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  • NBA, Odom va a Dallas e Bryant si infuria

    NBA, Odom va a Dallas e Bryant si infuria

    La cessione di Lamar Odom ai Dallas Mavericks ha lasciato il segno nello spogliatoio dei Los Angeles Lakers, ancora di più pensando che furono proprio i Mavs di Dirk Nowitzki ad eliminare con un secco 4-0 qualche mese fa i gialloviola nei playoff NBA tappa cruciale per la squadra texana vista la vittoria in Finale contro i Miami Heat.

    Kobe Bryant | © Ronald Martinez/Getty Images

    Kobe Bryant, stella indiscussa della franchigia californiana, è letteralmente furioso per l’ultima operazione di mercato condotta dalla dirigenza losangelina. Il numero 24 non le ha mandate di certo a dire:

    A essere sinceri questa cosa non mi piace, non mi piace per niente. E’ difficile perdere Lamar. Si pensava che dovessimo ritornare competitivi per rifarci della sconfitta con i Mavs nei playoff dell’ultimo campionato, ma così è dura. Non credo proprio che Mark Cuban (proprietario dei Mavericks e primo indiziato a far saltare l’approdo di Paul nella “città degli angeli”) si lamenti di questo affare. Odom ha giocato alla grande nell’ultimo campionato. L’ultima stagione è stata la migliore per lui, non era affatto distratto e ha dato tutto in campo. Conosco Lamar da tanti anni, la sua versatilità e la sua personalità hanno significato tanto per la squadra. La sua presenza è importante nello spogliatoio, anche solo se pensiamo alla chimica. Lui è speciale quando si tratta di fare gruppo

    L’umore è molto basso nello spogliatoio dei Lakers dopo lo stop al trasferimento del playmaker Chris Paul dai New Orleans Hornets imposto dallo stesso commissioner Stern, pare su sollecitazione di alcuni proprietari NBA (il regista ora è vicinissimo ai cugini dei Los Angeles Clippers), a cui ora si aggiunge la grave perdita di Odom (oggi Dallas ha annunciato la firma dell’accordo con l’ala). Il 32enne giocatore, premiato quest’anno come miglior sesto uomo della Lega, la scorsa stagione ha avuto una media di 14,4 punti e 8,7 rimbalzi nelle 82 partite giocate con Los Angeles. Ora l’obiettivo per rinforzare la squadra è un certo Dwight Howard, centro degli Orlando Magic, universalmente riconosciuto come il più forte al momento in NBA. Howard ha anche facilitato il compito al General Manager dei Lakers chiedendo ufficialmente nelle ultime ore la cessione al team della Florida. I gialloviola dovranno cercare in tutti modi di accaparrarsi il giocatore battendo la pericolosa concorrenza di New Jersey Nets e Chicago Bulls (che si sono inseriti prepotentemente nelle ultime ore), anche perchè la perdita di Odom indebolisce sostanzialmente la squadra e non di poco.

    Situazione critica anche per lo spagnolo Pau Gasol, che in questi giorni si è allenato con la squadra ma è di umore nero dato che ha capito che la dirigenza vuole scaricarlo sul mercato per un eventuale affare.

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  • NBA, Dwight Howard vuole lasciare gli Orlando Magic

    NBA, Dwight Howard vuole lasciare gli Orlando Magic

    Dwight Howard, centro degli Orlando Magic, attualmente il più forte nel suo ruolo nell’intera NBA, ha chiesto ufficialmente la cessione alla dirigenza della sua squadra. Si prevedono dunque giorni infuocati ad Orlando dopo le dichiarazioni del giocatore che ha espresso il suo desiderio anche alla stampa locale.

    Dwight Howard, Orlando Magic | © Kevin C. Cox/Getty Images

    La franchigia della Florida ha dato così  il permesso al procuratore di Howard di trattare con 3 club ma non ha fissato la data entro la quale dovrebbe avvenire il trasferimento. I team interessati sono i New Jersey Nets, che mirano all’acquisto del centro per cercare di trattenere nel roster anche il playmaker Deron Williams che a fine anno sarà free agent, i Dallas Mavericks, ora più defilati dopo l’acquisto di Lamar Odom dai Lakers, e gli stessi gialloviola che preso atto delle dichiarazioni di Howard hanno decisamente cambiato obiettivo sul mercato, mettendo da parte (o meglio rinunciando quasi definitivamente) alla trade che avrebbe portato Chris Paul dai New Orleans Hornets in California per mettere nel mirino proprio l’atleta nato ad Atlanta. In questa ottica infatti va letta la cessione di Odom ai campioni in carica dei Mavericks, dal quale sono state ottenute diverse scelte nei prossimi Draft che dovrebbero finire ad Orlando in un pacchetto comprendente anche l’ala grande Pau Gasol ed il centro Andrew Bynum.

    Per i Magic sarebbe proprio questa l’offerta migliore dato che permetterebbe di mantenere sempre una buona competitività all’interno della Lega con l’acquisizione di 2 giocatori molto forti e validi. L’offerta dei Nets prevede invece l’inserimento del centro Brook Lopez, di 2 prime scelte future ed eventualmente di un altro giocatore del roster ad eccezione di Deron Williams. Ma non è da sottovalutare nelle ultime ore l’inserimento dei Chicago Bulls che avrebbero offerto al team di coach Stan Van Gundy qualsiasi atleta nella loro rosa ad eccezione del solo Derrick Rose che nelle intenzioni della dirigenza dovrebbe formare un’accoppiata fenomenale con Howard. Situazione in evoluzione, nelle prossime ore si attendono grosse novità.

    Per completezza riportiamo le dichiarazioni di Howard ai giornalisti dopo il primo giorno di training camp dei Magic:

    Non si può premere il tasto “reset”. Questo non e’ “Call of Duty” (esplicito riferimento al videogame del momento), lì quando muori, ricominci. Qui è totalmente diverso: non posso riportare indietro il tempo. Ho fatto tutto per questa città. Non penso che la gente capisca quanto amo questa città. Se ora mi odiate perché voglio cambiare allora non mi avete mai amato!

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  • NBA, Lakers su Howard. Miami tenta Oden

    NBA, Lakers su Howard. Miami tenta Oden

    Venerdì 9 dicembre il mercato NBA aprirà ufficialmente ma in questi giorni sono già tante le voci di possibili trattative tra le squadre. Sulla cresta dell’onda c’è sempre Dwight Howard, centro degli Orlando Magic, a cui scadrà il contratto alla fine di questa stagione. “Superman” non sembra intenzionato a rifirmare con la franchigia della Florida (fatale la sconfitta nel primo turno playoff dello scorso torneo contro gli Atlanta Hawks) essendosi ormai convinto che sarebbe difficile arrivare a vincere il titolo con il suo attuale team e starebbe vagliando con attenzione le offerte pervenute al suo agente in modo da scegliere poi la squadra potenzialmente migliore per puntare alla vittoria del campionato. I più interessati all’acquisizione di Howard sono i Los Angeles Lakers che se riuscissero nel colpaccio porterebbero via da Orlando un altro grande centro dopo aver strappato qualche anno fa, a suon di milioni di dollari, Shaquille O’Neal. La storia potrebbe (il condizionale è comunque d’obbligo vista la lunga lista di pretendenti) ripetersi dato che i Magic non vogliono assolutamente perdere a parametro 0 il loro giocatore simbolo il che significherebbe l’ennesima ricostruzione della loro giovane storia. I gialloviola sono pronti a mettere sul piatto della trade 2 giocatori da scegliere in una rosa di 3 ed i nomi sono di tutto rispetto dato che comprendono il centro Andrew Bynum, ragazzo dalle numerose qualità e potenzialità, un pò fragile fisicamente ma sempre uno dei migliori nel suo ruolo, l’ala grande di nazionalità spagnola Pau Gasol, giocatore su cui tecnicamente non si può discutere ed infine il versatile Lamar Odom. Lo scambio permetterebbe ai Lakers di avere un atleta dominante come nessun altro in NBA a centro area ed ai Magic di restare sempre altamente competitivi. Secondo alcune fonti il trasferimento dovrebbe essere praticamente fatto ma attenzione agli inserimenti di altri team dell’ ultima ora dato che ad Orlando comunque conviene scatenare un’asta per ottenere quanto più possibile dalla cessione di Howard.

    Dwight Howard, Orlando Magic | © Kevin C. Cox/Getty Images

    Sempre a proposito di centri si sta facendo strada prepotentemente la voce che vede i Miami Heat dei “Big Three” Wade-James-Bosh interessati allo sfortunato centro dei Portland Trail Blazers Greg Oden. L’ex Ohio State University, prima scelta assoluta di Portland al Draft del 2007, paragonato da molti esperti a Shaquille O’Neal per l’impatto che avrebbe potuto avere nella Lega e per la potenza fisica fuori dal comune assimilabile a quella del giovane Shaq nelle sue migliori stagioni ai Magic ed ai Lakers, in 4 stagioni è riuscito a scendere in campo solo per 82 partite (in pratica un solo torneo su 4) a causa di gravissimi infortuni ad entrambe le ginocchia. A gennaio è previsto il suo ennesimo ritorno sul parquet ma ai Blazers sono indecisi sul da farsi visto che il giocatore è free agent con restrizione, ovvero libero sul mercato ma pareggiando l’offerta migliore che perverrà all’agente del centro la squadra dell’Oregon potrà tranquillamente tenerlo in squadra avvalendosi del suo diritto. Miami ha evidenziato nell’ultima stagione grandi problemi a centro area e seppur sia arrivata in Finale (persa però contro i Mavericks di Dirk Nowitzki) punta ad un massiccio rafforzamento del roster. Un Oden in salute sarebbe l’ideale, non solo per gli Heat ma per qualsiasi franchigia NBA. Tuttavia l’incognita sulle sue reali condizioni fisiche sono tante e permangono nonostante le rassicurazioni dello staff sanitario dei Blazers. Il team della Florida potrebbe usare la sua eccezione salariale da 5 milioni di dollari all’anno per strapparlo ai biancorossoneri, staremo a vedere l’evolversi della situazione.

    Restano sul mercato altri 2 centri di rilievo, Tyson Chandler che ha rifiutato la proposta di rinnovo dei Dallas Mavericks campioni in carica ritenendola troppo bassa e Marc Gasol, fratello minore di Pau, che sta valutando il prolungamento di contratto con i Memphis Grizzlies anche se la prima offerta della franchigia del Tennessee non ha soddisfatto del tutto lo spagnolo.

    Chiudiamo il discorso mercato parlando di un grandissimo giocatore come Grant Hill: la 39enne ala piccola, nell’ultima stagione ai Phoenix Suns, non sembra accusare il peso dell’età che avanza e dopo l’ottima regular season con la squadra dell’Arizona starebbe pensando ad un team di vertice per chiudere la carriera magari vincendo un titolo. Se Chris Paul andasse ai New York Knicks (rendendo quindi gli arancioblu una seria pretendente all’anello) il suo ingaggio da parte della franchigia della Grande Mela sarebbe cosa certa per unirsi al fantastico trio che si formerebbe con Paul in cabina di regia, Carmelo Anthony star indiscussa del Madison Square Garden ed Amar’è Stoudemire a dominare a centro area. Hill darebbe qualità ed esperienza ad una panchina molto carente come quella dei Knicks, ma su di lui attenzione alle mosse di Chicago Bulls e Los Angeles Clippers.

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  • NBA, prime voci di mercato per Dwight Howard e Chris Paul

    NBA, prime voci di mercato per Dwight Howard e Chris Paul

    Manca ancora qualche giorno per l’apertura del mercato NBA ma già iniziano a rincorrersi ed imperversare le prime voci di trattative tra le squadre. I giocatori più “chiacchierati” sono i 2 più importanti cestisti che a fine anno diventeranno free agent, ovvero Dwight Howard degli Orlando Magic e Chris Paul dei New Orleans Hornets.

    Chris Paul e Dwight Howard | © Sam Greenwood/Getty Images

    Iniziamo col parlare della situazione di Howard che sembra l’indiziato numero 1 a cambiare maglia in vista della stagione: il centro dei Magic è appetito in particolar modo dai New Jersey Nets e dai Los Angeles Lakers. I Nets metterebbero sul piatto un’offerta irrinunciabile che prevede uno scambio con il pari ruolo Brook Lopez a cui aggiungerebbero 2 prime scelte in vista dei prossimi Draft. Inoltre sarebbero pronti ad accollarsi il pesante contratto di Hedo Turkoglu dando un pò di respiro al pesante salary cap accumulato negli ultimi anni dalla franchigia della Florida. I gialloviola propongono invece uno scambio con Andrew Bynum, centro di grande livello ma fragile nel fisico, o in alternativa con Pau Gasol. La scelta è tutta dei Magic che dovranno decidere se sia più conveniente cercare di vincere quest’anno il titolo con Howard in squadra e poi magari perderlo a 0 sul mercato oppure approfittare di una contropartita tecnica di valore subito però riducendo le potenzialità del team.

    Sempre i californiani monìtorano con attenzione anche la situazione di un altro pezzo da 90 in procinto di lasciare la sua squadra, ovvero il playmaker Chris Paul: i nomi per lo scambio sono i soliti, Gasol o in alternativa Bynum ma il regista compagno di squadra di Marco Belinelli, che ha già rifiutato una proposta dei Boston Celtics che proponevano uno scambio alla pari con il play Rajon Rondo, sembra avere in mente solo i New York Knicks dei suoi amici Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire. Un grande trio che metterebbe i newyorchesi in pole per la conquista dell’anello! Paul non firmerà il rinnovo di contratto con New Orleans quindi bisognerà trovare presto una soluzione.

    A proposito di Rajon Rondo i Celtics sembrano intenzionati a scaricarlo (senza motivi validi peraltro dato che il piccolo numero 9 è uno dei migliori giocatori di Boston) e stanno parlando con i Thunder per una trade che prevede il ritorno in Massachusetts di Kendrick Perkins, ceduto proprio ad Oklahoma City un pò troppo frettolosamente lo scorso febbraio per motivi contrattuali. Insieme a lui in maglia bincoverde arriverebbe l’atletico play Russell Westbrook  (ai ferri corti con la Star Kevin Durant per motivi di leadership all’interno del team), mentre in Oklahoma, oltre a Rondo, ritornerebbe Jeff Green, pedina di scambio già nell’affare Perkins nei mesi scorsi. Il G.M. Sam Presti però non sarebbe totalmente convinto dall’operazione.

    Tyson Chandler non sembra intenzionato a rimanere ai Dallas Mavericks: il centro texano ha fatto sapere che si aspetta di iniziare il training camp con una nuova squadra (i motivi sarebbero principalmente economici dato che Dallas non accontenterà le sue richieste di rinnovo contrattuale). Il destino di Brandon Roy ai Blazers è segnato: a causa di un contratto troppo oneroso e delle ginocchia troppo fragili che ne mettono a rischio la carriera a Portland avrebbero deciso di esercitare la nuova clausola “Amnesty” per scaricare la guardia e risollevare il salary cap. Le pretendenti (ma a cifre molto più basse) non mancano certo con Minnesota Timberwolves, Chicago Bulls e Golden State Warriors in prima fila. Da monitorare anche la situazione su Greg Oden che potrebbe subìre la medesima sorte per i noti problemi alle rotule delle ginocchia. Un vero peccato per i Blazers che sui 2 giocatori circa 3 anni fa avevano deciso di costruire un futuro luminoso per la franchigia dell’Oregon.

    Un altro giocatore appetibile sul mercato è Marc Gasol, fratello del ben più noto Pau, esploso negli ultimi playoff con i Grizzlies: Memphis propone per il rinnovo del contratto 5 milioni di dollari a stagione mentre lo spagnolo ne vorrebbe quasi il doppio ovvero 9. In Tennessee pensano anche alla cessione della stella Rudy Gay per rinforzare il roster in vista della stagione ormai alle porte.

  • NBA: I voti della stagione. Southeast Division

    NBA: I voti della stagione. Southeast Division

    L’analisi della stagione della Eastern Conference si conclude con la Southeast Division, dopo che nei giorni scorsi avevamo fatto il punto sulla Central e sull’Atlantic Division.

    ATLANTA HAWKS: 7. La stagione degli Hawks può dirsi senza dubbio positiva. Nonostante un record poco entusiasmante in regular season (44-38) Atlanta è stata l’unica squadra della Eastern Conference, nel primo turno dei playoff, a sovvertire il pronostico avverso, che vedeva favoriti gli Orlando Magic con il vantaggio del fattore campo, eliminandoli con il risultato di 4-2. Anche nel turno successivo la squadra della Georgia ha sfiorato l’impresa contro il team con il miglior record della Lega, i Chicago Bulls, ma alla fine Joe Johnson e compagni si sono dovuti inchinare ad uno straordinario Derrick Rose che ha condotto la sua squadra in Finale di Conference contro Miami. Dopo questi risultati Atlanta spera di migliorare ulteriormente nella prossima stagione. Anche se il rischio di perdere giocatori importanti in questa off season è alto dato che Jamal Crawford probabilmente andrà via e Josh Smith, uno dei punti fermi degli Hawks, nativo proprio di Atlanta, non è più tanto sicuro di restare e far parte del gruppo. La formazione per come è strutturata ora è di ottimo livello ed ogni ruolo, oltre ad avere un interprete di grande impatto ed esperienza, è coperto bene anche da ottimi rincalzi in panchina. Sarebbe un peccato vedere una squadra così competitiva perdere un pezzo alla volta per tornare nel limbo dell’anonimato in cui gli Hawks hanno vissuto per molte stagioni prima di ricostruire qualche anno fa tramite scelte oculate di mercato e buone intuizioni al Draft. Tuttavia, per una franchigia che non ha forti investitori, il bilancio ed il rispetto della soglia del salary cap sono un’esigenza primaria, non resta che vedere come si comporterà la dirigenza e quali decisioni verranno prese.

    nba.com

    CHARLOTTE BOBCATS: 4,5. Una delle poche squadre della NBA su cui si ha una certezza: assenza di progetto tecnico! Dopo aver conquistato i playoff per la prima volta nella loro breve storia (sono stati fondati nel 2004 come expansion team dopo la fuga degli Hornets a New Orleans) nello scorso campionato (con uno sweep subìto da parte degli Orlando Magic per 4-0), a Charlotte hanno pensato bene di distruggere tutto quello che di buono si era fatto negli anni precedenti: perso sul mercato dei free agent un ottimo playmaker come Raymond Felton, i ‘Cats hanno svenduto il centro Tyson Chandler, finito a Dallas in cambio di poco e niente, che è diventato un pilastro essenziale nella squadra di Dirk Nowitzki, prezioso elemento nella conquista del titolo da parte dei Mavs, secondo molti esperti diventato nel giro di una sola stagione il secondo centro più forte della Lega dietro al solo Dwight Howard. Da tutto ciò si capisce come risulti incomprensibile l’operato della dirigenza della franchigia del North Carolina, e parecchie critiche sono piovute sulla testa di Michael Jordan, presidente del team che non ha dimostrato di possedere (finora) qualità manageriali di primo piano. Il futuro dei Bobcats non appare roseo e la squadra pare destinata a vivere ancora stagioni di anonimato, anche perchè la città di Charlotte non riscuote molto fascino nei giocatori come potrebbero avere altre grandi città. L’unica speranza è cercare di attirare qualche top player grazie alla presenza proprio di Jordan, il più grande giocatore di basket di tutti i tempi, anche perchè se il roster del team restasse questo non ci saranno grandi prospettive di crescita.

    MIAMI HEAT: 8. La squadra della Florida nello scorso mercato ha fatto “tabula rasa” riducendo al minimo i giocatori in squadra per poter avere molto spazio salariale e prendere sul mercato degli agenti liberi 2 fenomeni come LeBron James e Chris Bosh oltre a poter riconfermare il leader Dwyane Wade. Poi si è passati a mettere sù un supporting cast soddisfacente per i 3 fenomeni, ma tutto ciò non ha portato i risultati sperati, ovvero il titolo NBA, perso in Finale, nonostante il vantaggio del fattore campo, contro i Dallas Mavericks, in una riedizione della Finale del 2006, dove i Mavs e Nowitzki si sono presi la rivincita a discapito della squadra rossonera. In tanti davano ad inizio stagione Miami come favorita al titolo assieme a Boston e Lakers e tra queste squadre gli Heat hanno avuto il merito di essere quella arrivata più avanti. L’inizio di campionato non è stato dei migliori anche perchè la chimica tra i giocatori era tutta da perfezionare, ma con il passare del tempo Wade e compagni hanno fatto vedere tutto il potenziale con filotti di vittorie di 10 o più partite che hanno portato un buon record finale di 58 vittorie e 24 sconfitte. Anche nei playoff il team si è comportato egregiamente annientando gli avversari con secchi 4-1 (prima Philadelphia, poi Boston ed infine Chicago) rendendo il proprio parquet un fortino inespugnabile fino a quando sul loro cammino non sono arrivati i Mavericks: qui qualcosa si è rotto (o meglio non sono state prese le adeguate contromisure contro Dallas) il che ha portato Miami a soccombere nella finalissima per il titolo. Il voto alto nonostante la sconfitta deriva anche dal fatto che Miami ha comunque intrapreso una via che viste le grandi potenzialità potrebbe portare la squadra di James e Wade al titolo nei prossimi anni, a patto che coach Spoelstra (molto criticato dagli esperti NBA per le scelte fatte in Finale), oltre all’ottimo sistema difensivo dimostri di essere in grado di mettere sù anche un dignitoso sistema offensivo che èsuli puramente dal talento fisico e tecnico dei suoi “Big Three”. Se ciò si verificasse sarebbe Miami la squadra da battere nel futuro prossimo, un team che farebbe paura a qualsivoglia avversario che incroci la loro strada.

    ORLANDO MAGIC: 6. Il voto deriva dalla media della stagione regolare (un 7 pieno merito del record di 52 vittorie e 30 sconfitte) e la pessima prestazione al primo turno playoff (voto 5) con l’eliminazione subìta per mano di Atlanta. Non ci sono scuse per i Magic che hanno rivoltato nel corso della stagione la squadra come un calzino portando in Florida Jason Richardson ed il figliol prodigo Turkoglu cedendo la riserva di Howard, Marcin Gortat, Vince Carter e Pietrus ai Phoenix Suns. E’ stato agginto anche un top player (un pò caduto in disgrazia negli ultimi anni per via di guai fisici e legali) come Gilbert Arenas preso dai Wizards in cambio di Lewis ma tutto ciò non solo non ha portato miglioramenti ma ha fatto regredire il livello di gioco raggiunto in questi anni dalla squadra di coach Stan Van Gundy (e tutto questo lo si è visto nella serie contro Atlanta). Per Orlando il futuro ha un grosso punto interrogativo dato che nell’Estate 2012 il giocatore franchigia, il centro Dwight Howard, potrebbe essere libero di cercarsi una nuova squadra e secondo le ultime dichiarazioni non ha intenzione di rinnovare il contratto con i Magic. Ragion per cui il prossimo anno si aprono 2 strade: una è quella di cedere Howard per qualcosa di buono (come fatto da Denver con Carmelo Anthony) e non restare a bocca asciutta per diventare un team come Cleveland e Toronto dopo gli addii di James e Bosh con conseguenze catastrofiche, oppure tenere duro e cercare di arrivare a vincere il titolo per invogliare Howard a restare in una squadra vincente. Al momento Orlando ha bisogno di qualche ritocco per competere contro i cugini degli Heat e delle altre potenze della Lega, ma con delle buone operazioni di mercato nessun obiettivo pare vietato alla formazione che dopotutto ha un vantaggio rispetto a tutte le altre, ovvero contare sul centro più forte della NBA che non è cosa da poco.

    WASHINGTON WIZARDS: 5. Squadra in ricostruzione i Wizards, che con un pò di fortuna lo scorso anno dal Draft sono riusciti a prendere un fenomeno come John Wall che già in questo primo campionato ha mostrato lampi di classe accecante. Ci saranno da definire parecchie scelte anche nel corso della nuova stagione, come un nuovo coach e chi affiancare a Wall per avere un grande progetto tecnico per il futuro. Saranno scelte non facili ma inevitabili per la costruzione della squadra del futuro. Tra le squadre ultime classificate Washington è stata una di quelle con il record casalingo meno peggio (20 vittorie e 21 sconfitte) ma ha da “aggiustare” parecchie cose in trasferta (3 vinte e 38 perse!) dato che mette in evidenza come i Wizards siano stati la peggiore squadra esterna della NBA. Dal Draft arriverà, quest’anno, la sesta scelta assoluta, serve un buon giocatore che si integri alla perfezione con Wall, il futuro nella Capitale dipende anche (ma non solo) da questo.

    LEGGI I VOTI DELL’ATLANTIC DIVISION

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  • NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    Un piccolo messaggio sul suo profilo personale di Twitter, così Shaquille O’Neal ha deciso di dire basta al basket giocato e ringraziare i tifosi di tutto il mondo.

    • Ragazzi, è andata. Dopo 19 anni ho deciso di smettere. Lo voglio comunicare prima a voi tifosi perchè mi avete sempre sostenuto e ci tengo a ringraziarvi

    Queste le parole del centro dei Boston Celtics che chiudono 19 anni di una carriera straordinaria ed a tratti irripetibile. Per molti Shaq ha rappresentato il primo vero centro dominante dopo l’era Jabbar, unico nei suoi modi di fare e come comunicatore.

    L’ultima parola però potrebbe anche non essere scritta dato che la sua attuale squadra, i Celtics, non hanno nè confermato, nè smentito le intenzioni di O’Neal.

    Shaq fu scelto al draft del 1992 dagli Orlando Magic. Nel 1996 passò ai Los Angeles Lakers, squadra in cui rimase fino al 2006 e con cui vinse 3 titoli. Furono i litigi con l’altra star gialloviola Kobe Bryant ad indurre il centro a cambiare aria e a passare nel 2004 ai Miami Heat. Nel 2006 O’Neal vinse il suo quarto ed ultimo anello. Le ultime squadre con cui ha giocato sono state i Phoenix Suns, i Cleveland Cavaliers e i Boston Celtics.

  • NBA: Ufficializzati i migliori quintetti della stagione

    NBA: Ufficializzati i migliori quintetti della stagione

    La NBA ha comunicato i 3 migliori quintetti stagionali. Questi i risultati dopo le votazioni dei 119 aventi diritto (tra parentesi squadra di appartenenza e punti totalizzati nelle votazioni)

    Migliore quintetto NBA:

    PG: Derrick Rose (Chicago Bulls-593 punti)
    SG: Kobe Bryant (Los Angeles Lakers-551 punti)
    SF: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder-492 punti)
    PF: LeBron James (Miami Heat-595 punti)
    C: Dwight Howard (Orlando Magic-593 punti)

    Secondo quintetto NBA:

    PG: Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder-184 punti)
    SG: Dwyane Wade (Miami Heat-392 punti)
    SF: Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks-437 punti)
    PF: Pau Gasol (Los Angeles Lakers-259 punti)
    C: Amar’è Stoudemire (New York Knicks-258 punti)

    Terzo quintetto NBA:

    PG: Chris Paul (New Orleans Hornets-157 punti)
    SG: Manu Ginobili (San Antonio Spurs-106 punti)
    SF: Zach Randolph (Memphis Grizzlies-67 punti)
    PF: LaMarcus Aldridge (Portland Trail Blazers-135 punti)
    C: Al Horford (Atlanta Hawks-62 punti)

    Da notare che solo Lebron James ha ottenuto l’unanimità dei voti da primo quintetto.

  • NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    NBA: Annunciati i migliori quintetti difensivi

    La NBA ha reso noti i 2 migliori quintetti difensivi della stagione.

    Il voto era riservato ai 30 allenatori della Lega. Ogni coach aveva l’obbligo di votare 2 guardie (un playmaker ed una guardia tiratrice), 2 ali (ala piccola ed ala grande) ed un centro per il primo quintetto ed altrettanti giocatori per il secondo quintetto. Non c’era facoltà, però, di assegnare il voto per i giocatori della propria squadra.
    Ecco i risultati (tra parentesi i punti ottenuti dai giocatori e la squadra di appartenenza):

    PRIMO QUINTETTO DIFENSIVO

    Rajon Rondo (Boston Celtics – 39)
    Kobe Bryant (Los Angeles Lakers – 33)
    LeBron James (Miami Heat – 38)
    Kevin Garnett (Boston Celtics – 33)
    Dwight Howard (Orlando Magic – 56)

    SECONDO QUINTETTO DIFENSIVO

    Chris Paul (New Orleans Hornets – 18)
    Tony Allen (Memphis Grizzlies – 23)
    Andre Iguodala (Philadelphia 76ers – 15)
    Joakim Noah (Chicago Bulls – 15)
    Tyson Chandler (Dallas Mavericks – 17)

    Da notare che per Kobe Bryant e Kevin Garnett si tratta della nona elezione nel miglior quintetto difensivo, risultato che li porta ad eguagliare i record fissati da Michael Jordan (Chicago Bulls) e Gary Payton (Seattle Sonics).
    Non poche polemiche si sono scatenate alla notizia, dato che secondo molti addetti ai lavori il ruolo di guardia difensiva dato a Bryant non sarebbe meritato. In effetti da qualche stagione (e soprattutto nell’ultima regular season) il numero 24 gialloviola non brilla per intensità ed efficacia difensiva, cosa che invece è stata notata in altri pariruolo, ad esempio Tony Allen, finito nel secondo quintetto. Come al solito le polemiche non sono mancate e non mancheranno, ma la NBA resta bella anche per questo

  • NBA: LadyCats (Charlotte Bobcats) migliore dance-team della Lega

    NBA: LadyCats (Charlotte Bobcats) migliore dance-team della Lega

    Dopo aver assegnato i premi più importanti della stagione regolare di basket, la NBA ha reso noto anche il “dance team” migliore tra i 30 delle franchigie che partecipano al campionato.

    Il voto popolare degli appassionati ha eletto le LadyCats, le ballerine dei Charlotte Bobcats, come vincitrici di questa originale e speciale categoria. In finale le LadyCats hanno battuto sonoramente le Kings Dance Team (Sacramento Kings) con il 62% dei voti contro il 38% delle avversarie.

    E’ la seconda affermazione consecutiva per le ballerine dei Bobcats che già si erano imposte lo scorso anno.

    Dopo il premio di M.V.P. assegnato a Derrick Rose dei Chicago Bulls (leggi l’articolo), di miglior allenatore dell’anno assegnato a Tom Thibodeau sempre dei Bulls (leggi l’articolo), di miglior sesto uomo assegnato a Lamar Odom dei Los Angeles Lakers (leggi l’articolo), di giocatore più migliorato nella stagione assegnato a Kevin Love dei Minnesota Timberwolves (leggi l’articolo) e infine di miglior difensore dell’anno assegnato a Dwight Howard degli Orlando Magic (leggi l’articolo), arriva una piccola soddisfazione anche per Charlotte che rispetto allo scorso anno ha perso la qualificazione ai playoff, disputando un’annata piuttosto deludente.

  • NBA, playoff: Atlanta elimina Orlando, avanti anche Lakers e Mavericks

    NBA, playoff: Atlanta elimina Orlando, avanti anche Lakers e Mavericks

    3 le partite disputate nella notte NBA valide per il primo turno playoff.

    La prima sorpresa di questi playoff 2011 è l’eliminazione dei Magic di Howard che cadono in gara 6 ad Atlanta e vengono eliminati con il punteggio di 4-2. Atlanta conduce fin dall’inizio i giochi, Orlando arriva, come nelle altre partite della serie, a ricucire lo svantaggio solo nei secondi finali. E’ Redick che prova a pareggiare il match ma la sua conclusione non va a buon fine. Atlanta trova la grandissima giornata di Joe Johnson che guida i suoi compagni con 23 punti e 10 rimbalzi, bene anche Crawford con 19. Agli ospiti non basta la solita ottima performance di Dwight Howard da 25 punti, 15 rimbalzi e 3 stoppate. Atlanta ora se la vedrà con i Bulls, la prima gara della serie è in programma a Chicago il 2 maggio. Per i Magic invece si aprono molti punti interrogativi in vista del prossimo futuro.

    Passa il turno anche Dallas che batte i Blazers a domicilio: come in gara 4 i Mavs rischiano di essere beffati da una grande rimonta dei padroni di casa, ma memori dell’esperienza precedente i texani tengono duro e portano a casa match e serie. Incredibile come Nowitzki e compagni possano dilapidare vantaggi così importanti, dal +17 nel terzo quarto, si passa ad un solo punto di vantaggio a metà del quarto periodo. Ma al contrario dell’ultima partita al Rose Garden, i Mavericks riprendono subito le redini dell’incontro e chiudono con un Nowitzki strepitoso a quota 33 punti ed 11 rimbalzi, un Terry da 22 punti e Marion che ne piazza 16. I padroni di casa hanno in Gerald Wallace (32 punti e 12 rimbalzi) e Aldridge (24 punti e 10 rimbalzi) i trascinatori ma la rimonta resta incompiuta questa volta. Per Dallas ora c’è la proibitiva sfida contro i Lakers campioni in carica.

    Proprio i Lakers vincono gara 6 a New Orleans e passano al turno successivo. Decisivo l’inizio dell’ultimo quarto quando i gialloviola piazzano il break che li porta sul +16, vantaggio che verrà amministrato per il resto del periodo. Bryant segna 24 punti, Bynum ne aggiunge 18 con 12 rimbalzi e Gasol arriva a quota 16. Bene anche Odom che è il protagonista della fuga di Los Angeles e chiude con 14 punti. Gli Hornets hanno combattuto al meglio ogni singola partita della serie ma era troppo evidente il divario tecnico e di uomini in rotazione tra le 2 squadre. Complimenti comunque a Marco Belinelli che ha disputato una buona serie chiusa con gli 11 punti di ieri notte. Strepitoso Chris Paul, a lui si devono le 2 vittorie ottenute dalla squadra della Louisiana, anche ieri quasi in tripla doppia con 10 punti, 11 assist ed 8 rimbalzi. Per New Orleans un arrivederci al prossimo campionato, per i Lakers c’è la sfida contro i Mavericks.

    Manca solo una squadra per designare le 8 protagoniste delle semifinali di Conference, ovvero la vincente della serie tra Grizzlies e Spurs che al momento vede in vantaggio Memphis, a sorpresa, per 3-2. Questa notte in Tennessee i padroni di casa possono chiudere il discorso, altrimenti in caso di vittoria neroargento, si va a gara 7 in Texas.

    Risultati playoff NBA del 28 aprile 2011

    Atlanta Hawks-Chicago Bulls 84-81
    Atl Johnson 23, Crawford 19, Hinrich 11
    Orl Howard 25, Turkoglu 15, Nelson 11

    Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks 96-103
    Por Wallace 32, Aldridge 24, Matthews 19
    Dal Nowitzki 33, Terry 22, Marion 16

    New Orleans Hornets-Los Angeles Lakers 98-80
    N.O. Landry 19, Ariza 12, Belinelli 11
    Lak Bryant 24, Bynum 18, Gasol 16

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Miami Heat (2)-Philadelphia 76ers (7) serie 4-1 Heat (Heat qualificati)
    Boston Celtics (3)-New York Knicks (6) serie 4-0 Celtics (Celtics qualificati)
    Orlando Magic (4)-Atlanta Hawks (5) serie 2-4 Hawks (Hawks qualificati)
    Chicago Bulls (1)-Indiana Pacers (8) serie 4-1 Bulls (Bulls qualificati)

    WESTERN CONFERENCE:

    Los Angeles Lakers (2)-New Orleans Hornets (7) serie 4-2 Lakers (Lakers qualificati)
    San Antonio Spurs (1)-Memphis Grizzlies (8) serie 2-3 Grizzlies
    Dallas Mavericks (3)-Portland Trail Blazers (6) serie 4-2 Mavericks (Mavericks qualificati)
    Oklahoma City Thunder (4)-Denver Nuggets (5) serie 4-1 Thunder (Thunder qualificati)