Tag: omicidio

  • Pistorius, libertà su cauzione in attesa del processo

    Pistorius, libertà su cauzione in attesa del processo

    Il tribunale di Pretoria ha deciso per la scarcerazione dietro pagamento della cauzione di centomila euro di Oscar Pistorius, accusato di omicidio della fidanzata  Reeva Steenkamp nella notte di San Valentino, quando la povera ragazza si trovava nella villa dell’atleta, definita a seguito del tragico episodio “casa degli orrori”. Si tratta di una decisione presa dal giudice Desmond Nair, dopo un’attesa di due ore circa in cui sono state passate in rassegna dettagliata le motivazioni dell’accusa e della difesa. Il giudice ha, così, deciso di accordare la scarcerazione all’atleta paralimpico facendo leva su due aspetti principali: la non sussistenza del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, e l’assenza di pericolo per la società. Questo, ovviamente, non ha nessun tipo di conseguenza sull’esito del processo che dovrà stabilire la sua colpevolezza, o meno, nell’omicidio della sua fidanzata ma è un provvedimento consentito dalla legge sudafricana che affonda la sua ratio sul sovraffollamento delle carceri: pertanto, è possibile accordare la libertà condizionata – in casi particolari, come questo – prima di conoscere il giudizio finale.

    Pistorius libero su cauzione | © Fred Duval/Getty Images
    Pistorius libero su cauzione | © Fred Duval/Getty Images

    Sulla decisione di scarcerazione presa dal giudice Nair pesa anche la condizione fisica di Oscar Pistorius che, essendo costretto ad adoperare le protesi  ad entrambe le gambe, non avrebbe possibilità di fuggire, sentenziando l’impossibilità di evadere da qualsiasi posto con le protesi. Per evitare ulteriormente tale pericolo di fuga, è stato deciso il ritiro del passaporto di Oscar Pistorius ed è stato predisposto che non si rechi in aeroporto.

    La notizia della scarcerazione è stata accolta, così, in maniera totalmente contrastante: soddisfazione da parte dei suoi familiari presenti in aula, lacrime da parte dell’imputato, cori e urla di protesta anche al di fuori del Tribunale, provenienti in particolare dai diversi movimenti che lottano contro la violenza sulle donne.

    Una beffa per chi crede nella colpevolezza e nella premeditazione dell’unico indiziato, ancor di più ad ascoltare le parole del suo tecnico Ampie Louw, presente in aula, che ha subito annunciato il ritorno agli allenamenti da parte di Pistorius per ritrovare la “routine necessaria” e la “normalità” preferendo evitare ogni tipo di commento nel merito delle responsabilità del suo atleta.

    Come se nulla fosse, dunque, nonostante siano trascorsi soltanto tre giorni dalla cremazione del corpo della povera Reeva Steenkamp.

  • Pistorius sempre più nei guai: mazza insanguinata e steroidi

    Pistorius sempre più nei guai: mazza insanguinata e steroidi

    Da quella maledetta notte tra il 13 ed il 14 Febbraio, il trascorrere dei giorni non fa che incrinare sempre di più la sua posizione, la sua reputazione, la sua credibilità. Oscar Pistorius ed il suo “Mito” non esistono più, indipendentemente dal corso che la giustizia farà: la sua immagine è compromessa anche solo dall’ombra dell’omicidio intenzionale della sua fidanzata, ed a questo quadro già di per sè terribilmente grave si aggiunge anche la notizia del ritrovamento nella sua abitazione di una mazza da cricket insanguinata utilizzata probabilmente da Pistorius per sfondare la porta del bagno in cui la povera fidanzata si era rinchiusa per provare a scappare, oppure da lei stessa per provare a difendersi dalla furia di Pistorius. A ciò si aggiunge anche la notizia della telefonata di Pistorius ad un amico, Justin Divaris, prima di telefonare all’ambulanza: secondo quanto riferito dallo stesso Divaris, in quella telefonata Pistorius avrebbe confessato l’omicidio di Reeva Steenkamp supplicandolo: “portami via, ho ucciso la mia bambina”. Infine, ma non per importanza, il ritrovamento di sostanze dopanti ed in particolare di steroidi anabolizzanti, nella sua abitazione di Pretoria. Le sostanze dopanti sarebbero state assunte da Oscar Pistorius probabilmente per finalità sportive e, in tal senso, sarebbero state una delle cause del suo raptus omicida, un’esplosione di rabbia innescata dagli effetti collaterali di quegli anabolizzanti assunti. Per far luce su questo aspetto, l’atleta sudafricano è già stato sottoposto ai prelievi del sangue necessari a verificarne la presenza ed i risultati delle analisi verranno resi noti nei prossimi giorni.

    Pistorius, mazza insanguinata e steroidi | © AFP/Getty Images
    Pistorius, mazza insanguinata e steroidi | © AFP/Getty Images

    Doping e omicidio, un mix esplosivo per disgregare e frantumare in mille pezzi colui che era un ragazzo ammirato in tutto il mondo per la sua grande forza di volontà, per la sua tenacia nel volersi sentire normale e gareggiare con gli atleti non paralimpici, nonostante fosse costretto a fare i conti con le sue due protesi, in gara e nella vita. Un connubio che mostrava la faccia buona di questo ragazzo ventiseienne e che, però, è stato spazzato via bruscamente in una notte buia ed ancora misteriosa. Pian piano che i giorni trascorrono continuano ad emergere tasselli sempre più inquietanti che continuano ad aprire crepe su crepe nella sua possibilità di dimostrare la non volontarietà dell’omicidio che, ad oggi, pare assai improbabile anche a causa di alcuni “segnali” che sembrano divenire sempre più importanti, rappresentando dei “campanelli d’allarme” inascoltati fino alla notte di San Valentino.

    Basti pensare che, qualche settimana fa, in un elegante ristorante di Johannesburg, Oscar Pistorius si trovava a cena in compagnia del pugile professionista Kevin Lerena che fu protagonista, suo malgrado, di uno strano incidente rivelato in questi giorni alla stampa sudafricana.

    Oscar Pistorius, infatti, al ristorante avrebbe afferrato la pistola di un amico per dargli un’occhiata e tolse la sicura dall’arma: improvvisamente, partì un colpo che rimbalzò in terra e per pochi centimetri non colpì il pugile ad un piede. Pistorius si accorse della gravità della sua negligenza e, secondo quanto racconta lo stesso Kevin Lerena, si scusò immediatamente della leggerezza del suo gesto, che avrebbe potuto avere gravi conseguenze.

  • La Polizia non crede a Pistorius, ha voluto uccidere Reeva Steenkamp

    La Polizia non crede a Pistorius, ha voluto uccidere Reeva Steenkamp

    La notizia dell’uccisione di Reeva Steenkamp, trentenne modella e fidanzata di Oscar Pistorius, da parte dell’atleta sudafricano che la credeva un ladro introdottosi nella sua abitazione, ha sconvolto il mondo intero anche considerando la fama planetaria dell’atleta connessa alle sue prestazioni agonistiche ed al fatto che è entrato nella Storia come primo uomo al mondo a partecipare alle Olimpiadi nonostante abbia le gambe amputate. Le circostanze nelle quali è avvenuto il tragico episodio sono ancora da chiarire, anche se la versione raccontata agli inquirenti di Pretoria da Pistorius appena arrestato lascia molti dubbi e risulta essere poco credibile. Pistorius, infatti, ha dichiarato di essersi svegliato di soprassalto appena la sua fidanzata si è introdotta nella sua abitazione, e di aver sparato per difendersi ritenendo fosse un ladro impugnando la sua calibro 9 poi ritrovata sul luogo del delitto: i proiettili hanno colpito la malcapitata Reeva Steenkamp alla testa ed al braccio, facendola morire sul colpo stando alle prime ricostruzioni della Polizia Sudafricana. Almeno in apparenza, secondo la versione fornita dall’atleta agli inquirenti, si sarebbe trattato di un tragico incidente anche se nelle ultime ore si stanno rincorrendo voci e indiscrezioni che lasciano intuire uno scenario molto differente rispetto all’omicidio colposo e la stessa Polizia avrebbe escluso l’errore, facendo intendere di sospettare che l’omicidio fosse intenzionale. 

    Pistorius, la Polizia esclude l'errore | © Fred Duval/Getty Images
    Pistorius, la Polizia esclude l’errore | © Fred Duval/Getty Images

    Domani in tribunale alle ore 9 locali, ed alle 8 italiane, vi sarà la prima udienza a Pretoria, e Pistorius comparirà in aula per rispondere dell’omicidio della sua fidanzata così come comunicato dalla Procura della Repubblica, rimandando l’udienza che era stata in precedenza fissata per il pomeriggio odierno. In attesa di conoscere gli sviluppi connessi a tale udienza, si stanno diffondendo elementi di rilievo connessi alla vita privata della coppia che – a posteriori – sembra possano essere letti come preoccupanti “segnali” di ciò che è accaduto tragicamente quest’oggi, proprio nel giorno di San Valentino, la festa dedicata in tutto il mondo a chi si ama.

    Pare, infatti, che la Polizia sudafricana fosse a conoscenza di precedenti casi di violenza domestica avvenuti in quella lussuosa villa, e che anche nelle prime ore di questa mattina, i vicini di casa avessero udito urla e grida provenienti dall’abitazione di Pistorius, trasformatasi poco dopo, fra le 4 e le 5 del mattino, nella scena del delitto. Un aspetto che risulta essere ancora più inquietante se si considera che la bella fidanzata di Pistorius era testimonial di diverse campagne contro la violenza sulle donne e contro gli stupri, che in particolar modo in Sudafrica sono una piaga sociale molto radicata, e che solo qualche giorno fa la povera Reeva Steenkamp aveva postato sulla propria pagina Facebook un commento in cui si diceva fortunata di “potersi svegliare la mattina in una casa sicura e felice”, aggiungendo nella giornata di ieri tutta la sua felicità per l’arrivo del giorno di San Valentino, twittando con entusiasmo: “Sono così eccitata per questo grande giorno, dovrebbe essere un giorno d’amore per tutti. Può essere benedetto”.

    Avrebbe dovuto esserlo, ma purtroppo si è trasformato nel giorno della sua tragica scomparsa, proprio per mano dell’uomo che amava.