Il centrocampista colombiano FredyGuarin, unica nota positiva della passata stagione insieme all’arrivo del giovane Mateo Kovacic, allontana le voci di un suo possibile approdo alla Juventus autoeleggendosi nuovo condottiero dell’armata nerazzurra, lasciando dichiarazione al miele verso la Beneamata e stroncando sul nascere qualsiasi ipotetica voce circa una sua cessione. Il colombiano vuole prendere le redini del comando all’interno dello spogliatoio nerazzurro che nella prossima stagione sarà, con ogni probabilità, orfano di uno dei suoi leader più storici e carismatici come DejanStankovic di cui Guarin vuole essere l’erede sia dentro che fuori dal campo. Walter Mazzarri può quindi mettere una base solida per la costruzione della sua nuova Inter che tuttavia pare essere molto più difficile di quanto preventivato dal tecnico livornese con l’incertezza circa l’approdo indonesiano di Thohir ed una mancanza di liquidità oramai certa.
Queste le parole del centrocampista colombiano nell’intervista rilasciata a Futbol Total: “Non andrò via, io resto all’Inter. Voglio restare a Milano ho ancora molto da imparare e sono arrivato all’Inter solo un anno fa“, ed ancora, “L’Inter è un grande club e una grande squadra, sto giocando a Milano con l’intenzione di fare la storia“.
Sicuramente le parole del colombiano faranno molto piacere ai tanti tifosi interisti reduci da stagioni non proprio esaltanti e che contano di ritornare grandi sotto la guida del colombiano in campo e di Walter Mazzari in panchina. Intanto continuano le trattative condotte sempre da MarcoBranca che vorrebbe portare alla Pinetina due cardini del Catania dei miracoli della passata stagione. Il Direttore dell’area Tecnica nerazzurra è in vacanza a Taormina ed è stato ospite dell’Hotel Sea Palave di proprietà del presidente del CataniaNino Pulvirenti che comunque appare disponibile ad una trattativa non volendo però fare assolutamente sconti e chiedendo per la cessione del “Papu” Gomez e di Barrientos una cifra vicino ai venti milioni di euro.
Con la vittoria di misura maturata tra le mura amiche al cospetto dell’ostico Bologna di Pioli, il Catania consolida il 7° posto in classifica e si spinge neanche troppo inconsapevolmente verso una posizione in graduatoria in grado di garantirgli addirittura un posto nella prossima Europa League: un‘ambizione neanche più nascosta dal Presidente Antonino Pulvirenti, che rivendica legittimi proclami di grandezza. Del resto il Catania non costituisce nemmeno più una sorpresa per il nostro campionato. La squadra ha assorbito senza sbavature il passaggio di consegne da Vincenzo Montella a Rolando Maran, proseguendo un progetto tattico ambizioso e a quanto pare duraturo.
Il club non ha accusato oltre il dovuto l’addio in estate di Pietro Lo Monaco, colui che ha creato dalle basi il miracolo Catania, capace poi di proseguire anche senza le sue preziose indicazioni di mercato; il Catania può vantare un ruolino di marcia in campionato regolare, facendo del Massimino il proprio invalicabile fortino e rivendicando in più di un’occasione il ruolo di autentica ammazza-grandi. In classifica gli etnei tallonano nientemeno che l’Inter e la Fiorentina e almeno per il momento precedono sia la Roma che l’Udinese.
Rolando Maran, tecnico 40enne di Rovereto, è giunto alle falde dell’Etna con un bagaglio di esperienza importante forgiato nel difficile torneo cadetto alla guida di Cittadella, Brescia, Bari, Triestina,Vicenza e Varese, con cui ha sfiorato la promozione in Serie A lo scorso anno, sfuggita nei play-off soltanto di fronte alla Sampdoria. Da giocatore Maran, dopo gli esordi nel Benacense di Riva del Garda, è stato un pilastro del Chievo che si affacciava timidamente verso il grande calcio dal 1986 al 1995. La sua forza è costituita dall’umiltà, dalla capacità di fare gruppo e di saper gestire al meglio un ricco organico. La vera forza del Catania, ad ogni modo, è rappresentata dalla colonia argentina: ben 10 giocatori provenienti da Buenos Aires e dintorni che costituiscono l’ossatura di una Catania sudamericano tra tanto talento e “garra”. Alejandro “Papu” Gomez, Pablo Barrientos e Gonzalo Bergessio sono i veri oggetti del desiderio del calciomercato, ma fino a questo momento il Catania non ha ceduto alle tentazioni; tutti e tre provengono, seppur tra varie esperienze, da una significativa militanza nel San Lorenzo de Almagro, squadra di grande carattere e tradizione, mentre il portiere Andujar nel 2009 ha vinto la Copa Libertadores con l’Estudiantes de La Plata, il centrale Nicolas Spolli è stato una colonna del Newell’s Old Boys, mentre Pablo Alvarez è stato anche al Boca Juniors. Almiron è diventato più solido e continuo alle falde dell’Etna dopo un passaggio poco proficuo alla Juventus, mentre Lucas Castro (’89) è l’ultima scoperta e proviene dal Racing Avellaneda. Mariano Izco è al Catania dal 2006. Adrian Ricchiuti è invece un argentino fatto in casa: nato a Lanus, ma è in Italia dal 1994 quando esordì in Serie D con la Ternana. Anche se Pulvirenti ed i suoi collaboratore lavorano tantissimo e con risultati proficui anche con i giovani ed i meno giovani italiani, come testimoniano le scoperte di Marchese, Capuano, Bellusci, Biagianti e Lodi e di un Legrottaglie, ripartito dalla Sicilia con nuova linfa vitale.
Il vero artefice del miracolo rossoblu è comunque il Presidente Antonino Pulvirenti, alla guida del club etneo dal 2004, anche se la sua esperienza nel calcio è cominciata prima. Infatti, aveva negli Anni Novanta assunto al presidenza del Belpasso, la squadra del paese in cui vive. Quindi nel 1999 ha cominciato la propria esperienza con l’Acireale, condividendo idee e startegie con Pietro Lo Monaco. Tuttavia, nel 2004 ha abbandonato improvvisamente il club acese prima della semifinale dei play-off per la B contro la Viterbese per acquisire la società del Catania. In compagnia di Lo Monaco Pulvirenti ha conosciuto risultati esaltanti: promozione in Serie A e 7 campionati consecutivi in massima divisione, migliorando di stagione dopo stagione il proprio posto in classifica.
Il suo Catania è una società modello, con un centro sportivo costruito in proprio: il Torre del Grifo Village a Mascalucia. Del resto Pulvirenti è un imprenditore di non poco conto con svariati interessi in vari settori, dai supermercati Fortè ad un’industria chimica a Gela passando per gli alberghi di lusso, ma soprattutto presiede la holding Finaria con cui detiene la compagnia aerea Wind Jet ed il Catania Calcio appunto. Con lui il Catania ed i suoi tifosi possono sognare progetti ambiziosi, magari pensando di migliorare l’ottavo posto in classifica del ’61, del ’64 e del ’65 e questa volta, ne siamo sicuri, non ci sarà niente di clamoroso al Cibali.
All’Adriatico finisce 2-1 Pescara-Catania, anticipo della 18^ giornata di Serie A. Sesto punto sotto la gestione Bergodi per i padroni di casa, che agganciano la Samp al quattordicesimo posto. Prima è lo svedese Celik (classe ’90) a portare in vantaggio gli abruzzesi. Dopo la mezzora però l’argentino Barrientos ristabilisce il risultato di parità, firmando il momentaneo 1-1 su assist di Izco. Quando tutto sembra finito, ecco arrivare la gemma su calcio di punizione a tempo ormai scaduto di Togni, che regala tre punti pesantissimi in ottica salvezza al Pescara. Il Catania può recriminare avendo giocato per lunghi tratti meglio del Delfino, collezionando la prima sconfitta esterna dopo due successi consecutivi contro Siena e Parma. Classifica che comunque sorride ancora agli etnei, sempre all’ottavo posto a quota 25 punti.
PRIMO TEMPO – Prima frazione di gioco piacevole. E’ il Catania a farsi preferire sotto il profilo del gioco, sfiorando la rete del vantaggio con l’argentino Castro che centra il palo alla destra di Perin al 14° minuto. Dopo la paura iniziale viene fuori il Pescara. A sorpresa sono proprio i padroni di casa a sbloccare l’incontro grazie alla seconda rete stagionale dello svedese Celik su assist di Weiss, che di destro dal limite beffa Andujar per il momentaneo 1-0. Nel momento migliore però la squadra del Delfino subisce la rete dell’1-1 per opera di Barrientos al 35′. L’argentino è bravo a finalizzare un’ottima azione corale rifinita intelligentemente da Izco. Trovato il pareggio, gli etnei continuano a spingere senza però riuscire ad impensierire Perin prima dell’intervallo, con l’arbitro Romeo che manda le squadre negli spogliatoi sull’1-1.
RIPRESA – Il secondo tempo si apre con la pressione iniziale dei padroni di casa. E’ ancora Celik a rendersi pericoloso, ma lo svedese trova pronto Andujar. Rispondono gli uomini di Maran al 55′, quando Spolli chiama al grande intervento Perin. Nella respinta Marchese deposita in rete ma il gioco è fermo per il fuorigioco del terzino. L’arbitro annulla, sebbene la moviola indichi la posizione regolare del calciatore siculo. Nella parte centrale della ripresa i ritmi si abbassano notevolmente. Sono gli infortuni a tenere banco, con Modesto e Gomez costretti ad abbandonare il terreno di gioco, sostituiti rispettivamente da Zanon e Morimoto. Nel finale Bergodi si gioca anche la carta Caprari, che entra in campo al posto di Weiss. Per lo slovacco prestazione altalenante, nonostante l’assist per il vantaggio momentaneo di Celik nel corso del primo tempo. Ed è proprio l’ex giallorosso ad avere tra i piedi la clamorosa chance per il raddoppio, ma Andujar dice no. Le emozioni però non sono ancora finite all’Adriatico. Il pubblico di casa esplode al 95′, quando Togni su calcio di punizione regala un insperato successo.
Pagelle Pescara-Catania Perin 5,5: qualche sbavatura di troppo per il giovane portiere del Pescara, forse distratto dalle incessanti voci di mercato degli ultimi giorni. Weiss 5,5: non brilla nemmeno stavolta la stella del talentuoso calciatore slovacco ex Manchester City. Anche lui risente di radio-mercato? Celik 6,5: il più in palla dei suoi. Lo svedese classe ’90 segna il gol del momento vantaggio ed è l’unico reale pericolo per la retroguardia ospite. Gomez 6,5: il trio tutto argentino ha in Gomez l’elemento più quotato. Insieme a Castro fa letteralmente ammattire la difesa pescarese. Barrientos 6,5: segna la rete che illude la truppa di Maran, terza rete stagionale per il 27 enne argentino. Castro 6,5: insieme a Celik è il giocatore più brillante tra quelli scesi in campo all’Adriatico. Tanta corsa e qualità su entrambe le fasce. Colpisce anche un palo in avvio di partita.
Grande attesa per la partita tra Siena-Catania dove, nonostante non si tratti di un big match, la posta in palio è davvero importante: da una parte scenderanno in campo i locali che sono alla continua ricerca di punti per poter muoversi dall’ultima posizione occupata assieme al Pescara, mentre dall’altra ci sono i ragazzi di Rolando Maran che, dopo due sconfitte consecutive con Palermo e Milan, vogliono cercare di ritrovare la via della vittoria per ambire ad un posto in Europa.
I toscani, agguerriti come sempre, cercheranno di mettere il bastone tra le ruote ai siciliani che in trasferta fino ad ora hanno totalizzato solamente tre punti grazie ai tre pareggi: Lodi e compagni non sono infatti mai riusciti a vincere tra le mura dell’avversaria e questo influisce non poco anche a livello mentale. A complicare le cose per Maran sono anche le assenze di Barrientos e Bellusci, entrambi squalificati: in attacco il tecnico del club rossoazzurro ha quindi deciso di schierare Castro per comporre il tridente con Bergessio e Gomez.
Nonostante le assenze il Catania scenderà in campo a Siena per conquistare la posta in palio cercando di evitare cali di concentrazione come richiesto da Maran: dall’altra parte i locali guidati dal tecnico Cosmi vorranno di certo ben figurare davanti al proprio pubblico dimostrando ancora una volta di non meritare quest’ultimo posto, frutto soprattutto dei punti di penalità. Si prospetta dunque un match con i fiocchi quello tra Siena-Catania che andrà di scena alle 15.00 presso lo stadio Artemio Franchi.
I ragazzi di Maran confermano che al Massimino non c’è vita facile per nessuno e, dopo la brutta sconfitta rimediata a Bologna, si riprendono subito mettendo ko la squadra di Roberto Donadoni: Catania-Parma finisce infatti con un 2-0 che la dice lunga sul match disputato da entrambe le parti e dove a farla da padrona sono stati sicuramente i locali. Nemmeno il tempo di far sentire il fischio iniziale ai tifosi e il Catania mette a segno la prima rete facendo ben capire chi comanda: Barrientos per Gomez ed il gioco è fatto neanche dopo 2′ dall’inizio. Il tridente argentino funziona alla grande e il Parma, subito dopo aver subito la rete, si dimostra impaurito anche se nel pre partita Donadoni ha chiesto tutt’altro ai propri ragazzi.
La reazione però non si fa attendere: i gialloblù cercano di rialzare la testa ma si trovano di fronte ad una buona difesa e ad un ottimo Andujar. Il match continua su questi binari con il Parma che cerca il pareggio e il Catania che sfiora più volte il raddoppio fino al fischio di fine primo tempo.
Nella ripresa nessun cambio: Maran e Donadoni caricano i propri ragazzi per poter ingranare la marcia ma a quanto pare gli ospiti non riescono a trovare la via della rete. Le cose poi si complicano al 69′ quando Benalouane colpisce con una manata la faccia di Gomez e, causa il cartellino giallo preso neanche 7′ prima, si guadagna l’espulsione e lascia i compagni in inferiorità numerica. La strada si rivela essere tutta in discesa ora per i siciliani che dopo poco trovano il raddoppio: un’ottima azione porta infatti il Massimino ad esplodere per la seconda volta con Lodi-Izco-Bergessio che si rendono protagonisti di una bella giocata conclusa a rete da quest’ultimo. Così facendo il Catania si porta al quinto posto, posizionandosi dove nessuno pensava in questo avvio del campionato mentre il Parma si ritrova a dover fare i conti con gli ultimi posti della classifica che cominciano a preoccupare sempre più.
Sarà una settimana decisiva a Trigoria. La Roma ha deciso da tempo di richiamare Vincenzo Montella che fu scaricato dalla nuova società 12 mesi orsono per far spazio al progetto Luis Enrique. Il tecnico asturiano ha fallito e la Roma ripartirà dall’attuale allenatore del Catania, che conosce benissimo l’ambiente giallorosso visto che ci ha giocato parecchi anni. Il club giallorosso non demorde e nei prossimi giorni intende strappare al Catania Montella e non solo.
Il mercato inizia ad entrare nel vivo e nell’ambito dell’operazione che porterà l’aeroplanino sulla panchina della Roma potrebbero essere inseriti due pupilli del tecnico campano. Stiamo parlando di Alejandro Gomez e Pablo Barrientos, tutti e due reduci da una stagione più che soddisfacente con la maglia catanese. Infatti potrebbe essere proprio un giocatore a sbloccare questa estenuante trattativa tra Roma e Catania; Sabatini non ha intenzione di dare Crescenzi e Florenzi al club di Antonino Pulvirenti e quindi a fare le valigie dovrebbe essere un giocatore del club siciliano. In pole position ci sono proprio Papu Gomez e Barrientos che il presidente catanese cederebbe volentieri se arrivasse un’offerta adeguata. In seconda linea ci sono altri due calciatori del Catania molto stimati dall’ex giocatore della Roma ovvero Nicolas Spolli e Francesco Lodi.
Intanto a Roma farà presto ritorno David Pizarro dopo l’esperienza in prestito al Manchester City. Ecco le dichiarazioni del calciatore cileno: “Torno per restare. Non volevo muovermi per quest’anno, ma il rapporto con Luis Enrique non era buono ed ho deciso di accettare la chiamata di Mancini. Il mio desiderio è quello di concludere la mia carriera in Europa alla Roma e, per il momento, ho ancora un anno di contratto che affronterò con la massima motivazione”. Con Montella in panchina cambierà la musica?
A Roma potrebbe ritornare nei prossimi anni il baby Gianluca Caprari, fresco di promozione in A con il Pescara. L’attaccante classe 1993 da Gennaio è in prestito al Pescara dove ha realizzato 3 goal in 12 presenze e fece il suo esordio con la maglia della Roma in serie A e in Champions League proprio quando sulla panchina giallorossa sedeva Vincenzo Montella. Il Pescara ha intenzione di riscattare la metà del cartellino dalla Roma per 1,2 milioni e il giocatore potrebbe maturare completamente nel prossimo anno. Un altro giocatore che ha esordito in Serie A grazie a Montella è Alessandro Florenzi, centrocampista classe 1991 in prestito quest’anno al Crotone dove ha totalizzato 34 presenze e 11 marcature. Per adesso il giovane Florenzi pensa a chiudere al meglio il campionato di serie B con il Crotone culminato con la salvezza raggiunta ma l’anno prossimo potrebbe far ritorno alla base e riabbracciare l’allenatore che l’ha lanciato nel calcio che conta. Ecco le sue parole: “Stimo Montella, con lui ho fatto il mio esordio in Serie A. Il mio futuro alla Roma? Penso a chiudere la stagione alla grande con i miei compagni con il Crotone”
Intanto Walter Sabatini nel suo viaggio a Oporto ha strappato il sì di Jorge Rolando, 26enne difensore centrale del Porto, ma la richiesta del club lusitano è di 15 milioni di euro, cifra che la Roma punta ad abbassare nelle prossime settimane. Rolando è l’obiettivo numero uno per la difesa giallorossa, in seconda battuta c’è Matias Silvestre, difensore argentino del Palermo, ambito anche da Inter, Milan e Tottenham.
Tra Catania Milan spicca la prova del portiere argentino Carrizo, man of the match dell’anticipo pomeridiano della 30^ giornata di Serie A. Agli ospiti non basta un buon Ibrahimovic per conquistare i tre punti contro la squadra di Montella, che conferma di attraversare un grande periodo di forma. Maxi Lopez, entrato negli ultimi 10 minuti dell’incontro, non riesce ad incidere sull’esito finale. Da registrare l’ennesima prestazione positiva di Bonera. In vista della sfida di martedì contro il Barcellona, Allegri può essere felice per aver recuperato il terzino Abate, apparso durante tutti i 90′ minuti in ottima condizione. Nelle fila rossonere non brilla l’ex giallorosso Aquilani. Per Boateng un’ultima mezzora di gioco opaca.
Catania Milan 1-1, pagelle.
CATANIA Carrizo 7,5: il portiere argentino è autore di una prova strepitosa. Nel primo tempo nega il gol prima ad Emanuelson e poi ad Ibrahimovic. Nella ripresa compie altri tre interventi importanti che salvano il risultato. Spettacolare la presa in tuffo sul colpo di testa di Mexes, parata che a molti ha ricordato quella di Zoff ai Mondiali ’82 sul difensore centrale del Brasile Oscar. Imbattibile Spolli 6,5: grazie alla sua rete il Catania trova il meritato pareggio. L’argentino firma il secondo gol consecutivo nel giro di una settimana. Al San Paolo aveva dato il là alla rimonta sul Napoli, ieri un suo guizzo sugli sviluppi del calcio d’angolo battuto da Lodi ha fermato la corsa della capolista. Sentenza Lodi 7: è uno dei segreti di questa squadra. Dai suoi piedi passano tutte le azioni dei siciliani, alimenta il tridente d’attacco con verticalizzazioni degne del Pirlo di qualche anno fa. Non sarebbe una follia se Prandelli decidesse di portarlo agli Europei in programma fra due mesi. Genio Gomez 6,5: dalla sua fascia nascono i pericoli maggiori per la retroguardia rossonera. Sfortuna vuole che debba confrontarsi con il terzino migliore in Serie A. Esce sfinito nel corso della ripresa. Argento vivo Bergessio 5,5: meno lucido rispetto ad altre volte, va vicino al gol nel primo tempo con un colpo di testa che si spegne di poco alto sulla traversa. Contro Bonera e Mexes non riesce a trovare lo spunto vincente. Inspiegabile quando nella seconda frazione di gioco ruba una punizione da posizione ottima allo specialista Lodi, con risultati tutt’altro che invidiabili. Bischero
MILAN Abbiati 5,5: oltre al gol fantasma di Robinho, il portiere rossonero è l’altro giallo del Massimino. Esco, non esco? Alla fine decide di restare in campo, ma in occasione del gol di Spolli dimostra di non essere al 100%. Martedì al Nou Camp i tifosi del Milan si augurano che l’enigma sia risolto. Mistero Bonera 7: ultime partite da incorniciare per l’ex difensore del Parma. Al Cibali conferma l’ottimo periodo di forma che l’ha visto protagonista sia contro la Roma sabato scorso che nella sfida di Champions contro i blaugrana. Si candida seriamente per una maglia da titolare in terra catalana. Peter Pan Aquilani 5: rientrato due settimane fa da un lungo stop, il centrocampista rossonero non riesce ancora ad ingranare. Allegri gli concede 80′ minuti, nei quali l’ex giallorosso non combina nulla. Difficile rivederlo fra due giorni. Casper Ibrahimovic 7: non trova il gol, anche complice la prestazione monster di Carrizo, però l’assist che manda in porta Robinho vale da solo il prezzo del biglietto. Con un Ibra così il Milan può dormire sogni tranquilli. One man show Robinho 6,5: segna il momentaneo 1-0 per i rossoneri, dopo una pregevole finta che inganna il portiere avversario. Va a folate, non è ancora il giocatore dei primi mesi del 2012. Inoltre le notizie che giungono dagli Usa non sembrano portare liete novelle al brasiliano. Che sia giunta l’ora della panchina? Mister x
Oggi pomeriggio al Massimino si affrontano Catania Milan, match valido per la 30^ giornata di Serie A. Allegri pare intenzionato a fare un mini turnover in vista della sfida europea di martedì contro il Barcellona. Boateng dovrebbe partire dalla panchina, mentre Abate ha recuperato dallo stiramento ed è pronto a giocare titolare. I padroni di casa scendono in campo determinati ad accarezzare il sogno Europa League. I ragazzi di Montella son stati protagonisti di una stagione da record, e al momento occupano il settimo posto in classifica, a soli due punti dalla Roma di Luis Enrique. L’argentino Bergessio guiderà il tridente d’attacco etneo. Giornata speciale per Maxi Lopez, il grande ex della partita, che torna per la prima volta da avversario al Massimino.
GARA DECISIVA – Il tecnico del Milan l’ha definito l’incontro cruciale per le sorti del campionato. Quando mancano 9 gare al termine della stagione, il vantaggio sulla Juventus è di 4 punti. Se i rossoneri riusciranno a mantenere inalterato il distacco sui bianconeri, apporrebbero un mattoncino fondamentale verso la conquista del titolo di campione d’Italia per il secondo anno di fila.
NESTA RIPOSA – Nella lista dei 21 convocati per il match di Catania non figurano Nesta, Seedorf e Van Bommel. Non preoccupano le condizioni del difensore romano, tenuto a riposo precauzionale dopo il match di mercoledì scorso contro il Barca. Riposa anche Seedorf, titolare contro i blaugrana, mentre il connazionale Van Bommel potrebbe tornare di nuovo a disposizione per la sfida del Nou Camp in programma fra 4 giorni.
BOATENG IN PANCA – I rossoneri scenderanno in campo con il consueto 4-3-1-2. In porta Abbiati. In difesa Bonera sostituisce Nesta, con Mexes al suo fianco. Con ogni probabilità Abate partirà sulla destra dal primo minuto, mentre Antonini verrà dirottata sulla corsia di sinistra. Solo panchina per Mesbah. A centrocampo confermato Massimo Ambrosini dopo l’ottima prova nella partita contro gli uomini di Guardiola. Ritorna tra i titolari l’ex giallorosso Aquilani, con Nocerino che completa il reparto dei centrocampisti. Prince Boateng, apparso non al meglio mercoledì,si accomoderà in panchina, al suo posto Allegri schiera Emanuelson. In attacco l’unico punto inamovibile è rappresentato da Zlatan Ibrahimovic. Dietro lo svedese la corsa a tre fra El Shaarawy, Maxi Lopez e Robinho è stata vinta dal brasiliano che necessita forse di minuti per recuperare la condizione in vista della Champions League.
Curiosità Catania Milan sarà la prima di Stephan EL Shaarawy da giocatore del Milan a tutti gli effetti. Galliani e Preziosi da quanto svela Sky Sport hanno trovato l’accordo per la cessione a titolo definitivo per una cifra vicina ai 6 milioni di euro e l’intero cartellino di Merkel.
CINQUINA – Il Milan è alla caccia della vittoria numero 20 in campionato,e arriva da 4 successi consecutivi. L’ultima partita contro la Roma ha messo in evidenza lo strapotere dell’attaccante numero 11 rossonero, attuale capocannoniere del campionato con 22 reti in 23 presenze. Negli ultimi 4 incontri Ibra è andato a segno sette volte, con una media di quasi 2 gol a partita. Lo svedese si ripeterà anche al Massimino?
OCCHIO A QUEI TRE – Il Catania è in striscia positiva da sette giornate, con 15 punti guadagnati, frutto di quattro vittorie e tre pareggi. Numeri alla mano, la squadra di Montella è al momento una delle più in forma. Il pericolo più grande per la difesa del Milan è rappresentato dal tridente offensivo composto dagli argentini Gomez, Bergessio e Barrientos, che con la loro velocità possono mettere in crisi la retroguardia rossonera. Nel 4-3-3 dell’ex aeroplanino di Samp e Roma, a centrocampo troviamo Lodi, Almiron e Izco. In difesa invece torna Motta nel ruolo di terzino destro, con Marchese sul lato opposto. La coppia di centrali difensiva è composta dall’ex Legrottaglie e Spolli, mentre tra i pali ci sarà Carrizo. Una curiosità: nell’undici titolare anti-Milan, Montella schiera sette argentini e quattro italiani.
PRECEDENTI – Le ultime sfide fra le due formazioni al Massimino sorridono ai rossoneri. L’anno scorso i ragazzi di Allegri superarono l’ostacolo etneo con un sofferto 2-0, di Robinho e Ibra le reti che decisero l’incontro a favore del Diavolo. Nella passata stagione, quando sulla panchina del Milan sedeva Leonardo, i rossoneri espugnarono con lo stesso punteggio di 2-0 i padroni di casa. Identico risultato anche nell’ultimo anno di Ancelotti, con il Milan che passò 2-0 sul campo del Catania grazie alle reti di Inzaghi e Kaka. In totale le due squadre si sono affrontate 14 volte. Il bilancio è a favore dei rossoneri, che hanno conquistato 6 vittorie, 6 pareggi e perso soltanto in due occasioni. L’ultimo successo del Catania al Cibali contro il Milan risale al 1963. Montella riuscirà a sfatare un tabù che prosegue da mezzo secolo?
Il recupero della 22 giornata fra Cesena Catania termina con uno 0-0 che suona quasi da condanna definitiva per la squadra di casa. Un punto che consente ai romagnoli di raggiungere il Novara a quota 17 punti. La salvezza dista 12 punti, con altrettante gare da disputare da qui alla fine del campionato. L’incontro è stato pesantemente condizionato dall’espulsione nel primo tempo del bianconero Pudil, che viene espulso dall’arbitro Rocchi a seguito delle proteste per aver ricevuto un cartellino giallo ritenuto ingiusto dall’esterno ceco.
Il Catania ha avuto per larghi tratti il pallino del gioco in mano e soltanto la poca precisione dell’argentino Barrientos non ha consentito agli etnei di ottenere i tre punti, con i quali i rossoblu avrebbero raggiunto l’Inter al settimo posto in classifica. Nel finale espulso anche il centrocampista Almiron, per una testata al difensore Comotto. La squadra di Montella resta all’ottavo posto, a 3 punti dall’Europa League.
INIZIALE EQUILIBRIO – I primi 10′ minuti dell’incontro vivono su un equilibrio quasi matematico. Niente di trascendentale per entrambe le squadre, conforta però la determinazione mostrata dai padroni di casa che vanno al tiro con il centrocampista Colucci, schierato a sorpresa titolare dal tecnico Beretta. Dopo l’iniziale equilibrio la partita diventa cattiva, con i giocatori del Cesena che sentono la pressione del match da ultima spiaggia.
ROCCHI SHOW – Al 21° minuto arriva la svolta. L’esterno di sinistra bianconero Pudilinsulta l’arbitro Rocchi che non esita un istante ad estrarre il cartellino rosso. Il Manuzzi è in rivolta, e lo stesso allenatore dei padroni di casa inveisce contro il fischietto toscano. Rocchi invita Beretta ad abbandonare la panchina, con quest’ultimo che si avvia verso gli spogliatoi applaudendo ironicamente l’arbitro.
CATANIA NON PUNGE – Dopo l’espulsione la partita viene controllata abbastanza agevolmente dagli uomini di Montella, sebbene gli etnei non riescano a creare grossi pericoli ad Antonioli. L’estremo difensore bianconero compie solamente una facile parata sul colpo di testa dell’argentino Gomez. L’occasione più ghiotta capita nel finale del primo tempo a Motta, che tutto solo non riesce a girare in rete un bel cross del centrocampista Lodi.
BARRIENTOS SPRECONE – Nella ripresa il Cesena (senza Mutu, dentro il 18 enne Arrigoni) parte forte nonostante l’inferiorità numerica. Sugli sviluppi di un corner guadagnato da Iaquinta, Carrizo non è perfetto nella presa e per poco Rodriguez non beffa il portiere rossoblu. Quella del difensore bianconero rimane però un episodio isolato e gli etnei riprendono in mano le operazioni dell’incontro. Assoluto protagonista l’esterno destro Barrientos. L’argentino fallisce una buona occasione al 16′, quando conclude centralmente dal dischetto su assist di Gomez. Sempre Barrientos a metà ripresa ha sui piedi la palla del vantaggio etneo ma da pochi metri colpisce il palo esterno della porta difesa da Antonioli.
ANCHE ALMIRON ESPULSO – I padroni di casa, letteralmente scomparsi nei secondi 45′ minuti di gara, potrebbero capitolare allo scadere, ma Antonioli è bravo a evitare la beffa parando un tiro insidioso dell’onnipresente Barrientos. Nei minuti di recupero Almiron “perde” la testa e colpisce violentemente Comotto, che pochi attimi prima si era rivolto verbalmente al centrocampista argentino. Il risultato non cambia, il Cesena impatta sullo 0-0 contro il Catania e abbandona ogni residua speranza di salvezza.
Alla fine è arrivato. Andrea Pirlo va a segno per la prima volta nello Juventus Stadium e per la prima volta con la maglia bianconera anche se indossando quella rosa. Nell’anticipo di campionato contro il Catania di Vincenzo Montella la Juventus batte i siciliani per 3 reti a 1.
Montella ha preparato al meglio la partita arrivando a Torino con una squadra ben messa in campo, un 4-3-3 con in difesa due ex bianconeri, Motta e Legrottaglie, e uno a centrocampo, Almiron. Per Conte invece la scelta ricade sul 3-5-2 con Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, De Ceglie e Padoin preferito a Pepe, a supporto di Pirlo, Giaccherini e Marchisio. Coppia d’attacco affidata a Borriello e Quagliarella.
Juventus Catania, la partita. Inizia in salita il cammino verso la vittoria per gli uomini di Conte che solo dopo 4 minuti di gioco si fanno trafiggere da un tiro dal limite di Barrientos. Al 17′ è ancora il Catania a farsi pericolosa dalle parti di Buffon che si vede costretto a respingere su Almiron una palla minacciosa. Ma al 22′ scocca il momento di Pirlo, quello atteso da milioni di tifosi bianconeri. Atterrato al limite dell’aria da Motta, il regista si procura un calcio di punizione che trasforma subito in gioia per i presenti. Sul finale del primo tempo c’è anche spazio per due legni, uno colpito da Quagliarella e l’incrocio dei pali preso da Bergessio. Si va tutti negli spogliatoi sul punteggio di 1-1.
Al rientro Montella deve far fronte prima all’infortunio di Barrientos che sarà costretto a far spazio a Biagianti, e l’espulsione dell’ingenuo Motta per doppia ammonizione al 20′ della ripresa poi. Conte ne approfitta per sfruttare l’occasione di un possibile vantaggio richiamando in panchina De Ceglie per Vucinic e la mossa gli da ragione perchè, sebbene rischia di andare sotto nuovamente con un tiro di Almiron su invito di Gomez e su pasticcio di Bonucci, arriva il gol del 2-1 con Pirlo che serve per la zuccata di Chiellini. Dopo il vantaggio c’è spazio anche per Lichtsteiner al posto di Borriello e per la gloria di Quagliarella che lanciato in contropiede chiude definitivamente il match con la rete del 3-1, grazie anche all’errore di Kosicky.
La Juventus si riprende i due punti che mancavano ormai da due partite, riconquistando anche la vetta della classifica (con una partita ancora da recuperare) a + 2 dal Milan che oggi affronterà il Cesena.