Comincia nei migliori dei modi l’avventura della squadra azzurra alle Paralimpiadi 2012 che si stanno svolgendo a Londra: il primo successo arriva infatti dall’Acquatic Centre, proprio dove meno di un mese fa l’Italia è incappata in un tunnel senza riuscire a conquistare alcuna medaglia nonostante i tanti obiettivi dei nuotatori azzurri delle Olimpiadi. A rompere il ghiaccio è infatti Federico Morlacchi il quale è riuscito a conquistare un terzo posto nei 100 metri farfalla S9 con un 1’00”77, dietro all’ungherese Tamas Sors e all’australiano Matthew Cowdrey.
Nella giornata di ieri invece è arrivato un importantissimo primo posto per l’azzurra Cecilia Camellini: le aspettative prima di partire per Londra erano davvero alte e, l’appena ventenne nuotatrice italiana è riuscita a stupire tutti. Con un fantastico 1’07”29, Cecilia è riuscita non solo a conquistare la medaglia d’oro ma anche a piazzare il nuovo record del mondo nei 100 stile libero S11 superando l’australiana Fisher e la cinese Li e andando a migliorare i risultati di Pechino 2008: quattro anni fa l’atleta modenese, ceca fin dalla nascita, conquistò infatti due medaglie d’argento rispettivamente nei 50 e nei 100 stile libero, andando poi ad aggiungere al suo palmares anche il titolo europeo e mondiale.
A completare una giornata piena di emozioni arriva poi la medaglia d’argento nei 200 metri T35 di Oxana Corso, diciassettenne nata a San Pietroburgo ma adottata da una coppia romana: la velocista è riuscita a chiudere la gara con un ottimo 33”68 che le ha regalato il secondo posto nonostante sia partita dalla nona corsia. Inutile provare a descrivere le sensazioni di Oxana, ragazza colpita da una celebrolesione che l’ha portata a diventare un’atleta paralimpica:
“Sono felicissima, non cosa dire – ha infatti spiegato a caldo la giovanissima azzurra – dedico questo argento a tutti i miei amici che mi hanno accompagnato in questa avventura e a tutti i compagni di Nazionale che non sono potuti venire qui a Londra con me”.
Dopo le Olimpiadi di Londra arriva il turno anche delle Paralimpiadi 2012 che si svolgeranno dal 29 agosto al 9 settembre, dove l’Italia sarà rappresentata da quasi 100 atleti che voleranno oltre manica per tentare di conquistare un’importante medaglia da aggiungere alle 28 portate a casa durante i Giochi Olimpici. Delle 20 discipline che si disputeranno nei prossimi giorni, gli azzurri si cimenteranno nella pallacanestro in carrozzina, nella vela, nella scherma, nel tiro con l’arco, nell’atletica leggera, nel tennistavolo, nel nuoto, nel tennis in carrozzina, nel ciclismo, nel tiro a segno, nel canottaggio e nell’equitazione.
Nel tiro con l’arco saranno dieci gli atleti che scenderanno in campo: Gabriele Ferrandi e Fabio Azzolini gareggeranno nel W1 Compound nelle gare individuali, Alberto Simonelli e Giampaolo Cancelli in quelle del W2 Compound Individuale Open, mentre Oscar De Pellegrin, Mario Esposito, Vittorio Bartoli, Elisabetta Mijno, Veronica Floreno e Mariangela Perna saranno impegnati nelle gare a squadre.
Sono invece undici gli azzurri che si sono qualificati per l’atletica leggera: Alessandro Di Lello e Walter Endrizzi faranno la Maratona T46, Andrea Cionna la Maratona T11/12, Alvise De Vidi i 100 metri T51, Riccardo Scendoni i 100, 200, 400 metri T44 e Davide Dalla Palma gli 800, 1500 metri T46. Tra le azzurre invece Martina Caironi sarà impegnata nel salto in lungo e nei 100 metri T42, Elisabetta Stefanini nei 100, 200, 400 metri T12, Oxana Corso nei 100, 200 metri T35, Assunta Legnante nel getto del peso e lancio del disco T11 e la cantante Annalisa Minetti nei 1500 metri T11/12.
Grandi attese invece dal ciclismo dove la squadra azzurra ha deciso di portare ben 13 atleti: a vestire il tricolore saranno Paolo Cecchetto, Paolo Viganò, Alessandro Zanardi, Claudia Schuler, Francesca Fenocchio, Mauro Cratassa, Giorgio Farroni, Roberto Bargna, Vittorio Podestà, Ivano Pizzi, Michele Pittacolo, Andrea Tarlao e Pierpaolo Addesi. Inizialmente però la squadra era composta da 14 persone: nelle ultime ore infatti il CONI ha deciso di mettere fuori rosa Fabrizio Macchi in quanto ha violato il divieto di avere contatti con il medico Michele Ferrari, ben noto per i suoi trascorsi con i casi di doping.
Nell’equitazione spazio ad un quartetto composto interamente da donne: saranno infatti Silvia Veratti, Sara Morganti, Antonella Cecilia e Francesca Salvadè a cimentarsi in questa disciplina. Nel canotaggio invece il doppio mix sarà affidato a Silvia De Maria e Daniele Stefanoni mentre il quattro con sarà composto da Florinda Trombetta, Mahila Di Battista, Pierre Calderoni ed Andrea Marcaccini.
Spazio a Fabrizio Olmi, Antonio Squizzato, Marta Zanetti, Massimo Dighe, Marco Gualandris e Paola Protopapa per quanto riguarda le gare della vela, mentre nel tiro a segno saranno Azzurra Ciani, Iacopo Cappelli, Marco Pusinich, Giancarlo Iori e Massimo Dalla Casa a tentare di conquistare un risultato importante.
Per quanto riguarda il nuoto saranno Cecilia Camellini, Emanuela Romano, Stefania Chiarioni, Immacolata Cersauolo, Fabrizio Sottile, Federico Morlacchi, Francesco Bettella, Efrem Morelli, Nicolò Bensi, Francesco Bocciardo e Michele Ferrarin a tentare di cancellare dalla mente di tutti il flop che ha visto il nuoto italiano fare da padrone durante le Olimpiadi di Londra 2012.
Nel tennistavolo solamente Salvatore Caci parteciperà alla gara individuale, mentre Clara Podda, Pamela Pezzutto, Michela Brunelli, Maria Nardelli, Valeria Zorzetto, Andrea Borgato, Giuseppe Vella, Raimondo Alecci e Davide Scazzieri si cimenteranno sia nel torneo a squadre che in quello singolo. Nel torneo del tennis Marco Innocenti e Giuseppe Polidori scenderanno in campo per il doppio e nel singolo mentre Marianna Lauro e Fabian Mazzei saranno impegnati nell’open open femminile e maschile.
A scendere in gara nella pedana dell’ExCeL di Londra da mercoledì 4 settembre saranno Loredana Trigilia, Matteo Betti, Marco Cima, Andrea Macrì e Alessio Sarri i quali tenteranno di arrivare in finale nel fioretto, nella spada, nel fioretto a squadre e nella sciabola.
Infine l’unica squadra che volerà alle Paralimpiadi 2012 sarà quella del basket la quale sarà impegnata nel torneo di pallacanestro in carrozzina: i 12 giocatori convocati sono Damiano Airoldi, Nicola Daniamo, Amhed Raourahi, Mohamed Sanna Ali, Fabio Raimondi, Fabio Bernardis, Vincenzo Di Bennardo, Amine Moukhariq, Jacopo Geninazzi, Galliano Marchionni, Alberto Pellegrini ed il giovane capitano azzurro Matteo Cavagnini.
Le favorite di queste Olimpiadi di Londra 2012 per quanto riguarda i tornei di pallamano maschile e femminile riescono a conquistare il successo tanto atteso: la Francia e la Norvegia riescono infatti a bissare la medaglia d’oro di Pechino 2008, riconfermandosi così Campioni Olimpici a distanza di 4 anni dall’ultima competizione di tale importanza. A farne le spese questa volta sono rispettivamente la Svezia ed il Montenegro, le quali si sono dovute accontentare dell’argento, arrendendosi anche se di poco alle due vincenti.
FEMMINILE: Si conclude come tutti si aspettavano il torneo olimpico di pallamano femminile a questi Giochi Olimpici di Londra 2012: ad avere la meglio tra Norvegia e Montenegro nella finale valida per la medaglia d’oro, sono le norvegesi che, con un 26-23, superano le ragazze di Adzic e vanno a bissare il primo posto di Pechino 2008. Nonostante un inizio in sordina infatti le campionesse olimpiche sono riuscite a ribaltare il 2-4 iniziale, arrivando a poco a poco a chiudere il primo tempo avanti di tre reti sul 13-10 grazie ad una strepitosa prestazione di Linn Sulland, a segno sette volte solamente nei primi 30′ di gioco.
Nella ripresa le montenegrine fanno capire che non sono arrivate fino a li per lasciare vincere facile la Norvegia e, guidate dall’ottima Katarina Bulatovic, si portano sul 19-19 a 15′ dal termine del match, sorrette anche da Sonja Barjaktarovic che chiude la porta a Loke e compagne. In questi minuti inoltre la Norvegia si trova a dover fare a meno della propria trascinatrice Sulland, leggermente infortunata alla caviglia e, fino al suo rientro, fatica a trovare la via del goal: è proprio il forte terzino mancino a rimettere le cose al proprio posto nei 5′ finali dove, tornata in campo seppur dolorante, insacca la rete due volte consecutivamente, consegnando di fatto la vittoria nelle mani delle norvegesi.
Nella partita valida per la conquista del gradino più basso del podio ad avere la meglio tra la Spagna e la Corea del Sud sono invece le iberiche che, con un 29-31 finale, conquistano un’importante medaglia di bronzo. Ottima la prova dell’intero team spagnolo che, dopo una partita al cardiopalmo, è riuscito a scalzare le coreane dal terzo posto, le quali lo conquistarono proprio a Pechino 2008 superando l’Ungheria.
MASCHILE: Anche la Francia come la Norvegia, riesce a bissare la medaglia d’oro di Pechino 2008: in una partita combattuta il risultato finale vede infatti i francesi chiudere con un 22-21 che gli regala nuovamente il primo posto ai danni della Svezia. I ragazzi di Claude Onesta riescono quindi a centrare il pronostico che ormai tutti avevano fatto prima di questa finale: troppo forti infatti Nikola Karabatic e compagni per gli svedesi che, nonostante tutto scendono in campo con il coltello tra i denti, cercando di fare lo sgambetto ai campioni olimpici in gara.
Purtroppo però alla fine Niclas Ekberg e compagni si sono dovuti arrendere alla strapotenza francese che può vantare tra i tanti anche Thierry Omeyer, Luc Abalo e Michael Guigou. In ogni caso gli svedesi raggiungono un importante risultato, tornando sul podio dopo otto anni di non presenza ai Giochi Olimpici: ad Atene 2004 e Pechino 2008 infatti la Svezia non partecipò nemmeno mentre a Sydney 2000 conquistò come quest’anno la medaglia d’argento in quanto venne superata in finale dalla Russia.
A chiudere il podio nel torneo di pallamano maschile è la Croazia che, con un 33-26 finale riesce ad imporsi sulla formazione dell’Ungheria e conquista così la medaglia di bronzo andando anche a prendersi la rivincita sul quarto posto di Pechino 2008 dove la Spagna la costrinse a rimanere ai piedi del podio.
Il giorno dopo la chiusura dei giochi olimpici è sempre un giorno triste, emozioni, sogni, aspettative, delusioni e gioie in questi 16 giorni di giochi in cui l’Italia chiude con una medaglia in più rispetto alla spedizione cinese.
Otto ori, nove argenti e undici bronzi è questo il bottino che gli atleti azzurri hanno saputo raccogliere in questi giorni a cinque cerchi dove la spedizione azzurra non si è fatta mancare assolutamente nulla nel bene e nel male.
Il presidente del Coni uscente, Gianni Petrucci, si è ritenuto soddisfatto delle medaglie vinte dato che la previsione alla vigilia dei giochi era stata di 25 medaglie, previsione forse volutamente tenuta al ribasso. Come al solito la miniera azzurra è stata rappresentata dalla scherma che ha collezionato la bellezza di sette medaglie e tre titoli olimpici tutti nel fioretto con Elisa Di Francisca ed i due dream team maschile e femminile. La sorpresa più lieta di questi giochi è rappresentata dalla nazionale di tiro, che sempre aveva contribuito alla grande nei precedenti giochi, ma mai come in questa edizione con la scoperta dei fuoriclasse Niccolò Campriani e Jessica Rossi.
Molmenti con il suo oro nella canoa stato uno dei pochi atleti che ha confermato le speranze della vigilia, con la medaglia d’oro più bella sicuramente rappresentata da Carlo Molfetta nel Taekwondo e senza dimenticare lo splendido “ten” finale di Michele Frangillinella gara a squadre di arco.
È opinione di chi vi scrive che però la tanta contentezza e soddisfazione rappresentata dal massimo organo sportivo italiano non è al 100% condivisibile. È vero che l’età media dei medagliati si è abbassata a 27 anni ma ci pare che i titoli vinti siano frutto più di un eccellenza tipica italiana che naturale conseguenza di una programmazione a lungo corso. Ovviamente come in ogni olimpiade ci ricordiamo sempre degli sport c.d. “minori” per poi non fare assolutamente niente per cercare di migliorare delle federazioni che potrebbero dare tantissimo allo sport italiano. Purtroppo non ci dobbiamo dimenticare che nel ciclismo su pista l’Italia ha presentato solamente un atleta (Elia Viviani) e le imbarcazioni qualificate in questi giochi sia nel canottaggio che nella canoa sono assolutamente poche per la tradizione e le vittorie conseguite in passato.
Adesso l’appuntamento sarà fra quattro anni a Rio dove speriamo ci sia una crescita complessiva dello sport italiano e con la consapevolezza che i valori mostrati in questi giochi sono veramente cosa rara rispetto allo “splendido” spettacolo mostrato dal calcio italiano in occasione della finale di supercoppa fra Juventus e Napoli.
Tutto come da pronostico, anche se ottenuto con un pizzico di fatica in più rispetto al previsto: gli Stati Uniti di un super Kevin Durant e di un grande LeBron James battono la Spagna con il risultato di 107-100 nella Finalissima del le Olimpiadi di basket e vincono la medaglia d’oro. E’ il secondo successo olimpico di fila per gli americani nella pallacanestro dopo quello di Pechino 2008 dove nella Finale fu sempre la Spagna ad essere battuta.
Gli iberici partono forte e volano sul 12-7 in avvio grazie alla vena realizzativa di Juan Carlos Navarro (10 punti con 3 triple). All’asso spagnolo risponde subito il fenomenale Durant che punisce la zona di coach Sergio Scariolo con i suoi tiri dall’angolo. L’ingresso in campo di Carmelo Anthony mette le ali alla Nazionale a stelle e strisce che vola sul 25-16 grazie ad un parziale di 18-2 in cui il giocatore dei New York Knicks piazza 8 punti. A ricucire il gap ci pensa il duo Fernandez-Ibaka che complice le disattenzioni difensive avversarie riporta nel match la “Roja”.
La Spagna però deve fare i conti con il gran secondo quarto di Kevin Love che in pratica da solo regge attacco e difesa statunitense (9 pu ti e 6 rimbalzi il computo del giocatore di Minnesota nella frazione). La Spagna grazie all’indemoniato Navarro (19 punti) resta a contatto (solo un punto separa le 2 squadre all’intervallo lungo, 59-58) mentre per gli U.S.A. ci sono 18 punti del solito Durant.
L’avvio della seconda parte di gara sorride ai giallorossi che con uno scatenato Pau Gasol (13 punti in fila) tornano a mettere la testa avanti (67-64). Ibaka limita James ma a far rientrare immediatamente gli Stati Uniti è il talento di Kevin Durant che dall’arco inizia a bombardare il canestro avversario (82-81 alla fine del terzo periodo).
Ultimo quarto tutto da vivere: Scariolo tenta il tutto per tutto ma Chris Paul scava un piccolo gap con il tiro dalla lunga distanza aiutato anche da un paio di magie di Kobe Bryant. Disperatamente la Spagna cerca di non sprofondare ma a dare la mazzata finale al team iberico è la premiata ditta Durant-James (il meglio possibile del basket odierno): la stella dei Miami Heat piazza 5 punti in un amen (schiacciata più tripla) che annientano la resistenza avversaria.Coach “K”, all’ultima gara sulla panchina della nazionale (ne ha vinte 62 su 63), toglie i titolari e svuota la panchina per dare spazio a tutti. E’ oro per gli Stati Uniti, decisivi i canestri di LeBron James (19 punti) quando la palla scotta di più, un paio di lampi di Chris Paul nel finale (11 punti), la difesa di Kevin Love (9 punti e 9 rimbalzi) su Pau Gasol nel quarto periodo, e la grande prova di Kevin Durant (30 punti e 9 rimbalzi). Alla Spagna non è bastato un Pau Gasol straordinario (24 i suoi punti) e un Navarro indemoniato in avvio (19 punti nel primo tempo, spentosi alla distanza avendo racimolato 21 punti totali). Scariolo torna a Milano con l’argento.
Nella Finale per il terzo/quarto posto la Russia batte l’Argentina per 81-77 e conquista il bronzo, prima medaglia nel basket olimpico da quando non c’è più la vecchia Unione Sovietica (oro a Seul 24 anni fa). I sudamericani vivono quasi esclusivamente sul tiro da 3 punti, i russi affidano le proprie speranze a Kirilenko ma soprattutto al neo Minnesota Timberwolves Alexei Shved che con una prova maiuscola da 25 punti ed una fondamentale tripla a 36 secondi dalla sirena finale regala la vittoria alla sua squadra. A fine incontro per l’ex CSKA ci sono 25 punti, 20 per Kirilenko mentre Fridzon chiude con 19. All’Argentina non bastano i 21 di Manu Ginobili, i 15 di Delfino ed i 16 di Nocioni.
Purtroppo il nostro grande più grande sospetto nonché preoccupazione, di una sconfitta di Roberto Cammarelle non per mano, o meglio, per il pugno del suo avversario ma per la penna dei giudici, si è avverata con il campione di Cinisello Balsamo costretto ad abdicare dal trono olimpico dei supermassimi dopo un incontro assolutamente dominato.
Che Anthony Joshua, pugile britannico dalla belle speranze, ma nettamente inferiore tecnicamente non solo nei confronti di Cammarelle ma di molti suoi avversari, dovesse arrivare in fondo nel torneo olimpico lo avevamo capito sin dai primi turni con il pugile britannico ad avanzare nei turni con lo stupore e lo sdegno dei suoi avversari e di quasi tutti gli addetti ai lavori, esclusi ovviamente quelli britannici.
Come a Pechino, Roberto Cammarelle deve affrontare nella finale per l’oro il pugile di casa ma, a differenza di quattro anni fa, l’unico “errore” di Cammarelle è quello di non aver messo al tappeto il suo avversario perché è solo con una fine prima del limite, che la medaglia d’oro poteva tingersi d’azzurro.
Ed invece non è stato così, Cammarelle stravince il primo round con Anthony Joshua messo all’angolo con il pugile britannico che non viene inspiegabilmente contato dall’arbitro. Ovviamente i giudici danno solo un punto di vantaggio al pugile italiano che chiude il primo round sopra 6-5. Anche nella seconda ripresa Cammarelle domina, Joshua è in bambola e subisce colpi su colpi con l’italiano che chiude la ripresa sopra di tre punti, 10-5. Ma quando tutto sembrava andare verso la vittoria italiana ecco il tocco magico dei giudici che assegnano la terza ripresa al britannico e addirittura di tre punti pareggiando il match.
È già farsa, ma il massimo viene raggiunto con la c.d. decisione tecnica dei giudici che assegnano l’oro al britannico senza nessuna logica e né tantomeno basandosi sul fatto che Cammarelle avesse vinto i due precedenti round e che in tutto il match aveva messo più colpi del suo avversario. Ovviamente il reclamo italiano viene respinto dato che non si poteva assolutamente rovinare la festa all’interno del palazzetto olimpico gremito di bandiere britanniche.
Comunque un grazie immenso al nostro Cammarelle che ha dimostrato di essere il più forte ma che non ha potuto assolutamente nulla contro delle logiche che noi comuni mortali non potremmo mai assolutamente capire.
Nella finale valida per la conquista della medaglia d’oro nel torneo olimpico di pallanuoto il settebello di Sandro Campagna si deve arrendere ad una Croazia nettamente superiore. Il ct Ratko Rudic dimostra infatti di aver preparato alla perfezione il match contro gli italiani, impostando la partita su di un ritmo calmo che innervosisce non poco Tempesti e compagni. Nonostante il risultato finale l’Italia era partita con il piede giusto chiudendo il primo quarto con un 2-1 che faceva ben sperare tutti i tifosi presenti: col passare dei minuti però la forza dei croati ha cominciato a fare da padrona e, nemmeno le parate del sempre presente Tempesti sono bastate per tenere a galla gli azzurri.
Durante l’ultimo quarto infatti la Croazia ha piazzato un break pesante che ha distanziato definitivamente gli italiani dalla medaglia d’oro: sul risultato di 7-3 Felugo e compagni cercano di reagire ma il tempo scorre e le reti da insaccare sono troppo, così il match si conclude con un 8-6 finale che assegna il primo oro olimpico nella storia alla formazione del maestro Ratko Rudic.
Con questo secondo posto invece l’Italia rompe un digiuno da medaglie olimpiche che dura dal 1996, quando ad Atlanta conquistò il bronzo: proprio per questo, nonostante la sconfitta che brucia, quello di oggi è un importante risultato per gli azzurri che, dopo l’oro dei Mondiali di Shanghai 2011, possono finalmente appendersi al collo una medaglia olimpica sicuramente meritata e sudata fin dai primi giorni. A chiudere poi il podio è la Serbia che, nella finalina valida per il terzo posto si è imposta sul Montenegro con un 11-12 finale grazie all’ottima prestazione del giovane Filip Filipovic. Così facendo la squadra di Dejan Udovicic è riuscita a bissare il bronzo di Pechino 2008 dove superò proprio il Montenegro.
Per quanto riguarda invece il torneo femminile a conquistare l’oro è stata la formazione degli Stati Uniti che, con un netto 8-5 è riuscita a superare la Spagna, andandosi a prendere la rivincita rispetto a Pechino 2008 quando, sconfitta dall’Olanda, si dovette accontentare dell’argento. Terzo posto come quattro anni fa invece per l’Australia che si è guadagnata la medaglia di bronzo superando 13-11 l’Ungheria come accadde a Pechino. Da dimenticare la prestazione del setterosa che ha chiuso quest’avventura ai Giochi Olimpici di Londra 2012 con un penultimo posto che lascia non poco l’amaro in bocca alle ragazze di Fabio Conti.
Finisce con la vittoria dell’Italia la finale valida per la conquista della medaglia di bronzo nel torneo olimpico di pallavolo maschile: la Bulgaria, formazione che aveva sconfitto con un netto 3-0 gli azzurri durante la fase a gironi, si è trovata di fronte tutt’altra squadra, scesa in campo determinata a conquistare il gradino più basso del podio. In quattro set infatti i ragazzi di Berruto sono riusciti a sconfiggere Nikolov e compagni partendo con il piede giusto e disputando un primo set fantastico che ha messo subito dietro i bulgari.
Nel secondo set invece gli azzurri hanno buttato al vento il lavoro fatto nel precedente in quanto, arrivati al set point per la Bulgaria sul 24-23, si fanno sfuggire malamente l’occasione di pareggiare e guadagnare il cambio palla commettendo un doppio tocco, errore banale che fa pareggiare i conti ai bulgari dopo un’ora di gioco andando sull’1-1.
Tutti i giocatori in campo sanno che la posta in palio è davvero alta e l’Italia, che in queste Olimpiadi di Londra 2012 ha provato più volte l’aspro sapore della medaglia di legno, torna in campo con il coltello tra i denti: Berruto carica a dovere i suoi che, trascinati da Savani e Lasko, fanno scivolare nuovamente i bulgari, i quali si aspettavano sicuramente un match meno impegnativo, portandosi avanti sul 2-1.
Ma l’Italia in questa partita è una sorpresa infinita: nel quarto set scende in campo perfetta come non mai e, con un Savani incontenibile, si porta al time out tecnico sul 16-13. Quando si torna in campo la Bulgaria non concede più nulla ma a salvare gli azzurri è Birarelli che, palla dopo palla, tiene avanti l’Italia, sorretto dalle battute di Savani che trascinano tutti sul podio con un 25-21 finale.
“Sicuramente quello di Londra è stato un torneo difficile ma siamo contenti perchè abbiamo battuto la Bulgaria, squadra che ha fatto un’Olimpiade davvero impeccabile – spiega il capitano dell’Italia Cristian Savani – Abbiamo vinto una medaglia importante e soprattutto dal valore olimpico che non è cosa da tutti, e ricordiamo che davanti avevamo i bulgari che non hanno mai mollato. La cosa che ci ha aiutato molto nel match di oggi è stata di certo la battuta, che ci ha permesso di creare dei break che son serviti a portarci avanti e a tagliare le gambe ai nostri avversari. Quel che è certo è che è stata dura ma ora lasciamelo dire, non ci frega più nulla, perchè quello che conta è la medaglia che abbiamo al collo che vale come un oro”.
Una vittoria olimpica la sognano un pò tutti, c’è chi ci riesce, chi non ci riesce e chi ci riesce perchè in fondo doveva riuscirci. E’ il caso di Carlo Molfetta, 28enne di Mesagne, che ieri sera si è regalato la medaglia d’oro olimpica nel taekwondo categoria +80kg. Una vittoria storica, perchè si tratta del primo oro olimpico per l’Italia nel taekwondo. Il trono olimpico tanto desiderato adesso ospita Carlo Molfetta. Lui che ad Atene 2004 si presentò da grande favorito nella categoria -68kg ma uscì mestamente al primo turno. Dopo la delusione olimpica di Atene un lungo calvario, condito da ben 4 operazioni alle ginocchia, che ne avevano messo a rischio addirittura la carriera. Qualcun’altro al suo posto avrebbe mollato, ma Carlo Molfetta no. Tanta passione per quest’arte di calci e pugni in volo e tanta voglia di raggiungere il suo sogno olimpico.
Lui ci ha sempre creduto già da quando frequentava la scuola media e firmava autografi ai compagni spiegando che un giorno quegli stessi autografi avrebbero avuto grande valore. Quel giorno è arrivato e non importa quando si è dovuto soffrire l’importante è esserci riusciti. D’altronde come lo stesso Molfetta ha sempre detto: “I sogni si realizzano, senza questa possibilità la natura non ci inciterebbe a farne”. E’ proprio vero, il sogno di diventare campione olimpico si è realizzato, ma non crediate che sia stato facile perchè il lottatore pugliese si è battuto con veri e propri giganti. Lui, che ad Atene gareggiava nella categoria -68kg, per partecipare a Londra 2012 è ingrassato di 15 kg, tentando l’assalto al suo sogno contro atleti molto più alti e robusti di lui. Nonostante ciò la tecnica dell’italiano è prevalsa e la rapidità nell’inserirsi nella guardia avversaria ne è stata la prova.
In finale Molfetta ha affrontato Anthony Obame, atleta del Gabon alla ricerca della prima storica medaglia olimpica. L’andamento dell’incontro con l’africano ha ricordato un pò la carriera del nativo di Mesagne, perchè ad un certo punto l’oro sembrava perso quando Obame si è portato avanti 6-1 nel primo round. Piano piano però Carlo è risalito prima di prendere nel terzo round un calcio in faccia di quelli che possono spegnere per sempre un sogno olimpico. 9-3 per Obame e poco più di un minuto alla fine dell’incontro. Insomma, era difficile crederci, ma lo era solo per chi non conosceva Carlo Molfetta detto ‘il lupo’. Da lì un paio di colpi e poi a pochi secondi dalla fine il calcio in faccia che porta l’italiano sul 9-9 finale. Si va al round supplementare di 2 minuti dove chi va a segno per primo vince. Molfetta ci prova, Obame pure ma neanche al golden point il match si risolve. C’è bisogno del giudizio dei giudici, che non ci pensano più di tanto e proclamano l’italiano vincitore per superiorità. Incontro emozionante tanto quanto la gioia di portare sul gradino più alto del podio la bandiera italiana.
Anche questo, soprattutto questo rappresentano le Olimpiadi. Dietro ogni atleta c’è una storia da poter raccontare, bella o brutta che sia, non importa neanche il lieto fine perchè ogni storia può essere da esempio per una società dove i veri valori sembrano essersi persi. Carlo Molfetta ha vinto sì la medaglia d’oro alle Olimpiadi, ma la sua più grande vittoria è l’aver dimostrato che nella vita bisogna sempre crederci, anche quando tutto sembra remarti contro. Questa vittoria potrà essere da stimolo a tanti, non solo nell’ambito sportivo, quindi vale ben più di una medaglia, ben più della 23esima medaglia italiana a Londra 2012. Questa è l’Italia sportiva che vogliamo raccontarvi, storie vere e autentiche che rabbrividiscono nell’essere oscurate da storie di personaggi che mirano alle sole copertine. Questa volta la copertina è tutta di Carlo Molfetta, in fondo se l’è meritata, sperando non sia l’ultimo a regalare emozioni e a dispensare grandi insegnamenti.
Big surprise. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. La prima volta non si scorda mai. Non sappiamo come dirvelo, però dobbiamo farlo: il Brasile non ha vinto, a festeggiare l’oro olimpico è il Messico. Ciò che neanche il miglior Nostradamus dei nostri giorni poteva predire si è avverato. Gli “alieni verdi” sono sbarcati a Londra con i fari della navicella spenti ma dopo due settimane hanno accecato i verdeoro e si sono mostrati al mondo intero. Sì, gli alieni esistono. Il capobranco è l’inossidabile Oribe Peralta, 28 enne attaccante del Santos Laguna, autore ieri dei due gol che hanno spento i sogni e la samba dei carioca. Intorno a lui montagne verdi (vedi Marco Fabian, Hector Herrera, Aquino) e giovani che saranno famosi. Davide batte Golia, la storia si ripete.
Finisce 2-1 per il Messico la finale delle Olimpiadi di calcio targate Londra 2012. Il Brasile, super favorito alla vigilia, esce con le ossa rotta e una medaglia d’argento che ha il profumo della delusione. Un intero Paese (e forse qualcosa di più) si aspettava dai ragazzi di Mano Menezes la vittoria del torneo, specialmente dopo l’uscita di scena di Spagna e Uruguay durante la Fase a gironi. Così non è stato, e forse l’aver sciupato anche quest’occasione rende le cose maledettamente più complicate.
Vedere Neymar e compagni a fine partita increduli, al limite dello sconforto, non è stato di certo un bello spettacolo per la torcida verdeoro. Però il calcio è anche questo, e i tifosi purtroppo conoscono fin troppo bene la storiella. C’era una volta l’incredibile Hulk, ieri sera forse è entrato troppo tardi, forse ha segnato troppo tardi, forse non era semplicemente destino. Non è piacevolissimo andare sotto di un gol in una finale dopo appena 30 secondi, rete che di fatto ha cambiato gli equilibri in campo. Ugualmente non sarà stato fantastico per Thiago Silva e compagni poter fare affidamento su un Gabriel così insicuro (non è che Galliani ha acquistato Dida 2 la vendetta?). E infine non sarà stato esaltante per i tifosi del Chelsea (e non solo) vedere Oscar al 93′ fallire la più facile delle occasioni per impattare il risultato sul 2-2 e aprire un nuovo capitolo della finale. Ma questa è un’altra storia.
Il tabellino di Brasile-Messico, finale delle Olimpiadi Calcio 2012
Brasile: Gabriel, Rafael (84′ Lucas), Juan Jesus, Thiago, Marcelo, Sandro (71′ Pato), Romulo, Oscar, Alex Sandro (32′ Hulk), Neymar, Damiao. Allenatore: Mano Menezes. Messico: Corona, Jimenez (81′ Vidrio), Mier, Reyes, Salcido, Chavez, Enriquez, Aquino (57′ Ponce), Herrera, Fabian, Peralta (85′ R. Jimenez). Allenatore: Tena Marcatori: 1′ Peralta (M), 75′ Peralta (M), 90′ Hulk (B)