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  • Andrei Kirilenko torna in NBA, accordo con i Minnesota Timberwolves

    Andrei Kirilenko torna in NBA, accordo con i Minnesota Timberwolves

    Andrei Kirilenko torna a giocare nella NBA: la stella russa, dopo un anno al CSKA Mosca, ha trovato un accordo con i Minnesota Timberwolves. L’operazione è stata resa possibile dalla trade che il team di Minneapolis ha portato a termine qualche giorno fa con i Phoenix Suns ed i New Orleans Hornets, scambio che ha liberato parecchio spazio salariale nel cap di Minnesota e di cui parleremo tra un attimo. Kirilenko, 31 anni, ha firmato un contratto per 2 stagioni a 20 milioni di dollari complessivi. Il russo sta disputando le Olimpiadi con la sua Nazionale ed ha giocato in NBA per 10 stagioni con gli Utah Jazz, con una media di 12.4 punti e 5.6 rimbalzi a partita, ma nella stagione 2011-12 ha indossato la maglia del CSKA Mosca (complice il lockout NBA che ha tenuto ferma la Lega fino a Natale), vincendo il premio di M.V.P. e di miglior difensore dell’Eurolega. Kirilenko ha dichiarato che è impaziente di giocare per il coach Rick Adelman e che crede che il suo stile di gioco si adatti alla perfezione a quello dell’allenatore dei Timberwolves.

    Torniamo alla trade a 3 squadre di cui parlavamo poco fa: il centro Robin Lopez e l’ala Hakim Warrick si trasferiscono da Phoenix a New Orleans, mentre la guardia-ala Wesley Johnson passa da Minnesota a Phoenix insieme a una scelta al primo giro del Draft, i Timberwolves invece liberano spazio nel cap per poter firmare il free agent Kirilenko. La franchigia di Minneapolis riceve inoltre dagli Hornets 2 scelte da secondo giro al prossimo Draft.

    Andrei Kirilenko | © Christian Petersen/Getty Images

    Situazione Orlando Magic: il general manager Hennigan ha scelto come nuovo head coach Jacque Vaughn, 37 anni ed alla prima esperienza su una panchina NBA (ora l’unica squadra senza allenatore sono i Portland Trail Blazers che comunque dovranno comunicare la oro scelta a breve). Negli ultimi 2 anni Vaughn è stato assistente di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs e l’esperienza maturata con un genio del basket come è notoriamente conosciuto l’allenatore degli Spurs non potrà fare altro che avvantaggiarlo nella sua carriera. Il nuovo coach dovrà gestire una squadra che probabilmente perderà la stella Dwight Howard e dovrà essere abile ad avviare il processo di ricostruzione e a favorire la crescita dei giovani.

    Dwight Howard infatti è sempre intenzionato a lasciare Orlando, il centro dopo l’incontro avvenuto a Los Angeles con lo staff dirigenziale dei Magic (che voleva convincerlo a tornare sui suoi passi) ha confermato la sua volontà: la superstar chiede o la cessione immediata ai Los Angeles Lakers (che però hanno parecchie difficoltà ad imbastire uno scambio con i Magic visto il rifiuto di Bynum di giocare ad Orlando e l’assenza di prime scelte al Draft da offire alla squadra della Florida dato che sono state cedute quasi tutte interamente a Phoenix nell’affare Nash), o la cessione a gennaio ai Brooklyn Nets (che solo nel nuovo anno potranno inserire Brook Lopez nella trattativa visto che il giocatore è stato rinnovato da qualche settimana ed occorrono circa 6 mesi per poterlo scambiare) oppure in casi estremi andrà via a giugno 2013 gratis (via free agency) a Dallas, dato che i Mavericks possono offrire un super contratto al centro. La palla ora passa di nuovo ad Hennigan che dovrà sbrogliare la difficile situazione.

  • Lin vicino ai Rockets, malumori a New York. Gordon rimane agli Hornets

    Lin vicino ai Rockets, malumori a New York. Gordon rimane agli Hornets

    C’era una volta la “Lin-sanity“, ovvero l’entusiasmo che Jeremy Lin, con le sue giocate d’autore pur essendo un atleta ancora sconosciuto, aveva provocato in una città tanto importante quanto “pazza” come quella della Grande Mela. Ora quei tempi sembrano lontani anni luce anche perchè non è detto che quel periodo possa avere una prosecuzione: secondo fonti ben informate infatti i Knicks non pareggeranno l’offerta fatta pervenire al playmaker cino-taiwanese dagli Houston Rockets. New York infatti, essendo Lin un restricted free agent, avrebbe potuto trattenere il giocatore pareggiando il contratto offerto da qualsiasi altra squadra. Il problema per i bluarancio nasce però proprio dall’accordo strappato da Lin a Houston che seppur basso nei primi 2 anni (circa 5 milioni a stagione) diventa esorbitante nel terzo anno di contratto dato che il play riceverà un compenso di ben 14, 2 miloni di dollari nel 2014/2015, una somma che la dirigenza dei Knicks reputa eccessiva.

    La decisione della franchigia di New York arriverà solo nella serata di martedì ma ormai pare tutto deciso e Lin verrà lasciato libero di accasarsi ai Rockets, la squadra che non credette in lui e lo tagliò prima del suo approdo ai Knicks con i quali riuscì a far innamorare i tanti tifosi bluarancio non solo al Madison Square Garden ma un pò in tutto il Mondo. A rafforzare la convinzione che Lin non verrà trattenuto ieri è arrivata una trade tra New York e Portland che ha portato ai Blazers Jared Jeffries e Dan Gadzuric mentre percorso inverso hanno fatto Kurt Thomas (anche lui di ritorno ai Knicks come l’amico Marcus Camby, che ha firmato qualche giorno fa) e soprattutto Raymond Felton, playmaker che ha già giocato sotto la guida di Mike D’Antoni (poi esonerato) in cabina di regia bluarancio prima di essere sacrificato in nome dell’affare Anthony.

    Sul destino di Lin ci sono pareri contrastanti: i tifosi (non tutti ovviamente ma gran parte) sono caduti nello sconforto e si preparano a vedere il loro idolo indossare un’altra maglia. Nello spogliatoio però la situazione non è così negativa perchè Carmelo Anthony, leader della squadra, ha candidamente ammesso che l’offerta di Houston per Lin è ridicola e J.R. Smith ha rincarato la dose dichiarando che se New York dovesse davvero pareggiare la proposta di Houston nello spogliatoio Knicks potrebbero nascere dei malumori perché a suo parere, ci sono tanti giocatori che sono nella Lega da diverse stagioni, hanno sudato parecchio e non sono riusciti a ottenere un contratto così corposo come quello che si è guadagnato Lin in appena 3 mesi di gioco. E questo potrebbe essere un motivo di tensione.

    Jeremy Lin, New York Knicks | © Chris Chambers/Getty Images

    I Suns, invece, si sono aggiudicati l’asta per l’ex Rockets Luis Scola, diventato free agent via “Amnesty Rule”. L’argentino diventa così la terza addizione importante, dopo le firme di Goran Dragic e Michael Beasley, per Phoenix dell’era post Steve Nash (andato ai Lakers). Il prossimo obiettivo per il club dell’Arizona adesso è il free agent O.J. Mayo, che però ha estimatori anche a Chicago, Los Angeles (sponda Lakers) e a Dallas. Il tutto nasce infatti dagli Hornets che hanno pareggiato l’offerta del team dell’Arizona per Eric Gordon (58 milioni in 4 anni) e così tratteranno la forte guardia. Ora Phoenix per ottenere il giocatore ha a disposizione solo uno scambio con New Orleans ma sembra tutto molto improbabile, ecco perchè è uscito il nome di Mayo.

    Brendan Haywood, altro “amnistiato”, questa volta dai Mavs, si accorda con Charlotte, Watson vola ai Nets.

    Tutto tace invece sul fronte Dwight Howard, il giocatore che con le sue smanie di lasciare Orlando sta tenendo tutti col fiato sospeso. Pare però che appena la situazione Lin sarà chiarita i Rockets tenteranno l’assalto finale per portare il miglior centro dell’NBA in Texas e costruire proprio con Lin un asse “play-lungo” da sogno.

  • Draft NBA 2012, Anthony Davis prima scelta assoluta di New Orleans

    Draft NBA 2012, Anthony Davis prima scelta assoluta di New Orleans

    Alla fine il pronostico e le previsoni sono state rispettate: Anthony Davis, giocatore fenomenale di Kentucky University, è la prima scelta assoluta del Draft NBA 2012. Il centro approda ai New Orleans Hornets che potranno così pensare di costruire una squadra molto valida in vista delle prossime stagioni. In Louisiana arriva anche Austin Rivers, con la decima chiamata. Austin è il figlio di Doc, attuale head coach dei Boston Celtics, che hanno fato di tutto, non riuscendoci, per prendere la guardia e riunire padre e figlio per tentare di tornare lo squadrone vincente della stagione 2008 che portò il titolo in Massachusetts.

    L’Università di Kentucky stabilisce un record per la NBA: infatti anche la seconda scelta proviene dai Wildcats campioni NCAA. Michael Kidd-Gilchrist, ala piccola dalle potenzialità spaventose, finisce ai Charlotte Bobcats che guardano ora al futuro con molto più ottimismo. Mai nella storia della Lega americana di basket 2 compagni di squadra all’Università avevano occupato le prime 2 posizioni di scelta. Alla fine ben 6 giocatori di Kentucky vengono selezionati al Draft 2012 (eguagliando il record di UNLV nel 1977), con 4 selezioni al primo giro e 2 al secondo.

    Washington alla posizione numero 3 si “accontenta” di Bradley Beal, tiratore mortifero di Florida. La prima sorpresa arriva alla posizione numero 4 dove i Cavaliers prendono Dion Waiters, sesto uomo di lusso di Syracuse University, ma in un Draft molto ricco come questo la scelta pare davvero sprecata, c’era molto di meglio a disposizione.

    Sacramento (quinta posizione) e Detroit (nona posizione) rafforzano il pacchetto lunghi rispettivamente con Thomas Robinson (da molti pronosticato come scelta numero 2 fino a pochi minuti prima del Draft) ed Andre Drummond, centro vecchio stile che con Monroe è pronto a fare meraviglie in area pitturata.

    Harrison Barnes, che secondo gli addetti ai lavori ricorda molto per facilità di tiro il fortissimo Kevin Durant, finisce ai Warriors, i Toronto Raptors di Bargnani acquisiscono Terrence Ross. Per restare in tema di italiani i Denver Nuggets di Gallinari puntano sul francese Evan Fournier, sicuramente si poteva prendere qualcosa di più sostanzioso.

    Anthony Davis e Michael Kidd-Gilchrist, prime 2 scelte al Draft | © Elsa/Getty Images

    Un possibile colpaccio lo realizzano i Boston Celtics che perso Austin Rivers si consolano col duo sottocanestro Sullinger-Melo che in altre annate non sarebbe andato oltre le prime dieci posizioni (qui sono stati scelti alla 21 ed alla 22!). Occhio anche ai Thunder che prendono un giocatore fortissimo ed incredibilmente scartato da tutti come Perry Jones III alla posizione numero 28: in attesa del rinnovo di coach Brooks (sempre più problematico) Oklahoma City si cautela in vista dell’eventuale partenza di Ibaka nella prossima stagione, Jones non è uno stoppatore puro come lo spagnolo di origini congolesi ma ha un tiro affidabilissimo quasi da guardia tiratrice, una rarità per un’ala grande (similitudini con Kevin Garnett). Bene anche Phoenix che si cautela in vista della probabile partenza di Steve Nash con il miglior playmaker del college basket, ovvero Kendall Marshall.

    Poche le trade tra le squadre che di solito nella notte del Draft abbondano: quella più rilevante, ma non ancora ufficiale è questa: Lamar Odom dovrebbe tornare ai Clippers (da Dallas che libera spazio salariale per fare un’offerta a Deron Williams), con Mo Williams che proprio i Clippers spediscono a Utah.

    QUESTO L’ELENCO COMPLETO DELLE SCELTE DEL PRIMO GIRO:

    1 New Orleans: Anthony Davis C
    2 Charlotte: Michael Kidd-Gilchrist SF
    3 Washington: Bradley Beal SG
    4 Cleveland: Dion Waiters SG
    5 Sacramento: Thomas Robinson PF
    6 Portland: Damian Lillard PG
    7 Golden State: Harrison Barnes PF
    8 Toronto: Terrence Ross SG
    9 Detroit: Andre Drummond C
    10 New Orleans: Austin Rivers PG
    11 Portland: Meyers Leonard C
    12 Houston: Jeremy Lamb SG
    13 Phoenix: Kendall Marshall PG
    14 Milwaukee: John Henson PF
    15 Philadelphia: Moe Harkless SF
    16 Houston: Royce White SF
    17 Cleveland: Tyler Zeller PF
    18 Houston: Terrence Jones PF
    19 Orlando: Andrew Nicholson PF
    20 Denver: Evan Fournier SG
    21 Boston: Jared Sullinger PF
    22 Boston: Fab Melo PF
    23 Atlanta: John Jenkins SG
    24 Dallas: Jared Cunningham SG
    25 Memphis: Tony Wroten PG
    26 Indiana: Miles Plumlee C
    27 Philadelphia: Arnett Moultrie PF
    28 Oklahoma City: Perry Jones III PF
    29 Chicago: Marquis Teague PG
    30 Golden State: Festus Ezeli C

  • Draft NBA 2012, scocca l’ora di Anthony Davis

    Draft NBA 2012, scocca l’ora di Anthony Davis

    Manca ormai veramente poco e poi scoccherà l’ora del Draft NBA 2012, uno degli appuntamenti più interessanti ed uno degli eventi più seguiti non solo dal pubblico americano ma anche nel resto del Mondo. Domani, giovedì 28 giugno, al Prudential Center di Newark, nel New Jersey, casa abituale dei Nets (ma ora abbandonata dato che la squadra dal prossimo anno giocherà a Brooklyn), andrà in scena la selezione dei migliori prospetti universitari ed europei, scelte che sono molto importanti per le franchigie NBA visto che questa del Draft è una delle tappe fondamentali per poter costruire squadre competitive.

    Sarà uno dei Draft più ricchi di talento della storia, i team avranno l’imbarazzo della scelta nella selezione dei prospetti. Proprio a causa della grande quantità di talenti a disposizione a prima vista è molto difficile fare un pronostico e riuscire a mettere tutte le tessere del puzzle al posto giusto. Solo una cosa è certa al 100%: Anthony Davis, lungo di Kentucky University, sarà la prima scelta assoluta. Il centro dei Wildcats ha dominato l’intera stagione NCAA mettendo a segno 14,2 punti a partita con 10,4 rimbalzi e quasi 5 stoppate di media. Alla fine del torneo è stato nominato anche migliore giocatore della competizione e numerosi sono stati i riconoscimenti vinti per le sue qualità difensive. Il suo punto forte infatti è la difesa (come dimostrano le 5 stoppate di media per incontro), mentre per la fase offensiva dovrà lavorare ancora su alcuni fondamentali per diventare un vero e proprio top player in NBA. L’altezza non è proprio notevole per districarsi bene nel ruolo di centro tra i professionisti ma compensa la mancanza di qualche centimetro (è alto 2 metri e 08, caratteristica fisica che ne fa più un’ala grande) con 2 braccia lunghissime che gli permettono di arrivare per primo sui rimbalzi e di proteggere al meglio il proprio canestro con stoppate terrificanti. In molti, per queste caratteristiche fisiche e tecniche, lo hanno paragonato a Dwight Howard, il centro degli Orlando Magic, che è attualmente il migliore nel ruolo in NBA.

    La destinazione di Davis (figlio d’arte) è scontata: andrà ai New Orleans Hornets che nella notte della Draft Lottery sono stati molto fortunati a salire dalla quarta posizione alla prima scavalcando in serie Cleveland Cavaliers, Washington Wizards ma soprattutto Charlotte Bobcats, rimasti molto delusi dato che puntavano sul fenomeno di Kentucky per rilanciarsi dopo la stagione orrenda che li ha eletti peggior team della storia della NBA per percentuale di vittorie.

    Anthony Davis | © Ronald Martinez Getty Images
    Le ultime voci vogliono proprio i Bobcats interessati a scambiare la loro seconda scelta: i team che si stanno muovendo per acquisire il pick di Charlotte sono i Cavaliers (per mettere a disposizione del rookie of the year Kyrie Irving un altro talento importante) e gli Houston Rockets che stando alle ultime voci, una volta presa la seconda scelta assoluta, potrebbero fare un bel pacchetto regalo agli Orlando Magic per avere in cambio Dwight Howard.

    Dietro a Davis nulla è dato per scontato: in molti dicono che il numero 2 sarà Thomas Robinson, ala di Kansas University, che ha dato battaglia proprio a Davis nella Finale NCAA. Altri pensano che in questa posizione verrà chiamato Michael Kidd-Gilchrist, ala piccola e compagno di squadra di Davis a Kentucky, prospetto dai margini di miglioramento spaventosi. In discesa le quotazioni di Harrison Barnes che fino a qualche anno fa era dato come prima scelta assoluta in qualsiasi anno si fosse dichiarato per il Draft NBA. Le opache stagioni (2) con North Carolina University però hanno fatto scendere l’appeal. Peccato perchè nel vederlo tirare riporta alla mente il grande Kevin Durant. Chissà però che non riesca a rilanciarsi in NBA, Lega forse più adatta al suo stile di gioco rispetto al college basket.

    In ascesa le quotazioni di Bradley Beal, terribile guardia tiratrice di Florida University, e di Andre Drummond, centrone vecchio stampo che fa gola a molti per coprire i buchi a centro area. Il suo punto debole sono i tiri liberi, percentuale orrenda dello 0,295. Per avere un buon futuro dovrà migliorare questo aspetto.

    Tra tutti gli altri menzioniamo Austin Rivers, figlio di Doc Rivers attuale coach dei Boston Celtics: una guardia molto talentuosa che la franchigia del Massachusetts cercherà in ogni modo di acquisire per permettere a papà Doc di allenare il figlio Austin.

    Ancora poche ore e poi sapremo tutte le scelte delle squadre NBA.

  • NBA, Dunlap nuovo coach di Charlotte. Lewis vola da Belinelli

    NBA, Dunlap nuovo coach di Charlotte. Lewis vola da Belinelli

    La stagione NBA ancora non é conclusa dato che nelle Finals 2012 i Miami Heat di LeBron James conducono sugli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant per 3-1 (stanotte gara 5) ma le squadre rimaste fuori dalla post season iniziano già a muoversi sul mercato in vista del Draft per preparare al meglio la prossima annata.

    I primi a battere un colpo sono stati i Charlotte Bobcats di Michael Jordan, che deve riscattare la poco edificante nomèa di proprietario peggiore della storia: il suo team infatti nella regular season 2011/2012 è diventato il peggiore nella storia della Lega, la franchigia con la più bassa percentuale di vittorie in assoluto (0,106 dovuta a soli 7 successi e ben 59 sconfitte) che ha “scavalcato” quella di Philadelphia di qualche decennio fa.

    Licenziato Paul Silas, subito dopo i 23 KO di fila nel finale di stagione, Jordan ha scelto Mike Dunlap come nuovo head coach: l’ormai ex allenatore di Saint John’s University, 54 anni, ha avuto la meglio su altri tecnici più quotai come l’assistente degli Indiana Pacers Brian Shaw e l’assistente dei Lakers Quin Snyder. Jordan avrebbe voluto affidare la panchina a Jerry Sloan, ex tecnico degli Utah Jazz, che ebbe come rivale nelle famose Finali NBA del 1997 e 1998 (vinte entrambe da M.J.). Sloan però non è stato convinto dal progetto tecnico ed ha declinato l’offerta.  L’esperienza più significativa di Dunlap in NBA è quella con i Denver Nuggets di George Karl (dal 2006 al 2008) dove fu primo assistente dell’allenatore. Ora la nuova sfida alla guida dei disastrati Bobcats, compito non facile ma neanche impossibile visto che Charlotte ha la seconda scelta assoluta nel prossimo Draft del 28 giugno che si preannuncia come uno dei migliori di sempre visti i numerosi talenti che si sono “dichiarati” per l’NBA.

    Rashard Lewis | © Streeter Lecka/Getty Images

    Si muovo anche gli Orlando Magic, che dopo i licenziamenti di coach Van Gundy e del general manager Smith, coprono almeno uno dei 2 “buchi”: il ruolo di dirigente è stato affidato a Rob Hennigan, ormai ex assistente di Sam Presti agli Oklahoma City Thunder. I Magic sperano che Hennigan possa costruire una squadra molto competitiva così come ha fatto il suo mentore Presti con i Thunder. Per la panchina di Orlando il nome caldo è quello di Shaw, il già citato assistente allenatore dei Pacers.

    Il primo scambio in vista del nuovo campionato lo firmano invece Washington Wizards e New Orleans Hornets: in Louisiana arriva l’ala Rashard Lewis ed il suo contrattone da 24 milioni di dollari (secondo giocatore più pagato della NBA dopo Kobe Bryant, davvero un’assurdità visto il rendimento dell’ex Orlando Magic e Seattle SuperSonics negli ultimi anni) ed in più la 46esima scelta al Draft. Nella Capitale approdano invece il centro Emeka Okafor e l’ala Trevor Ariza, che rinforzano pesantemente i Wizards. L’acquisizione di Lewis da parte degli Hornets si potrebbe spiegare anche con la voglia di tagliarlo immediatamente (cosa che non potevano fare con Ariza e Okafor dovendone scegliere solo 1): con la clausola Amnesty infatti il giocatore scomparirebbe dal bilancio della squadra e i “Calabroni” potrebbero investire i soldi risparmiati (circa la metà dei 24 milioni di dollari dovuti al giocatore) sul prossimo mercato, liquidità utile anche per poter eventualmente rifirmare il nostro Marco Belinelli che a New Orleans ha trovato la sua dimensione dopo 5 anni in giro per l’NBA.

  • NBA, Draft Lottery premia New Orleans Hornets con la prima scelta

    NBA, Draft Lottery premia New Orleans Hornets con la prima scelta

    La NBA Draft Lottery 2012 premia i New Orleans Hornets. Il sorteggio effettuato nella notte, che assegna le posizioni di scelta per il Draft vero e proprio (in programa il prossimo 28 giugno), ha dato il suo esito. La squadra della Louisiana, dove gioca anche il nostro Marco Belinelli (che però è free agent e potrebbe anche firmare per un’altra squadra) è salita dal quarto posto al primo, beffando in primis i Charlotte Bobcats, team che aveva più possibilità di avere la prima scelta assoluta avendo avuto in regular season il peggior record della Lega (e per la precisione il peggiore di tutta la storia della NBA con 0,106%) e poi anche i Washington Wizards ed i Cleveland Cavaliers.

    Per gli Hornets si tratta della seconda prima scelta assoluta della loro storia, dopo quella del lontano 1991, anno in cui gli allora Charlotte Hornets (la franchigia si trasferì successivamente a New Orleans) scelsero l’ala Larry Johnson. Destino curioso ha voluto che la nuova città in cui giocano gli Hornets abbia beffato la città da cui i “Calabroni” ebbero vita, ovvero Charlotte.

    La Lottery ha riservato poche sorprese nel sorteggio dalla 14esima alla quinta posizione, poi il rimescolamento con i Cavs che sono scesi dal terzo al quarto posto, i Wizards dal secondo al terzo, i Bobcats dalla prima alla seconda posizione ed infine è saltata fuori la “cartella” degli Hornets del nuovo proprietario Benson (che possiede già i Saints a New Orleans) apparso raggiante per la fortuna ricevuta.

    Continua la maledizione per le squadre che si presentano al sorteggio con il peggior record ed in pole position per ricevere la prima scelta assoluta: è dal 2004, quando gli Orlando Magic poterono usufruire del primo pick per selezionare il centro Dwight Howard, che la franchigia più disastrata dopo la regular season non riceve come premio la prima scelta al Draft, 8 lunghi anni in cui la Lottery ha riservato sempre tantissime sorprese.

    Gli Hornets con ogni probabilità potranno chiamare Anthony Davis, un giocatore eccezionale destinato a diventare uno dei migliori nella NBA ed usufruiranno anche della scelta numero 10, arrivata dai Minnesota Timberwolves tramite i Los Angeles Clippers nell’affare Chris Paul. In un Draft che si presenta davvero ricco di talenti come questo del 2012, a New Orleans hanno davvero fatto centro, potendo abbinare al formidabile Davis anche un altro giocatore di pronto impatto e dal futuro luminoso, 2 scelte che daranno ai tifosi della Louisiana tanti motivi per dimenticare il già citato Paul, l’ex stella della squadra ormai volato a Los Angeles. Inoltre grazie a questi 2 pick, la dirigenza potrà costruire su solide basi la formazione del futuro che si spera possa poi arrivare a competere per il titolo.

    L’avventura in NBA di Anthony Davis partirà dalla stessa città dove ha avuto conclusione la sua stagione universitaria, ovvero proprio da New Orleans dove qualche settimana fa si era laureato campione NCAA con Kentucky University (battuta in finale Kansas) venendo eletto anche M.V.P. della Finale.

    Delusione nel clan Bobcats del proprietario Michael Jordan: prova a sdrammatizzare il General Manager Rich Cho che confida comunque nella buona sorte:

    Quando ero a Seattle (assistente del G.M. Sam Presti negli ex SuperSonics) con la seconda scelta al Draft del 2007 decidemmo di prendere Kevin Durant!

    Anche questo è vero, la seconda scelta non e da buttare, ma perdere un talento come Anthony Davis è una bella mazzata per le ambizioni della squadra che deve risollevarsi da una stagione disastrosa.

    Questo l’ordine di scelta definitivo per il Draft NBA 2012 (prime 14 posizioni):

    1)  NEW ORLEANS HORNETS
    2)  CHARLOTTE BOBCATS
    3)  WASHINGTON WIZARDS
    4) CLEVELAND CAVALIERS
    5) SACRAMENTO KINGS
    6) PORTLAND TRAIL BLAZERS
    7) GOLDEN STATE WARRIORS
    8) TORONTO RAPTORS
    9) DETROIT PISTONS
    10) NEW ORLEANS HORNETS
    11) PORTLAND TRAIL BLAZERS
    12) MILWAUKEE BUCKS
    13) PHOENIX SUNS
    14) HOUSTON ROCKETS

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  • NBA, Gallinari travolge Minnesota, Chicago Bulls primi nella Lega

    NBA, Gallinari travolge Minnesota, Chicago Bulls primi nella Lega

    Nella notte si è conclusa la regular season NBA, una stagione leggermente più corta rispetto al normale (invece delle canoniche 82 partite per ogni squadra ne sono state giocate 66 per via del lockout che ha tenuto tutti fermi fino al giorno di Natale del 2011). Con le magnifiche 16 franchigie che parteciperanno ai playoff già designate restavano da definire solo alcune posizioni per determinare gli accoppiamenti della post season. In programma quindi 13 partite, turno di riposo solo per Indiana Pacers, Oklahoma City Thunder, Los Angeles Clippers e Phoenix Suns che hanno giocato ieri la loro ultima partita di campionato regolare.

    Toronto batte i Nets: per la squadra di Andrea Bargnani (infortunato) un discreto arrivederci al prossimo anno quando i canadesi saranno chiamati al salto di qualità.

    Pochi stimoli per i Sixers a Detroit che chiudono all’ottavo posto della Eastern Cionference. Per Philadelphia quindi difficile serie di playoff contro i Chicago Bulls.

    Boston supera Milwaukee ma nonostante ciò giocherà il primo turno playoff contro Atlanta con lo svantaggio del fattore campo. I Bucks guardano invece già al prossimo torneo dove dovranno riscattare questa annata un pò deludente.

    Ancora una vittoria per i Wizards che raggiungono quota 20 vittorie (6 successi consecutivi) e guardano con più ottimismo al futuro. Washington approfitta del riposo forzato dei Big Three di Miami e trionfa in scioltezza.

    I Charlotte Bobcats sono ufficialmente la peggiore squadra della storia NBA: con la sconfitta patita contro i New York Knicks il team del North Carolina supera i Sixers edizione 1972-1973 (percentuale di vittorie 0.109), per loro un poco onorvole 0.106. per la felicità (si fa per dire) del proprietario Michael Jordan che sarà ricordato come il più grande giocatore di basket di tutti i tempi ed ora anche come il peggior proprietario della storia, almeno fino a quando qualche altra squadra non farà peggio.

    Denver Nuggets | © Doug Pensinger/Getty Images

    Atlanta batte agevolemnte Dallas e si prende il vantaggio del fattore campo nel primo turno palyoff da giocare contro Boston. Per i campioni in carica texani invece ci saranno gli Oklahoma City Thunder ed una probabile eliminazione al primo turno della post season.

    Chicago per la seconda stagione consecutiva è la migliore formazione della Lega: 50-16 il record, lo stesso degli Spurs che però vengono condannati dal tie-breaker NBA. Cleveland, avversaria di giornata, si arrende facilmente allo strapotere dei “Tori”.

    Memphis supera Orlando ed ottiene il vantaggio del fattore campo nella sfida del primo turno della post season contro i Los Angeles Clippers.

    Ultima gara della stagione con sconfitta per Marco Belinelli (9 punti a fine match) ed i New Orleans Hornets che vengono battuto a Houston, sorride invece Danilo Gallinari che travolge con i suoi Denver Nuggets i Minnesota Timberwolves: per l’ala Azzurra 17 i punti a fine partita. Ora sotto con i Los Angeles Lakers nel primo turno playoff.

    I Jazz hanno la meglio dei Blazers consolidando l’ultima piazza per la post season ad Ovest, vince San Antonio ma nonostante lo stesso record dei Bulls i neroargento devono accontentarsi della seconda posizione nella classifica genarale della NBA per il fattore tie-braker. Spurs però primi nella Western Conference e con il possibile vantaggio del fattore campo fino alla Finale di Conference.

    Sconfitta indolore dei Lakers a Sacramento (terzo posto ad Ovest già in tasca da qualche giorno). Kobe Bryant non scende in campo e lascia strada libera a Kevin Durant per il titolo di miglior realizzatore del torneo (terza affermazione di fila per il fenomeno dei Thunder in questa graduatoria). A Bryant sarebbero bastati una quarantina di punti per balzare al primo posto ma coach Brown ha pensato bene di farlo riposare in vista dei playoff.

    Risultati NBA 26 aprile 2012

    Toronto Raptors-New Jersey Nets 98-67
    Detroit Pistons-Philadelphia 76ers 108-86
    Boston Celtics-Milwaukee Bucks 87-74
    Washington Wizards-Miami Heat 104-70
    Charlotte Bobcats-New York Knicks 84-104
    Atlanta Hawks-Dallas Mavericks 106-89
    Chicago Bulls-Cleveland Cavaliers 107-75
    Memphis Grizzlies-Orlando Magic 88-76
    Houston Rockets-New Orleans Hornets 84-77
    Minnesota Timberwolves-Denver Nuggets 102-131
    Utah Jazz-Portland Trail Blazers 96-94
    Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 113-96
    Golden State Warriors-San Antonio Spurs 101-107

    LE CLASSIFICHE 

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  • Super Belinelli, Boston stritola Miami

    Super Belinelli, Boston stritola Miami

    Netta vittoria dei Boston Celtics contro i Miami Heat: le 2 formazioni decidono di tenere a riposo tutte le loro stelle, l’unico a mettere piede in campo è Paul Pierce che gioca però solo il minimo indispensabile, ovvero 18 minuti. Il top scorer dei padroni di casa è così Sasha Pavlovic autore di 16 punti. Gli ospiti giocano una brutta gara in cui riescono a racimolare a malapena 66 punti (12 di Pittman ed 11 di James Jones) regalando così il primo posto nella Eastern Conference ai Chicago Bulls, diventati irraggiungibili.

    Altro risultato importante della notte è quello degli Atlanta Hawks che battendo i Los Angeles Clippers regalano matematicamente il titolo della Pacific Division ai Los Angeles Lakers e con ogni probabilità il terzo posto nella griglia playoff della Western Conference. Gli Hawks sfruttano al meglio la buona vena realizzativa di Joe Johnson (28 punti) di Jeff Teague (21 punti) e di Josh Smith (18 punti ai quali si devono aggiungere anche 10 rimbalzi). Ai californiani non serve la migliore prova della stagione di Blake Griffin (36 punti ed 8 rimbalzi a fine gara) ed un ottimo Chris Paul (34 punti ed 8 assist), il rischio per i Clippers ora è di perdere anche il vantaggio del fattore campo in vista del primo turno dei playoff.

    Paul Millsap, Utah Jazz | © Harry How/Getty Images

    Pochi problemi per Oklahoma City contro Sacramento: i Kings giocano un ottimo primo quarto sotto il profilo offensivo (40 punti) ma il livello dei Thunder è nettamente superiore e nel prosieguo del match viene a galla. Indisponibile James Harden (per i postumi della gomitata killer di Ron Artest) si mette in evidenza Cook che infila tutti i suoi 19 punti nell’ultima frazione di gioco. Durant segna 32 punti con 9 rimbalzi e tanto basta ai padroni di casa per superare gli avversari che mettono in mostra un grande Cousins (32 punti e 7 rimbalzi), un solido Evans (18 punti) ed un sostanzioso Thompson (22 punti con soli 11 tiri presi).

    Un super Marco Belinelli trascina i suoi New Orleans Hornets alla vittoria contro i Golden State Warriors. Per la guardia Azzurra match da 23 punti dei quali 2 importantissimi quando a 7 decimi di secondo dalla fine brucia il canestro avversario e regala la vittoria ai suoi compagni. Per i Warriors invece 16 punti del solito Klay Thompson e doppia doppia di Jenkins da 10 punti e 10 assist.

    Infine lo spareggio per eccedere ai playoff tra Utah e Phoenix va ai Jazz che mandano KO Nash e compagni ed ottengono la matematica qualificazione per la post season dove incontreranno però la testa di serie numero 1 ovvero i San Antoniuo Spurs. Successo con pieno merito per gli uomini di coach Corbin che dominano grazie alla coppia di lunghi JeffersonMillsap (per il primo 18 punti e 16 rimbalzi, per il secondo 26 punti e 15 rimbalzi). Utah mantiene la leadership del match dall’inizio ma riesce a scrollarsi i Suns di dosso solo nel finale, non basta agli ospiti la prova di Nash da 14 punti ed 11 assist, Redd prova ad aiutare il compagno con 15 punti vista la brutta serata di Gortat (solo 2 punti con 1/8 dal campo) e l’assenza di Channing Frye, ma ovviamente non può bastare. Jazz ai playoff, Suns fuori dalla post season.

    Risultati NBA 24 aprile 2012

    Atlanta Hawks-Los Angeles Clippers 109-102
    Boston Celtics-Miami Heat 78-66
    Oklahoma City Thunder-Sacramento Kings 118-110
    Utah Jazz-Phoenix Suns 100-88
    Golden State Warriors-New Orleans Hornets 81-83

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, Bryant affonda Thunder. Gallinari schianta Magic. OK Spurs Knicks

    NBA, Bryant affonda Thunder. Gallinari schianta Magic. OK Spurs Knicks

    Partita stupenda a Los Angeles dove i Lakers hanno la meglio sui Thunder dopo 2 overtime: gara equilibrata nel primo tempo dove ad una manciata di secondi dal termine esplode la follia di Ron Artest: l’ala dei gialloviola, grande protagonista fino a quel momento, dopo un canestro rifila una sonora gomitata al povero ed incolpevole Harden trovatosi nel posto sbagliato nel momento sbagliato (a fine pagina il video della gomitata-killer). Il deprecabile gesto viene giustamente punito dagli arbitri con l’espulsione, i tifosi losangelini si dimostrano poco sportivi applaudendo il giocatore al rientro negli spogliatoi. Gesto ancor più da condannare se si pensa che Artest in Estate ha cambiato il proprio nome in Metta World Peace ovvero tradotto letteralmente “metti pace nel Mondo”. Di benevolo e pacifico il suo gesto ha davvero ben poco, ed il povero Harden non rientrerà più sul parquet per continuare il match. Tornando alla partita gli ospiti mettono il turbo ed arrivano vicini ai 20 punti di vantaggio prima dello show costruito da Kobe Bryant che nell’ultimo quarto a furia di canestri d’autore e di assist porta il punteggio in parità cosa che vale il primo overtime. Qui i Lakers sembrano allungare ma vengono ripresi negli ultimi istanti da Oklahoma City. Si va al secondo supplementare dove non c’è storia, Bryant gioca un basket sublime nei momenti topici e con 26 punti, 6 rimbalzi ed 8 assit guida i suoi compagni al successo. Contributo importante da parte di Pau Gasol che sfiora la tripla doppia con 20 punti, 14 rimbalzi e 9 assist, prezioso Jordan Hill che firma una sontuosa doppia doppia da 14 punti e 15 rimbalzi. Per Oklahoma City brilla il solito Durant (35 punti), Westbrook deleterio (dalle sue scelte scriteriate parte la rimonta Lakers) con 14 punti, 10 assist ma un orrendo 3/22 al tiro. I Lakers a meno di clamorosi epiloghi blindano il terzo posto ad Ovest.

    Sorride anche New York che sbanca Atlanta guidata da un super Carmelo Anthony da 39 punti e 10 rimbalzi (suo il canestro della vittoria). Ottimo l’apporto di Stoudemire che chiude in doppia doppia (22 punti e 12 rimbalzi) con un Fields quasi perfetto dal campo (18 punti). Agli Hawks non basta la miglior gara stagionale di Marvin Williams (29 punti ed 11 rimbalzi) con Teague e Joe Johnson autori rispettivamente di 23 e 22 punti.

    Facile affermazione di Sacramento a Charlotte: i protagonisti sono Cousins (29 punti e 10 rimbalzi) ed Evans (22 punti) con Jason Thompson che sforna una prova a tutto tondo (14 punti, 11 rimbalzi, 7 assist e 5 recuperi). I Bobcats, sempre più proiettati ad essere la peggiore squadra della storia della NBA, hanno 13 punti a testa da Walker, Brown e Mullens.

    Dopo lo scivolone contro i Wizards tornano alla vittoria gli Heat che si sbarazzano nel finale dei Rockets ora matematicamente fuori dalla post season. Senza Wade e Bosh a guidare Miami ci pensa LeBron James con 32 punti, 8 rimbalzi e 5 assist. Ai texani non basta la buona prova di Parsons da 23 punti.

    Detroit supera di misura Toronto grazie ai 19 punti a testa di Gordon e Knight. Monroe arpiona 17 rimbalzi (con 8 punti) e per i Raptors è notte fonda nonostante i 16 punti di DeRozan.

    Kobe Bryant, Los Angeles Lakers | © Stephen Dunn/Getty Images

    San Antonio, grazie al KO dei Thunder a Los Angeles, blinda il primo posto della Western Conference (basterà un solo successo nelle prossime 3 gare per la matematica certezza). Gli Spurs fanno fuori i Cavaliers vincendo ogni singolo quarto di gioco. Come al solito ampie rotazioni per coach Popovich ed il migliore è Ginobili con 20 punti. Gli ospiti hanno i migliori realizzatori in Irving (19 punti) e Jamison (21).

    In una gara dal significato nullo i Warriors hanno la meglio sui Timberwolves: la chiave del successo è il play Charles Jenkins con 24 punti, 9 assist e 6 rimbalzi. Minnesota, sempre priva dei suoi uomini migliori (in primis Kevin Love), trova 19 punti e 16 rimbalzi da Pekovic e 14 punti e 12 assist da Barea.

    Sorride Danilo Gallinari che firma 17 punti e 7 rimbalzi nella vittoria dei suoi Nuggets sugli Orlando Magic: l’unica nota positiva per gli ospiti è Ryan Anderson che chiude con 24 punti e 9 rimbalzi, mentre per Denver oltre al “Gallo” ci sono i 17 punti di McGee e le doppie doppie di Lawson (13 punti e 10 assist) e di Faried (11 punti e 10 rimbalzi).

    Non va bene invece a Marco Belinelli: i suoi Hornets incappano in un pessimo ultimo periodo contro i Clippers (33-14 il parziale) dilapidando l’ampio margine fin lì costruito. Per la guardia Azzurra solo 3 punti a referto, il miglior realizzatore di New Orleans è l’ex Eric Gordon con 17 punti. Per Los Angeles sono solamente 3 i giocatori in doppia cifra ma tanto basta per accaparrarsi la vittoria: Foye piazza 24 punti, Paul 33 con 13 assist e Griffin 21 con 15 rimbalzi.

    Risultati NBA 22 aprile 2012

    Atlanta Hawks-New York Knicks 112-113
    Los Angeles Lakers-Oklahoma City Thunder 114-106 (2 overtime)
    Charlotte Bobcats-Sacramento Kings 88-114
    Miami Heat-Houston Rockets 97-88
    Detroit Pistons-Toronto Raptors 76-73
    San Antonio Spurs-Cleveland Cavaliers 114-98
    Minnesota Timberwolves-Golden State Warriors 88-93
    Denver Nuggets-Orlando Magic 101-74
    Los Angeles Clippers-New Orleans Hornets 107-98

    LE CLASSIFICHE 

    IL FOLLE GESTO DI METTA WORLD PEACE:

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    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • Belinelli batte Houston. Miami stende i Bulls, rissa Pacers-Bucks

    Belinelli batte Houston. Miami stende i Bulls, rissa Pacers-Bucks

    Solo 5 le partite disputate nella notte NBA dopo il turno precedente che aveva proprosto ben 14 sfide.

    Quinta vittoria nelle ultime 6 uscite per i New Orleans Hornets di Marco Belinelli che in overtime hanno la meglio sugli Houston Rockets. Per la guardia Azzurra a fine gara ci sono 13 punti (con 3/7 dalla lunga distanza), ma il protagonista del successo dei padroni di casa è la stella Eric Gordon che infila 27 punti. Partita solida per il lungo Carl Landry (ex dell’incontro) con 20 punti e 10 rimbalzi mentre Aminu piazza 17 punti sostituendo il titolare Ariza. A condannare i texani è il secondo tiro libero sbagliato da Lee (sull’87 pari) a 15 secondi dal termine dei tempi regolamentari. Il top scorer degli ospiti è Dragic con 23 punti con Budinger subito dietro a quota 22. Per i “Razzi” si tratta della sesta sconfitta consecutiva che in pratica chiude le possibilità di approdo ai playoff.

    Dopo 11 sconfitte di fila tornano a sorridere i Minnesota Timberwolves che pur privi di Rubio, Ridnour e Kevin Love sbancano il parquet dei Detroit Pistons. Il fattore decisivo per i “Lupi” è Pekovic che gioca una gara da 23 punti e 9 rimbalzi, doppia doppia per Anthony Randolph (da 15 punti e 10 rimbalzi) e per Barea (13 punti e 12 assist), 13 i punti di Beasley ed 11 quelli della seconda scelta assoluat all’ultimo Draft Derrick Williams. Detroit tira male dal campo ed alla fine sono solo 3 i giocatori a superare la doppia cifra, il migliore è Prince con 18 punti, Bynum segue a quota 17 e Gordon arriva a 14. Deludenti Monroe e Knight (11 punti in combinata).

    La partita tra Indiana e Milwaukee oltre a vedere l’affermazione dei Pacers, si caratterizza per alcuni attimi di tensione in cui le squadre danno vita in almeno 2 occasioni a delle penose ed evitabili risse degne dei migliori saloon del leggendario “vecchio West”. A scatenare i primi attimi di tensione è un fallaccio di Barbosa (Pacers) su Dunleavy (Bucks) nel quarto periodo con il nervoso Sanders (Bucks) a cercare di fare giustizia. Il parapiglia viene sedato ma poco dopo la tensione esplode nuovamente ed ancora più grande quando sempre Sanders si mette ad urlare contro l’intera squadra di Indiana e viene tenuto a stento dai suoi compagni venendo poi espulso dal parquet. Tornando al basket giocato il match winner di Indiana è Granger con 29 punti mentre Hill aggiunge 22 punti e West gioca una sontuosa partita chiusa con 21 punti, 14 rimbalzi e 7 assist. Per gli ospiti, ormai fuori dalla post season (reta da attendere solo la matematica certezza) ci sono 27 punti di Jennings e 23 di Dunleavy. La sconfitta di Milwaukee regala l’accesso ai playoff ai New York Knicks.

    Marco Belinelli © Doug Pensinger/Getty Images

    Miami batte Chicago e rinvia la festa Bulls che in caso di vittoria avrebbero festeggiato il primo posto matematico nella Eastern Conference. 61 degli 83 punti totali del team della Florida vengono segnati da James (27 punti, 11 rimbalzi e 6 assist), Wade (18 punti) e Chalmers (16). Tra gli ospiti, sempre privi di Rose, si mettono in evidenza i soli Lucas (16 punti) e Noah (15 punti e 10 rimbalzi).

    Infine successo importantissimo per i Phoenix Suns che agganciano gli Utah Jazz all’ultimo posto playoff ad Ovest: i Clippers si arrendono 93-90 e non bastano i 17 punti di Butler e le doppia doppie di Griffin (16 punti ed 11 rimbalzi) e Paul (19 punti e 10 assist). I Suns trionfano grazie ai 18 punti di Dudley (4 triple), ai 16 di Frye, ai 13 di Nash ed alla doppia doppia di Gortat da 14 punti e 14 rimbalzi.

    Risultati NBA 19 aprile 2012

    Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 118-109
    Detroit Pistons-Minnesota Timberwolves 80-91
    Miami Heat-Chicago Bulls 83-72
    New Orleans Hornets-Houston Rockets 105-99 (overtime)
    Phoenix Suns-Los Angeles Clippers 93-90

    LE CLASSIFICHE 

    VIDEO RISSA PACERS-BUCKS:

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    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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