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  • F1: le pagelle del GP di Monaco

    F1: le pagelle del GP di Monaco

    Diamo i voti ai protagonisti del Gran Premio di Monaco 2011.

    Vettel 8: questa volta lo assiste la fortuna, materializzatasi sotto forma di bandiera rossa al giro 72 quando ne mancavano solo 6 che stoppa la gara consentendogli di cambiare le gomme ormai alla frutta e di conseguenza tenere a bada Alonso e Button minacciosi dietro di lui con gomme più fresche. Vince ma non stravince. E’ la sua prima affermazione a Montecarlo.

    Alonso 9: che gara per lo spagnolo della Ferrari. Ha accarezzato, anche se per poco, il sogno della vittoria, sarebbe stata la terza sulle strade del Principato e con tre vetture diverse. Grinta, affidabilità e grande cuore, lo spagnolo, nonostante il brutto avvio di campionato della Rossa, non ci pensa proprio a gettare la spugna. Tenta in tutti i modi di superare un Vettel in crisi con le gomme ma la bandiera rossa gli nega l’impresa.

    Button 9: sfortunato perchè se non fosse entrata la safety car forse avrebbe vinto lui dal momento che si trovava in testa alla gara e con un bel margine su Vettel. Risulta il più veloce in pista oggi. E’ il pilota più costante della F1 ma serve anche un pizzico di aggressività ogni tanto, e oggi ha dimostrato di averne parecchio.

    Ferrari 7.5: dopo il terremoto dirigenziale che ha portato in settimana all’allontanamento dal muretto del direttore tecnico Aldo Costa spostato a nuovo incarico, si vede finalmente una vettura aggressiva, non che il responsabile fosse il povero Costa, anche se gran parte del merito va ad Alonso che porta la F150th sempre al limite. Un passo in avanti è stato fatto, ora bisogna mantenere questa competitività anche sugli altri circuiti. La strategia è perfetta.

    Webber 5: ha una macchina perfetta nella mani ma non riesce a sfruttarne tutto il potenziale come invece fa il compagno di box. Parte terzo, arriva quinto nel GP che l’anno scorso lo vide trionfatore. Sveglia Mark!

    Hamilton 5: perde la possibilità di vittoria già sabato quando decide erroneamente di restarsene quieto ai box durante la sessione che assegna la pole per uscire negli ultimi due minuti correndo il rischio di non portare a termine neanche un giro cronometrato; vuole riscattarsi oggi e attacca come un dannato, come se fosse in una sorta di trance, dal primo all’ultimo giro, a volte anche in maniera rude e scorretta, con l’obiettivo di guadagnare più posizioni possibili. Penalizzato una prima volta con un drive-through, ne subisce una seconda a fine gara di 20 secondi da aggiungere al tempo totale di gara.

    McLaren 4: sbaglia la strategia in qualifica per Hamilton, la sbaglia in gara per Button. Come se non bastasse durante il primo pit stop i maccanici non sono efficaci. La vettura nelle ultime settiamne ha fatto enormi progressi avvicinandosi di molto alla Red Bull ma per competere bisogna che non si commetta nessuna sbavatura.

    Kobayashi 7.5: il samurai porta a casa un quinto posto prezioso grazie ad una strategia conservativa che gli ha permesso di non usurare particolarmente gli pneumatici. E’ uno dei piloti più talentuosi della F1.

    Massa 5.5: gara senza particolari acuti, conserva la sua posizione e soffre la “marcatura a uomo” di Hamilton. La sua gara finisce contro le barriere del tunnel dopo che lo stesso inglese gli aveva danneggiato la vettura poche curve prima, alla Loews.

    Mercedes 4: giornata storta sia per Schumacher che per Rosberg: il sette volte campione del mondo viene abbandonato dal propulsore alla Rascasse, Rosberg termina la sua gara in 11esima posizione. Gara da dimenticare.

    Barrichello 6.5: primi punti stagionali per il “vecchio” Rubens che termina in nona posizione a dimostrazione di quanto su questo circuito conti l’esperienza e la bravura del pilota prima che la vettura.

    Montecarlo 10: erano anni che non si assisteva ad un Gran Premio di Monaco così appassionante ed emozionante. Peccato che Hamilton si autoescluda dalla lotta già nelle qualifiche, avrebbe sicuramente entusiasmato lì davanti. Il circuito, il gioiello della Formula 1, la gara più prestigiosa della stagione, non perde mai il suo fascino e ritrova anche quei sorpassi che negli ultimi anni sono letteralmente scomparsi.

  • Le pagelle di Barcellona – Manchester United 3-1

    Le pagelle di Barcellona – Manchester United 3-1

    Le pagelle ai protagonisti di BARCELLONA – MANCHESTER UNITED 3-1

    BARCELLONA

    Valdes 5.5: inoperoso per tutti i 90 minuti di gioco, viene trafitto dal bolide di Rooney.

    Dani Alves 6.5: vince il duello, sia in fase offensiva che in quella difensiva, con l’avversario di turno Evra; le sue incursioni fanno sempre male. (Puyol sv: Guardiola gli concede la gloria degli ultimi due minuti visto che andrà sotto i ferri per la pulitura del ginocchio; il capitano è alla sua terza Champions League).

    Piquè 6.5: insieme al compagno di reparto Mascherano rendono piacevole la serata a Valdes

    Mascherano 7: questa sera è lui ad eregere il muro davanti alla porta difesa da Valdes; gioca una gara ad altissima intensità in un ruolo che non è il suo, chiamato a sostituire il capitano Puyol non al meglio della condizione.

    Abidal 7: è stata anche la sua partita, sempre impeccabile: dopo la grande paura di soli due mesi fa al sogno Champions. Sogno che si realizza anche grazie ai compagni che gli lasciano l’onore di alzarla al cielo per primo.

    Xavi 8: faro del centrocampo blaugrana, le azioni partono sempre dai suoi piedi; disegna delle traiettorie fantastiche e con il pallone fa quello che vuole. Bellissimo l’assist per il gol di Pedro.

    Busquets 7: Xavi pensa a pennellare qua e la ma se non ci fosse lui a fare il gioco sporco a centrocampo e a proteggerlo…

    Iniesta 7: meno effervescente del previsto, gioca una partita “normale” in confronto alle prestazione a cui ci aveva abituato; cerca spesso il tiro da fuori senza fortuna.

    Pedro 8: è lui a sbloccare il risultato e a mettere la partita sui binari giusti; il prodotto della Cantera sta maturando velocemente al punto che è divenuto un punto di riferimento tanto importante quanto Messi. (Afellay sv: gioca solo una manciata di minuti nei quali riesce ad impegnare per una volta Van der Sar).

    Messi 10: al di là della prestazione maiuscola e del gol del 2-1 che riporta la coppa in direzione Barcellona, il dieci è anche frutto della stagione da urlo per la Pulce argentina che centra anche il titolo di capocannoniere di questa edizione della Champions League con 11 gol. E’ inevitabile dopo che segni in una sola stagione 53 gol in 55 partite, è un giocatore dalla classe immensa, è il calciatore più forte al mondo. Qualcuno ha dubbi?

    Villa 7.5: il gol che chiude il match è d’antologia, stop e piatto a giro dove Van der Sar non può arrivare; è costantemente una spina nel fianco dei difensori dello United. (Keita sv: pochi minuti per lui, concede la standing ovation a Villa).

    Guardiola 10: è l’artefice di questo miracolo, una squadra composta per la maggior parte di giocatori provenienti dal vivaio blaugrana da lui stesso allenati nella Cantera e che gioca al calcio in modo divino che non puoi non innamorartene. Il modello Barcellona è inarrivabile, Pep esprimere alla squadra l’essenza vera del calcio, possesso palla, tocchi di prima, passaggi precisi e colpire letalmente al momento opportuno. Decimo titolo in 3 anni: nonostante questo è capace di trasmettere ai giocatori nuovi stimoli per nuovi traguardi in una squadra che ha vinto tutto quello che c’era da vincere. The best.

    MANCHESTER UNITED

    Van der Sar 6: gli piovono palloni da tutte le parti, se non ci fosse stato lui i Red Devils avrebbero potuto perdere con uno scarto maggiore anche se l’errore sul gol di Messi è evidente; per lui questa era l’ultima partita da calciatore, sognava il ritiro con la conquista della Champions purtroppo per lui ha trovato sulla sua strada la squadra più forte del mondo.

    Fabio 5.5: viene costretto sulla difensiva e non ha la capacità di proporsi in attacco; esce per infortunio a 20 minuti dal termine. (Nani 5.5: entra in campo a conti già fatti).

    Ferdinand 5: serata difficile per il centrale dello United che perde in più di un’occasione gli attaccanti blaugrana.

    Vidic 5: Villa, Messi e Pedro sono un incubo per il capitano dei Red Devils; il reparto difensivo meno perforato d’Europa stasera scoppia.

    Evra 5: Dani Alves lo sovrasta in ogni parte del campo, non riesce a contenere il brasiliano quando questo si propone in avanti, non arriva mai sul fondo per un cross.

    Valencia 4: completamente fuori dalla partita; non si capisce perchè Ferguson lo abbia tenuto in campo e non lo abbia levato via a fine primo tempo quando, era evidente, era in netta difficoltà.

    Carrick 5: tutta la partita sembrava un “torello” con Carrick in mezzo a cercare di prendere la palla e Xavi, Busquets e Iniesta a non fargliela mai vedere. (Scholes sv: entra quando ormai è troppo tardi).

    Giggs 6: l’impegno è lodevole per un “vecchietto” di quasi 38 anni, ma stasera trova degli scogli invalicabili che non gli permettono di giocare come vorrebbe, con la solita classe che lo contraddistingue.

    Park 5: interpreta bene la gara nel primo quarto d’ora, aggressivo e deciso, ma si perde con il passare dei minuti.

    Rooney 6.5: il solito lottatore, segn ail gol del momentaneo pareggio ma non basta. Da solo non poteva fare di più contro il Barcellona stellare.

    Hernandez 4.5: scompare in mezzo a Piquè e Mascherano, non entra mai in gara.

    Ferguson 5: qualche scelta sbagliata forse gli si può imputare (Berbatov in tribuna), avrebbe potuto vincere la sua terza Champions alla guida del Manchester ma il Barcellona glielo nega per la seconda volta in due anni. Conoscendo Sir Alex siamo sicuri che starà già pensando a rifarsi nella prossima edizione.

    BARCELLONA (4-3-3): Valdes 5.5; Dani Alves 6.5 (88′ Puyol sv), Piquè 6.5, Mascherano 7, Abidal 7; Xavi 8, Busquets 7, Iniesta 7; Pedro 8 (92′ Afellay), Messi 10, Villa 7.5 (86′ Keita sv).
    Allenatore: Guardiola 10
    MANCHESTER UNITED (4-4-2): Van der Sar 6; Fabio 5.5 (69′ Nani), Ferdinand 5, Vidic 5, Evra 5; Valencia 4, Carrick 5 (77′ Scholes sv), Giggs 6, Park 5; Rooney 6.5, Hernandez 4.5.
    Allenatore: Ferguson 5

  • Il Pagellone della Serie A. Parte Prima

    Il Pagellone della Serie A. Parte Prima

    Fine stagione e tempo di bilanci per tutte le squadre della serie A, c’è chi ha vinto e chi ha perso, chi ha sofferto e chi sorriso, un campionato che ha visto trionfare il Milan dopo anni di dominio interista, che ha visto tornare in Champions l’Udinese dopo 6 anni e il Napoli dopo 20 e che ha segnato il fallimento del progetto della prima Juve targata Andre Agnelli.

    Bari 4,5: Di più non si può dare alla squadra del capoluogo pugliese, che aveva iniziato alla grande il proprio campionato battendo in casa la Juve, ma che poi, anche a causa di svariati infortuni, ha smarrito la bussola che neanche il cambio in panchina ha fatto ritrovare. L’unica nota positiva è rappresentata dalla scoperta dei due talentuosi attaccanti che hanno trovato spazio nel finale di stagione biancorosso: Huseklepp giovane punta norvegese, agile e dotato di un’ottima tecnica individuale, nelle ultime giornate ha dimostrato di avere ampi margini di miglioramento. L’altra nota lieta è Francesco Grandolfo, attaccante classe ’92, autore ieri di una tripletta al suo esordio da titolare nella massima serie e che già molti paragonano ad un’altra stella nata qualche anno fa nel capoluogo pugliese, tale Antonio Cassano.

    Bologna 6: Una prima parte di stagione straordinaria quella degli uomini di Malesani, che nonostante la penalizzazione e la scarsa stabilità societaria, hanno conquistato una meritata salvezza con prestazioni molto superiori alla qualità dell’organico. Al solito uno splendido Marco Di Vaio, navigato bomber di razza, ha trascinato anche quest’anno i felsinei alla salvezza con le sue 19 realizzazioni. Tra le note liete di questa stagione, sicuramente ci sono Diego Perez roccioso centrocampista uruguayano già apprezzato al Mondiale sudafricano e Gaston Ramirez centrocampista offensivo dalle spiccate qualità tecniche che alla sua prima stagione in Italia non ha sfigurato, considerando anche la giovane età del ragazzo c’è da tenerlo d’occhio.

    Brescia 4: L’organico di base ad inizio stagione presentava dei validi elementi per assicurarsi una salvezza tranquilla, i vari Zebina, Zanetti, Caracciolo e Diamanti, parevano essere dei buoni pilastri con i quali arrivare a costruire una stagione senza grossi patemi d’animo, invece, così non è. Le rondinelle offrono molto poco a livello qualitativo, sono una squadra che subisce molto e si affida solo alle giocate del singolo, il più delle volte al sinistro di Diamanti.

    Cagliari 6: Dopo l’esonero di Bisoli e l’arrivo in panchina di Donadoni la musica in terra sarda è cambiata la squadra ha cominciato ad esprimere un gioco più pimpante e meno prevedibile, anche la cessione di Matri alla Juve, nel mercato di Gennaio, fino ad allora matador dei rossoblu con 11 reti, non ha influenzato la squadra che ha raggiunto con largo anticipo la salvezza.

    Catania 6: Gli etnei volevano una salvezza tranquilla e alla fine tutto sommato l’hanno ottenuta, la stagione era cominciata con Giampaolo alla loro guida, dopo una serie di risultati poco esaltanti però, il clima al tecnico ex Siena si era fatto molto pesante e l’ambiente già caldo richiedeva l’arrivo di una nuova guida tecnica con carisma, e in mezzo ad una colonia di argentini chi chiamare se non un uomo dal temperamento deciso come “El Cholo” Diego Pablo Simeone. L’ex centrocampista di Inter e Lazio ha portato in casa siciliana la sua determinazione oltre all’attaccante Bergessio, grande protagonista insieme al sorprendente Gomez della volata finale dei rossazzurri verso la salvezza. Il tecnico argentino con 46 punti è, inoltre, riuscito a battere anche il record in campionato detenuto dal precedente allenatore Mihajlovic.

    Cesena 6,5: Mezzo voto in più rispetto alle altre pretendi alla salvezza perchè i romagnoli non erano fra i favoriti, anzi, si pensava potessero essere la squadra materasso della nostra massima serie. Ma il calcio si sa è bello anche per questo e grazie alla fiducia illimitata del presidente Campedelli nei confronti del tecnico Ficcadenti, anche nei momenti più difficili, i bianconeri sono riusciti a salvarsi compiendo un mezzo miracolo e togliendosi anche qualche soddisfazione come quella di battere i futuri campioni d’Italia del Milan. Tra i giocatori saliti alla ribalta nelle fila cesenate ci sono sicuramente: Giaccherini, esterno d’attacco del tridente di Ficcadenti, ottimo nel dribbling e come assistman e Parolo, centrocampista centrale dal sicuro avvenire, che grazie alle sue prestazioni in maglia bianconera si è guadagnato la convocazione in nazionale da parte del Ct Prandelli, oltre che le attenzioni di tutte le grandi del nostro campionato.

    Chievo 6: Che il Chievo sia tra le squadre più difficili da battere nel nostro campionato non è più una novità, la squadra scaligera che ad inizio stagione è stata affidata a Stefano Pioli, ha disputato come al solito un campionato che l’ha portata ad una salvezza tranquilla. Al solito grande protagonista è stato il capitano gialloblu Sergio Pellissier autore di 11 marcature fondamentali per la salvezza della propria squadra, ma un nome da ricordare e che sarà presente sui taccuini di molti operatori di mercato è sicuramente quello di Kevin Constant, giovane centrocampista francese, che ha molto ben figurato tra le fila dei clivensi in questa stagione.

    Fiorentina 6: La viola di Sinisa Mihajlovic, non può meritare di più vista la deludente stagione in cui è incappata, certo il compito a cui era chiamato il serbo non era facile, sostituire uno come Prandelli che alla guida dei gigliati ha ottenuto ben 3 volte la qualificazione in Champions (una revocata in seguito alla nuova classifica post-calciopoli). L’ex allenatore del Catania, ha poi dovuto fare a meno per tutta la stagione della talento montenegrino Stefan Jovetic e per grand parte del campionato anche del rumeno Adrian Mutu. A beneficiare dell’assenza dei due è stato soprattutto il giovanissimo Adem Ljacjic, trequartista serbo, ennesima scommessa del DS Pantaleo Corvino, noto per essere uno scopritore di talenti già ai tempi del Lecce.

    Genoa 5: Incoronata all’inizio dell’anno come regina del mercato, la squadra di Preziosi si è sciolta come neve al sole, neanche l’avvicendamento in panchina, tra Gasperini e Ballardini, ha portato l’effetto sperato. I grifoni hanno concluso la loro stagione in decima posizione, togliendosi solo il sadico sfizio di spedire i cugini sampdoriani in serie B, battendoli nel decisivo derby di ritorno. Protagonisti della stagione dei grifoni sono gli acquisti di gennaio Floro Flores e Juraj Kucka, un dato che di fatto conferma il fallimento dell’ingente campagna acquisti estiva.

    Inter 7: Cedere lo scettro di campione d’Italia ai cugini di sicuro non dev’essere stato il massimo per l’ambiente nerazzurro, ma per come la stagione era cominciata tutto sommato il secondo posto a sei lunghezze dal Milan non è male. I meneghini hanno sicuramente pagato lo scotto di aver dovuto partecipare al Mondiale per Club e anche il cambio in panchina da Mourinho a Benitez non ha dato i frutti sperati. Con l’approdo di Leonardo in panchina però la musica è cambiata, i giocatori forse ad inizio stagione appagati da quanto ottenuto nell’annata precedente, hanno ricominciato a macinare risultati su risultati, fino a giungere ad un passo dalla vetta, poi però lo scontro diretto è stato fatale e il popolo del biscione s’è dovuto rassegnare a veder volare via lo scudetto dalle proprie maglie. Rimane però ancora il mini triplete da conquistare, puntando alla vittoria della Coppa Italia, nella finale di domenica contro il Palermo.

  • F1: le pagelle del GP di Spagna. Disastro Ferrari

    F1: le pagelle del GP di Spagna. Disastro Ferrari

    Diamo i voti ai protagonisti del Gran Premio di Spagna 2011.

    Vettel 9: ha vinto, è vero, ma per lui questo Gran Premio è stato diverso dagli altri, ha faticato più del previsto prima con un grande Alonso, che non è riuscito a superare, e poi con un aggueritissimo Hamilton. Con questa fanno 4 vittorie su 5 gare disputate, il Mondiale prende di nuovo la via di Heppenheim.

    Hamilton 10: al momento è l’unico vero antagonista del mostro Vettel – Red Bull, solo lui può cercare di battere uno dei binomi più forti della Formula 1. Non è bravo alla partenza come al solito ma mostra la sua forza tenendo il passo di Vettel, anzi, mostrando di essere anche più veloce in diverse circostanze quando per ben due volte il pilota anglo-caraibico si ritrova ad oltre 4 secondi di distanza al rientro in pista dal pit stop, distacco che viene neutralizzato giro dopo giro. Putroppo per lui non riusce a trovare lo spunto giusto in rettilineo per superare il rivale ma fa passare a Vettel un brutto quarto d’ora tenendo il muso della sua McLaren incollato allo scarico della Red Bull del tedesco.

    Button 8: grande strategia la sua, parte malissimo ma riesce a risalire di posizioni conservando e utilizzando le sue gomme morbide per ben 13 giri, 4-5 in più rispetto agli avversari; ciò gli permette di fare una sosta in meno rispetto ai primi e di salire sul gradino più basso del podio.

    Webber 4.5: doveva essere il suo Gran Premio e invece ha steccato nuovamente. Partito dalla pole si fa beffare sia da Alonso che dal compagno di squadra, poi non riesce a superare lo spagnolo con una Ferrari in nettà difficoltà e che si becca due secondi al giro dalla coppia Vettel – Hamilton. Non contento gli sfuma anche il podio a vantaggio di Button. Un’altra domenica storta.

    Alonso 9: rimane vittima nella seconda parte di gara di una Ferrari ancora lontana dalle prestazioni di Red Bull e McLaren e delle gomme Pirelli che sulla Rossa non funzionano come dovrebbero. Meriterebbe un 10 e lode per il grande giro effettuato in qualifica e per lo scatto alla partenza che è a dir poco divino, con un “dribbling” si smarca in successione da Hamilton, Vettel e Webber e alla prima curva mette il muso della sua Ferrari davanti a tutti. Guida la corsa per una ventina di giri, poi il sogno di vincere nel GP di casa svanisce quando sulla sua vettura vengono montate le gomme a mescola dura che lo fanno scivolare via in quinta posizione finendo addirittura doppiato. Al momento la vera Ferrari è quella di Massa, è lo spagnolo che riesce a portarla lì davanti compiendo ogni volta un miracolo.

    Ferrari 4: un disastro! Il potenziale della Ferrari è scarso paragonato a quello di Red Bull e McLaren. Se in Turchia si era fatto un passo avanti, oggi il Cavallino Rampante ne fa un altro indietro. Serve un cambio di rotta per dare ad Alonso una vettura che sia in grado di lottare con i primi.

    Schumacher 8: grande gara per il sette volte campione del mondo, la migliore della stagione e forse anche in assoluto da quando il tedesco è rientrato in F1. Questa volta è lui a “suonargliele” al compagno di squadra Rosberg. Arriva sesto

    Massa 4.5: finisce la sua gara incolore con un ritiro per un guasto al cambio ma il brasiliano non è mai protagonista. Va bene che la Ferrari non è competitiva come le migliori ma il pilota dovrà anche dare qualcosa di suo.

    Heidfeld 9: parte ultimo in fondo alla griglia perchè i meccanici non riescono a mettere a posto la sua vettura andata in fiamme nelle libere del sabato mattina. Effettua un recupero miracoloso giro dopo giro terminando in ottava posizione.

    Williams 4: le due Williams non riescono mai a pungere e terminano il loro weekend con un deludentissimo 15esimo e 17esimo posto. Eppure la qualifica di Maldonado, entrato per la prima volta in Q3, aveva fatto ben sperare. C’è bisogno di una svolta per dare un senso alla propria stagione.

    GP Spagna 7: bello il duello che si profila all’inizio con Alonso, Vettel, Webber ed Hamilton in fila indiana. Ma quando lo spagnolo si arrende a causa di forza maggiore il campione in carica e l’inglese della McLaren scappano via e fanno letteralmente un’altra gara: i distacchi sono implacabili, i due rifilano 35 secondi a Button (terzo) e 47 a Webber. Solo in quattro finiscono a pieni giri, tutti gli altri vengono doppiati impietosamente.

    Regia Spagna 2: incredibile come la regia possa dare maggiore risalto alla battaglia per l’ottavo posto invece di inquadrare i primi due che infiammano la corsa a suon di giri veloci. Va bene dare spazio a tutti ma quando è troppo è troppo!

  • Lecce-Lazio 2-4: le pagelle

    Lecce-Lazio 2-4: le pagelle

    La speranza e l’ impegno della Lazio non sono state ripagate dal raggiungimento del traguardo desiderato, ma la Lazio ha profuso fino all’ ultima giornata il massimo impegno, conquistando anche nell’ ultima giornata i tre punti, realizzando 4 gol in trasferta in terra salentina. Il Lecce, invece, non aveva più nulla da chiedere al campionato dopo aver raggiunto la salvezza, ma ha comunque offerto una buona prestazione, in una partita nel complesso divertente e veloce.

    Le pagelle:

      Benassi 5 Impreciso in alcune uscite, viene scavalcato dal pallonetto di Zarate poi respinto dal palo, oltre che nella seconda occasione quando l’ Argentino tira a lato; esce in modo avventato su Rocchi procurandosi un rosso diretto e causando il rigore del 3 a 2.

    Donati 6 Buona gara, impreziosita da un buon assist per il 2 a 2 di Piatti

     Giacomazzi 5 Impreciso, nella zona centrale la Lazio riesce a creare molti problemi, soprattutto con gli inserimenti di Rocchi e Zarate

     Giuliatto 5 Come Giacomazzi, impreciso e lento

     Brivio 5.5 Soffre molto le accelerazioni di Lichsteiner sulla sua fascia

     Munari 5.5 Partita poco precisa

     Vives 6 Sfortunato nella goffa autorete su corner di Zarate, ma nel resto della gara gioca una  partita di buona sostanza 

    Coppola 7 Ottimo il pallonetto che porta il pareggio per 1 a 1 del Lecce, ancor di più la prontezza nel salvataggio su Rocchi a porta vuota.

    Mesbah (49′ Corvia) 6 Qualche buona accelerazione e giocata, ma non incide

    Piatti (49′ Chevanton) 6.5 Buona partita, per spunti ed impegno, culminata con il gol del provvisorio 2 a 2

     Di Michele (53′ Rosati) 5.5 Poco incisivo, attacca poco la profondità e non riesce a pungere

    Lazio:

    Muslera 5.5 Disattento sul pallonetto di Coppola, poi riesce a riscattarsi con alcuni interventi positivi. Discontinuo nel rendimento ma non è una novità

    Lichtsteiner (83′ Scaloni) 6.5 Spinge e crossa, fa soffrire molto il suo diretto marcatore sulla fascia destra

     Biava 6 Partita sufficiente nel complesso, soffre in alcuni casi ma si riscatta con chiusure importanti

     Dias 6.5 Salva sulla linea di porta un gol già fatto dal Lecce con Piatti, molto attento in quell’ occasione così come nel corso della gara

     Garrido 5 Poco presente e spesso lontano dal vivo del gioco

     Brocchi 6 Partita di grande sostanza e generosità: corre, recupera, ripiega instancabilmente

    Ledesma 6 Qualche intuizione lodevole, suggerendo in modo preciso ed intelligente, ma pecca di continuità di rendimento nell’arco dei novanta minuti

     Mauri 6 Si inserisce frequentemente, anche senza palla, recupera palloni prezioni, trova sempre la posizione giusta, aiutando i compagni in fase di ripiegamento e facendola ripartire con intelligenza 

    Hernanes (46′ Gonzalez) 5 Molto deludente in quest’ occasione, a differenza di quanto mostrato nell’arco della stagione. Molle e poco lucido, oltre che disattento tatticamente cosatringendo Reja a sostituirlo

     Zarate 6.5 Alcuni errori per eccesso di sicurezza come spesso gli accade, soprattutto all’ inizio del secondo tempo quando scarta il portiere e tira a lato a porta vuota. Segna, però, due gol di cui un rigore che gli consente di riscattarsi – in parte – del clamoroso errore di Udine dal dischetto che è costato alla Lazio una buona fetta della qualificazione in Champions League. Autore anche del tiro d’angolo che Vives manda nella sua porta per il 3 a 2.

     Rocchi (64′ Floccari) 7 Sempre nel vivo dell’azione ed al posto giusto, scatta sul filo del fuorigioco, corre, segna il primo gol, fa da assist man a Zarate sul 2 a 1, potrebbe segnare anche la doppietta se non venisse fermato da Coppola sulla linea di porta: è il migliore in campo da vero capitano

  • Pagelle Bari-Lecce. Salentini tutti promossi

    Pagelle Bari-Lecce. Salentini tutti promossi

    De Canio
    Pagelle Bari Gillet 6,5: E’ l’unico a tenere alto l’onore della squadra, offre parate di altissimo livello sugli attacchi degli avanti leccesi, subisce due gol sui quali è chiaramente incolpevole, un punto di partenza per il prossimo anno, anche se radio mercato lo vorrebbe lontano dal capoluogo pugliese. Masiello 5: Che non sia un fenomeno lo si sa, ma il suo autogol ha dell’incredibile, la sintesi della stagione disastrata e sfortunata del Bari, sta tutta in quella deviazione maldestra su un tiro di Jeda probabilmente indirizzato fuori. Bentivoglio 5: Dopo l’acquisto da parte del Bari, aveva dichiarato che avrebbe portato i biancorossi alla salvezza, dopo la prestazione di ieri si è capito che forse si era sbilanciato un po’ troppo. Donati 5,5: Se dovessimo giudicare la prestazione di ieri la sufficienza ci starebbe tutta, ma non si può non considerare la sua annata che definire sottotono sarebbe un eufemismo, e pensare che l’aveva aperta con il gol vittoria contro la Juventus. Huseklepp 6: Tra le sorprese più interessanti di questo finale di campionato, il giovane attaccante norvegese è sicuramente da tenere d’occhio, si è comportato molto bene anche ieri arrendendosi per ultimo e fornendo anche un delizioso assist a Kopunek; un anno in serie B non gli farà male. Bari (4-3-1-2): Gillet 6,5; A. Masiello 5, Belmonte 5,5, Rossi 5, Parisi 6 (61′ Rivas 5,5); Kopunek 6 (54′ Grandolfo 6), Donati 5,5, Gazzi 5; Bentivoglio 5; Huseklepp 6, Romero 6 (31′ Alvarez 6). A disp.: Padelli, Rinaldi, Rivas,Raggi, Almiron, Grandolfo, Alvarez. Pagelle Lecce Rosati 6: Non che gli attacchi del Bari siano incessanti e martellanti, ma su quelle poche occasioni che i biancorossi riescono a costruirsi si fa trovare sempre pronto. Mesbah 6,5: Sempre nel vivo dell’azione offensiva dei suoi non si risparmia neanche in quella difensiva, anche se c’è da dire che il Bari crea ben pochi disturbi alla retroguardia, mette lo zampino sul gol di Jeda e cerca anche gloria personale ma Gillet gli nega la gioia. Vives 6,5: Gioco oscuro ma efficace tra le linee per cercare di spezzare la manovra offensiva degli avversari, stoicamente rimane in campo anche se tormentato dai crampi. Di Michele 6,5: 35 anni e non sentirli, qualità e quantità, anche se non disputa la sua miglior partita nella salvezza del Lecce c’è il suo zampino. 8 gol in 21 partite sono il suo bottino, ma molto spesso con i suoi inserimenti e le sue giocate ha creato quegli spazi di cui hanno beneficiato i suoi compagni di reparto. Jeda 7: Un gol e mezzo nella partita più importante della stagione e salvezza assicurata. Si muove bene, l’ex cagliaritano, e compie a pieno il suo dovere, ottimo il colpo di testa che apre la partita e le porte della serie A.   Lecce (4-3-1-2):  Rosati 6; Tomovic 6, Fabiano 6, Gustavo 6, Mesbah 6,5; Giacomazzi 6, Vives 6, Olivera s.v. (40′ Brivio 6); Bertolacci s.v. (34′ Munari 6); Jeda 7, Di Michele 6,5 (81′ Coppola s.v.). A disp.: Benassi, Donati, Giuliatto, Coppola, Piatti, Munari, Chevanton.

  • Pagelle Napoli-Inter: Eto’o da record 35 gol

    Pagelle Napoli-Inter: Eto’o da record 35 gol

    Pagelle Napoli

    De Sanctis 7 Festeggia la qualificazione alla Champions del Napoli con una grande prestazione, dimostrano ancora una volta come i portieri a volte siano più decisivi degli attaccanti. Soprattutto in una serata dove l’assenza di uno come Cavani si fa sentire. Assolutamente incolpevole sul primo gol di Eto’o, con la palla che viaggia a oltre 100 km/h, lui non può arrivarci.  È fortunato sul palo di Maicon, ma dimostra la sua abilità sulla conclusione di Milito a botta sicura, compiendo un miracolo che tiene i suoi sul punteggio di 1 a 1. Ragno!

    Maggio 6,5 Partita di grande corsa, dove l’esterno di Mazzarri praticamente spinge in continuazione sulla sua fascia, e tiene a bada Nagatomo che stasera è davvero una furia. Crossa e serve assist perfetti per gli inserimenti delle punte. Decisivo anche nell’azione del gol di Zuniga.Da nazionale!

    Zuniga 7 Serviva un vice Lavezzi stasera, perché il Pocho aveva preso il posto del Matador Cavani al centro dell’attacco e con Mascara indisponibile, Zuniga è stata la scelta perfetta. Fortunato e caparbio nell’azione rocambolesca del pareggio napoletano. Insacca la palla in un’azione dove la difesa nerazzurra mostra tutti i suoi evidenti limiti.  A parte il gol tiene in apprensione la retroguardia interista con le accelerazioni e inserimenti sempre pericolosi. Giocatore ritrovato!

    Lavezzi 6,5 El Pocho stasera si carica tutto il peso dell’attacco del Napoli sulle spalle e cerca di essere determinante come il suo compagno Cavani. Dribbling, tanta corsa e qualche buon tiro, ma non è mai incisivo. Nella ripresa come tutti smette di giocare in attesa della festa del San Paolo.

    Hamsik 6,5 Cerca sempre il fraseggio con in compagni di reparto, e tira fuori una prestazione discreta. Festeggia come un forsennato la qualificazione in Champions League, dimostrando di essere davvero attaccato a questa maglia. Marechiaro!

    Pagelle Inter

    Maicon 7 Tanta corsa, tanti ripiegamenti e ottime diagonali difensive. Tanta anche la sfortuna quando nel primo tempo colpisce un palo cercando un tiro a giro, con De Sanctis battuto. Addormentato anche lui nell’azione del gol del pareggio di Zuniga.

    Ranocchia 5 Stasera soffre moltissimo le accelerazioni di Lavezzi e Zuniga. Soprattutto non avendo un centrale veloce come Lucio al suo fianco. Dormita colossale sul gol del Napoli, quando Zuniga stoppa la palla, la perde in area e ha il tempo di battere a rete nell’incertezza generale della difesa nerazzurra. In quei casi spazzare è legge! Mancanza di esperienza.

    Eto’o 7 E stasera sono 35 gol stagionali. Roba da marziani, o roba da Eto’o! Supera anche Ronaldo nella classifica dei cannonieri nerazzurri e vede il suo vecchio record di 36 gol (con il Barcellona) sempre più vicino alla cancellazione. 101 Km/h di velocità per la sua bordata da fuori area. Un gol di rara bellezza, e straordinaria precisione. Ancora una volta te lo trovi a ricoprire il ruolo del terzino per aiutare i suoi compagni in fase di ripiegamento. Senza aggettivi per descriverlo!

    Milito 6,5 Un appunto per Moratti e per la dirigenza interista: Non vendere Milito, facendo una cosa affrettata. Stasera il Principe ha mostrato lampi di genialità, e giocate che ricordavano il Milito della passata stagione. Dribbling e movimenti che hanno mandato in tilt un’intera difesa. Solo il tempismo e la bravura di De Sanctis hanno negato l’emozione del gol al bomber argentino. 5 infortuni muscolari in un anno sono davvero tantissimi per un atleta che ha pagato la sfortuna e nella prossima stagione avrà voglia di dimostrare a suon di gol il suo reale valore.

    Kharja 5,5 Titolare dal primo minuto, ci si aspettava di più da lui. Sbaglia moltissimi appoggi e passaggi, non riuscendo mai ad essere incisivo come vorrebbe Leonardo. Anche in fase di copertura ci sono evidenti lacune, quando perde troppo spesso le marcature e non sale per fare pressing sui portatori di palla. Il riscatto deve guadagnarselo, e sicuramente non ci riuscirà giocando in questo modo anonimo.

  • Chievo – Udinese, le pagelle. Super Isla, muro Handanovic

    Chievo – Udinese, le pagelle. Super Isla, muro Handanovic

    Pagelle Chievo
    Sorrentino: 6,5 Il portierone del Chievo condisce una ottima prestazione l’ennesimo campionato da protagonista. La salvezza del Chievo passa dalle sue mani.

    Jokic: 4,5 Contro la Juve aveva impressionato, questa volta è impalpabile sia in fase difensiva che in quella offensiva-

    Fernandes: 6,5
    E’ un combattente a centrocampo ed è il più pericoloso per Handanovic.

    Dimitrijevic 7 Sicuramente il migliore dei suoi. Alla sua prima con la maglia del Chievo dimostra di avere qualità e di saper giocare a tutto campo.

    Pagelle Udinese
    Handanovic: 7 Non tantissimi pericoli ma se per Sorrentino vale la salvezza, le sue mani valgono la Champions.

    Isla: 7,5
    Timbra un gol importantissimo a coronamento di una stagione super che lo ha incoranato come uno de migliori esterni destri al mondo.

    Asamoah: 7 Un gregario di lusso, gli altri spesso durante la stagione rubano la scena oggi decide di farsi ricordare con il gol della tranquillità.

    Inler: 6,5
    Dicono sia in procinto di passare al Napoli, peril momento è una diga invalicabile prezioso in fase di non possesso, bravo nella fase di impostazione.

    Di Natale: 7 Sorrentino e un pò di sfortuna gli negano la gioia del gol ma la Champions per una grossa percentuale è sua.

    TABELLINO

    CHIEVO VERONA 0-2 UDINESE
    Isla (U) al 27′, Asamoah (U) al 75′.
    CHIEVO VERONA (4-3-1-2): Sorrentino 6,5; N.Frey 5,5, Cesar 5, Mandelli 6, Jokic 4,5 (61′ Constant 6); Fernandes 6,5, Guana 5,5, Marcolini 6; Dimitrijevic 7 (73′ Pulzetti sv); Thereau 6 (54′ Moscardelli 6), Pellissier 6. (Squizzi, Andreolli, Morero, Bogliacino). All.: Pioli.

    UDINESE (3-5-1-1):
    Handanovic 7; Benatia 6, Zapata 6, Domizzi 6,5; Isla 7,5, Asamoah 7, Inler 6,5, Pinzi 6,5, Armero 6; Abdi 5 (64′ Corradi 6); Di Natale 7(84′ Pasquale sv). (Belardi, Ekstrand, Badu, Sanchez, Denis). All.: Guidolin

    ARBITRO: Rocchi di Firenze

    AMMONITI: Constant (C), Abdi (U).

    UDINESE AD UN PUNTO DALLA CHAMPIONS LEAGUE

  • MotoGP, Le Mans: Rossi da 8 in pagella

    MotoGP, Le Mans: Rossi da 8 in pagella

    Diamo le pagelle ai protagonisti del GP di Francia.

    Stoner 10 : week-end perfetto: è nettamente il più veloce in tutti i turni di prove e stupisce per la facilità disarmante con la quale riesce a trovare subito il feeling con il circuito, qualsiasi esso sia. Dopo una prima parte passata a giocherellare con il compagno Dani, decide di salutarlo e di andare via a suon di giri veloci. L’episodio con De Puniet non rovina una prestazione impeccabile.

    Dovizioso 7,5: non diamo un voto molto alto al buon Dovi che ancora una volta si è dimostrato il meno in palla delle Honda ufficiali. Ma è da sottolineare il fatto che per la seconda volta consecutiva batte Valentino nel corpo a corpo (si, è vero, con una moto di gran lunga superiore) oltre al fatto che il compagno di marca Simoncelli gli fa un regalo grande cosi, buttando fuori Pedrosa, e, di fatto, anche se stesso.

    Rossi 8: Il ritardo dalle Honda è ancora troppo grande perchè Valentino possa permettersi di lottare per la vittoria. Ma in compenso oggi, grazie anche al regalo di Simoncelli, ottiene il suo primo podio stagionale con la Ducati, lottando ancora una volta con Dovi, e qualche passo avanti della sua moto lo si è intravisto, anche se è ancora troppo poco.

    Lorenzo 5,5: d’accordo, qualcuno dirà che ha corso in condizioni precarie a causa della caduta nel warm-up della mattinata, ma a chi attribuire la colpa dell’accaduto se non a lui? In più nel finale, quando potrebbe miracolosamente riacciuffare la seconda posizione, commette un’errore che lo relega all’ultimo posto nel terzetto con Dovi e Rossi. L’unica nota positiva è che mantiene la testa del mondiale con una Yamaha lontana anni-luce dalla Honda.

    Simoncelli 4: Per dirla alla Stoner, ha talento e non ha bisogno di queste manovre azzardate per arrivare in alto. Peccato, perchè Sic si era dimostarto velocissimo in tutto il week-end, e se c era qualcuno che poteva vestire il ruolo di anti-Stoner oggi, quello era proprio lui. Ma si vede che non ha imparato dagli errori del passato e, oltre a buttare al vento la sua gara, rovina anche quella del povero Pedrosa, che ancora una volta è costretto ad uscire in barella dal campo di battaglia.

    Pedrosa 7,5: Tiene testa a Stoner nella prima parte di gara, poi non regge il ritmo del canguro australiano e lo lascia andare via. A 11 dal termine comincia a battagliare con Simoncelli che senza pensarci due volte lo stende. L’infortunio occorsogli non gli impedirà di presentarsi al via del Gran Premio di casa a inizio giugno. Battagliero Dani

    De Puniet 2: vogliamo dare il voto anche al padrone e idolo di casa, che, dobbiamo dire la verità, oggi una gran figura non fa. La moto non lo aiuta tantissimo e in più ci mette del suo quando si stende a poche curve dall’inizio del Gran Premio. Sembra confuso, anche quando al mattino cambia traiettoria e rischia di centrare in pieno Stoner che nel frattempo arrivava da dietro a velocità supersonica. Vero che campione non lo è mai stato, ma potrebbe fare di più.

  • Le pagelle di Parma – Juventus 1-0

    Le pagelle di Parma – Juventus 1-0

    Le pagelle ai protagonisti di PARMA – JUVENTUS 1-0

    PARMA

    Mirante 6: inoperoso per tutta la gara, quando viene chiamato in causa, da Del Piero prima su calcio di punizione, e da Felipe Melo poi su un tiro reso insidioso da una deviazione, risponde presente.

    Paletta – Lucarelli 6.5: restano concentrati per tutti i 90′ i due centrali della squadra gialloblu che neutralizzano sia Matri che Del Piero.

    Morrone 7: il capitano gialloblu è il condottiero del centrocampo, spezza l’azione avversaria e dai suoi piedi riparte la manovra del Parma. Motorino infaticabile.

    Valiani e Modesto 7: le due ali ducali mettono in difficoltà i terzini della Juventus con una facilità incredibile. Valiani, stremato, viene sostituito da Angelo, Modesto sulla sinistra costringe Motta spesso al fallo.

    Giovinco 8: due gol all’andata, una al ritorno. La vendetta della Formica Atomica è servita. Del Neri e Marotta non hanno voluto puntare su di lui e il piccolo fantasista gialloblu fa vedere all’Italia intera che i due si sono sbagliati sul suo conto. E se poi consideriamo anche il coro che si è alzato in suo onore dal settore dei tifosi juventini la rivincita verso chi con ha creduto in lui è compiuta.

    Colomba 7: ha preso una squadra che stava andando piano piano alla deriva e l’ha condotta alla salvezza. Si è guadagnato ampiamente la riconferma del presidente Ghirardi.

    JUVENTUS

    Buffon 6.5: difficile dire se sul gol di Giovinco poteva farci qualcosa. Compie almeno due – tre interventi miracolosi che rispediscono al mittente le “critiche”, chiamiamole così, di John Elkann “Buffon? E’ un anno e mezzo che non gioca” aveva detto il rampollo di casa Agnelli. Forse è lui che da un anno e mezzo non vede giocare la Juve….

    Chiellini 5: in settimana aveva dichiarato la sua fedeltà alla società bianconera con le sirene provenienti da Madrid che sembrano farsi sempre più insistenti. Ma il centrale oggi va in difficoltà spesso sugli attaccanti emiliani. La sua è stata una stagione al di sotto delle aspettative.

    Martinez 4: completamente fuori dal gioco, troppo lento, sbaglia anche le cose più facili. Uno dei flop del mercato bianconero;a fine stagione andrà via ma dopo questa prestazione il numero dei possibili acquirenti diminuirà sicuramente.

    Felipe Melo 6: è il giocatore più pericoloso della Juve con due bolidi dalla distanza; vero, a centrocampo subisce un pò gli avversari ma è tutta la Juve che non gira. Almeno è l’ultimo ad arrendersi.

    Matri e Del Piero 5: insufficienze per i due attaccanti bianconeri. Oggi Del Piero costruisce poco e Matri non si fa quasi mai vedere.

    Del Neri 4: la prossima al 99.9% sarà l’ultima panchina da allenatore della Juventus. Non è riuscito a dare l’impronta alla squadra, anche oggi la Juve è parsa troppo rinunciataria. Ciò non vuol dire che sia un buon tecnico, ma sicuramente in questi 10 mesi non ha dimostrato di essere allenatore da Juventus. Chi sarà il suo successore?

    PARMA (4-4-2): Mirante 6.5; Zaccardo 6.5, Paletta 6.5, Lucarelli 6.5, Gobbi 6.5; Valiani 7 (77′ Angelo sv), Morrone 7 (86′ Obiora sv), Dzemaili 7, Modesto 7; Giovinco 8, Bojinov 6 (64′ Candreva 6.5).
    Allenatore: Colomba 7.
    JUVENTUS (4-4-2): Buffon 6.5; Motta 5, Barzagli 5.5, Chiellini 5, Grosso 5.5; Martinez 4 (66′ Toni 5), Giandonato 5.5 (53′ Traorè 5.5), Felipe Melo 6, Pepe 5 (72′ Salihamidzic sv); Matri 5, Del Piero 5.
    Allenatore: Del Neri 4