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  • Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    Belinelli beffa Miami, i Lakers stendono Bargnani, bene Gallinari

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    I Bucks espugnano il parquet dei Pacers e ringraziano la coppia Salmons-Jennings (rispettivamente 22 e 18 punti). Da segnalare anche la doppia doppia di Mbah a Moute da 10 punti e 15 rimbalzi. Ad Indiana non bastano i 19 punti a testa di Granger e Collison ed i 14 punti con 12 rimbalzi e 6 stoppate del centro Roy Hibbert.

    30 punti e 16 rimbalzi di Dwight Howard lanciano i Magic contro i Nets che si dimostrano ancora una volta troppo giovani e forse ingenui per approfittare delle debolezze dell’avversario. Vince Carter, ex di giornata, piazza 19 punti.

    Un grande Varejao da 23 punti e 12 rimbalzi ben coadiuvato da Mo Williams e Daniel Gibson (22 punti a testa) permette ai Cavs di espugnare Philadelphia. Ai Sixers non bastano le ottime prestazioni di Jrue Holiday al suo massimo in carriera con 29 punti e di Elton Brand con 20 punti.

    Prima vittoria stagionale per i Detroit Pistons guidati da un Ben Gordon da 20 punti. A farne le spese i Charlotte Bobcats, lontani parenti della bella squadra che lo scorso campionato raggiunse i playoff. Non servono i 28 punti di un infuocato Stephen Jackson.

    Secondo successo consecutivo per i Knicks che ritornano al Garden dopo i lavori per le perdite di amianto nell’impianto. Al Madison ancora protagonista Toney Douglas, che dopo i 30 punti di ieri a Chicago ne infila 19 con 10 rimbalzi. Bene Gallinari con 16 punti (4/9 da 3). I Wizards che ritrovavano proprio ieri sera, dopo la lunga sospensione inflittagli della lega, Gilbert Arenas (18 punti i soli 26 minuti sul parquet) hanno in Blatche il miglior marcatore con 22 punti. Leggermente in ombra la prima scelta assoluta John Wall con soli 13 punti (e 9 palle perse).

    Amaro ritorno al Garden di Boston per il coach dei Bulls Tom Thibodeau (assistente di Doc Rivers per 3 anni ed un titolo NBA) che viene battuto in overtime (l’ennesimo tra Bulls e Celtics degli ultimi anni) per 110-105. Allen segna 25 punti, Garnett 16 con 10 rimbalzi e Rondo guida la squadra con 10 punti ed 11 assist, mentre per i Bulls sono inutili i 26 punti di un ottimo Noah (anche 12 rimbalzi per lui). Bene anche Deng (20 punti) e Rose che chiude quasi in doppia doppia (18 punti e 9 assist) ma l’esperienza biancoverde è stata superiore.

    Atlanta vince anche a Minneapolis ed infila la sesta “W” consecutiva restando l’unica squadra imbattuta nella Eastern Conference. 22 punti di Jamal Crawford ma soprattutto la superba prestazione di Josh Smith da 20 punti (9/13 al tiro) con 8 rimbalzi, 6 assist 2 steal e 5 stoppate (specialità nella quale continua ad essere leader con oltre 4 a partita) a fronte di nessuna palla persa permettono ai “Falchi” di continuare a volare alto e stare davanti ai tanto osannati Miami Heat in classifica. Per Minnesota 18 punti a testa per 3 giocatori: il rookie Wes Johnson, Love e Brewer.

    I New Orleans Hornets di Marco Belinelli danno una lezione ai Miami Heat di Wade e James e restano imbattuti in stagione con 5 successi e nessuna sconfitta. Okafor devastante per i “Calabroni” con 26 punti e 13 rimbalzi, Paul segna solo 13 punti ma distribuisce ben 19 assist e mette a referto ben 5 recuperi. Solo 8 punti per Belinelli che nei 31 minuti in campo ha fornito un’ottima prova contro avversari di livello sicuramente superiore. Per gli Heat ci sono i 28 punti e 10 rimbalzi per Wade e i 20 punti e 10 assist per James.

    I tiri liberi condannano i Memphis Grizzlies ad una bruciante sconfitta dopo 2 overtime a Phoenix. Troppi i liberi sbagliati nei momenti decisivi, sul finire dei tempi regolamentari: Gay fa 1/2 per il 97-99 che permette poi a Richardson di mandare il match al prolungamento e nel primo supplementare un nuovo 1/2, questa volta di Conley, nega la possibilità del possibile vantaggio a 5 secondi dalla fine con Nash che sbaglia l’ultimo tiro. Nel secondo overtime poi la maggior esperienza dei Suns ha fatto la differenza. Richardson strepitoso con 38 punti, 25 sono di Nash. Per Memphis ritorno sul parquet per una pedina molto importante, Zach Randolph che chiude con 12 punti e 14 rimbalzi, Gay e Gasol ne mettono 26 a testa mentre sono 23 quelli di Mayo. Nonostante la sconfitta a Memphis si può sorridere visto il recupero di Randolph ed una squadra che cresce comunque di partita in partita. I playoff sono alla portata.

    Dopo la vittoria contro Oklahoma City i Clippers tornano sulla terra. Carmelo Anthony con 30 punti si prende il palcoscenico, a poco servono i 26 punti e 10 rimbalzi del sempre più convincente rookie Blake Griffin che se continua su questi ritmi e livelli non farà certo fatica a portarsi a casa il premio di matricola dell’anno.

    Continua la marcia inarrestabile dei campioni in carica dei Los Angeles Lakers che battono allo Staples Center i Toronto Raptors di Andrea Bargnani (14 punti ma prova incolore per l’italiano): Gasol con 30 punti e Bryant con 23 guidano i gialloviola al sesto successo in stagione. Barbosa ne mette 17 per i Raptors ma la squadra sembra veramente molto debole, sarà un anno molto difficile in Canada.

    I Warriors si confermano la sorpresa di questo inizio di stagione e battono i Jazz di un Deron Williams da 23 punti. Doppia doppia per Jefferson da 16 punti e 15 rimbalzi. Per Golden State 23 punti per il numero 1 tra i marcatori, Monta Ellis, 20 per Curry (al rientro dopo l’infortunio), 14 e 15 rimbalzi per Lee ed infine solo 8 punti ma conditi da ben 20 rimbalzi per un Andris Biedrins in netta crescita. Stupisce il punteggio molto basso (85-78) tra 2 delle formazioni più offensive della Lega e che molte volte vanno sopra (abbondantemente) i 100 punti segnati per partita.

    Risultati NBA del 5 novembre 2010

    Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 90-94

    • Ind: Granger 19, Collison 19, Hibbert 14; Mil: Salmons 22, Jennings 18, Mbah a Moute 10, Maggette 10

    Orlando Magic-New Jersey Nets 105-90

    • Orl: Howard 30, Nelson 20, Carter 19; N.J.: Outlaw 17, williams 15, Harris 14

    Philadelphia 76ers-Cleveland Cavaliers 116-123

    • Phi: Holiday 29, Brand 20, Louis Williams 16; Cle: Varejao 23, Mo Williams 22, Gibson 22

    Detroit Pistons-Charlotte Bobcats 97-90

    • Det: Gordon 20, Hamilton 16, Prince 14; Cha: Jackson 28, Wallace 13, Augustin 12

    New York Knicks-Washington Wizards 112-91

    • N.Y.: Douglas 19, Stoudemire 18, Gallinari 16; Was: Blatche 22, Arenas 18, Wall 13

    Boston Celtics-Chicago Bulls 110-105 (overtime)

    • Bos: Allen 25, Garnett 16, Davis 15; Chi: Noah 26, Deng 20, Rose 18, Gibson 18

    Minnesota Timberwolves-Atlanta Hawks 103-113

    • Min: Wes Johnson 18, Love 18, Brewer 18; Atl: Jamal Crawford 22, Smith 20, Bibby 15

    New Orleans Hornets-Miami Heat 96-93

    • N.O.: Okafor 26, West 15, Paul 13, Ariza 13; Mia: Wade 28, James 20, Bosh 15

    Phoenix Suns-Memphis Grizzlies 123-118 (2 overtime)

    • Pho: Richardson 38, Nash 25, Turkoglu 18; Mem: Gay 26, Gasol 26, Mayo 23

    Denver Nuggets-Los Angeles Clippers 111-104

    • Den: Anthony 30, Harrington 18, Afflalo 16; Cli: Griffin 26, Gordon 21, Craig Smith 18

    Los Angeles Lakers-Toronto Raptors 108-103

    • Lak: Gasol 30, Bryant 23, Blake 14; Tor: Barbosa 17, DeRozan 15, Bargnani 14, Calderon 14

    Golden State Warriors-Utah Jazz 85-78

    • G.S.: Ellis 23, Curry 20, Lee 14; Uta: Deron Williams 23, Jefferson 16, Miles 12, Millsap 12

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  • NBA: Pierce abbatte i 20mila punti e i Bucks, tripla doppia per Bryant

    NBA: Pierce abbatte i 20mila punti e i Bucks, tripla doppia per Bryant

    12 le partite giocate nella notte NBA.
    Atlanta batte Detroit grazie ai 22 punti ed 11 rimbalzi di Josh Smith. Per i Pistons ci sono 22 punti di Ben Gordon che però non bastano ad evitare la quinta sconfitta consecutiva che porta Detroit in fondo alla classifica in tutta la Lega. All’opposto invece gli Hawks infilano la quinta vittoria in fila che li lancia come leader assoluti (al pari dei Lakers).

    Charlotte si prende la prima vittoria stagionale in New Jersey battendo i Nets in volata grazie a 2 tiri liberi del playmaker D.J. Augustin. Per i Cats bene Diaw (24 punti), oltre al solito Wallace (20 punti). Non basta a New Jersey un Harris da 19 punti e 8 assist, oltre ad un Lopez da 17 punti.

    Orlando abbatte il record di franchigia per punti segnati nel primo tempo (ben 78) e vince agevolmente il match sui Minnesota Timberwolves che concludono il loro viaggio in Florida (ieri match a Miami) con 2 sconfitte e ben 74 punti di passivo! Howard dominante in area con 18 punti, 16 rimbalzi e ben 8 stoppate, bene Carter (20 punti) e gli inaspettati Ryan Anderson e Brandon Bass (19 a testa). Per Minnesota niente da dire oltre al solito Love che evita il naufragio personale grazie a 22 punti e 9 rimbalzi.

    Prima vittoria in stagione per Philadelphia che batte Indiana in serata decisamente no (soprattutto Granger con soli 7 punti e 2/14 al tiro). 6 uomini in doppia cifra per i Sixers, guidati da Brand con 25 punti e 12 rimbalzi.

    Paul Pierce diventa il 37esimo giocatore della NBA a superare i 20mila punti in carriera e con 28 punti nel match guida i suoi Celtics nella vittoria sui Milwaukee Bucks arrivata dopo un overtime: Celtics avanti di 3 nel finale (90-87) che perdono palla a 17 secondi dalla fine e vengono puniti dal contropiede di Jennings che porta i Bucks a -1. Fallo su Allen che incredibilmente sbaglia il secondo libero (91-89) e Delfino impatta sul 91 pari. L’ultimo tiro di Rondo è sul ferro. Nei supplementari però Boston mette in chiaro le cose ed arriva, a 13 secondi dalla fine, il punto numero 20mila di Pierce su tiro libero (il 100esimo della partita di Boston). Il +4 firmato da Pierce (che segnerà anche il secondo libero) condanna Milwaukee alla sconfitta. 12 i punti del capitano biancoverde in overtime, Rondo continua nel suo momento d’oro (17 punti, 15 assist, 8 rimbalzi), agli ospiti non basta Bogut da 21 punti e 13 rimbalzi.

    La coppia Chris Paul-Marco Belinelli manda KO gli Houston Rockets: 25 punti per il play, 18 per l’italiano. Rockets ancorati a Martin e Brooks (18 punti a testa), 15 di Yao in soli 21 minuti, peccato non possa stare qualche decina di minuti in più sul parquet, la pericolosità dei Rockets sarebbe notevolmente aumentata.

    Dallas sbanca Denver grazie al canestro da 3 di Caron Butler a 2 minuti dal termine (102-99), poi la schiacciata che riduce il gap, di Carmelo Anthony, a 30 secondi dalla fine, non basta visto che i Nuggets non riusciranno più a segnare. Strepitoso Nowitzki con 35 punti e 12 rimbalzi. Per Denver non bastano i 20 punti e 15 rimbalzi di Anthony.

    Toronto cade a Salt Lake City e non servono i 26 punti e 9 rimbalzi di Andrea Bargnani. I Jazz del trio Jefferson (27 punti), Williams (22 punti, 14 assist e 8 rimbalzi) e Millsap (21) sono troppo forti per la squadra di Triano che colleziona la terza sconfitta a fronte di 1 sola vittoria.

    Importante vittoria degli Spurs sul campo dei Suns: un Richard Jefferson rinato rispetto allo scorso anno mette a segno 28 punti, Duncan piazza una doppia doppia da 25 punti e 17 rimbalzi. A Phoenix non bastabo i 21 di Richardson e i 19 a testa di Nash e Warrick.

    Ancora un super Monta Ellis (in attesa del ritorno di Curry) trascina i Warriors ad un’altra vittoria, questa volta sui Memphis Grizzlies ai quali non bastano i 35 di Rudy Gay, i 23 di Mayo ed i 18 punti e 13 assist di Conley. Ellis mette a referto cifre assurde con 39 punti, 9 rimbalzi, 8 assist e 3 palle rubate. Diventa leader della classifica marcatori con 30 punti per partita.

    Prima vittora per i Los Angeles Clippers che ridicolizzano gli Oklahoma City Thunder. Partita da dimenticare per Kevin Durant autore di 16 punti ma di un incredibile 6/24 al tiro con un inguardabile 0/10 da 3 punti (percentuali mai così base per l’asso dei Thunder). Si salava il solo Green con 19 punti e 9 rimbalzi. A condannare OKC in primis Eric Gordon con 27 punti e poi 2 giocatori un pò particolari: Blake Griffin nativo di Oklahoma City ed Eric Bledsoe che ad Oklahoma avrebbe dovuto giocare quest’anno visto che i Thunder lo avevano scelto con la chiamata numero 18 al Draft. Per l’ala 18 punti e 9 rimbalzi e per il play 17 puntie 8 assist.

    Quintetto tutto in doppia cifra per i Lakers con un Kobe Bryant sugli scudi e i campioni NBA passano a Sacramento: 30 punti per il numero 24, con 10 rimbalzi e 12 assist, seguito dalla doppia doppia di Gasol da 22 punti e 11 rimbalzi, dai 18 punti di Odom, dai 17 di Artest e dagli 11 di Fisher. Per Sacramento Evans da 21 punti non basta per fermare la corsa dei gialloviola che infilano la quinta “W” di fila e continuano a volare sempre più alto

    Risultati NBA del 3 novembre 2011

    Atlanta Hawks-Detroit Pistons 94-85

    • Atl: Smith 22, Horford 18, Johnson 14; Det: Gordon 22, Prince 17, Villanueva 14

    New Jersey Nets-Charlotte Bobcats 83-85

    • N.J.: Harris 19, Lopez 17, Morrow 11, Favors 11; Cha: Diaw 24, Wallace 20, Mohammed 12, Jackson 12

    Orlando Magic-Minnesota Timberwolves 128-86

    • Orl: Carte 20, Anderson 19, Bass 19; Min: Love 22, Brewer 12, Ridnour 9

    Philadelphia 76ers-Indiana Pacers 101-75

    • Phi: Brand 25, 16 Young, 12 Turner; Ind: Collison 11, McRoberts 10, Hibbert 9

    Boston Celtics-Milwaukee Bucks 105-102 (overtime)

    • Bos: Pierce 28, Allen 23, Rondo 17; Mil: Bogut 21, Delfino 15, Ilyasova 15

    Houston Rockets-New Orleans Hornets 99-107

    • Hou: Martin 18, Brooks 18, Yao 15, Budinger 15; N.O.: Paul 25, Belinelli 18, Okafor 15

    Denver Nuggets-Dallas Mavericks 101-102

    • Den: Anthony 20, Afflalo 17, Billups 16, Harrington 16; Dal: Nowitzki 35, Terry 20, Butler 16

    Utah Jazz-Toronto Raptors 125-108

    • Uta: Jefferson 27, Williams 22, Millsap 21; Tor: Bargnani 26, Weems 23, DeRozan 16

    Phoenix Suns-San Antonio Spurs 110-112

    • Pho: Richardson 21,Nash 19, Warrick 19; S.A.: Jefferson 28, Duncan 25, Ginobili 18

    Golden State Warriors-Memphis Grizzlies 115-109

    • G.S.: Ellis 39, Dorell Wright 25, Lee 15; Mem: Gay 35, Mayo 23, Conley 18

    Los Angeles Clippers-Oklahoma City Thunder 107-92

    • Cli: Gordon 27, Griffin 18, Bledsoe 17; Okl: Green 19, Durant 16, Westbrook 16

    Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 100-112

    • Sac: Evans 21, Landry 17, Udrih 17, Garcia 17; Lak: Bryant 30, Gasol 22, Odom 18

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  • Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    Lakers, Celtics, Heat, vittorie senza problemi

    7 le partite in programma nella notte NBA, ma ne sono state disputate 6 visto il rinvio, a data da destinarsi, della sfida tra New York Knicks ed Orlando Magic per motivi di sicurezza all’interno del Madison Square Garden. Secondo quanto riportato da alcuni siti specializzati NBA il problema sarebbe relativo all’amianto. Tutto dovrebbe risolversi entro oggi o al massimo domani, ma se ciò non dovesse accadere i Knicks hanno già contattato i gestori del Prudential Center (che da quest’anno ospita le partite casalinghe dei New Jersey Nets) per poter disputare eventualmente nell’impianto di Newark la partita contro i Washington Wizards di venerdì. Ecco comunque in dettaglio le altre partite giocate:

    Gli Atlanta Hawks si dimostrano ancora una volta una grande squadra con un collettivo fantastico ed espugnano il parquet dei Cavaliers per 100-88. 22 punti per Marvin Williams, 16 per Jamal Crawford ed Horford che aggiunge anche 12 rimbalzi, 15 punti a testa per Johnson e Bibby mentre chi non ha brillato nei punti segnati come Josh Smith (solo 6) ha catturato 11 rimbalzi ed ha messo a referto altre 5 stoppate che sommate alle 13 precedenti continuano a renderlo il migliore in questa specialità in tutta la Lega. Per Cleveland, arrivata al terzo KO di fila, ci sono solo i 31 punti di Hickson (massimo in carriera).

    Nella sfida tra le prime 2 scelte assolute di quest’anno al Draft, John Wall dei Wizards ed Evan Turner dei Sixers, la spunta il playmaker di Washington che infila 29 punti e 13 assist e 9 palle rubate (record di franchigia). Per Turner invece solo 9 punti. Importantissimo Cartier Martin che a 3 secondi dal termine infila la tripla del pareggio a quota 106 lasciando un solo decimo alla sirena finale. In overtime poi arriverà la vittoria per i padroni di casa, la prima in stagione, mentre Phila incassa la quarta sconfitta in 4 incontri.

    Boston sbanca Detroit in scioltezza grazie alla prova dei suoi “Big Four”: top scorer Garnett con 22 punti, segue a ruota Pierce con 21, mentre Allen segna 16 punti. Ancora straordinario in regia Rajon Rondo che oltre ai 9 punti piazza 17 assist mantenendo così la sua media stagionale. Detroit è poca roba, squadra molto probabilmente condannata alle prime posizioni del prossimo Draft.

    Alla vittoria dei Celtics risponde Miami che distrugge letteralmente i malcapitati Minnesota Timberwolves per 129-97. Wade 26 punti, James 20 (e 12 assist), Bosh 13 guidano la franchigia della Florida ad un facile successo. Da segnalare i 17 punti di James Jones, ottimo in questo inizio di regular season con le sue bombe e che anche nella partita contro i Wolves ha collezionato un lusinghiero 5/9. Per Minnesota in evidenza il solo Love con 20 punti. Delude invece l’ex col dente avvelenato Michael Beasley (solo 11 punti per lui).

    Portland passa in Wisconsin sul parquet dei Bucks per 90-76 grazie a 6 uomini in doppia cifra: Matthews 18 è il top scorer, poi 17 Roy, 14 Aldridge, 12 a testa per Miller e Cunningham e 10 per Armon Johnson. Milwaukee paga le pessime percentuali nel tiro da 3 e nel tiro da 2 dovute alla grande difesa dei Blazers.

    Ai Celtics ed agli Heat, sul finire di serata americana rispondono i Lakers che strapazzano i pur sempre insidiosi Memphis Grizzlies. Primo tempo perfetto per gli uomini di coach Phil Jackson che chiudono con un eloquentissimo +27 (73-46) e partita già in ghiacciaia. Nel secondo tempo i Grizzlies provano a dare una scossa all’incontro ma riescono solo a contenere l’ampio distacco chiudendo sul -19 (124-105). Il solito trio Bryant (23 punti), Gasol (21 e 13 rimbalzi) ed Odom (17) guida i gialloviola, per Memphis si salva Gay con 30 punti, mentre non riesce ad incidere il fratello minore di Pau Gasol, Marc che chiude con 11 punti. Grizzlies distrutti da L.A. praticamente in ogni aspetto, percentuale da 2, da 3, rimbalzi, tiri liberi, una vera macchina perfetta. Anche gli Heat sono avvertiti.

    Risultati NBA del 2 novembre 2010

    Cleveland Cavaliers-Atlanta Hawks 88-100

    • Cle: Hickson 31, Mo Williams 12, Parker 10; Atl: Marvin Williams 22, Horford 16, Jamal Crawford 16

    Washington Wizards-Philadelphia 76ers 116-115 (overtime)

    • Was: Wall 29, Blatche 23, Young 20; Phi: Williams 30, Brand 21, Holiday 14

    Detroit Pistons-Boston Celtics 109-86

    • Det: Villanueva 17, Daye 16, Stuckey 15; Bos: Garnett 22, Pierce 21, Allen 16

    Miami Heat-Minnesota Timberwolves 129-97

    • Mia: Wade 26, James 20, Jones 17; Min: Love 20, Telfair 13, Johnson 13

    Milwaukee Bucks-Portland Trail Blazers 76-90

    • Mil: Maggette 16, Delfino 14, Bogut 12; Por: Matthews 18, Roy 17, Aldridge 14

    Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 124-105

    • Lak: Bryant 23, Pau Gasol 21, Odom 17; Mem: Gay 30, Conley 16, Marc Gasol 11

    New York Knicks-Orlando Magic rinviata a data da destinarsi

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  • Orlando spazza via Washington, colpo Suns in casa dei Jazz

    Orlando spazza via Washington, colpo Suns in casa dei Jazz

    Solo 2 le gare nella notte NBA.
    Amaro debutto per la prima scelta assoluta del Draft 2010, John Wall, che viene schiantato ad Orlando con i suoi Wizards: 29 i punti di scarto a fine partita con il punteggio che recita 83-112 per i padroni di casa. Wall apre la sua carriera NBA con una prova da 6/19 dal campo, per 14 punti complessivi e 9 assist. Nel nuovo impianto dell’Amway Center, i giocatori di coach Van Gundy nonostante un modesto 18/32 dalla lunetta (dovuto soprattutto ad Howard che mostra i soliti limiti nei liberi con un brutto 9/19), dominano a rimbalzo (53-25) e chiudono la gara sin dalle prime battute (24-7 dopo pochi minuti di gioco). Howard incide con la sua doppia doppia da 23 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate) in soli 29 minuti di impiego. Il quintetto di Orlando chiude con il 69% dal campo e per i Wizards il match è una sofferenza lunga 48 minuti. In assenza di Arenas, Cartier Martin è il top scorer a quota 17 mentre delude Blatche che non va oltre i 6 punti al referto in una squadra che chiude con il 37% dal campo.

    Dopo la sconfitta di ieri a Denver i Jazz incassano anche la prima sconfitta casalinga dai non irresistibili Phoenix Suns del dopo Stoudemire: Brutto avvio per gli uomini di Sloan che dopo una preseason perfetta con 2 vittorie sul parquet dei Lakers campioni in carica, si affacciavano al debutto stagionale con grande fiducia. Ed invece ci sono problemi da risolvere. Phoenix prende il largo a metà secondo quarto con la tripla di Turkoglu ed i canestri di Richardson (11 punti in 5minuti). Utah prova a riaprire la partita ma Warrick dà il successo ai Suns con un paio di giocate di alta scuola all’inizio del quarto periodo. Doppia doppia (18 puntie 11 rimbalzi) per il prodotto di Syracuse che insieme a Frye garantisce punti, presenza e impatto uscendo dalla panchina (almeno in questa partita). Nash si ferma a soli 5 assist ma garantisce alla causa 18 punti e 2 triple mentre sono 12 i rimbalzi catturati da un intramontabile Grant Hill. In casa Jazz, altra opaca prova di Deron Williams che sbaglia 9 dei 12 tiri presi (13 punti alla fine) mentre il trio Jefferson-Millsap-Kirilenko segna 58 dei 94 punti totali (20 per “Big Al”, 19 a testa per Millsap ed “A.K. 47”). Impatto della panchina praticamente nullo per la squadra di casa. Per Sloan c’è da tanto da lavorare.

    Risultati NBA del 28 ottobre 2010

    Orlando Magic-Washington Wizards 112-83

    • Orl: Howard 23, Carter 18, Nelson 16; Was: Martin 17, Wall 14, Hinrich 12

    Utah Jazz-Phoenix Suns 94-110

    • Uta: Jefferson 20, Millsap 19, Kirilenko 19; Pho: Nash 18, Warrick 18, Richardson 16

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  • NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    NBA: Poche ore al via, cresce l’attesa per Heat e Lakers

    Mancano poche ore al via della nuova stagione NBA che si aprirà alle ore 19.30 locali (l’1.30 circa in Italia) con l’attesissima sfida tra i nuovissimi e scintillanti Miami Heat del trio delle meraviglie LeBron James-Dwyane Wade-Chris Bosh che faranno visita ai “vecchi Big Three” di Boston ovvero Paul Pierce-Kevin Garnett-Ray Allen (aiutati ormai in pianta stabile dal playmaker Rajon Rondo). Alle ore 10.00 locali (le 4.00 italiane) invece seconda partita che vedrà impegnati i Suns a Portland. Mentre chiusura con il botto poco più tardi, alle 10.30 (le 4.30 in Italia), con l’esordio dei bicampioni dei Los Angeles Lakers, in casa contro i Rockets, dove ci sarà anche la consegna, tramite una piccola cerimonia, degli anelli ai gialloviola per il trionfo dello scorso campionato.

    Tutti gli occhi sono puntati su queste 2 franchigie: degli Heat già abbiamo accennato, l’altra, i Lakers di Kobe Bryant e Phil Jackson, sono probabilmente ancora la squadra da battere anche quest’anno ma potrebbero essere arrivati al “canto del cigno” alla fine di questa stagione vista l’età media non più verdissima. In molti dicono che lasceranno strada proprio agli Heat, che è opinione comune, hanno acquisito tantissimo in termini di talento, forza fisica, tecnica, e chi più ne ha più ne metta. E ciò pare lampante visto che nel basket moderno mai nessuna squadra era riuscita ad ammassare così tanto talento nel giro di poche ore, riuscendo a rifirmare l’uomo franchigia Dwyane Wade (dopo Kobe Bryant la migliore guardia nel panorama NBA) e ad affiancargli in un lasso di tempo ridottissimo Chris Bosh dai Toronto Raptors (forse la migliore ala grande per talento puro nella Lega, peccato che alcune volte la tenuta mentale non sia altrettanto eccellente) e LeBron James dai Cleveland Cavaliers, il più forte giocatore di pallacanestro sulla faccia della Terra secondo il giudizio di moltissimi esperti NBA. Messi assieme questi 3 giocatori e reperiti sul mercato altri onesti comprimari, gli Heat si presentano ai nastri di partenza allo stesso livello dei Lakers (anzi, qualche agenzia di scommessa li dà anche per favoriti) e se non già da quest’anno, saranno la squadra da battere nei prossimi campionati. L’atmosfera sui parquet d’oltreoceano sarà particolarmente “calda” per gli Heat (che tradotto in italiano signica letteralmente “caldo”!): LeBron James infatti in pochi mesi ha visto il suo indice di gradimento pubblico calare più velocemente di quello di Obama e, dopo il fiasco dello show televisivo nel quale ha annunciato la sua “decisione” di andare a Miami, è diventato decisamente impopolare. Gli Heat così dovranno convivere con l’etichetta di squadra antipatica per la maggior parte dei tifosi a stelle e strisce. Nessun problema, sostengono i “Big Three”, le sentenze comunque le darà soltanto il campo da gioco come al solito.

    Poi dopo i 2 “dream team” tutte le altre outsider, in primis gli Orlando Magic del centro più forte della Lega, Dwight Howard, ruolo che più di ogni altro riesce a spostare gli equilibri di una franchigia. Magic molto equilibrati e compatti, che dovranno guardarsi dai soliti Celtics, sempre più vecchietti con l’aggiunta di Shaq O’Neal, ma sempre pericolosi.
    A seguire, tutte le altre squadre con gli Oklahoma City Thunder pronti ad esplodere, dopo l’ultima ottima stagione, sotto la guida del fenomenale Kevin Durant che il mondo intero ha potuto ammirare negli ultimi Mondiali di Turchia a Settembre (premiato come M.V.P. del torneo). E vista l’età di Kobe Bryant (32 anni ma si va per i 33) ecco che il numero 35 nativo di Washington è incredibilmente diventato l’anti-LeBron: il pubblico ed i tifosi americani lo amano immensamente, la faccia da ragazzino (e lo sarebbe anche visti i 22 anni compiuti il 29 settembre), un viso”pulito” e tante buone azioni che la gente non fa fatica a leggere ed interpretare, lo hanno portato incredibilmente alla ribalta ponendolo in contrasto con il “nuovo nemico pubblico James”. Gli applausi per Durant sono arrivati anche la settimana scorsa quando il giocatore, scelto dalla famosissima rivista “Sports Illustrated” come uomo copertina, ha voluto dividere la cover del settimanale con 2 suoi compagni di squadra, l’ex Biella Thabo Sefolosha ed il serbo Nenad Kristic. Questa la dichiarazione del numero 35 Thunder:

    • Mi sembrava giusto, di loro si parla troppo poco e meritano un po’ di pubblicità, i successi della squadra non sono solo merito mio ma soprattutto loro”.

    Kevin Durant può seriamente puntare al premio di M.V.P. stagionale e facendo ciò potrebbe anche trascinare i Thunder dove nessuno osa immaginare: tanto talento abbonda tra le file degli ex Seattle Sonics (ed inoltre sono la squadra più giovane della Lega!) pronti già ora ad essere i vice Lakers ad Ovest, in attesa di prenderne il posto tra un anno ed iniziare a sfidare gli Heat per il predominio nella Lega.

    Tutte le altre squadre sembrano avere un qualcosa in meno rispetto a questi 5 top-team, ma le sorprese in NBA sono sempre dietro l’angolo: d’altra parte basta un’operazione di mercato per proiettare una squadra mediocre tra le possibili contender al titolo (come potrebbe diventarlo New York se riuscisse ad acquisire Carmelo Anthony dai Nuggets).

    Tra i nuovi giocatori che si affacciano al palcoscenico della NBA da tenere d’occhio la prima scelta assoluta del Draft 2010 di Washington, John Wall. E la prima scelta assoluta del Draft 2009 Blake Griffin (L.A. Clippers) che è considerato rookie a tutti gli effetti visto che lo scorso anno poco prima di debuttare in regualr season un brutto infortunio lo ha tolto di mezzo per tutto l’anno. Sono loro 2 a giocarsi il titolo di debuttante dell’anno e succedere così a Tyreke Evans dei Kings, ma attenzione ad un’altro debuttante proprio di Sacramento, DeMarcus Cousins, centro dalle enormi potenzialità, quinta scelta assoluta dei californiani che però in ordine di gradimento dopo una buona preseason ha già scavalcato nelle gerarchie dei critici sia la seconda scelta assoluta Evan Turner, la terza, Derrick Favors e la quarta Wes Johnson.

    Un in bocca al lupo speciale va ai nostri 3 connazionali della NBA: a Marco Belinelli, che nella sua nuova casa di New Orleans dovrà dimostrare di poter restare nella Lega dopo anni in cui non ha mostrato la sua classe (nè ai Warriors, nè ai Raptors); a Danilo Gallinari che spera di poter proseguire la sua avventura ai Knicks e non essere mandato a Denver come contropartita di Melo Anthony; ad Andrea Bargnani, che si è trovato catapultato all’improvviso come uomo franchigia dei Toronto Raptors dopo il tradimento di Chris Bosh e dovrà essere il vero leader ed uomo squadra di un gruppo in ricostruzione.

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  • Adidas lancia le nuove scarpe per Rose ed Howard

    Adidas lancia le nuove scarpe per Rose ed Howard

    A poche ore dall’inizio della nuova stagione NBA, Adidas lancia le nuove scarpe superleggere che saranno indossate da Derrick Rose e da Dwight Howard.

    Rose ed Howard sono 2 tra i giocatori più forti nel panorama NBA (Howard è definito da molti il miglior centro che ci sia in circolazione) e le caratteristiche che li rendono speciali, oltre ad uno strepitoso talento sono la potenza e la velocità contro qualsiasi avversario. Ora, con le nuove scarpe Adidas, riusciranno ad essere addirittura ancora più veloci, visto che le nuove calzature sono state progettate e realizzate per essere ancora più performanti. Oltre ad essere personalizzate: infatti Rose indosserà le adiZero Rose mentre Howard avrà le adidas Beast.

    La particolarità di queste scarpe di nuovissima generazione è un mix di tessuti e materiali sintetici che riducono il peso ed incrementano la stabilità nei cambi di direzione. La linguetta ha uno speciale sistema di allacciatura che permette un utilizzo sia sul campo (allacciatura più stretta per un maggior fit) sia nel tempo libero. La adiZero Rose pesa solo 360 grammi ed è la scarpa da basket più leggera mai creata da Adidas.

    Queste le parole di Lawrence Norman, Adidas Vice President Global Basketball, alla presentazione della nuova scarpa da gioco:

    “Derrick e Dwight sono i 2 giocatori più veloci della Lega nei rispettivi ruoli così abbiamo creato le scarpe Adidas più leggere di sempre per emergere ancora di più. La velocità nel basket è la cosa più importante e per comunicare questo messaggio ai giocatori di tutto il mondo abbiamo creato la campagna di marketing “Fast Don’t Lie” per trasmettere tutto questo in modo divertente, impattante e sorprendente”.

    Queste le parole di Derrick Rose, playmaker dei Chicago Bulls, per descrivere le nuove Adidas:

    “La adiZero Rose è la scarpa più leggera che io abbia mai indossato, è flessibile, affidabile e mi aiuta a correre più velocemente. Essendo cresciuto nel South Side di Chicago, non avrei mai pensato che un giorno avrei avuto una scarpa con il mio nome, sono molto orgoglioso e anche la mia famiglia e tutta la città lo sono. Oltretutto hanno un design fashion così si possono indossare al di fuori dal campo con i jeans”

    Queste le impressioni dell’altro protagonista di giornata, il centro Dwight Howard degli Orlando Magic:

    “Avere la Beast, la prima scarpa dedicata a me, significa davvero tanto e non vedo l’ora di allacciarle e scendere in campo. Sono davvero leggere e questo mi permetterà di essere più rapido, oltretutto abbiamo aggiunto dei dettagli personali come il mio tradizionale saluto ai fan “HEY WOOOOOOOOOOORLD” ed il mio nickname”.

    Dopo le nuove divise da gioco della NBA, ultraleggere, Adidas si mostra ancora una volta all’avanguardia e protagonista nel mondo sportivo. L’innovazione rende lo sport ancora più bello e quest’ultima uscita servirà a rendere ancora più competitivo il mondo del basket a stelle e strisce.

    Guarda i video dedicati e gioca online al videogame interattivo

  • NBA 10/11: Analisi Southeast Division

    NBA 10/11: Analisi Southeast Division

    Il viaggio alla scoperta delle 30 squadre NBA prosegue con la Southeast Division, una delle più competitive divisioni delle Lega, quella, per intenderci, che vedrà protagonista i nuovi “Big Three” della NBA ovvero i Miami Heat di Dwyane Wade, LeBron James e Chris Bosh.

    Sarà una sfida non solo alle altre 4 avversarie divisionali, quella dei rinnovati Heat dell’Estate 2010, ma a tutta la Lega, a tutte le altre 29 franchigie, prime fra tutte Los Angeles Lakers ed i cugini degli Orlando Magic (anche loro inseriti nella Southeast Division).
    A prima vista Miami sembra inarrestabile ma bisognerà vedere come l’alchimia di squadra si svilupperà in questi mesi: molte volte il talento sopperisce alle eventuali lacune (anche se gli Heat sembrano non averne a prima vista), ma un nucleo di giocatori profondamente rinnovato ha bisogno del tempo necessario per ingranare la marcia giusta. Della squadra dello scorso anno sono rimasti solo i playmaker Chalmers ed Arroyo, la stella Wade ed i lunghi Udonis Haslem, Joel Anthony e Jamaal Magloire. Poi 10 facce nuove per riportare Miami ai vertici della Lega.

    Le avversarie non staranno a guardare, in primis gli orlando Magic: i cugini della Florida rispetto agli Heat hanno cambiato poco e investito i pochi soldi disponibili in modo oculato. La preseason sta dando ragione al G.M.Otis Thorpe con un record (fino ad ora) di 7-0. La regular season sarà tutt’altra cosa, però ad Orlando c’è moderato ottimismo per competere, in fondo in NBA nessuno ha un centro più dominante di Dwight Howard, cosa che molte volte porta le squadre che ne hanno uno a poter lottare per la vittoria del titolo. Non sono da sottovalutare neanche gli Atlanta Hawks, rimasti pressochè invariati rispetto allo scorso campionato ad eccezione del coach (via Woodson, dentro Drew), ed assieme ad Oklahoma City candidati ad essere la squadra più atletica della Lega. Charlotte cercherà di inserirsi nella lotta ma appare distaccata rispetto alle altre, anche se i buoni giocatori non mancano di certo nel North Carolina. In ricostruzione invece i Washington Wizards che hanno approfittato della fortuna nella sera della Draft Lottery (recapitato direttamente da Kentucky University il fenomeno John Wall, con un grandissimo colpo di fortuna a discapito dei Nets) per iniziare a costruire un futuro migliore. Cammino durissimo e che necessita di tempo ma le basi per lavorare bene ci sono tutte, fermo restando che anche nei prossimi Draft bisognerà reclutare qualche altro campioncino.

    ATLANTA HAWKS: Atlanta ha mantenuto invariato il nucleo di giocatori rispetto allo scorso anno: poche aggiunte e per lo più comprimari, per tentare di dare continuità ai risultati magari migliorando il cammino nei playoff. Sollevato dall’incarico di head coach il deludente Mike Woodson (che ha raggiunto record vincenti più per la crescita dei tanti giovani talentuosi accumulati nei Draft in cui Atlanta ha avuto scelte molto alte che per meriti propri) si è passati a Larry Drew al primo incarico come capo allenatore. Un coach tutto da verificare.
    Per quanto riguarda le mosse di mercato si è preferito rifirmare a cifre da capogiro il leader Joe Johnson, ottimo giocatore, ma un pò troppo in ombra nei finali di partita che contano, è arrivato via Draft il talentino Jordan Crawford (il ragazzo che qualche stagione fa in una esibizione schiacciò in faccia ed in testa a LeBron James ed il cui video della partita fu prontamente sequestrato dagli agenti Nike, preoccupati dalle conseguenze economiche del gesto dell’”incauto” ragazzino) ed i lunghi Josh Powell (dai campioni dei Lakers) ed Etan Thomas. Acquisti necessari dopo che per tante settimane si era in dirittura d’arrivo per chiudere l’ingaggio di Shaquille O’Neal che poi ha deciso di cambiare totalmente idee su Atlanta e firmare con i Boston Celtics (forse motivi economici?). Con Shaq nel ruolo di centro (anche non titolare) gli Hawks avrebbero avuto più chance di giocarsi un eventuale finale della Eastern Conference dato che se O’Neal da una parte è in declino per via degli anni, tuttavia la sua stazza sotto il canestro avrebbe permesso di tenere lontano dall’area i centri avversari. Il quintetto di partenza pare molto efficace, ma ciò che non convince degli Hawks è la panchina un pò corta: Mike Bibby nel ruolo di playmaker ancora è utile, Joe Johnson una sicurezza per i punti nelle mani, Williams ha mostrato miglioramenti nelle ultime partite in ala piccola, Josh Smith è il giocatore più talentuoso della squadra ed è chiamato ad esplodere definitivamente ( Cleveland avrebbe fatto carte false per prenderlo in sostituzione di LeBron James) mentre Horford è un centro che ha come unico limite qualche centimetro concesso agli avversari per quanto riguarda l’altezza. Dicevamo della panchina però: l’unico in grado di dare degno ausilio ai titolari sembra Jamal Crawford (che è anche in rotta con la dirigenza per il rinnovo del contratto). Il miglior sesto uomo dello scorso campionato pare una sicurezza potendo ricoprire i 2 ruoli di play e guardia tiratrice, poi quasi il nulla, per questo sarebbe stato importante l’arrivo di Shaq per dare man forte a Smith ed Horford nel reparto lunghi.
    Tuttavia Atlanta si giocherà il terzo posto nella Eastern Conference con i Boston Celtics, anche se sia Hawks che Celtics dovranno guardarsi attentamente da Chicago Bulls e Milwaukee Bucks che hanno operato benissimo sul mercato nell’Estate ed hanno messo in piedi squadre molto competitive. Sarebbe curioso tra l’altro se le prime 3 della Eastern Conference alla fine risulteranno (rigorosamente nell’ordine di pronostico) Miami Heat, Orlando Magic ed Atlanta Hawks: tutte e 3 squadre della Southeast Division, il che dimostra la competitività di questa divisione.

    Arrivi: Jordan Crawford (New Jersey Nets), Josh Powell (FA), Ethan Thomas (FA), Pape Sy (FA).
    Partenze: Damion Jones (New Jersey Nets).
    Scelte al draft: Damion Jones, Pape Sy
    Quintetto base: Mike Bibby (PG), Joe Johnson (SG), Marvin Williams (SF), Josh Smith (PF), Al Horford (C)

    ROSTER

    PG: Mike Bibby, Jeff Teague
    SG: Joe Johnson, Jamal Crawford, Jordan Crawford, Pape Sy
    SF: Marvin Williams, Maurice Evans
    PF: Josh Smith, Josh Powell, Etan Thomas
    C: Al Horford, Zaza Pachulia, Jason Collins
    Head Coach: Larry Drew

    CHARLOTTE BOBCATS: I Bobcats, non partono con i favori del pronostico, tuttavia sono una squadra molto equilibrata che basa tutto sulla forza difensiva (tipico marchio di fabbrica delle squadre targate Larry Brown). L’attacco sarà incentrato tutto sul talento di un fine realizzatore quale Stephen Jackson e sulla continuità di Gerald Wallace, ormai stella di prima grandezza dell’intera NBA. A dire la verità mancherebbe qualcosa nel ruolo di playmaker (dopo l’addio di Felton passato ai Knicks) ma D.J. Augustin promette scintille al suo terzo anno nella Lega (anche per questo è stato sacrificato Felton), e sotto canestro dopo la partenza di Tyson Chandler verso Dallas, anche perchè la contropartita tecnica ricevuta dai Mavs, Erick Dampier, è stata subito tagliata per motivi id salary cap. Kwame Brown (già compagno di Jordan a Washington) è stato chiamato e voluto proprio dal nuovo proprietario dei Bobcats per coprire il buco in pitturato ma le incognite su di lui permangono, visto che a 28 anni non ha mai rispettato le aspettative che c’erano su di lui quando i Wizards lo chiamarono con la prima scelta assoluta al Draft del 2001( e neanche dopo il suo passaggio ai Lakers di Bryant). E’ per questo che in area pitturata si chiederanno gli straordinari a Tyrus Thomas che nella seconda metà della scorsa stagione, dopo il suo arrivo dai Bulls, non ha sfigurato, anzi ha dato segnali confortanti per il suo futuro. Anche Boris Diaw sarà chiamato a rendere al meglio vista la sua duttilità che lo porta a poter giocare, all’occorrenza, in 4 ruoli differenti. Anche se coach Brown non è propriamente un amante di rookie e sophomore resta il fatto che dovrà dare più spazio sia a Gerald Henderson che a derrick Brown , 2 ragazzi che potrebbero rappresentare il futuro della franchigia (anche perchè quest’anno i Bobcats non hanno avuto nessuna scelta al Draft e gli unici ragazzi giovani restano loro).
    Obiettivo per Charlotte confermarsi tra le prime 8 e qualificarsi alla post season dopo la prima storica volta dello scorso campionato e vista la ritrovata competitività dell’Est l’impresa non sarà semplice.

    Arrivi: Eric Dampier (Dallas Mavericks), Eduardo Najera (Dallas Mavericks), Matt Carroll (Dallas Mavericks), Kwame Brown (Free agent)
    Partenze: Tyson Chandler (Dallas Mavericks), Alexis Ajinca (Dallas Mavericks), Eric Dampier (tagliato)
    Scelte al draft: nessuna.
    Probabile quintetto base: D.J. Augustin (PG), Stephen Jackson (SG), Gerald Wallace (SF), Boris Diaw (o Tyrus Thomas) (PF), Kwame Brown (C)

    ROSTER

    Guardie: D.J. Augustin, Gerald Henderson, Matt Carroll, Sherron Collins, Stephen Jackson; Shaun Livingston.
    Ali: Derrick Brown, Boris Diaw, Dominic McGuire, Gerald Wallace, Eduardo Najera, Tyrus Thomas.
    Centri: DeSagana Diop, Nazr Mohammed, Kwame Brown.
    HEAD COACH: Larry Brown

    MIAMI HEAT: La squadra che da luglio in poi è sempre sulla cresta dell’onda (almeno mediaticamente), la squadra di cui tutti parlano e di cui tutti discutono. Un’accozzaglia di talento come è capitato di poter fare a Miami non si è mai vista nella storia della NBA (o almeno non da quando c’è stato l’ampliamento a 30 squadre). Una vera corazzata, almeno sulla carta, che non ha virtualmente limiti, salvo l’”assemblaggio” dei giocatori negli schemi e l’eventuale unità dello spogliatoio visto che le teste calde sono sempre pronte ad esplodere da un momento all’altro.
    Potenzialmente devastanti, sono candidati oltre a succedere ai Lakers campioni in carica, a diventare i dominatori della Lega per circa un decennio attentando se si vuole anche al super record di stagione regolare fatto dai Bulls di Jordan, Pippen e Rodman di “qualche” anno fa (72 vittorie e 10 sconfitte per la precisione). Non manca niente alla squadra: il più forte giocatore in NBA (LeBron James), Durant e Bryant permettendo; la guardia tiratrice più completa assieme proprio a Bryant (Dwyane Wade); la power forward più talentuosa tra tutte quelle che calcano i parquet della NBA (Chris Bosh); ed intorno a loro un nucleo di onesti comprimari che non chiederanno certo di prendere il posto dei 3 fenomeni. Formazione totalmente rinnovata, con 10 new entry e sole 6 conferme (di cui una, Jamaal Magloire sempre in procinto di essere tagliata). Rispetto allo scorso anno solo Joel Anthony, Arroyo e Chalmers sono stati confermati (a cifre minime), Wade ha trascinato invece i 2 amiconi James e Bosh a “South Beach” mentre Haslem ha dovuto decurtarsi di molto lo stipendio per restare nel team e dare la possibilitàdi pagare gli stipendi dei “Big Three”. Che alla fine non sono neanche faraonici rispetto al resto della Lega e rispetto a quelli di altri colleghi del momento (14 milioni di dollari annuali), ma hanno comportato degli enormi sacrifici per gli altri componenti del roster che sono tutti pagati al minimo salariale o quasi (solo Mike Miller ed Haslem hanno un contratto dignitoso). Insomma una vera rivoluzione che potrebbe (il condizionale, seppur non ci siano dubbi, è d’obbligo) portare all’inizio di una nuova era per il basket americano. Con buona pace delle altre pretendenti, Lakers Celtics e Magic ora, Oklahoma City Thunder per il futuro. A meno che qualcuno tra i fenomeni rimasti ancora in circolazione (e sparpagliati) nella Lega non decida di fare una riunione (come fatto da Wade-Bosh-James) consultarsi e decidere di unire le forze per formare un nuovo “Dream Team” che possa contrastare lo strapotere dei nuovi Heat di Pat Riley ed Erik Spoelstra (ogni riferimento ad un possibile trio Carmelo Anthony, Chris Paul ed Amar’è Stoudemire o ad un’accoppiata Kevin Durant-Dwight Howard, potenzialmente letale per tutti, è puramente casuale!).
    La squadra pare ben coperta in ogni ruolo, in regia si alterneranno Chalmers, Arroyo ed House (ma la regia più realisticamente la faranno o Wade o James che vorranno sempre il pallone in mano), Wade sarà inamovibile nel ruolo di guardia, James in quello di ala piccola (con Mike Miller pronto a subentrare ad uno dei 2 fenomeni vista la sua duttilità). Haslem invece sarà il primo cambio per Chris Bosh, con Illgauskas nel ruolo di centro e Juwan Howard, Joel Anthony ed il mastodontico Dexter Pittman a subentrare per far rifiatare il veterano e fido scudiero di James.
    In chiusura l’obiettivo per i Miami Heat è senza ombra di dubbio il titolo che deve essere necessariamente conquistato visto il valore del roster a disposizione. Altrimenti l’etichetta di fallimento sarà già dietro l’angolo a perseguitare ancora una volta il nome di LeBron James.

    Arrivi: LeBron James (Cleveland Cavaliers), Chris Bosh (Toronto Raptors), Zydrunas Ilgauskas (Cleveland Cavaliers), Mike Miller (Washington Wizards), Juwan Howard (Portland Trail Blazers), Eddie House (Boston Celtics), Patrick Beverley(Olympiacos), James Jones
    Partenze: Michael Beasley (Minnesota T-Wolves), Jermaine O’Neal (Boston Celtics), Daequan Cook (Oklahoma City Thunder), Quentin Richardson (Orlando Magic)
    Probabile quintetto base: Mario Chalmers (PG), Dwyane Wade (SG), LeBron James (SF), Chris Bosh (PF), Zydrunas Ilgauskas (C)

    ROSTER

    Guardie: Wade, Chalmers, Miller, House, Arroyo, Beverly.
    Ali: L.B.James, Haslem, J.Jones, J.Howard, Bosh, S.Randolph
    Centri: Ilgauskas, Magloire, J.Antony, Pittman
    Head Coach: Spoelstra

    ORLANDO MAGIC: I veri antagonisti degli Heat non solo per il predominio nella Division, ma anche (e soprattutto) per il primo posto nella Eastern Conference. Le 2 squadre della Florida si daranno battaglia fino all’ultimo, difficile fare pronostici perchè anche i Magic sembrano ben attrezzati per competere per il titolo NBA. Ad Orlando ci credono tutti, dirigenza, giocatori e tifosi, che aspettano l’anello più prestigioso dai tempi del duo “Penny”-Anfernee Hardaway-Shaquille O’Neal. Un’attesa lunga che si spera possa terminare presto, anche perchè la squadra finora ha dato prova di essere una delle miglior della lega: 7-0 il record in preseason quando ormai le partite sono agli sgoccioli. va bene dire che i match di prestagione non sono totalmente indicativi, ma qualcosa dimostrano pure: e ciò che hanno dimostrato dei Magic è una formazione costruita veramente con criterio. Team solido con Jameer Nelson in regia (Duhon sarà il cambio con Jason Williams sempre pronto ad entrare nei momenti difficili, Vince Carter sarà la guardia titolare con uno straordinario J.J. Redick pronto a subentrare. Nel ruolo di ala piccola si divideranno minuti e spazio Quentin Richardson e Mickael Pietrus, ed in ala grande Rashard Lewis dovrà necessariamente rifiatare per lasciare qualche scampolo di partita a Brandon Bass. Proprio Lewis sembra essere l’ago della bilancia per questi Magic: se Rashard gira allora tutto è più facile, se la giornata non è quella giusta, tutti ne risentono. Poi il talento e la fisicità di Howard sotto i tabelloni completeranno l’opera con Gortat sempre pronto a dare una mano quando il centro titolare sarà fuori se gravato da molti falli (cosa in cui, uno stoppatore eccezionale come Howard, incappa qualche volta). Inoltre c’è curiosità per quanto riguarda Daniel Orton, molto simile fisicamente ad Howard ma che ancora è molto grezzo tecnicamente per l’attacco (anche se gli specialisti dicono che in difesa già sia veramente bravo), un clase 1990 scelto alla fine del primo giro e che potrebbe essere un investimento per il futuro anche per giocare con Dwight quasi con uno schema a doppio centro (un pò come Duncan-Robinson negli Spurs che furono). Da non dimenticare il jolly Ryan Anderson molto utile in caso di infortuni o problemi di falli in partita come dimostrato lo scorso anno nei momenti critici. Il tutto sotto la guida sapiente di coach Stan Van Gundy, vero maestro delle panchine NBA, una sicurezza per chi lo assume nel ruolo di allenatore.
    Obiettivo per i Magic cercare di vincere il titolo NBA, anche se le insidie non mancano, a partire dalla Division che li vedrà opposti agli Heat del trio delle meraviglie. Ma per arrivare fino in fondo, ad Est, e non solo, tutti dovranno necessariamente fare i conti con questi Magic

    arrivi: Malik Allen (da Denver), Chris Duhon (da New York), Daniel Orton (da Kentucky University), Quentin Richardson (da Miami), Stanley Robinson (da Connecticut University)
    Partenze: Matt Barnes (ai Lakers)
    Scelte al draft: Daniel Orton (pick 29), Stanley Robinson.
    Probabile quintetto base:Jameer Nelson (PG), Vince Carter (SG), Quentin Richardson (SF), Rashard Lewis (PF), Dwight Howard (C)

    ROSTER

    Guardie: Vince Carter, Chris Duhon, Jameer Nelson, Jason Williams, J.J. Redick.
    Ali: Malik Allen, Ryan Anderson, Brandon Bass, Rashard Lewis, Mickael pietrus, Quentin Richardson, Stanley Robinson.
    Centri: Daniel Orton, Marcin Gortat, Dwight Howard
    HEAD COACH: Stan van Gundy

    WASHINGTON WIZARDS: La squadra più fortunata dell’ultima Draft Lottery riparte da un solo nome: John Wall, prima scelta assoluta e probabile All Star degli anni a venire. Sotto la guida di un coach di esperienza come Flip Saunders (4 finali di Conference in 13 anni di NBA), il giovane talento da Kentucky University potrà diventare uno dei “big” della Lega come Russell Westbrook, Derrick Rose, Chris Paul e Rajon Rondo, suoi diretti avversari nel ruolo di playmaker.
    Nella capitale hanno approfittato della clamorosa scalata nella Lottery per cercare di migliorare passo dopo passo e ricostruire in 2-3 anni una franchigia vincente. La base non manca, anche se si dovrà capire quale ruolo avrà Gilbert Arenas, se sarà ceduto, e se si, per arrivare a cosa?(giocatori pronto uso o scelte alte nei prossimi Draft per seguire l’esempio dei Thunder che nel giro di 4 anni hanno messo su una formazione talentuosa di rampanti ventenni).
    Tutti i principali giocatori di questa squadra hanno qualcosa da dimostrare in questa stagione. In primis Arenas: il suo talento non si discute, si parla di uno degli attaccanti più devastanti in NBA. I dubbi semmai sono altri, e sono sempre gli stessi da anni: saprà tenersi alla larga dai guai, comportandosi da leader in grado di rappresentare un esempio per i compagni? E il suo fisico fragile lo terrà lontano da quegli infortuni che lo hanno afflitto in continuazione tra il 2007 e il 2009?
    “Agent Zero” si è mostrato pentito per gli errori del recente passato, e assicura di voler dare una svolta positiva al suo atteggiamento. Ma mai come in questo caso, la risposta ai dubbi che lo circondano potrà darla il campo e lo stesso Arenas, che nel frattempo ha scelto di indossare il numero 9 al posto dello 0.
    Un altro veterano come Josh Howard ha tutta l’intenzione di tornare a recitare un ruolo importante. Scaricato da Dallas dopo anni di onorato servizio, Howard ha rassicurato tutti sulle sue condizioni fisiche, dichiarando che tra un paio di mesi sarà pronto a giocare.
    Diverso il discorso che riguarda i due lunghi titolari, Yi Jianlian e Andray Blatche. Yi ha mostrato di avere talento, mani educate e una buona propensione al rimbalzo. E’ un giovane che viene chiamato a disputare una stagione di alto livello, così come Blatche.
    Quest’ultimo venne scelto dai Wizards nel Draft del 2006, eppure è riuscito ad affermarsi come colonna della squadra solo nella stagione precedente. Nel corso degli anni gli erano stati preferiti giocatori più esperti come Antawn Jamison e Brendan Haywood, ma una volta partiti loro Blatche è divenuto il centro titolare.
    Il 24enne di Syracuse non ha un compito facile di fronte a sé: l’anno scorso nessuno si aspettava la sua esplosione, mentre quest’anno verrà tenuto maggiormente d’occhio dalle difese. Sarà uno dei sorvegliati speciali, questo è sicuro.
    Così come uno dei sorvegliati speciali sarà John Wall. Essere scelto come primo nel Draft lo investirà fin da subito di una grande pressione, ma Wall parte da una base più solida rispetto ad altri ragazzi che hanno avuto questo onore nelle precedenti stagioni.
    Arrivare in NBA e avere a fianco giocatori come Arenas, Howard, Yi e Blatche, senza dimenticare ottime riserve come Hinrich, Thornton e McGee, rappresenta una buona occasione per mettersi in mostra da subito, senza dover aspettare rinforzi per anni come è capitato a numerose prime scelte del passato.
    Giocatore veloce, ottimo nell’ attaccare il canestro, con una buona visione di gioco e altrettanto buone doti di passatore, con in più un fisico tosto per essere un playmaker (1.93 x 88 kg). Può far bene da subito, ha 20 anni ma il suo impatto sulla squadra verrà testato da subito.
    Obiettivo per i Wizards sarà migliorare il record dello scorso anno (26-56), ma cercando piano piano di rinforzare anche la squadra per tornare a primeggiare nel giro di pochi anni (o come sperano i tifosi, nel più breve tempo possibile).

    Arrivi: Kirk Hinrich (Chicago Bulls), Yi Jianlian (New Jersey Nets), Hilton Armstrong (Houston Rockets), Kevin Seraphin (Chicago Bulls)
    Partenze: Mike Miller (FA), Earl Boykins (FA), Randy Foye (FA), James Singleton (FA), Quinton Ross (Los Angeles Clippers)
    Scelte al draft: John Wall (pick 1), Trevor Booker (pick 23), Hamady N’Diaye (pick 56)
    Probabile quintetto base: John Wall (PG), Gilbert Arenas (SG), Josh Howard (SF), Yi Jianlian (PF), Andray Blatche (C)

    ROSTER

    Guardie: Gilbert Arenas, John Wall, Kirk Hinrich, Nick Young
    Ali: Josh Howard, Al Thornton, Yi Jianlian, Kevin Seraphin, Trevor Booker, Cartier Martin (FA), Adam Morrison (Los Angeles Lakers)
    Centri: Andray Blatche, Javale McGee, Hilton Armstrong,
    HEAD COACH: Flip Saunders

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  • NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    NBA: Belinelli super non basta agli Hornets, Bargnani e Toronto ancora KO

    Una super prestazione di Marco Belinelli, da 25 punti (6/10 da 3 punti) conditi da 2 assist e 2 steal in 33 minuti di impiego sul parquet, non basta ai New Orleans Hornets per battere i Charlotte Bobcats. La formazione del North Carolina si impone dopo un supplementare grazie al solito Stephen Jackson che mette a segno 25 punti.

    Cadono anche i Toronto Raptors di Andrea Bargnani: nonostante i 19 punti del “Mago” i Chicago Bulls hanno la meglio sui canadesi per 110-103, grazie ai 22 punti di Luol Deng ed ai 20 di Derrick Rose (quasi in tripla doppia con anche 8 rimbalzi e 9 assist in soli 31 minuti sul campo).

    In campo anche i Knicks che però lasciano a riposo tutti i “Big” dopo la partita disputata solo 24 ore fa: Stoudemire, Gallinari e Chandler assistono al match solo come semplici spettatori. Knicks che cadono contro Philadelphia per 118-91 (20 punti a testa per Kapono ed Iguodala, doppia-doppia da 16 punti e 11 rimbalzi per Elton Brand).

    Nelle ultime 2 partite di questa notte di preseason, vincono i Boston Celtics con i 17 punti del capitano Paul Pierce contro i New Jersey Nets (benissimo il rookie Derrick Favors con 16 punti, 4 rimbalzi e 2 stoppate in 24 minuti di gioco), e gli Orlando Magic, che restano imbattuti in questa preseason (7-0 il record): asfaltati anche i Dallas Mavericks (non proprio gli ultimi arrivati) con un perentorio 101-76, grazie ai 20 punti a testa di Vince Carter e Dwight Howard (che aggiunge però anche 13 rimbalzi e 4 stoppate in 28 minuti di gioco). Magic in formissima in vista della regular season, i cugini dei Miami Heat di Wade, Bosh e James sono avvisati, per il primato della Southeast Division ci sarà ancora da battagliare contro di loro.

    Risultati preseason NBA 20 ottobre 2010

    New Orleans Hornets-Charlotte Bobcats 98-105 (overtime)

    • (N.O.: Belinelli 25 punti; Cha: Jackson 25 punti)

    Toronto Raptors-Chicago Bulls 110-103

    • (Tor: Barbosa 22 punti, Bargnani 19; Chi: Deng 22 punti)

    New York Knicks-Philadelphia 76ers 118-91

    • (N.Y.: Felton 16 punti; Phi: Kapono, Iguodala 20 punti)

    Dallas Mavericks-Orlando Magic 76-101

    • (Dal: Butler 15 punti; Orl: Carter, Howard 20 punti)

    New Jersey Nets-Boston Celtics 92-107

    • (N.J.: Favors 16 punti; Bos: Pierce 17)
  • NBA: Dwight Howard dal cuore d’oro, Matt Barnes in carcere

    NBA: Dwight Howard dal cuore d’oro, Matt Barnes in carcere

    L’ultimo desiderio di Kay Kellogg, 62enne condannata alla morte da un male incurabile, era quello di incontrare il suo idolo sportivo, Dwight Howard.
    Qualche giorno fa il centro degli Orlando Magic si è presentato alla sua porta: doveva essere un breve incontro di mezz’ora, si è trasformato in una bellissima chiacchierata di oltre 2 ore:

    • È diventato la mia bottiglia di medicina, alta più di 2 metri!

    Ha commentato la donna, un’ex ballerina che negli ultimi 2 anni è diventata abbonata dei Magic e si è presentata ad ogni gara con addosso la canotta numero 12 di Howard. Kay Kellogg ha poi proseguito dicendo:

    • Dwight è un ragazzo fantastico, ogni volta che lo vedo giocare mi fa sentire bene. Io all’Amway Arena ho un posto economico, lontano dal campo, ma mi sembra di essere in paradiso ogni volta che vado“.

    Al termine dell’incontro Howard si è chinato per abbracciare la donna, più bassa di 60 centimetri circa, e le ha sussurrato all’orecchio:

    • Grazie al tuo spirito, tu sei più alta di me“.

    E se Dwight Howard è l’eroe positivo, a Matt Barnes va il titolo di cattivo: il neo acquisto dei Los Angeles Lakers è stato infatti arrestato per violenza domestica. Il fattaccio è successo ieri nei sobborghi di Sacramento, capitale della California e città in cui l’ala ex Orlando Magic è cresciuto. La polizia ha detto di aver risposto ad una chiamata incompleta al 911 attorno alle 4 del pomeriggio, e di aver trovato il giocatore nel luogo da dove proveniva la chiamata ed una donna che vive con lui e con cui ha una relazione in evidente stato di confusione.
    Dopo aver parlato con entrambi, la polizia ha capito che c’era stato un confronto fisico, con il giocatore che avrebbe impedito alla donna di parlare con gli operatori del 911. Barnes è stato arrestato, ma è uscito di prigione in meno di 6 ore, dopo aver pagato una cauzione di 50mila dollari. Lunedì dovrà comparire davanti a un giudice per rispondere dell’accaduto.

  • NBA: Pronta la rivoluzione Denver! Fuori Anthony, Smith e Martin

    NBA: Pronta la rivoluzione Denver! Fuori Anthony, Smith e Martin

    Clamorosa indiscrezione nella NBA!
    Secondo alcune fonti i Denver Nuggets sarebbero pronti a rivoluzionare la squadra visto che la loro stella, Carmelo Anthony, pare orientato a non firmare il prolungamento di contratto triennale da 65 milioni di dollari, cosa che lo renderebbe la prossima Estate un appetitoso agente libero sul mercato per qualsiasi altra squadra NBA.

    Le trattative tra il numero 15 dei Nuggets ed il proprietario della franchigia, Stan Kroenke, si sono risolte in un nulla di fatto e le dichiarazioni del numero 1 della dirigenza del Colorado ha lasciato trasparire pessimismo nelle recenti interviste rilasciate.
    Piuttosto che perderlo a parametro zero il prossimo anno, i massimi dirigenti dei Nuggets starebbero pensando di scambiarlo e le pretendenti non mancano di certo: in prima fila ci sarebbero i soliti New York Knicks, ma la concorrenza pare spietata, perchè dopo l’interessamento dei giorni scorsi degli Houston Rockets, si sono fatti avanti, ora, anche New Jersey Nets e Los Angeles Clippers, mete molto gradite a Melo dato che le città possono offrire molte possibilità di carriera anche alla moglie (Anthony si è da poco sposato a New York e la moglie è rimasta impressionata dalla città, ma anche Los Angeles sarebbe un ottimo ripiego).
    Forte del fatto di essere una città Californiana e di essere una delle mete preferite dai turisti per via della vicinanza con San Francisco anche i Golden State Warriors si sono buttati nella mischia (i Warriors sono di Oakland).

    La situazione è in forte evoluzione, anche perchè sul mercato sono stati inseriti anche altri 2 giocatori molto importanti per la squadra, ovvero J.R. Smith (che con Anthony recentemente ha avuto degli screzi, precisamente negli ultimi playoff) e l’ala grande Kenyon Martin. Sicuramente il più appetibile tra i 2 è sicuramente Smith, vista la sua giovane età (24 anni) ed il livello di talento che è spaventoso. Tra i contro però non c’è la tenuta mentale che porta J.R. a prestazioni fuori dal normale in alcune serate per farne seguire altre veramente pessime da far imprecare anche il più fedele dei tifosi. Martin invece è sul finire della carriera ma i suoi 10 punti e 10 rimbalzi a serata sono assicurati.

    Resta da capire se i 3 verranno ceduti in un pacchetto unico oppure se ognuno avrà una sua propria destinazione. Quel che è certo è che (soprattutto per Anthony) i Nuggets vogliono giocatori giovani e talentuosi e poi delle scelte ai prossimi Draft. La ricostruzione in Colorado infatti passerebbe necessariamente da questa soluzione, squadra giovane e talentuosa, un pò come hanno fatto gli Oklahoma City Thunder, che quando erano ancora i Seattle Sonics hanno iniziato a vendere i loro campioni (Ray Allen a Boston, Rashard Lewis ad Orlando) per ricostruire sul talento indiscusso di Kevin Durant, appena uscito da Texas University. E i risultati stanno iniziando a vedersi e ad arrivare!