aumento di capitale garantendo anche per il fondo libico Lafico se ve ne fosse bisogno.
L’entusiasmo alle stelle però riesce a far sorridere ugualmente la Vecchia Signora e una buona notizia arriva dallo stesso cda con la presenza di Pavel Nedved. La Furia Ceca era diventato praticamente un caso misterioso per la sua rumorosa assenza all’inaugurazione dello Juventus Stadium ma è lui stesso a fugare ogni dubbio confermando il rapporto d’amore viscerale con la Juve tanto da metter in dubbio il suo debutto nel nuovo stadio per una possibile emozione.
Fino a questo momento abbiamo esaltato giustamente il lavoro compiuto dalla Juventus, la bellezza dello Juventus Stadium, l’imponenza di una presentazioneche è destinata a restare tra i ricordi indelebili del tifo bianconero. Adesso però, per completezza di informazione, vogliamo sollevare gli altri aspetti della serata magica, le voci fuori dal coro a cominciare da quella di Luciano Moggi assente illustre all’evento ed elemento cardine di quella triade che ha ideato il nuovo stadio ed ha costruito quella Juve di cui ancora adesso si vantano gli scudetti. Luciano Moggi ha visto la presentazione in diretta tv e quest’oggi dalle pagine di Libero fa sentire il suo disappunto non tanto per la sua assenza, ma per la presenza di chi ha “deciso di non decidere”. Queste le parole di Big Luciano.
Ci duole esternare giudizi non ancora convinti sulla seconda Juve di Marotta. Ma al di là di Pirlo non vediamo un’idea di squadra intesa come tale per essere competitiva,mancano giocatori di primo piano che possano darle una identità e i continui cambi di obiettivi ci sono parsi un indice di incertezza. Una buona cosa viene dalla guida tecnica, Conte ci sembra l’uomo giusto al posto giusto. La Juve gioca con il Parma alle 12 di domenica nello stadio nuovo, un grande progetto ora compiuto, che fu pensato e messo in cantiere dalla triade, particolare che è stato ampiamente dimenticato. Ieri è stato inaugurato con una manifestazione degna della bellezza dell’impianto, inviti a tutte le personalità di spicco e non solo dell’ambiente calcistico: si potevano notare personalità che hanno avuto una parte importante nella retrocessione della Juve in B nel 2006, altre che si sono mostrate recentemente contrarie alla revoca dello scudetto all’Inter sul ricorso della Juve, altre che non hanno difeso la Juve al momento opportuno, c’era un po’ di tutto insomma. Mancava Moratti che ha preferito Sondrio per una conferenza stampa e ha fatto bene dimostrando però una certa coda di paglia. Mancavano infine, non invitati, i tre dirigenti che hanno portato la Juve sul tetto del mondo per i risultati conseguiti e senza nulla chiedere alla proprietà, a differenza di quanto accade adesso, mancavano quei dirigenti che hanno ideato il nuovo stadio facendo girare il mondo al dr. Opezzi alla ricerca e per visionare gli stadi migliori, c’era in compenso un numero “29” ad indicare gli scudetti conquistati, mancavano però gli artefici degli ultimi 12 anni di conquiste, ne è stata cassata la storia. Se l’Avvocato, il dr.Umberto e l’Avv. Chiusano avranno visto, si saranno sicuramente rivoltati nella tomba.
Altro giro altra corsa, sembra ormai diventata una consuetudine per la Juventus che come l’anno scorso e quello precedente si ritrova a maggio a dover riprogrammare e a dover ricostruire un nuovo progetto e a dover scegliere una nuova guida tecnica che possa riportarla ai fasti di un tempo. Questa volta la scelta pare essere caduta su Antonio Conte, juventino di lungo corso, con un passato glorioso da capitano della Vecchia Signora e attuale tecnico del neopromosso in serie A, Siena. Dopo l’annata fallimentare dei bianconeri, che a meno di sorprese, chiuderanno il loro campionato al settimo posto e fuori da tutte le competizioni europee, il cambio in panchina appare più che mai certo. A quanto pare da indiscrezioni circolanti nell’ambiente, l’ex capitano idolo della curva zebrata è stato bloccato e l’unica causa del suo mancato annuncio ufficiale pare essere la volontà di Beppe Marotta di provare a convincere la rivelazione di quest’anno Villas Boas a sedersi sulla panchina della squadra più titolata d’Italia. Un’impresa titanica, senza le coppe e considerato anche il fatto che lo “Special Two” quest’anno ha stravinto tutto quello che poteva con il Porto e pare avere l’intenzione di giocarsi le proprie possibilità in Champions la prossima stagione, con la squadra dei Dragoes.
Le strade portano quindi tutte all’indiziato principale, voluto dalla piazza, caldeggiato proprio ieri da Nedved e che non dispiacerebbe alla proprietà; con Conte, infatti, andrebbe ad accomodarsi sulla panchina un giovane tecnico italiano e juventino. L’allenatore salentino fu accostato anche due stagioni or sono alla panchina bianconera, ma alla fine l’allora presidente Jean-Claude Blanc decise di puntare su Ciro Ferrara, anche allora l’ex centrocampista aveva appena conquistato una sudata promozione con il Bari e aveva dato prova di essere un tecnico di carattere. Forse fu proprio il suo temperamento a spaventare l’ambiente di corso Galileo Ferraris, ma rispetto a due anni fa le cose sono cambiate, il presidente Agnelli, dopo aver assecondato Marotta la scorsa estate, ha deciso di prendere in mano la situazione, consigliato anche da Nedved, e di scegliere un giovane mister che possa finalmente far rivincere qualcosa d’importante alla sua Juventus, mettendogli a disposizione un tesoretto da 100 milioni per il mercato.
Un progetto, quindi, a lunga scadenza che non preveda cambi a fine stagione come purtroppo spesso avviene in casa Juventus dal 2006 ad oggi. Da non sottovalutare però, un’altra voce proveniente dall’estero e che prospetterebbe il ritorno alla corte degli Agnelli di un altro pupillo dell’era Lippi, Didier Deschamps. Il francese non ha mai smentito il fatto di essersi pentito di aver abbandonato a suo tempo e l’amore che prova per i colori bianconeri sono ben noti. Corsi e ricorsi storici quindi, il passato che torna a bussare alla porta della squadra con più tifosi in Italia, un passato dal sapore di vittorie e che vuole riportare in cima alla serie A e non solo lo stendardo bianconero.
Al Salone del libro di Torino, Pavel Nedved presenta il suo libro “Una Vita normale”, già uscito in Autunno, che ripercorre la sua vita dagli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in Repubblica Ceca, alla scoperta del calcio professionistico, alla consacrazione definitiva con gli Europei del ’96 e l’arrivo in Italia alla Lazio, per poi affrontare la pagina dell’avventura bianconera, decennale in campo, ed oggi dirigenziale.
Non poteva, dunque, sottrarsi dal commentare il momento attuale della Juve, nel post sconfitta di Parma, nella prospettiva dell’esclusione dalle competizioni europee, nella delusione generale dell’ambiente e dei tifosi.
Pavel avverte la necessità di esprimere il suo pensiero, per indicare la rotta alla squadra ed alla società. Sul fronte allenatore Pavel Nedved sponsorizza il suo ex compagno di squadra, Antonio Conte, ex capitano bianconero oltre che attuale tecnico del Siena neo promosso in serie A. Pavel esprime solo parole d’elogio per Conte, mentre rimprovera la squadra per la mancanza di carattere mostrata. I nuovi arrivati non hanno ben compreso cosa significhi indossare la maglia bianconera mentre i vecchi hanno perso di vista i valori che la maglia della Signora porta con se: “E’ un vero allenatore, era un allenatore in campo anche quando giocava. Farà una grande carriera da tecnico, Antonio. Le freccette da tirare ce ne sono, dopo una stagione così: le tirerei ai giocatori. A questa squadra è mancato completamente il carattere, non un po’ di carattere”.
Su Gigi Del Neri, invece, Pavel non è categorico, ritenendo opportuno rimandare qualunque valutazione alla fine del campionato, ossia tra una settimana ma appare chiaro come, anche per la Furia Ceca, sia necessario ripartire con l’ennesima scossa. Perchè il futuro sia all’altezza del passato e ben lontano da questo presente.
Non è la prima volta che il popolo bianconero “insorge” contro la società per delle scelte di mercato non gradite o programmi giudicati inadeguati, il caso più eclatante che sicuramente tutti ricordiamo è stato quello riguardante Dejan Stankovic, praticamente acquistato dalla Juventus l’estate di 3 anni fa ma “rimandato al mittente” per la protesta dei tifosi scoppiata a causa della sua storia importante all’Inter e per l’ “odio” che lo stesso calciatore serbo aveva manifestato nei riguardi della Vecchia Signora.
Ora la storia potrebbe ripetersi con un altro personaggio dal passato a tinte nerazzurre, Roberto Mancini. Il tecnico è la prima scelta della società per sostituire Del Neri a fine stagione e affidargli un progetto importante per far risplendere la Juventus come un tempo; nei giorni scorsi c’era stato un pour parler tra il dg bianconero Marotta e il procuratore – amico dell’allenatore De Giorgi ma il blitz a Manchester dei vertici di mercato bianconeri accompagnati da Pavel Nedved (membro del CdA della Juventus e che ha consigliato proprio lui il nome del tecnico) ha fatto capire che Madama ha ormai individuato in Mancini l’allenatore adatto all’ennesimo progetto di rilancio.
Non sarà però cosa facile perchè Mancini, che aveva rotto con alcuni leader dello spogliatoio dei Citizens (Tevez su tutti ma che è ha già le valigie pronte per trasferirsi altrove), potrebbe guadagnarsi la riconferma dello sceicco Mansour se dovesse centrare la vittoria in Fa Cup e il quarto posto in Premier League che qualificherebbe il club inglese alla prossima edizione della Champions League.
I tifosi bianconeri però non gradiscono che sia un loro nemico a guidare la loro squadra del cuore montando una vera e propria protesta sul web. Riusciranno i dirigenti questa volta a far cambiare parere ai milioni di tifosi di fede bianconera sparsi in Italia oppure si troveranno di fronte ad un nuovo caso Stankovic?
Gli altri nomi caldi per la successione di Del Neri restano i soliti con Mazzarri, Spalletti, Villas Boas e Conte sempre nel mirino.
Che il prossimo calcio mercato sarà uno dei più belli e appassionanti degli ultimi anni, sarà cosa certa e fra le tante ipotesi al limite tra il sogno e la realtà, vi è il possibile ritorno di Zlatan Ibrahimovic in maglia bianconera. Ritorno molto suggestivo quello dello svedese sotto la Mole ed anche sorprendente viste le modalità con le quali ha lasciato Torino, non certo molto eleganti.
Che tra Zlatan Ibrahimovic ed il Milan si sia rotto qualcosa è più di un indizio considerato lo stato d’ animo dello svedese, ultimamente tendente all’ isteria più totale. Allora, come al solito, scatta l’ operazione bis condotta da Mino Raiola che sappiamo ormai da molto tempo, essere un maestro nel “sistemare” i propri assistiti nel migliore dei modi.
I registi di tutta l’operazione sarebbero, oltre al buon Mino, anche uno dei suoi ex calciatori e simbolo juventino e cioè la furia cieca Pavel Nedved che insieme al re dei procuratori, punterebbero a convincere Andrea Agnelli a portare Louis Van Gaal sulla panchina ora occupata da Gigi Del Neri. Completata questa operazione, Raiola assicurerebbe a Van Gaal l’arrivo di Ibra e di Gregory Van der Wiel, altro vecchio pallino bianconero.
A fare quello più clamoroso sono stati i soliti buontemponi inglesi ma anche i siti web italiani hanno fatto un bel lavoro: 1° aprile giornata di scherzi e anche il calcio ha avuto i suoi “pesci” confenzionati ad arte, anche se alcuni si sono spinti un pò troppo oltre con la fantasia.
CRISTIANO DI SPAGNA – L’Indipendet pubblica la notizia del passaggio di Cristiano Ronaldo alla Spagna per ripianare i debiti dello stato portoghese, con tanto di sondaggio su chi ritenesse il giocatore un salvatore della patria o un traditore. E l’articolo si chiude con il controrilancio inglese, con il primo ministro Cameron pronto a rilanciare fino a 200 milioni di euro per far giocare CR7 con la maglia della nazionale di Sua Maestà.
CAPITAN RIISE – Nel panorama italiano una delle società più bersagliate dai pesci d’aprile è la Roma: da un lato le fantomatiche dichiarazioni da nuovo allenatore di Van Gaal, con la fascia di capitano che sarebbe passata da Totti a Riise visto che quest’ultimo conosce più lingue del capitano e sarebbe stato più utile nel riportare le indicazioni ai compagni. E poi una nuova cordata pronta a rilevare la Roma al posto di DiBenedetto, ovvero il gruppo Lafico che avrebbe gia rilevato il 34% della società, il tutto per la felicità dei lettori di Dagospia.
TORNA PAVEL – Goal.com racconta del ritorno in campo di Pavel Nedved per sopperire all’infortunio di Del Piero con il Pallone d’Oro che decide di fare marcia indietro e dare una mano ai suoi compagni in difficoltà. Viste le ottime condizioni fisiche il ceco sarebbe dovuto scendere in campo sin da subito. E purtroppo questo è un pesce d’aprile ma la un pensierino forse sarebbe stato il caso di farcelo sul serio.
NIENTE DERBY – Anche la redazione del Pallonaro ha voluto inscenare il suo scherzo pubblicando la notizia che Mediaset e Sky avevano raggiunto l’accordo per censurare il derby di Milano per la mancanza di rispetto dei tifosi verso le due emittenti e citando anche la rissa tra Lotito e De Laurentis.
Insomma una giornata di scherzi sportivi che potrebbe anche dare qualche buona idea