La sontuosa prestazione di Marco Belinelli nella notte NBA consente ai Chicago Bulls di battere a domicilio i New York Knicks in una gara dal risultato incerto fino alle battute finali del match. La franchigia dell’Illinois parte bene e mette a distanza di sicurezza i blu-arancio orfani di Carmelo Anthony, che tiene botta soltanto con i punti fondamentali di Tyson Chandler che la fa da padrone nel pitturato, aggiungendo 18 rimbalzi ad uno score personale di 14 punti. Felton spara a salve e chiude con 27 punti ma un 9/30 dal campo, pessimo tanto quanto il resto della squadra che colleziona in totale un 27/84 che è davvero poco per poter impensierire questi Bulls. Belinelli, partito titolare, piazza 22 punti importanti per lui e per la squadra, e con l’aiuto di un ottimo Deng (22 punti anche per lui) e del vivace Nate Robinson, regala una vittoria dal sapore speciale per i Bulls e i suoi tifosi, in visibilio sugli spalti per aver battuto una storica rivale e una possibile pretendente al titolo, dando un chiaro segnale di ripresa e di unità nonostante la pesantissima assenza di un certo Derrick Rose.
Ritorna al successo dopo due ko di fila per Miami, vittoriosa contro gli Hornets sul parquet amico dell’American Airlines Arena. Partita senza storia già dalle prime battute del match, con gli Heat che prendono il largo già ad inizio del secondo quarto trascinati dal solito duo James-Wade, che mettono a referto complessivamente 50 punti. New Orleans ha un sussulto di orgoglio solo nel finale, quando Robin Lopez porta i suoi a -8 mantenendo vive le flebili speranze dei “calabroni” di espugnare il campo dei campioni in carica. Miami sigilla il match con un parziale terrificante di 11-0 infliggendo l’ennesima sconfitta agli Hornets.
Show nel derby texano tra Dallas e Houston, vinto dai Mavericks dopo un emozionante duello tra OJ Mayo e James Harden, veri protagonisti della serata. “The Beard” guida la rimonta dei Rockets che nel primo quarto erano sotto di 15, per poi passare in vantaggio e mantenere un esiguo margine alla fine del primo tempo. Si scatena così Mayo che dopo aver totalizzato 22 punti nella prima frazione, sfodera un quarto quarto da paura replicando alla prestazione altrettanto super di un Harden in forma All Star e trascinando i suoi ad una vittoria memorabile sul parquet di Houston. Alla fine il tabellino dirà 40 punti per Mayo e 39 per Harden, che la dice lunga sull’equilibrio e la spettacolarità della partita.
RISULTATI NBA 8 DIC 2012
Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 117-99 Cli: Griffin 24, Crawford 21, Paul 16 Pho: Beasley 21, Brown 19, Scola 18
Washington Wizards – Golden State Warriors 97-101 Was: Crawford 22, Beal 17, Seraphin 14, Martin 14 GS: Lee 24, Thompson 23, Curry 22
Charlotte Bobcats – San Antonio Spurs 102-132 Cha: Walker 23, Henderson 13, Sessions 12 SA: Green 23, Parker 22, Mills 13
Boston Celtics – Philadelphia 76ers 92-79 Bos: Garnett 19, Green 16, Pierce 13 Phi: Young 22, Turner 13, Holiday 11
Miami Heat – New Orleans Hornets 106-90 Mia: Wade 26, James 24, Bosh 13 NO: Anderson 24, Lopez 20, Smith 12
Cleveland Cavaliers – Detroit Pistons 97-104 Cle: Pargo 24, Varejao 16, Miles 15 Det: Knight 30, Prince 14, Monroe 11
Chicago Bulls – New York Knicks 93-85 Chi: Belinelli 22, Deng 22, Robinson 14 NY: Felton 27, Smith 15, Chandler 14
Memphis Grizzlies – Atlanta Hakws 83-93 Mem: Randolph 18, Gasol 18, Gay 17 Atl: Smith 24, Williams 21, Horford 19
Houston Rockets – Dallas Mavericks 109-116 Hou: Harden 39, Parsons 18, Douglas 13 Dal: Mayo 40, Kaman 20, Collison 12, Carter 12
Nonostante l’assenza pesante di Carmelo Anthony i New York Knicks sbancano il parquet dei campioni in carica dei Miami Heat rafforzando la propria leadership a Est. 112-92 il punteggio finale per la franchigia della Grande Mela che ha trovato in Raymond Felton il trascinatore assoluto della serata: il play arancioblu segna 27 punti conditi da 7 assist e con uno strepitoso 6/10 dall’arco guidando New York alla vittoria numero 14 in stagione. Dalla panchina esce anche Steve Novak autore di 18 punti mentre per Miami a nulla vale la prestazione di LeBron James, proclamato proprio in questi giorni sportivo dell’anno 2012 dalla prestigiosa rivista statunitense Sport Illustrated, che ha sfiorato la tripla doppia: per il Prescelto 31 punti, 10 rimbalzi e 9 assist. Sotto tono invece gli altri due componenti dei Big Three Dwyane Wade e Chris Bosh che hanno chiuso rispettivamente con 13 e 12 punti e un pessimo 23% e 25% dal campo.
Nell’altra gara in programma nella notte NBA i Dallas Mavericks riescono a spuntarla per un soffio sui Phoenix Suns battendoli per soli 3 punti, 97-94 il finale. Dopo un primo tempo di sostanziale equilibrio, i texani subiscono la rimonta dei padroni di casa che si rifanno sotto raggiungendo la parità sull’87-87 a 40 secondi dalla fine. O.J. Mayo però prende per mano Dallas guidandola al successo con 23 punti ai quali aggiunge anche 5 rimbalzi e 5 assist. Per i Suns top scorer Goran Dragic e Markieff Morris, ottimo anche il contributo dell’ex Houston Rockets Luis Scola dalla panchina che chiude con 13 punti e 9 rimbalzi in poco più di 24 minuti di gioco. I Mavericks si portano così a sola una partita dal raggiungere la parità nel record stagionale (9-10).
Dopo la sosta per il Giorno del Ringraziamento, l’NBA è tornata sui parquet di tutti gli States con ben 12 partite disputate nella notte. Il risultato più sorprendente è la sconfitta dei New York Knicks travolti a Houston dai Rockets di James Harden che trascina i texani con 33 punti e 9 assist e 4 rimbalzi. Sugli scudi anche Chandler Parsons autore di 31 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e 4 palle recuperate, buona la prova anche dell’ex Jeremy Lin (13 punti e 7 rimbalzi). Non basta alla franchigia newyorkese la prestazione eccellente di Carmelo Anthony 37 punti con 7/12 dall’arco dei 3 punti per evitare ai Knicks la “lose” per 131-103.
I Boston Celtics fermano la marcia degli Oklahoma City Thunder, 108-100 il risultato finale che premia i padroni di casa: in evidenza il capitano Paul Pierce con 27 punti e Kevin Garnett autore di 18 punti e 9 rimbalzi. Miglior marcatore della serata Kevin Durant (29 punti), inutili anche i 26 punti, 8 assist e 7 rimbalzi di Russel Westbrook.
Seconda sconfitta consecutiva, la quarta in trasferta, per i Los Angeles Lakers che vanno ko 106-98 contro la franchigia con il miglior record della Lega, i Memphis Grizzlies. Nella sfida che vedeva di fronte i due fratelli Gasol, Marc e Pau vinta nettamente dal primo, il solo Bryant (30 punti) non può nulla con i Grizzlies che mandano tutto il quintetto in doppia cifra: 21 punti per Rudy Gay, 19 per Mike Conley, 17 per Zach Randolph (anche 12 rimbalzi), 14 per Gasol (anche 8 assist) e 12 per Tony Allen. I gialloviola tornano ad avere un record negativo (6-7).
Non basta ai Raptors un monumentale Andrea Bargnani da 34 punti ai quale aggiunge anche 5 rimbalzi e 4 assist. Toronto cedono nel finale ai Detroit Pistons, avversario alla portata della franchigia canadese, di un solo punto (91-90) con il canestro decisivo di Brandon Knight. Vince invece l’altro italiano in campo Danilo Gallinari con i Denver Nuggets sul proprio parquet contro i Golden State Warriors (102-91). Per l’ex ala di Milano e New York 20 punti e 7 rimbalzi.
RISULTATI NBA 23 NOV 2013
Charlotte Bobcats – Atlanta Hawks 91-101
Cha: Sessions 22, Taylor 16, Walker 16
Atl: Horford 26, Korver 16, Teague 13
I Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni, per la prima volta sedutosi in panchina da quando ha assunto l’incarico di head coach della franchigia californiana dopo l’operazione al ginocchio, trovano contro i Brooklyn Nets la terza vittoria consecutiva dopo l’avvio di stagione disastroso che ha portato al licenziamento di Mike Brown. 95-90 per i gialloviola che hanno portato 4 giocatori in doppia cifra: 25 punti, 5 assist e 4 rimbalzi per Kobe Bryant, 23 punti e 15 rimbalzi per colui che in estate sarebbe dovuto andare ai Nets Dwight Howard, 17 punti, 11 rimbalzi e 7 assist per Pau Gasol e 17 punti e 8 rimbalzi per Metta World Peace. I Lakers vanno in record positivo (6-5). Ai Brooklyn Nets non bastano Deron Williams (22 punti e 10 assist), Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi) e Joe Johnson (14 punti e 6 assist).
Non c’è storia tra New Orleans e New York (80-102): dopo un primo tempo equilibrato i Knicks dominano la seconda metà di gara spegnendo le speranze di successo della franchigia della Louisiana ancora orfana di Anthony Davis e Eric Gordon. New York trascinata dal solito Carmelo Anthony (29 punti, 6 rimbalzi e 4 assist) tocca quota 8 successi (e una sola sconfitta), miglior record della Lega. Da segnalare anche le belle giocate di Raymond Felton e di J.R. Smith.
Non bastano i 22 punti di Andrea Bargnani ad evitare ai suoi Toronto Raptors l’ottava sconfitta stagionale: la franchigia canadese cade sul parquet dei Philadelphia 76ers per 106-98. Per il Mago anche 7 rimbalzi, bene anche DeRozan (24 punti) e Calderon (13+12 assist). Protagonisti per i padroni di casa il trio Thaddeus Young, Jason Richardson e Jrue Holiday che hanno messo a referto rispettivamente 23, 21 e 19 con l’ultimo citato che ha anche condito la sua prestazione con 12 assist. Philadelphia con questo successo raggiunge il quinto posto nella Eastern Conference prenotando un posto nei playoff.
RISULTATI NBA 20 NOV 2012
Philadelphia 76ers – Toronto Raptors 106-98 Phi: Young 23, Richardson 21, Holiday 19 Tor: DeRozan 24, Bargnani 22, Calderon 13, Lowry 13
New Orleans Hornets – New York Knicks 80-102 NO: Anderson 15, Rivers 14, Roberts 13 NY: Anthony 29, Felton 15, Smith 15
Los Angeles Lakers – Brooklyn Nets 95-90 Lak: Bryant 25, Howard 23, Gasol 17, World Peace 17 Bro: Lopez 23, Williams 22, Johnson 14
Nella notte NBA i New York Knicks conoscono la loro prima sconfitta stagionale al FedEx Forum di Memphis. Dopo le 6 vittorie consecutive la franchigia della Grande Mela deve arrendersi 105-95 alla squadra che attualmente detiene il miglior record della Lega, i Grizzlies. Superlativi i due lunghi: il più giovane dei fratelli Gasol, Marc, e Zach Randolph che mettono a referto 24 punti e 7 rimbalzi e 20 punti e 15 rimbalzi a testa. Ai Knicks non bastano Melo Anthony e Raymond Felton.
I Los Angeles Lakers del nuovo corso Mike D’Antoni (ancora non in panchina) si rialzano dopo la battuta d’arresto all’esordio contro i San Antonio Spurs. I californiani battono i Phoenix Suns 114-102 guidati dal solito Kobe Bryant autore di 31 punti coadiuvato dall’ apporto di Metta World Peace (22 punti) e dalle doppie doppie di Dwight Howard (18 punti e 12 rimbalzi) e Pau Gasol (16 punti e 10 rimbalzi).
Riscatto immediato anche per gli Oklahoma City Thunder che sbancano New Orleans 110-95, sugli scudi Kevin Durant con 27 punti e 9 rimbalzi. Spettacolo tra Portland Trail Blazers e Houston Rockets: i texani sempre avanti durante i primi tre periodi costruiscono un buon vantaggio ma nell’ultimo quarto vengono ripresi dai padroni di casa grazie alle bombe (8/17 in due) di Batum (35 punti) e Lillard (27). Si va all’overtime con la franchigia dell’Oregon che mantiene il possesso di vantaggio. Ai Rockets non basta Harden autore di 29 punti, 6 rimbalzi e 6 assist). Vittorie anche per Philadelphia 76ers, Indiana Pacers, Orlando Magic, Golden State Warriors e Atlanta Hawks.
RISULTATI NBA 16 novembre 2012
Philadelphia 76ers – Utah Jazz 99-93 Phi: Holiday 26, Richardson 20, Young 14 Uta: Millsap 22, Jefferson 15, Carroll 17
Indiana Pacers – Dallas Mavericks 103-83 Ind: Hill 15, West 15, Hibbert 14, Young 14 Dal: Mayo 19, Collison 10, Carter 10
Detroit Pistons – Orlando Magic 106-110 Det: Monroe 23, Prince 18, 14 Singler Orl: Redick 23, Afflalo 19, Davis 17
New Orleans Hornets – Oklahoma City Thunder 95-110 NO: Anderson 15, Lopez 12, Mason jr 11 Okl: Durant 27, Martin 27, Ibaka 15
Minnesota Timberwolves – Golden State Warriors 98-106 Min: Williams 23, Shved 22, Kirilenko 18 GS: Barnes 18, Lee 18, Curry 17
Memphis Grizzlies – New York Knicks 105-95 Mem: Gasol 24, Randolph 20, Gay 17 NY: Anthony 20, Felton 18, Wallace 13
Sacramento Kings – Atlanta Hawks 96-112 Sac: Thompson 19, Thornton 17, Evans 14 Atl: Korver 22, Williams 21, Horford 20
Anche se non ancora in panchina, Mike D’Antoni bagna la sua prima da head coach dei Los Angeles Lakers con una sconfitta interna. Gli Spurs infatti sbancano lo Staples Center per 84-82 grazie ai soliti Tony Parker, autore di 19 punti e 7 assist a referto, e Tim Duncan (18 punti e 9 rimbalzi). Ma il canestro decisivo a pochi secondi dalla sirena lo mette Danny Green, una tripla che consente a San Antonio di superare i gialloviola e di incrementare il proprio record stagionale arrivato a 7 vittorie e una sola sconfitta con una striscia di 3 successi consecutivi. Non bastano i 28 punti di Kobe Bryant e i 13 di Dwight Howard (15 i rimbalzi per il centro ex Magic).
Continuano a macinare vittorie su vittorie i New York Knicks di Mike Woodson, giunti ad un record nell’Atlantic Division della Eastern Conference di 5 successi unica franchigia NBA a non aver ancora perso, che battono sul parquet dell’Amway Center i padroni di casa degli Orlando Magic 99-89. Sugli scudi ancora una volta Carmelo Anthony con 25 punti e 8 rimbalzi, decisivi anche gli apporti di Raymond Felton e J.R. Smith con 21 punti a testa. Per i Magic buona la prestazione di J.J. Redick che mette 18 punti.
Ottimo l’avvio dei Brooklyn Nets che nel nuovissimo Barclays Center portano a casa la quarta W stagionale trascinati da Deron Williams. L’ex play degli Utah Jazz mette a referto 26 punti conditi da 10 assist, cifre che permettono di battere i Cleveland Cavaliers. Ottimi gli apporti di Joe Johnson (25 punti e 6 assist) e di Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi). Per la franchigia dell’Ohio a nulla servono le prestazioni eccellenti di Anderson Varejao (35 punti e 18 rimbalzi) e Kyle Irving (34 punti e 8 assist).
Vincono per un soffio i Toronto Raptors di Andrea Bargnani che si fanno rimontare il cospicuo vantaggio di 11 punti accumulato nella gara nell’ultimo periodo dagli Indiana Pacers che poi mancano del sorpasso definitivo: 74-72 per la franchigia canadese in una gara segnata dalle basse percentuali al tiro di entrambe le squadre (36.1% per i Raptors, 32% per i Pacers). Bargani non brilla e chiude con soli 8 punti e 2 rimbalzi in quasi mezzora di gara.
Infine vittorie agevoli per Portland e Charlotte: i Trail Blazers espugnano il parquet dei Sacramento Kings 103-86 mandando 5 uomini in doppia cifra per quanti riguarda la realizzazione di punti mentre i Bobcats battono i Washington Wizards per 92-76 grazie a Ramon Sessions autore di 21 punti. Lo strappo decisivo alla gara nel secondo periodo che consente alla franchigia di Michael Jordan di portare il proprio record in parità (3-3).
Tra circa una settimana prenderà il via la stagione NBA 2012. Questa è una breve analisi del nuovo campionato che si preannuncia molto combattuto e come al solito molto emozionante. Iniziamo il nostro viaggio NBA partendo dalla Eastern Conference.
ATLANTIC DIVISION
Boston Celtics: Sarà una stagione dal doppio obiettivo per Boston, ovvero tentare l’ultimo assalto al titolo (ipotesi comunque difficile) ed al tempo stesso far crescere i giovani acquisiti tra Draft e mercato nelle ultime 2 annate, che saranno la colonna portante dei Celtics del futuro. In particolare occhi puntati su Jeff Green (che ritorna in campo dopo un anno di stop per problemi cardiaci) e Jared Sullinger che guideranno la truppa biancoverde nel prossimo decennio assieme al fenomenale playmaker Rajon Rondo. Importante sarà l’esperienza che porteranno Garnett e Pierce ma la perdita di Ray Allen, volato ai rivali degli Heat, è pesante nonostante l’acquisizione di un altro cecchino dal perimetro come Jason Terry.
Brooklyn Nets: L’obiettivo per la prima stagione a Brooklyn è di migliorare il rendimento dello scorso anno e magari entrare nel novero delle 8 squadre che prenderanno parte ai playoff. Sfumato il sogno estivo Dwight Howard (che avrebbe reso i Nets una corazzata) le armi principali saranno Deron Williams e Joe Johnson (preso dagli Hawks), ma per puntare in alto il centro Brook Lopez sarà chiamato ad elevare e di molto il suo rendimento. Le speranze a Brooklyn passano dai suoi miglioramenti.
New York Knicks: New York ha puntato decisamente sull’esperienza, molti veterani hanno deciso di accasarsi ai Knicks e proprio per questo ora New York ha uno dei roster più “anziani” della storia NBA. Gli acquisti di Camby, Thomas e Wallace rendono i Knicks una delle migliori squadre sotto canestro (si aggiungono a Stoudemire e Chandler), Carmelo Anthony dovrà trascinare i suoi compagni ai traguardi più alti e dimostrare di essere allo stesso livello delle “Stelle” LeBron James e Kevin Durant. Potrebbe pesare la perdita di Jeremy Lin, eroe della scorsa stagione, lasciato partire verso Houston. Al suo posto in cabina di regia il cavallo di ritorno Felton.
Philadelphia 76ers: Perso Andre Iguodala (andato a Denver) è arrivato Andrew Bynum il che rende i Sixers una delle migliori squadre sotto canestro (al suo fianco giocherà Spencer Hawes capace di punire anche dalla distanza). L’assenza dell’ex capitano “A.I.”sarà mitigata da Evan Turner, decisamente in rampa di lancio. Holiday pronto a diventare uno dei migliori playmaker della lega. Con un pò di fortuna Philadelphia potrebbe togliersi tante soddisfazioni quest’anno.
Toronto Raptors: Prosegue la ricostruzione graduale in Canada, Bargnani e compagni in questo torneo devono necessariamente migliorare il record dell’anno scorso. Le basi ci sono tutte, ma sembra improbabile un loro approdo alla post season, a meno che il nostro “Mago” non diventi un giocatore dominante su entrambi i lati del campo, in quel caso non sono escluse sorprese.
CENTRAL DIVISION
Chicago Bulls: Il punto focale della nuova stagione dei Bulls sarà il recupero di Derrick Rose, reduce da un grave infortunio al ginocchio negli scorsi playoff. Con il playmaker in piena forma Chicago sarà decisamente una delle più serie candidate al titolo, le fortune del team dell’Illinois passano dalle sue mani e dalle sue giocate. Sarà interessante vedere anche l’inserimento del nostro Marco Belinelli (dopo lungo corteggiamento finalmente approdato nella squadra che fu del grande Michael Jordan) nel sistema offensivo dei “Tori”. A meno di clamorosi crolli i Bulls non dovrebbero scendere dai primi 4 posti nella Eastern Conference.
Cleveland Cavaliers: “errare umanum est, perseverare autem diabolicum” è un brocardo latino che evidentemente non conoscono in Ohio. Dopo aver sprecato la quarta scelta assoluta nello scorso Draft per un giocatore assolutamente normale come Tristan Thompson (dopo aver selezionato al numero 1 il fenomeno Irving) ecco che i Cavs ci sono ricascati. La quarta scelta del 2012 ha portato a Cleveland Dion Waiters (guardia di riserva a Syracuse in NCAA), chiamata incomprensibile vista l’abbondanza di talento presente nel Draft (forse uno dei migliori degli ultimi 25/30 anni). Il giocatore, sia chiaro, non è un brocco, ma neanche quell’atleta che sposta gli equilibri, come dovrebbe essere chi viene selezionato così in alto. Altra stagione perdente per i Cavaliers, sperando che poi nel prossimo Draft non vengano commessi i soliti vecchi errori.
Detroit Pistons: Il processo di ricostruzione e di crescita dei Pistons procede decisamente bene. Il reparto lunghi ora è completo e annovera il talentuoso Greg Monroe ed il potentissimo rookie Andre Drummond un centro che può fare la differenza in partita ma che tira i liberi peggio di Shaq O’Neal. Buono anche il reparto di guardie/playmaker (da tenere d’occhio soprattutto Brandon Knight), mentre per fare il definitivo step verso l’alto serve un’ala piccola di livello assoluto, che probabilmente verrà selezionata al Draft dell’anno prossimo. Detroit potrebbe essere la mina vagante ad Est, in attesa di completare la squadra e ritornare nei piani alti della Lega.
Indiana Pacers: Indiana ha mantenuto invariata l’ossatura della squadra che ha ben figurato lo scorso campionato. Proprio per questo i Pacers guardano alla nuova stagione con speranza, sarà difficile arrivare al titolo, ma per diventare campioni NBA tutti dovranno fare i conti con il team di Danny Granger, Roy Hibbert, David West e Paul George.
Milwaukee Bucks: Ultima chiamata per la squadra del Wisconsin, un altro fallimento (lo scorso anno non furono raggiunti i playoff) non sarà più tollerato dalla dirigenza che eventualmente provvederà, in caso di ulteriori delusioni, a ricominciare da zero. Nel back court il punto forte dei Bucks con la coppia Jennings-Ellis potenzialmente da 50/60 punti a partita e 15/20 assist in combinata. Da valutare il settore lunghi, che con la perdita di Bogut (andato ai Warriors proprio per avere Monta Ellis) potrebbe essere il settore meno competitivo della franchigia. Importante aver rifirmato Ilyasova ma non può essere il turco il sostituto di Bogut, dovranno essere trovate valide alternative. Incombe sui Bucks anche il rischio trasferimento da Milwaukee con Seattle pronta ad accogliere la franchigia per ricreare i SuperSonics, una stagione perdente darebbe modo di far pensare proprio in questa direzione.
Nba | foto tratta dal web
SOUTHEAST DIVISION
Atlanta Hawks: Scambiato volutamente il leader Joe Johnson (per abbassare il monte ingaggi) per gli Hawks la nuova stagione non dovrebbe essere ricca di soddisfazioni. Il team pare indebolito dal mercato anche se potenzialmente i playoff potrebbero essere raggiunti. Punto di forza della squadra il front court con Josh Smit ed Al Hordford. Ma quanto peserà ora la mancanza di un gran tiratore e giocatore talentuoso come lo era Johnson nel sistema offensivo di Atlanta? La risposta l’avremo sicuramente tra pochi mesi.
Charlotte Bobcats: Dopo l’orrendo campionato 2011/2012, culminato con la peggiore percentuale di vittorie della storia NBA, i Bobcats guardano al futuro con un pò più di fiducia grazie all’acquisizione di Michael Kidd-Gilchrist, seconda scelta assoluta al Draft 2012, ala piccola con potenziale devastante sui 2 lati del campo, in grado di elevarsi ai livelli di Anthony, Durant e James (se tutto andrà per il verso giusto). Ovvio che il processo di crescita a Charlotte sia solo agli inizi, le “Linci” saranno una delle squadre più deboli della stagione, ma l’importante sarà far dimenticare l’ultimo torneo e porre le basi per un grande futuro (da valutare i progressi del lungo Biyombo). Jordan guarda al mercato di Seattle per aumentare gli introiti visto che in North Carolina il team non riscuote molto successo.
Miami Heat: Sono ancora loro i favoriti di questo torneo, dopo aver vinto il campionato 2011/2012. La squadra è rimasta invariata con l’aggiunta di un fenomeno come Ray Allen che potrà dare un gran contributo con i suoi tiri da 3 punti (migliore cecchino della storia NBA). Resta un pò corto il reparto lunghi, con Bosh che probabilmente partirà da centro pur preferendo giocare da ala grande. In questo caso sono da valutare le voci che vorrebbero il centro Oden vicino agli Heat, con l’ex prima scelta assoluta al Draft del 2007 che ha recuperato dai milioni di guai fisici che lo hanno tormentato negli ultimi 5 anni. Sarebbe un innesto importante sotto canestro perchè se Oden riuscisse ad esprime almeno la metà del suo vero potenziale Miami diventerebbe imbattibile, considerando che in squadra ci sono 2 dei migliori 10 giocatori della Lega come Wade e James (che ormai è il numero uno indiscusso della NBA). Heat favoriti per il titolo ma non con così grande distacco dalle altre pretendenti.
Orlando Magic: E’ facile pronosticare una stagione perdente per i Magic che dopo la cessione di Dwight Howard (ai Lakers, così come era successo una quindicina di anni fa con Shaquille O’Neal), centro leader indiscusso ad Orlando, hanno accumulato tantissime scelte nei prossimi Draft per ricostruire una squadra vincente. Saranno tempi durissimi nei prossimi 3 anni per i tifosi dei Magic, il team non appare in grado di superare, al momento, le 25 vittorie stagionali.
Washington Wizards: Neanche il tempo di iniziare che per Washington arrivano subito brutte notizie con l’infortunio di John Wall. I Wizards non saranno una squadra competitiva e i playoff restano un miraggio, la ricostruzione ancora è nel pieno del suo svolgimento. Probabile che i capitolini saranno una delle peggiori 4-5 squadre della stagione, l’importante sarà far crescere i tanti giovani presenti nel roster e puntare a ritornare nei pian alti nei prossimi 2 anni.
La magia della Nba torna a Londra nel 2013. Il 17 gennaio 2013 Londra ospiterà per la terza volta un match della regular season Nba. A sfidarsi, presso la O2 Arena, saranno i Detroit Pistons e i due volte campioni dei New York Knicks, in un match dove lo spettacolo e l’adrenalina Nba saranno davanti agli occhi dei fan europei. Sempre a Londra infatti, presso la O2 Arena, i Toronto Raptors e i New Jersey Nets diedero vita nel marzo 2011 a due sfide da tutto esaurito. Tutto questo avverrà grazie all’organizzazione della Nba London Live 2013, che permetterà ai fan europei del basket a stelle e strisce di assistere il prossimo 17 gennaio ad un match della regular season Nba. I biglietti per il match tra Detroit Pistons e New York Knicks saranno in vendita dal prossimo 30 ottobre all’indirizzo www.theo2.co.uk
Dopo aver organizzato le Olimpiadi con grande successo, Londra si appresta ad ospitare un altro grande evento come la disputa di un match di regular season Nba. Il commisioner Nba David Stern si è dichiarato entusiasta per l’organizzazione di questo match: “Londra è stata l’epicentro dello sport mondiale questa estate, e le Olimpiadi sono state un’incredibile vetrina per la pallacanestro. Giocando la nostra terza gara di regular season in tre anni in città e avendo due storiche franchigie come i Knicks ed i Pistons che fungono da ambasciatori del nostro sport, potremmo offrire straordinarie opportunità per un’ulteriore crescita e sviluppo del movimento in Gran Bretagna ed in tutta l’Europa”.
Per i Knicks si tratta di un ritorno in Europa dopo le apparizioni in preseason a Milano e Parigi, tappe dell’Nba Europe Live 2010. D’altro canto per i DetroitPistons la sfida del prossimo 17 gennaio sarà la prima partita di sempre giocata in Europa. Il vecchio continente ormai è sempre più incline ad ospitare il fantastico mondo della Nba, che in questi giorni disputerà ben 4 match sui parquet europei organizzati dall’Nba Europe live tour 2012. Tour Nba europeo che domenica sera farà tappa a Milano, dove al Forum di Assago è previsto il match tra l’Armani Jeans e i Boston Celtics.
Ora è ufficiale: Jeremy Lin è un nuovo giocatore degli Houston Rockets. Il playmaker di origini cino-taiwanesi dice addio ai New York Knicks che hanno lasciato trascorrere il tempo utile per pareggiare l’offerta texana invano. Confermate dunque le indiscrezioni delle ultime con il team della Grande Mela che ha deciso di rinunciare al giocatore più sorprendente egli ultimi anni in NBA.
A Houston Lin percepirà un ingaggio di 25 milioni di dollari in 3 anni, 10 nei primi 2 poi ben 15 nella terza stagione. Ed è stato proprio questo stipendio che Lin percepirà nel 2014/2015 a convincere il Presidente Dolan a non pareggiare l’offerta dei Rockets, per non intasare il salary cap e pagare una salatissima luxury tax.
Stando a quanto riferiscono fonti ben informate poi, Dolan avrebbe agito in questo modo anche perchè il giocatore avrebbe mostrato poca riconoscenza verso la franchigia che lo ha fatto diventare un fenomeno mediatico in tutto il Mondo nel giro di poche settimane. Qualunque sia la vera ragione dell’inaspettato ed incredibile divorzio, di sicuro i tifosi dei Knicks, che avevano anche provato a far cambiare idea a Dolan con una raccolta di firme, non l’hanno presa affatto bene: dopo aver sognato un potenziale tandem delle meraviglie in regia (Steve Nash-Jeremy Lin) i fan newyorchesi si ritrovano adesso con la coppia Raymond Felton-Jason Kidd. In questo momento non sono i molti a New York a condividere la scelta della dirigenza dei Knicks. Mancheranno ai bluarancio anche i milioni di dollari che Lin avrebbe portato come merchandising dal mercato asiatico, come già dimostrato nella parte finale della scorsa stagione dopo la sua esplosione sui parquet NBA. Staremo a vedere se la mossa di Dolan e della dirigenza newyorchese pagherà oppure no. Quel che è certo è che ora la “Lin-sanity” si trasferisce a Houston e magari l’acquisto del playmaker servirà ai Rockets per arrivare al centro Dwight Howard per formare un’accoppiata da sogno.
Grant Hill approda a Los Angeles: l’ala ex Phoenix Suns sembrava sul punto d firmare con i Lakers e raggiungere l’amico Steve Nash ma a beffare i gialloviola sono stati i cugini dei Clippers (per lui, quasi 40enne ma ancora in grado di dare tanto, i termini del contratto non sono stati ancora resi noti). I Lakers nella prossime ore dovrebbero consolarsi con l’acquisto di Antawn Jamison.
L’accordo dei Clippers con Hill allontana il nostro Marco Belinelli da Los Angeles ma su di lui si sono fatti subito vivi i Chicago Bulls, che già lo cercarono la scorsa Estate, alla ricerca di un tiratore affidabile dopo la cessione ieri di Kyle Korver ad Atlanta. In seconda fila ci sono i Knicks e subito dietro gli Orlando Magic, la decisione spetterà solo a Belinelli.
Intanto la “Amnesty Rule” miete altre 2 vittime (ieri l’ultimo era stato Blatche dei Wizards), ovvero Ryan Gomes dei Clippers e Chris Andersen dei Nuggets. Denver, dopo aver salutato uno degli idoli storici dei tifosi come il Birdman, ha raggiunto un accordo con l’ex Timberwolves Anthony Randolph, compagno di Danilo Gallinari ai Knicks.
I Nets si accordano con Humpries per un biennale da 24 milioni complessivi (forse un pò troppi), ed i Lakers sono tornati a parlare con il general manager dei Magic in merito all’affare Howard ma la soluzione per il passaggio in gialloviola del centro resta difficilissima.
Oggi martedì 17 luglio è il giorno in cui si deciderà il destino di Jeremy Lin: i New York Knicks infatti in serata dovranno comunicare all’NBA se pareggeranno l’offerta degli Houston Rockets (da 25 milioni in 3 anni) per trattenere il playmaker cino-taiwanese oppure se faranno a meno delle sue prestazioni in futuro facendolo così partire per il Texas.
Lin è un restricted free agent e la squadra della Grande Mela, offrendo lo stesso contratto delle altre squadre interessate può trattenere il giocatore nel roster. Il problema è che i Rockets hanno studiato un accordo fatto apposta per mettere i bastoni tra le ruote ai Knicks, dato che il salario è molto basso nei primi 2 anni (5 milioni di dollari a stagione e su queste basi New York può competere) ma diventa esorbitante nel terzo anno di contratto dato che si parla di una cifra vicina ai 15 milioni di dollari (14,5 per la precisione) e questo provocherà sicuramente degli sconquassamenti nel salary cap newyorchese nella stagione 2014/2015.
Proprio per questo motivo in molti sono convinti che i Knicks non pareggeranno l’offerta di Houston e lasceranno andare via l’idolo del Madison Square Garden: gli ingaggi negli ultimi giorni di 2 playmaker come Jason Kidd (arrestato ieri per guida in stato di ebrezza, rischia tra l’altro un anno di carcere) e del cavallo di ritorno Raymond Felton paiono aver diramato la questione ma niente di definitivo si potrà dire fino a stasera quando tutto sarà risolto, o in una direzione oppure nell’altra.
Intanto i Dallas Mavericks, mettono a segno un importante colpo di mercato: O.J. Mayo, talentuosa guardia tiratrice dei Memphis Grizzlies, ha accettato l’offerta degli ex campioni NBA. Ovviamente, così come Lin, anche Mayo è restricted free agent e quindi i Grizzlies pareggiando l’offerta dei Mavs potranno trattenere il giocatore, ma difficilmente lo faranno dato che sotto la guida di coach Lionel Hollins Mayo non ha mai giocato con continuità, partendo più che altro dalla panchina. Il giocatore ieri ha comunicato la sua scelta, quella di firmare con Dallas, ma ora si attende la decisione di Memphis. Beffati comunque i Phoenix Suns che erano fortemente interessati al giocatore dopo che i New Orleans Hornets, ieri, erano riusciti a trattenere Eric Gordon che dalla squadra dell’Arizona aveva ricevuto un corposo contratto da 58 milioni di dollari complessivi in 4 anni. Gli Hornets hanno pareggiato l’offerta e così le attenzioni di Phoenix erano andate proprio su Mayo, ma anche qui non c’è stato nulla da fare.
L’ex Rockets Aaron Brooks, invece, dopo l’esperienza nella scorsa stagione nel campionato cinese con i Guangdong Tigers, torna nella NBA e firma un biennale da 6.6 milioni di dollari totali con i Sacramento Kings.
Dopo il corteggiamento di Minnesota, alla fine Kyle Korver va ad Atlanta. Gli Hawks per lui mettono in piedi una trade con i Bulls spedendo a Chicago una “trade exception” salariale da 5 milioni di dollari.
I Lakers invece, sempre vigili sul fronte Dwight Howard (difficilissimo però portarlo ora in California), sembrano vicini a prendere il 36enne Antawn Jamison e non mollano la presa nemmeno su un altro veterano di sicuro affidamento, Grant Hill, ma nelle ultime ore anche i cugini dei Clippers sembrano aver messo gli occhi sul free agent di Phoenix. Resta a Orlando il playmaker Jameer Nelson, il quale si lega alla franchigia della Florida con un contratto triennale, nelle prossime ore potrebbe arrivare la rinuncia dei Washington Wizards al lungo Blatche che verrà tagliato con la “Amnesty Clause“.