Tag: Olimpiadi

  • Rio 2016: eroi, gioie e delusioni olimpiche

    Rio 2016: eroi, gioie e delusioni olimpiche

    L’emozionante cerimonia di chiusura, sotto una pioggia battente, ha mandato in archivio le Olimpiadi di Rio 2016.

    Sedici giorni di sfide, combattimenti, partite, corse che hanno eletto gli eroi olimpici ma che hanno anche saputo toccare ogni singola emozione, dalla gioia alla tristezza, dal trionfo alla beffa atroce.

    Il medagliere è stato dominato dagli Usa che hanno conquistato 121 medaglie suddivise in 46 ori, 37 argenti e 38 bronzi. Alle spalle degli Stati Uniti si è piazzata la Gran Bretagna che ha proseguito sulla positiva scia di Londra 2012. Terza la Cina. Nono posto per l’Italia che ha conquistato, come a Londra, 28 medaglie (8 ori, 12 argenti ed 8 bronzi).

    Se dovessimo scegliere l’atleta copertina di questo Rio 2016 in sfida andrebbero certamente Usain Bolt, Michael Phelps, Katie Ledecky e Simone Biles.

    Il giamaicano ha mostrato il suo solito show fatto di sorrisi e danze, dimostrandosi per la terza volta l’uomo più veloce del mondo andando a vincere con estrema facilità 100 metri, 200 metri e la staffetta 4×100, portando così a 9 il bottino di medaglie d’oro olimpiche.

    Bolt ha annunciato il suo addio olimpico, stesso commiato anche per il fantastico nuotatore a stelle e strisce Michael Phelps, che però ha anche comunicato anche il suo definitivo ritiro. Phelps però non poteva lasciare i Giochi Olimpici senza il botto e così a Rio 2016 l’americano ha ottenuto l’oro nei 200 misti e nei 200 farfalla, ed è stato protagonista dei tre successi delle staffette 4 x 100 stile, 4 x 200 stile e 4 x 100 mista.

    Sempre dal nuoto, e sempre dagli Stati Uniti si è abbattuto su Rio 2016 l’uragano Katie Ledecky. La 19enne americana ha trionfato nello stile libero sui 200, sui 400 e sugli 800 metri. Al suo bottino si aggiungono un oro ed un argento nelle staffette.

    5 medaglie le ha conquistate anche la giovanissima ma super talentuosa ginnasta americana Simone Biles. I suoi salti complessi, i suoi movimenti precisi hanno incantato la giuria e tutto il pubblico.

    Veniamo ad analizzare l’Olimpiade azzurra che ha visto tantissime luci ma anche qualche ombra decisamente inaspettata.

    Sugli scudi va il tiratore toscano Niccolò Campriani, già oro a Londra, che a Rio 2016 ha fatto ancora meglio vincendo due medaglie del materiale più prezioso, nella carabina 10 metri e nella carabina tre posizioni 50 metri. Male invece la compagna di Campriani Petra Zublasing, arrivata in Brasile da favorita, è tornata a casa con un quarto ed un 33° posto.

    Se il tiro a segno ha registrato l’exploit di Campriani, il tiro a volo ha regalato gioie enormi alla pattuglia azzurra: l’oro di Rossetti nello skeet maschile, la doppietta oro ed argento di Diana Bacosi e Chiara Cainero nello Skeet femminile, l’ennesimo argento di Pellielo nel Trap maschile e la medaglia dello stesso metallo di Innocenti nel Double trap maschile.

    La scherma ci ha probabilmente abituato troppo bene e il bottino di un oro, Garozzo nel fioretto maschile, gli argenti di Rossella Fiamingo e Elisa Di Francisca rispettivamente nella spada e nel fioretto femminile, e quello della squadra maschile di spada, sembrano davvero un risultato deludente. Sicuramente rimane l’amaro in bocca per la prestazione negativa di Arianna Errigo praticamente subito fuori nel fioretto femminile.

    Gioie e dolori anche dalle piscine di Rio de Janeiro, entrambe le squadre di pallanuoto sono arrivate a medaglia, argento per il Setterosa inchinatosi solo alle invincibili americane, bronzo per il Settebello che dopo il ko in semifinale con la Serbia s’è imposto nella finale per il 3°-4° posto contro il Montenegro.

    Strepitosa la prestazione di Gregorio Paltrinieri, dominatore dei 1500 stile libero, il ragazzo di Carpi ha completato il percorso di successi, adesso manca solo il record del mondo di Sun Yang che non pare così irraggiungibile. A far sorridere l’Italia nel nuoto in vasca ci ha pensato anche Gabriele Detti che si è portato a casa un doppio bronzo nei 400 stile e in quei 1500 già citati per Paltrinieri. Le gioie per il nuoto in corsia finiscono sostanzialmente qua, la tanto attesa medaglia di Federica Pellegrini non è arrivata e la campionessa italiana ha dovuto masticare amaro per il 4° posto nei 200 stile. Per il resto troppe poche finali raggiunte, il nuoto italiano ha molto da lavorare per presentarsi alla grande a Tokyo 2020. 

    Tania Cagnotto ce l’ha fatta, alla sua ultima olimpiade, e dopo la cocente delusione londinese, la campionessa bolzanina ha conquistato la prima medaglia olimpica, mettendosi al collo l’argento insieme a Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3 metri. La Cagnotto però non si è limitata e nel trampolino 3 metri ha conquistato uno straordinario 3° posto alle spalle delle inarrivabili cinesi.

    Una medaglia è arrivata anche dal nuoto di fondo, argento per Rachele Bruni nella 10 km femminile, mentre le ragazze del nuoto sincronizzato hanno ottenuto un ottimo 5° posto.

    Successi e tanta sfortuna nel ciclismo azzurro. Elia Viviani si è ripreso quello che aveva perso a Londra 2012 e nella massacrante gara dell’Omnium su pista si è messo al collo la medaglia d’oro. Vincenzo Nibali ha visto invece scivolare via, a causa di una caduta in discesa a pochi km dall’arrivo, una medaglia quasi certa. A riportare il sorriso in casa Italia ci ha pensato Elisa Longo Borghini con il bronzo nella gara in linea femminile e con una cronometro che ha fatto sognare tutta Italia per molti chilometri. Non bene la Mountain Bike.

    Non saranno più i tempi dei fratelli Abbagnale, ma il canottaggio è da sempre fornitore di medaglie per la spedizione italiana. A Rio 2016 sono arrivati due bronzi con il due di coppia e con il quattro.

    Anche gli sport di lotta hanno arricchito il medagliere, nel Judo Fabio Basile ha conquistato la medaglia d’oro che è stata poi la 200° nella storia olimpica azzurra. Odette Giuffrida ha invece vinto un prezioso argento. Un pizzico di delusione per Frank Chamizo nella lotta libera, visto il suo palmares recente ci si attendeva l’oro ed invece è arrivato un comunque buon bronzo.

    La Pallavolo ha mostrato due facce completamente diverse, gli azzurri di Blengini hanno disputato uno straordinario torneo pur non riuscendo a rompere la maledizione olimpica e cedendo in finale al Brasile. Disastrose invece le ragazze di Bonitta che sono state eliminate al primo turno con il misero bottino di una vittoria e cinque sconfitte.

    Si sono dovuti svegliare dal sogno, in una notte di pioggia violenta sulla spiaggia di Copacabana, il duo del Beach volley maschile Lupo e Nicolai. La coppia azzurra si è arresa solo al Brasile ma l’argento è comunque un risultato storico per il Beach italiano.

    L’atletica è stata semi disastrosa, all’infortunio di Tamberi si è aggiunta la squalifica di Schwarzer che ha praticamente azzerato le speranze di medaglie italiane. Sorrisi però arrivano da Trost e Rossit in finale nell’alto femminile e da Libania Grenot che ha conquistato la finale personale nei 400 metri ed ha trascinato all’ultimo atto la 4×100.

    Bocciature per il Tennis, si sperava nel duo Errani-Vinci fermatosi ai quarti, per il Tiro con l’Arco, solo un 4° posto per la squadra femminile e niente più, per il Triathlon che non ha proposto alcun azzurro nelle posizioni nobili, e per la Boxe che nonostante molte aspettative, è rimasta a secco.

    Amaro in bocca per la Ginnastica Artistica e per quella Ritmica, al 4° posto di Vanessa Ferrari nel corpo libero, s’aggiunge quello delle Farfalle, pochi centesimi di punto che hanno causato lacrime di tristezza anzichè di gioia.

    Lasciano intravedere un pizzico di sereno per il futuro la Canoa Velocità e la Canoa Slalom.

    Male anche la Vela, dove c’erano un paio di carte da medaglia, ed il Golf che non ha visto alcun azzurro protagonista.

     

  • Italbasket così fa male, a Rio va la Croazia

    Italbasket così fa male, a Rio va la Croazia

    Ancora una volta sono lacrime, e non certo di gioia, per l’Italbasket.

    Gli azzurri guidati da Ettore Messina perdono 84-78, dopo un tempo supplementare, contro la Croazia di Petrovic la finale del torneo preolimpico di Torino e devono così nuovamente rinunciare al sogno olimpico. Sarà la terza assenza consecutiva dopo lo splendido argento conquistato ad Atene 2004. 

    Una sconfitta che brucia, e anche tanto, perchè la Croazia era stata già affrontata e sconfitta nel gironcino da un’Italia poco fluida in attacco, come ieri sera, ma con una difesa asfissiante che non aveva lasciato tiri facili a Bogdanovic e compagni.

    Nella gara di ieri sera l’Italbasket ha dovuto quasi sempre rincorrere, il primo quarto, interrotto a lungo per un problema ai tabelloni, si è chiuso sul 19-12 per i croati e con gli azzurri caricati già di falli. Nel secondo quarto addirittura la Croazia ha allungato sul +10 ma l’Italia non è crollata, ha iniziato a difendere bene ed ha limitato i danni, riportandosi sul -1 prima del mini show finale di Bogdanovic per il 34-39 al 20°. La partenza del terzo quarto è stata pura illusione, con un parziale di 8-0 guidato da Gallinari, subito frustrata dai soliti problemi di falli e dalla precisione di Simon al tiro. La terza frazione l’ha chiusa una magia di Datome per il -2 azzurro. L’ultimo quarto ha visto un’altalena di emozioni con l’allungo croato, il rientro azzurro, l’uscita per falli di Datome e Gallinari, il punto a punto negli istanti finali con il botta e risposta ai liberi,  ed il tap-in definitivo di Melli che ha portato la sfida all”overtime. Negli ultimi cinque minuti il protagonista dell’Italbasket, purtroppo in negativo, è stato Alessandro Gentile. Il capitano della Ea7 Milano ha prima fallito il comodo canestro del -2 e, sull’azione successiva, ha sprecato il rimbalzo catturato dopo lo 0/2 ai liberi di Simon. Queste due azioni, sommate all’uscita per falli di Belinelli, hanno messo la definitiva pietra tombale sulle speranze azzurre, ha vinto la Croazia che così ha meritatamente conquistato un posto a Rio 2016, per l’Italia invece è il momento delle riflessioni.

    C’è da riflettere sul perchè, una squadra piena di tanto potenziale talento, non sia stata in grado di raggiungere alcun obiettivo in questi anni.

    Questo torneo preolimpico ha messo in luce tanti difetti: Bargnani non ha convinto, Gentile non si è dimostrato preciso e lucido nei momenti decisivi, Datome è apparso in uno stato di forma non certo ideale, Melli e Hackett hanno dato un buon contributo ma non possono bastare. Se a tutto questo aggiungiamo anche la poca abitudine a vincere, ecco che troviamo la ricetta per l’insuccesso.

    La speranza non deve morire mai, c’è un anno per lavorare bene e magari inserire qualche altro talento per tentare l’impresa di un grande Euro 2017. Certamente non cancellerà l’amarezza per l’assenza da Rio 2016 ma potrà metter le basi per cercare di esserci, e non solo da comprimari, a Tokyo 2020. 

    ITALIA-CROAZIA 78-84 D.1.T.S. (12-19, 34-39; 52-54, 70-70)

  • Arianna Fontana bronzo, Innerhofer fuori in SuperG

    Arianna Fontana bronzo, Innerhofer fuori in SuperG

    La chiamano la regina dello short track azzurro, ed hanno ragione: Arianna Fontana, dopo l’argento nei 500 metri con un pizzico di rimpianto per l’oro sfumato, conquista anche il bronzo nei 1500 metri toccando quota due medaglie a Sochi 2014 e ben quattro podi olimpici dopo tre edizioni delle olimpiadi invernali cui ha partecipato: Torino 2006 in cui vinse il bronzo nella staffetta, Vancouver 2010 in cui vinse il bronzo nei 500 metri, e infine Sochi 2014. L’obiettivo dichiarato alla vigilia per Arianna Fontana era di arrivare in finale in tutte le discipline per poi disputarsi l’accesso al podio: ebbene, c’è riuscita in pieno finora. Nella gara dei 1500 ha dovuto combattere con le agguerrite avversarie asiatiche, la cinese Yang Zhou e alla sudcoreana Suk Hee Shim, alle quali si è arresa ma con onore conquistando, appunto, la medaglia di bronzo.

    Ma la soddisfazione più grande, probabilmente, per la pattinatrice di velocità azzurra Arianna Fontana è la considerazione che la gara sui 1500 metri non è, in realtà, la sua specialità considerando che in carriera ha conquistato appena due vittorie in Coppa del Mondo e che nelle competizioni internazionali, sulla lunga distanza, non aveva mai vinto nessuna medaglia. Ebbene, ci sono situazioni in cui tutto sembra possibile, come se ci fosse un allure magico ad avvolgere gli atleti, che vivono uno stato di grazia in cui tutto è possibile. Probabilmente, è proprio questo il caso di Arianna Fontana: sicura, precisa, veloce e determinata. Una scheggia che vola verso la meta e la conquista.

    Arianna Fontana bronzo 1500 m | foto da web
    Arianna Fontana bronzo 1500 m | foto da web

    Per questo motivo, il  volto sorridente ed il caschetto biondo e liscio di Arianna Fontana rimarranno nell’immaginario di tutti a rappresentare una fetta importante dei successi italiani a Sochi 2014, condividendo la copertina con un altro atleta sorprendente: Cristof Innerhofer, bronzo nella super combinata dello sci alpino contro ogni aspettativa della vigilia, anche in virtù del fatto che – come lui stesso ha candidamente ammesso – non è uno specialista di quella disciplina. Un bronzo, quello di Innerhofer che ha fatto seguito, proprio come nel caso di Arianna Fontana, all’argento nella discesa.

    Nel suo caso, però, l’appuntamento per lui più atteso, quello con il Super G, non ha riservato ugual fortuna: nella gara di questa mattina, infatti, è uscito dopo 10 secondi. “Ho sbagliato la gara più facile, ma ho dato tutto, volevo spingere fin da subito pensavo che le risposte della neve fossero ancora buone”, con queste parole Cristof Innerhofer commenta la sua gara non nascondendo il dispiacere ed il rimpianto per una storica tripletta che sarebbe potuta arrivare ma, comunque, potrà consolarsi con l’argento ed il bronzo conquistati.

  • Zoeggeler bronzo Sochi 2014: è Storia

    Zoeggeler bronzo Sochi 2014: è Storia

    La Storia, quella con la “s” maiuscola scrive il suo nome, annoverandolo tra i più grandi di sempre. Lui, però, alla Storia affermava di non pensarci. Stiamo parlando di Armin Zoeggeler, bronzo olimpico a Sochi 2014 nello slittino individuale, stessa medaglia delle Olimpiadi di Lillehammer, e poi argento a Nagano, oro a Salt Lake City e Torino, bronzo a Vancouver. Mai nessuno come lui:  sei medaglie olimpiche. Sarà difficile anche solo eguagliarlo; al momento, soltanto l’azzurra Valentina Vezzali potrebbe farlo se salisse sul podio olimpico di Rio 2014. Armin Zoeggeler ha compiuto quattro discese perfette nonostante le sue “paure” per la pista alquanto complessa con saliscendi da montagne russe, è proprio il caso di dirlo. Una discesa perfetta con il suo slittino, insieme ai più grandi del mondo: il tedesco Loch, oro bis dopo quello di Vancouver, ed il padrone di casa, il russo quarantaduenne  Demchenko, argento.

    Zoegeller bronzo Sochi 2014 | foto da web
    Zoegeller bronzo Sochi 2014 | foto da web

    L’età, a quanto pare, non è un freno in questa disciplina considerando che lo stesso Zoeggeler ha compiuto i fatidici “anta” e festeggiato i vent’anni di attività sportiva. Se non la carta d’identità, in questo sport la concentrazione assoluta è tutto: la pista non la si vede, la si immagina. Le curve si ripassano nella propria mente, lo strapiombo di fronte è un baratro cui è meglio non pensare. La forza mentale è l’unica possibilità, così come l’assoluta freddezza: Zoeggeler è tutto questo e, a quarant’anni, non ha mollato di un millesimo, combattendo con tutte le sue forze per quel podio.

    La Storia, invece, non era in cima ai suoi pensieri: è arrivata dopo, di conseguenza. Armin Zoeggeler l’ha accolta con gioia e soddisfazione ma con l’aplomb di chi ne ha combattute tante, di chi ha trascorso gran parte della sua vita dedicandola alla passione, quella sì con la lettera maiuscola. La Storia è arrivata sotto forma di cronaca, di celebrazioni e titoli in evidenza: per farsi conoscere, in questo sport, è necessario far qualcosa di molto grande. Armin Zoeggeler ce l’ha fatta, i posteri conosceranno il suo nome e la sua impresa. Lui, per, ora, festeggia con un sigaro pensando al proprio futuro: la gara a squadre e, poi, finite le Olimpiadi una meritata vacanza. Il resto si vedrà: continuare a gareggiare o chiudere da trionfatore? Ci sarà tempo per pensarci.

  • Sochi 2014 alza il sipario. Ecco le gare degli Azzurri

    Sochi 2014 alza il sipario. Ecco le gare degli Azzurri

    Le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 sono iniziate, l’attesa è finita: la Russia di Putin padrona di casa discussa e criticata per molti aspetti ha l’occasione di presentarsi al mondo sotto una veste diversa. (altro…)

  • Sochi 2014, il programma Olimpico

    Sochi 2014, il programma Olimpico

    Il countdown per Sochi 2014 segna, oggi, meno due e per questo è tempo di proporre il programma dell’evento considerando il calendario delle gare olimpiche ricordando che per Sochi è valido il fuso orario che prevede +3 ore rispetto all’orario italiano. (altro…)

  • Sochi 2014: dopo Bob Giamaica, in gara anche l’Africa

    Sochi 2014: dopo Bob Giamaica, in gara anche l’Africa

    Le Olimpiadi di Sochi 2014 sono ormai prossime ai nastri di partenza e nelle scorse ore il Cio ha comunicato i numeri ufficiali delle Nazionali partecipanti: saranno ben 88 le Nazioni rappresentate, superando così il record precedente relativo all’Olimpiade di Vancouver dove furono 82 i diversi Paesi rappresentati. Il totale di discipline in gara sarà 98 e il numero complessivo di atleti 3000. Per la prima volta, inoltre, a Sochi 2014 vi sarà una rappresentativa dello Zimbabwe, ossia lo sciatore Luke Stain: un aspetto singolare considerando la vocazione dei Paesi africani, tradizionalmente molto lontana dagli sport invernali e, in particolare, dallo sci ma un fatto sicuramente positivo che dimostra l’aumento della diffusione di tali discipline ad ogni latitudine.

    In tal senso, è da segnalare anche la presenza di altri atleti provenienti dai Paesi africani e, in particolare, dal Kenya, da Togo, Eritrea, Etiopia, Madagascar, Marocco, Senegal. Erano presenti atleti “qualificati” ai giochi di Sochi 2014 anche per la rappresentativa dell’ Algeria e de Sud Africa ma, in tal caso, non saranno presenti alla rassegna olimpica.

    Sochi 2014, dopo bob Giamaica in gara anche l'Africa | ©Alex Livesey/Getty Images
    Sochi 2014, dopo bob Giamaica in gara anche l’Africa | ©Alex Livesey/Getty Images

    Da evidenziare, inoltre, la riconferma a Sochi 2014 dei bobbisti giamaicani, “mascotte” della scorsa edizione. Le loro gare saranno in programma il 16 e 17 Febbraio allo Sliding Center Sanki e, senza alcun dubbio, molti si sintonizzeranno per assistere alle gare del team più simpatico delle Olimpiadi.

    Quest’anno, poi, ad ampliare la “brezza caraibica”, al freddo del ghiaccio di Sochi 2014 gareggerà anche la “new entry”, ossia la Nazionale dei bobbisti brasiliani: d’ora in poi, dunque, quando si parlerà di Nazionali verdeoro, non si farà riferimento solo  alla tradizionale Selecao calcistica ma anche agli atleti del Bob carioca.

    Le Olimpiadi, dunque, sia estive che invernali sono sempre una fonte inesauribile di suggestioni, aneddoti e folklore, di risultati e medaglie ma anche di curiosità e storie interessanti. Per tutto questo, ancora un po’ di pazienza: il countdown per Sochi 2014 segna, oggi, meno tre.

  • Sochi 2014, 113 convocati per le Olimpiadi invernali

    Sochi 2014, 113 convocati per le Olimpiadi invernali

    Le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 sono alle porte e prenderanno il via il prossimo 7 Febbraio. La Russia intera è in fibrillazione per il tanto atteso evento, che darà lustro ad un Paese controverso, in cerca di “leggerezza” e di visibilità internazionale. Un Paese che deve fare i conti con una situazione interna non semplice, di spaccatura tra i “paperoni” oligarchi petrolieri e la classe povera ancora costretta a emigrare a Ovest a cercar fortuna. Il tutto in un clima politico teso, in cui le libertà sono ben lontane dagli standard delle vere democrazie, e il pericolo di atti terroristici è comunque forte. In tal senso, è stato individuato l’autore delle minacce terroristiche inviate via mail al Comitato organizzatore: si tratta di un cittadino russo attualmente residente all’estero, ma ci sarebbero forti dubbi sulle sue condizioni di salute mentale. Per ora la situazione è, dunque, sotto controllo così come aveva voluto sottolineare lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò in vista della partenza della truppa azzurra per Sochi 2014. La composizione della spedizione italiana è stata ufficializzata in queste ore e prevede la presenza di 113 atleti in totale, 69 uomini e 44 donne, suddivisi per le diverse specialità in programma: Sci alpino, sci di fondo, freestyle, snowboard, biathlon, salto, slittino, bob, skeleton, pattinaggio di figura, pattinaggio di velocità, short track.

    Sochi 2014,  113 azzurri convocati | © Matthew Stockman/Getty Images
    Sochi 2014, 113 azzurri convocati | © Matthew Stockman/Getty Images

    Ecco la lista completa con i nomi dei 113 Azzurri che prenderanno parte alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014 in programma dal 7 al 23 Febbraio:

    Sci Alpino: Luca De Aliprandini, Peter Fill, Stefano Gross, Werner Heel, Christof Innerhofer, Manfred Moelgg, Roberto Nani, Dominik Paris, Giuliano Razzoli, Davide Simoncelli, Patrick Thaler, Federica Brignone, Chiara Costazza, Elena Fanchini, Nadia Fanchini, Denise Karbon, Francesca Marsaglia, Daniela Merighetti, Verena Stuffer.

    Freestyle: Markus Eder, Giacomo Matiz, Silvia Bertagna, Deborah Scanzio.

    Snowboard: Mainhard Erlacher, Roland Fischnaller, Tommaso Leoni, Aaron March, Luca Matteotti, Christoph Mick, Emanuel Perathoner, Omar Visintin, Corinna Boccacini, Raffaella Brutto, Michela Moioli, Nadya Ochner.

    Sci di Fondo: Roland Clara, Francesca De Fabiani, Giorgio Di Centa, David Hofer, Enrico Nizzi, Dietmar Noeckeler, Fabio Pasini, Mattia Pellegrin, Federico Pellegrino, Debora Agreiter, Elisa Brocard, Virginia De Martin Topranin, Ilaria Debertolis, Greta Laurent, Marina Piller, Gaia Vuerich.

    Biathlon: Christian De Lorenzi, Lukas Hofer, Daniel Taschler, Dominik Windisch, Markus Windisch, Nicole Gontier, Karin Oberhofer, Michela Ponza, Alexia Runggaldier, Dorothea Wierer.

    Salto: Davide Bresadola, Sebastian Colloredo, Roberto Dellasega, Evelyn Insam, Elena Runggaldier.

    Combinata Nordica: Armin Bauer, Samuel Costa, Giuseppe Michielli, Alessandro Pittin, Lukas Runggaldier.

    Bob: Simone Bertazzo, Francesco Costa, Simone Fontana, William Frullani

    Slittino: Dominik Fischnaller, Patrick Gruber, Christian Oberstolz, Patrick Rastner, Emanuel Rieder, Ludwig Rieder, Armin Zoeggeler, Sandra Gasparini, Sandra Robatscher, Andrea Voetter. Skeleton: Maurizio Oioli.

    Pattinaggio di Velocità: Matteo Anesi, David Bosa, Andrea Giovannini, Mirko Nenzi, Yvonne Daldossi e Francesca Lollobrigida.

    Pattinaggio di figura: Paul Bonifacio Parkinson, Carolina Kostner, Valentina Marchei, Stefania Berton e Ondrej Hotarek, Anna Cappellini e Luca Lanotte, Nicole Della Monica e Matteo Guarise, Charlene Guignard e Marco Fabbri.

    Short Track: Arianna Fontana, Cecilia Maffei, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Elena Viviani, Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Anthony Lobello, Nicola Rodigari e Davide Viscardi.

  • Doping, positiva Veronica Campbell Brown

    Doping, positiva Veronica Campbell Brown

    Atletica mondiale sotto shock per la notizia della positività ad un diuretico della velocista giamaicana Veronica Campbell Brown. La trentunenne plurimedagliata olimpica e mondiale è stata trovata positiva durante un controllo antidoping in occasione della seconda tappa del Challenge IAFF stagionale svoltosi proprio a Kingston, in Giamaica, il 4 maggio scorso. E’ un diuretico lo sostanza illecita che inchioda la Brown alle sue responsabilità di atleta e soprattutto di donna, una sostanza che molto verosimilmente dovrebbe servire come “coprente”.

    Ovviamente la notizia è di quelle sconfortanti che colpisce oltre al Mondo dell’atletica leggera, seconda disciplina dopo il ciclismo ad essere più colpita da casi di positività al doping, anche una nazione orgogliosa dei suoi tanti campioni olimpici, Usain Bolt su tutti.

    Il palmares di Veronica Campbell Brown parla da solo con ben sette medaglie olimpiche in quattro edizioni dei giochi culminate dalle due medaglie d’oro ai giochi di Atene 2004 e Pechino 2008 nei 200 metri, la distanza preferita dall’atleta giamaicana e nove medaglie mondiali con i titoli iridati di Osaka 2007 sui 100m ed a Daegu nel 2011 nei 200m, un palmares secondo solo all’intramontabile ed indimenticabile Merlene Ottey. La positività della Brown viene accolta dal Mondo dell’atletica leggera come una notizia quasi attesa e che colpisce una nazione dominante nella velocità mondiale e che ha destato da sempre dei sospetti sull’onesta sportiva ed umana dei propri atleti.

    Veronica Campbell Brown positiva al doping | © FRANCK FIFE / Getty Images
    Veronica Campbell Brown positiva al doping | © FRANCK FIFE / Getty Images

    La velocista vive ed è cresciuta sportivamente negli Stati Uniti e, nonostante i tanti successi e la popolarità raggiunta in questi anni, non è mai entrata nei cuori dei tanti tifosi giamaicani visto che non si allena con i due gruppi principali nei quali si divide la velocità olimpica giamaicana.

    Nessuna dichiarazione al momento è stata rilasciata dall’entourage della velocista e nè tantomeno dall’uomo più veloce del Mondo, Usain Bolt che verrà molto verosimilmente chiamato a difendere tutto il movimento.

  • Olimpiadi Europee al via, nel 2015 tutti a Baku

    Olimpiadi Europee al via, nel 2015 tutti a Baku

    Anche il vecchio continente avrà i suoi Giochi. Questa mattina a Roma sono state ufficializzate le Olimpiadi Europee, che prenderanno il via nel 2015 a Baku, in Azerbaijan. Decisione storica quella presa dal COE, il Comitato Olimpico Europeo, che segna una frattura rispetto alle canoniche Olimpiadi internazionali. Ovviamente i Giochi Olimpici come sempre li abbiamo conosciuti non scompariranno, con gli anni pari che continueranno a farla da padrone per gli atleti di tutto il mondo. Sarà comunque interessante scoprire come si articolerà il progetto delle Olimpiadi Europee, quali sport verranno presi in considerazione, chi sarà il principe e la regina del vecchio continente, e quale nazione prenderà in mano l’Europa nel 2015, raccogliendo così l’eredità di Cina e Stati Uniti.

    DISCIPLINE– Qualcosa delle Olimpiadi Europee si conosce già. Riguardo le discipline,  esse saranno con assoluta certezza 15. Quelle sicure sono il nuoto, la scherma, il boxe, lo judo, il taekwondo, l’arco, la canoa, il tennistavolo, il triathlon.

    Italy's Federica Pellegrini is pictured
    Federica Pellegrini si candida a regina delle prime Olimpiadi Europee | ©FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    SPORT DI SQUADRA – Sono stati formalizzati anche i primi tre sport di squadra che riscalderanno il pubblico azero di Baku. Al momento sono ufficiali la pallavolo, la pallamano, e il rugby a 7.

    ATLETICA IN FORSE – La disciplina principe, forse quella che più caratterizza i Giochi Olimpici ogni 4 anni, l’atletica appunto, è in forse. Come infatti ha ribadito anche questa mattina il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi, la situazione dell’atletica appare complessa per diversi motivi, e per questo il no sembra oggi la risposta più probabile per un’ipotetica domanda se ci sarà o meno l’atletica.

    ITALIA PROTAGONISTA – Allo stato attuale delle cose non c’è nulla quindi che vieti di sperare in un’Italia protagonista nella prima edizione delle Olimpiadi Europee, considerando che la disciplina del nuoto la farà da padrona. Come già accaduto in passato, i vari alfieri delle vasche azzurre potranno regalare alla nostra nazione grandi emozioni.