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  • Europei Lituania 2011: Trionfo Spagna, la Francia si arrende 98-85

    Europei Lituania 2011: Trionfo Spagna, la Francia si arrende 98-85

    La Spagna è Campione d’Europa 2011. La Nazionale allenata da Sergio Scariolo, nella Finalissima del massimo torneo continentale, batte la Francia per 98-85 e vince per la seconda volta consecutiva la medaglia d’oro (e sarebbero state sicuramente 3 di fila se agli Europei giocati in casa del 2007 non ci fosse stato un incredibile Andrei Kirilenko a guidare la Russia al successo nella Finale di Madrid che ha comunque portato l’argento agli spagnoli). Da segnalare un altro riconoscimento importante per gli iberici che hanno in Juan Carlos Navarro l’M.V.P. dell’Europeo.

    © Jorge Guerrero/AFP/Getty Images
    Prestazione altamente convincente per i neo Campioni con un attacco praticamente perfetto da quasi 100 punti, che ovviamente ha coperto qualche lacuna difensiva dovuta principalmente alla poca attenzione visto il margine rassicurante nell’ultimo periodo. Per i francesi l’ultimo ad arrendersi è stato Parker ma giocare da soli contro una squadra praticamente composta da atleti NBA è impresa ardua ed impossibile per chiunque. Eppure la Francia parte bene in avvio guidata dalle giocate di puro atletismo di Noah e Pietrus. La Spagna sente il campanello d’allarme ed inizia a fare sul serio, Calderon (con 5 punti in fila per il provvisorio +5) attacca spesso Parker ed i lunghi Marc e Pau Gasol fanno valere la loro superiorità a centro area. I transalpini restano attaccati al match con le unghie e con i denti (25-20 al primo riposo) mostrando una forte determinazione ma neanche Parker e Batum possono fare qualcosa quando si scatena la furia di Serge Ibaka che in pochi minuti nel secondo quarto piazza ben 5 stoppate blindando il canestro giallorosso e permettendo ai compagni di allungare ulteriormente il divario dei punti con Fernandez e Navarro protagonisti (46-34 a 2 minuti dal termine). La reazione francese si concretizza in un veloce 7-0 (46-41) che riporta in partita il quintetto francese prima che qualche sbavatura difensiva fissi sul 50-41 il punteggio alla fine del primo tempo. Nella ripresa Noah e Diaw iniziano ad usare maggiormente il fisico e ricuciono lo strappo fino al -6 (60-54), poi sale in cattedra Navarro con i suoi canestri d’autore e la “Roja” ha vita facile e si porta addirittura sul +15 ad inizio quarto periodo (79-64). Resta da gestire solo il comodo vantaggio e nei buchi difensivi dei francesi anche Pau Gasol trova una comoda quanto inusuale tripla dall’angolo che taglia definitivamente le gambe agli avversari. Navarro completa la festa, 27 punti in 29 minuti per lui, prima di prendersi 2 minuti di “riposo” sul parquet per poi uscire per la sua personalissima standing ovation: dai quarti di finale in poi la guardia ex Memphis Grizzlies , ora al Barcellona, è stata devastante con 26 punti alla Slovenia e 35 alla Macedonia per finire con i 27 di stasera. Cifre mostruose che rendono l’idea del perchè sia stato nominato M.V.P. del torneo. Nella Spagna che vince da sottolineare anche le prove, come al solito determinanti, delle “Torri Gemelle” Marc e Pau Gasol, rispettivamente con 11 punti e 17 punti e 10 rimbalzi. Notevole la prestazione di Calderon (stuzzicato anche dal confronto con il pariruolo Tony Parker) che chiude con 17 punti all’attivo e di Rudy Fernandez con 14 punti. Impressionante Ibaka nella difesa spagnola con 5 stoppate a cui aggiunge 4 punti. Nella Francia ci sono 26 punti, 5 rimbalzi e 5 assist del solito Parker, percentuali non eccellenti per Batum che alla fine mette 10 punti mentre 11 sono firmati da Noah e 12 da Diaw. FINALE 1°-2° posto: Spagna-Francia 98-85 SPAGNA – P. Gasol 17, Fernandez 14, Navarro 27, Calderon 17, M. Gasol 11; Rubio 0, Reyes 2, Claver 0, San Emeterio 0, Llull 4, Ibaka 4, Sada 2. All.: Scariolo. FRANCIA – Noah 11, Batum 10, Parker 26, Pietrus 4, Diaw 12; Seraphin 4, Albicy 1, Kahudi 3, Traoré 4, De Colo 2, Tchicamboud 0, Gelabale 8. All.: Collett. Finale 3°-4° posto: Russia-Macedonia 72-68  MIGLIOR QUINTETTO DEL TORNEO (votazioni dei giornalisti): Tony Parker (Francia), Juan Carlos Navarro (Spagna), Bo McCalebb (Macedonia), Andrei Kirilenko (Russia), Pau Gasol (Spagna).  

  • Italia, KO con la Francia e addio agli Europei

    Italia, KO con la Francia e addio agli Europei

    Termina mestamente l’avventura dell’Italia agli Europei di basket di Lituania: la squadra Azzurra crolla nell’ultimo periodo (84-91 il risultato finale, 17-31 il parziale accusato nel quarto quarto) e lascia strada libera alla Francia che ringrazia per il gentile omaggio e si assicura la qualificazione alla seconda fase con una giornata di anticipo. Un crollo (questa è purtroppo la parola giusta) davvero inspiegabile dato che per 3 quarti di partita i ragazzi di coach Pianigiani si erano ben comportati mostrando anche di poter avere la meglio sugli avversari, più confusionari e pasticcioni rispetto alle altre uscite. C’è rabbia nel clan italiano dato che 2 uomini cardine del quintetto transalpino come Parker (bruttissima la sua prova) e Noah (leggermente meglio rispetto al compagno ma pur sempre insufficiente al cospetto di un ottimo Bargnani) sono rimasti largamente in panchina ma nonostante queste importanti assenze gli azzurri si sono fatti beffare da giocatori di secondo piano che fino ad ora praticamente non avevano neanche visto il campo (Traore e Tchicamboud) o erano stati utilizzati come ripiego (Gelabale e Florent Pietrus). Un indubbio vantaggio non sfruttato e forse è anche giusto che sia arrivata l’eliminazione perchè una vera squadra (vincente) deve essere anche cinica nei momenti che contano e l’Italia ha dato ampia prova di non saperlo fare, mai, neanche per una volta!

    © JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
    Il match parte mettendo in mostra il grande atletismo dei nostri avversari che nei primi minuti mostrano agli spettatori presenti come si schiaccia nel canestro. L’Italia però regge grazie ad un superbo Bargnani che inizia a martellare il canestro avversario mettendo in grande difficoltà un centro NBA difensivamente tostissimo come Joakim Noah (incredibile una sua giocata con finta proprio su Noah ed affondo a 2 mani sul povero Diaw che commette anche fallo nel tentativo inutile di stopparlo). Si gioca sul filo dell’equilibrio ma gli Azzurri arrivano alla fine del primo quarto in vantaggio per 23-20 e ben 13 di questi punti provengono dal “Mago”. Nel secondo periodo ad ergersi assoluto protagonista è Belinelli che bombarda letteralmente il canestro avversario con 3 triple (di cui una sulla sirena finale) portandoci avanti di 7 lunghezze sul 48-41. Una grande difesa di squadra compensa la mancanza a rimbalzo con i francesi che ne catturano ben 19 a fronte dei soli 9 italiani. Sono Diaw e Batum (con 10 ed 8 punti) a reggere l’urto di Bargnani (17 punti) e Belinelli (15) letteralmente infuocati. Parker non pervenuto, Noah discreto con 6 punti ma in difficoltà nel confronto con Bargnani.
    © JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
    In apertura di terzo quarto qualche dubbia chiamata arbitrale permette ai transalpini di tornare sotto (54-52 al 25esimo) ma per nostra fortuna si accende anche la stella di Danilo Gallinari che si carica letteralmente la squadra sulle spalle e ci porta all’ultimo mini-intervallo ancora avanti di 7 punti (67-60). Arriva però il momento cruciale: nei primi 2 minuti del quarto quarto un parziale di 9-3 (difesa orribile) riporta a contatto i francesi (70-69) e come conseguenza le gambe degli atleti Azzurri iniziano a tremare anche perchè la Francia opera questa rimonta con le seconde linee mentre Pianigiani pur schierando i titolari non riesce ad ottenere una difesa ed un attacco adeguati alla situazione. Al minuto 34 arriva il pareggio transalpino sul 74 pari (non accadeva dal 37-37 del 18esimo) sempre con il confusionario Tony Parker tranquillamente panchinato dal C.T. Collett. I vari Traore, Tchicamboud, Gelabale risultano indigesti al nostro sistema difensivo trovando rimbalzi offensivi in quantità industriale per secondi possessi molto produttivi. A dare il vantaggio ai “Bleus” è una tripla di Gelabale (77-76) mentre in attacco l’Italia annaspa provando inutili azioni personali, Bargnani è stanco e Gallinari e Belinelli diventano improvvisamente imprecisi. Ecco che a schiantare le ultime resistenze Azzurre ci pensa l’accoppiata Diaw (in area inarrestabile) e Batum (con alcune giocate di puro atletismo che annichiliscono i nostri difensori). La Francia si trova così sull’85-82, Belinelli si mangia 2 possessi vitali con 2 azioni personali da dimenticare, ovvio che mandando i nostri avversari in lunetta il divario aumenti considerevolmente e per la Francia arriva il successo per 91-84 con Parker (24 minuti in campo sui 40 totali) e Noah (20 minuti sul parquet) spettatori aggiunti, lasciandoci un mare di rammarico per quello che poteva succedere ed invece non è accaduto.
    © JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
    Per l’Italia da sottolineare la buona prova di Hackett (10 punti) che ha limitato nel migliore dei modi il talento degli Spurs Tony Parker (3/11 al tiro, solo 8 punti per lui che prima di questa partita era il capocannoniere del torneo), i nostri 3 Big si sono divisi un quarto a testa crollando poi nell’ultimo dove nessuno dei 3 è riuscito ad imporsi: per Bargnani 22 punti, per Belinelli 19, per Gallinari 18. Straordinarie per la Francia le prove di Diaw (21 punti, 4 rimbalzi e 4 assist) e Batum (20 punti, 5 rimbalzi e 4 recuperi). L’Italia ha retto bene in difesa (un pò meno efficace nel quarto periodo) ma ha clamorosamente fallito a rimbalzo concedendo ben 11 rimbalzi offensivi (38 totali) a fronte dei soli 19 catturati (solo 3 in attacco) venendo quindi doppiati in questa specialità. E’ questo che ha fatto la differenza per la Francia dato che sui primi possessi la difesa italiana ha retto l’urto degli atletici avversari ma concedendo la seconda occasione ovviamente ci si trovava stanchi nel dover riprendere le posizioni e siamo stati ripetutamente puniti. Lezione da imparare in vista del futuro. Intanto ritorniamo a casa, con poco onore a dir la verità. Ultimo appuntamento domani con Israele ininfluente per le nostre sorti, almeno bisogna evitare ulteriori figuracce. ITALIA-FRANCIA 84-91 (23-20, 48-41; 67-60) ITALIA – Carraretto 7, Bargnani 22, Gallinari 18, Belinelli 19, Hackett 10; Maestranzi 0, Mancinelli 4, Mordente 4, Cusin 0, Datome 0. N.e.: Cinciarini e Renzi. All.: Pianigiani. FRANCIA – Noah 10, Batum 20, Parker 8, De Colo 4, Diaw 21; Seraphin 0, Albicy 2, Kahudi 0, Traoré 11, Pietrus 4, Tchicamboud 3, Gelabale 8. All.: Collett.

  • Europei basket: Italia, serve l’impresa contro la Francia

    Europei basket: Italia, serve l’impresa contro la Francia

    Bisogna vincere contro la Francia (ore 16.45), e poi sperare in qualche risultato che possa favorirci nelle altre partite del girone B. E’ questa la situazione, molto difficile, della nostra Nazionale poco prima della quarta giornata dell’Europeo di basket in corso di svolgimento in Lituania. Innanzitutto serve, per poter sperare ancora in vista dell’ultima giornata, un successo contro la fortissima Francia di Tony Parker (ma non solo lui) che finora è stata la formazione più convincente (in testa con la Serbia con 6 punti) nel nostro raggruppamento.

    © JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images
    Chi fa più paura, come già detto, è proprio Parker: il playmaker dei San Antonio Spurs sta letteralmente dominando l’Europeo visto che si trova in testa alla classifica marcatori con 28 punti di media (a cui aggiunge ben 7 assist e percentuali dal campo mostruose come il 60% da 2 ed il 55% da 3!). Ma la Francia può contare anche su altri atleti di spessore internazionale tra i quali spiccano gli NBA Nicolas Batum (Portland Trail Blazers), Joakin Noah (Chicago Bulls), e Boris Diaw (Charlotte Bobcats). Una squadra fortissima che apparentemente non ha nessun punto debole e che fa dell’atletismo la sua arma di forza visto che nessun team pare attrezzato come i francesi in questa caratteristica fisica. Quello che dovrà fare l’Italia sarà di non concedere il campo aperto ai transalpini che in queste situazioni di gioco diventano letteralmente devastanti. La speranza Azzurra di poter ottenere un risultato positivo, che ci terrebbe ancora in corsa per il passaggio alla seconda fase, sarebbe quella di avere l’apporto contemporaneo dei nostri 3 atleti migliori, ovvero Danilo Gallinari, Andrea Bargnani e Marco Belinelli che necessariamente dovranno “scollinare” oltre quota 20 punti per garantire un buon apporto in attacco. Si spera che “Gallo” e “Beli” possano anche sbloccarsi nel tiro da 3 che finora li ha visti protagonisti di percentuali orrende (soprattutto Belinelli!) perchè sfruttando questo tipo di gioco non è detto che la Francia abbia la strada spianata verso il successo. Chi avrà maggior raggio d’azione è proprio la guardia degli Hornets a cui la Francia difficilmente potrà opporre un pariruolo di altrettanto talento (forse si dirotterà Parker sulle sue tracce, ma è un’ipotesi che potrebbe anche non avere sèguito) mentre più difficile sarà il compito di Gallinari (se la vedrà con uno dei migliori difensori NBA come Batum) e Bargnani (scontro da scintille contro Noah). Queste sfide personali i nostri “Big 3” le hanno già vissute in NBA quindi non partono battuti e soprattutto i nostri giocatori conoscono le potenzialità dei diretti avversari. Servirà però dare sul campo il “200%” quindi il doppio di quello che è il massimo per ottenere l’importante risultato. Queste le parole di coach Pianigiani sulla sfida di oggi pomeriggio:

    • Servirà ‘un’extra-partita per avere speranza. Non riusciremo a limitare tutto il loro potenziale. Dovremo fare un extra-sforzo perché abbiano una serata normale e perché il loro attacco non ci ammazzi in contropiede. Non possiamo concedere loro campo aperto, altrimenti rischiamo di essere spazzati via. Quello che dobbiamo fare è giocare in attacco e mettergli un tarlo riuscendo a segnare con un po’ di continuità dall’altra parte del campo. Oggi dobbiamo pensare a fare ancora un passo avanti, pur in un percorso di grande fatica, con un girone così duro e un avversario di primissimo livello. Per questa squadra significa mostrare di avere la capacità di reggere questi ritmi come atteggiamento, di non scomporsi anche quando si andrà sotto e rimanere attaccati alla partita. I francesi sono guidati da un Parker giunto alla sua maturità e in armonia con sé stesso e con la squadra. Si sente bene a far giocare i compagni e si vede.

    Concentrato anche Danilo Gallinari:

    • Le sensazioni sono più che positive perché abbiamo insistito dall’inizio sul discorso dell’atteggiamento: cercare di emozionare ed emozionarsi, e questo entusiasmo è la prima cosa che penso tutti abbiano visto. Qualificarci sarebbe meglio ma, come ci dice sempre il coach, l’idea è quella di proseguire sul discorso iniziato lo scorso anno. C’è un percorso che è iniziato e noi dobbiamo vincere queste 2 partite finendo con un’idea positiva. Vincere sarebbe importante come risultato in sè, ma anche e soprattutto per questo percorso che stiamo facendo e quindi per il futuro“.
  • NBA: I Lakers di misura su Houston

    NBA: I Lakers di misura su Houston

    Dopo la sorpresa dell’opening night che ha visto i favoriti Miami Heat essere battuti dai Boston Celtics (leggi l’articolo), i Lakers campioni in carica fanno una fatica veramente enorme per sbarazzarsi dei rivali degli Houston Rockets.
    Gara faticosissima e molto più difficile del previsto per i gialloviola che sono usciti vittoriosi solo grazie ad un tiro da 3 di Steve Blake a 18 secondi dalla sirena finale.
    Sull’ultimo tiro, a 2 secondi dalla fine, errore di Brooks che condanna i suoi compagni ad una immeritata sconfitta per quanto visto sul parquet.

    Dopo la consegna degli anelli, per la vittoria del titolo nella passata stagione, ed una piccola cerimonia per celebrare le gesta dei Lakers dello scorso anno, la partita inizia, ma i bicambioni del mondo vengono sorpresi dall’atteggiamento di Houston che nei primi minuti di gioco si porta avanti e riesce anche tutto sommato a stare avanti nel punteggio anche agevolmente.
    Il primo quarto va in archivio sul 33-26, grazie ad una tripla sullo scadere di Aaron Brooks, nel secondo l’intensità sul parquet dei Rockets non accenna a calare e la franchigia texana allunga ulteriormente nel punteggio rifilando altri 4 punti di scarto ai rivali per il 62-51 che chiude i giochi del primo tempo e manda tutti negli spogliatoi per il riposo.

    Al ritorno in campo, i primi punti sono per i texani che si portano sul +65-51 con Yao Ming, di nuovo sui campi NBA dopo un anno e mezzo di inattività per una frattura ad un piede subita proprio allo Staples Center in gara 2 dei playoff del 2009. I Lakers capiscono quindi che se vogliono portare a casa l’incontro devono iniziare a dare il 110% e trascinati dai tiri di Blake e dal solito apporto del duo Gasol-Bryant iniziano a recuperare qualche punto chiudendo il terzo quarto sull’82-77 (tripla proprio di Blake). Californiani che si scatenano nel quarto periodo ed in soli 6 minuti e mezzo mettono su un mega parziale di 22-9 firmato Shannon Brown (11 punti e le triple del +8) mettendo quasi al sicuro il risultato sul 99-91 a 5 minuti e mezzo dal termine.
    Sembra finita ma i Rockets hanno un cuore grandissimo e riescono a portarsi a stretto contatto grazie agli 8 punti di uno Scola scatenato e l’ultimo minuto inizia sul 107-106 Lakers.
    Il botta e risposta tra Miller e Gasol mantiene inalterate le distanze (109-108), ma un canestro in difficilissimo equilibrio del solito Scola porta avanti gli ospiti sul 110-1o9.
    Poi l’incredibile finale già descritto: Blake infallibile dalla lunga distanza a 18 secondi che fa esplodere lo Staples Center, la risposta di Houston con Brooks non va e i Lakers trovano la via di fuga da una probabile sconfitta.

    Mattatori del’incontro sono stati Bryant e Gasol autori rispettivamente di 27 e 29 punti (per lo spagnolo anche 11 rimbalzi), doppia doppia per Odom 14 punti e 10 rimbalzi, mentre decisivi sono risultati Brown e Blake con 16 e 10 punti. In ombra l’ex di giornata, Ron Artest (3/15 dal campo).
    Per Houston fantastica la coppia di guardie Brooks-Martin (50 punti in 2, 26 per l’ex Sacramento Kings, 24 per il piccolo playmaker), Budinger porta 13 punti alla causa, Scola solito leone indomabile con 18 punti e 16 rimbalzi, mentre, nel tempo concordato con lo staff medico (non più di 24 minuti a partita), il cinese Yao Ming mette a segno 9 punti ed 11 rimbalzi.
    I Lakers si sono dimostrati una volta di più la squadra da battere, ma un applauso sincero va fatto ai Rockets che a questi livelli possono stare benissimo nei piani alti della Western Conference.

    Nell’altra partita giocata nella notte NBA i Portland Trail Blazers battono i Phoenix Suns con un grande ultimo periodo. Dopo 3 quarti equilibrati, dove Phoenix ha chiuso anche in vantaggio (81-75), nell’ultimo periodo il 31-11 per i padroni di casa condanna i Suns alla sconfitta.
    Oltre al solito Roy da 24 punti grande impatto per il francesino Nicolas Batum (8/17 dal campo per lui), che nel 18-1 di parziale che ha chiuso i conti negli ultimi 5 minuti ha contribuito con 11 punti con 3 triple a segno, tra cui le ultime due per fissare il punteggio con il +14 finale a 22 secondi dalla sirena. Per Phoenix note liete solo da Nash (26 punti anche se 9 palle perse, ma è normale se ti tolgono il “lungo” di riferimento con cui hai giocato in questi anni) e Richardson con 22, poi il vuoto. La cessione di Stoudemire è gravissima: Blazers devastanti a rimbalzo con un 48-30 (di cui 18 offensivi) che la dice lunga. Turkoglu non pare proprio l’uomo adatto a sostituire l’ex giocatore franchigia ed il peggio per la squadra dell’Arizona potrebbe ancora non essere arrivato.

    Risultati NBA del 26 ottobre 2010

    Phoenix Suns-Portland Trail Blazers 92-106

    • Pho: Nash 26, Richardson 22, Warrick 10; Por: Roy 24, Batum 19, Camby, Matthews 13

    Houston Rockets-Los Angeles Lakers 110-112

    • Hou: Martin 26, Brooks 24, Scola 18; Lak: Gasol 29, Bryant 27, Brown 16
  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB

  • NBA: Joe Johnson in trattativa con Miami, idea Tony Parker per i Knicks

    Stando alle ultime voci di mercato, la stella degli Atlanta Hawks, la guardia tiratrice Joe Johnson, sarebbe finita nel mirino dei Miami Heat.
    Dopo l’imbarazzante serie di playoffs contro Orlando, il numero 2 degli Hawks ha dichiarato che, da free agent qual’è, prenderà in considerazione tutte le opzioni possibili durante l’estate, compresa la possibilità di giocare a fianco di Dwyane Wade.

    Dopo Gara 3 contro i Magic si era discusso del suo valore effettivo; JJ è sicuramente un giocatore di prima fascia ma dopo le prestazioni contro i Magic, il suo contratto potrebbe essere ritoccato.
    Di oggi il rumor che dalla Florida è arrivata la notizia di un forte interessamento della compagine di Pat Riley: l’ex coach dei Lakers ha come priorità massima quella di riconfermare la sua stella Wade e come seconda quella di trovargli un alfiere di rilievo.
    Il “Miami Herald” riporta anche le parole del diretto interessato che non disdegna la meta:

    Sarebbe una grande opzione e un’ottima situazione per me!“.

    Riley ha detto che prima del primo di luglio non avrà l’occasione di parlare con le parti interessate, ma che farà di tutto per poter ri-portare Miami ad alti livelli. Da non dimenticare che lo stesso Riley sta pensando di tornare personalmente ad allenare gli Heat.

    Johnson ha affermato di non avere problemi ad accettare il ruolo di spalla all’uomo franchigia, descrivendo quindi la situazione salariale di Miami come molto interessante.
    In effetti non sono molte le squadre nelle condizioni degli Heat: se rifirmeranno Wade, avranno comunque altri 25 milioni liberi nel salary cap per portare in Florida almeno due free agents di livello.

    La priorità del presidente, dopo aver rifirmato Wade, è ovviamente quella di sondare il terreno per arrivare addirittura a LeBron James, ma la lista dei desideri non finisce qui: in mente ci sono Chris Bosh, Amar’e’ Stoudemire, Carlos Boozer oltre al sopracitato Johnson, tutti questi sono in pole position. E’ molto probabile che Wade incontrerà James, Bosh e Johnson per capire dove giocheranno la prossima stagione e progettare il proprio futuro. Saranno tutti tasselli quasi ad incastro!

    Dal canto loro, gli Hawks necessitano di un innesto importante per fare il salto di qualità, ma la firma di un free agent di livello passa chiaramente dalla conferma di Joe Johnson, senza di lui cadrebbe ogni tipo di interesse verso la franchigia di Atlanta da parte dei giocatori che si svincoleranno da giugno.

    Un’altra intrigante possibile destinazione per Johnson, anche se meno chiacchierata, potrebbe essere Phoenix: ritornerebbe a giocare con sui ex compagni Nash e Stoudemire in una squadra potenzialmente da titolo.

    Tra Tony Parker (playmaker di 27 anni, 28 da compiere il 17 maggio) e i San Antonio Spurs c’è aria di divorzio e i New York Knicks sono pronti ad approfittarne!
    Il “New York Daily News” trascrive l’interessamento della compagine di Donnie Walsh verso il francese, forte del fatto che anche la moglie di Parker, Eva Longoria, famosa attrice, gradirebbe un trasferimento nella “Grande Mela” per dare ancora più luce alla sua carriera cinematografica.
    Inoltre dal Texas arrivano sempre più voci che Gregg Popovich, capo allenatore degli “Speroni” abbia ormai lasciato il francese per abbracciare il nuovo fenomeno di squadra George Hill mentre Nicolas Batum, ala dei Portland Trail Blazers e compagno di Nazionale di Tony, ha rilasciato un’intervista dove dichiara che Parker non lascerà mai San Antonio.
    Dove sta la verità? le prossime settimane saranno cruciali per capirlo…

  • NBA: Ancora infortuni per Portland

    Piove sul bagnato per i Portland Trail Blazers: la franchigia dell’Oregon molto probabilmente dovrà rinunciare a Nicolas Batum. Il francese ha accusato dei problemi alla spalla (quella già operata e che lo ha costretto a saltare le prime 45 partite di regular season) durante un’azione di gioco in cui cercava di rubare un pallone su un’azione offensiva di Phoenix sul finire del terzo quarto di gara 2, partita poi persa di 29 punti da parte dei Blazers.

    Non è chiaro ancora quale sia il problema di Batum e si attendono entro oggi gli esami da fare a Portland ma molto probabilmente l’ala di coach Nate McMillan dovrà saltare gara 3 sul parquet di casa visto che la serie si è spostata in Oregon per le prossime 2 partite. Ulteriori notizie saranno date nelle prossime ore. Certamente comunque le rotazioni dei Blazers sono oramai ridotte all’osso e la situazione di emergenza è sempre più critica.

    Ma potrebbe esserci una buona notizia. Brandon Roy sta recuperando più velocemente del previsto dall’operazione al menisco e casomai Portland passasse il turno non è escluso un suo ritorno sul parquet. Certo che l’ostacolo Suns è veramente difficile da superare anche alla luce della lunga lista di indisponibili, ma nel basket non si può mai dare niente per scontato.

  • NBA: Disastro Boston, sconfitta casalinga contro i Nets

    Sorpresa nella notte NBA dove i New Jersey Nets espugnano il parquet dei Celtics ormai in confusione totale. Garnett segna 26 punti ma non è bastato ad una squadra che ora rischia seriamente di perdere il vantaggio campo anche nel primo turno playoff visto che Toronto è minacciosa alle spalle.
    Milwaukee continua nel suo fantastico momento di forma e batte gli Heat in uno scontro diretto importantissimo per il settimo/ottavo posto nella Eastern Confernce.
    Indiana beffa Chicago, New York cade in casa contro Memphis: Gallinari segna 11 punti, Zach Randolph guida i Grizzlies con 31 punti, 25 rimbalzi e 8 assist!.
    Portland passa senza difficoltà contro Minnesota grazie al career-high del francese Nicolas Batum (31 punti), Utah distrugge houston grazie ai 35 punti e 13 assist di un Deron Williams formato All-Star.

    Risultati NBA del 27 febbraio 2010

    Boston Celtics – New Jersey Nets 96-104
    (Bos: Garnett 26, Daniels 16, Rondo 13, R. Allen 13 – NJ: Lopez 25, Harris 23, Lee 21)
    Miami Heat – Milwaukee Bucks 71-94
    (Mia: O’Neal 14, Beasley 10, Wright 10 – Mil: Salmons 18, Stackhouse 16, Delfino 15)
    Indiana Pacers – Chicago Bulls 100-90
    (Ind: Granger 30, Murphy 17, D. Jones 17 – Chi: Rose 27, Pargo 14, Gibson 14)
    New York Knicks – Memphis Grizzlies 109-120
    (NY: Harrington 31, Lee 21, House 15 – Mem: Randolph 31, Gay 27, Gasol 25)
    Minnesota Timberwolves – Portland Trail Blazers 91-110
    (Min: Jefferson 19, Sessions 13, Love 10, Brewer 10 – Por: Batum 31, Aldridge 21, Fernandez 18)
    Utah Jazz – Houston Rockets 133- 110
    (Uta: Williams 35, Millsap 18, Boozer 18, Matthews 18 – Hou: Martin 32, Brooks 19, Budinger 14)
    Golden State Warriors – Detroit Pistons 95-88
    (GS: Curry 27, Tolliver 19, Watson 17 – Det: Prince 18, Stuckey 17, Hamilton 16)

    CLASSIFICHE NBA