Tag: olimpiadi invernali 2018

  • Arianna Fontana colpisce ancora, è bronzo nei 1000 metri

    Arianna Fontana colpisce ancora, è bronzo nei 1000 metri

    Sempre lei, ancora lei, di nuovo lei, semplicemente Arianna Fontana.

    La campionessa azzurra di Short Track aggiunge un’altra medaglia alla sua collezione olimpica, a Pyeongchang dopo l’oro conquistato nei suoi adorati 500 metri e all’argento vinto con le compagne dalla staffetta, oggi Arianna è salita nuovamente sul podio, ottenendo un preziosissimo bronzo nella distanza dei 1000 metri.

    Se quelle dei 500 e della staffetta erano prevedibili, quella di oggi è stata una piacevolissima sorpresa in quanto i mille metri sono distanza in cui l’azzurra ha sempre fatto più fatica.

    Una medaglia che incastona ancora di più Arianna Fontana nel firmamento dello Short Track, se prima era la donna più medagliata alle olimpiadi nella disciplina, con il bronzo odierno ha toccato quota 8 nel suo bottino personale agganciando mostri sacri del calibro di Apolo Ohno e Viktor An.

    Veniamo al racconto della nuova impresa di Arianna Fontana.

    La giornata è iniziata con un batteria di quarti di finale vinta in maniera piuttosto agevole, nella semifinale l’italiana si è accontentata del secondo posto lasciando il primo alla canadese Kim Boutin.

    La finale sembrava davvero uno scoglio difficile da superare, c’era la già citata canadese Boutin, la possibile outsider olandese Schulting ed il duo coreano Choi Minjeong e Shim Sukhee. La partenza di Arianna è stata ottima però poi è scivolata indietro con la coppia canadese/olandese a gestire il primo posto e le coreane ad inseguire. Man mano che la gara entrava nel vivo anche Fontana provava a farsi spazio, prendendosi prima il 4° posto e poi, a circa due giri dalla fine cercando di infilare una delle due coreane per puntare al terzo.

    Al momento dell’attacco dell’azzurra le due coreane hanno provato a resistere ma Shim ha toccato Choi ed entrambe sono cadute finendo contro i materassi del bordo pista.

    A questo punto ormai le posizioni si erano decise, Schulting ha retto al tentativo di Boutin portando a casa il titolo mentre Fontana si è presa il terzo posto.

    Come quasi sempre accade nello Short Track si è dovuto attendere la conferma dei giudici, una penalità è arrivata ma è stata data alla coreana Shim, confermando così il risultato visto sulla linea d’arrivo permettendo ad Arianna Fontana di gioire ed entrare nella storia olimpica del suo sport.

  • Ancora un oro per l’Italia, Sofia Goggia prima in discesa

    Ancora un oro per l’Italia, Sofia Goggia prima in discesa

    Tutti la aspettavano, i risultati di slalom gigante e supergigante non erano stati quelli attesi, c’era un pizzico di delusione ma Sofia Goggia aveva ancora un asso nella propria manica e l’ha giocato al momento giusto andando a prendersi la medaglia d’oro nella discesa libera.

    Un successo che serve a far entrare la bergamasca nella storia olimpica dello sci italiano, nessuna donna infatti prima di lei era riuscita nell’impresa di vincere la discesa libera ai giochi, l’unico in passato a divenire campione olimpico in questa specialità era stato Zeno Colò alle Olimpiadi del 1952 ad Oslo.

    Sofia Goggia è partita probabilmente senza tirare troppo, nei primi rilevamenti cronometrici infatti ha fatto registrare un piccolo ritardo. Le sue traiettorie si sono fatte sempre più pulite, la velocità è cresciuta ed il cronometro ha iniziato a colorarsi con la tanto amata lucina verde. Le tanto temute “Goggiate” non si sono presentate, il resto della discesa è stato praticamente perfetto e così l’azzurra ha tagliato il traguardo con 63 centesimi di vantaggio su Tina Weirather, al momento al comando della gara.

    Sofia Goggia in azione nella discesa libera | Foto Twitter

    Il primo passo verso il trionfo Sofia lo aveva fatto, ora l’attesa era tutta per l’amica/rivale Lindsey Vonn, l’unica sulla carta a poter insidiare l’azzurra. L’americana è partita con il pettorale numero 7, Goggia aveva il 5, sin dall’inizio però si è intuito che non sarebbe stata pericolosa in quanto nel tratto iniziale, dove l’italiana non aveva brillato, non era stata in grado di guadagnare praticamente niente. Nella seconda parte poi il distacco è aumentato sino a toccare i 47 centesimi.

    Tutto finito e festa azzurra? No perché ogni grande impresa ha sempre bisogno di quel pizzico di suspence, ed in questo caso si è presentata sotto il nome di Ragnhild Mowinckel.

    La norvegese, già argento nella gara di slalom gigante, ha praticamente sempre mantenuto la scia di Sofia Goggia, è giunta all’ultimo intermedio con solo 4 centesimi di ritardo ma, per fortuna dell’atleta italiana, non è riuscita a recuperare anzi ha aggiunto qualcos’altro chiudendo seconda a soli 9 centesimi dalla vetta, facendo scivolare Lindsey Vonn al terzo posto.

    A quel punto, tirato un sospirone di sollievo, per Sofia Goggia è stato il momento di pensare sempre più concretamente a ciò che aveva fatto. Si è dovuto attendere l’ultima atleta e poi, quando il pettorale numero 39 ha tagliato il traguardo, è stato il momento di gioire e festeggiare questo storico oro olimpico conquistato sulle nevi di Pyeongchang 2018.

    Grazie al successo di Goggia il medagliere azzurro raggiunge la quota 9 medaglie, 3 d’oro, 2 d’argento e 4 di bronzo.

  • Pyeongchang 2018, le staffette azzurre volano a medaglia

    Pyeongchang 2018, le staffette azzurre volano a medaglia

    Giornata di gioia per le staffette azzurre a Pyeongchang, la squadra femminile dello Short Track ha conquistato uno strepitoso argento, in una gara davvero combattuta e con un finale pieno di colpi di scena, mentre la staffetta mista del Biathlon, con la tensione e l’attesa di un ricorso fatto dalla Germania, ha portato a casa il bronzo.

    Erano due medaglie che l’Italia si aspettava di conquistare ma che sono arrivate dopo due gare davvero piene di emozioni e colpi di scena.

    Partiamo dall’argento dello Short Track.

    Il quartetto azzurro, formato da Arianna Fontana, già oro nei 500m qui a Pyeongchang, Cecilia Maffei, Lucia Peretti e Martina Valcepina partiva, sulla carta, nettamente sfavorita nei confronti di Cina e Corea mentre con il Canada la sfida sembrava alla portata. La partenza ha visto le azzurre mettersi al comando ma poi, probabilmente per una tattica preparata, scivolare al quarto posto. I giri passavano uno dopo l’altro con le altre tre nazioni a scambiarsi i primi posti e l’Italia in attesa. A pochi giri dal termine durante un cambio l’atleta coreana è caduta, nella confusione il Canada è finito lontano e l’Italia, pur allargando la traiettoria, si è ritrovata terza. Sulla linea del traguardo è passata per prima la Corea del Sud, davanti alla Cina e con le azzurre terze. Come accade spesso nello Short Track però non bisogna mai dare niente per scontato sino a quando la giuria, dopo aver rivisto i vari replay, non certifica la classifica.

    Questa situazione si è verificata anche oggi e se il primo posto della Corea è stato confermato, Cina e Canada sono state squalificate permettendo così alle azzurre di vedere la loro medaglia di bronzo tramutarsi in argento. Gioia anche per l’Olanda che avendo vinto la Finale B, ha approfittato delle squalifiche per mettersi al collo il bronzo olimpico.

    Se lo Short Track ha proposto tante emozioni, il Biathlon non è stato da meno.

    Windisch esulta per il bronzo della staffetta mista del Biathlon | Foto Twitter

    La staffetta mista prevedeva prima le due ragazze e poi i due ragazzi, l’Italia ha schierato Vittozzi in prima frazione, Wierer in seconda, Hofer in terza e Windisch a chiudere.

    Una Vittozzi in ottima condizione sugli sci e precisa al poligono, ha permesso all’Italia di chiudere in testa la prima frazione. Wierer dopo un perfetto poligono a terra, ha avuto bisogno di tre ricariche in quello in piedi ed ha visto così la Germania, trascinata da Dahlmeier scappare via con oltre 20 secondi di vantaggio. Anche il terzo frazionista tedesco Lesser ha fatto ottimamente il suo compito ed il vantaggio su Hofer si è ampliato sino a 32 secondi ma sopratutto l’azzurro è stato agganciato da Francia e Norvegia in grande rimonta. L’ultima frazione vedeva in campo Peiffer per la Germania, Windisch per l’Italia, Svendsen per la Norvegia ma sopratutto Martin Fourcade per la Francia.

    Al primo poligono Peiffer ha avuto bisogno di una ricarica ed ha visto il proprio vantaggio, su uno scatenato Fourcade, ridursi, Svendsen e Windisch invece sono usciti praticamente insieme. All’ultimo poligono, la svolta decisiva, Fourcade ha piazzato un 5 su 5 e si è involato verso l’oro, Peiffer invece ha combinato un mezzo disastro al quale non è riuscito a rimediare nemmeno con le ricariche, dovendo quindi effettuare un giro di penalità. Svendsen ha colto al volo la chance e con una sola ricarica è uscito al secondo posto. Windisch ha dovuto utilizzare due ricariche ed è uscito proprio mentre Peiffer completava la sua penalità.

    Con l’oro in mano alla Francia e l’argento alla Norvegia, si è assistito ad una splendida volata che ha visto Windisch spuntarla e conquistare il bronzo olimpico.

    Tutto finito e festa sul podio? Assolutamente no perché la Germania ha fatto ricorso per la volata, considerata scorretta, dell’azzurro. Sono stati minuti lunghissimi ma alla fine il ricorso è stato respinto e l’Italia ha potuto godersi la sua medaglia di bronzo.

    Il medagliere azzurro a Pyeongchang sale ad 8 ed ora l’Italia ha dalla sua 2 medaglie d’oro, 2 d’argento e 4 di bronzo.

     

     

  • Michela Moioli con il suo Snowboard trionfa a Pyeongchang

    Michela Moioli con il suo Snowboard trionfa a Pyeongchang

    Una medaglia di quelle ampiamente pronosticate e previste alla vigilia, essere nettamente favoriti però non è sempre certezza di successo, basta vedere Mikaela Shiffrin finita fuori dal podio nello slalom speciale di cui è regina da anni, per questo motivo l’oro conquistato nello Snowboard Cross da Michela Maioli a Pyeongchang ha comunque un sapore dolcissimo.

    In uno sport così delicato, come è lo Snowboard Cross, niente è da considerarsi scontato, basta un minimo contatto per buttare al vento tutto in un attimo.

    Grazie alla vittoria della ventiduenne bergamasca il medagliere azzurro si arricchisce arrivando a quota sei: 2 medaglie d’oro, 1 d’argento e 3 di bronzo.

    La cavalcata di Michela Moioli è iniziata già nella prima mattinata di Pyeongchang, notte in Italia, quando si è conquistata il secondo posto nella fase di qualificazione alle spalle soltanto della ceca Eva Samkova. Nel quarto di finale Moioli ha vinto la sua run in estrema scioltezza senza correre mai il minimo rischio.

    In semifinale l’azzurra ha combattuto con Chloe Trespeuch ma sostanzialmente non ha mai rischiato di perdere la qualificazione alla big final in quanto, dopo aver sorpassato la rivale transalpina, ha allungato e, approfittando anche di una caduta alle sue spalle, ha potuto tagliare in testa il traguardo scortata dalle due francesi.

    Siamo giunti così alla finale, il parco delle avversarie era decisamente di alto livello, oltre alle già citate francesi Pereira de Sousa e Trespeuch, c’erano anche l’americana Jacobellis, la portacolori della Repubblica Ceca, e tra le favorite al titolo olimpico, Eva Samkova e la bulgara Jekova.

    La partenza ha visto Moioli infilarsi subito alle spalle di Jacobellis mantenendo un buon secondo posto. L’attacco in curva della Trespeuch ha relegato l’azzurra al terzo posto ma solo per pochissimo tempo in quanto Moioli ha preso una traiettoria veloce e si è sbarazzata della francese e, sul susseguente salto, pure dell’americana.

    Conquistato il primo posto Michela ha saputo anche procurarsi un piccolo vantaggio sulle rivali, ha guidato la sua tavola con estrema maestria e così, dopo l’ultimo salto, ha potuto gridare, sotto il sole di Pyeongchang, tutta la sua gioia per uno straordinario oro olimpico davanti alla giovane francese Pereira e alla ceca Samkova giunta in caduta sulla linea del traguardo.

  • Pyeongchang 2018: Brignone e Tumolero gioia di Bronzo

    Pyeongchang 2018: Brignone e Tumolero gioia di Bronzo

    La sesta giornata di gare alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018 proponeva diverse chance di medaglie per l’Italia, alla fine ci hanno pensato Federica Brignone e Nicola Tumolero ad arricchire il bottino azzurro, giunto ora a 5 medaglie, con due bronzi.

    Come detto ci si poteva attendere un qualcosina di più, Visintin nello Snowboard Cross maschile già fuori agli ottavi, Dominik Paris 4° nella discesa libera maschile dominata dai norvegesi, Manuela Moelgg al comando della prima manche del gigante femminile e finita poi 8°, Dorothea Wierer, se pur in crescita, solo settima nella individuale di Biathlon.

    Insomma tante chance bruciate ma anche due grandissime soddisfazioni, colorate di bronzo e firmate da Brignone e Tumolero. 

    Nella mattinata di Pyeongchang è stata Federica Brignone a far salire la bandiera azzurra sul podio olimpico.

    Federica Brignone | Foto Twitter

    Nel suo amato slalom gigante la campionessa valdaostana ha chiuso la prima manche al terzo posto alle spalle dalla connazionale Moelgg, prima, e del fenomeno Mikaela Shiffrin, piazzatasi al secondo posto.

    Nella seconda manche Brignone non è partita benissimo e nonostante un tentativo di recupero nella seconda parte della prova, si è piazzata alle spalle della sorprendente norvegese Mowinckel. Mikaela Shiffrin ha fatto la sua super gara ed ha relegato l’azzurra al 3° posto. A questo punto una medaglia l’Italia l’aveva già in tasca, andava scoperto solo il colore. Manuela Moelgg purtroppo non è riuscita a ripetere la gran prima manche ed è scivolata indietro consegnando così il successo a Shiffrin ed una bella medaglia di bronzo a Federica Brignone. 

    Messe da parte diverse delusioni, giunte da snowboard cross e Biathlon, sembrava che per gli azzurri non ci sarebbero state altre medaglie ed invece la tarda serata di Pyeongchang è tornata a colorarsi un po’ di azzurro.

    Il merito è stato di Nicola Tumolero che nella massacrante gara dei 10.000 metri di pattinaggio velocità, ha portato a casa una medaglia di bronzo davvero insperata.

    NIcola Tumolero | Foto Twitter

    Il pattinatore italiano il suo dovere lo aveva già fatto nella sua batteria, venendo sì sconfitto dal canadese Bloemen, poi medaglia d’oro con tanto di record olimpico, ma scendendo sotto la barriera dei 13 minuti e sopratutto soffiando il terzo posto, con solo due atleti che ancora dovevano scendere sul ghiaccio, per poco più di un secondo al coreano Lee Seung-Hoon.

    In pista però si doveva presentare il campionissimo olandese Sven Kramer e quindi per Tumolero sembrava prepararsi un onorevole, ma pur sempre bruciante, quarto posto.

    La partenza di Kramer sembrava non dar scampo all’azzurro poi, dopo 6400 metri però il campione olandese ha accusato una flessione e giro dopo giro si è sempre più allontanato da Tumolero che ha visto la medaglia di bronzo divenire sempre più concreta sino a diventare ufficiale con il traguardo tagliato da Kramer e dal tedesco Beckert, che però non è stato mai sostanzialmente in gara con l’italiano.

     

     

  • Fontana d’Oro, Argento Pellegrino, brilla l’azzurro a Pyeongchang

    Fontana d’Oro, Argento Pellegrino, brilla l’azzurro a Pyeongchang

    Martedì 13 gennaio, la scura notte di Pyeongchang si tinge un po’ d’azzurro, l’Italia nel giro di pochi minuti porta a casa due medaglie: oro con Arianna Fontana e argento con Federico Pellegrino.

    Le due medaglie conquistate nella giornata odierna vanno ad aggiungersi a quella di bronzo conquistata domenica scorsa nella sprint di Biathlon da Dominik Windisch, portando così il medagliere a quota 3: un oro, un argento ed un bronzo.

    Arianna Fontana era una carta pesante che l’Italia aveva nel proprio mazzo, dalla specialità dei 500 metri nello short track si era messo in preventivo un possibile gradino del podio ma la portabandiera azzurra a Pyeongchang è andata oltre le più rosee aspettative conquistando il metallo più pesante.

    Nei quarti di finale Fontana è stata bravissima ad imporsi nella propria batteria, nella quale la temibile canadese St Gelais è stata squalificata. La semifinale ha visto l’azzurra partire al comando e gestire la gara quasi sempre in testa, salvo poi cedere nel finale alla padrona di casa Choi che, avendo siglato il record olimpico, ha fatto pregustare il trionfo al pubblico di Pyeongchang.

    La finale ha visto l’italiana prender subito il comando e mantenere anche un piccolo vantaggio sulle avversarie. Pian piano la coreana si è rifatta sotto e, dopo un contatto con la canadese Butin, ha agganciato Arianna Fontana per un finale da brividi che ha visto la portacolori azzurra avere la meglio al photofinish per pochi millesimi. Oro Italia, argento Corea e bronzo Olanda? Assolutamente no, i giudici si sono presi diversi minuti, che sono sembrati lunghissimi, per prendere la decisione sui contatti avvenuti in gara. Il gelo, oltre a quello del ghiaccio, è all’improvviso calato sul pubblico quando è giunta l’ufficialità della squalificata della Choi con la conferma dell’oro della Fontana e con la promozione ad argento, per l’olandese Van Kerkhof, e al bronzo per la canadese Butin.

    Arianna Fontana quindi dopo aver portato la bandiera italiana nella cerimonia d’apertura delle olimpiadi invernali di Pyeongchang, porta di nuovo alto il tricolore per un oro azzurro che mancava da quello conquistato da Giuliano Razzoli nello slalom di Vancouver 2010.

    Neanche il tempo di festeggiare la prima medaglia d’oro di questi Giochi Olimpici che si è dovuto subito tornare a concentrarsi e a tifare per Federico Pellegrino, in corsa per una medaglia nella gara sprint a tecnica classica dello sci di fondo.

    Federico Pellegrino | Foto Twitter

    Anche la gara di Pellegrino era tra quelle pronosticate come portatrici di medaglie, l’unico dubbio era sul tipo di tecnica, la classica, nella quale l’azzurro è più debole rispetto alla sua amata tecnica libera.

    La qualificazione, conquistata con un nono posto, ed il quarto di finale, vinto in maniera piuttosto agevole, hanno fatto intuire che per Pellegrino sarebbe potuta essere una giornata di gloria. Nella semifinale l’italiano ha dovuto inchinarsi al campionissimo norvegese Klaebo ma anche giungendo secondo si è conquistato la finale ed ha fatto intuire che ci sarebbero state tutte le potenzialità per salire sul podio.

    L’ultima sfida è andata sostanzialmente come previsto, Klaebo ha prima seguito il russo Bolshunov, poi ha allungato il passo lasciando l’avversario e Pellegrino a giocarsi l’argento. Sul rettilineo finale l’azzurro ha tirato fuori tutte le energie rimaste, ha affiancato e sorpassato Bolshunov per poi resistere al tentativo estremo in spaccata del russo e conquistare così una preziosissima medaglia d’argento.