L’importante incontro tra Milan e Roma della prossima giornata potrà esser ricordato come il giorno degli addii. Quello piu commovente ma anche piu scontato è quello di Paolo Maldini, il capitano dopo 21 anni di Milan abbandona il calcio giocato, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori dei tifosi e di tutti gli appassionati di calcio. Quello di Maldini però non sarà l’unico addio a San siro ed al Milan, ormai è chiaro il divorzio con Ancelotti, quasi sicuro il suo passaggio al Chelsea in compagnia di Tassotti e Filippo Galli potrebbe trasferirsi alla corte del magnate Abramovic anche Clarence Seedorf, l’olandese viene oramai sempre contestato dai tifosi ma resta un fido di Ancelotti e non esiterebbe un secondo a seguirlo nella nuova avventura. Tra gli altri addii ci saranno alcuni meno dolorosi: quello di Shevchenko scontato e non certo doloroso come il primo divorzio e Senderos che non ha mai entusiasmato. Ma è la cessione di Kaka che farà venire il magone ai milanisti: dopo aver superato l’assalto del City nel mercato invernale chi pensava al brasiliano come nuova bandiera del Milan si sbagliava e le parole di oggi del presidente Berlusconi non fanno che aumentare le certezze di una possibile cessione.
“Questa volta penso proprio che venderò Kakà”, queste le parole del presidente, che evidenziano la possibilità di una cessione, il futuro presidente del Real Florentino Perez starà preparando l’attacco, con buona pace dei tifosi milanisti.
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Milan-Roma:il match degli addii. Berlusconi ammette la cessione di Kaka
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Maldini smentisce tutti.”A fine anno mi ritiro”
“La decisione è stata presa in maniera serena e non torno sicuramente indietro”.
Attraverso i microfoni di Milanchannel, il capitano risponde sulla situazione attuale del Milan e conferma ancora una volta che a fine anno lascierà il calcio giocato. Ancora la disfatta contro il Werder non è andata giu al capitano, sognava di chiudere la carriera alzando l’unica coppa che manca al suo palmares e a quello del suo Milan ma confessa:”Contro il Werder Brema è stata la mia ultima gara in Europa, ma l’importante è essere sereni e io lo sono”.Ma comunque Maldini riesce a trovar sempre nuove motivazioni “l’importante è chiudere bene la stagione, recuperare i giocatori infortunati, e allenarci tutta la settimana ci da la possibilità di preparare bene le partite per cercar continuità anche fuori da San Siro”.
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CLAMOROSO: Maldini non si ritira!
Il capitano e Favalli verso il rinnovo per un altra stagione.
Una sorprendete indiscrezione di mercato che riguarda i due difensori rossoneri Paolo Maldini (41) e Giuseppe Favalli (37), è ribalzata quest’oggi dal sito affaritaliani.it. I due starebbero vagliando l’ipotesi di rinnovo per la prossima stagione per un contratto fino a giugno 2010. Una decisione certamente discutibile, che non farebbe altro che alimentare il dissenso del popolo rossonero verso le scelte societarie in sede di mercato negli ultimi anni. Ieri il direttore sportivo Braida ha confermato che il mercato del Milan è fermo a causa della difficile condizione economica del nostro paese.
fonte:TMW -
Maldini:”ma lo Special One cosa ha vinto?”
“Per ogni suo trofeo noi ne abbiamo vinti cinque”
Se il Milan ha deciso di tener un profilo basso e non cotrobbatere alle parole di uno scatenato Mourinho, il suo capitano non è dello stesso avviso. Maldini entra da difensore puro e sicuramente alimenteranno ancora le polemiche le sue esternazione anche se specifica che non vuol creare un botta e risposta con Mourinho e che a pare suo “è stato troppo duro nei confronti della Juve sopratutto”. Poi continua la bandiera del Milan “non credo che gli convenga metterla sul piano dei trofei vinti. Per quel che mi riguarda, nei miei anni di Milan, per una cosa che può aver vinto lui io ne ho vinte cinque“. Adesso attendiamoci la replica dello Special One o nuovi protagonisti in questa vicenda che sta surriscaldando troppo gli animi, in un momento delicato, di un campionato già chiuso da tempo.
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derby: Maldini ci crede
L’ultimo derby. Quasi impossibile. Ma è tutto vero: quello di domenica sera sarà proprio l’ultima stracittadina di Paolo Maldini. Se li mettessimo tutti in fila non finiremmo più di raccontarli. Ognuno con una sua storia: belli e brutti. Alcuni indimenticabili, frutto di rimonte strepitose, altri persi sul filo di lana. Per il capitano il derby “è una partita talmente importante” che gli aspetti personali passano in secondo piano.RIMONTA – Dice Maldini a due giorni dalla grande sfida tutta milanese: “Credo nella rimonta verso lo scudetto; questa sarà per noi come una sfida secca di coppa e il Milan c’è sempre negli appuntamenti importanti”. Ma c’è quel maledetto gap in classifica da colmare. “Otto punti di distacco dall’Inter sono tanti, ma abbiamo avuto un inizio choc e tanti infortuni, e comunque abbiamo fatto grandi passi avanti rispetto all’anno scorso – osserva – è una stagione positiva e con lo scudetto diventerebbe straordinaria”.NAZIONALE – Già: la conquista del tricolore sarebbe il modo migliore per chiudere una carriera straordinaria. Per il futuro, se ci saranno le condizioni, gli piacerebbe giocare una gara di addio con la Nazionale per poi dedicarsi alla famiglia. “Se arrivasse la proposta non mi dispiacerebbe – confida Paolo -, ho parlato con Lippi, mi ha chiamato anche perché questa possibilità è venuta fuori dalle sue parole, si è dimostrato pronto e contento di fare una cosa del genere. Vedremo se ci sarà del tempo, ma gli azzurri hanno due gare di qualificazione ai Mondiali, poi ci sarà la Confederations Cup, sarà difficile organizzare, se si potrà fare bene, altrimenti nulla”.FUTURO – Proposte per il futuro? “Non ne sono ancora arrivate, anche perché per ora sono un giocatore a tutti gli effetti – ammette – . Ci sarà tempo per riceverne da più parti e le valuterò in base alle mie idee e volontà”. Di sicuro non farà l’allenatore e, in questo senso, Maldini dice la sua sul destino di Carlo Ancelotti. “Dal 2003 ogni anno si ipotizza un addio di Carletto; io non credo, sarà difficile per tutto l’ambiente lasciarlo, dovrebbe succedere qualcosa di grave: o che non coincidano più i suoi intenti con quelli della società, o che abbia voglia di cambiare dopo sette anni”.