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  • L’Italia dura un quarto, Azzurri KO contro la Serbia

    L’Italia dura un quarto, Azzurri KO contro la Serbia

    L’Italia apre i suoi Europei di basket in Lituania con una sconfitta contro la Serbia (ancora più netta di quanto dica il risultato finale che resta comunque pesante con un -12 che non lascia scampo ad alcuna scusa): partita largamente insufficiente, giocata bene solo in avvio e poi per qualche minuto nel terzo quarto quando ci si è riavvicinati ai nostri avversari, cosa che ha fatto sperare qualche tifoso in una miracolosa rimonta.

    Niente di tutto ciò è accaduto, la Serbia si è dimostrata squadra di grande valore e di immenso talento e conferma così le ambizioni della vigilia che la vedono come principale antagonista della super favorita Spagna. Al contrario tutto ciò che di buono gli Azzurri avevano mostrato nei giorni precedenti al torneo sembra scomparso improvvisamente nel nulla. Serve un necessario cambio di rotta (non tutto è da buttare, perchè il quintetto “piccolo” utilizzato da coach Simone Pianigiani nel terzo quarto per la rimonta è un’arma da sfruttare maggiormente visti i buoni risultati portati in quei pochi minuti)

    Come dicevamo l’Italia parte bene, costringe la Serbia a giocare veramente male, Danilo Gallinari va subito in doppia cifra ma un pò tutti, da Hackett a Bargnani (entrato dalla panchina) mostrano di essere in partita, cosa che lascerebbe ben sperare in vista degli altri quarti (al riposo del primo periodo si va sul 18-10 in nostro favore). Nel secondo quarto però i serbi si trasformano, le seconde linee slave travolgono letteralmente una piccola Italia che non riesce ad opporre la minima resistenza, Tepic e Macvan fanno il bello e cattivo tempo sia in attacco che in difesa ed ecco servito un super parziale di 25-11 che sconvolge letteralmente l’equilibrio della partita e porta avanti i nostri avversari sul 35-29 punteggio con cui si chiude il primo tempo.

    Nella ripresa la musica non cambia ed a salire in cattedra è Milos Teodosic che mostra tutta la sua classe guidando il parziale di 17-5 che porta la Serbia sul +18 (52-34). Con il quintetto “piccolo” e la zona, Pianigiani sembra azzeccare la mossa giusta perchè nei minuti che separano le squadre dalla fine del terzo quarto i nostri giocatori riescono a portarsi sul -4 (57-53) per merito di un ottimo Bargnani. Tuttavia è un fuoco di paglia perchè Teodosic e Macvan si accendono all’improvviso nell’ultimo periodo e per Gallinari e compagni non c’è scampo: nuovo allungo serbo sul +16 (73-57), poi gestione oculata degli uomini di Ivkovic che chiudono sul +12 con risultato finale di 80-68.

    Tra le fila italiane da segnalare i 22 punti di Bargnani ed i 15 di Gallinari (spentosi però relativamente presto), prova insufficiente per Belinelli che chiude con 9 punti ma poco incisivo nei momenti cruciali. Tra i serbi ottimi Teodosic, campione assoluto, che mette a referto 15 punti, così come Tepic. Macvan (esordio col botto per lui in questo Europeo) arriva fino a 14 punti mentre Krstic, come al solito autoritario sotto i tabelloni, ne firma 8. Prossima partita per l’Italia domani contro la Germania. Inutile dire a questo punto, che sin tratta, per noi, di sfida già decisiva! Chissà come la penserà Dirk Nowitzki.

    Questa l’analisi di coach Pianigiani dopo la partita:

    • “Dobbiamo essere più regolari nei 40 minuti, i nostri alti e bassi non li risolviamo in un giorno ma possiamo provare ad attutire questo aspetto. C’è comunque molto da salvare perché abbiamo disputato una partita vera contro avversari di assoluto livello e questo un anno fa non era per niente scontato. Dopo un buon avvio, andato anche oltre le nostre migliori aspettative, abbiamo perso il momento della partita tutti insieme e in quello siamo colpevoli. Nella seconda frazione abbiamo rallentato e quando ci siamo fermati non abbiamo raccolto nulla, subendo il loro fisico e le loro mani addosso. Nel terzo quarto li abbiamo messi in difficoltà con la zona e negli ultimi dieci minuti, con un antisportivo e qualche errore di troppo siamo finiti di nuovo sotto”.

    SERBIA-ITALIA 80-68 (10-18, 35-29; 57-53)

    SERBIA – Teodosic 15, Tepic 15, Savanovic 5, Krstic 8, Keselj 7; Rasic 5, Bjelica 3, Markovic 2, Perovic 6, Macvan 14. N.e.: Marjanovic. Paunic. All.: Ivkovic.

    ITALIA – Mancinelli 8, Gallinari 15, Belinelli 9, Cusin 2, Hackett 7; Maestranzi 0, Carraretto 2, Bargnani 22, Mordente 3, Cinciarini 0, Datome 0. N.e.: Renzi. All.: Pianigiani.

  • Basket: Alle 14 Italia-Serbia. Debutto da brividi all’Europeo

    Basket: Alle 14 Italia-Serbia. Debutto da brividi all’Europeo

    Oggi 31 Agosto prenderanno il via gli Europei di basket che si disputano in Lituania. Per l’Italia l’esordio non sarà dei più semplici visto che il sorteggio non solo ci ha inserito nel girone B, quello sicuramente più forte (definito il gruppo della morte) assieme a squadre di assoluto valore come Francia, Serbia, Germania, Israele e Lettonia, ma ci ha giocato anche un brutto scherzo nel calendario dato che la prima partita sarà contro la Serbia, favorita nella corsa al primo posto nel raggruppamento.

    ©Javier Soriano/Getty Images
    Tuttavia ci sono validi motivi per sperare di fare bene: in primis il fatto di poter schierare assieme le nostre 3 stelle NBA, ovvero Danilo Gallinari (al primo grande appuntamento con la maglia  Azzurra), Andrea Bargnani e Marco Belinelli. Il nostro trio di atleti non teme il confronto con nessuno (solo la Spagna ha potenzialmente dei giocatori superiori), ma oltre a Bargnani sotto canestro non abbiamo nè qualità e nè quantità, oltre a difettare in centimetri e muscoli. Ecco perchè il Commissario Tecnico Simone Pianigiani utilizzerà molto spesso un quintetto agile e veloce che potrà usare come arma a proprio favore la mancanza di quei centimetri e di quei chili nei confronti della Serbia, mettendo in campo giocatori “piccoli” che alzeranno i ritmi dell’incontro per mandare i serbi “fuori giri”. La tattica dello “small-ball” da handicap potrebbe anche rivelarsi arma micidiale, perchè se l’alchimia tra i nostri giocatori sarà di alto livello, metterà in grossa difficoltà qualsiasi avversario che ci troveremo davanti. In pratica si dovrà fare di necessità virtù, ma non è affatto detto che usando uno stile di gioco del genere non se ne possano ricavare più benefici che svantaggi. La cosa importante comunque è partire bene ed una vittoria oggi pomeriggio potrebbe darci veramente la spinta psicologica per poter diventare la sorpresa della manifestazione. I serbi dispongono di una squadra di altissimo valore tecnico (Krstic e Teodosic su tutti) però bisogna restare concentrati e non pensare di essere battuti in partenza. Il trio Gallinari-Bargnani-Belinelli (magari associato all’esplosione di Mancinelli ed Hackett) potrebbe regalarci grosse soddisfazioni! Alla vigilia del match queste le parole del C.T. Pianigiani:

    • “La Serbia ha già dimostrato di essere squadra. Al di là del risultato, in questo Europeo, questo aspetto è di per se’ importante.I serbi hanno un proprio sistema e una propria identità e, all’interno di questi, hanno tanto talento individuale. Il loro gioco è caratterizzato da una durezza e da una costanza difensiva che rischiano di stritolarti. Segnano poi tantissimo in contropiede. La nostra idea è di rimanere aggrappati alla partita e poi di provare a dare una svolta. Anche l’Italia ha dimostrato di avere una propria identità in questo periodo, anche se non ho dubbi che giochiamo in un girone molto forte. E’ già capitato che un pizzico di emozione ci abbia guastato gli esordi, come al Torneo di Rimini, dove abbiamo perso con la Bosnia. Ma è anche vero che questa squadra, come già lo scorso anno, ha dimostrato di saper reagire. Se facciamo canestro difendiamo meglio. È una questione di fiducia. L’importante è non farci prendere dagli incubi“.

    Questo il commento di Andrea Bargnani, stella dei Toronto Raptors in NBA e leader della nostra squadra:

    • Il nostro è un girone molto difficile ma noi siamo pronti e soprattutto siamo ansiosi di scendere in campo. Non vediamo l’ora che inizi l’Europeo. Il nostro staff è di primissimo livello e noi abbiamo lavorato bene durante la preparazione. 5 gare così tirate in 6 giorni sono tante e sarà importante recuperare bene tra una gara e l’altra. Logico che ci sia più pressione rispetto ad una partita di qualificazione ma allo stesso tempo è anche bello poter giocare contro squadre forti come Serbia, Francia e Germania“.
  • NBA: Dampier a Miami, i Thunder rinnovano Nick Collison

    NBA: Dampier a Miami, i Thunder rinnovano Nick Collison

    I Miami Heat, che non stanno attraversando un buon periodo dopo che ad inizio anno erano in molti a vederli come la squadra favorita per il titolo NBA, hanno firmato il free agent Eric Dampier.

    L’innesto di Dampier si spiega con i numerosi problemi di Miami sotto i tabelloni e più in generale nella zona pitturata, dove nelle ultime uscite la franchigia della Florida ha accusato un profondo gap con gli avversari soprattutto nella lotta a rimbalzo.

    Per far posto all’ex centro dei Dallas Mavericks è stato tagliato Jerry Stackhouse, firmato ad inizio anno per sopperire all’assenza di Mike Miller infortunatosi ad un dito della mano. Ma lo scarso rendimento dell’ex Washington Wizards e Detroit Pistons ha convinto la dirigenza degli Heat a tagliarlo per far posto al nuovo arrivato che ora si spera si integri al più presto negli schemi di coach Spoelstra.

    Sempre a proposito di mercato è ufficiale il rinnovo di Nick Collison con gli Oklahoma City Thunder: il giocatore, scelto come 12esimo aasoluto al draft del 2003 dopo aver frequentato l’università del Kansas, ha sempre giocato esclusivamente per questa franchigia che prima aveva il nome di Seattle Sonics e che poi sono divenuti Thunder in seguito allo spostamento ad Oklahoma City. Sono ben 308 le presenze con i Sonics (ha saltato interamente la prima stagione da rookie per problemi fisici) mentre sono 146 al momento le presenze con i Thunder, di cui è uno dei 2 soli giocatori sopra i 30 anni (Collison è nato nel 1980, il 26 ottobre), l’altro è Morris Peterson (33 anni) ed è uno dei leader dello spogliatoio avendo passato tutta la carriera cestistica solo ed esclusivamente con questa squadra. Il nuovo accordo prevede 4 anni di contatto per un compenso complessivo di 11 milioni di dollari, quindi 2,75 milioni all’anno. Anche se 5 milioni di dollari (da aggiungere agli 11) sono stati usati come bonus alla firma e verranno calcolati per questo anno agonistico portando lo stipendio di Collison dai 6 milioni attuali ad 11 complessivi, avendo la dirigenza arancioblu 6,5 milioni da spendere perchè Oklahoma City non supera il tetto del salary cap fissato a quota 58 milioni di dollari. E così facendo i Thunder si riservano grande flessibilità per il futuro, visto che in Estate dovranno rifirmare Jeff Green (e forse anche il 27enne centro Krstic) mentre nel 2012 ci saranno i rinnovi di Westbrook, Harden, Ibaka e Maynor tutti giovani importanti per il progetto di OKC. In definitiva c’è l’impressione che Oklahoma voglia provare a vincere con questo nucleo di giocatori, Sam Presti, il G.M. più richiesto nella intera NBA, ha sempre operato in modo impeccabile finora, vedremo se anche questa volta i fatti gli daranno ragione.

  • La Serbia compie l’impresa, Spagna eliminata

    La Serbia compie l’impresa, Spagna eliminata

    SERBIA-SPAGNA 92-89

    Impresa della Serbia che nel primo quarto di finale dei Mondiali in corso di svolgimento in Turchia, riesce ad eliminare dopo una partita indimenticabile i campioni del Mondo e d’Europa in carica della Spagna, grazie ad una precisione millimetrica da 3 punti e grazie ad una giocata a pochi secondi dal termine di Milos Teodosic, che ha bucato il canestro iberico quasi da centrocampo.
    Partita bellissima, tirata, combattuta e anche nervosa, dove la Serbia ha fatto vedere di potersela giocare con chiunque, pur avendo un nucleo di giocatori giovanissimo. Ovviamente come negli ottavi di finale, nel derby slavo con la Croazia, sono emersi limiti di tenuta mentale, l’unico vero difetto di questa squadra talentuosa, quando dal +8 a pochi minuti dal termine si è passati al pareggio iberico con un parziale di 13-3, prima che Teodosic riportasse le cose nel giusto verso per i serbi. Secondo campanello di allarme dopo i 7 punti recuperati dalla Croazia nell’ultimo minuto di gioco nella scorsa partita, anche se alla fine le vittorie sono comunque arrivate con reazioni caratteriali da non trascurare.
    Esce di scena la Spagna, che abbandona il Mondiale a testa alta dopo una partita che sembrava persa e che è stata quasi recuperata, prima dell’imprevedibile finale. Ma i rimpianti per la”Roja” ci sono tutti e sono riscontrabili nel cattivo girone di qualificazione alle gare ad eliminazione diretta, ed alla poca concentrazione in alcuni frangenti di gara, cosa che una nazionale esperta e vincente come quella iberica non dovrebbe mai fare. Ed alla fine questi errori si sono pagati.

    La partita sin dalle prime battute è stata vibrante, intensa e giocata su ritmi altissimi (come dimostrerà anche il punteggio finale, 92-89) con la Serbia sempre in controllo di gioco e risultato, che scappa sul 23-13 con 11 punti di Bjelica, opzionato da Treviso ma poi trasferitosi a Vitoria, e 11 di Velickovic nei primi 7 minuti di gioco. La Spagna non demorde e ricuce lo strappo grazie alle seconde linee e ad uno strepitoso Navarro che chiude il primo quarto a quota 13 punti. Ma le risorse degli slavi non hanno limiti: Krstic entra solo nel secondo parziale ma dimostra di essere un grande fattore, Llull e Vazquez provano a tenere in partita i campioni ma grazie a Teodosic e Keselj la formazione serba scappa sul + 8 a metà partita, nonostante i 16 punti di Navarro e ben 3 triple di Garbajosa che tengono a galla gli iberici. Rubio è un fantasma, Fernandez non riesce ad incidere e nonostante le buone percentuali da oltre l’arco dei 3 punti (ma la Serbia ha fatto costantemente sempre meglio dalla lunga distanza) la”Roja” è costretta ad inseguire.

    Il secondo tempo però inizia con la riscossa di Navarro e compagni che in pochi minuti riescono ad operare il sorpasso sul 53-52. La gara diventa anche durissima oltre che spettacolare, Scariolo rinuncia a Rubio (solo 3 punti, con una tripla nell’ultimo periodo) per giocare con Navarro e Llull assieme, ma la differenza la fa Velickovic, un 207 centimetri veloce come pochi, che batte sistematicamente Garbajosa e Reyes. Crescono Krstic e Gasol, la Serbia mantiene un qualcosa in più rispetto agli avversari, gioca con la maturità di una squadra anziana sulle debolezze degli avversari e con il rookie Savanovic, il più vecchio del gruppo (27 anni) ma debuttante in nazionale, si trova +8 all’inizio dell’ultimo quarto.
    La Spagna per ricucire lo strappo si affida a Fernandez e Navarro e riesce ad arrivare a -3 (79-76) ma 2 triple, contro la zona, di Bjelica e Savanovic (10 punti nei 6 minuti iniziali dell’ultimo quarto) portano la Serbia a un passo dalle semifinali (86-78). Sembra finita anche perchè i serbi da oltre l’arco sono impeccabili ma Navarro e ancora un ottimo Fernandez portano ad un nuovo -3. Una tripla straordinaria di Keselj sembra dare fiato alla Serbia ma Gasol rilancia le speranze spagnole impattando sull’89-89 a soli 25 secondi dalla fine del match. L’inerzia pare dalla parte degli iberici, ma la rimessa degli slavi va nelle mani di Teodosic, che “gigioneggia” con il pallone fino a 3 secondi dalla fine, quando, portato fin quasi a centrocampo dall’ottima difesa dei campioni d’Europa e del Mondo, spara letteralmente un siluro che buca il canestro con una precisione assurda. Sugli spalti è il tripudio per i tifosi serbi, quelli spagnoli crollano in un incubo, e restano solo 3 secondi: rimessa che finisce nelle mani di Garbajosa che sulla pressione difensiva perde palla. Finisce 92-89, i campioni sono costretti ad abdicare, la Serbia continua a sognare, con una formazione giovane e spumeggiante (solo 24 anni di media). Grande Teodosic (12 punti, 5 rimbalzi e 8 assist per lui, e soprattutto l’invenzione decisiva a fine gara), si mettono in evidenza anche Keselj e Velickovic con 17 punti a testa, senza dimenticare la doppia doppia sfiorata da Krstic (13 punti e 9 rimbalzi).
    Fattore determinante il tiro della formazione slava che chiude con il 50% dal campo (15/30) e se questo tipo di soluzione continuerà ad entrare con costanza come già successo finora in tutto il Mondiale, saranno grossi guai per tutte le altre formazioni.

    Serbia: VELICKOVIC (17 pts), KESELJ (17), SAVANOVIC (15), BJELICA (14); KRSTIC (9 rbs), TEODOSIC (8 ast)
    Spagna: NAVARRO (27 pts), GARBAJOSA (18), FERNANDEZ (15); GARBAJOSA (6 rbs), NAVARRO (5 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB

  • I Thunder umiliano i Lakers

    Vittoria meritata e schiacciante quella ottenuta dagli Oklahoma City Thunder sui campioni in carica dei Los Angeles Lakers.
    La “banda” di ragazzini di coach Scott Brooks mette a dura prova i Lakers fin dalle prime battute, dimostrando al mondo intero di poter giocare contro chiunque avversario senza nessun timore riverenziale. Primo quarto pessimo dei gialloviola che chiudono con un ritardo di 12 punti (29-17). L’energia dei Thunder è troppo straripante per essere contenuta da L.A. ed è perciò facile mantenere sempre il vantaggio in doppia cifra, cosa che accade anche alla fine del primo tempo (55-42). Nel terzo quarto ci si aspetterebbe la reazione dei Lakers, ma a dominare sul parquet sono sempre i giocatori di Oklahoma che spingono forte sull’acceleratore ben sapendo che i ritmi alti sono mal digeriti dai loro avversari e arrivano alla pausa per l’ultimo periodo in vantaggio 86-64. Risultato incredibile che permette a coach Brooks di dare riposo ai suoi giovani fenomeni e proporre sul parquet tutte le riserve, mentre dall’altra parte Phil Jackson già pensa alle contromisure da prendere, nella prossima partita, ad una squadra che sta dando più preoccupazioni del previsto. Termina 110-89 l’incontro che più che per la vittoria di Oklahoma City, stupisce per il largo risultato, che sicuramente non era preventivato, sia per la scioltezza con cui è venuto, sia per la facilità di gioco che ha avuto la neonata franchigia degli Stati Uniti, al cospetto di giocatori esperti e navigati come quelli di Los Angeles.
    Le chiavi dell’incontro sono state i contropiedi dove i Thunder hanno realizzato tanti punti (24-2), lo strapotere a rimbalzo (50-43), l’energia e la frescheza atletica, e infine l’enorme divario nei tiri liberi (42 centri su 48 tentativi per Oklahoma, 17 su 28 per i Lakers).
    La forbice tra le 2 squadre ha assunto proporzioni gigantesche quando nel terzo quarto, a pochi minuti dalla fine del periodo, gli ex Seattle Sonics si sono trovati in vantaggio di ben 29 punti! Non è facile dare questi distacchi ai campioni in carica ma Durant e compagni stanno mettendo sul parquet tutte le armi che possiedono per dare battaglia e cercare di allungare la serie il più a lungo possibile.
    A proposito di Kevin Durant, 22 punti per lui in soli 30 minuti di gioco (ultimo quarto di riposo in panchina in buona compagnia), Westbrook continua il dominio sullo sventurato Fisher (che non riesce a capire cosa deve fare per limitare il numero 0 arancioblu) e piazza 18 punti, Green ne mette 15, Harden altrettanti con soli 6 tiri. Buone le prove a rimbalzo e in difesa dei lunghi Collison, Krstic e Ibaka. Per Los Angeles nessuno sopra i 13 punti (Gasol e Bynum) 12 per Odom e Bryant. Poi il nulla. Unica nota positiva è proprio il giovane centro Andrew Bynum che oltre ai 13 punti prende 10 rimbalzi conditi anche da 3 stoppate.
    Ora i thunder prendono l’aereo per la California consapevoli che possono giocarsi questa serie. Certamente la squadra favorita resta sempre quella gialloviola e molto probabilmente staccherà il pass per il turno successivo. Ma i “ragazzini terribili” la loro vittoria l’hanno ottenuta, dimostrando che nella vita niente è impossibile, anche le cose che sembrano , a prima vista, più ardue. Martedì 27 aprile i Thunder, con l’euforia di chi va a giocarsi una gara 5 con zero pressioni e tanta leggerezza, scenderanno in campo allo Staples Center.

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 110-89
    –> Okl: Durant 22, Westbrook 18, Green 15, Harden 15 – Lak: Gasol 13, Bynum 13, Bryant 12, Odom 12

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-0
    Nuggets – Jazz 1-2
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-2

    Suns – Trail Blazers 2-2

    Guarda gli highlights di Oklahoma City Thunder – Los Angeles Laker:

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder

    La sfida tra i campioni NBA in carica, i Los Angeles Lakers, e gli Oklahoma City Thunder sulla carta sembrerebbe segnata e scontata a favore dei gialloviola. Ma alcuni spunti fanno pensare ad una serie meno facile del previsto per Los Angeles.
    Iniziamo dicendo che Oklahoma City è una squadra in piena evoluzione fisica e tecnica, quindi i miglioramenti dei giocatori avvengono partita per partita e questa potrebbe essere la prima difficoltà per i campioni 2009 (i Thunder sono passati dalle sole 23 vittorie della stagione passata alle 50 di quella attuale, segno che la crescita esponenziale dei suoi giovani è costante ma anche imprevedibile).
    Secondo punto di riflessione è il periodo non proprio brillantissimo di Los Angeles che nelle ultime 10 partite ha collezionato 4 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Una striscia di partite non esaltante che ha minato in parte le certezze della franchigia Californiana, anche perchè l’obiettivo di arrivare seconda nell’intera Lega era a portata di mano ma Orlando ha scavalcato sul filo di lana Bryant e compagni.
    Terzo aspetto da analizzare è il fattore infortuni che al momento vede Oklahoma City al completo nel suo roster mentre per i Lakers c’è l’incognita Andrew Bynum (e più in là si capirà quanto il giovane centro risulti decisivo contro i Thunder).
    Il punto a favore per la truppa di coach Phil Jackson è la grande esperienza maturata nei playoff: i Lakers sono i campioni in carica, tutti i giocatori del roster hanno avuto più di una esperienza all’interno dei playoff ed insieme hanno vinto il titolo 2009 (ad eccezione di Ron Artest, che ha però all’interno del suo curriculum 44 partite di playoff, giocate con tre squadre diverse). Jackson annovera 10 titoli NBA nel suo palmarès, Brooks è alle prime stagioni come Head Coach di basket. Il numero delle partite di post season giocate dal solo Artest è addirittura superiore a quelle giocate da tutta la rotazione dei Thunder, che si ferma a 35. Sono solo 3 infatti i giocatori che prima di quest’anno hanno avuto esperienze post regular season: Nenad Krstic (15 partite con i Nets), Nick Collison (11 con gli allora Seattle Sonics) e Thabo Sefolosha (9 con i Bulls).
    Questo è uno dei grandi vantaggi dei Lakers, il fatto di esserci già passati più e più volte e di sapere che tipo di atmosfera e partite li aspetta. Per i Thunder sarà tutta un’esperienza nuova, starà alla bravura del loro allenatore Scott Brooks fare in modo che i giocatori restino sempre concentrati e non si facciano trascinare dalle emozioni che per forza di cose li colpiranno. E questo fattore spesso risulta decisivo per avanzare e fare strada fino ad arrivare al titolo.

    In stagione gli scontri tra le 2 squadre sono 3-1 per Los Angeles ma si sono verificate situazioni molto interessanti: 2 match si sono decisi sulla sirena (3 novembre dopo un tempo supplementare e 22 dicembre super prestazione di Bryant da 40 punti per domare gli ex Sonics). Gli altri 2 si sono conclusi con scarti più ampi ma ciò che ha sorpreso è stata proprio l’ultima partita: il 26 marzo i Thunder hanno letteralmente demolito i Lakers vincendo 91-75 permettendosi il lusso di tenere tutti i titolari a riposo nell’ultimo quarto (che i gialloviola hanno dominato ovviamente con un parziale di 28-11 per quantomeno dimezzare i 30 punti di svantaggio). Proprio in questa partita molto sofferta è mancato Andrew Bynum e qui si capisce l’importanza che il giovane centro potrebbe rivestire nell’economia della serie. Nelle tre sfide giocate, il centro di Los Angeles ha chiuso con 16 punti e 8 rimbalzi di media, costringendo coach Brooks ad utilizzare spesso Serge Ibaka per cercare di arginare il suo strapotere fisico. Ad oggi non è ancora però ben chiaro quali siano le condizioni di Bynum, che soffre di un problema al tendine d’achille. La sua presenza per gara 1 non è ancora stata confermata.

    Ci sarà anche una sfida nella sfida ovvero Kobe Bryant contro Kevin Durant che rappresentano le 2 franchigie: il passato e il presente Kobe, il futuro luminoso Durant. In effetti il progetto dei Thunder, partito dalla lontana Seattle è sicuramente il migliore in NBA visto che assieme ai Grizzlies gli ex Sonics sono i più giovani per età media dell’intera Lega. Al momento l’unica lacuna è colmare un pò il buco sotto canestro nel ruolo di centro (che sicuramente il G.M. Sam Presti si preoccuperà di fare già nel prossimo draft per rendere Oklahoma veramente insidiosa per chiunque) visto che in quel ruolo non ci sono campioni ma solidi mestieranti. Los Angeles è completa in ogni ruolo ma a fare paura è il talento offensivo di Kevin Durant: l’ex Texas Longhorns a soli 21 anni si è laureato cannoniere stagionale con una media di 30.1 punti per gara diventando l’atleta più giovane nella storia della Lega a riuscire nell’impresa. Offensivamente mostruoso, Durant può segnare in qualunque modo ed ha un arsenale di soluzioni praticamente illimitato che ricorda molto quello di Kobe. La differenza la fa il fisico visto che il numero 35 è un’ala piccola di 210 centimetri scarsi con braccia lunghissime per tirare sulla testa di ogni avversario o batterlo dal palleggio per andare a schiacciare a canestro. Insomma un nuovo fenomeno nel mondo del basket d’oltreoceano che arriverà molto probabilmente secondo al solo LeBron James nella corsa al titolo di MVP.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa del rientro del centro Bynum che manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina, ci sarà bisogno di Farmar e Brown.
    Oklahoma risponderà con Russell Westbrook e Thabo Sefolosha come guardie, Kevin Durant e Jeff Green come ali e Nenad Krstic come centro. La collaborazione dalla panchina partirà con il sesto uomo di lusso James Harden, poi Eric Maynor Serge Ibaka e Nick Collison a dare sostanza.

    Ovviamente le chiavi della serie sono solo per i Thunder in quanto se i Lakers giocano normalmente spediscono a casa i giovani avversari con un secco 4-0.
    Partiamo dal playmaker dove Westbrook dovrà sovrastare Fisher. Questo è il primo punto. Poi Sefolosha dovrà difendere su Bryant come ha sempre fatto (Kobe ha sempre detto che il miglior difensore che incontra in NBA è proprio il numero 2 di Oklahoma). Durant dovrà sobbarcarsi il peso offensivo della sua squadra sulle spalle cercando di mettere in cattiva luce le doti difensive di Ron Artest. Green dovrà limitare lo strapotere di Pau Gasol in mezzo all’area e lo stesso dicasi per Krstic nei confronti di Odom oppure di Bynum. Insomma sarebbero tanti i tasselli da mandare al posto giusto per sovvertire il pronostico e compiere il miracolo. Tutto molto difficile ma non impossibile.

    Gara 1 è in programma domenica alle 3.00 pm, le 21 italiane e in Italia la partita sarà visibile su Sportitalia. Questo il programma completo della serie:
    Gara 1: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers domenica 18 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers martedì 20 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder giovedì 22 aprile 9.30 pm (3.30)
    Gara 4: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder sabato 24 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Los Angeles martedì 27 aprile
    Gara 6: @ Oklahoma City venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Los Angeles domenica 2 maggio