Il Brasile inizia a diventare un caso. Le selezione verdeoro di Mano Menezes dopo la deludente Coppa America fallisce anche il primo impegno del nuovo anno palesando incredibili limiti a centrocampo ed una eccessiva distrazione in difesa. La baby Germania di Loew invece continua a crescere mettendo in luce i suoi tanti giovani talenti e una organizzazione di gioco che fan ben sperare in vista del prossimo Europeo. Il mattatore assoluto dell’incontro è stato il centrocampista Bastian Schweinsteiger autore di un gol su calcio di rigore e di due assist. Nel Brasile ottima la prova di Robinho, in gol su calcio di rigore, svogliato Pato imbarazzante la tenuta mentale di Lucio autore del fallo da rigore e di una incredibile amnesia in occasione del raddoppio. La stella di Neymar ha brillato ad intermittenza ma anche questa sera ha suggellato la sua prestazione con un gran gol nel finale che è servito però solo a rendere meno amaro il punteggio finale. [jwplayer config=”240s” mediaid=”91900″]
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Pagelle Milan-Inter: Ibra e Boateng ci prendono gusto contro l’Inter
Milan Boateng 6,5 Non balla il Moonwalk a Pechino ma senza ombra di dubbio fa impazzire nuovamente i tifosi milanisti mandandoli in completo delirio quando con una zampata vincente segna il goal che consegnerà la supercoppa ai suoi compagni. Annullato nel primo tempo, è quasi irriconoscibile, viene fuori nella ripresa dimostrando a tutti come le sue prestazioni dello scorso anno non siano solo un bel ricordo. Ibra 7 E’ l’unico dei suoi a rendersi pericoloso anche nel primo tempo. Prima portandosi a spasso la difesa nerazzurra nei primissimi minuti e servendo un assist perfetto a Robinho, e poi sfiorando il gol del pareggio nel finale colpendo il palo di testa con Julio Cesar battuto. Nella ripresa gli capita la stessa occasione (a porta vuota) e lui di testa in tuffo la mette dentro ricordando come segnare all’Inter nei derby ormai sia una sua specialità. Ibracadabra Abate 6,5 Tanta corsa per contrastare le giocate e la velocità di Alvarez. Soffre qualcosa nelle sfide con Obi ma è sempre al posto giusto al momento giusto. Suo l’assist per Pato dal cui tiro nasce il secondo goal del Milan. Lancio lungo dalla retroguardia millimetrico a scavalcare tutta la difesa nerazzurra e mettere il Papero in condizioni di calciare a rete. Seedorf 7 Delude anche lui nel primo tempo non riuscendo mai a far cambiare marcia alla sua squadra e giocando troppo compassato. Poi si ricorda di essere uno dei giocatori con più carisma nei rossoneri e iniziare a macinare gioco e dare spettacolo con delle giocate di rara bellezza. È lui a servire l’assist a Ibra per il goal del pareggio scavalcando Julio Cesar con un pallonetto. Pato 7 Viene ancora da chiedersi come abbia fatto Allegri a lasciarlo in panchina per tutto quel tempo? Entra gli arriva il primo pallone e lui senza pensarci lo aggancia con eleganza e fa partite un diagonale potentissimo all’angolino basso di Julio Cesar: parata palo e tap in di Boateng, ma la maternità del goal è tutta di Pato. Inter Alvarez 6,5 è lui la vera sorpresa dell’Inter! Gioca un primo tempo da primo della classe, non dando mai punti di riferimento agli avversari, spaziando per tutto il campo e impreziosendo la sua partita di belle giocate e discrete accelerazioni. Ricorda nei movimenti il primo Kaka rossonero, gli manca solo un pizzico di cattiveria agonistica. Esce lui nella ripresa (inspiegabilmente) e il Milan ne approfitta. Sneijder 6,5 Sembra voler far rosicare i tifosi nerazzurri nella prima frazione di gioco, poiché riesce a tenere l’Inter unita e mette in mostra delle giocate del suo repertorio che ricordando l’olandese ai tempi di Mourinho, proprio quando è nell’aria la notizia del suo addio. Non bastasse lascia una cartolina d’addio firmata con un goal alla sua maniera: punizione stellare con palla imprendibile sotto l’angolino. Crolla inevitabilmente nella ripresa insieme a tutta la squadra. Obi 6+ L’avevamo apprezzato ai tempi di Benitez che credeva molto in lui. Gasperini gli conferma questa fiducia e lo lancia in campo in un derby che potrebbe spaventarlo. Niente affatto. Gioca di personalità e di grinta non lasciando nemmeno un centimetro agli avversari. Riesce in qualche incursione offensiva e anche in qualche lancio assist per i compagni. Da tenere d’occhio per il futuro. Thiago Motta 5,5 Prende una marea di falli e entrate da dietro nei primi minuti e si innervosisce. Tiene il campo nei primi 45 minuti e si eclissa nella ripresa dove il suo nome scompare dalle cronache sportive. Non bastasse rischia il rosso diretto per un’entrataccia ai danni di Thiago Silva. Bocciato Eto’o 5 Da un Re Leone come lui ci si aspetta sicuramente qualcosa di più. È l’uomo delle finali, ma ieri si è preso il ruolo di attore non protagonista come poche volte nella sua vita. Pochi palloni giocati, nessun dribbling pervenuto e assolutamente nessun tiro in porta degno di nota. Serataccia per lui, nonostante fosse l’unica punta centrale non è riuscito in quello che sa fare meglio. Rimandato
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Milan-Inter 2-1 video highlights Supercoppa
La rabbia dell’Inter dura un tempo ma fa intravedere buone cose per il futuro. Gasperini disattendo tutte le indiscrezioni dell’attesa piazza i nerazzurri con un aggressivo 3-4-2-1 con il recuperato Stankovic in cabina di regia e l’interessante Alvarez al fianco di Sneijder con il solo Eto’o in attacco. Le scelte di Gasp spiazzano il Milan ed Allegri che per lunghi tratti del primo tempo non riesce ad aggredire i portatori di palla nerazzurri soffrendo parecchio la pressione imposta dal folto centrocampo. Sneijder leggittima la superiorità del primo tempo nerazzurro ma la ripresa è solo Milan. Ibra, in forma strepitosa firma il pari a conclusione di una splendida giocata con Robinho e Seedorf e appena nove minuti dopo è Boateng a trasformarsi in Pippo Inzaghi e da vero rapace dell’area di rigore deposita in rete la respinta di Julio Cesar e del palo su una bordata di Pato. [jwplayer config=”120s” mediaid=”91524″]
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Milan-Inter a Pechino la Supercoppa Italiana
Se non fosse per gli occhi a mandorla e l’accento tutt’altro che milanese si farebbe fatica distingure la passione dell’estenuante attesa dei tifosi rossonerazzurri rimasti a Milano dal fiume di supporter cinesi che in questi giorni hanno preso di mira i ritiri di Milan e Inter e domani riempiranno i 91mila posti del bellissimo Bird’s Nest. Data impronibile, contesto surreale e orario insolito rendono la partita un antipasto succulento per quel che sarà la nuova stagione con ancora le milanesi protagoniste secondo i bookmakers. Allegri ha praticamente deciso l’undici iniziale con Robinho che nelle ultime ore sembra aver superato Pato come spalla di Ibrahimovic in attacco, il Papero comunque sarà pronto a dar manforte dalla panchina. Più difficile il compito di Gaperini costretto a far i conti con le assenze dei reduci della Coppa America e degli infotunati Viviano, Nagatomo e Stankovic. Proprio l’assenza di quest’ultimo potrebbe far ipotizzare una scelta drastica con lo spostamento di Zanetti in mediana per garantire maggior dinamismo e l’inserimento di Obi a sinistra. In avanti Pandev ha vinto il ballottaggio con ALvarez. Le probabili formazioni MILAN (4-3-1-2): 1 Abbiati; 20 Abate, 13 Nesta, 33 Thiago Silva, 19 Zambrotta; 8 Gattuso, 4 Van Bommel, 10 Seedorf; 27 Boateng; 11 Ibrahimovic, 70 Robinho. A disp.: 1 Amelia, 77 Antonini, 76 Yepes, 23 Ambrosini, 28 Emanuelson, 99 Cassano, 7 Pato. All.: Allegri. INTER (3-4-3): 1 Julio Cesar; 23 Ranocchia, 25 Samuel, 26 Chivu; 39 Santon, 10 Sneijder, 8 Thiago Motta, 4 Zanetti; 7 Pazzini, 9 Eto’o, 27 Pandev. A disp.: 12 Castellazzi, 37 Faraoni, 57 Natalino, 17 Mariga, 20 Obi, 11 Alvarez, 30 Castaignos. All.: Gasperini. ARBITRO: Rizzoli di Bologna.
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Supercoppa, la vigilia in casa Milan
Allegri predica calma ma in cuor suo, cosi come in quello dei rossoneri la superiorità sull’Inter è lampante in virtù dei risultati dello scorso campionato e la maggiore solidità di un organico praticamente identico a quello della scorsa stagione. Per vari motivi il tecnico livornese farà affidamento all’undici della scorsa stagione con la collaudatissima difesa poggiata ancora una volta sulle spalle di Nesta e Thiago Silva con Abate e Zambrotta ai lati (Antonini oramai è una seconda scelta). A centrocampo, in attesa di Mister X, alla solidità di Gattuso e Van Bommel farà da contrappeso la qualità di Seedorf e la capacità di inserimento negli spazi di Boateng. L’unico dubbio al momento è il ballottaggio in attacco tra Pato e Robinho, entrambi reduci dalla Coppa America, come partner di Ibrahimovic. Vincere vorrebbe dire confermare la superiorità rispetto ai cugini nerazzurri iniziando nei migliori di modi una stagione che vuol esser ancora più ricca di successi con un occhio di riguardo maggiore alla Champions League. Da registrare l’ennesima panchina di Cassano che nonostante il maggior numero di allenamenti in ritiro nella squadra viene relegato al ruolo di alternativa da Allegri. La probabile formazione. Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Van Bommel, Seedorf; Boateng; Robinho, Ibrahimovic. Leggi anche LA VIGILIA IN CASA INTER ECCO PERCHè IL MILAN HA PIU’ DA PERDERE
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Coppa America bilanci e delusioni
Finita la Coppa America è tempo di bilanci per tutte le nazionali che hanno partecipato alla competizione, sicuramente questa 43ma edizione è stata molto strana e ha regalato spesso delle sorprese, i pronostici, infatti, quasi mai sono stati rispettati e a riprova di questo sono state le clamorose qualificazione ai quarti di Venezuela, Perù e Paraguay, ai danni di compagini molto più accreditate alla vigilia, come l’Argentina, la Colombia, il Brasile e l’attesissimo Cile del nuovo blaugrana Alexis Sanchez. Partiamo dalle dolenti note, le squadre che ovviamente hanno più deluso non solo i propri tifosi ma anche quasi tutti gli addetti ai lavori, sono state Brasile e Argentina. La compagine carioca è arrivata alla competizione con molte speranze, ma a dire il vero non con una precisa idea di gioco, pur potendo contare su un potenziale offensivo strabiliante e su una difesa composta da elementi di altissimo livello. Proprio l’attacco è stato però quello che ha maggiormente deluso, il quartetto Neymar, Pato, Robinho, Ganso, reduce da un’annata vittoriosa con i rispettivi club, non hanno confermato quanto di buono fatto nel corso della stagione, anzi specialmente il talentino inseguito da mezza europa e pronto ad accasarsi a Madrid, sponda Real, non ha mai dato quel qualcosa in più che noi tutti ci aspettavamo dopo averlo visto in azione da protagonista in Coppa Libertadores, poco veramente troppo poco per chi è acclamato come l’erede di Pelè. Stesso discorso vale per un altro erede designato, quel Pato accostato alla vigilia della Copa al Fenomeno Ronaldo, che però di fenomenale ha mostrato molto poco, salito alle cronache di questa estate più per la sua storia d’amore con Barbara Berlusconi che non per le sue prestazioni in campo. Nonostante il fallimento però, la federazione brasiliana ha deciso, almeno per il momento, di confermare Mano Menezes alla guida tecnica per dare continuità ad un progetto che prevede la conquista del Mondiale casalingo del 2014. Della stessa opinione non dev’essere stata la Federazione Argentina, che dopo la bruciante eliminazione ai quarti per mano dell’Uruguay, poi campione, è costata la panchina a Batista, un tecnico che non ha mai entusiasmato nè il popolo argentino legatissimo al pur non preparato Maradona, nè da Grondona gran capo dell’ AFA che lo aveva voluto per sostituire El Diego, alla fine del Mondiale sudafricano. El Checho c’ha provato in diversi modi a dare un gioco alla propria squadra, ma nonostante un attacco stellare, quello che è parso mancare alla squadra albiceleste è stata un’anima, l’assenza di un metronomo di centrocampo che potesse dettare i tempi e l’eccessiva aspettativa riversata su Leo Messi, osannato come nuovo Maradona sono stati fatali. Proprio la Pulce è stato il grande assente di questa manifestazione, mai in palla, poco reattivo e spesso anzi offuscato dalle prestazioni dei propri compagni di reparto, vedi Aguero. Troppe pressioni per uno che al Barça sembra un extraterrestre e che con indosso la casacca della propria nazionale torna un comune mortale con errori e giocate a metà, ciò che è parso evidente durante questa copa è che Messi è un fenomeno, ma non un capopopolo come lo era Maradona, parafrasando le parole di qualche giorno fa di Maxi Lopez, la colpa della disfatta e della scarsa verve di Leo, è che il Barcellona è un collettivo dove Messi si esprime alla grande da solista, l’Argentina no e lui ne risente.
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La caduta degli dei, il Brasile ko vince il Paraguay
Dopo l’Argentina la 43° edizione della Coppa America perde un’altra illustre protagonista. Il Brasile, in una partita maledetta e sfortunata, non riesce a sfondare il bunker eretto dal Paraguay sprecando tantissime occasioni sciogliendosi poi alla lotteria dei rigori. Il Paraguay inizia la partita con il chiaro intento di non prenderle chiudendosi a riccio a difesa della porta di Villar giocando con il cronometro in attesa proprio dei rigori. Nessun tiro in porta nei 120′ e l’unica occasione pericolosa nelle ultime battute del secondo tempo supplementare. Il Brasile di Menezes gioca forse la migliore partita della competizione creando almeno 7 occasioni clamorose sprecate però dall’eccessiva precipitazione dei verdeoro in attacco e sopratutto per un Villar in vena di miracoli. I verdeoro sono pericolosissimi sulle fasce con i tandem Maicon-Robinho a destra e Andre Santos-Neymar sulla sinistra. Il Paraguay si salva sempre a fatica rendendo vani tutti i tentativi dei carica, nella ripresa poi la pressione è asfissiante con Pato che inizia a carburare e a metter in crisi la difesa. Il Papero rossonero ha l’occasionissima per cambiare il volto alla gara ma è incredibile la respinta di Villar di piede. Menezes prova ad inserire Fred per Neymar e poi ad un passo dai rigori inserisce Lucas ed Elano per Ganso e Pato. Il dischetto è+ però maledetto per i verdeoro con 4 errori su quattro. Il Brasile lascia la Coppa America, il Paraguay con il quarto pareggio consecutivo arriva in semifinale e adesso può pensare di far il colpaccio