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  • Bartolini: Non solo Prato e quel numero dodici nel cuore

    Bartolini: Non solo Prato e quel numero dodici nel cuore

    Tuffiamoci in acqua e stavolta andiamo in toscana, sponda Prato. Un gruppo fantastico, di ragazze semplici e genuine ma, siccome in queste presentazioni abbiamo sempre voluto legare una storia, stavolta racconteremo quella di una giocatrice che torna a dare il suo apporto in acqua, scopriremo che la pallanuoto non è solo lo sport che si vede di ” facciata “, ma nasconde valori importanti. Non anticipiamo niente però, lasciamo che il lettore si lasci trasportare, senza prima fare un pò di cronaca, presentando la formazione toscana.

    Prato Wp - foto Anna Tiezzi
    Prato Wp – foto Anna Tiezzi

    Gigli, Giachi, Galardi, le sorelle Tabani, Bartolini, Bosco, Repetto, Francini, Merli, Albiani e Pelagatti, ma leviamo questo tono quasi da telecronaca. Siamo a Prato, tra la fine del campionato scorso e l’inizio di questa stagione cala il sipario su una società in difficoltà, nessuno sa quale futuro sarà per queste ragazze, buio totale, ma piano piano le cose si sono sistemate, grazie anche al direttore sportivo, l’immenso, che ve lo stiamo a dire, portierone del Recco e della Nazionale, Stefano Tempesti, soprannominato ” l’albatros di Prato “, ma anche all’aiuto di Iacopo Bologna, presidente e allenatore. Dalle stalle alle stelle, perchè per chi ama questo sport e soprattutto deve rappresentare la sua città, scendere in acqua con la calottina e dare tutto per la propria squadra è motivo di grande un orgoglio. Un sogno, quello dell’A1 che rischiava di infrangersi e che invece, con lo sforzo di tutti, potrà continuare anche in questa stagione. Elena Gigli tra i pali ha un curriculum davvero importante, nessuna come lei, e tutti portano ancora nel cuore le parate dell’immensa portiera toscana, strappata alla Fiorentina e portata a Prato nella passata stagione, insieme a Gloria Giachi, lei di Poggibonsi, acquisto in linea con le intenzioni societarie. Giovani, toscane, con la voglia di divertirsi e divertire, facendo un percorso di crescita insieme.

    Tutte nel giro della Nazionale, quindi con la malizia di chi seppur giovane ha già giocato in campo internazionale acquistando la malizia necessaria per affrontare anche avversarie più esperte. Chiara Tabani, capitano della squadra, è l’esempio, nata e cresciuta a Prato, classe ’94, in estate ha coronato il suo sogno facendo parte della spedizione mondiale a Kazan. La realtà di chi ha seminato e inizia a raccogliere piano piano, ma che davanti avrà ancora tempo per crescere e continuare a dimostrare. Non da meno le altre azzurrine del gruppo, Giuditta Galardi, Laura Repetto e la stessa Gloria Giachi, tutte e tre protagoniste alle Universiadi con la calottina dell’Italia.

    Il Prato si presenta quindi come un covo di giocatrici di spessore, un gruppo giovane, in cui da quest’anno farà il suo ritorno, ora è il caso di dirlo, un’atleta che in Nazionale ha fatto tutta la trafila e che è pronta a rimettersi in gioco per una nuova sfida. Chi non ha dubbi, incertezze, momenti di riflessione nella vita, sia quella di tutti giorni che quella sportiva, non è una persona vera. Ecco che a un certo punto della tua carriera, pur avendo iniziato a dare le prime bracciate fin da giovanissima, giocato con le squadre più importanti in Italia, passato momenti stupendi tra vittorie e soddisfazioni, ti fermi a un bivio e inizi a porti delle domande.

    Giulia Bartolini
    Giulia Bartolini

    La storia di Giulia Bartolini, classe 1990, è anche questa, scudetto e Coppa Campioni vinta a Catania, con l’Orizzionte, quando era giovanissima, esperienze indelebili e che non potranno mai cancellarsi. Gioie, dolori, infinità di partite giocate e gol a raffica per la ragazza ” acqua e sapone “, Nazionali giovanili, chiamate con quella maggiore, ma i sani principi chi ha il sale in zucca e pensa anche al proprio futuro fuori dall’acqua.

    Ad un certo punto ti trovi a dover prendere delle decisioni, anche drastiche, quelle che fanno più male, ma cui penserai un giorno e dirai ” ho fatto bene, mi è servito “. Lezioni di vita, perchè quando arrivi a 24 anni, a meno che tu non abbia una mentalità chiusa pensi a quello che sarà di te. Allora fai la ” pazzia “, o chissà, la cosa più giusta, non lo puoi sapere se non provi, appendi la calottina al chiodo e decidi di andare via. Lacrime, perchè in acqua hai passato la maggior parte delle tue giornate, sputato sangue, faticato, una, due volte al giorno anche, ma adesso è arrivato il momento di svoltare, di cambiare pagina.

    Sbagliero? Sarà giusto così? Va bè, faccio la valigia e parto “. Destinazione? America. ” Giulia Bartolini dice addio alla pallanuoto “, titolavano i principali siti; un viaggio di lavoro, ma un’opportunità così, che ti può aprire le porte del Paradiso e al contempo può accrescere le tue esperienze, anche se la tua famiglia è lontana, è un gesto che fa capire la persona che sei. Pensi a tutto, a che sarà di te, ma poi capisci di aver fatto la cosa giusta, il tuo bene, e non potrai rimpiangere mai la tua decisione.

    Siam quelli là, siam quelli là, siam quelli là. Quelli tra palco e realtà ” è il ritornello della canzone di Luciano Ligabue, la preferita di Giulia, quella che chissà quante volte le sarà risuonata in testa. Da una parte la vita, fatta di tante sensazioni, vissute sulla propria pelle nella realtà di tutti i giorni, positive e negative, dall’altra il il sapore del successo, quello di chi ha il coraggio di cambiare aria, di andarsene e partire, mollare tutto e tutti e dimostra la voglia di crescere sotto tutti i punti di vista. Quello di Giulia Bartolini è stato un arrivederci allo sport che ama e dopo un periodo di riflessione è di nuovo pronta, con la calottina allacciata, a sudare e ritornare quella che è stata fino a un anno e mezzo fa, con in testa l’idea di vincere la sua partita e portare in alto Prato, condividendo momenti fantastici con le sue compagne di sempre.

    Umiltà, freschezza, una ragazza con dei valori, fuori dall’acqua ancor prima che in vasca, sempre con il sorriso, quello di chi affronta le giornate con serenità. Abbiamo intervistato lei perchè crediamo possa rappresentare il sogno che tante ragazze hanno, quello di fare quello che piace loro, ma spesso si fermano di fronte ad alcuni scogli, senza lottare o battersi per abbatterne le barriere. Lei ha osato, ha cambiato la propria routine, ma ora, tornata alla base, la sua Prato, è pronta a tenersela ben stretta.

    Giulia Bartolini, tornata a Prato - foto Anna Tiezzi
    Giulia Bartolini, tornata a Prato

    Eccoci Giulia, finalmente di nuovo in acqua, ed era impensabile non fosse così. Il passato che torna nel presente e, che si spera possa rappresentare anche il futuro. Tu e il Prato siete qualcosa di indelebile, lo dimostra la tua scelta di riprendere. Cosa ha prevalso?

    Sicuramente io e il Prato siamo qualcosa di indelebile e inseparabile. E’ Proprio qui che ho iniziato a giocare e che la mia passione per la pallanuoto ha preso forma. Tornare a casa fa sempre un certo effetto e ha un sapore diverso. Ci sono voluti mesi prima che decidessi di ricominciare ma alla fine la decisione è arrivata, penso che a prevalere sia stata la voglia di rimettersi in gioco con i colori della mia città, l’amore per questo sport, oltre al gruppo fantastico delle ragazze. Perchè no, anche la paura dei chili di troppo “.

    Avevi preso tempo, sembrava ormai potessi non ricominciare più. Andare fuori, per lavoro, in America. è stata un’esperienza dalla quale sei uscita più matura. Che cosa vuol dire per una ragazza stare lontano da casa per un po?

    Avevo bisogno di staccare e di dedicare un pò di tempo a me stessa e al mio futuro. La lontananza da casa, la fortuna di conoscere altre culture e la consapevolezza del fatto che ” te la devi cavare da sola” fa maturare e crescere chiunque. Era quello di cui avevo bisogno per rivedere alcune priorità e sono felice che la pallanuoto faccia ancora parte di quelle “.

    Anche a chilometri di distanza non hai mai smesso di tifare Prato, ti sei allenata durante l’estate per farti trovare pronta e per rimetteri in gioco. Come ti senti e cosa ti aspetti da te stessa e dalla squadra?

    Ho sempre fatto il tifo per questa squadra e per le mie compagne anche perché con molte di loro avevo già avuto la fortuna di condividere momenti belli e di imparare tantissimo da ognuna. Ho cercato di allenarmi il più possibile anche durante l’estate per colmare un anno e mezzo di stop e sono consapevole di non essere ancora in forma, avrò bisogno di lavorare moltissimo, perchè la strada è lunga. Da me stessa, come sempre, mi aspetto moltissimo, sperando di poter essere utile alla mia squadra e alla mia società per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Farò tutto il possibile mettendomi sempre a disposizione, impegnandomi, e cercando di non deludere le aspettative “.

    Siete un bellissimo gruppo, sia dentro che fuori dall acqua, e questo non può che essere un pregio per una societá che stava per fallire. Dove potete arrivare?

    Ci tengo veramente tanto a ringraziare Stefano e Jacopo per avermi dato questa possibilità oltre a dire grazie alla mie compagne che mi hanno fatto ritrovare la grinta, il desiderio e la voglia di non mollare questo sport. Siamo un gruppo fantastico, incredibile, che sa dove vuole arrivare e che è consapevole dei suoi mezzi e di come i sacrifici possano portare a raggiungere i risultati. Ci siamo prefissate di fare meglio dell’anno scorso e di guadagnare qualche posizione in classifica, ma per il resto non vi dirò niente “.

    Dove ti vedi nei prossimi anni, sia con la calottina che senza, vista che sei impegnata su più fronti?

    Con la calotta mi vedo sempre e solo a Prato e se proprio vogliamo pensare in grande spero di vincere un trofeo importante in quella che è la mia casa. Fuori dall’acqua mi vedo ben inserita nella ditta di famiglia dove sto già lavorando da quando sono rientrata e poi mi piacerebbe moltissimo allenare una squadra, visto che trasmettere i veri valori dello sport sarebbe una sfida molto bella. Poi naturalmente mi vedo mamma, ma questa è un’altra storia “.

    Infine, ti abbiamo vista con un nuovo numero di calottina nel torneo che avete fatto a Bogliasco la settimana scorsa…

    Sì, quest’anno giocherò con la 12, in ricordo del mio grande amico Samuele. Sarà sempre con me, bracciata dopo bracciata “.

     

     

  • Migliaccio e una Canottieri Napoli che cerca conferme

    Migliaccio e una Canottieri Napoli che cerca conferme

    Metti un gruppo di ragazzini ” terribili “, uno straniero di peso e una chioccia, non uno qualsiasi, a trasmettere i suoi consigli al gruppo. Questa è la Canottieri Napoli, la terza squadra campana, non certo per blasone e per fama acquisita nel corso degli anni, fino ad oggi, ma se si considera il piazzamento della formazione di Paolo Zizza nell’ultima stagione, quel quinto posto che ha un sapore particolare. Il Molosiglio, i campioni che si sono susseguiti, perchè bene o male la pallanuoto, quella vera, fatta di estro, giocate, divertimento e passione, è passata da lì e adesso, è pronta a riprendere il suo corso, proseguirlo forse è meglio dire, viste le ottime prestazioni sfornate dai giallorossi contro qualsiasi avversario.

    Circolo Canottieri Napoli foto web
    Circolo Canottieri Napoli foto web

    Prove di campionato per il team campano nel trofeo internazionale ” Cilento Costa Blu “, tanti assenti, con la maggior parte dei giocatori in rosa impegnati con le rispettive nazionali giovanili, quindi un test non tanto indicativo. Lo spirito, quello sì, si è già potuto vedere nello spettro d’acqua di Bandiera Blu di Castellabate, Pollica e Casal Velino, location straordinarie per ospitare un tre giorni cui hanno preso parte, oltre al Circolo Canottieri, anche Carpisa Yamamay Acquachiara, Pallanuoto Trieste, S.S. Lazio Nuoto, i croati del VK Posk Spalato e i tedeschi del Duisburg. Quarto posto per i giallorossi napoletani, che si apprestano ad affrontare il terzo campionato il terzo campionato consecutivo in A1, dove cercheranno di alzare l’asticella.

    Non cambia la rosa della squadra, saranno gli stessi dello scorso anno, con un’unica perdita, quella di Fabio Ronga, nato e cresciuto nella Canottieri, giocatore che lascia uno spazio vuoto, vista comunque la sua importanza. Rispetto per tutti, paura di nessuno, questo sembra essere il motto di una formazione infarcita di giovani che hanno vinto tutto a livello giovanile con il loro ” mentore ” Enzo Massa oltre ad aver recitato un ruolo da protagonisti con le rispettive nazionali. Umberto Esposito, marcatore del centro arcigno, giovane premiato come miglior giocatore alle ultime finali Under 20, Edoardo Campopiano, azzurrino di Nando Pesci, mancino, cresciuto molto in questi anni affrontando avversari di spessore, Biagio Borrelli, centroboa, anche lui nel giro delle Nazionali Giovanili e poi le aggiunte, quelle di Antonio Maccioni e Michele Baviera, altri due prospetti molto interessanti arrivati nel più alto palcoscenico.

    Veniamo ai veterani, tra cui non si può non dedicare lo spazio maggiore a chi ha vinto tutto ed è stato protagonista con la calottina del Posillipo e della Nazionale maggiore. Non servono tante presentazioni per Fabrizio Buonocore, per i compagni e gli amici semplicemente ” Fofò “, vera ” chioccia ” del gruppo, allenatore in vasca, dispensatore di consigli e uomo chiave quando la palla inizia a pesare. Squadra costruita intorno a lui, l’esperienza in persona, il fosforo di una formazione giovane ma con la giusta personalità, come mostrato l’anno scorso, unita alla ” faccia tosta ” degli scugnizzi tipicamente napoletana. Gabriele Vassallo, che perchè no, si candida come vice Tempesti per il futuro, anche se Del Lungo per ora sembra essere avanti rispetto all’estremo difensore campano. Lui ha giocato a Capri nell’ultima amichevole contro la Spagna, lui ha tutte le carte in regola per emergere, senso della posizione, reattività e altre qualità, oltre alla giovane età dalla sua parte. Dietro c’è Pasquale Turriello, un secondo portiere con i fiocchi. Veniamo agli altri, tra cui Gigi Di Costanzo, nato al Circolo e tornato proprio lì dove ha mostrato le cose migliori della sua carriera con un maestro come Enzo D’Angelo. Giuliano Mattiello è l’altro ex posillipino, uno dei cinque presenti nella rosa della Canottieri Napoli, ottima acquaticità, visione di gioco, furbizia, giocatore davvero molto interessante, ma non è una novità.

    Tanta ” napoletanità “, tutti giocatori nati in Campania, la maggior parte svezzati proprio dalla Canottieri fin dalle prime bracciate. Grande soddisfazione averne addirittura due reduci dall’ultimo Mondiale a Kazan con il Settebello, e parliamo del centroboa Fabio Baraldi e del difensore Alessandro Velotto, due scommesse diventate realtà a Napoli, il primo napoletano d’adozione, cresciuto moltissimo alla corte di Zizza, il secondo invece fatto in casa, giallorosso doc e un emblema, un esempio di come puntare sui giovani possa essere il pregio di una società. C’è poi Darko Brguljan, che non avrà fatto tanto bene con il suo Montenegro al Mondiale, ma per cui trafiggere il portiere avversario sembra essere il cavallo di battaglia, una garanzia per il tredici di Zizza.

    Massimiliano Migliaccio attaccante Canottieri Napoli
    Massimiliano Migliaccio attaccante Canottieri Napoli

    Abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con uno dei tanti ex posillipini del gruppo, Massimiliano Migliaccio. Ha giocato infatti nell’altra squadra napoletana ma è stato protagonista con la calottina giallorossa della promozione in A1 avvenuta due anni fa. In fase realizzativa ha dimostrato sempre di rispondere presente, in qualsiasi occasione fosse stato chiamato in causa, fin dalle giovanili, proprio con i rossoverdi, fino ad arrivare alla stagione scorsa, dove comunque le sue reti le ha fatte, nonostante un impiego ridotto.

    Massimiliano, le prime due stagioni in A1 sono servite a farvi guadagnare l’etichetta di giovani terribili. Ora non siete più una sorpresa, o almeno gli avversari vi vedranno con un altro occhio, rispettandovi in ogni gara. Quale obiettivo vi prefissate per il campionato che sta per iniziare?

    La parola d’ordine dev’essere riconfermarsi, il quinto posto dell’anno scorso è stato qualcosa di grandioso ma dovremmo dimostrare di valerlo anche in questa stagione. Abbiamo perso un giocatore importante e con più esperienza ma abbiamo inserito in rosi altri giovani che già si aggiungono a una rosa dall’età media molto bassa. Dovremo dare ancora di più “.

    Buonocore rappresenta tanto per questa squadra, per la pallanuoto campana e per voi, vi dà una mano nella gestione delle situazioni ed è la vera chioccia all’interno del gruppo. La sua esperienza, con la forza degli azzurri Velotto e Baraldi, insieme alla voglia di emergere degli altri giovani. Così la Canottieri Napoli si presenta come fucina di talenti italiani e napoletani. Che ne pensi e quali meriti senti di dare a una società pulita e sana come quella giallorossa?

    Noi siamo gli allievi, Fabrizio ( Buonocore ndr ) il maestro, non può che essere così. Ogni anno dà tutto sè stesso per noi e il suo obiettivo è quello di farci migliorare, farci fare il salto di qualità. Velotto e Baraldi accrescono le qualità della nostra rosa, gli altri sono giovani ma hanno più esperienza di quanto si possa pensare, per la loro età sono già veterani e il merito sono di una società che punta molto sul vivaio. Penso sarà un bell’anno “.

    Hai sempre il braccio caldo, indipendentemente da quanto il mister ti impieghi o meno, l’hai dimostrato anche nell’ultima stagione. Dietro a uno che Brguljan non si piò che imparare ma quanto credi sia importante, per un attaccante come te, il minutaggio oltre a quella ricerca del gol che contraddistingue tutti gli interpreti di quel ruolo, e come cercherai di mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte?

    Il minutaggio per un attaccante è importante. Nella passata stagione ho avuto la bravura e fortuna di farmi trovare sempre pronto, così come quella di trasformare in gol la maggior parte dei palloni toccati. Siamo una squadra, un gruppo, dobbiamo aiutarci tutti, quindi il mio compito sarà quello di contribuire alla vittoria della Canottieri, non penso a me stesso. Poi personalmente proverò a mettere in difficoltà il più possibile il mister, ma fa parte del gioco questo “.

    Infine, dicci quale è il tuo sogno per la stagione che verrà, chi vedi come outsider in un campionato che cambia la formula e chi allo stesso tempo immagini come giocatore rivelazione.

    E’ dura fare un pronostico in un campionato che si appresta ad essere molto lungo. Mi piacciono i primi sette del Posillipo. La rivelazione? Spero faccia un gran campionato il mio amico Zeno Bertoli, anche se non sarebbe una rivelazione ormai, andato a Brescia per una nuova avventura “.

    Abbiamo presentato una delle formazioni con più giovani in rosa. L’appuntamento è in acqua. La Canottieri è pronta.

  • La serata dei record. Solo e semplicemente Pro Recco

    La serata dei record. Solo e semplicemente Pro Recco

    Metti una serata da Recco, o come titolava lo straordinario evento, da ” Reccord “. Un grande momento di sport quello andato in scena ieri sera nella sala Maestrale dei Magazzini del Cotone al Porto Antico. Uno spettacolo pirotecnico tutto a tinte biancocelesti, se si vuole rimanere in tema con l’8 settembre che a Recco significa sagra del fuoco. Una serata un pò diversa, in grande stile, ma senza che il pubblico presente potesse annoiarsi; musica e immagini ad accompagnare i brevi interventi dei tanti campioni che si sono susseguiti sul palco, pallanuotisti di ieri e di oggi, grandi personalità, dello sport ma non solo, per rendere tutto più speciale e celebrare una squadra che in questi anni ha vinto tutto, la mitica Pro Recco, per la quale non ci sono più aggettivi.

    Michele Corti presentatore di Pro Recco Day - foto twitter
    Michele Corti presentatore di Pro Recco Day

    Beautiful day “, si potrebbe condensare nel titolo della canzone degli U2 tutta la storia biancoceleste, stupendo, come il giorno che la formazione ligure vinse il primo scudetto, nel 1959. Immagini in bianco e nero, che fanno rivivere quei momenti, portano alla luce ricordi che anche Eraldo Pizzo, ” Il Caimano ” per tutti, adesso vicepresidente, ricorda con estremo piacere. Erano i primi anni di vittorie di un gruppo giovane ( l’età media era di vent’anni ) e lo stesso allenatore, Piero, fratello di Eraldo, ne aveva solo venticinque, e diede le prime soddisfazioni iniziando ad iscriversi nella storia, con trofei su trofei vinti in pochi anni. Così iniziò il cammino di una squadra speciale, destinata a vincere e a farlo fino ad oggi, perchè possono cambiare i tempi, ma il DNA di una formazione vincente, quello no, non può andare perso.

    Pizzo, Barlocco, Castagnola, Merello, Alberani, Ghibellini, solo per citarne alcuni, rappresentano il passato glorioso biancoceleste. La ” creme “, sembra ieri quando le immagini ci riportano al gol che regalò lo scudetto alla Pro nel 1983, quando Franco Lavoratori, altra istituzione di questo sport, sfruttando una ribattuta del portiere avversario, regalò il tricolore ai suoi. Il passato rappresentato da questi ” giovani terribili “, ora con qualche anno in più, ma pur sempre parte della storia di una formazione vincente dagli albori.

    Sul palco non ci sono solo i protagonisti della nuova e della vecchia Pro Recco, la Sala Maestrale condensa anche le principali figure istituzionali, da Giovanni Malagò a Paolo Barelli, uno Presidente del Coni, l’altro della FIN, che ricordano come la Pro Recco rappresenti tanto in Italia. ” D’altronde, chi ha fatto e vinto così tanto a livello italiano negli altri sport? Mi chiesero se si poteva paragonare il triplete delle altre squadre che hanno raggiunto tale record – ha affermato Malagò – ma io risposi di no. In Italia la grandissima squadra di pallanuoto è fuori concorso “. Giovanni Toti, Flavio Briatore, ma non solo, parlano di Pro Recco in questa serata meravigliosa, quanti successi, quante gioie regalate dai campioni che si sono succeduti nel corso degli anni; ci sono ” Ea ” Mangiante “, ” Sandrone “Calcaterra, Arnaldo Deserti e Alberto Angelini, tutti loro hanno scritto da protagonisti un pezzo di storia, sono stati compagni in vasca e amici fuori.

    Senza gli investimenti fatti negli ultimi anni non si sarebbe vinto però così tanto, per questo il merito va a Gabriele Volpi, presidente onorario, grazie al quale sono ritornate le vittorie, sono arrivati gli scudetti, le Coppe Campioni, da quel momento la Pro Recco ha deciso di non fermarsi più. Dieci scudetti consecutivi, 29 in totale con quello conquistato quest’anno ma la voglia di continuare a vincere. ” Dopo il triplete la missione è vincere sempre ” ha detto il ” re del petrolio “, sul palco insieme al presidente Angelo Barreca.

    Maurizio Felugo e Martin Castrogiovanni
    Maurizio Felugo e Martin Castrogiovanni

    Che serata piena di emozioni, ospiti a non finire, addirittura la commozione, quella che non ha saputo nascondere chi fino a ieri era in acqua e ora dovrà recitare la parte di nuovo direttore generale di un team fantastico. Maurizio Felugo si è assunto sempre le responsabilità più pesanti. La calottina numero 6, quella con cui ha vinto qualsiasi cosa, con i colori biancocelesti e con quelli azzurri, ma ora che in acqua non c’è più, tiferà per la sua Pro da fuori, con l’amore e la passione che hanno sempre contraddistinto ogni suo gesto e bracciata. ” Maurizio ha gli attributi – ha affermato Martin Castrogiovanni, presente alla serata e grande amico del campione – e a me i giocatori così piacciono un sacco “. Lui con l’altra tifosa e amica, Cristina Chiabotto, presente per l’occasione. Non è da tutti vincere 6 Coppe dei Campioni, o Champions League che dir si voglia, e soprattutto farlo da protagonisti, prendere in mano la squadra nei momenti più difficili, quando la palla inizia a pesare come un macigno. Le immagini parlano da sole e il pluriscudettato non riesce a trattenere un pò di gioia mista alla consapevolezza di aver scritto con la Pro Recco e il Settebello pagine indelebili.

    Il " triplete " della Pro Recco - foto twitter
    Il ” triplete ” della Pro Recco – foto twitter

    Il passato, il presente e il futuro, tanti campioni stranieri, dai vincitori dell’ultimo Mondiale, serbi, croati, naturalizzati italiani, i più giovani, tutti formeranno la ” corazzata ” da battere per i prossimi anni, perchè la compagine allenata da Amedeo Pomilio resta sempre la favorita, quella destinata a vincere ancora tanto, a farlo in Italia e in giro per il mondo. Il Ct della Nazionale Alessandro Campagna conferma come quella che avrà inizio sarà una stagione dura e faticosa, molti giocatori del Recco compongono il suo Settebello e serviranno la massima intensità e concentrazione per essere al massimo in tutte le competizioni, dall’europeo alla probabile Olimpiade della prossima estate, perchè il pass in quel caso gli azzurri dovranno conquistarlo con le unghie e con i denti. Quanti campioni in una sola serata, così la serata si conclude con la presentazione della rosa 2015 / 2016.

    Le prime bracciate a Punta Sant'Anna della Pro Recco - foto twitter
    Le prime bracciate a Punta Sant’Anna della Pro Recco – foto twitter

    Il ” triplete ” conquistato nella passata stagione dovrà essere una spinta in più per migliorare, se lo augurano tutti, ed è per questo che gli allenamenti sono iniziati, con il primo storico saluto alla gente di Recco, avvenuto a Punta Sant’Anna, che potrà rappresentare un buon viatico per un’altra annata che si preannuncia essere scoppiettante. La regina della pallanuoto, ma anche un orgoglio per lo sport italiano in generale. Una squadra solida come l’ardesia, una formazione stellare a chiudere una serata indimenticabile. Il tutto condensato semplicemente in un nome: Pro Recco.

     

  • Capri chiama, lo spettacolo risponde. Questa è pallanuoto

    Capri chiama, lo spettacolo risponde. Questa è pallanuoto

    Si chiude un lungo applauso della gente, barche che suonano i clacson come a salutare un evento dal sapore fantastico. La pallanuoto riportata in mare, anche solo per un giorno, come a rievocare le origini di questo sport, che prima si giocava proprio negli specchi d’acqua salata. Sole, mare, atmosfera stupenda, Capri per un giorno si è trasformata in una vetrina per uno sport che avrebbe bisogno di qualche cambiamento, una spinta dal basso. Ecco che ieri è stata una grande giornata di sport e non solo perchè l’evento era il primo dei tre organizzati organizzati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme al CONI. Un progetto intitolato “Lo sport@Expo2015 – Alimentazione e sport, un gioco di squadra” che punta su un tema legato a “sport e alimentazione“, ricollegando il valore dell’attività fisica e della pratica sportiva con alcune delle principali aree tematiche di Expo 2015.

    La stupenda location di Capri dove è andato in scena l'evento
    La stupenda location di Capri dove è andato in scena l’evento

    Italia e Spagna, due formazioni che si sono sempre battagliate nelle varie competizioni, mondiali, europee e olimpiche, si sono sfidate in una situazione un pò particolare, nel rettangolo di gioco montato nella stupenda isola campana. Ieri era un’amichevole, ma nessuno ci tiene a perdere, neanche quando in palio ci sono solo risate e divertimento. L’ultima partita del Settebello in acque libere risaliva a 17 anni fa, ad Amalfi, dove a sfidare gli azzurri c’erano proprio gli iberici. Un remake quindi, tutti ad assistere a un evento unico, chi sugli scogli, chi dallo stabilimento di Marina Piccola, chi dai gommoni o dalle imbarcazioni presenti tutte intorno a far da cornice.

    Italia-Spagna nel mare di Capri
    Italia-Spagna nel mare di Capri

    Il movimento delle onde, i Faraglioni dietro, ecco che Italia-Spagna va in scena in un quadretto straordinario, clima e atmosfera fantastiche, sia in acqua, dove la sportività la fa da padrona, sia fuori, dove chi anche magari non sa proprio tutto della pallanuoto può avvicinarsi a questo sport.

    Un buon modo per farla conoscere, per tornare al passato, quando si giocava solo d’estate e rigorosamente in mare. Fa quasi sorridere vedere l’arbitro sulla barca, un pontile galleggiante trasformarsi in bordo e al contempo in panchina per i giocatori che non sono in acqua. Il risultato in questo contesto rimane sullo sfondo, fa piacere che l’Italia, infarcita di giovani, alcuni dei quali campani, abbia liquidato gli spagnoli con il punteggio di 18 a 12, ma quello che più interessa è vedere come la gente, se stimolata, sia ancora in grado di apprezzare i valori di questo sport.

    Tutti felici e contenti alla fine, una buona occasione per le due compagini di allenarsi in una location paradisiaca, per i due commissari tecnici di vedere e provare alcune situazioni, ma anche per il pubblico di vedere qualche giocata estemporanea, che magari in piscina si vede raramente e che invece la pallanuoto in mare saprebbe regalare.

    Settebello in subacquea
    Settebello in subacquea

    Un successo non solo per la pallanuoto, sperando sia solo l’inizio di un cambiamento e non un “unicum” per uno sport che ha bisogno di rinvigorirsi e di tornare alle origini, se non altro per i nostalgici e per quelli che ancora la amano.

     

  • Deddy: il giovane Fondelli tra Recco e Settebello

    Deddy: il giovane Fondelli tra Recco e Settebello

    Settebello
    Il “settebello” azzurro | Foto Web

    Andrea “Deddy” Fondelli è ormai diventato un profilo di caratura internazionale. Lui, ligure di nascita e appena ventunenne si è tolto soddisfazioni e raccolto già molto se si considera la sua giovane età. Un ragazzo cresciuto molto negli ultimi anni, sia nella Pro Recco sotto le grinfie di Porzio e Milanovic, sia in Nazionale, dove Alessandro Campagna ha saputo valorizzarne le caratteristiche, facendolo diventare uno dei punti fermi per il futuro azzurro. Senza dimenticare il suo mentore, quell’Alessandro Cavallini che lo ha “svezzato” pallanuotisticamente parlando, facendolo esordire giovanissimo in prima squadra e responsabilizzandolo, tutte situazioni che lo hanno preparato a quello che sarebbe arrivato dopo, la Pro Recco, il sogno di una vita.

    Un’occasione da non perdere e che “Deddy” ha colto al volo, ritagliandosi sempre più spazio, ma ora il “golden boy” non vuole più fermarsi. L’erede di Maurizio Felugo, così si dice, e non è una bestemmia questa, perchè il suo ex compagno e attuale direttore sportivo, gli ha passato lo scettro di giocatore intelligente. Sarà tanto il lavoro da fare per raggiungere colui che a livello nazionale e internazionale ha vinto tutto, ma Fondelli ha la testa e le qualità per poter diventare la figura di spicco della Pro Recco e del Settebello. L’età è dalla sua, ma i trofei nel palmares del classe ’94, la caparbietà e la determinazione, non possono che essere un buon punto di partenza.

    Al suo primo Mondiale, un pò tra alti e bassi, ma come quello di tutti gli azzurri, è arrivato un quarto posto che comunque non è da buttare. Abbiamo cercato, in un’intervista esclusiva, di scoprire le sensazioni di Andrea Fondelli, tra club e Nazionale, provando a descrivere gli obiettivi di un giovane atleta e potenziale campione.

    Andrea Fondelli in Italia-Francia | Foto Web
    Andrea Fondelli in Italia – Francia

    Ciao Andrea, non c’è mai tempo per riposarsi. Dopo Kazan un periodo di relax era più che dovuto ma ora, tra tornei e l’inizio della preparazione con il Recco, vi rituffate subito nell’acqua clorata. Una nuova stagione, con la consapevolezza di essere sempre i più forti, con ulteriori rinforzi di spicco, ma una formula diversa. Cosa ti aspetti?

    “Come hai detto la fine del Mondiale coincide con la fine della stagione, quindi con la necessità di staccare un po’. Il recupero fisico e mentale dopo lo stress muscolare e mentale accumulato in un anno è fondamentale, anche se il tempo per le vacanze è sempre poco. Due o tre settimane di stop non sono abbastanza. Detto questo, non c’è tempo per pensare, è così per noi, tra poco si ricomincia, una nuova annata è alle porte. Sarà dura, sia con la Pro Recco che con la Nazionale e poi la sostituzione della fase dei Play Off con partite secche sarà una nuova situazione cui abituarsi, con le  difficoltà del caso. In Europa invece puntiamo a ripeterci, pur sapendo che alcune squadre si sono rinforzate molto, ma anche noi abbiamo fatto acquisti importanti e venderemo cara la pelle”.

    Nuovo allenatore a Recco, Amedeo Pomilio, vice del CT Campagna, quindi uno che conoscete, ma cosa vuol dire calarsi subito in una piazza dove deve vincere tutto?

    “Conosciamo tutti benissimo Amedeo e abbiamo tutti un ottimo rapporto con lui, cosa fondamentale all’interno di una squadra. È un ottimo allenatore, parlo per esperienza personale ovviamente avendolo avuto anche come primo coach nella Nazionale giovanile dove abbiamo vinto un mondiale a Perth. Con lui mi sono trovato benissimo”.

    Non è da tutti a solo vent’anni giocare da protagonista una finale scudetto, tu l’hai fatto nella passata stagione. Questo dimostra la maturazione che hai raggiunto. Sarà l’anno di Europei e Olimpiadi, non proprio competizioni banali. Quali sensazioni hai, come pensi andrà a livello personale e di squadra?

    “L’anno scorso ho disputato un buon campionato e sopratutto delle buone finali scudetto, ma penso che tutto derivi sempre dal lavoro svolto. La determinazione ha fatto sì che mi potessi conquistare sempre più spazio all’interno della squadra ma devo crescere ancora. Per questa stagione mi aspetto di maturare ulteriormente, sono giovane e ho ancora tanto da imparare, dovrò conquistarmi tutti i giorni il posto in squadra. Un sogno? Ripetere il triplete dell’anno scorso. Con la Nazionale sarà un anno importantissimo , Europei a gennaio e Olimpiadi d’estate, l’obiettivo principale è guadagnare un posto nel Settebello ma per farlo dovrò lavorare sodo. Abbiamo le carte in regola per fare bene, dipenderà tutto da noi”.

     

  • AN Brescia ad un passo dalla gloria

    AN Brescia ad un passo dalla gloria

    Un passo, un passo manca solo un passo questo è il pensiero ricorrente che attraversa la testa dei tifosi, dei dirigenti, dello staff tecnico e dei giocatori dell’AN Brescia. Un passo dalla gloria e da quell’agognato scudetto che oramai dal 2003 manca dalla piscina della società lombarda.

    Colpa, o merito decidete voi, di una Pro Recco schiacciasassi che da molti anni non lascio scampo alle avversarie sia a livello nazionale che europeo.

    Un passo che la squadra di Mister Bovo spera di riuscire a compiere questa stagione  dove la nuova formula del campionato, che vede i playoff sostituiti da una final six, potrebbe sconvolgere gli equilibri della stagione regolare regalando molte sorprese agli spettatori.

    Una stagione importante quella che si prospetto per il team lombardo, una squadra preparata per un ruolo di assoluto rilievo anche grazie ai nuovi innesti che i suoi dirigenti sono riusciti a mettere a disposizione dell’allenatore oro olimpico nel 1992.

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    Diamo un’occhiata però ai giocatori che lasciano Brescia:

    Deni Fiorentini e Chicco Pagani hanno lasciato la società del presidente Malchiodi per approdare nell’isola felice del campionato elvetico dove difenderanno i colori del Lugano di coach Salvati; per Fiorentini si tratta di un ritorno a casa visto che i suoi primi passi a livello di pallanuoto professionista sono stati proprio nella squadra elvetica.

    Il giovane centroboa Lorenzo Bruni, nel giro della Nazionale di Sandro Campagna; approda invece sulla rive dell’Arno nella Florentia grazie anche alla mediazione della Pro Recco che ha ri-acquistato il cartellino del giocatore girandolo in prestito alla formazione ripescata nel massimo campionato italiano.

    Dopo Fiorentini, un altro ritorno a casa è quello di Giorgi che porta la sua intelligenza tattica e la sua esperienza nella Lazio agli ordini dell’esordiente mister Vittorioso.

    Ultimo di questa lista, visto anche l’importanza del giocatore, è Micheal Bodegas. Il fortissimo universale francese, oramai naturalizzato italiano, dopo un lungo corteggiamento ha accettato la corte della corazzata Pro Recco e dalla prossima stagione sarà un avversario durissimo nella rincorsa al titolo italiano, con sommo rammarico dei suoi ex tifosi che dovranno vederlo con i colori del team recchelino.

    Cinque partenze ma il grande lavoro dei dirigenti bresciani ha permesso che all’impianto di Monpiano arrivassero degli ottimo sostituti.

    Cominciamo dai due nuovi stranieri Sava Randjelovic e Nemanja Ubovic, il primo arriva dalla Stella Rossa di Belgrado mentre Ubovic ha disputato le sue ultime stagioni nella forte formazione del Barceloneta. I due avranno il compito insieme al confermatissimo Molina di portare gol e fisicità nel settebello bresciano, oltre a una buona dose di esperienza a livello europeo visto che entrambi i giocatori possono orgogliosamente fregiarsi di una Champions League vinta.

    Dopo i due stranieri, grande colpo in prospettiva con l’acquisto del giovane mancino Damonte (già nel giro della Nazionale maggiore) il quale dopo aver ben impressionato nella sua Savona è chiamato ad un salto di qualità per aiutare il Brescia a raggiungere il tanta agognato traguardo finale.

    Potenza e qualità difensiva invece li porta Zeno Bertoli che lascia Napoli e il circolo Posillipo per inseguire il sogno scudetto e coprire quel posto di marcatore lasciato libero proprio da Bodegas.

    Mercato chiuso? Non ancora perchè negli ultimi giorni è emerso il caso spigoloso della situazione di Vincenzo Dolce. Si perchè il giocatore del Posillipo, già pronto per il trasferimento alla corte di Bovo, è atteso da un doppio arbitrato: il primo di natura tecnica, considerando che l’atleta è proprietario del cartellino ha richiesto lo svincolo dalla società napoletana per accasarsi in quel di Brescia; il secondo di natura economica, in quanto prima dell’ufficialità del trasferimento bisognerà attendere  in modo tale da quantificare l’importo che dovrà essere riconosciuto alla società partenopea, trattandosi di un contratto ancora in essere tra le due parti coinvolte società e giocatore.

    Una grande campagna acquisti per una società pronta a fare quell’ultimo passo verso lo scudetto, una squadra ben assemblata per affrontare un campionato che si appresta a essere durissimo con l’eterno scontro con la Pro Recco ma anche con le continue sorprese che la Serie A porta ogni stagione.

  • La Pro Recco dei Campioni. Squadra di “invincibili”

    La Pro Recco dei Campioni. Squadra di “invincibili”

    La squadra da battere, quella che in questi anni ha letteralmente ammazzato il campionato e alzato trofei fuori dai nostri confini. La Pro Recco è al momento irraggiungibile, e lo è da tempo ormai, per le altre formazioni. Il gap forse si è ridotto un po’, il Brescia se l’è giocata anche alla pari a volte ma il risultato non cambia. Troppo forte per chiunque la società biancoceleste, che resta la grande favorita anche per la stagione che verrà. Gli “invincibili“, coloro che da anni dominano in lungo in largo e che non hanno certo intenzione di fermarsi, la cui fame di vittorie è ancora forte come se fosse l’inizio.Stemma  Pro Recco - foto twitter

    Meno di un mese alla partenza della stagione regolare, qualche cambiamento, niente play off, niente finale scudetto, ma una final six con le prime sei classificate. Diversa la formula anche nelle zone basse, dove un gironcino a quattro squadre decreterà le retrocessioni.

    Si parte il 26 agosto, noi in queste settimane cercheremo di introdurvi nel 97° campionato di A1. Presentazioni delle dodici squadre, spazio per interviste, per entrare nel vivo. E’ tutto pronto e abbiamo deciso di partire proprio con i pluri campioni della Pro Recco, perchè al momento sono i più forti, sia in Italia che fuori, primi in campionato e in Coppa. Stupire ancora, questo è l’obiettivo principale di chi ha vinto il decimo scudetto consecutivo battendo ogni record, ma in questa stagione vorrà fare di più.

    Iniziamo con l’allenatore. Che l’avventura di Igor Milanovic potesse essere vicina al capolinea lo si sapeva visto il rapporto non idilliaco tra lui e la squadra. Scelta ricaduta su Amedeo Pomilio quindi, mentre Maurizio Felugo sarà il direttore sportivo, in grado di portare la sua esperienza anche fuori dall’acqua.

    Pro Recco che continua a comprare, a rinforzarsi, e finché i soldi girano perché non farlo. Cambiano giocatori ma lui rimane sempre lo stesso, al suo posto tra i pali dove ha ancora tanto da dare. Stiamo parlando dell’albatros di Prato, Stefano Tempesti, ancora pronto a difendere la porta recchelina e a metterci “pezze” nelle gare che contano. Affiancato come sempre da Stefano Pastorino, secondo portiere, suo grande amico e fondamentale per il numero uno biancoceleste.Tempesti e Felugo foto parlanuoto.it

    Insieme a lui rimangono gli altri italiani Pietro Figlioli, il cui tiro dinamitardo è l’incubo di tutti i portieri insieme alla sua velocità nello scatto per la palla al centro, che difficilmente lo vede perdente. Massimo Giacoppo è il jolly, il tuttofare, il sicialiano infatti è stato scelto da Campagna per l’ultimo Mondiale proprio grazie alla sua duttilità, marcatore e all’occorrenza centroboa.

    Ci sono poi gli altri italiani del gruppo, i due Niccolò, rispettivamente Gitto e Figari, entrambi difensori, e se il primo ha partecipato all’ultima spedizione mondiale a Kazan con la calottina del Settebello, il classe ’88 ligure è sempre stato nel giro della Nazionale di Sandro Campagna. Saranno loro, coadiuvati da Aleksandar Ivovic, non proprio uno qualsiasi, i faticatori della difesa.

    Veniamo ai giovani terribili, amici e fratelli dentro e fuori dall’acqua, stiamo parlando di Francesco Di Fulvio, il prescarese che ci sentiamo di definire il migliore a livello di prestazioni a Kazan e Andrea Fondelli, lui recchelino e protagonista della vittoria dell’ultimo scudetto della Pro Recco. Il primo ha veramente stupito al Mondiale, preso in alcuni casi in mano la squadra dimostrando di avere a soli 21 anni già la stoffa del veterano, il secondo è cresciuto molto sia a livello di gioco che di testa, ma entrambi saranno il presente e il futuro della Pro Recco e della nostra Nazionale.

    C’è poi il lottatore dei due metri, un combattente, Matteo Aicardi, diventato negli anni il centroboa più forte d’Italia e uno dei più forti a livello Mondiale, in grado di competere con le figure di spicco delle varie squadre, confermandosi ad alti livelli con un rendimento ineccepibile. Una vera e propria forza della natura. Con lui ci saranno Dusko Pijetlovic, serbo classe ’85, una delle coppie più forti e prolifiche di sempre in quel ruolo e si aggiungerà l’ex bresciano Bodegas, in grado di fare tutto, difensore, centroboa, con grandi risultati. Tre bei mastini, che sopperiranno alla grande alla partenza dell’ormai ex Pro Recco Federico Lapenna, tornato a Roma sponda Lazio.

    Mancino che va, mancino che viene. Maro Jokovic torna allo Jug ma Pomilio potrà contare su Dusan Mandic, giovanissimo ma già smaliziato, dotato di un tiro incredibile, andrà ad aggiungere qualità all’attacco biancoceleste, insieme a Sandro Sukno, uno dei più forti a livello mondiale, che torna alla Pro Recco dopo l’esperienza al Primorje, anche se dovrà fare a meno del braccio di Andrija Prlainovic.

    Sono loro quelli da battere, i Campioni d’Italia e d’Europa. Che la sfida abbia inizio.

     

  • Pallanuoto: Alessandro Velotto, giovane campione della Nazionale

    Segnatevi il nome di Alessandro Velotto, anche se per gli addetti ai lavori non sarà certo nuovo. A soli vent’anni già pluriscudettato con la Canottieri Napoli a livello giovanile, lui campano di origine, che così giovane si è tolto anche la soddisfazione di vincere due Mondiali, a Perth con la Nazionale Under 18 e, non contento, anche con l’Under 20 a Szombathely. Un palmares niente male e, come si suol dire, non c’è due senza tre, perché adesso con gli azzurrini è pronto a giocare con la sua calottina numero 3 per l’oro nella competizione iridata di Almaty.

    Alessandro Velotto con la calottina del Settebello
    Alessandro Velotto con la calottina del Settebello – PH: depbluemedia.eu

    Lo abbiamo intervistato alla vigilia della partenza prima per Ostia e poi per il Kazakistan. Riconoscente verso chi gli ha dato le opportunità, ma la fortuna non viene mai da sola, servono l’impegno, il sacrificio, la forza di volontà, quella che Velotto ha sempre messo.

    Giovane, state bene ascoltare, nuova linfa al servizio del Settebello e non solo, per colui che si è messo in mostra in questa stagione in giallorosso, tanto da meritare la chiamata del cittì Alessandro Campagna, senza sfigurare a Kazan.

    Tutta la trafila di preparazione e poi la grande soddisfazione di poter giocare un Mondiale con la Nazionale maggiore a fianco a campioni di tutto rispetto e contro formazioni di grande caratura. Una soddisfazione e anche un buon trampolino di lancio per lui che di certo “enorme”, fisicamente intendiamo, ma che ha saputo mettere in mostra altre qualità come la furbizia, la velocità, anche contro giocatori di peso.

    Sì, perché il suo ruolo è quello di difensore, marcatore del centroboa nello specifico, sintomo che qualcosa sta cambiando e forse non serve solo essere grossi e fisicati.
    Intelligenza allo stato puro, in grado di capire la giocata prima degli altri, la scaltrezza data dalla gioventù e un avvenire roseo davanti.
    Umiltà e tanto lavoro per migliorarsi, questo è Alessandro Velotto, uno che non si accontenta mai, non lo ha mai fatto e fin dalle prime bracciate ha sentito il feeling con uno sport che finora gli sta dando tanto e cui lui cercherà di dare ancora molto.Ma non solo lo sport visto che con buoni esiti sta frequentando la Falcoltà di Ingegneria Edile a Napoli.

    Devo ringraziare tutti, Sandro ( Campagna ndr ), ma tutti i miei allenatori che mi hanno permesso di arrivare dove sono, ma in particolare Palmentieri, che mi ha fatto innamorare della pallanuoto, e la mia famiglia, che mi sta sempre vicino”.

    Per Velotto una gioia incredibile quella di essere nella rosa dei più grandi, descritta così: “Uno step importante per la mia crescita, perchè solo facendo esperienza ho capito quanto ho ancora da lavorare e quanto manca per poter vincere in competizioni di questo tipo“.

    Velotto con la calottina della Canottieri Napoli
    Velotto con la calottina della Canottieri Napoli

     

    Gli sforzi nella vita e nello sport pagano, i suoi miglioramenti si sono visti in acqua, tanto che in estate anche la Pro Recco ha messo gli occhi sullo ” scugnizzo ” classe ’95, ma la sua scelta è stata da persona con il sale in zucca: ” Sono rimasto alla Canottieri dove ho più spazio. Voglio e devo crescere ancora, l’ho già fatto in questi anni ma qualcosa, soprattutto a livello fisico mi manca, così da poter contare sulla forza in acqua nel mio ruolo di marcatore “.

    Dopo le finali Under 20 è partito con la Nazionale di Campagna, dieci giorni di vacanza concessi dal tecnico e il giovane napoletano tra una settimana sarà di nuovo in acqua nell’enesimo torneo Mondiale. ” Ci voleva staccare la spina dopo tanto tempo, ora sono pronto ad aggregarmi a un bel gruppo che può stupire, anche se ci sarà da abituarsi al nuovo regolamento ( si gioca sei in vasca da 25 metri, sei contro sei con il pallone piccolo ndr ) “.

    Aspettiamo di vederlo in acqua, il “campioncino” è pronto. Mai smettere di sognare.

  • Pallanuoto: l’Italia Under 20 per i Mondiali di Almaty

    Pallanuoto: l’Italia Under 20 per i Mondiali di Almaty

    Sport in crisi, soldi che non girano, difficoltà a inserire i giovani nel massimo campionato. Eppure l’Italia di pallanuoto, a livello nazionale e internazionale e in ogni categoria, si candida sempre a raggiungere le prime posizioni. Dopo il Mondiale di Kazan, dove il Settebello di Alessandro Campagna, al netto di un inizio in salita con la sconfitta ai danni della Grecia, ha comunque disputato una buona rassegna iridata, confermandosi comunque tra le prime quattro, tocca ai più giovani adesso.

    Stiamo diventando una formazione ostica da affrontare, il nostro gioco, più veloce e magari meno fisico rispetto a magiari, serbi e croati, storicamente gli ossi duri da incontrare, e stiamo scalando posizioni. Meriti del lavoro del CT che ha rifondato un po’ la rosa, dato fiducia ai più giovani, che diventeranno i protagonisti del futuro.

    Sì proprio i giovani, quelli che saranno protagonisti con la calottina azzurra a partire dalla metà della prossima settimana.

    In acqua per i Mondiali di categoria. Si gioca ad Almaty in Kazakistan, una buona vetrina per molti ragazzi che, dopo un’estate di sacrifici, allenamenti duri, proveranno a togliersi la soddisfazione più grande, quella di trionfare e prendersi quella medaglia d’oro che tutta l’Italia sogna, almeno nel mondo pallanuotistico. Cresce l’attesa e la voglia di vedere questi “enfants terribles” in acqua per una competizione così importante, a soli vent’anni, perché questo è il limite di età per chi scenderà in acqua.

    Le possibilità di salire sul podio sono alte, non nascondiamoci dietro un dito perché, anche se i tornei come in ogni sport non contano a nulla, certamente la vittoria alla Mediterranean Cup di Malta e l’argento alla Vikelas Cup di Syros, in Grecia, hanno dato convinzioni agli azzurrini. Pronti a dare tutto, a giocare come sanno, e Nando Pesci, un “marpione” della pallanuoto, saprà certo come far rendere al meglio i suoi, toccando le corde giuste e cercando di arrivare con la sua squadra a medaglia.

    Sono state diramate ieri le convocazioni, l’Italia Under 20 si ritroverà a Ostia per la consueta preparazione, ultimi dettagli da limare, schemi da perfezionare e via, partenza fissata per Almaty lunedì 31 agosto.

    Vediamo gli 11 i giocatori convocati, due in meno rispetto al torneo di Syros. Tre le esclusioni, quella di Andrea Fracas, Federico Panerai e di Gaetano Baviera, che indosserà la calottina della Canottieri Napoli nella prossima stagione oltre a prendere parte al raduno a Ostia. Si gioca in sei, non in sette come di consueto, in campo da 25 metri, in sintonia con i nuovi esperimenti che si stanno facendo. In porta Pesci schiererà Fabio Viola, secondo del Sori, ex Recco e Camogli per colui che è una garanzia tra i pali a livello giovanile. Poi tutti giocatori che militano in A1 con il predominio di giocatori campani. Posillipo e Canottieri a farla da padroni, tra i rossoverdi ci sono Gianluigi Foglio e Vincenzo Dolce, mentre a tenere alti i colori giallorossi saranno Umberto Esposito, miglior giocatore alle ultime finali Under 20 di Sori, Antonio Maccioni, il mancino Eduardo Campopiano e, ciliegina sulla torta, Alessandro Velotto, già protagonista al mondiale con la Nazionale maggiore di Campagna. Una Nazionale campano-ligure quella assemblata da Nando Pesci, perché a completare la rosa saranno il bogliaschino Roberto Ravina, tra i protagonisti nell’ultimo torneo e con la calottina della Rari Nantes Bogliasco, l’ormai ex biancoazzurro Edoardo Di Somma, miglior giocatore a Malta, passato allo Sport Management. Jacopo Alesiani, veloce e rapido, sarà l’unico savonese mentre la rosa sarà completata da Gianmarco Nicosia della Roma Vis Nova.

    Edoardo Di Somma, secondo da sinistra, premiato miglior giocatore a Malta | Foto Facebook
    Edoardo Di Somma, secondo da sinistra, premiato miglior giocatore a Malta | Foto Facebook

    Tutto pronto, dal 4 settembre inizia la rassegna mondiale, con l’Italia impegnata nel girone D con i padroni di casa del Kazakistan, Spagna, Uzbekistan e Canada. Ecco tutti i gironi:

    Girone A: Croazia, Brasile, Montenegro, Egitto, Sud Africa

    Girone B: Giappone, TBC, Ungheria, Grecia, Cina

    Girone C: Iran, Argentina, Serbia, Australia, Messico

    Girone D: Canada, Uzbekistan, Italia, Kazakistan, Spagna

  • Il Settebello non tradisce: è finale. La pallavolo maschile si arrende al Brasile

    Il Settebello non tradisce: è finale. La pallavolo maschile si arrende al Brasile

    Nella giornata di ieri le formazioni dell’Italvolley maschile e del settebello sono scese in campo per disputare due semifinali importanti: sfortunatamente per i ragazzi di Berruto di fronte si sono trovati il Brasile, squadra nettamente superiore che si è imposta con un pesante 3-0. Finale centrata invece per un ennesimo magnifico settebello che, dopo aver superato l’Ungheria nei quarti di finale disputando una partita quasi perfetta, supera anche la Serbia con un 9-7.

    Londra 2012, pallavolo maschile: La formazione maschile di pallavolo non è mai stata in grado di superare il Brasile durante tutti questi anni e, nemmeno nella serata di ieri è riuscita nell’impresa, facendo continuare questo tabù verdeoro. Troppo forti infatti i brasiliani che, in tre set hanno messo ko Savani e compagni: fin da subito il match si è fatto complicato, l’Italia ha cercato di reagire ma ad ogni attacco arrivava una risposta della difesa avversaria che puntualmente riusciva ad alzare il pallone da terra e a contro attaccarre, chiudendo il primo set con un 25-21. Nel secondo set gli azzurri si spengono e ad approfittarne sono Murilo Endres e Wallace de Souza, che in un batter d’occhio portano avanti la propria squadra su 2-0 grazie ad un 25-12 che pesa non poco sull’orgoglio azzurro. Nel terzo set infatti i ragazzi di Berruto ritornano in campo più decisi: restano avanti per qualche punto, ma poi la strapotenza brasiliana torna a fare da protagonista e chiude definitivamente il match con un 25-21 finale.

    Ora gli azzurri dovranno ricaricare le batterie per il match di domani dove alle 10.30 affronteranno la Bulgaria, squadra che incontrarono già durante la fase a gironi: il risultato di quella partita fu un 3-0 che mise l’Italia in quarta posizione, ma sicuramente domani Lasko e compagni sapranno scendere in campo determinati per conquistare la medaglia di bronzo. Il Brasile invece affronterà domani alle 14.00 la Russia per conquistare il gradino più alto del podio, e per rifarsi soprattutto dall’argento che conquistò a Pechino 2008 dove fu sconfitto dagli Stati Uniti.

    Settebello in finale © ADEK BERRY/AFP/GettyImages

    Londra 2012 pallanuoto maschile Un passo alla volta e i ragazzi di Sandro Campagna sono riusciti a conquistare la finale olimpica di Londra 2012: proprio così infatti gli azzurri della pallanuoto maschile sono arrivati a centrare l’impresa, dopo essere partiti con il piede sbagliato durante la fase a gironi. Ma la vera svolta è stata la partita dei quarti di finale contro l’Ungheria, Campionessa Olimpica in carica dal 2000, quando a Sydney conquistarono il primo dei tre titoli consecutivi fino ad arrivare a Pechino 2008: per poter invece scovare l’ultima medaglia d’oro italiana alle Olimpiadi dobbiamo ritornare a Barcellona 1992, un dato che fa dunque capire quanto i ragazzi del settebello siano riusciti a compiere qualcosa di importante in questi giorni.

    Ad aspettare gli azzurri domani pomeriggio alle 16.50 sarà la Croazia, la quale ha superato nell’altra semifinale il Montenegro con il risultato di 7-5: durante il torneo le due formazioni si sono già incontrate nella fase a gironi dove, ad avere la meglio furono i croati che superarono gli italiani con un pesante 6-11. Fortunatamente però la squadra di Sandro Campagna che scese in campo in quella partita è completamente cambiata: la grinta ed il cuore, assieme all’ancora ottima forma fisica, hanno dato in queste ultime partite quel qualcosa in più agli azzurri, che ha fatto sì che l’Italia arrivasse in finale.

    “Eravamo nettamente più in forma dei nostri avversari – ha spiegato il ct Sandro Campagna – io avevo studiato la Serbia in questi giorni e avevo notato che erano calati giorno dopo giorno. Probabilmente il loro girone era più difficile del nostro e quindi hanno speso più energie, ma noi abbiamo preferito rischiare qualcosa prima ma arrivare ad oggi più in forma di tutti gli altri. Quella di ieri sera è stata una partita davvero speciale: i ragazzi in campo hanno messo veramente tutto: cuore, determinazione, fisico e passione, tutte armi che ci hanno permesso fin da subito di metterci davanti ed arrivare a conquistare una finale Olimpica venti anni dopo”.

    SPECIALE OLIMPIADI LONDRA 2012