Tag: pallanuoto femminile

  • Barboni: La famiglia Rari Nantes Bologna e tutto il resto

    Barboni: La famiglia Rari Nantes Bologna e tutto il resto

    Ci sono quei momenti bui, di riflessione, nella vita di tutti i giorni come in quella sportiva. La Rari Nantes Bologna, reduce da un’annata di esperienze non positive in A1, quella di due anni fa, vuoi per la giovane età delle ragazze, per le difficoltà economiche e chi più ne ha più ne metta, è dovuta ripartire da una serie minore, ma non per questo meno importante. Campionato altamente positivo quello della formazione di Giacomo Grassi da Prato, allenatore meticoloso, molto coriaceo, che ama il suo lavoro. Non andò bene la sua avventura in A1 con la formazione felsinea, decisamente migliore fu quella passata, coronata da una promozione fantastica.

    Rari Nantes Bologna
    Rari Nantes Bologna

    La ripresa della gestione dello Sterlino, piscina storica, teatro di mille battaglie, lo sforzo di tutti, dal presidente Andrea Lenzi al direttore sportivo Rosa Gambardella, senza dimenticare le splendide ragazze che hanno contribuito una per una a raggiungere un traguardo fondamentale.

    Quindi pensi e ripensi, alla stagione che hai fatto, a quella che dovrà essere la seconda prova, quella della maturità, dove sarà vietato commettere gli stessi errori, mostrando il carattere da leonesse, forte e determinato di chi sa abbattere ogni ostacolo, tralasciando la paura, quella avuta in gara 2 contro il Pescara nei play off, ma vinta alla grande davanti ai propri tifosi. E’ di nuovo A1, le motivazioni non mancano, le ragazze neppure, ma ogni giocatrice dovrà mettere quel qualcosa in più per rimanerci. Tante facce che già hanno sofferto ma seminato e alla fine raccolto, alcuni innesti importanti, pochi ma buoni, in una formazione giovane che Grassi dovrà gestire al meglio. Un campionato complicato, ma la Rari Nantes Bologna è pronta a rituffarsi nella massima serie con le motivazioni alle stelle.

    L’acquisto più importante riguarda la straniera. Bologna che parlerà un pò australiano in questa nuova stagione con l’arrivo di Jessica Zimmermann. Non una novità, visto che dallo Sterlino era già passata Zoe Arancini, altra nazionale delle Aussie. Classe ’95 arriva dal Freemantle Marlins di Perth e con la calottina dell’ Australia è arrivata terza alla World League del 2014, mettendosi in mostra tuttacia con l’under 20 ai Mondiali di Volos.

    L’altra new entry è quella della portiera Loredana Sparano, all’anagrafe ” Fabiana ” anche lei giovanissima, pallanuotista non da tanto, ma per passione, visto che se ne innamorò a prima vista. Nonostante la giovane età ha già giocato con la calottina rossa nelle varie nazionali giovanili, addirittura da capitano, esordendo con il Setterosa di Conti agli europei di Barcellona 2013. Da Posillipo a Messina, dove con le sue parate ha dimostrato di avere la classe necessaria per diventare un punto fisso per il futuro della nostra Nazionale. Ora c’è Bologna nel suo destino, i piedi per terra e la voglia di fare bene. Si aggiunge a un gruppetto formato da altre atlete, dalle liguri Arianna Mina, centroboa di rispetto per la categoria, ormai da anni in questa squadra, e Margherita D’Amico, alle ” veterane ” per modo di dire, molto giovani anche loro, Martina Verducci, Monica Barboni, Ginevra Manzoni e Valeria Lenzi. Giusy Rendo e Margherita Pasquali sono le altre due giocatrici da più anni tra le fila biancoblù. Elisa Fiorini, Marika Ceroni, Valentina Antinozzi e Anastasia Forte completano la rosa e gireranno a turno nel tredici deciso dal tecnico Grassi, senza dimenticare la presenza di Valentina Udoh, nella passata stagione protagonista assoluta con le sue parate della promozione della squadra bolognese.

    La pallanuoto non è la vita, non è la vita di una persona, ma è sicuramente uno sport di aggregazione, un motivo per avere un momento in cui staccare quando arrivi alla fine di una giornata piena di lavoro. Succede che a volte, cercando di aprirti le porte a un futuro roseo da un punto di vista lavorativo, se sei sempre comunque stata in acqua da quando sei piccola, tu debba comunque trovare una piscina e una squadra dove fare quello che ti piace di più, giocare.

    Sei giovane, hai dei dubbi, ma dalla tua casa ti trasferisci, è il caso di Monica Barboni, classe ’92, passata da Padova a Bologna, dove ha iniziato a studiare, insieme a giocare, e a lavorare, facendo anche tante altre cose, riuscendo a conciliare il tutto con dedizione, passione e determinazione. Perchè se ti allontani dalla tua famiglia così giovane, appena maggiorenne, perchè ormai parliamo di più di cinque anni fa, vuol dire che hai voglia di fare e una famiglia comunque in grado di appoggiare le tue scelte. Abbiamo parlato con lei, della sua vita dentro e fuori dall’acqua, delle speranze per il futuro. Lei schiva, le piacciono poco queste cose, ma abbiamo tirato comunque fuori una storia che speriamo vi possa far capire quanto sia importante la serietà e la polivalenza al giorno d’oggi, avere le idee chiare e combattere ogni giorno per far sì che si trasformino in realtà.

    Monica Barboni
    Monica Barboni

    Monica, l’anno scorso avete fatto una bellissima stagione, coronata da un’altrettanto splendida promozione. Cosa si prova a ottenere un traguardo cosi e come vi presentate sul palcoscenico più alto da neopromosse?

    “Questa promozione è stata a dir poco emozionante. Abbiamo avuto il piacere di disputare gara 3 in casa davanti al nostro pubblico, condividere un traguardo grandioso con amici, famigliari e una società intera che ha sempre pensato in grande per noi. L’atmosfera ha reso tutto ancora più bello.
    Quest’anno daremo il massimo per fare un buon campionato e salvarci, questa deve essere la nostra priorità“.

    Vi siete riprese l’A1, la stessa che avevate perso due anni fa. Siete giovani, ma la brutta esperienza sarà servita anche per non commettere gli stessi errori in questa stagione. Quali dovranno essere le vostre qualità per ottenere la salvezza e cosa vi chiede l’allenatore ogni giorno?

    Dinamicità, velocità e precisione dovranno essere il nostro pane quotidiano per lottare contro formazioni più esperte.Venendo da un campionato di A2 dovremo tornare ad un ritmo più sostenuto di gioco e velocizzare i tempi di reazione, fondamentali per competere a questo livello.
    Il nostro allenatore ci chiede oltre a questo più grinta, più decisione e di creare un buon feeling tra di noi in acqua. Per lui è fondamentale la lucidità nel gioco, quando non arriva più ossigeno al cervello, quindi nei momenti critici della partita, quando si è più stanchi, più suscettibili alle provocazioni avversarie e deve venir fuori quel pizzico di intelligenza in più che segna anche il limite tra la vittoria e la sconfitta. Lui ci chiede sempre di cercare di gestire al meglio le situazioni e i momenti, il tutto in funzione della squadra “.

    Ormai si può dire tu sia ” bolognese ” d’adozione visto che è un po di anni che lavori e studi, oltre a giocare, qui. Famiglia distante, c’è tuo fratello quello sì, ma quanto aiuta andar via di casa giovane per la crescita di una persona?

    In questo caso parlo per la mia esperienza personale, uscire di casa giovane è stata dura e ci sono stati momenti difficili cui se ne sono alternati altri molto belli invece. Sono convinta che queste esperienze facciano crescere sotto vari aspetti, si impara ad affrontare le cose in modo diverso e spesso a fare affidamento su sè stessi più che su gli altri. Premetto che i miei mi sono sempre stati molto vicini e allo stesso tempo ho avuto la fortuna di conoscere persone e famiglie che mi hanno aiutato standomi vicino in questo mio percorso.
    L’arrivo di mio fratello è stato un evento inaspettatamente piacevole, all’inizio abbiamo avuto parecchi scontri, ma come è giusto che sia a quell’età, ora a distanza di cinque anni siamo molto legati e ci sosteniamo a vicenda“.

    Hai pensato di smettere ma non ce l’hai fatta. Sei ancora in acqua con la calottina. Che anno ti aspetti e dove ti vedi in un futuro prossima, sia dentro che fuori dall’acqua?

    Ci ho pensato molto, purtroppo gli impegni di lavoro e università sono a volte incompatibili con quelli della pallanuoto, ma sono consapevole di non essere ancora pronta a lasciare questo sport e ho preferito continuare.
    Uno dei motivi per cui ho deciso di non smettere è la mia squadra, le mie compagne sono amiche di acqua e di vita, e quest’anno con l’arrivo di Loredana e Jessica penso potremo crescere e dare quel qualcosa in più che magari in altre occasioni ci è venuto a mancare.
    Non faccio molti progetti, sono stata molto fortunata, ho un lavoro che mi piace, per cui sto studiando e che mi dà soddisfazioni, ovviamente spero che il mio futuro rimanga qui. Per la pallanuoto, chi lo sa, finchè riuscirò a far incastrare tutti gli impegni non appenderò la calottina al chiodo sicuramente “.

  • Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Quando si parla di Napoli spesso la gente storce il naso, pensa ad altro, ma lo sport e la pallanuoto tengono uniti tutti. Acquachiara e storia vanno di pari passo ed ecco che la compagine campana, entrata tra le pagine indelebilli della sua terra, da neopromossa, una volta coronato il suo grande sogno si appresta a viverlo e a rimanere a lungo nel grande palcoscenico dell’ A1. Due squadre nella massima serie, un vanto per la città di Napoli, l’esempio che la società negli anni ha lavorato alla grande, con serietà e umiltà, raggiungendo così gli obiettivi che si era posta.

    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1
    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1

    Un’annata da incorniciare quella della compagine allenata da Barbara Damiani, che ha visto un sogno coronarsi avendo la meglio nei play off sul Milano che comunque si è dimostrato essere avversario ostico. Restano negli occhi quelle immagini, la gioia, anni e anni di sacrifici, duro lavoro, per tagliare un traguardo chiamato “promozione“. La sconfitta in gara uno non ha demoralizzato il gruppo, le ragazze senza mai perdersi d’animo hanno prima avuto la meglio in terra lombarda per poi urlare al cielo tutta la loro soddisfazione, frutto della forza di volontà, nella loro piscina di casa, davanti a un pubblico tutto biancoceleste. L’entusiasmo della neopromossa, quello che metterà in vasca la formazione campana in questa nuova stagione, tante ragazze napoletane, altrettante nate e cresciute con la calottina dell’Acquachiara, quindi desiderose di portare ancora più in alto la loro squadra.

    Entra nella storia questa società, nata relativamente tardi, ma che già ha saputo togliersi le sue soddisfazioni. Capitanata da Franco Porzio, l’Acquachiara, già con la squadra maschile nel massimo campionato, ha aggiunto anche la formazione femminile alla Serie A1, e diciamolo, finalmente una squadra di Napoli. Partite dal basso, perchè questa è la situazione, anni e anni di Serie B, promozioni in A2, retrocessioni, montagne da scalare e dopo aver seminato tutte insieme le ragazze di Barbara Damiani hanno raggiunto la vetta, forse anche insperata, ma essendo lì ora non vorranno sicuramente recitare il ruolo di comparsa.

    L’Acquachiara, uno stile di vita, un esempio di grande serietà e dedizione nel lavoro, sia nella programmazione che nella crescita dei prodotti del vivaio, almeno in campo femminile; lo dimostrano i risultati raggiunti dalle varie formazioni giovanili, e i miglioramenti anche in campo maschile grazie all’ottimo lavoro svolto da Andrea Scotti Galletta. Nascere a Napoli può essere sempre difficile, lo sport può aiutare a combattere alcune situazioni, la Carpisa Yamamay ha portato gente in piscina e ha reso orgogliosi gli abitanti di Scampia di esserne tifosi. Un tuffo in acqua, quello per esultare alla storica promozione, che deve essere solo un punto di partenza, da lì sono ripartite le ragazze e insieme hanno fatto qualcosa di indimenticabile, per la loro società, ma anche per il movimento della pallanuoto femminile napoletana, un traguardo non da tutti. Merito anche dell’allenatrice che ha dato importanti consigli, non solo pallanuotistici, ma anche di vita, svolgento un ruolo pedagogico all’interno del gruppo.

    Le ragazze dell'Acquachiara nei festeggiamenti per l'A1
    Le ragazze dell’Acquachiara nei festeggiamenti per l’A1

    Ecco le protagoniste, coloro che rimarranno in blocco, proprio per dare continuità a quanto fatto in questi anni. La portiera Anna Iaccarino, con la seconda Miriam D’Antonio, ma vogliamo ricordare anche colei che ha ricoperto il ruolo fino a qualche anno fa, ovvero Elena Porzio, neo sposa, che ha scelto di appendere la calottina al chiodo, ma ha dato tanto per questi colori. Poi c’è il gruppo diciamo ” storico ” formato da Roberta Tortora, una delle veterane della squadra, da quando aveva 12 anni ha dato tutto per questi colori, dalla serie C fino all’A1, una scalata formidabile, Sara Centanni, nel giro delle varie Nazionali giovanili e Antonia Migliaccio, tutte e tre importanti, non solo in fase realizzativa, sono un pò l’ossatura biancoceleste; loro ci sono sempre state, nel bene e nel male, assaporando momenti luminosi e altri più bui. Rappresentano quindi il passato, il presente e sicuramente scriveranno pagine importanti annche del futuro acquachiarino. Tante giovani, lo abbiamo detto, il lato positivo della società è anche questo, perchè ragazze come le sorelle De Magistris ( Cristina e Anna ), il secondo centro Arianna Iavarone, Federica Rumolo, Fiorella Savino, Chiara Foresta e Martina Mazzola, molte di queste anche protagoniste nelle varie categorie giovanili ma pronte a fare le prime esperienze con le “grandi”.

    Artefice della promozione, a suon di gol importanti e prestazioni sopra le righe, è la ” mancina terribileMaria Giovanna Monaco, solo diciott’anni per lei che però non sente la pressione ed è diventata un punto fermo di questa squadra. Il salto di qualità l’ha fatto, ora dovrà confermarsi, visto che i margini di crescita sono ampi. Non di minore importanza sarà l’apporto delle altre, tra cui Chiara Foresta, Eliana Acampora, centroboa titolare, con diversi campionati di A1 disputati con le calottine di Volturno, Palermo e Fiorentina, che dovrà far sentire la sua esperienza in vasca, Adele Esposito e Marzia Maglitto, ex posillipina, di cui è stata anche capitano, arrivata alla corte di Barbara Damiani lo scorso anno. Si è aggiunta intanto Fabiana Anastasio, unico acquisto per ora, cresciuta molto nelle ultime stagioni con il Flegreo, avversario storico dell’Acquachiara, ma l’apporto della giocatrice napoletana sarà importante. Flegreo, squadra dove milita una grande ex della società campana, Claudia Ferrone, che tanto ha dato per questi colori e che verrà sempre ricordata.

    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara
    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara

    Riportiamo ora l’intervista con una protagonista della promozione, Antonia Migliaccio, capitano della squadra lo scorso anno. Abbiamo scelto lei, coriacea e molto impulsiva, perchè crediamo rappresenti un pò la scalata della formazione napoletana verso il traguardo più grande. La grinta in persona, la dimostrazione che non bisogna mai tirarsi indietro ma guardare avanti e lottare dall’inizio alla fine. Ha svolto tutte le trafile con la calottina bianco azzurra, non si è lasciata scalfire dalle difficoltà, mai si è abbattuta e ha raggiunto quello cui una giocatrice ambirebbe come prima cosa, ovvero scalare una montagna con la propria squadra, quella per cui si ha dato tutto fin dalle prime bracciate. Una passione, un’unica fede, quella acquachiarina, “Toti“, così la chiamano amiche e compagne, è sempre stata una guerriera, in acqua e fuori, con la “cazzimm” di chi è nata e cresciuta a Napoli. Questo è carattere, quello di chi, a braccetto con le proprie compagne è passata dal paradiso all’inferno rialzandosi sempre, fino a quella domenica di giugno, un giorno passato alla storia e coinciso con la promozione. Eccola descriverci ogni signolo momento.

    Antonia, finalmente siete entrate nella storia. La A1 è il sogno di tutti, voi l’avete raggiunta partendo dal basso, dalla serie c addirittura, risalendo fino al ” Paradiso “. Tu c’eri in ogni battaglia, avete sudato insieme e siete arrivate fin qui. Un sogno indescrivibile, te lo aspettavi?

    Beh si, se questa si può chiamare storia, sono contenta di aver contribuito a scriverla. Abbiamo fatto tanti sacrifici, tanti annni di serie B e un pò meno di A2 ma finalmente abbiamo realizzato questo grandissimo sogno. Non mi aspettavo niente di tutto questo, il nostro obiettivo era quella di disputare un ottimo campionato, la promozione è arrivata all’improvviso e chi non sarebbe contento di realizzare il proprio sogno, per di più con la propria squadra del cuore? Sono nata e cresciuta nell’Acquachiara, momenti belli con le mie compagne di squadra ne ho passati diversi, ma quello che ricordo di più e sicuramente il più importante, che terrò dentro di me per sempre, è quello di aver contribuito a pieno al raggiungimento di un obiettivo incredibile“.

    Avete fatto felice tutta Scampia e, come aveva già detto il giorno della promozione la vostra allenatrice, avete fatto sì che la pallanuoto femminile campana tornasse in auge, c’era bisogno di una squadra nella massima serie. Da ” napoletana doc ” quale sei, cosa vorrà dire portare alti i colori dell’Acquachiara in giro per l’Italia e cosa significa per tutto il movimento un tale successo? Ricordiamo che Napoli da sempre è associata alla delinquenza e tutto il resto, mentre voi avete dimostrato che con i principi e i valori, sportivi ma non solo, si possono fare grandi cose

    Sicuramente salire in A1 significa molto sia per noi che per la pallanuoto napoletana. Per me giocare con la calottina dell’Acquachiara è molto più di una passione, è vita, ormai sono 11 anni che sono in questa società e poter portare in alto questi colori rende tutto ancora più bello ed emozionante. È più facile e comodo associare Napoli e Scampia alla delinquenza perché si è più inclini a vederne il lato oscuro, ma noi ragazze con quest’occasione abbiamo avuto modo di mostrarne la faccia pulita“.

    Antonia Migliaccio
    Antonia Migliaccio

    Avete tutte e due le squadre in A1, sintomo che la societa sta crescendo, e il merito è di Franco Porzio e della figlia Chiara, di Barbara Damiani in campo femminile, Paolo De Crescenzo e Scotti Galletta in quello maschile, anche se non va dimenticato ciò che è stato fatto prima che ha permesso di porre basi solide. Di chi è il merito e chi vuoi ringraziare (ex giocatrici, allenatori) quando una stagione non semplice si appresta a iniziare? Cosa ti aspetti e quale dovrà essere la vostra forza?

    La società è un grande punto di riferimento e noi siamo una grande famiglia, senza queste due cose non si può andare avanti. Il merito di questo successo va a tutti coloro che mi sono stati vicino, la mia famiglia che nonostante tutto mi sostiene in qualsiasi momento, precedenti allenatori che mi hanno aiutato a crescere sia professionalmente che nella vita così da permettermi di superare anche momenti in cui non credevo di essere all’altezza. Ho lavorato tanto su me stessa e un grazie va alla mia attuale allenatrice Barbara Damiani, lei mi ha aiutato a capire che i sacrifici pagano sempre“.

    Infine, dove pensi  possa arrivare questa Acquachiara?

    Per il momento abbiamo fatto un solo acquisto, ma noi continuiamo sulla nostra lunghezza d’onda, affrontando questo campionato nel migliore dei modi e cercando di trarre il massimo da tutto“.

    Un solo motto, mai smettere di sognare, perchè adesso viene il bello e la Carpisa Yamamay Acquachiara cercherà di scrivere altre pagine importanti, questa volta nella pallanuoto che conta, quella di A1.

     

     

  • Carola Falconi a 360°, Rari Rosa e il sogno Europa

    Carola Falconi a 360°, Rari Rosa e il sogno Europa

    L’anno scorso si è rivelata la vera outsider della stagione e con un pizzico di fortuna avrebbe potuto ottenere il terzo posto, la Rari Rosa con un quarto posto memorabile è arrivata a un passo dalla qualificazione in Europa. Non si fermano qui i sogni del Bogliasco femminile, ma i risultati passano dalla fatica, dal sudore, motivo per cui il condottiero, Mario Sinatra, non smette di far lavorare sodo le sue ragazze. Non ci saranno nomi altisonanti all’interno della squadra, ma la presenza di un gruppo amalgamato, con giovani nel giro delle varie nazionali, aggiunte all’esperienza delle altre è garanzia di una stagione che, chissà, potrà anche essere migliore rispetto a quella scorsa.

    Rari Nantes Bogliasco
    Rari Nantes Bogliasco

    Amiche prima ancora che compagne di squadra, questo è il segreto di una formazione che l’anno scorso è riuscita a mettersi dietro formazioni anche pià blasonate. Un buon esempio per la pallanuoto femminile, un gruppo con valori ben precisi, di ragazze con sani principi, che non fanno dello sport la loro vita, ma che in acqua si sono spesso dimostrate delle vere e proprie guerriere, guadagnandosi con l’allenamento e la fatica ogni singola gioia. Il tipico spirito bogliaschino, incarnato a pieno da Carola Falconi, tra i pali della Rari Rosa da sempre, diventata ormai una certezza e un punto di riferimento per le compagne, sia dentro che fuori dall’acqua.

    Carola Falconi in azione contro il Rapallo
    Carola Falconi in azione contro il Rapallo

    Al termine di una stagione che per lei, come per il suo Bogliasco, rimarrà indelebile, la “portieronabiancoceleste è pronta a ripartire, con la voglia che la contraddistingue, speranze, sogni e idee ben chiare sul suo futuro, non solo con la calottina in testa. Carola si è così raccontata nell’intervista realizzata in esclusiva per noi, lei abituata a non mollare mai e a credere in tutto quello che fa, pronta a guidare dalla porta e da vera leader le sue compagne.

    Carola, dopo il quarto posto dell’anno scorso proverete a migliorarvi. Quali sono i pregi e i difetti di una squadra rimasta invariata, un gruppo molto giovane arricchito dalla presenza di alcune giocatrici più esperte, con la scelta di non affidarsi a una straniera in acqua?

    E’ vero, siamo giovanissime, se consideriamo che ragazze del ’97, ’98 e ’99 giocheranno titolari. Un giusto mix, forse anche quello che ci ha permesso di essere così unite e di arrivare fino al quarto posto l’anno scorso. La crescita è continua, grazie anche ad atlete super esperte come Frassinetti e Rambaldi che fanno da chioccia alle più piccine, mostrando grande umiltà giorno dopo giorno, senza dimentricare che comunque noi ” veterane ” abbiamo alle spalle un buon percorso non solo nel club ma nella varie categorie nazionali. Voglio però menzionare in particolare la mia collega e amica Casareto, un esempio di passione per tutto il nostro gruppo“.

    E’ il caso di menzionarle e conoscerle meglio. Teresa Frassinetti non ha bisogno di presentazioni, punto fermo della Nazionale di Conti, bronzo a Kazan e centroboa di caratura mondiale, sarà il terminale offensivo della formazione allenata da Mario Sinatra, con la sua forza e la sua esperienza. L’obiettivo sarà anche quello di far crescere ulteriormente sotto la sua ala protettiva l’altro centroboa della squadra, Agnese Cocchiere, che a Baku con la Nazionale giovanile ha davvero dato del filo da torcere alle pari età delle altre compagini. Cè poi Giulia Rambaldi, un’altra istituzione, lei difensore affidabile che potrà contare anche sull’apporto di Elena Maggi, sua ex compagna anche nel Recco, giocatrice intelligente e capace di dare il ritmo alle manovre, sapendo sempre cosa fare al momento giusto.

    Giulia Viacava, Eugenia Dufour e Virginia Boero sapranno dare ulteriore qualità davanti, la prima con la sua duttilità e la possibilità di giocare in più ruoli, la seconda con le qualità di cecchino che la contraddistinguono e la terza per le capacità di sfruttare le lunghe leve e la velocità. Ricordando Ilaria Rossi, che ha appeso la calottina al chiodo per impegni lavorativi, daranno il loro apporto le giovani, non che le altre menzionate siano vecchie, ma parliamo di Giulia Millo, anche lei protagonista a Baku con la calottina dell’Italia, che sta crescendo anno dopo anno, Francesca Trucco, anche lei giovane di prospettiva, e Rossella Rogondino. L’ultimo posto vacante se lo giocheranno Greta Gualdi, Virginia Mariani e la portierina Carlotta Malara.

    Nessuna giocatrice straniera, tante giovani, il che può essere un’arma a doppio taglio. “I pregi?” ha affermato Carola

    Sicuramente i margini di miglioramento che si possono essere, oltre alla possibilità di lavorare con serenità, fiduciose di poter raggiungere obiettivi importanti. Non può che essere uno stimolo, ma se vogliamo vedere i difetti di avere così tante ragazze in pianta stabile nella rosa potrei sicuramente affermare che in certe partite, dove l’esperienza si rivelerà la chiave di volta per portare a casa il risultato, potremmo pagare lo scotto di un’età media molto bassa, ma è lì che una volta ottenuti i risultati potrebbe aumentare anche la soddisfazione“.

    Carola Falconi alle Universiadi in Corea
    Carola Falconi alle Universiadi in Corea

    Ecco uscire il tuo ruolo di portiere. Spesso sola tra i pali, una vita strana quella dell’estremo difensore, come in ogni sport. Tu sei il capitano, una delle veterane di questa Rari Rosa. Cosa cercherai di trasmettere alle atlete più piccole e meno esperte?

    ” Essere capitano della squadra del paese dove sono nata e cresciuta è per me motivo di grande orgoglio. Da giocatrice uno degli obiettivi che mi ero prefissata era portare la Rari Rosa in A1 e quel sogno l’ho raggiunto. Adesso spero di portarla in Europa. Il mio ruolo è difficile, ma allo stesso importante in una squadra e affascinante. Le caratteristiche che deve avere un portiere devono essere quelle di un giocatore di uno sport di squadra, senza dimenticarne altre tipiche degli sport singoli, perchè tra i pali sei solo, ma sei uno degli ingranaggi che può far funzionare o meno una squadra. A volte ti trovi a dover affrontare da sola situazioni dalle quali puoi diventare un eroe ma anche un fallito. Quello che cercherò di trasmettere sono grinta e fiducia, cercando in cabina di regia di gestire la difesa nel migliore dei modi “.

    Una stagione e un’estate da incorniciare, coronata dalle Universiadi e dalla laurea, dimostrazione di come si possano unire sport e studio. Ora, dopo un pò di relax, sei pronta a sputare sangue. Come hanno accresciuto la tua esperienza questi momenti e quali obiettivi ti poni adesso sia in acqua che fuori?

    Carola Falconi il giorno della Luarea in Scienze Motorie
    Carola Falconi il giorno della Luarea in Scienze Motorie

    Un anno indimenticabile, lo definirei così. A partire dal quarto posto storico raggiunto con le mie compagne nella passata stagione, il quarto posto alle Universiadi in Corea e una settimana dopo la gioia di diventare dottoressa conseguendo la Laurea in Scienze Motorie. Ho imparato che nella vita non bisogna dare nulla per scontato, che per raggiungere i risultati bisogna sudare e credere in quello che si fa giorno dopo giorno. La fiducia in sè stessi, quella non deve mai mancare se si cerca di cavare qualcosa di buono dai propri sforzi. Porsi degli obiettivi è però fondamentale, alzarsi ogni mattina con una meta da raggiungere, guardando avanti, senza mai mollare. In campionato speriamo di fare bene fuori dall’acqua invece continuerò a lavorare come personal trainer e inizierò la specialistica in attività motorie preventive e adattare. Sarà dura conciliare il tutto, ma sarà importante per un mio futuro fuori dalla piscina“.

    Una domanda conclusiva, anche se sei scaramantica. Dove vedi il Bogliasco a fine stagione?

    Non mi sbilancio. L’ho già detto, il mio desiderio è di lottare per le prime posizioni e raggiungere l’Europa con il Bogliasco. Poi si vedrà“.

     

     

  • Mediterranea Imperia: Quando il gioco si fa duro..

    Mediterranea Imperia: Quando il gioco si fa duro..

    Anno nuovo, vita nuova. Ecco che si appresta a iniziare la stagione 2015 / 2016 per la Mediterranea Imperia. Non sarà facile, ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. Cambia il volto della formazione giallorossa, vicecampione d’Italia nella grossa stagione e lo fa a causa di problemi societari, senza mollare e rituffandosi nell’ennesimo campionato, cercando di dimenticare le delusioni date dalle partenze illustri. Squadra che sarà profondamente rimaneggiata rispetto alle ultime stagioni, all’ultima in particolare, dove è mancato poco a raggiungere il tetto d’Italia, dove le ragazze di Imperia si sono dovute arrendere solamente a un Padova stellare.

    L'Ex tecnico dell'Imperia, Marco capanna | Foto Twitter
    L’Ex tecnico dell’Imperia, Marco capanna | Foto Twitter

    Più di una parola va a chi ha permesso che un gruppo di amiche, ancor prima che atlete, crescesse nel corso degli anni diventando un gruppo solido e in grado di togliersi più di una soddisfazione. Stiamo parlando di Marco Capanna, un tecnico che ha saputo portare avanti un progetto dignitosamente, incarnando lo spirito dell’Imperia, infondendo valori e principi all’interno della squadra.

    Da parte sua è arrivata la decisione di lasciare, suo malgrado, le sue ragazze, per sposare un altro progetto interessante come quello del Cosenza. Non sarà facile dimenticare quanto dato sul bordo, ogni santo giorno, da lui, ma l’Imperia cercherà di andare avanti con le sue forze, come ha sempre fatto. Lo farà con una pluricampionessa, con la calottina dell’Ungheria, Mercie Stieber, l’anno scorso in acqua e nella stagione che verrà nelle vesti di allenatrice. Chi meglio di lei può iniziare un nuovo corso, tanta esperienza da vendere, non sul bordo vasca, ma “chili” di pallanuoto masticati nel corso degli anni, quindi saprà certo confermarsi anche fuori dall’acqua.

    Diversi cambiamenti nella rosa, con le partenze illustri di Gorlero ed Emmolo, le altre due “veterane” della Mediterranea; insieme a loro hanno preso altre strade Motta, Pomeri, Casanova e Ralat, non perdite da poco se si aggiunge quella già patita nella passata stagione con Carla Carrega, finita negli States. Si guarda avanti con alcune ragazze che rappresentano il “vecchio ciclo” cui si aggiungono le nuove, che saranno invece le protagoniste del futuro giallorosso targato Imperia. Elena Borriello, Laura Drocco, Sara Amoretti, Cecilia Solaini e Martina Bencardino faranno da tramite per far crescere un gruppo di ragazzine del vivaio, cui si sono aggiunte Emanuela Mori, ex centroboa del Rapallo e la russa Evgenia Pustynnikova, campionessa europea con la sua nazionale a Zagabria 2010. La portierina Sara Sowe, già nel giro della nazionale giovanile insieme a Jamila Tedesco, con Margherita Garibbo, Silvia Gamberini, Giulia Cuzzupè e Nicole Ruma completeranno la rosa.

    Martina Bencardino | Foto Web
    Martina Bencardino | Foto Web

    Proprio con Martina Bencardino, numero 10 della squadra e tra le più “vecchie” a soli 28 anni, quindi non per età ma sicuramente per anni di permanenza in squadra, essendo lei nata e cresciuta nella Mediterranea, abbiamo scambiato due parole sul passato e sul presente della squadra.

    Martina, non possiamo non partire con una domanda su Marco Capanna, che è stato come un padre per voi e che ha cambiato squadra. Siete cresciute tanto per merito suo, ma questa è la vita, anche nello sport. Cosa vi hanno lasciato lui e le ragazze che sono andate via, da Carrega l’anno scorso, passando da Casanova, Emmolo, Gorlero, ecc. )

    Marco è stato un grande punto di riferimento in tutti questi anni, sia in piscina come allenatore sia fuori come persona, quindi sarà difficile dimenticarlo. Credo però sia stato giusto anche per lui cambiare e fare nuove esperienze per accrescere il suo bagaglio tecnico. Lui come le nostre ex compagne ci lasciano tantissimi ricordi. sia belli che brutti, lacrime di gioia e felicità ,esultanze, cori, emozioni indelebili e soprattutto tanti trofei importanti vinti insieme. Qualcosa è cambiato ora, ma noi cercheremo di tenere alto il nome di Imperia, sempre e comunque“.

    La stagione scorsa è finita con un secondo posto ma in estate c’è stato un ridimensionamento. Inizia un nuovo corso per l’Imperia, con tutte le difficoltà del caso, ma con un gruppo giovane e volenteroso. Come vedi il futuro della squadra al netto di così tanti cambiamenti?

    Cambiamenti e novità porteranno qualche difficoltà, ma noi le affronteremo nel migliore dei modi, con il massimo impegno e sono sicura che, se anche siamo uscite ridimensionate da questa situazione, potremo fare bene. Senza ombra di dubbio sará un anno diverso dai precedenti ma é quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. Merci ( Stieber ) darà il 1000 %, pronta a trasmetterci la voglia e l’esperienza che ha maturato negli anni per farci fare un buon campionato contro ogni aspettativa, visto che tutte ci reputano spacciate“.

    Come veterana del gruppo sei rimasta e farai da “chioccia” alle più piccole. Cosa cercherai di trasmettere alle giovani del gruppo?

    Proverò a trasmettere la filosofia del lavoro infusa in noi da Marco. Ci saranno momenti difficili cui ne seguiranno altri  belli e indimenticabili; saranno quelli a cancellare tutto il resto. Spero comunque di poter essere, nel mio piccolo, un buon esempio per loro“.

    E’ tutto pronto, la Cascione si prepara a bollire e a portare in alto i colori giallorossi della Mediterranea Imperia.

     

  • Plebiscito Padova, non smettere di sognare

    Plebiscito Padova, non smettere di sognare

    Si sa nello sport molte volte il compito più difficile per una squadra è quello di riconfermarsi, soprattutto dopo una stagione meravigliosa come quella che ha vissuto il Plebiscito Padova nel passato campionato dove le venete hanno conquistato la doppietta Scudetto e Coppa Italia.

    Le ragazze di coach Stefano Posterivo però hanno tutta l’intenzione di dimostrare che sono ancora loro la squadra numero 1 in Italia e magari di portare il loro marchio anche nell’Europa che conta.

    Lo faranno con un gruppo compatto e solido, il quale però dovrà fare a meno di Federica Rocco che dopo molte battaglie ha deciso di abbandonare l’attività agonistica per una serie di motivi personali ma anche di Martina Gottardo la quale emigrerà in America per un esperienza di studi.

    Laura Teani, Elisa Queirolo e Laura Barzon | Foto Web
    Laura Teani, Elisa Queirolo e Laura Barzon | Foto Web

    Una Serie A che vedrà come più grandi concorrenti al trono delle biancorosse su tutte possiamo pronosticare il Messina che oltre all’ottimo organico già a disposizione l’anno scorso è riuscito a convincere il portierone della Nazionale Giulia Gorlero a lasciare la natia Imperia per trasferirsi in terra siciliana.

    Assenze che si faranno sicuramente sentire, anche se la forza di questa squadra sta in gruppo che ha in giocatrici come Elisa Queirolo (reduce insieme alle sue compagne di squadra Teani e Barzon della meravigliosa medaglia di bronzo conquistata ai Mondiali di Kazan) uno dei suoi punti fermi. Ed proprio con lei che abbiamo voluto fare due chiacchiere per sapere come le ragazze patavine si stanno preparando a questa difficile stagione.

    Elisa Queirolo | Foto Web
    Elisa Queirolo | Foto Web

    Ciao Elisa, sta iniziando una nuova stagione dopo un anno pieno di emozioni e grandi risultati per te, quali sono i tuoi obbiettivi  e le tue sensazioni per questo Padova?

    Per questa nuova stagione ci sono molti obiettivi perché oltre al campionato italiano è quello europeo con il Padova c’è anche molto in ballo con la nazionale. Per quanto riguarda il club, l’obiettivo è di rifare un’ottima stagione come l’anno passato, anzi migliore perché bisogna sempre cercare di migliorarsi. Io la scorsa stagione sono cresciuta molto e spero di crescere ancora. Il Padova di questa stagione sicuramente è un po’ diverso ma è sempre una squadra competitiva con grossi margini di miglioramento in quanto è una squadra abbastanza giovane.
    Per quanto riguarda la nazionale come obbiettivo finale ci sono le olimpiadi, il sogno di ogni giocatore di pallanuoto”.

     Hai vissuto la prima stagione fuori dalla tua Rapallo come ti ha accolto la nuova realtà di Padova?

    “A Padova mi sono trovata molto bene. L’accoglienza è stata ottima, mi ha fatto molto piacere trovare delle persino molto disponibili nei miei confronti e anche in quelli del mio ragazzo che si è trasferito qui con me. È sempre un piacere trovare delle persone che ti fanno sentire a casa.
    Inoltre l’impianto è ottimo e offre buone possibilità per allenarti al meglio senza dover fare orari allucinanti come può  succede in altre società”.

     Guardandoti indietro dammi due ricordi indelebili della tua carriera fino a questo momento?

    “Alcuni dei  ricordi più belli che ho sono sicuramente legati a Rapallo, il più bello è stato quando abbiamo vinto lo scudetto nel 2013.
    Un altro ricordo importante É quello legato alla nazionale giovanile quando abbiamo vinto l’europeo a Gyor nel 2008, questi sono i ricordi più belli che anche per le persone con cui ho vinto queste due medaglie, persone a cui sono molto legata”.

     Quale giocatrice può essere considerata, da te, un esempio e invece una giovane che ti ha impressionato?

    “Una giocatrice che considero un esempio è Teresa Frassinetti in quanto la reputo un’ ottima giocatrice, sempre pronta  a dare il massimo, ma soprattutto perché è una compagna di squadra e un’ amica fantastica che mi ha sempre aiutata nei momenti di difficoltà.
    Una giovane che mi è piaciuta molto per come è cresciuta è Arianna Gragnolati che ha fatto un ottimo campionato in Spagna ed è stata una delle protagoniste del mondiale giovanile a Volos”.

    Parole importanti per una giocatrice che ogni anno diventa sempre più decisiva e fondamentale sia per il club che per la Nazionale, una giocatrice che come il suo club non vuole svegliarsi da un momento magico perché questo Padova ha ancora fame sicuramente non vuole smettere di sognare.