Tag: paolo di canio

  • Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    In un finale di stagione in netta crescita dal punto di vista dei risultati Roberto Mancini centra alla guida del suo Manchester City l’obiettivo più importante, pilotando per la seconda volta negli ultimi due anni la sua squadra alla finale di FA Cup. Un traguardo che ad onor del vero va a salvare una stagione nel complesso non proprio entusiasmante dei citizens, con un rendimento addirittura deficitario in Europa e quasi mai seriamente in lotta per il titolo in Premier League al cospetto dei cugini dello United. Tuttavia, nell’ultima settimana il City ha battuto all’Old Trafford proprio i cugini red devils, consolidando il secondo posto in campionato in ottica Champions League, e quindi ha superato il Chelsea nell’attesa semifinale della coppa nazionale.

    Mancini ha così riconquistato la fiducia sopita del suo patron arabo, in attesa di sfidare a Wembley per l’atto finale il sorprendente Wigan, alla sua prima finale in assoluto di FA Cup. L’ex-tecnico dell’Inter ha avuto ragione per 2-1 di un Chelsea, che ha anche pagato le fatiche di Europa League, dopo la dispendiosa trasferta sul terreno del Rubin Kazan. I gol di Nasri ed Aguero hanno portato avanti i citizens, prima che Demba Ba riducesse peraltro inutilmente le distanze.

    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images
    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images

    Come detto il City in finale affronterà un avversario inedito come il Wigan, in una versione spagnoleggiante. Infatti, oltre al tecnico catalano Roberto Martinez, il Wigan conta in rosa ben 7 giocatori iberici. Ad ogni modo, la vittoria prestigiosa del Wigan è stata sminuita dai pesanti incidenti che si sono verificati a Wembley ad opera dei sostenitori avversari del Millwall. Si era a conoscenza della pericolosità della tifoseria storicamente più facinorosa del Regno Unito, ma scene del genere sul suolo inglese non si vedevano da tempo. Le forze dell’ordine hanno operato numerosi arresti, ma gli strascichi polemici e le ritorsioni non si fermeranno qui.

    Intanto, dando uno sguardo al campionato, il Sunderland di Paolo Di Canio conquista una vittoria epocale sul terreno del Newcastle, nel TyneWear Derby, una delle rivalità calcistiche più accese d’Inghilterra. Ora, saluti romani ed ideologie fasciste a parte, sarà difficile mettersi contro il coach Paolo Di Canio. A Sunderland una vittoria nel derby contro il Newcastle vale più di ogni altra ragione, anche politica.

  • I tabloid inglesi contro Paolo di Canio

    I tabloid inglesi contro Paolo di Canio

    Non si sono dissolte le polemiche in casa Sunderland e nel calcio inglese relative all’ingaggio di Paolo Di Canio. Anzi tutt’altro, il nuovo manager dei black cats, soprannome di quelli del Sundeland, ha convocato una conferenza-stampa alle 8 del mattino per chiarire alcune cose con i tabloid inglesi, ma il tentativo del tecnico italiano non sappiamo ancora quanto sia servito al momento. L’impressione è che ancora una volta in suo favore dovranno parlare i risultati, altrimenti si andrà incontro ad una polemica aperta e senza fine. Non sono stati teneri nei suoi confronti i giornalisti inglesi, anche e soprattutto lo stesso editorialista del Financial Times Simon Kuper, che ha scritto diversi libri sul rapporto tra il calcio e la politica. La polemica innescata da Miliband con le sue dimissioni ha scatenato il “furore”, così come hanno detto gli inglesi, intorno a Di Canio.

    Tuttavia, l’ex-calciatore laziale non è nuovo ad esser al centro delle polemiche, né quando giocava nel campionato italiano né tantomeno nella sua vasta esperienza nel calcio britannico. Ovviamente le polemiche riprese con clamore e con dovizia di particolari dai giornalisti inglesi stanno incendiando la discussione in queste ore. Ma Di Canio aveva professato le sue idee politiche ed aveva il tatuaggio del Duce già quando era un idolo con la maglia di West Ham, un idolo talmente acclamato da mettersi addirittura ascrivere libri, ed anche quando ha ricoperto con grande entusiasmo il ruolo di manager dello Swindon Town, club che l’allenatore romano ha portato in una sola stagione dalla League Two alla League One, cioè la nostra I Divisione di Lega Pro.

    Di Canio - Sunderland | © GRAHAM STUART/Getty Images
    Di Canio – Sunderland | © GRAHAM STUART/Getty Images

    Ma l’ambiente qui a Sunderland potrebbe essere completamente diverso. I biancorossi vantano il 7° pubblico della Premier League come media spettatori, anche se navigano nelle zone basse della graduatoria ed alcuni suoi tifosi reduci della Seconda Guerra Mondiale ed ex-minatori ed ex-operai dei cantieri navali hanno restituito al club la loro tessera di abbonamento. Loro non vogliono essere allenati da un fascista. Una questione, dunque, che si va facendo complicata, anche se Di Canio continua a ripetere: “Qui non siamo in Parlamento e penso al bene del Sunderland”. Intanto il boss del Sunderland il texano Short conferma la fiducia nella sue scelte, mentre domenica Di Canio esordisce nientemeno che a Stamford Bridge contro il Chlesea.

  • Di Canio al Sunderland, un caso politico?

    Di Canio al Sunderland, un caso politico?

     David Wright Miliband, 48enne londinese, era considerato fino a qualche settimana fa l’astro nascente della sinistra inglese. Poi lo stesso ex-Ministro degli Esteri, che infatti aveva ricoperto questo incarico dal 2007 al 2010, ha deciso di lasciare la guida del partito laburista al fratello minore Ed, oramai sulla cresta dell’onda e capace di gestire al meglio la politica nazionale e di guadagnare i consensi necessari alle tradizioni del suo partito. Tuttavia, il buon Miliband è balzato agli onori della cronaca dei tabloid inglesi non per le sue imprese presenti o anche future della politica britannica, ma bensì per le sue clamorose dimissioni dal calcio inglese.

    Figlio di Ralph Miliband, teorico marxista, il laburista David ha annunciato le proprie dimissioni dalla poltrona della vicepresidenza del Sunderland, club di Premier League inglese, che per tirarsi fuori dalla lotta per non retrocedere per le ultime sette giornate di campionato ha assunto in qualità di manager nientemeno che Paolo Di Canio. L’italiano, diventato una vera icona per il calcio inglese, è però colpevole secondo Miliband, e non solo, di aver ostentato in più occasioni di essere un sostenitore della ideologia fascista. Una caratteristica umana e politica che travalica il mero significato sportivo e che pertanto rende l’assunzione di Di Canio intollerabile per Miliband.

    Paolo Di Canio | © by Harry Engels/Getty Images
    Paolo Di Canio | © by Harry Engels/Getty Images
    Di Canio è stato nominato nuovo manager del Sunderland, dopo l’improvviso esonero patito dal nordirlandese Martin O’Neill all’indomani della sconfitta interna per mano del Manchester United. Ma nulla o quasi faceva presagire ad un esonero dell’allenatore ex-stella del Nottingham Forest vincitore due volte della Coppa dei Campioni negli Anni Ottanta. Poi è arrivata l’investitura ufficiale per Paolo Di Canio, che aveva condotto fino a qualche mese fa lo Swindon Town. Club che aveva riportato in League One, ma dal quale aveva rassegnato le dimissioni per divergenze, crediamo soprattutto economiche, nei confronti della dirigenza. Lo stesso Di Canio ha replicato alle accuse di Miliband, ma non accettando il confronto sul terreno politico, ma esclusivamente su quello calcistico: “Penso al Sunderland e basta”, ha ribadito l’ex-laziale, senza ulteriori riferimenti alle sue idee politiche.

    Tuttavia, Di Canio non ha rinnegato i suoi saluti romani né tantomeno le sue simpatie per il fascismo. Nel 2005 in particolare, al termine di una partita della Lazio, salutò i suoi tifosi con il saluto romano. Dalle parti del Sunderland adesso c’è un’aria tesa e confusa. Il Sunderland non è tra le grandi nobili del calcio inglese, ma fondato nel 1879, ha vinto 6 campionati, l’ultimo dei quali però nel 1936, e 2 FA Cup, l’ultima nel 1973, ma i suoi tifosi sono tra i più appassionati del Regno Unito. Da sempre il Sunderland gioca contro il Newcastle il Tyne Wear Derby, una sfida ad alto contenuto agonistico ed anche di scontri tra tifosi. Ad ogni modo, Sunderland storicamente, tra calcio e non, è una città dai forti coinvolgimenti politici. L’ambiente ideale per Di Canio per dimostrare ancora una volta il suo carattere e le sue qualità?

  • Di Canio al Sunderland ma i tifosi insorgono contro il tecnico fascista

    Di Canio al Sunderland ma i tifosi insorgono contro il tecnico fascista

    Dopo l’esonero di Martin ÒNeill il Sunderland annunca il suo nuovo allenatore: il club inglese ha scelto come suo erede Paolo Di Canio e, stando a quanto dichiarato dal presidente del Sunderland, l’italiano è molto entusiasta di inziare questa nuova avventura. (altro…)

  • Paolo Di Canio lascia lo Swindon

    Paolo Di Canio lascia lo Swindon

    L’avventura di Paolo Di Canio in Inghilterra come tecnico dello Swindon Town è terminata ufficialmente con la decisione dell’ex attaccante della Lazio di dimettersi dall’incarico di allenatore della squadra che milita nella terza divisione inglese che guidava dal maggio 2011. Inizialmente, Paolo Di Canio – ormai di casa in Inghilterra dopo la lunga militanza in Premier League e in particolare al West Ham – aveva intrapreso con entusiasmo questa avventura in panchina ma, gradualmente, il rapporto si è logorato a causa di alcune divergenze con la società, culminate con la cessione di Matt Ritchie, un calciatore che Paolo Di Canio riteneva indispensabile e per il quale non avrebbe dato l’assenso alla cessione: ecco perchè la società ha deciso di “scavalcare” il tecnico, non interpellandolo sull’argomento e, così, coach Paolo Di Canio ha deciso di andar via, sbattendo la porta, rassegnando le dimissioni con effetto immediato.

    Paolo Di Canio si dimette dallo Swindon | © Jamie McDonald Getty Images Sport
    Paolo Di Canio si dimette dallo Swindon | © Jamie McDonald
    Getty Images Sport

    La cessione del calciatore Matt Ritchie avvenuta senza chiamarlo in causa ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, la scintilla che ha indotto Di Canio a concludere un rapporto che già in passato aveva mostrato alcune crepe difficilmente sanabili al punto che nei primi giorni di Febbraio aveva dichiarato di “star considerando il suo futuro” lasciando intendere che non fosse scontata una prosecuzione del rapporto con lo Swindon, un’avventura che ha conosciuto l’ultimo strappo decisivo proprio in queste ore.

    Ma l’aspetto importante da sottolineare nella vicenda è che, a parte il rapporto conflittuale con i vertici societari, il legame fra Di Canio e la squadra e lo staff era ottimo, così come la sua considerazione all’interno dell’ambiente dei tifosi dello Swindon ed è per questo che nel giorno del suo addio Paolo Di Canio ha speso parole al miele per i suoi calciatori ringraziandoli per aver mantenuto “un comportamento sempre professionale, ed il giusto atteggiamento per raggiungere ciò che hanno fatto fino a oggi”.

  • Swindon, Di Canio pronto a pagare di tasca sua alcuni ingaggi

    Swindon, Di Canio pronto a pagare di tasca sua alcuni ingaggi

    Il personaggio lo conosciamo tutti. Paolo Di Canio ogni tanto torna di moda e fa parlare di se, che sia nel bene o nel male non fa differenza. L’ex capitano della Lazio ha deciso di prendere di petto la crisi finanziaria e investire parte del suo guadagno nella società che attualmente allena, lo Swindon Town. Il club, attualmente è in corsa per la promozione in Championship (la serie b inglese), sta per perdere una serie di giocatori in prestito fino a gennaio e la dirigenza non sembra intenzionata a rinnovarli a causa delle ingenti spese che comporterebbe nel tenerli fino al termine della stagione. Ecco allora intervenire Di Canio, che ha preso a cuore le sorti del club inglese e sarebbe pronto a pagare di tasca sua i giocatori pur di tenerli in squadra. C’è un obiettivo comune da raggiungere. La promozione!

    “Quando morirò sarò meno ricco ma con una vittoria in più da manager”, ecco le prime dichiarazioni di Paolo Di Canio che aggiunge “Ho speso molti soldi per avvocati, figuratevi se non li spendo per i miei ragazzi”. La personalità non gli è mai mancata da giocatore, figuriamoci da manager.

    Di Canio crede nella promozione con lo Swindon © Jamie McDonald/Getty Images
    Di Canio crede nella promozione con lo Swindon © Jamie McDonald/Getty Images

    L’ex capitano della Lazio è pronto ad investire circa 20 mila sterline, convinto di poter raggiungere la promozione con il materiale umano attualmente a disposizione. Danny Holland e Chris Martin hanno già lasciato lo Swindon per tornare rispettivamente al Charlton e Norwich, mentre John Bostock è ad un passo dal ritorno al Tottenham. Il patron del club inglese non vuole rinnovarli e l’obiettivo di Di Canio è quello di trattenerli a spese proprie.

    Al momento, lo Swindon Town occupa la quinta posizione in classifica nella League One. Le prime due classificate verranno promosso automaticamente, mentre tra le squadre che termineranno tra la terza e la sesta posizione si giocheranno un altro posto in Championship.

  • La Top Ten delle simulazioni, per l’Italia c’è Gilardino

    La Top Ten delle simulazioni, per l’Italia c’è Gilardino

    Nel calcio spesso e volentieri vi sono momenti in cui i giocatori si inventano falli e si rendono protagonisti di simulazioni per potersi guadagnare un calcio di rigore, una punizione, l’espulsione dell’avversario e quant’altro: non a caso settimanalmente vengono fatte anche delle simpatiche classifiche che danno vita ad una lista di “migliori” simulatori della giornata. A questo proposito il tabloid britannico Mirror ha voluto pubblicare un articolo comprendendo la “Top Ten” con tanto di video che rappresentano le più grandi simulazioni di questi anni in cui il calcio ha cominciato a spopolare nel mondo.

    A rappresentare l’Italia vi è solamente Alberto Gilardino, ora attaccante del Bologna, che si è guadagnato il settimo posto nella graduatoria per quanto fatto in campo nel match tra Celtic-Milan disputatosi nel 2007: durante un’azione l’ex rossonero si è infatti clamorosamente buttato a terra dopo non aver ricevuto nessun tocco dall’avversario, cercando di guadagnarsi il calcio di rigore ma beccandosi solamente il cartellino giallo.

    Nella “Top Ten” vi sono però anche giocatori molto importanti come Cristiano Ronaldo, considerato un gran simulatore fin dal 2002, Rivaldo, che si è guadagnato il secondo gradino del podio e tanti altri fino ad arrivare al primo posto occupato dall’attuale tecnico del Fortuna Düsseldorf, Norbert Meier.

    Partendo dal basso si trova invece Jurgen Klinsmann, calciatore tedesco che durante la finale ai Mondiali del 1990 contro l’Argentina si è reso protagonista di una grande sceneggiata: nel tentativo di avvicinarsi all’area è stato infatti puntato dall’avversario che, nonostante abbia cercato di fermare Klinsmann, è andato a vuoto mancando il tedesco che ha però dato vita ad un volo davvero accentuato, fingendo di essere stato colpito in pieno e facendo espellere il malcapitato.

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    Alla nona posizione, come sopracitato, troviamo il talentuoso attaccante del Real Madrid Cristiano Ronaldo: il portoghese però è stato inserito nella classifica non per un solo episodio ma per essere ben conosciuto come ottimo simulatore. Non a caso su YouTube è stato pubblicato un video che contiene una serie di numerevoli simulazioni che premiano così il calciatore.

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    Ottavo posto per Diego Simeone, calciatore argentino conosciuto in Italia per aver militato nella Lazio: l’attuale tecnico dell’Atletico Madrid è infatti stato inserito nella “Top Ten” per essere finito a terra dopo che Beckham lo aveva calciato per aver reagito ad un suo fallo. Probabilmente “Mirror” ha voluto includere anche lui perchè il calcio inflittogli da Beckham era leggerissimo e non in grado di farlo finire a terra ma l’arbitro nel 1998 diede ragione a Simeone cacciando l’inglese con un cartellino rosso.

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    Alla settima posizione ecco invece il video di Alberto Gilardino, caduto dopo alcuni metri dal tocco dell’avversario:

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    Sesto posto per un duetto non da poco: si tratta infatti di Lehmann e Drogba che si sono resi protagonisti di un battibecco dopo che l’ivoriano aveva reclamato un calcio di rigore: l’ex portiere tedesco, mentre il gioco stava ripartendo, ha dato una spinta a Drogba facendolo finire a terra e quest’ultimo, rialzatosi, ha dato un colpo di pancia all’avversario che si è dato lo slancio per cadere.

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    Fa parte di questa classifica anche Busquets il quale, durante il match tra Barcellona ed Inter, riceve una manata al volto da Thiago Motta: il bello arriva però quando il calciatore spagnolo, finito a terra, spia la reazione dell’arbitro, guagnandosi così il voto 10 e lode ma solamente il quinto posto per il “Mirror”.

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    In questo tutti giù per terra è stato incluso anche l’arbitro Alcock il quale, un bel po’ di anni fa, è rimasto vittima di una reazione dell’italiano Di Canio: dopo aver ricevuto il cartellino rosso l’attuale allenatore dello Swindon Town, ha dato una leggere spinta al direttore di gara che ha barcollato non poco prima di cadere, dando vita ad una scena che ha fatto ridere molti.

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    Arriviamo al podio con Steven Taylor, che è stato inserito al terzo posto grazie alla simulazione che gli ha fatto guadagnare allora il cartellino rosso:

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    Seconda posizione per Rivaldo che, durante la partita tra Brasile e Turchia, dopo essere stato colpito da un pallone sul braccio, si è accasciato a terra fingendo di essere stato preso in pieno volto: un premio che va oltre al normale in quanto così facendo l’ex rossonero ha fatto espellere l’avversario Hakan Unsal.

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    Siamo dunque arrivati alla cima di questa “Top Ten” dove a guadagnarsi la medaglia d’oro per la miglior simulazione di sempre è Norbert Meier: durante la partita tra Duisburg e Colonia, il tecnico ha tirato una testata all’avversario, stramazzando poi a terra fingendo quindi di averla ricevuta.

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  • Di Canio accusato di razzismo, la FA apre indagine

    Di Canio accusato di razzismo, la FA apre indagine

    Brutta storia per Paolo Di Canio, ex stella della Lazio e del West Ham ed attuale allenatore dello Swindon, club inglese che ha centrato – proprio con Paolo in panchina – la promozione dalla League Two alla League One, ossia la serie C inglese. Nonostante il successo sportivo appena raggiunto, infatti, la Football association britannica ha aperto un’inchiesta per accertare alcuni comportamenti razzisti che l’ex biancoceleste avrebbe adottato nei confronti di un giocatore di colore che ha militato nella propria squadra, alias Jonathan Tehoue, che lo Swindon aveva rilevato in prestito a stagione già in corso, e che poi ha lasciato il club prima della fine del campionato, nel mese di marzo, soprattutto perchè non riusciva a trovare spazio in campo, raccogliendo solo una presenza dal primo minuto. In quell’occasione Di Canio aveva parlato apertamente di demeriti sportivi del giocatore, precisando che l’esclusione era stata motivata solo da “una decisione tecnica, perchè non è bravo come pensavo”, mentre le accuse di razzismo piovuto in questi giorni sembrano voler trovare un collegamento anche con quella decisione.

    Paolo Di Canio | © Getty Images

    In particolare, i fatti riguarderebbero il discorso di fine stagione pronunciato da Di Canio alla squadra (quindi non in presenza di Tehoue, ndr) in cui avrebbe pronunciato frasi razziste all’indirizzo di Tehoue, che i suoi ex compagni di squadra gli avrebbero, poi, riferito. Le parole di Di Canio hanno ferito molto l’ex calciatore dello Swindon, che si è subito rivolto al presidente del club, Nicholas Watkins, che avrebbe predisposto dapprima un’indagine interna, per sentire la versione dei fatti dello stesso allenatore, prima che scattasse il coinvolgimento della Federazione. In tal caso, però, non è emersa ancora con chiarezza quale sia stata la posizione del club in merito alla vicenda ed alle responsabilità del coach, anche perchè Di Canio ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione in proposito e la stessa società pare essersi chiusa nel più assoluto riserbo in attesa degli sviluppi dell’indagine della Federazione, limitandosi a riferire, tramite un proprio portavoce, che “la vicenda è nelle mani dei nostri avvocati”.

    La vicenda, dunque, appare ancora tutta da accertare, anche se sui tabloid inglesi ed, in particolare sul Daily Mail, in questi giorni non mancano i ripetuti riferimenti al “credo politico” di Paolo Di Canio, più volte ostentato quando giocava in maglia laziale, mostrando il saluto romano, tipicamente fascista, alla Curva Nord. In tali occasioni, Di Canio ha precisato di “essere fascista e non razzista” ma, se l’inchiesta della F.a. inglese dovesse andare avanti, gli occorrerà una difesa ben più solida, anche in virtù del fatto che in Inghilterra l’ accusa di razzismo porta con sè non solo sanzioni dal punto di vista sportivo ma anche sanzioni penali e pecuniarie, come già accaduto nel caso dell’attaccante del Liverpool Suarez, protagonista di insulti razzisti contro Evra del Manchester United puniti  con otto turni di squalifica ed un’ammenda da quaranta mila sterline, oltre che nel caso di John Terry, protagonista di ingiurie nei confronti di Anton Ferdinand del Qpr, un caso che, anche se ancora aperto (dovrebbe concludersi nel prossimo mese di Luglio, ndr) fece perdere al difensore del Chelsea la fascia da capitano della Nazionale di Sua Maestà.

  • FA Cup, Di Canio che impresa. Lo Swindon elimina il Wigan

    FA Cup, Di Canio che impresa. Lo Swindon elimina il Wigan

    Si è giocato il terzo turno di FA Cup con ben 25 incontri. Molte le squadre di Premier League impegnate, con il Tottenham che si qualifica al prossimo turno grazie a una vittoria per 3-0 in casa contro il Cheltenham, con reti di Defoe, Pavlyuchenko e Santos.

    Paolo Di Canio | © Scott Heavey/Getty Images

    Vincono anche Fulham, 4-0 al Charlton con tripletta di Dempsey, l’Everton, l’Aston Villa, il Norwich, lo Stoke e lo Swansea. L’unico match che vedeva di fronte squadre della massima serie era Newcastle – Blackburn, con i Magpies che passano il turno con una vittoria per 2-1, andando a segno con Gutierrez e B. Arfà.

    La vera sorpresa di giornata è la vittoria dello Swindow Town di Di Canio, partecipante al campionato di quarta divisione, che ha steso per 2-1 il favorito Wigan. La squadra di Di Canio si qualifica al quarto turno con una vera e propria impresa, essendo anche passata in svantaggio con la rete di McManaman per il Wigan nel primo tempo al 35′, ma pareggiando dopo appena 5 minuti con Connell, la rete della storica vittoria arriva al 76′ con Benson.

    Risultati delle squadre di Premier

    Everton – Tamworth 2-0

    Fulham – Charlton 4-0

    Newcastle – Blackburn 2-1

    Norwich – Burnley 4-1

    Tottenham – Cheltenham 3-0

    Bristol – Aston Villa 1-3

    Swindow Town – Wigan 2-1

    West Bromwich – Cardiff 4-2

    Barnsley – Swansea 2-4

    Macclesfield – Bolton 2-2

    Milton Keynes Dons – Queens Park Rangers 1-1

  • Suarez, 8 giornate di squalifica per insulti razzisti

    Suarez, 8 giornate di squalifica per insulti razzisti

    Luis Suarez ha ricevuto una squalifica di otto turni, da scontare nelle partite di Premier League, dopo aver insultato Evra dello United nel match giocato lo scorso 15 ottobre ad Anfield.

    L’attaccante del Liverpool paga a caro prezzo le offese razziali rivolte al terzino sinistro del Manchester United durante la sfida di due mesi fa fra i due club inglesi. La decisione presa dalla FA (la Federazione calcistica inglese) è durissima nei confronti del calciatore Reds, che dovrà assistere da casa ai prossimi 8 match dei suoi compagni di squadra. Oltre alla squalifica Luis Suarez dovrà versare nelle casse della Federazione 40 mila sterline (circa 48 mila euro). Già in passato Suarez aveva ricevuto una maxi-squalifica ai tempi dell’Ajax, dopo il famoso morso che gli costò 7 giornate di stop.

    Luis Suarez |© Clive Brunskill/Getty Images

    La Football Association ha lavorato congiuntamente con una commissione indipendente. L’indagine si è conclusa con una stangata che ha pochi precedenti nel football d’oltremanica. Per una squalifica di tale portata si deve tornare indietro di 14 anni,  quando Di Canio, che in quell’anno vestiva la maglia dello Sheffield Wednesday, spinse a terra l’arbitro durante un match di campionato e venne sanzionato con 11 giornate lontano dai campi di gioco. Una vicenda per la quale l’italiano si riscattò qualche anno più tardi, nel 2000. L’allora attaccante degli Hammers fermò un’azione da gol per la sua squadra afferrando il pallone con le mani. Unanime il consenso ricevuto dall’italiano per quel gesto: infatti la Fifa gli consegnò il premio Fair Play per la stagione 2000/2001.

    Riuscirà Luis Suarez a ripetere la carriera dell’ex attaccante romano? Di certo l’uruguaiano, classe ’87, ha dimostrato di essere una pedina fondamentale per il Liverpool fin da quando è approdato ad Anfield nel gennaio scorso, segnando 13 reti in 27 presenze con la maglia dei Reds.

    Il 24 enne attaccante ha ancora a disposizione due settimane per presentare ricorso alla squalifica inflittagli dalla Football Association. Appare improbabile un ripensamento della Federazione inglese, che nel corso degli anni si è dimostrata ferma in ogni sua decisione.