Tag: paolo bergamo

  • Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    Calciopoli, si apre indagine sull’indagine

    L‘indagine sull’indagine, l’inchiesta sull’inchiesta: non è un semplice e vuoto gioco di parole ma una circostanza che potrebbe aprire clamorosi scenari nella vicenda Calciopoli. La Procura di Roma ha, infatti, avviato un’indagine per tentare di scoprire perchè alcuni video e telefonate che avrebbero potuto essere molto importanti nell’inchiesta Calciopoli sono invece state occultate o comunque modificate. Il “la” alla vicenda è stato dato dall’ex arbitro Dondarini che aveva presentato un esposto in cui si denunciavano problemi e falle nell’inchiesta Calciopoli ed in particolare il fatto che sia stata considerata soltanto una parte ben precisa delle intercettazioni, tralasciandone altre “pur presenti agli atti e di una certa rilavanza”.  Nello specifico, i Pm e, nello specifico la dott. Condemi, vorranno adesso capire perchè alcune telefonate dai contenuti molto gravi siano finite poi nel dimenticatoio e perchè il video in Dvd relativo al sorteggio arbitrale del 2009 e che dimostrava che il suddetto sorteggio era truccato e pilotato non sia più stato inserito nelle prove del processo e sia, invece, stato sostituito con una serie di fotogrammi che finivano per distorcere la corretta ricostruzione e non fare la dovuta chiarezza.

    Calciopoli, si apre l'inchiesta sull'inchiesta | immagini dal web
    Calciopoli, si apre l’inchiesta sull’inchiesta | immagini dal web

    Inoltre, è ben sottolineare il fatto che l’iniziativa dell’esposto presentato dall’ex arbitro Dondarini non è l’unico episodio di tal genere e che si è associato a questo anche un altro ex fischietto, Pieri, anche lui condannato in primo grado con rito abbreviato a due anni e quattro mesi, e poi assolto in appello. Anche nell’esposto presentato da Pieri si denunciano le “anomalie inspiegabili” e nel mese di febbraio 2012, ormai più di un anno fa, ha sporto anche denuncia per falsa testimonianza contro Teodosio De Cillis per aver mentito nel corso del processo di Napoli, per giunta sotto giurament0, circa le modalità di acquisizione da parte dei carabinieri delle famigerate schede telefoniche svizzere adoperate per le scottanti comunicazioni. In tal senso, fra le varie intercettazioni ascoltate ma non trascritte e, dunque, oggetto dell’inchiesta sull’inchiesta, sembra inevitabile inserire quella tra l’ex designatore arbitrale Bergamo e lo scomparso dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti, in cui prima di una designazione arbitrale dell’arbitro Bertini per una partita di campionato dell’Inter si scambiavano osservazioni circa lo “score” dello stesso Bertini con l’Inter e da quella conversazione si deduce in maniera pressocchè inequivocabile la volontà di Bergamo di “spingere” per un miglioramento di tale “score” per i nerazzurri. Facchetti, infatti, affermava “ho visto lo score di Bertini con noi: 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte” e Bergamo rispondeva: “porca miseria, allora facciamo 5,4,4”. 

    Parole di certo destinate ad avere ripercussioni nell’inchiesta sull’inchiesta Calciopoli con la quale sembra lecito attendersi una maggiore chiarezza su una vicenda risalente ormai a sette anni fa ma che non ha ancora fugato dubbi, illazioni, supposizioni e che, al contrario, non ha fatto altro che creare un clima di scarsa fiducia nei confronti di chi ha condotto l’indagine che, poi, ha giustamente punito i responsabili quali Moggi e Giraudo (solo per citare gli “esponenti” principali, ndr) ma che ha di fatto tralasciato dei particolari che sembrano oggi molto rilevanti e che dovranno necessariamente essere presi in considerazione.

  • Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    Calciopoli, Bergamo e Pairetto condannati a risarcire la Figc

    La Corte dei conti del Lazio ha annunciato quelle che sono le decisioni sulla vicenda Calciopoli con riferimento agli allora vertici dell’Associazione Italiana Arbitri e ad alcuni direttori di gara i quali dovranno risarcire la Federazione Italiana Giuoco Calcio dei danni d’immagine subiti per un importo superiore di poco ai quattro milioni di euro. A pagare il prezzo più alto in questa vicenda è l’allora designatore Paolo Bergamo che sarà costretto a versare un milione di euro tondo tondo nelle casse della Figc.

    Pierluigi Pairetto, altro designatore, dovrà versare ottocentomila euro, trecentomila in più rispetto all’allora presidente dell’Aia Tullio Lanese. Condannato ad una pena pecuniaria pesante anche per l’ex vicepresidente della Figc Innocenzio Mazzini che dovrà sborsare settecentomila euro, ma sono tantissimi anche gli ex arbitri e assistenti condannati. Su tutti Massimo De Santis il quale dovrà pagare cinquecentomila euro. Centocinquantamila euro inflitti a Tiziano Pieri e Salvatore Racalbuto, cinquantamila a Salvatore Dattilo, Marco Gabriele e Paolo Bertini, trentamila e Gennaro Mazzei, ventimila Stefano Titomanlio, diecimila a Claudio Puglisi e Fabrizio Babini.

    Paolo Bergamo
    Paolo Bergamo © MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

    Due i proscioglimenti: si tratta di Marcello Ambrosino, con formula piena e Maria Grazia Fazi, quest’ultima a causa del fatto che la Corte dei conti del Lazio non aveva giurisdizione a decidere nei suoi confronti. I condannati avranno la possibilità, a questo punto, di presentare appello alle Corti riunite, ed è probabile che prima di una decisione definitiva trascorrano due anni. Una vicenda dunque destinata a protrarsi ancora nel tempo, nonostante la grana Calciopoli sia scoppiata ormai parecchi anni fa. Per la Figc invece i quattro milioni di euro servirebbero a rifarsi un’immagine sicuramente macchiata dopo la vicenda che coinvolse un po’ tutti da calciatori per passare a dirigenti, società ed arbitri con decisioni clamorose che fecero il giro del mondo colpendo club importantissimi, su tutti la Juventus.

  • Juve – Milan e la terna perfetta. La telefonata tra Meani e Bergamo

    Juve – Milan e la terna perfetta. La telefonata tra Meani e Bergamo

    Nel periodo in cui le polemiche tra Milan e Juventus, frutto degli episodi di sabato sera, infiammano le discussione tra i tifosi in ogni posto, dai bar per passare agli uffici e fine a forum e social network su internet, spuntano fuori delle intercettazioni del 2004, riguardanti proprio una sfida tra bianconeri e rossoneri. A pubblicarle il quotidiano Tuttosport, che riporta per intero una conversazione avvenuta il 9 dicembre 2004 tra Leonardo Meani, ex addetto agli arbitri del Milan e l’ex designatore Paolo Bergamo. Il tutto avviene nove giorni prima di Juventus – Milan. Si parlerà della terna arbitrale che dovrà dirigere il match, e nonostante ancora manchino diversi giorni alla gara, si fanno dei nomi che puntualmente verranno designati per la gara in oggetto.

    Paolo Bergamo © MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images

    Come si può notare all’inizio dell’intercettazione, Meani dirà di “aver parlato”. Il riferimento, ovviamente, è da individuare in un suo superiore nella società rossonera, anche se non si precisa il nome. Nella stessa conversazione si parla anche di Milan – Fiorentina della settimana stessa. Intercettazioni che, è bene ricordarlo, nel 2006 sono state scartate. Ecco quanto pubblicato da Tuttosport relativamente al dialogo tra Meani e Bergamo:

    Bergamo: Leo?
    Meani: Allora ho parlato. Vanno bene quei tre lì.
    Bergamo: Quindi Collina, Paparesta e Bertini.
    Meani: E Bertini, vanno bene quei tre lì. Anche lui (chi è lui? A chi si rapporta sempre Meani, l’ex dirigente arbitrale milanista? Ndr), anche lui dice no De Santis, è dell’idea che De Santis innervosisce la squadra. Come dici tu: De Santis va bene per tutte le partite, ma questa qui (è Juve-Milan, ndr)… Oh io ho mantenuto la promessa della borsa. Vediamo se tu mantieni la tua…
    Bergamo: Io mi rendo disponibile… Noi saremmo lì dalle sei in poi
    Meani: No, no io ti dico quello che c’è sulle fasce laterali…
    Bergamo: Ti riferisci a Faverani (assistente tuttora in attività: ha diretto Lazio-Fiorentina, ndr)? Te lo rimetto in serie A domenica prossima.
    Meani: No mi riferisco a Puglisi: fagli fare Milan-Fiorentina, ma dai!
    Bergamo: Ieri sera ha fatto bene Bayer Leverkusen contro Dinamo Kiev con Collina.
    Meani: Questo qui è bravissimo. E’ bravo come Ivaldi, Pisacreta, Griselli, come è bravo Copelli.
    Bergamo: Come Mitro
    Meani: Come è bravo Mitro. Mitro se non fosse così brutto, è che sembra uno scaldabagno. E’ vero o no?
    Bergamo: Uno scaldabagno con la testa, ma è bravissimo.
    Meani: Mitro non sbaglia mai
    Bergamo: Ora glielo dico: Meani dice che pari uno scaldabagno. (Ridono)
    Meani: Uno scaldabagno con lo scudetto dell’Italia. Invece di esserci scritto Beretta c’ha lo scudetto dell’Italia davanti. Però è bravo ed è una brava persona e gli voglio bene. Ma è una persona splendida
    Bergamo: E’ una persona splendida. E vedrai anche Niccolai è una persona perbene.
    Meani: Mentre Mitro e Puglisi sono ipercollaudati, Niccolai ha ancora bisogno. Questi son pronti… Se riesci a mettermelo (Puglisi, ndr) dentro per Milan-Fiorentina mi fai un favore, è un anno e mezzo che non fa il Milan.
    Bergamo: Ora non mi strappare la promessa certa per domenica, devo vedere se è in griglia, lui era anche impegnato. Vediamo dai.

  • Calciopoli, ecco le motivazioni “Moggi troppo invadente”, anche con Lippi

    Calciopoli, ecco le motivazioni “Moggi troppo invadente”, anche con Lippi

    Il tribunale di Napoli ha pubblicato questa mattina le motivazioni delle condanne per Calciopoli uno degli scandali più pesanti dal punto di vista mediatico che ha colpito il mondo del calcio.

    Uso delle schede straniere”, questo è l’elemento “ben più pregnante e decisivo” che ha portato alla condanna di Luciano Moggi per associazione a delinquere, uso delle schede delle quali è risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri.

    Sussiste prova della responsabilità dell’imputato Moggi a carico del quale si ravvisano elementi utili per ravvisare la condizione attribuitagli di capo“. È questa la conclusione del tribunale che ha firmato la condanna che ha chiuso in primo grado il processo su Calciopoli. I giudici riferendosi alla “contaminazione degli arbitraggi attraverso le sollecitazioni adoperate dall’ex Direttore sportivo della Juventus nei confronti degli arbitri e da costoro accettate con riferimento alla parte delle competizioni svoltesi nella stagione 2004/2005, oggetto dell’imputazione ritengono che la prova della responsabilità può ritenersi raggiunta“.

    Difatti, nelle 558 pagine di motivazione e’ indicato il “rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante solo perche’ dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani, ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione“. In particolare, il giudice si sofferma sul “trattamento” riservato da Luciano Moggi a Pier Luigi Pairetto, nel 2005 designatore degli arbitri. “Si ipotizza la turbativa dell’incontro con il risultato 2-1 tra Juventus e Udinese, svoltosi a Torino il 13 febbraio del 2005 per il quale si ritiene acclarata la responsabilità di Moggi, Pairetto e Bergamo, poichè una incidenza sull’andamento della partita potè in effetti derivare da quella che appare una smodata collaborazione tra Bergano e Moggi per la formazione della griglia, nella quale collocare la partita, che accresceva la possibilità che fosse sorteggiato un arbitro gradito“, sostiene il giudice. Soluzione alla quale cooperava di necessità Pairetto, “rappresentato come aperto alla collaborazione nelle conversazioni telefoniche”. Inoltre, si legge ancora che da questa telefonata intercetta si “è riusciti a risalire ai numeri delle utenze telefoniche svizzere, decisive per l’andamento dell’indagine“.

    Nelle motivazioni si mette in risalto “il rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante – si legge nella sentenza – solo perché dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani (ex dirigente del Milan addetto al settore arbitri, ndr), ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione“. Un altro elemento significativo, ad avviso del tribunale, è rappresentato dal tempestoso dopopartita di Reggina – Juventus con i momenti di tensione tra Moggi e l’arbitro Paparesta. “Pur se è risultato non vero quello che lo spavaldo Moggi andava dichiarando in giro, e per telefono, cioè di aver chiuso l’arbitro Paparesta nello spogliatoio…nondimeno va valutata la reazione di Paparesta a quella che era pur sempre stata una protesta fuori misura di Moggi per gli errori dell’arbitro, di non inserimento cioè del comportamento furioso nel referto arbitrale, reazione che va interpretata come un effetto del timore reverenziale nei confronti della persona“. Il tribunale parla inoltre del “rapporto disinibito con i rappresentanti della Figc“, con cui Luciano Moggi intratteneva dei rapporti ben più intimi di quelli puramente professionali e che, in alcuni casi, andavano a riguardare anche la nazionale.

  • Processo Calciopoli, da Trofino e Morescanti le ultime picconate

    Processo Calciopoli, da Trofino e Morescanti le ultime picconate

    L’udienza di ieri presso il Tribunale di Napoli era stata annunciata come vibrante per via delle arringhe conclusive degli avvocati Morescanti e Trofino componenti delle difese di Paolo Bergamo e Luciano Moggi. A sfaldare il castello accusatorio dell’accusa e demolire l’esistenza della famosa cupola disegnata da Auricchio e dai pm Narducci, Beatrice e Capuano in queste settimane ci avevano pensato le trascrizioni di nuove intercettazioni tra Bergamo e Rodomonti e lo stesso designatore e la Fazi dimostrando una strategia quantomeno contorta dei “mammasantissimi” del calcio.

    L'avv Paolo Trofino insieme ai suoi collaboratori | ©Mario Laporta/Getty Images
    Le dichiarazioni spontanee di Bergamo. L’udienza di quest’oggi è nata però con delle dichiarazioni spontanee dello stesso Bergamo nel corso delle quali il designatore ha ripercorso i suoi trascorsi agonistici prima e poi da dirigente, tirando in ballo tanti aneddoti del suo mandato dall’incontro nel 2002 con Moratti a Forte dei Marmi “Credetti di averlo convinto della nostra onestà e invece cominciarono le indagini della security della Telecom su di me e i miei familiari su richiesta dell’Inter” fino alle schede svizzere “Ho sempre avuto diversi telefoni e gli stessi investigatori hanno riconosciuto che la diedi dopo pochi giorni a mia moglie che la usò per le sue telefonate”. Morescanti vs Narducci. La parola passa poi a Silvia Morescanti che oltre a Bergamo difende anche la Fazi e Fabiani. L’avvocato senza giri di parole e con fare deciso si scaglia contro il pm Narducci “Noi ci siamo trovati davanti ad un pm che, dando le spalle alla corte, si permette di dire “Piaccia o non piaccia…”. Per Narducci la prova regina degli illeciti compiuti sono le intercettazioni, quindi, come si possono difendere gli imputati se non ci sono tutte le intercettazioni? . L’avvocato critica poi i metodi con cui sono state estorte le dichiarazioni ai protagonisti ad accuse confezionate e mai dimostrate “Non ci è mai stato detto dall’accusa: è stato truccato quel sorteggio e in quel modo”. Le ultime accuse sul modo non legale in cui sono state assegnate le utenze svizzere agli accusati. Le picconate di Trofino. L’avvocato cita alcune passi delle trascrizioni delle intercettazioni bis tra Bergamo e Rodomonti “Se hai un dubbio pensa prima a chi è più dietro e poi a chi è davanti.” e tra Bergamo e Fazi “Non gli farà mica male al Milan per quello che hanno fatto per il figlio”. Il Legale snocciola poi una serie di telefonate di Meani, addetto agli arbitri per il Milan a suo dire più compromettenti di tutte quelle presentate dall’accusa per dimostrare il sistema Moggi. Dalle schede svizzere ai sorteggi Trofino dice che è stato tutto montato ad arte partendo dalla fine e cioè crocefiggere Moggi. Il prossimo 8 novembre l’avvocato concluderà la sua arringa prima che la parola passi ai pm per alcune precisazioni e a meno di nuovi colpi di scena si dovrebbe arrivare ad un giudizio forse nello stesso giorno o al massimo per il prossimo 15 novembre..

  • Nuova intercettazione occultata tra Bergamo-Fazi

    Nuova intercettazione occultata tra Bergamo-Fazi

    Come abbiamo avuto modo di dire già nella prima intercettazione tra Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi di qualche giorno fa il castello accusatorio dell’accusa fa acqua da tutte le parti. La famosa cupola come dimostrano le intercettazione era tutt’altro che coesa verso un obiettivo e aveva tante falle. Quest’oggi, giorno importantissimo a Napoli per le arringhe finali della difesa tra le quali si aspetta con trepidazione quella del legale di Moggi Trofino spunta una nuova intercettazione dove si il designatore da Francoforte interloquisce con la solita Fazi sulle designazioni arbitrali del 12 febbraio 2005, quelle della famosa “grigliata di Moggi”. I due cercano un modo di colpire De Santis, per l’accusa parte integrante di Calciopoli, mentre nutrono fiducia in Trefoloni. Ecco l’intercettazione presa da Juvemania.

    Paolo Bergamo | ©MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images
    Bergamo-Fazi. 12 febbraio 2005 DD.755 Bergamo chiama la Fazi da Francoforte dove si trova per un raduno della Fifa. Fazi: Ho chiamato il bastardo vero, Massimo De Santis… Gli ho detto: ‘Buonasera, signor bastardo… Volevo dirti che ho perso il telefonino… comunque gran figlio di puttana ti saluto…’ Bergamo: Anche io non so come gestirlo… Avevo quasi pensato di sputargli addosso qualcosa, però… devo capire come gestirlo dopo… Fazi: E’ quello… devi aspettare ancora, non gli si può sputà addosso niente, devi aspettare, che gli dici? Bergamo: Ma se mi danno quest’incarico (un incarico internazionale, ndr)… Fazi: Sì, ma fattelo dà quest’incarico… ma non glielo potevi chiedere a quel deficiente di Garcia Aranda… La conversazione passa ai possibili candidati alla successione di Bergamo e Pairetto nel ruolo di designatore. Fazi: Ho saputo da Matteo (Trefoloni, ndr), che alla riunione che è andato lui da Pisacreta a Prato… Bergamo: C’era Braschi, c’era… Fazi: Bravo, te l’ha detto… Bergamo: Sì, sì. Fazi: Infatti ho detto, guarda, diglielo, non conta niente, ma tu diglielo. Bergamo: Può darsi, Braschi è stato un nome… quindi… Fazi: Sai Firenze è lui! Quindi te l’ha detta? Bergamo: Sì, sì, me l’ha detta. Fazi: Vedi che il bimbo fa le cose che gli dico de fa’, eh? Le fa le fa… La Fazi chiede, dicendo che andrà da Marco (Gabriele, ndr) a vedere la partita: “C’è Trefo, ti pare che non vedo la partita!!” E si informa sugli arbitri sorteggiati per le partite: Fazi: Chi fa la Lazio? Bergamo: Brighi. Fazi: Chi?? Bergamo: Brighi… Fazi: Brighi? Auguri… mamma mia!! Mamma mia, che manina felice, mamma mia, vabbè Bergamo: Ho parlato anche con Brighi e gli ho fatto capì chiaramente come stanno le cose, quindi bene bene o male male… Fazi: Mi mandi Brighi a fa’ la Lazio, poraccio… Bergamo: Chissà che la faccia bene. Fazi: Speriamo, povera Lazietta… […] Fazi: Con chi gioca la Juve? Bergamo: Juventus-Udinese. Fazi: A casa sua? E chi la fa quella? Bergamo: Rodomonti. Fazi: Ah però! Ma chi cazzo l’ha fatto ‘sto sorteggio? (ride) … Rodomonti… Oh Dio! C’ho le recchie piene di Rodomonti… che Dio volesse!! Vai!!… Bene… e il Milan chi lo fa, non te lo ricordi? Non mi chiami nemmeno per dirmi questo… Trefo mi manda il messaggio… Bergamo: Il Milan a Reggio con Racalbuto… Fazi: (ride) Bello, bello… vabbè! Racalbuto non gli fa male al Milan… non te preoccupà… Bergamo: No, sì, figurati… Fazi: Racalbuto non gli fa male al Milan… Bergamo: Figurati… Fazi: Con quello che hanno fatto per il figlio… Figurati… Bene bene, la Juve Rodomonti, poi Inter-Roma Trefoloni, basta, il resto è noia, non ci frega più niente… Ma Brighi, mi hai messo i brividi, però…

  • Calciopoli, intercettazione Bergamo-Fazi. Due “cupolari” anomali

    Calciopoli, intercettazione Bergamo-Fazi. Due “cupolari” anomali

    Ieri sera nel corso della trasmissione “Forza Juve” condotta da Marco Venditti su Rete 7 è stato svelato il contenuto di una intercettazione tra il designatore Paolo Bergamo e la dottoressa Maria Grazia Fazi dirigente dell’Aia e secondo le ricostruzioni dell’accusa parte integrante della presunta cupola costruita da Luciano Moggi.

    Paolo Bergamo | ©ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
    L’intercettazione datata novembre 2004 va a collocarsi subito dopo quella ormai famosa dello stesso Bergamo con Rodomonti (“In caso di dubbio pensa a chi sta dietro“) demolisce ulteriormente il castello accusatorio da come si evince infatti sia la Fazi che lo stesso Bergamo speravano in una debacle bianconera contro l’Inter. Di seguito vi riportiamo la trascrizione dell’intercettazione svelata nel corso di Forza Juve: Bergamo-Fazi (28.11.2004) Fazi: Paolo? Bergamo: Ecco fatto. Fazi: Allora? Bergamo: Ci ho parlato. Fazi: E’ andata? Bergamo: Molto, molto, molto, molto esplicito… Fazi: Ah, co’ Pasquale proprio? Bergamo: Sì, sì, sì, sì. Ho detto: “Io conto anche sulla tua intelligenza, perché… una telefonata fra me e te”, quindi… Fazi: E lui? Bergamo: Sappi che se poi non mantieni la discrezione dovuta le conseguenze le paghi te. Dice “No, no, stai tranquillo, ti ringrazio, ho capito…”. Boh, vediamo cosa fa. La cosa: non chiara, più che chiara. Fazi: Più che chiara. Bergamo: Più che chiara. Fazi: Sei stato proprio chiaro, chiaro, chiaro. Bergamo: Più che chiaro. E quindi… Fazi: Uhm, è andata dai… è andata, io son sicura che farà bene… Bergamo: Speriamo. Fazi: Eh, non era per lui questa partita, non c’è niente da fare… infatti, quella non è per nessuno, figurati per lui, dopo tanto tempo… ma ringraziamo Dio ci stanno ‘sti 15 punti, però… Bergamo: Eh ma gliel’ho detto “Hai faticato anni a ritornare lì, cerca di rimanerci”… Fazi: Il Milan non c’è proprio. Quest’anno la Juve lo scudetto lo vince perché non c’è nessun altro… nessuno! Mamma mia… Bergamo: Ma sai, il problema sai qual è? Che se stasera perdessero con l’Inter… Fazi: Mamma mia, che Dio volesse! Bergamo: … allora poi si riapre, poi c’è la Coppa dei Campioni, gli impegni, gli infortuni… Fazi: Ma come fa a perdere con l’Inter, che l’Inter è morta? Bergamo: Eh… stasera giocano senza Trezeguet e senza Del Piero, cioè questi hanno fatto questo campionato senza il centravanti titolare… Fazi: Te rendi conto? E stanno a 15 punti dalle papabili… Bergamo: E sai, questi qui, purtroppo… non c’è niente da fare Fazi: Ma quelli son bravi, son bravi. Questi, quando copri le fasce, la difesa ce l’hai, Buffon c’è… prima o poi pure Zalayeta la butta dentro Bergamo: Hai capito?

  • Calciopoli, l’asso di Moggi: l’intercettezione tra Bergamo e Rodomonti

    Calciopoli, l’asso di Moggi: l’intercettezione tra Bergamo e Rodomonti

    Le parole di Moggi a Radio Manà Manà qualche giorno hanno fatto risalire l’attenzione, a dire il vero mai scemata, dei media sul processo a Calciopoli. Il rinvenimento di una nuova intercettazione che per Moggi e il suo entourage sconvolgerà il processo è un boccone troppo ghiotto per la stampa.

    Tante le indiscrezioni, dopo il coinvolgimento della Roma di ieri quest’oggi è il Corriere dello Sport a spifferare di un colloquio tra Bergamo e Rodomonti alla vigilia di un Inter-Juventus terminato poi in pareggio.

    L’intercettazione nominata “la nuova mamma di Calciopoli” spiegherebbe definitivamente il “così fan tutti” del calcio dell’epoca. Il colloquio tra Bergamo e Pairetto, il cui contenuto è ancora top secret, contestualizzerebbe in maniera più chiara una telefonata tra Carraro, prosciolto da ogni accusa, e Bergamo di qualche giorno prima.

    Carraro: Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera…Per carità di Dio che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carita.

    Intanto dopo la Juventus e la Fiorentina scende sul piede di guerra anche la Lazio annunciando attraverso il suo legale l’attesa della fine del processo a Napoli per poi presentare richiesta danni.

  • Calciopoli: Narducci non si arrende, “E’ tutto fermo al 2006”

    Calciopoli: Narducci non si arrende, “E’ tutto fermo al 2006”

    È ripresa oggi la requisitoria del pm Narducci tutta basata sulla difesa dell’ indagine sulle sim svizzere, indagine molto importante e fulcro di tutto il sistema accusatorio. Grandi protagonisti dell’ udienza sono stati Gianluca Paparesta e suo padre Romeo entrambi non rinviati a giudizio ma che hanno ammesso l’ uso delle sim straniere.

    Sulle sim Narducci ha ammesso che le schede non erano intercettabili perché dovevano essere un sistema chiuso con sim svizzera che deve chiamare scheda svizzera, senza chiamare telefoni italini normali, cellulari o terrestri, ma la scoperta è stata fatta solo grazie al fatto che alcuni si sono traditi chiamando parenti o casa con le sim svizzere. Paolo Bergamo, però, durante la pausa d’udienza «normalizza» l’uso di queste schede del mistero: «La famosa telefonata del 9 febbraio fatta a casa mia da Moggi con la sim svizzera non è un errore di Luciano: in una precedente chiamata alla segretaria di Moggi avevo detto che mi trovava a casa, che poteva chiamare lì (un telefono intercettabile facilmente quello di Colle Salvetti, ndr). Che ragione aveva di chiamarmi con la scheda svizzera a casa se voleva tenerla così segreta?»

    Il pm ha poi contestato all’arbitro De Santis il documento in cui l’ex direttore di gara risultava presente a un corso ministeriale a Roma mentre la scheda a lui attribuita agganciava una cella di Firenze: ”La stessa cella era agganciata in quelle ore dalla sua utenza cellulare”. Inoltre Narducci ha concentrato le sue accuse sull’arbitro: “Da quella scheda, in dotazione a De Santis risultano chiamate verso il cellulare della moglie dello stesso”. Per il pm De Santis era il leader di un gruppo di arbitri e aveva un ruolo molto significativo nell’associazione. E alle accuse, ai margini del processo, ribatte De Santis: “Non ho mai negato di aver raggiunto Firenze in quell’occasione, soltanto che sono arrivato in ritardo per partecipare al corso per vice-commissario della polizia penitenziaria a Roma”.

    Il teorema di Narducci si basa anche sulle presunte ammonizioni combinate che Luciano Moggi “ordinava” ai suoi arbitri per pilotare le squalifiche a proprio vantaggio. Tuttavia il pm non riesce però a dimostrare l’ effettiva combine sui cartellini gialli, infatti, è dicembre e Racalbuto viene inviato a dirigere Reggina-Brescia, per Narducci è già gara «drammatica per la lotta per non retrocedere», beh il campionato deve quasi cominciare per quelle zone, in realtà… Eppoi nello stesso turno Moggi si augura ammonizioni (e augurarselo non è reato) per qualche milanista impegnato a Parma: la settimana successiva si gioca proprio Juve-Milan. Perfetto, secondo il teorema Narducci-Auricchio, si dirà. Peccato che uno degli associati e “simmati”, Pieri, sia inviato a dirigere Parma-Milan e che alla fine del match le ammonizioni a carico del “nemico” rossonero siano ZERO.

    Narducci conclude la parte relativa alle schede sim parlando delle rare ammissioni sull’utilizzo delle schede. «Bergamo ne ammette l’utilizzo e di aver ricevuto il telefono svizzero da Moggi», su Pairetto resiste il dubbio visto che Bergamo a riguardo dice e poi rivede. In realtà era stato lo stesso Pairetto in aula a parlare di molte schede staniere da lui acquistate, anche svizzere, avendo svolto il lavoro di vicedesignatore all’Uefa: «Mai però l’ho ricevuta da Moggi». Narducci prova poi ad affondare il colpo parlando della trasmissione Matrix in cui lo stesso Moggi parla delle schede: «Alla cena di Natale del 2004 avevo saputo dello spionaggio Telecom e dissi a tutti, c’erano presenti anche gli arbitri e i designatori. Io mi uso le schede svizzere, qui c’è spionaggio e vengono a scoprire i segreti del calciomercato. E Bergamo e Pairetto mi dissero: daccene una pure a noi», riferisce Narducci sulla trasmissione tv. Per Narducci la tesi della volontà di sfuggire allo spionaggio Telecom in piedi dal 2002 è «inconsistente»: «Perché le schede non le ha date pure a Giraudo e ai suoi collaboratori di mercato? E agli agenti? L’ha date solo ai desingatori con cui si deve parlare solo si arbitri e non di mercato». Piccolo particolare: tra le utenze “monitorate” dagli spioni Telecom dagli atti di MIlano risultano anche quelle di Bergamo, Pairetto e De Santis. Narducci va verso la conclusione parlando degli incontri e delle cene, partendo però dallo scontro tra Bergamo e Pairetto sul ruolo della Fazi. Narducci porta avanti la sua requisitoria puntando l’obiettivo su De Santis, che torna al ruolo nelle combriccola romana e riprende i temi di Lecce-Juve (smentiti in aula dai protagonisti): sembra di tornare al 2006, senza alcun riferimento a quanto emerso durante il dibattimento.

    L’udienza è stata aggiornata al 24 maggio. Prima, il 20, la Settima Sezione del Tribunale si pronuncerà sulla richiesta di ricusazione del giudice Casoria da parte dei pm. L’udienza del 24 si concentrerà sia sull’ ipotesi di frode sportiva da parte del pm Capuano ma anche, visto che Narducci sembra non aver concluso il suo intervento sull’associazione per delinquere, sulla posizione di Luciano Moggi.

  • Calciopoli, Narducci: “calcio illegale dal 1980 e la Gazzetta dello Sport non è faziosa”

    Calciopoli, Narducci: “calcio illegale dal 1980 e la Gazzetta dello Sport non è faziosa”

    Per i tifosi bianconeri oggi, al processo “Calciopoli” è una giornata importante perché si conosceranno le strategie dell’accusa, le richieste di condanna o di possibili assoluzioni e verranno tratte le file del lavoro di questi ultimi due anni che ha visto nel capoluogo partenopeo la testimonianza di numerose persone informate dei fatti e alcune clamorose novità. Infatti, oggi è di scena la requisitoria dei Pm Pino Narducci e Stefano Capuano con il primo magistrato decisamente scatenato nelle dichiarazioni davanti alla Corte.

    Narducci: «La storia del calcio italiano, almeno dal 1980, e’ anche storia di illegalità. Ma stavolta la novità è che per aggiustare le gare si alterano anche le gare dei concorrenti come il Milan o di squadre terze».Secondo il Pm il contrasto tra Juve e Milan sono iniziati nella stagione 2004/2005 Ancora Narducci: “il Milan è stato danneggiato apertamente dall’ “organizzazione”, grazie ai suoi arbitri solidali”. Tuttavia dal dibattimento è emerso che la media punti del Milan con arbitri vicini alla Juve era più alta della stessa Juve. E le ammonizioni preventive premiarono più altre squadre che la Juve

    Narducci parla anche della Gazzetta dello Sport: “Ho sentito che i carabinieri si erano avvalsi dei commenti di un giornale che si chiama Gazzetta dello Sport. Nessuno ha ricordato come in quell’anno Bergamo e Pairetto erano collaboratori fissi di quel giornale, fazioso e milanese. Il 10.11.2004 si svolge un incontro Fiorentina-Juventus arbitrato da Farina. La gara finirà 1-0 e non vi è nulla di straordinario se non per un fatto: l’arbitro Farina concede 4 minuti di recupero e, forse al 4° minuto, accade un episodio, Thuram fa un fallo su Fantini e l’arbitro non fischia la punizione, concedendo il vantaggio, e Portillo prende la palla e sbaglia (Farina ammonisce anche Nedved, che salterà per squalifica la successiva Lecce-Juventus. Una ammonizione preventiva al contrario? ndr). Polemiche. L’11.11.2004, ore 12.21, telefonata tra Bergamo e Moggi in cui Bergamo dice “Che deve fare il pezzo sulla gazzetta: cosa scrivo di ieri sera che Gigi non lo trovo?”, Moggi dice:”Vedrai come te la scrivo bene”, e Bergamo: “Dirò che gli ha dato il vantaggio, ha fatto bene”; se si va a leggere cosa scrive Bergamo, il massimo rappresentante dell’obiettività, sulla Gazzetta del 12.11.2004, c’è un capolavoro di ipocrisia e di falsità, perché Bergamo deve tutelare Moggi e la sua squadra, a costo di dire sciocchezze. Bergamo scrive proprio che Farina ha concesso il vantaggio. Incredibile!

    Narducci accusa anche Ancelotti di aver mentito per attenuare le accuse a Moggi in aula: «Ancelotti non ha detto la verità, mi dispiace…». Ma la sua retromarcia non fa arretrare il fronte della prova.

    I pm parleranno anche nelle udienze del 10 e 24 maggio, dal 31 maggio via alle arringhe. Se non ci sara’ ricusazione il 20 maggio, sentenza per inizio-metà luglio.

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