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  • Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Brasile 2014: Gotze regala la coppa del mondo alla Germania

    Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.

    Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.

    Il capitano Lahm solleva la coppa
    Il capitano Lahm solleva la coppa

    Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.

    La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.

    Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.

    Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.

    Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.

    Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.

    Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.

    Mario Gotze
    Mario Gotze

    Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.

    In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.

     

    GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)

    GERMANIA (4-3-3): Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (31° Schurrle), Kroos; Muller, Klose (88° Gotze), Ozil (120° Mertesacker).

    Allenatore: Low.

    ARGENTINA (4-3-3): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Perez (86° Gago), Mascherano, Biglia; Lavezzi (46° Aguero), Messi, Higuain (77° Palacio).

    Allenatore: Sabella.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: Schweinsteiger (G), Howedes (G), Mascherano (A), Aguero (A).

     

  • Derby della Mole, decide Tevez ma il Torino si arrabbia

    Derby della Mole, decide Tevez ma il Torino si arrabbia

    Il Derby della Mole lo decide una prodezza dell’Apache Carlos Tevez che alla mezz’ora del primo tempo si inventa il gol da tre punti e permette alla Juventus di riallungare sulla Roma vincente ieri a Bologna e di portare a 13 vittorie su 13 gare giocate allo Juventus Stadium. (altro…)

  • Milan-Juventus, Rizzoli: “in campo era rigore”

    Milan-Juventus, Rizzoli: “in campo era rigore”

    Il rigore concesso da Nicola Rizzoli in Milan-Juventus di domenica scorsa per “fallo di ascella” di Mauricio Isla non ha suscitato grandi polemiche, al contrario di quanto accaduto per il “precedente” dello scorso campionato, ossia il gol annullato a Muntari nella medesima area di rigore. Per questo motivo, in un clima sereno, Rizzoli ha avuto un colloquio con Stefano Braschi, referente della commissione arbitri per conto del presidente dell’Aia Marcello Nicchi ed, in seguito, è stato lo stesso Braschi ad illustrare il punto di vista di Rizzoli, “ammorbidendo” le sue responsabilità in merito alla decisione rivelatasi, poi, errata. Secondo Braschi, infatti, è necessario distinguere fra le “due verità parallele”, ossia quella del campo e quella delle immagini televisive che “rallenta, scompone e deforma le immagini e spesso non riesce a dar certezze”.

    Rizzoli, sua la decisione del rigore in Milan-Juventus
    Rizzoli, sua la decisione del rigore in Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Inoltre, l’Aia rivela un particolare che, guardando la partita, sembrava esser differente: la decisione sull’assegnazione del penalty, infatti, è stata assunta proprio da Rizzoli e non dal giudice di porta De Marco. E’ stato lo stesso Rizzoli, dunque, a valutare che Isla avesse le braccia troppo larghe e che la traiettoria della palla – seppur andasse verso il basso – avrebbe potuto rimbalzare sul suo avambraccio. Per tale ragione, Rizzoli è rimasto convinto di aver preso la scelta giusta ritenendo che in campo quell’episodio era da fischiare come rigore e, di conseguenza, l’Aia non ha riconosciuto formalmente l’errore come, invece, accade solitamente in simili circostanze.

    L’Aia, però, non dimentica un plauso ed una sottolineatura positiva nei confronti del fair play della Juventus, sia in campo che nel post-partita. I giocatori, infatti, hanno evitato contestazioni plateali “a caldo” e, nelle interviste negli spogliatoi è prevalso un clima di serenità, accettando l’episodio come un errore che può capitare ma evitando di assumerlo come alibi per la sconfitta, come ha sottolineato proprio capitan Buffon. Lo stesso Rizzoli, secondo quanto riporta l’Aia, ha evidenziato positivamente questo aspetto, elogiando il comportamento dei giocatori bianconeri che, evitando proteste eccessive, gli hanno permesso di continuare ad arbitrare con grande concentrazione.

  • Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Un campione si riconosce dai dettagli che lo possono elevare al di sopra della banalità e della violenza verbale delle dichiarazioni post-partita, quando a seguito di una sconfitta si cerca di appigliarsi ad ogni motivazione che possa giustificarla, addolcirla, ridimensionarla. Un campione, ed un capitano, non si nasconde dietro le parole, ma affronta le situazioni con analisi sincere, anche per rispetto nei confronti dei tifosi, che hanno appena assistito ad una prova a dir poco inadeguata da parte della squadra. Il campione, in tal caso, è Gigi Buffon, protagonista nel post gara di Milan-Juventus di un intervento ai microfoni di Sky, analizzando a caldo ma con estrema lucidità la sconfitta della Juventus, senza cercare l’ombra di un alibi, con assoluta onestà intellettuale.

    Non è una novità, certo, considerando che il portierone si è sempre distinto per tali caratteristiche, ma è un aspetto sempre lodevole soprattutto considerando il livello dialettico su cui si basano solitamente tali commenti e tali dichiarazioni, in cui ognuno cerca di adoperare le solite frasi preconfezionate utilizzandole ad arte in un collage di luoghi comuni, spesso finalizzati a dribblare i problemi, a concentrare l’attenzione sugli errori altrui per non dover ammettere i propri.

    Dopo il rigore concesso dal direttore di gara Rizzoli per il fallo di “ascella” di Mauricio Isla – ed a tal proposito, sempre nel post-partita, Adriano Galliani chiedeva l’intervento del Dottor House per capire se l’ascella fosse o meno parte del braccio – Buffon esprime in maniera diretta il suo giudizio sul fatto che l’intervento del numero 33 bianconero non fosse da punire con il penalty, sottolineando subito dopo che “la Juventus non ha perso per quel rigore”. Il numero uno bianconero, infatti, ha motivato la sua osservazione alludendo al fatto che la squadra avrebbe avuto un’ora di tempo per provare a recuperare, se avesse giocato come ha dimostrato di saper fare ed, invece, “non lo abbiamo fatto”. 

    Gigi Buffon durante Milan-Juventus
    Gigi Buffon durante Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Secco e perentorio il commento di Buffon, dal cui viso tirato per la delusione della sconfitta trapela la volontà di lanciare un messaggio per preciso al mondo del calcio italiano, proprio per evitare che all’episodio contestato possa seguire un’infinita serie di polemiche ed “approfondimenti”, ricalcando quanto accaduto lo scorso anno con il gol annullato a Muntari (proprio nella stessa area di rigore, ndr), o le recenti infuocate contestazioni dell’Inter per il gol in fuorigioco realizzato dalla Juventus nello scontro diretto dello Juventus Stadium.

    Il concetto da esprimere è semplice: non è giusto cercare degli alibi, soprattutto di fronte ad una sconfitta che la squadra non ha saputo evitare sul campo; è giusto, invece, riflettere sulle cause del secondo stop in campionato, analizzare le ragioni delle difficoltà, fisiche o psicologiche che siano. Sarà stato colpa della gara di Champions League di martedì scorso contro il Chelsea che ha assorbito energie e concentrazione? Sarà un momento in cui la fatidica “fame” predicata da Conte è stata parzialmente saziata da qualcos’altro? Non è ancora dato saperlo, ma quel che è certo – secondo lo stesso Buffon – è che “abbiamo fatto una pessima partita, e dopo una lunga serie di risultati positivi siamo un po’ sottotono, non abbiamo avuto il giusto atteggiamento e dobbiamo lavorarci“.

    Parole degne di un numero uno, in tutti i sensi, dal quale l’intero movimento calcistico ha molto da imparare: touchè.

  • Milan-Juventus 1-0, nove mesi dopo ancora polemiche

    Milan-Juventus 1-0, nove mesi dopo ancora polemiche

    Sono trascorsi nove mesi esatti da quel celeberrimo Milan-Juventus, matrix di tutte le polemiche trascinatesi fino al termine della stagione scorsa. Dopo 270 giorni i rossoneri si prendono la rivincita, battendo i campioni d’Italia per 1-0 grazie al discusso rigore trasformato da Robinho alla mezzora del primo tempo. Discusso per usare un eufemismo, in quanto la moviola ha chiarito ben presto come il penalty in realtà fosse inesistente. L’errore di Nicola Rizzoli è costato caro alla Juventus, che dopo essersi trovata in svantaggio non ha avuto la forza nei restanti 60 minuti di trovare la rete del pareggio. Al termine della partita ha vinto però il fair play, nota piacevolissima in rapporto a quanto accaduto nove mesi prima. Allegri ammette che il rigore fosse inesistente, così come Buffon e Marotta strigliano i giocatori per non aver giocato da Juve. Dopo la sconfitta di ieri i bianconeri restano fermi a quota 32 punti, in ogni caso saldamente al comando della classifica. Risale invece il Milan, che si porta in ottava posizione a 18 punti, a cinque lunghezze dal quinto posto.

    RUOLI INVERTITI – Il Diavolo ha vestito i panni della provinciale, come la posizione di classifica imponeva. Per novanta minuti il Milan ha recitato al meglio il copione che per anni è stato il canovaccio vincente della Juve. Orgoglio, cuore, pressing, c’era un po’ di tutto nelle gambe e nei polmoni dei calciatori rossoneri, guidati ieri sera dal capitano Montolivo, acclamato dal gruppo come nuovo leader vista l’assenza contemporanea di Ambrosini e Abbiati. Dall’altra parte c’era una Juventus manovriera, capace di realizzare un 62% di possesso palla rivelatosi alla fine infruttuoso. I ritmi utilizzati da Pirlo e compagni hanno ricordato al pubblico di San Siro quelli che il Milan era solito attuare in questi ultimi anni, dall’ultimo Ancelotti fino all’avvento di Leonardo. E’ stato quindi un Milan-Juventus alla rovescia se vogliamo, così come il punteggio finale, che ha premiato la squadra messa peggio in classifica.

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    La gioia dei rossoneri dopo Milan-Juventus | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    LA CHIAVE – Oltre alla grinta e alla determinazione messe in mostra per novanta minuti, il Milan ha vinto la partita tagliando completamente i rifornimenti alle due punte centrali (Vucinic e Quagliarella, quest’ultimo sostituito da Giovinco nella ripresa). In questo hanno giocato un ruolo fondamentale l’ex Nocerino e sopratutto l’olandese De Jong, che come mediano di rottura davanti alla difesa riesce a dare il meglio di sé. I vari Pirlo, Vidal, e Marchisio non sono riusciti mai ad accendere e dialogare con i due attaccanti, rendendo così del tutto vano il copioso possesso palla. L’altra nota stonata in casa bianconera è rappresentata dall’ennesima prova negativa del cileno Isla, preferito a Liechtsteiner. La partita dell’ex Udinese dura soltanto un tempo, con Padoin che gli subentra ad inizio ripresa. E’ lo stesso Isla a indurre Rizzoli all’errore, con un intervento da Superman (cit. Francesco Falleti) in piena area di rigore. In assenza di Ibrahimovic il cileno ha voluto in un certo senso non far rimpiangere lo svedese. Peccato che il risultato non sia stato dei più felici.

    Le pagelle di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012)
    Mexes 7: ottima prova difensiva del francese dopo la brillante prestazione di Bruxelles. Allegri forse ha trovato la coppia titolare da qui fino al termine della stagione, con il colombiano Yepes (7) decisamente in palla affianco all’ex giallorosso.
    Montolivo 7: a fine partita dichiara come la serata di ieri sia stata la più bella della sua vita. Avere la fascia da capitano e l’investitura direttamente da Berlusconi ha reso Montolivo leader carismatico del nuovo centrocampo rossonero insieme a De Jong e Nocerino (6,5 ad entrambi).
    El Shaarawy 6,5: forse più in ombra rispetto ad altre partite, ma i suoi sono novanta minuti di completo sacrificio e abnegazione. Il 92 rossonero dà un ulteriore conferma di come la testa faccia la reale differenza tra un talento e un campione.
    Isla 3: disastroso. L’ex Udinese non ne azzecca una. Falloso tecnicamente, indisciplinato tatticamente, consegna il penalty agli avversari. La sua partita da incubo termina subito dopo l’intervallo. Rispetto ad Asamoah (5,5), il suo acquisto inizia ad essere considerato un grave errore.
    Pirlo 4,5: male, male, male. Torna a San Siro e torna ad essere il giocatore lento e poco lucido “ammirato” nell’ultimo periodo con la maglia del Milan. L’accoglienza dei tifosi rossoneri e le fatiche di Champions fanno il resto. Non che i suoi compagni di reparto, Vidal (5) e Marchisio (5) facciano di meglio, ma qualcosa in più i supporter bianconeri si aspettavano dall’ex Trilly Campanellino (cit. Carlo Pellegatti)
    Quagliarella 4: un fantasma. Mai in partita, mai un pallone giocabile. Ma la vera chicca la regala una volta sostituito, passando vicino ad Alessio e sussurandogli qualcosa. Mettiamo la mano sul fuoco che non siano stati gli auguri di Natale anticipati di un mese.

    Il tabellino di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012)
    Milan (4-3-3): Amelia 6, De Sciglio 6,5, Mexes 7 (Zapata 72′ 6), Yepes 7, Constant 6,5, Montolivo 7, De Jong 6,5, Nocerino 6,5, Robinho 6,5, (65′ Pazzini 6), Boateng 6 (83′ Flamini s.v.), El Shaarawy 6,5. Allenatore: Allegri 7
    Juventus (3-5-2): Buffon 6, Barzagli 5,5, Bonucci 5, Caceres 5, Isla 3 (46′ Padoin 5,5), Vidal 5, Pirlo 4,5, Marchisio 5, Asamoah 5,5 (72′ Pogba 5,5), Vucinic 5,5, Quagliarella 4 (57′ Giovinco 5). Allenatore: Conte 5

    Il video di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012) [jwplayer config=”60s” mediaid=”161556″]

  • Nicola Rizzoli arbitra Milan-Juventus, una scelta che fa discutere

    Nicola Rizzoli arbitra Milan-Juventus, una scelta che fa discutere

    Ha fatto discutere la designazione dell’arbitro Nicola Rizzoli per Milan-Juventus, big match della 14 giornata di Serie A che si disputerà a San Siro domenica sera. Non tanto per il carisma e l’ormai consolidata esperienza del fischietto bolognese, quanto per gli ultimi precedenti non di certo esaltanti per i tifosi rossoneri. Le polemiche sono scoppiate pochi secondi dopo l’annuncio ufficiale della scelta presa dal designatore Stefano Braschi. Su Twitter in particolar modo la decisione è stata definita senza senso, un errore che non avrebbe potuto commettere nemmeno un bambino. Di contro però, a spegnere un fuoco di illazioni altrimenti incontrollabile, è stata la stessa dirigenza del Milan nella voce di Adriano Galliani a legittimare la designazione di Rizzoli, definito il top player della classe arbitrale nostrana. Ma allora perché così tanto caos intorno alla scelta del direttore bolognese?

    SUPERCOPPA ITALIANA– Il putiferio intorno all’arbitro Nicola Rizzoli scoppia a qualche migliaio di km dai confini nazionali. Siamo infatti nella seconda metà d’agosto, in Cina, quando Rizzoli viene designato come giudice di porta in occasione della sfida che vede Juventus e Napoli affrontarsi per la conquista del primo trofeo stagionale, la Supercoppa Italiana. Oltre ad un arbitraggio mal digerito dalla squadra partenopea, che adotterà come plateale protesta la rinuncia a presenziare durante la consueta premiazione, Rizzoli finisce nell’occhio del ciclone per un presunto occhiolino rivoltogli dal portiere della Juventus Buffon (scusate il gioco di parole).

    Juventus FC v AS Roma - Serie A
    Nicola Rizzoli e i precedenti “pericolosi” con la Juventus | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    A UDINE – Anche per il match contro l’Udinese ritroviamo Nicola Rizzoli come giudice di porta (a dirigere l’incontro è Valeri ndr). La Juve sblocca il risultato grazie al penalty concesso dal direttore di gara al 14′ del primo tempo. L’episodio fa discutere perché Valeri, convinto proprio da Rizzoli, espelle il portiere Brkic anziché ammonire il primo autore del fallo che avrebbe poi causato il calcio di rigore, ovvero Domizzi. Polemiche che però la stessa Juve sarà brava a cancellare offrendo l’ennesima dimostrazione di forza in campionato.

    A CATANIA – Senza nemmeno farlo apposta, Nicola Rizzoli è presente anche in Catania-Juventus, una delle partite più discusse della Serie A di quest’anno. In Sicilia l’arbitro bolognese viene scelto ancora una volta come giudice di porta. Ed è proprio al Barbera che Rizzoli incappa nella sua giornata peggiore, annullando senza averne alcun potere decisionale il gol dei padroni di casa per un fuorigioco in realtà inesistente. Ciò che fa scatenare la rabbia del presidente degli etnei Pulvirenti è il fatto di come sia possibile che un giudice di porta possa contraddire la decisione del segnalinee, il quale aveva correttamente convalidato la rete del vantaggio siculo.

    IL CORO OPPOSTO – Gli ultimi precedenti quindi non dovrebbero far dormire sogni tranquilli ai tifosi del Milan, sebbene possa risultare quantomeno confortante il soprannome che Alessandro Pignatelli (giornalista e tifoso della Juventus ndr) diede a Rizzoli tre giorni prima della Supercoppa Italiana 2011, quando il Milan sfidò e sconfisse l’Inter di Gasperini in rimonta nel secondo tempo. “Il rossonero Rizzoli”, così venne chiamato l’arbitro che domenica prossima dirigerà Milan-Juventus. Non solo lo definì “il rossonero Rizzoli”, ma anche “il figlio di Galliani”, citando un suo amico e collega non imprecisato di nome Silvio. Stai a vedere che quest’ultimo è il Cavaliere in persona? No, ma che avete capito, non Berlusconi. Il Cavaliere di Rampin.

    Federico Pisanu

  • Occhiolino a Rizzoli, Buffon sotto accusa dedica Supercoppa a Del Piero

    Occhiolino a Rizzoli, Buffon sotto accusa dedica Supercoppa a Del Piero

    In piena bufera scommessopoli che ancora una volta non ha dato una bella immagine del calcio italiano, le polemiche sorte dopo la vittoria di ieri della Supercoppa italiana della Juventus ai danni del Napoli, non aiuta a distendere questo clima già di per se molto teso.
    Il Napoli recrimina le decisioni della terna arbitrale che ieri ufficialmente per la prima volta era composta da 6 elementi data la presenza dei 2 uomini di porta.

    Il rigore concesso da Mazzoleni per il fallo di Fernandez su Vucinc ha aperto la strada all’ira azzurra e infatti, i partenopei raggiunti sul risultato di 2-2 non hanno saputo tenere a freno la rabbia anche in campo. Ma ciò che più recriminano gli azzurri è l’espulsione di Pandev reo, secondo l’assistente Stefani, di avergli rivolto una frase ingiuriosa. L’attaccante macedone giura di non aver “proferito alcuna parola” limitandosi a ripetere, una volta imboccata la strada degli spogliatoi, “Ho solo ripetuto che quello non era fuorigioco“, salvo poi lasciarsi sfuggire la frase “Se poi Stefani capisce anche il macedone è davvero bravo…“, considerazione quest’ultima che non serve a dimostrare la sua innocenza, anzi.

    Infine non è andata giù l’espulsione per somma di ammonizione a Zuniga soprattutto perchè Mazzarri e soci non hanno gradito il primo dei due gialli rimediati dal difensore. Come conseguenza di tutto ciò Mazzarri anch’egli perde le staffe  rimediando il terzo cartellino rosso di Mazzoleni.

    Gigi Buffon | © Marco Luzzani/Getty Images

    Tutto qui? No macchè… Il Napoli avanza anche il sospetto che la vittoria della Juve fosse già stata decisa a tavolino, sospetto che verrebbe confermato dall’occhiolino di Buffon rivolto a Rizzoli, giudice di porta, subito dopo il 4-2: dirigenti, tecnici e giocatori sono convinti che l’assegnazione della Supercoppa fosse già stata decisa. Il tutto avrebbe mandato su tutte le furie il Presidente De Laurentiis (si racconta di una discussione con occhiataccia finale del Presidente verso Mazzarri) il quale, come conseguenza avrebbe imposto la decisione di disertare la cerimonia ufficiale di premiazione rischiando anche il deferimento. Ciò che più conta è che si è ignorata la pessima figura rimediata all’estero e la mancanza di rispetto verso gli avversari trionfatori che, ci tengono a precisare nel post gara Marotta, Marchisio e Buffon: “Noi a Roma siamo rimasti in campo e li abbiamo anche applauditi” – con una chiara illusione all’episodio della finale di Coppa Italia con il rigore negato su Marchisio che evidentemente De Laurentiis & co. avranno rimosso.

    Intanto la Juventus si gode la conquista del primo trofeo ufficiale della stagione 2012/2013, un trofeo che voleva a tutti i costi come riscatto di quella Coppa Italia sfuggita al 23 Maggio e come trofeo da dedicare all’allenatore Conte, costretto a guardare la partita dalla tribuna per effetto della squalifica per lo scandalo calcioscommesse. Conte non è stato l’unico destinario della dedica per la vittoria, il capitano Gianluigi Buffon ha infatti subito rivolto la sua dedica su Facebook anche all’ex Capitano bianconero Alessandro Del Piero:

    Felicissimo per questa vittoria…. in ballo, aldilà del trofeo c’erano altri spunti e rivalità-duelli di grande interesse….. complimenti ai giocatori del Napoli che hanno combattuto e lottato strenuamente fino all’ultimo istante….. complimenti anche a noi, che con caparbietà e un bel gioco abbiamo vinto questa partita…. Avrei diverse dediche per questo trofeo ma rischio di impelagarmi e scordarmi qualcuno, se così fosse chiedo venia sin da ora :-)….. la prima dedica va al nostro allenatore che ci trasmette quotidianamente una rabbia agonistica,una voglia di primeggiare,che non ha eguali….e tutto ciò,nonostante i suoi grattacapi…. la seconda ai nostri tifosi italo-cinesi :-),che ci hanno seguito sino a qui e sostenuto con grande calore….grazie mille…. il terzo pensiero va a Simone e Leo che sono usciti da un incubo lunghissimo e in tutto questo tempo non si sono risparmiati un istante per la causa juventina….. il quarto a Giorgione Chiellini,che avrebbe meritato di essere in mezzo a noi a festeggiare,solo che per un infortunio dovuto alla sua consueta generosità,l’ha tenuto fuori….. il quinto a Marco Storari che a differenza mia, ha avuto la sfortuna di giocare la finale di coppa Italia, anziché questa, altrimenti avrebbe vinto da protagonista questo trofeo….ma lui protagonista lo è sempre, perché insieme agli altri compagni che non hanno avuto la fortuna di giocare,sono in ogni momento prodighi di consigli….e questo affiatamento non può che farci bene…..ultima dedica,ma non per minor importanza (anzi)….sicuramente al nostro capitano Ale Del Piero,che meritava di chiudere la sua storia bianconera alzando un trofeo…..ma la vita è lunga…. e spesso si diverte a dare delle rivincite….. un abbraccio a tutti…. sono proprio felice :-)

  • Ibra e Boateng, Atalanta Milan 0-2

    Ibra e Boateng, Atalanta Milan 0-2

    Il Milan risponde alla Juventus, vittoriosa per 0-1 sul campo del Lecce, vincendo su un campo ostico come quello dell’Atalanta per 0-2. Ibrahimovic su rigore al 21′ e Boateng a 8 minuti dalla fine gli autori delle due reti che permettono ad Allegri di arrivare al derby della settimana prossima con 8 punti di vantaggio sui rivali dell’Inter e al comando della classifica con i bianconeri di Conte.

    zlatan ibrahimovic | © Claudio Villa/Getty Images

    AVANTI DI RIGORE – Primo tempo equilibrato fra le due squadre. Colantuono ordina ai suoi un pressing altissimo sui giocatori del Milan e la sfida nei primi minuti vive a un ritmo sostenuto. Le occasioni però latitano e solo Denis riesce a rendersi pericoloso con un tiro che finisce alto di poco. Dopo un primo quarto d’ora intenso le due squadre calano e lo spettacolo della partita ne risente. Al 21′ l’episodio che fa esplodere lo stadio bergamasco. Pato, servito in area da Ibra viene steso da Manfredini. L’arbitro Rizzoli indica il dischetto tra le proteste nerazzurre e le grida dei tifosi di casa. Ztatan Ibrahimovic si incarica della battuta e batte l’estremo difensore dell’Atalanta Consigli che era quasi riuscito a raggiungere il pallone calciato dallo svedese. Il Milan mantiene il vantaggio gestendo senza troppi affanni fino alla fine del primo tempo.

    DOPPIO PALO – La ripresa regala numerosi emozioni nei primi 20′ minuti di gioco. Al 7′ Pato colpisce un clamoroso palo dopo aver ricevuto di testa un cross dalla sinistra di Emanuelson. Dopo 120 secondi risponde la squadra di Colantuono prima con Cigarini e poi con il cileno Carmona su calcio di punizione, ma trova in Abbiati un baluardo insuperabile. Sugli sviluppi del successivo calcio d’angolo Denis fallisce incredibilmente l’occasione più ghiotta avuta dai suoi compagni di squadra in tutto l’arco della partita. Con il corpo quasi dentro la porta, il “Tanque” argentino colpisce a botta sicura col destro ma la sfera finisce sul palo. L’Atalanta sembra crederci e il pubblico cerca di diventare il dodicesimo uomo in campo, ma è il Milan ad avere l’occasione  per andare sullo 0-2, con Ibrahimovic che spreca un contropiede favorevolissimo per i rossoneri. L’Atalanta si spegne e gli 11 di Allegri gestiscono agevolmente la partita.

    BLITZ BOA – Lo svedese si erge a protagonista assoluto e va vicinissimo al gol della sua personale doppietta con una punizione calciata da 30 metri che sfiora il palo e un tiro che viene miracolosamente bloccato sulla linea di porta da Manfredini. Ibra continua a brillare e dopo una prorompente azione personale serve l’accorrente Boateng che a due passi trafigge Consigli portando il Milan sullo 0-2 al 37′ del secondo tempo. Match chiuso, i padroni di casa spariscono dalla scena e il Diavolo fa quello che vuole. L’asse Robinho-Nocerino diventa molto caldo negli ultimi minuti di gioco e i due firmano le azioni più pericolose per la porta bergamasca, non riuscendo però a centrare il tris.

    Vittoria importante per gli uomini di Allegri, su un campo dove ancora nessuno fino ad oggi era riuscito a strappare i 3 punti. Per l’Atalanta sconfitta indolore considerati i passi falsi delle ultime tre della classifica, con Lecce, Cesena e Novara che non riescono a prendere nemmeno un punto nella prima giornata del 2012.

  • Rizzoli e Rocchi talismani di Inter e Juve? Le statistiche dei big match

    Rizzoli e Rocchi talismani di Inter e Juve? Le statistiche dei big match

    Le statistiche, spesso, lasciano il tempo che trovano nel calcio, pronte ad essere smentite dall’imprevedibilità del campo. E’ questa la bellezza del calcio, ma è interessante, soprattutto prima dei big match, studiare i precedenti fra le due squadre protagoniste.

    Ancor di più in una giornata tanto ricca di spunti, come la prossima, con il derby milanese di sabato sera e la classica Roma Juve in programma in posticipo domenica sera.

    Le designazioni arbitrali hanno scelto Rizzoli per la stracittadina di Milano, e Rocchi per il posticipo dell’Olimpico. Curioso che, per entrambi i direttori di gara, si tratti della terza direzione nei rispettivi big match.

    Infatti, l’esperienza di Rizzoli nella stracittadina è iniziata con Inter-Milan dell’ 11 Marzo 2007, ed è proseguita con Inter-Milan del 29 Agosto 2009. In entrambi i casi, vinse l’Inter: nel 2007 per 2-1, nel 2009 per 4-0.

    Con Rizzoli, dunque, la cabala è tutta a favore dei nerazzurri di Leonardo, che si troverà per la prima volta ad affrontare il suo passato milanista. Nel complesso, l’Inter con Rizzoli vanta 13 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, mentre il Milan 11 vittorie, 1 pareggio ed 8 sconfitte.

    Rocchi, invece, sarà impegnato nel suo terzo Roma-Juventus, con i due precedenti favorevoli alla Juventus, con due vittorie nel campionato 2005-2006 (1-4 con Spalletti in panchina)e per 1-3 lo scorso anno, che portò alle dimissioni dello stesso Spalletti ed all’arrivo di Claudio Ranieri.

    Sarà confermato il detto “non c’è due senza tre”? Juventus ed Inter, naturalmente, se lo augurano, mentre Roma e Milan avrebbero preferito scaramanticamente un’altra designazione.

    Nel complesso, la Roma è stata arbitrata da Rocchi 22 volte, con un bilancio di 9 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte, la Juventus è stata diretta 16 volte, con uno score di 11 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Quel che è certo, però, che la Roma Juventus di domenica perderà una delle tematiche più interessanti, ossia lo scontro fra i due capitani Totti e Del Piero, due delle ultime bandiere rimaste nel nostro campionato. I risultati degli esami strumentali, infatti, hanno evidenziato un risentimento muscolare che lo terrà fermo per 15 giorni, costringendolo a saltare la trasferta dell’Olimpico. Totti, in gran forma, invece ci sarà.

    Ed è un peccato che la partita perda lo scontro a distanza fra i due capitani, due assoluti protagonisti del calcio italiano degli ultimi quindici anni, campioni del mondo nel 2006, tanto diversi nel carattere e nella personalità, ma molto simili nei valori fondamentali della vita e del calcio, come l’attaccamento alle rispettive maglie: per questo, spesso rivali sul campo ma mai nemici. Non a caso, Alex dopo il record di gol di Francesco Totti con la maglia giallorossa (201), si era complimentato pubblicamente con il capitano della Roma: ” Quella che ha fatto Totti è una cosa fantastica, così come è fantastico il suo rapporto con la Roma”.

    Tornando al  tema delle statistiche, dopo i precedenti favorevoli alla Juve con l’arbitro Rocchi, un dato positivo per la Roma: i giallorossi sono in vantaggio nei confronti all’ Olimpico con la Juve, con 28 vittorie (l’ultima nel 2004 per 4-0, con tanto di sfottò da parte di Totti), contro le 23 vittorie in trasferta della Juventus e 25 pareggi.

    Nel caso del derby, invece, è sempre in vantaggio l’ Inter (nelle partite giocate in casa), con 25 vittorie contro le 22 dei rossoneri.

    E dopo tanti numeri, la parola al campo.

  • A Rizzoli Juventus – Milan, Mazzoleni per il Napoli

    A Rizzoli Juventus – Milan, Mazzoleni per il Napoli

    Sarà Nicola Rizzoli ad arbitrare Juventus – Milan anticipo e big match della nona giornata di ritorno di serie A. Dopo le tantissime polemiche legate agli errori arbitrali riscuotono sempre maggiore interesse le scelte di Braschi. Il Napoli penalizzato da Rocchi in occasione del rigore contro il Milan nel Monday Night sarà diretto da Mazzoleni, queste tutte le designazioni:

    Bologna-Cagliari Ostinelli
    Chievo-Parma Orsato
    Fiorentina-Catania Celi
    Inter-Genoa Russo
    Juventus-Milan Rizzoli
    Lazio-Palermo Gava
    Lecce-Roma Damato
    Napoli-Brescia Mazzoleni
    Sampdoria-Cesena Pierpaoli
    Udinese-Bari Massa