Questa sera ci attende un’altra notte Nba ricca di partite, ben dodici, come due giorni fa. Con i nostri pronostici andremo a focalizzare l’attenzione su Denver, Chicago e Lakers, tutte e tre in campo. Ad avere sulla carta l’impegno più agevole saranno proprio i Nuggets di Danilo Gallinari, ancora di scena al Pepsi Center, dove ospiteranno gli Hornets. Partite quantomeno più complicate invece per i Bulls e i Lakers. Entrambe le squadre giocheranno in trasferta: i Tori Rossi faranno visita ai Nets, mentre i Lakers incontreranno i Timberwolves nella terra dei diecimila laghi. Gli esiti di questi due match sono incerti, e stavolta dovremmo appoggiarci più all’ignoto sesto senso che a numeri e statistiche. Come di consueto a fine articolo posteremo la schedina di giornata.
Denver Nuggets – New Orleans Hornets, il treno dei desideri
Stanotte Alcatraz conoscerà nuovi detenuti, tali Greivis Vasquez ed Eric Gordon, tanto per citare quelli più in vista. Nonostante le recenti buone prestazioni offerte contro Lakers e Jazz, dove però la sconfitta è stato il denominatore comune, gli Hornets hanno davvero poche possibilità di portare a casa la prima “w” dopo il successo su Memphis del 27 gennaio scorso. Denver pare al momento una squadra imbattibile, specialmente all’interno del Pepsi Center, che da un paio di giorni abbiamo ribattezzato Alcatraz, spingendo quel giorno per un’evasione del simpatico James Barbanera Harden. Fra le tre partite che prendiamo in esame oggi, questa è sicuramente quella che ci dà maggiore feeling. Pronostico: 1
Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers, Howard fuori
Quando tutto sembrava finito, nel senso buono, ecco che arriva il ko dell’Arizona. A Phoenix i Lakers non hanno fatto una bella figura, specialmente se ricordiamo come i giallo-viola avessero tredici punti di vantaggio in avvio di quarto periodo. Inoltre la squadra di Mike D’Antoni ha perso nuovamente Dwight Howard, bloccato dall’ennesimo infortunio alla spalla. C’è un però. Gli avversari di oggi sono una delle squadre con la peggior sequenza di risultati nell’ultimo periodo (1-9), alla quale si aggiunge poi un dato “storico”: i Lakers battono interrottamente Minnesota da 19 partite. Questa notte ci sono tutti gli ingredienti perché arrivi anche la ventesima vittoria consecutiva per i californiani. Certo, avevamo detto lo stesso anche due giorni fa alla vigilia dell’incontro con i Suns. Ci appare però francamente difficile che i Lakers possano gettare al vento un successo fondamentale in chiave play-off. Pronostico: 2
Brooklyn Nets – Chicago Bulls, allarme
Incontro parecchio incerto quello del Barclays Center di Brooklyn, dove i padroni di casa incontrano i Bulls del nostro Marco Belinelli, reduci da otto vittorie nelle ultime dieci partite. Nonostante ciò, Chicago non può partire favorita, considerato il periodo di forma altrettanto positivo attraversato dai Nets, la cui sconfitta contro Miami rientra in quegli incidenti di percorso accettabili per una franchigia di certo non attrezzata per affrontare ad armi pari i detentori dell’anello. Se vogliamo però dare un pronostico, ci sentiamo di assegnare la preferenza agli ospiti, il cui rendimento in trasferta è sempre stato di altissimo livello e che possono contare sull’esplosione di Jimmy Butler. Rischiamo. Pronostico: 2
Soltanto quattro le partite in programma nella notte italiana. Con i nostri pronostici Nba esamineremo ciascun incontro di oggi. L’unica big in campo sarà la squadra di Mike D’Antoni. I Lakers ospiteranno allo Staples Center di Los Angeles gli Hornets, tra le peggiori franchigie di questa stagione, con la ghiotta occasione di accorciare il divario dall’ottavo posto. A Portland i Mavericks di Dirk Nowitzki cercano un’altra vittoria per alimentare la speranza play-off, avendo al momento lo stesso record dei Lakers. Match apparentemente equilibrato invece quello che vedrà Detroit incontrare i Bucks. Infine a Cleveland, il padrone di casa Kyrie Irving cercherà di fare lo sgambetto ai Warriors di David Lee, fresco di convocazione come riserva per la squadra della Western Conference all’All-Star Game.
Los Angeles Lakers – New Orleans Hornets, la luce
Le due vittorie consecutive contro Jazz e, sopratutto, Thunder, hanno regalato ai Lakers (19-25) quella convinzione mai avuta quest’anno. Ora che Bryant ha imparato a giocare con la squadra, ora che Howard fa il compitino sotto canestro, ora che Pau Gasol entra dalla panchina e segna, ora che Metta World Peace si è trasformato in un tiratore scelto dall’arco, ora che tutta l’orchestra giallo-viola suona, sarebbe un delitto perfetto non raggiungere la zona play-off. Alla luce dei roster che precedono i Lakers, le due “candidate” a subire il sorpasso sono Rockets (25-22) e Jazz (24-21). Tra oggi e domani, Bryant e compagni potranno recuperare due vittorie di svantaggio: prima gli Hornets, poi i Suns (in trasferta). Ce la faranno? Secondo noi sì. Pronostico: 1
Cleveland Cavaliers – Golden State Warriors, occhio a Irving
Sarebbe facile pronosticare un due in questo incontro. Cleveland (13-32) ha ormai poco da chiedere alla stagione, mentre i Warriors (27-17), non sono ancora al riparo da un’eventuale rimonta dei Lakers. Anche i giocatori delle due squadre, se confrontati, hanno un peso specifico diverso, con l’occhio che farebbe sempre l’occhiolino agli ospiti. Ci sono però due fattori da non sottovalutare: il primo riguarda la probabile assenza nei Warriors di Stephen Curry, insieme a David Lee uno dei giocatori migliori della squadra californiana; il secondo è Kyrie Irving, che nelle ultime settimane sta attraversando uno stato di forma straordinario, risultando spesso e volentieri decisivo nella recente striscia positiva di Cleveland (quattro vittoria nelle ultime cinque partite). Noi tentiamo la sorpresa. Pronostico: 1
Detroit Pistons – Milwaukee Bucks, match equilibrato
Al Palace of Auburn of Hills di Detroit va in scena il match più equilibrato di oggi. Nelle ultime due partite disputate in casa, i Pistons hanno collezionato altrettanti successi, battendo Boston e Orlando. Dall’altra parte i Bucks sono una delle squadre più in forma del momento, avendo vinto sette degli ultimi dieci incontri giocati. Una delle chiavi sarà l’impatto di Jennings sulla partita: se giocherà soltanto nell’ultimo quarto oppure inizierà a fare sul serio fin dal primo minuto, come gli ha chiesto coach Boylan. Se sarà la prima opzione a prevalere, allora la forza d’urto dei vari Brandon Knight, Greg Monroe e Drummond, senza dimenticare Will Bynum. Ci proviamo anche qui e diamo la vittoria ai padroni di casa. Pronostico: 1
Portland Blazers – Dallas Mavericks, ci sbilanciamo
A conti fatti, paradossalmente, la partita del Rose Garden è quella che ci offre più garanzie. Se avessimo detto una cosa del genere qualche settimana fa ci avreste preso per dementi. Ma ad oggi la vittoria di Dallas è abbastanza probabile. E’ vero che i Blazers hanno da poco battuto i Clippers (ai quali mancava Chris Paul però), ma è vero anche che nelle ultime dieci partite Lillard e compagni hanno vinto solo due partite, e lo stesso rookie non ci pare stia attraversando uno stato di forma così eccezionale. Ai Mavericks invece tutto sembra riuscire al meglio in questo periodo, avendo perso soltanto contro Spurs e Thunder nelle ultime otto partite. Ci sbilanciamo e diciamo due. Voi? Pronostico: 2
BULLS – CAVALIERS 118-92: Tutto facile per i Bulls contro Cleveland, alla sua undicesima sconfitta consecutiva negli scontri diretti contro Chicago. Lo United Center è il teatro perfetto dell’ennesima prova sopra i 20 punti di Carlos Boozer (24), che aggiunge a referto anche 11 rimbalzi. Parte dalla panchina il nostro Marco Belinelli, bravo comunque a segnare 15 punti nei 25 minuti concessi da coach Thibodeau, oltre a cinque assist e una palla recuperata. Tra i giocatori più in forma di Chicago segnaliamo Lourl Deng, con i suoi 19 punti e 7 assist. Immancabile poi l’apporto difensivo di Joakim Noah (17 rimbalzi, ma anche 11 punti). Per i Bulls è il quarto successo nelle ultime cinque partite, striscia positiva che proietta i tori rossi al quarto posto nella Eastern Conference con un record di 19-13, alle spalle di Heat, Knicks e Hawks. C’è da chiedersi adesso se la squadra saprà trarre beneficio dal ritorno in quintetto di Derrick Rose, fino all’anno scorso leader indiscusso di Chicago, oppure se il suo rientro causerà un rallentamento nei meccanismi fin qui perfetti dei ragazzi di Thibodeau. Per i Cavaliers discreta prestazione del rookie Irving, autore di 15 punti e 6 assist, che insieme a Dion Waiters è il miglior realizzatore degli ospiti. In classifica Cleveland ha un record migliore (8-28) soltanto degli Wizards.
WIZARDS – THUNDER 101-99: Proprio Washington è la sorpresa della notte. La cenerentola dell’intera lega (5-28) si regala una vittoria impronosticabile alla vigilia contro la migliore (fino ad oggi) franchigia della Western Conference. Kevin Durant e Russel Westbrook sono costretti a cedere di fronte la prova maiuscola del rookie Bradley Beal, che regala ad una manciata di decimi dalla sirena lunga la vittoria ai Wizards, la quinta stagionale. Beal chiude con 22 punti, 5 rimbalzi e 4 assist in 45 minuti di gioco. Non è bastata quindi la tripla di KD a 12 secondi dal termine, con la quale Oklahoma aveva pareggiato i conti portando il risultato sul 99-99. Overtime scongiurati da un Bradley Beal decisamente in palla, che infligge una severa lezione a OKC umiliando nel canestro decisivo Perkins e Sefolosha. Per Durant comunque la soddisfazione personale di 29 punti, 8 assist e 7 rimbalzi a fine partita. Ottimo contributo anche di Serge Ibaka, in doppia doppia con 26 punti e 11 rimbalzi. Niente di eclatante invece dalle mani di Westbrook (17) e Kevin Martin (8, 0/6 da tre).
KNICKS – CELTICS 96-102: I Knicks pagano l’assenza per infortunio di Raymond Felton e la serata non proprio eccezionale di Carmelo Anthony, che comunque riesce lo stesso a mettere a referto i “soliti” 20 punti. I vecchietti di Boston infilano la loro terza W consecutiva, andandosi a prendere il successo direttamente al Madison Square Garden con una prestazione da incorniciare di Kevin Garnett. KD va in doppia cifra (19 punti, 10 rimbalzi) e fa girare tutta la squadra, guidata da un grande Paul Pierce, top scorer dei suoi con 23 punti, a cui aggiunge anche 6 assist. La vittoria dei Celtics diventa ancora più importante se si sottolinea l’assenza nel quintetto degli ospiti di un certo Rajon Rondo. In classifica ora Boston raggiunge l’agognata parità (17-17), e resta aggrappata all’ottavo posto nella Eastern Conference. Situazione molto più tranquilla a New York, dove i Knicks conservano in ogni caso il secondo posto alle spalle degli Heat.
HORNETS – SPURS 95-88: San Antonio non perdeva con gli Hornets da sei incontri. I padroni di casa invece non vincevano due partite di fila da novembre. Non occorre aggiungere altro per definire il ko degli Spurs a New Orleans come la seconda sorpresa della notte Nba, dietro solo a quella del successo più clamoroso dei Wizards su Oklahoma. L’eroe dell’incontro per gli Hornets è senza dubbio Eric Gordon (24), autore di sei punti consecutivi nella fase più critica del quarto quarto. I padroni di casa ringraziano anche l’ottimo Greivis Vasquez, che piazza una doppia doppia da 14 punti e 11 assist. Oltre alle prestazioni individuali però va sottolineata la grande difesa di New Orleans, che tiene sotto i 90 punti una squadra come San Antonio. Tra gli ospiti il migliore è Manu Ginobili (21), mentre Tony Parker (16) e Duncan (13) non riescono a incidire come al loro solito.
BLAZERS – MAGIC: Dopo otto L consecutive, è arrivata anche la nona sconfitta per i Magic, battuti all’overtime da Portland dopo aver acciuffato l’extra-time con la bomba di Jameer Nelson a 8 secondi dalla sirena (108-108). Lo stesso Nelson ha raggiunto e superato Scott Skiles, che con 2776 assist deteneva il record di assist-man della franchigia dei Magic. Sono dodici gli assist messi a referto nella notte da Jameer, a cui si aggiungono i 29 punti di un fantastico J.J. Reddick e i 24 di Afflalo. Dall’altra parte mostruosa la prestazione del collettivo dei Blazers, con Aldridge a farla da padrone (27), ma anche Matthews (24), Hickson (20), Lillard (18) Batum (16) giocano un ruolo fondamentale nel successo di oggi.
JAZZ – MAVERICKS 100-94: Dallas, reduce dal ko casalingo contro gli Hornets all’overtime, non riesce a risollevarsi sul parquet dei Jazz, incappando così nell’ennesima sconfitta stagionale (13-22), che rischia di affossare definitivamente le residue speranze di agguantare i play-off. Non bastano ai Mavericks i 20 punti di Dirk Nowitzki, alla sua seconda partita da titolare dopo il rientro. Dallas ha la sfortuna di incontrare sulla sua strada uno strepitoso Gordon Hayward, che chiude con 27 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e due stoppate. Questo successo consente ai Jazz di avvicinare l’ottavo posto di Denver nella Western Conference, ora distante soltanto due vittorie.
KINGS – GRIZZLIES 81-113: Partita senza storia a Sacramento, dove i padroni di casa vengono spazzati dai Grizzlies, sempre in controllo del match. Memphis trova dalla panchina 26 punti di uno scatenato Wayne Ellington. Sono in totale sei i giocatori in doppia cifra per gli ospiti, tra cui Zac Randolph (17) e Mike Conley (15). Bene anche Marc Gasol con 13 punti e 6 rimbalzi catturati. Nei Kings l’unico che si salva è John Salmons con 17 punti.
NBA HIGHLIGHTS 07-01-2013, BRADLEY BEAL REGALA LA VITTORIA AI WIZARDS NEL FINALE
La sontuosa prestazione di Marco Belinelli nella notte NBA consente ai Chicago Bulls di battere a domicilio i New York Knicks in una gara dal risultato incerto fino alle battute finali del match. La franchigia dell’Illinois parte bene e mette a distanza di sicurezza i blu-arancio orfani di Carmelo Anthony, che tiene botta soltanto con i punti fondamentali di Tyson Chandler che la fa da padrone nel pitturato, aggiungendo 18 rimbalzi ad uno score personale di 14 punti. Felton spara a salve e chiude con 27 punti ma un 9/30 dal campo, pessimo tanto quanto il resto della squadra che colleziona in totale un 27/84 che è davvero poco per poter impensierire questi Bulls. Belinelli, partito titolare, piazza 22 punti importanti per lui e per la squadra, e con l’aiuto di un ottimo Deng (22 punti anche per lui) e del vivace Nate Robinson, regala una vittoria dal sapore speciale per i Bulls e i suoi tifosi, in visibilio sugli spalti per aver battuto una storica rivale e una possibile pretendente al titolo, dando un chiaro segnale di ripresa e di unità nonostante la pesantissima assenza di un certo Derrick Rose.
Ritorna al successo dopo due ko di fila per Miami, vittoriosa contro gli Hornets sul parquet amico dell’American Airlines Arena. Partita senza storia già dalle prime battute del match, con gli Heat che prendono il largo già ad inizio del secondo quarto trascinati dal solito duo James-Wade, che mettono a referto complessivamente 50 punti. New Orleans ha un sussulto di orgoglio solo nel finale, quando Robin Lopez porta i suoi a -8 mantenendo vive le flebili speranze dei “calabroni” di espugnare il campo dei campioni in carica. Miami sigilla il match con un parziale terrificante di 11-0 infliggendo l’ennesima sconfitta agli Hornets.
Show nel derby texano tra Dallas e Houston, vinto dai Mavericks dopo un emozionante duello tra OJ Mayo e James Harden, veri protagonisti della serata. “The Beard” guida la rimonta dei Rockets che nel primo quarto erano sotto di 15, per poi passare in vantaggio e mantenere un esiguo margine alla fine del primo tempo. Si scatena così Mayo che dopo aver totalizzato 22 punti nella prima frazione, sfodera un quarto quarto da paura replicando alla prestazione altrettanto super di un Harden in forma All Star e trascinando i suoi ad una vittoria memorabile sul parquet di Houston. Alla fine il tabellino dirà 40 punti per Mayo e 39 per Harden, che la dice lunga sull’equilibrio e la spettacolarità della partita.
RISULTATI NBA 8 DIC 2012
Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 117-99 Cli: Griffin 24, Crawford 21, Paul 16 Pho: Beasley 21, Brown 19, Scola 18
Washington Wizards – Golden State Warriors 97-101 Was: Crawford 22, Beal 17, Seraphin 14, Martin 14 GS: Lee 24, Thompson 23, Curry 22
Charlotte Bobcats – San Antonio Spurs 102-132 Cha: Walker 23, Henderson 13, Sessions 12 SA: Green 23, Parker 22, Mills 13
Boston Celtics – Philadelphia 76ers 92-79 Bos: Garnett 19, Green 16, Pierce 13 Phi: Young 22, Turner 13, Holiday 11
Miami Heat – New Orleans Hornets 106-90 Mia: Wade 26, James 24, Bosh 13 NO: Anderson 24, Lopez 20, Smith 12
Cleveland Cavaliers – Detroit Pistons 97-104 Cle: Pargo 24, Varejao 16, Miles 15 Det: Knight 30, Prince 14, Monroe 11
Chicago Bulls – New York Knicks 93-85 Chi: Belinelli 22, Deng 22, Robinson 14 NY: Felton 27, Smith 15, Chandler 14
Memphis Grizzlies – Atlanta Hakws 83-93 Mem: Randolph 18, Gasol 18, Gay 17 Atl: Smith 24, Williams 21, Horford 19
Houston Rockets – Dallas Mavericks 109-116 Hou: Harden 39, Parsons 18, Douglas 13 Dal: Mayo 40, Kaman 20, Collison 12, Carter 12
Da sempre lo sport americano ed in particolare la NBA, offre al Mondo intero atleti che grazie alle proprie gesta sono diventate vere ed autentiche icone, sui quali spesse volte sono stati realizzati film o fiction tv, ciò ha permesso a tali atleti di entrare cosi a far parte di quella stretta cerchia di personaggi da museo dello sport contemporaneo.
Ora la galleria di tale museo, ricca già di suo, di tanti volti di atleti, che nelle proprie discipline hanno scritto pagine memorabili di storia, c’è anche il viso di Kobe Bryant celebre stella dei Los Angeles Lakers e della Nazionaledegli USA, giocatore di basket senza dubbio tra i più celebri al mondo, proprio grazie alla sua bravura e fisicità, qualità che gli hanno concesso di poter diventare nella sua lunga carriera un’autentica icona della NBA.
Ma questo alla stella dei Lakers non bastava, infatti come grandi film americani ambientati nel mondo dello sport, su tutti spicca il famosissimo Rocky seguito da tanti altri film, in cui il coraggio, la voglia di vincere e di migliorarsi, consentivano ai protagonisti di raggiungere vittorie difficili ed insperate, anche Bryant ha realizzato la sua impresa.
Però il traguardo raggiunto dal celebre giocatore dei Lakers, non è frutto di un copione cinematografico o di effetti speciali, ma è dovuto alle sue grandi qualità di cestista, che gli hanno concesso l’opportunità di volare oltre i limiti dell’immaginabile, toccando l’incredibile quota di 30mila punti realizzati in carriera.
Tale traguardo tagliato nella vittoria contro gli Hornets, match in cui la stella di Los Angeles ha siglato ben 29 punti, gli ha aperto le porte del celebre museo dello sport, diventando cosi il quinto giocatore della NBA a toccare tale cifra ma il più giovane a realizzarlo.
Infatti prima di Kobe, altri 4 giocatori erano riusciti in questa impresa, il primo fu Kareem Abdul-Jabbar, che militando sempre nei Lakers realizzò la bellezza di 38.387 punti in carriera, seguito da Karl Malone con un bottino di 36.928 punti, alle sue spalle Michael Jordan con un totale di 32.292 punti, per finire con Wilt Chamberlain il quale centrò la bellezza di 31.419. Però Kobe a differenza di chi lo ha preceduto ha dalla sua parte il tempo, infatti con ancora un anno e mezzo di contratto e con 34 anni sulle spalle, la stella dei Lakers ha ancora davanti a se almeno altri 4 forse 5 anni di carriera da poter sfruttare.
Questo significa che il record fissato dei 30mila punti, potrebbe essere facilmente superabile, a cui va aggiunto anche il un altro record, ossia i 600 punti realizzati nella postseason per tre anni consecutivi, che certificano a tutti gli effetti l’ingresso di Bryant tra i più grandi dello sport nell’epoca contemporanea.
Con estrema probabilità a partire dalla prossima stagione, i New Orleans Hornets team della NBA potrebbero cambiare nome, diventando cosi New Orleans Pelicans, passando cosi dai calabroni simbolo che attualmente contraddistingue il team, ai pellicani. Tale cambiamento è stato progettato da Tom Benson proprietario del club, che fin dal suo arrivo nel mese di aprile, aveva messo in cantiere un possibile cambio di denominazione e nel caso specifico di logo. La scelta del pellicano come simbolo, risiede nel fatto che tale specie di volatile è presente nello Stato della Louisiana, a cui si aggiunge il fatto che lo stesso proprietario del team è anche l’attuale detentore dei diritti sul logo.
Ad oggi la NBA non è nuova ad improvvisi cambi di denominazione da parte dei team che vi fanno parte, infatti tra i casi più celebri c’è quello degli attuali Brooklyn Nets, nati nel 1967 con il nome di New Jersey Americans, nel corso degli anni il team di New York ha avuto diversi cambi di denominazione, come New York Nets mantenuto dal 1968 al 77, per poi passare a New Jersey Nets mantenuto dal 1977 al 2012, per poi passare nell’attuale stagione a Brooklyn Nets.
Discorso simile anche in casa Philadelphia 76ers, dove in origine il nome del team era Syracuse Nationals, poi dal 1963 il cambio di denominazione. Stessa cosa accaduta anchenel calcio ed in particolare in MLS (in USA ci sono ben 3 federazioni calcistiche la MLS è la più alta in grado,equivalente della nostra serie A) dove gli attuali New York Redbulls, hanno cambiato per ben tre volte la propria denominazione, cominciando da Cosmos, passando per Metrostars fino ad arrivare agli attuali RedBulls. Discorso simile per i Los Angeles Galaxy, club in cui la dirigenza prima degli attuali colori sociali ossia: gialloro e blu, in precedenza utilizzarono il nero ed arancione
Dunque anche in casa New Orleans sembra essere tutto pronto per un nuovo “battesimo”, ed essendo un pellicano che ne contraddistinguerà la bandiera, i tanti tifosi si augurano possa essere anche un ottimo porta fortuna, al fine che la propria squadra possa volare in classifica proprio come fanno i pellicani nel cielo della Louisiana.
I Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni, per la prima volta sedutosi in panchina da quando ha assunto l’incarico di head coach della franchigia californiana dopo l’operazione al ginocchio, trovano contro i Brooklyn Nets la terza vittoria consecutiva dopo l’avvio di stagione disastroso che ha portato al licenziamento di Mike Brown. 95-90 per i gialloviola che hanno portato 4 giocatori in doppia cifra: 25 punti, 5 assist e 4 rimbalzi per Kobe Bryant, 23 punti e 15 rimbalzi per colui che in estate sarebbe dovuto andare ai Nets Dwight Howard, 17 punti, 11 rimbalzi e 7 assist per Pau Gasol e 17 punti e 8 rimbalzi per Metta World Peace. I Lakers vanno in record positivo (6-5). Ai Brooklyn Nets non bastano Deron Williams (22 punti e 10 assist), Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi) e Joe Johnson (14 punti e 6 assist).
Non c’è storia tra New Orleans e New York (80-102): dopo un primo tempo equilibrato i Knicks dominano la seconda metà di gara spegnendo le speranze di successo della franchigia della Louisiana ancora orfana di Anthony Davis e Eric Gordon. New York trascinata dal solito Carmelo Anthony (29 punti, 6 rimbalzi e 4 assist) tocca quota 8 successi (e una sola sconfitta), miglior record della Lega. Da segnalare anche le belle giocate di Raymond Felton e di J.R. Smith.
Non bastano i 22 punti di Andrea Bargnani ad evitare ai suoi Toronto Raptors l’ottava sconfitta stagionale: la franchigia canadese cade sul parquet dei Philadelphia 76ers per 106-98. Per il Mago anche 7 rimbalzi, bene anche DeRozan (24 punti) e Calderon (13+12 assist). Protagonisti per i padroni di casa il trio Thaddeus Young, Jason Richardson e Jrue Holiday che hanno messo a referto rispettivamente 23, 21 e 19 con l’ultimo citato che ha anche condito la sua prestazione con 12 assist. Philadelphia con questo successo raggiunge il quinto posto nella Eastern Conference prenotando un posto nei playoff.
RISULTATI NBA 20 NOV 2012
Philadelphia 76ers – Toronto Raptors 106-98 Phi: Young 23, Richardson 21, Holiday 19 Tor: DeRozan 24, Bargnani 22, Calderon 13, Lowry 13
New Orleans Hornets – New York Knicks 80-102 NO: Anderson 15, Rivers 14, Roberts 13 NY: Anthony 29, Felton 15, Smith 15
Los Angeles Lakers – Brooklyn Nets 95-90 Lak: Bryant 25, Howard 23, Gasol 17, World Peace 17 Bro: Lopez 23, Williams 22, Johnson 14
Nella notte NBA i New York Knicks conoscono la loro prima sconfitta stagionale al FedEx Forum di Memphis. Dopo le 6 vittorie consecutive la franchigia della Grande Mela deve arrendersi 105-95 alla squadra che attualmente detiene il miglior record della Lega, i Grizzlies. Superlativi i due lunghi: il più giovane dei fratelli Gasol, Marc, e Zach Randolph che mettono a referto 24 punti e 7 rimbalzi e 20 punti e 15 rimbalzi a testa. Ai Knicks non bastano Melo Anthony e Raymond Felton.
I Los Angeles Lakers del nuovo corso Mike D’Antoni (ancora non in panchina) si rialzano dopo la battuta d’arresto all’esordio contro i San Antonio Spurs. I californiani battono i Phoenix Suns 114-102 guidati dal solito Kobe Bryant autore di 31 punti coadiuvato dall’ apporto di Metta World Peace (22 punti) e dalle doppie doppie di Dwight Howard (18 punti e 12 rimbalzi) e Pau Gasol (16 punti e 10 rimbalzi).
Riscatto immediato anche per gli Oklahoma City Thunder che sbancano New Orleans 110-95, sugli scudi Kevin Durant con 27 punti e 9 rimbalzi. Spettacolo tra Portland Trail Blazers e Houston Rockets: i texani sempre avanti durante i primi tre periodi costruiscono un buon vantaggio ma nell’ultimo quarto vengono ripresi dai padroni di casa grazie alle bombe (8/17 in due) di Batum (35 punti) e Lillard (27). Si va all’overtime con la franchigia dell’Oregon che mantiene il possesso di vantaggio. Ai Rockets non basta Harden autore di 29 punti, 6 rimbalzi e 6 assist). Vittorie anche per Philadelphia 76ers, Indiana Pacers, Orlando Magic, Golden State Warriors e Atlanta Hawks.
RISULTATI NBA 16 novembre 2012
Philadelphia 76ers – Utah Jazz 99-93 Phi: Holiday 26, Richardson 20, Young 14 Uta: Millsap 22, Jefferson 15, Carroll 17
Indiana Pacers – Dallas Mavericks 103-83 Ind: Hill 15, West 15, Hibbert 14, Young 14 Dal: Mayo 19, Collison 10, Carter 10
Detroit Pistons – Orlando Magic 106-110 Det: Monroe 23, Prince 18, 14 Singler Orl: Redick 23, Afflalo 19, Davis 17
New Orleans Hornets – Oklahoma City Thunder 95-110 NO: Anderson 15, Lopez 12, Mason jr 11 Okl: Durant 27, Martin 27, Ibaka 15
Minnesota Timberwolves – Golden State Warriors 98-106 Min: Williams 23, Shved 22, Kirilenko 18 GS: Barnes 18, Lee 18, Curry 17
Memphis Grizzlies – New York Knicks 105-95 Mem: Gasol 24, Randolph 20, Gay 17 NY: Anthony 20, Felton 18, Wallace 13
Sacramento Kings – Atlanta Hawks 96-112 Sac: Thompson 19, Thornton 17, Evans 14 Atl: Korver 22, Williams 21, Horford 20
Dopo aver esaminato la Eastern Conference, passiamo in rassegna i team della Western Conference che da molti anni ormai si rivela molto più competitiva ed equilibrata rispetto a quella delle squadre poste ad Est della NBA. Questa l’analisi delle Division e delle franchigie che si apprestano a giocare nel campionato 2012/2013.
SOUTHWEST DIVISION
Dallas Mavericks: Gli ex campioni NBA si apprestano a disputare una stagione completamente (o quasi) rinnovati. Squadra più giovane ed inserimenti mirati come Darren Collison in regia, Kaman al centro dell’area, Elton Brand lungo di lusso dalla panchina e O.J. Mayo nel ruolo di guardia sperando che possa esplodere. L’avvio non sarà facile visto che i Mavs dovranno fare a meno per un pò di tempo del leader tedesco Nowitzki per alcuni problemi al ginocchio. Tuttavia Dallas può essere tranquillamente annoverata tra le squadre che parteciperanno ai playoff.
Houston Rockets: Chi farà più fatica a conquistare un posto per la post season è Houston che al momento pare meno attrezzata per raggiungere questo obiettivo. Le fortune dei Rockets passeranno dalle mani di Jeremy Lin, fantastico nella scorsa annata ai Knicks fino a quando non si è infortunato. Ma il resto del team è troppo giovane ed inesperto per poter puntare in alto. Forse sarebbe meglio perdere qualche partita in più e puntare ai primi posti della Draft Lottery per poter continuare il processo di costruzione.
Memphis Grizzlies: Squadra come al solito molto interessante e completa, che però potrebbe pagare la cessione di Mayo che dalla panchina portava sempre il suo discreto contributo (un pò come Harden ai Thunder). Memphis ha un grande settore lunghi e un back court completo e con la giusta dose di fortuna nessun traguardo pare vietato preventivamente. Rudy Gay è chiamato alla stagione della sua definitiva consacrazione.
New Orleans Hornets: Gli Hornets sono in piena ricostruzione e tutto pare andare a gonfie vele visto che in un Draft ricco di talenti come quello del 2012 il team della Louisiana ha scelto davvero bene: Anthony Davis (il giocatore più simile a Dwight Howard) come prima scelta assoluta, a completare l’opera è arrivato Austin Rivers, figlio di Doc (coach di Boston) che ha già fatto intravedere lampi del suo talento. Anche il resto della squadra non è male e già in questo primo anno di rilancio si potranno avere buoni risultati. Ovviamente i playoff appaiono lontani ma gli Hornets, mattone dopo mattone, cercheranno di rientrare nei piani alti del basket NBA.
San Antonio Spurs: Ultima grande occasione per i texani che proveranno ancora una volta l’assalto al titolo. Le potenzialità per vincere ci sono tutte ma vista l’alta età media dei giocatori chiave ci sarà bisogno del contributo di tutti per dare modo a Ginobili, Duncan e Parker di poter riposare ed essere più freschi al momento della post season. La squadra è molto competitiva e possiede una panchina profonda e lunga, vedremo molto presto cosa riusciranno a fare i neroargento.
PACIFIC DIVISION
Golden State Warriors: Team molto interessante questi Warriors, il quintetto titolare è di gran livello con Curry in regia, Thompson guardia tiratrice (atteso a progressi notevoli), il rookie Barnes come ala piccola (che se trova la mano dalla distanza diventa inarrestabile) e la coppia di lunghi David Lee-Andrew Bogut che potenzialmente appare devastante. Non c’è molto talento in panchina (a parte 2/3 cambi) e per questo Golden State probabilmente non potrà ambire ai playoff. Ma il futuro sorride a questa squadra dopo qualche anno al di sotto delle previsioni.
Los Angeles Clippers: La squadra meno blasonata di Los Angeles dovrà provare ad alzare l’asticella degli obiettivi. Lo scorso anno fu semifinale di Conference ad Ovest con conseguente sconfitta pesante contro gli Spurs. Ora Chris Paul, Blake Griffin e compagni dovranno cercare di ottenere un risultato migliore ma non sarà facile nell’agguerrita Western Conference. Il talento c’è per poter puntare in alto, esperienza e gioventù si fondono in un bel mix ma servirà anche avere i nervi saldi nei momenti di difficoltà. Solo così si potrà arrivare in alto.
Los Angeles Lakers: I gialloviola dopo la grande campagna acquisti del mercato estivo sono la più seria candidata della Western Conference (assieme ai Thunder ovviamente) alla Finale NBA: sono arrivati in rapida sequenza uno dei migliori playmaker del momento e della storia NBA come Steve Nash, un grande ricambio in panchina come Jamison ed il centro più forte della lega, ovvero Dwight Howard. Questi giocatori vanno a rinforzare un gruppo che già può contare sul fenomeno indiscusso Kobe Bryant, su Pau Gasol (una delle ali grandi più forti della NBA) e su World Peace (alias Ron Artest) rendendo il roster dei Lakers uno dei miglior e più competitivi. Non sarà facile battere Oklahoma City nel testa a testa che si svilupperà nella stagione ma Los Angeles ha dato un segnale forte alla NBA, chi vorrà vincere dovrà fare i conti (necessariamente) con questi Lakers che puntano decisamente al titolo dopo un paio di stagioni non all’altezza del loro blasone.
Phoenix Suns: Restyling in casa Suns con i viola-arancio che si presentano ai nastri di partenza come una delle possibili sorprese della stagione. La squadra non ha delle vere e proprie “Stelle” considerando l’addio di Nash, ma un gruppo solido e valido in ogni reparto che potrà dare molto fastidio a tutti. L’obiettivo è quello di arrivare ai playoff, cosa non così sicura ma neanche impossibile. Beasley dovrà far vedere il suo vero potenziale, finora molto nascosto. Attenzione al rookie Marshall, playmaker che potrà diventare uno dei migliori della Lega.
Sacramento Kings: La mina vagante della Western Conference. Finalmente, dopo una decina di anni di Draft Lottery, a Sacramento ci sono le basi per far bene. La squadra è molto interessante ma soprattutto giovane e futuribile. A dare man forte sotto canestro ad un potenziale fenomeno come Cousins è arrivato Thomas Robinson dal Draft. In cabina di regia gran colpo con l’acquisto di Aaron Brooks che assieme ad Evans e Thornton promette scintille. Fredette dovrà elevare il suo rendimento, per completare questa squadra e renderla perfetta per l’approdo ai playoff serve un’ala piccola di livello, capace di segnare e difendere al tempo stesso. Ma a Sacramento possono guardare con fiducia al futuro, anche se il rischio di perdere la franchigia incombe sempre, dato che i Maloof (i proprietari dei Kings) non vogliono sborsare molti soldi per i rinnovi dei giocatori e per la costruzione della nuova Arena e da Seattle premono forte per acquistare una squadra talentuosa ed in rampa di lancio per ricreare i tanto rimpianti SuperSonics.
NORTHWEST DIVISION
Denver Nuggets: Il team di Danilo Gallinari punta deciso ai traguardi più alti ed in effetti nulla pare precluso a priori. Il “Gallo” ha attorno a sè compagni di alto livello come il play Ty Lawson, l’ala grande Faried (la vera sorpresa della scorsa stagione), il centro McGee (dal potenziale enorme ma dalla testa deficitaria), in più dai Sixers è arrivato un top player come Andre Iguodala (sacrificando un onesto comprimario come Afflalo ora ad Orlando). Chiaro dunque che le potenzialità dei Nuggets appaiono illimitate, considerando anche la panchina lunga, da sempre punto di forza della franchigia del Colorado. Per Denver sarebbe possibile anche l’approdo alla Finale di Conference se tutto procederà nel verso giusto.
Minnesota Timberwolves: Reduci da una buona stagione nello scorso torneo, i Timberwolves sono chiamati a migliorarsi ed a centrare (dopo molti anni) la post season. L’obiettivo non pare poi così irraggiungibile anche se a Minneapolis la partenza sarà ad handicap visto l’infortunio alla mano di Kevin Love (che salterà sicuramente il primo mese di regular season) e la degenza di Rubio (che sta recuperando dall’infortunio al ginocchio che lo ha messo KO nello scorso campionato con i Timberwolves in lotta per un posto playoff). I loro recuperi saranno fondamentali per le fortune di Minnesota che in Estate ha completato il roster con le acquisizioni di Kirilenko e Brandon Roy, tornato nel grande basket dopo aver annunciato solo 12 mesi fa il suo ritiro dalla scena a soli 27 anni.
Oklahoma City Thunder: Assieme ai Lakers la grande favorita dell’Ovest. Squadra giovanissima ma già vincente, assetto collaudato, talento a bizzeffe, a questi Thunder non manca proprio nulla per aggiudicarsi il titolo di campioni NBA. E’ cambiato poco rispetto all’ultima (quasi) trionfale annata (vista la sconfitta in Finale contro i Miami Heat di LeBron James), è arrivato Perry Jones III dal Draft, giocatore molto simile a Jeff Green, l’unico pezzo importante perso per strada del progetto vincente partito da Seattle nel 2007. Il gruppo è rimasto intatto e si sente unito e pronto a togliersi finalmente grandi soddisfazioni. Con un asso come Kevin Durant, al momento il secondo giocatore più forte della lega dopo James, nulla è precluso. Ibaka ha rinnovato il contratto ed a centro area dispenserà ancora una volta le sue stoppate, l’incognita è Harden che invece ha il contratto in scadenza e per esigenze di salary cap potrebbe essere piazzato a qualche altra squadra anche in corso di campionato per non perderlo a zero a luglio. Ma per il resto la corazzata Thunder è pronta a (ri)scrivere la storia.
Portland Trail Blazers: Portland è in una fase delicata, di ricostruzione, e per questo non ci si potrà aspettare molto dai giovani Blazers. Tutto ciò che arriverà in questo campionato sarà solo un guadagno, in attesa di vedere una squadra vincente nell’immediato futuro. Attenzione al rookie Damian Lillard, un playmaker moderno dalle capacità illimitate.
Utah Jazz: I progressi dei Jazz sono evidenti, la forza della squadra è indubbiamente il settore lunghi, con Jefferson, Millsap, Kanter e Favors che rappresentano quasi il meglio che si può trovare sotto canestro. Meno completo il back court. Ma le fortune della squadra dello Utah dovranno essere costruite nelle gare in trasferta, da sempre punto debole di questa franchigia, vista invece la difficoltà degli altri team a giocare a Salt Lake City, parquet quasi inespugnabile. Lotteranno per aggiudicarsi l’ultimo posto playoff.
Nell’ultimo appuntamento dell’NBA Europe Live Tour 2012 colpaccio del Barcellona che imita il Fenerbahce di Simone Pianigiani (vittorioso qualche giorno fa contro i mitici Boston Celtics) e supera gli ex campioni NBA dei Dallas Mavericks per 99-85. Si conclude con un sostanziale pareggio il viaggio in Europa delle franchigie americane con 2 vittorie e 2 sconfitte per parte.
Nel successo dei catalani da segnalare però l’assenza del leader dei texani Dirk Nowitzki messo KO dal ginocchio (problema risolvibile in qualche giorno), una mancanza che si è fatta sentire tra i Mavs apparsi davvero sterili in attacco. Nel primo quarto il Barcellona prova la fuga, ma Dallas impatta sulla sirena per il provvisorio 21 pari.
I problemi offensivi degli ospiti vengono mitigati da una buona difesa di squadra che permette di andare al riposo lungo sotto di soli 2 punti (42-40). Il primo strappo al match degli spagnoli arriva ad inizio ripresa grazie alla grande regia di Huertas che porta la sua squadra sul 53-45. Carlisle chiama timeout ma le cose non cambiano molto e Navarro con una tripla fissa il provvisorio 64-51. Il quarto si chiude con il Barcellona avanti per 74-56 e la gara sembra ormai in archivio.
Nell’ultimo periodo Dallas alza la pressione e si porta sul -10 nei primi minuti, Collison e Carter guidano un altro parziale per il provvisorio -6 (83-77 a 5 minuti dal termine) ma quando i Mavs ormai sembrano rientrati in partita ci pensa Pete Mickeal (aiutato dal solito Navarro) a chiudere i conti: a fine gara 19 punti per entrambe le stelle catalane, tra le fila degli americani 14 punti di Collison e doppia doppia di Kaman da 15 punti e 10 rimbalzi. Dopo Philadelphia 76ers (2006) e Los Angeles Lakers (2010) il parquet di Barcellona miete un’altra vittima illustre.
Nelle altre gare della notte, successo che dà morale ai Bulls (in attesa del recupero dall’infortunio ai legamenti del ginocchio di Derrick Rose) che superano i Grizzlies per 92-88. Bene anche i Milwaukee Bucks che stendono i Cleveland Cavaliers (reduci ieri dal successo stentato contro la Montepaschi Siena) con il risultato di 97-80.
Bella partita tra New Orleans e Charlotte, dove gli occhi erano puntati tutti sulla sfida tra le prime 2 scelte assolute all’ultimo Draft, ovvero Anthony Davis (centro degli Hornets) e Michael Kidd-Gilchrist (ala piccola dei Bobcats). Successo dei padroni di casa della Louisiana con Davis che vince anche il confronto diretto con il rivale, ex compagno di squadra lo scorso anno a Kentucky University. Davis è il miglior realizzatore del match con 22 punti e 9 rimbalzi, mentre l’ala di Charlotte chiude con soli 10 punti (in aggiunta 3 rimbalzi e 4 assist). Da segnalare per New Orleans la doppia doppia dell’altro lungo Robin Lopez (18 punti e 13 rimbalzi), 15 i punti del neo acquisto Ryan Anderson dai Magic (tutti su tiro da 3, con 5/6 per lui). Per i Bobcats il top scorer è Ben Gordon con 15 punti, seguìto da Mullens con 14. Attenzione agli Hornets che nonostante la giovane età della squadra presentano una formazione molto interessante e ricca di talento capace di dare fastidio a chiunque in vista della stagione NBA. L’agguerrita Western Conference sforna un altro team molto futuribile e dalle potenzialità illimitate.