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  • NBA, Jeremy Lin all’All Star week End

    NBA, Jeremy Lin all’All Star week End

    E’ ufficiale: con una decisione dell’ultimo momento, Jeremy Lin, playmaker dei New York Knicks, fenomeno assoluto di questi giorni non solo in NBA ma un pò dappertutto, parteciperà al prossimo All Star Week End in programma dal 24 al 26 febbraio ad Orlando.

    Il giocatore dei Knicks è stato invitato a partecipare al Rising Stars, evento che da quest’anno prende il posto della partita tra rookie e sophomore (la gara in pratica tra i giocatori al primo anno di esperienza in NBA e quelli invece al secondo). Questo match aprirà l’All Star Week End dato che l’incontro è fissato per venerdì 24 febbraio.

    Intanto, dopo aver ufficializzato i roster della Western Conference e della Eastern Conference, la Lega ha reso noto tutti i partecipanti degli altri eventi in programma, ovvero rising stars (di cui abbiamo parlato poco fa), gara del tiro da 3 punti e gara delle schiacciate:

    Per quanto riguarda il rising stars (ore 3.00 italiana tra venerdì e sabato prossimo) i 2 selezionatori, Charles Barkley e Shaq O’Neal, a turno hanno scelto un giocatore tra quelli disponibili con uno o 2 anni di esperienza nella Lega per formare dei team misti. Il risultato ha portato a queste 2 squadre, nel team O’Neal ci saranno Blake Griffin (Clippers), Jeremy Lin (New York), Ricky Rubio (Minnesota), Markieff Morris (Phoenix), Kemba Walker (Charlotte), Landry Fields (New York), Norris Cole (Miami), Brandon Knight (Detroit), Tristan Thompson (Cleveland) e Greg Monroe (Detroit). Nel team Barkley invece Kyrie Irving (Cleveland), DeMarcus Cousins (Sacramento), Derrick Williams (Minnesota), Paul George (Indiana), MarShon Brooks (New Jersey), John Wall (Washington), Tiago Splitter (San Antonio), Evan Turner (Philadelphia), Gordon Hayward (Utah) e Kawhi Leonard (San Antonio). Non c’è che dire, sarà una gran bella sfida!

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Per quanto riguarda gara da 3 punti e schiacciate (nella notte tra sabato e domenica in Italia) si devono fare 2 discorsi diversi. Nello slam dunk contest mancherà il vincitore dell’ultima edizione, ovvero Blake Griffin che lo scorso anno aveva lasciato tutti di stucco volando sopra una macchina per la sua esibizione. Forfait anche di LeBron James, si è così deciso di puntare su Chase Budinger (Houston), Paul George (Indiana), Iman Shumpert (New York) e Derrick Williams (Minnesota). La novità è che quest’anno a decidere la schiacciata più bella saranno i fan attraverso i social network.

    Decisamente migliore il cast per la gara da 3 punti: qui il campione uscente, James Jones dei Miami Heat, ha accettato di tornare a difendere il suo titolo, ma avrà avversari tosti con i quali misurarsi. Spicca tra tutti il nome di Ryan Anderson idolo di casa ad Orlando dato che gioca nei Magic, che statisticamente è il giocatore che infila più triple (87) e ne tenta di più (200) in stagione, ma ci sono anche Anthony Morrow (New Jersey), Mario Chalmers (ancora Miami) e Kevin Love (Minnesota).

    Insomma il divertimento e lo spettacolo sono assicurati anche quest’anno. La “Linsanity” sta contagiando un pò tutti e quindi potremo vedere il ragazzo di origini taiwanesi misurarsi con altri giocatori importanti. Peccato non avere qualche esponente di spicco alla gara delle schiacciate ma il livello dell’All Star Week End di Orlando resta comunque alto.

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  • NBA, Chicago batte Boston. Bene i Clippers a Portland

    NBA, Chicago batte Boston. Bene i Clippers a Portland

    Solo 3 le partite disputate nella notte NBA: gli Indiana Pacers interrompono il periodo negativo battendo i New Jersey Nets, i Chicago Bulls pur privi della stella Derrick Rose hanno la meglio sui Boston Celtics mostrando tutta la forza di squadra. Bene anche i Los Angeles Clippers che sbancano il difficile parquet dei Portland Trail Blazers.

    Dopo un piccolo periodo di riposo forzato, a causa di un infortunio, Danny Granger rimette piede in campo e gli Indiana Pacers interrompono grazie al loro leader una striscia di 5 sconfitte di fila ritornando alla vittoria contro New Jersey. I Nets vendono cara la pelle e restano in partita fino alla fine ma Granger si erge ad assoluto protagonista, prima con il juumper del +9 (88-79) a 2 minuti dal termine, poi con la stoppata sul tentativo da 3 punti di Brooks che chiude la gara. Per lui prova da incorniciare con 32 punti (4/7 da 3) e 5 rimbalzi, mentre Roy Hibbert aggiunge una doppia doppia da 13 punti ed 11 rimbalzi. Agli ospiti invece non bastano i 29 punti, 6 rimbalzi e 4 assist di Deron Williams e la doppia doppia di Humphries da 24 punti e 10 rimbalzi. I Pacers riprendono la marcia playoff (al momento occupano il sesto posto della Eastern Conference), per New Jersey speranze di post season che volano via quasi definitivamente nonostante sia passato solo metà campionato.

    I Chicago Bulls dimostrano tutta la loro forza di squadra completa ed eccellente in ogni ruolo battendo i Boston Celtics. Derrick Rose è ancora out a causa di un infortunio, ma Watson, la sua riserva, riesce a far girare al meglio i compagni. Ecco così che arrivano 3 doppie doppie firmate da Carlos Boozer (23 punti e 15 rimbalzi), da Joakim Noah (15 punti e 16 rimbalzi) e dal sempre decisivo Luol Deng capace di segnare 23 punti con 10 assist ai quali aggiunge anche 4 rimbalzi. I Celtics si affidano a Rajon Rondo ed il regista dei “Verdi” segna 17 punti con 7 rimbalzi ed 8 assist, buona prova di Kevin Garnett (18 punti e 10 rimbalzi), un pò spenti il capitano Paul Pierce (14 punti ma ottenuti tirando 16 volte) ed il cecchino Ray Allen (12 punti ma 4/13 dal campo), la panchina contribuisce con soli 13 punti (di cui 9 da parte di Wilcox) e per Boston è notte fonda, con i Knicks che incalzano alle spalle in classifica. Chicago invece continua a guidare la Lega con il miglior record in assoluto (25 vittorie e solo 7 sconfitte).

    Los Angeles Clippers | © Streeter Lecka/Getty Images

    Sorridono anche i Los Angeles Clippers che in una partita dal punteggio bassissimo hanno la meglio sui Portland Trail Blazers, al secondo stop consecutivo in casa, sul parquet del Rose Garden, dopo la sconfitta di qualche giorno fa contro i non proprio irresistibili Washington Wizards. L’impresa dei californiani risalta ancora di più se si pensa che su uno dei campi più ostici e difficili della NBA Paul e compagni recuperano uno svantaggio di 18 punti accusato in apertura di terza frazione di gioco. Certamente a Portland è mancato l’apporto dell’infortunato Aldridge ma fino a quel momento nessuno se ne era accorto. Nell’ultimo quarto gli ospiti mettono una marcia in più e grazie ad un parziale di 22-11 mandano al tappeto i padroni di casa. Paul guida magistralmente la squadra e propizia il sorpasso a 3 minuti e 50 secondi dalla sirena finale servendo Mo Williams per il provvisorio 67-66 in favore di Los Angeles. Poi si mette in proprio con 5 punti consecutivi per il 72-67. I Blazers avrebbero anche la possibilità di pareggiare ed andare in overtime: ad 8 secondi dal termine Matthews infila solo un tiro libero (74-71) e sbaglia appositamente il secondo per l’eventuale rimbalzo che con un pò di fortuna finisce proprio nelle sue mani ma il suo tiro da 3 trova solo il ferro. Alla fine Paul segna 13 punti, 17 sono di Mo Williams e Blake Griffin scrive una doppia doppia da 21 punti e 14 rimbalzi. Ai padroni di casa non bastano i 19 a testa di Batum e Crawford ed i 17 di Matthews.

    Risultati NBA 16 febbraio 2012

    Indiana Pacers-New Jersey Nets 93-88
    Ind: Granger 32, West 16, Hibbert 13
    N.J.: Deron Williams 29, Humphries 24, Brooks 14

    Chicago Bulls-Boston Celtics 89-80
    Chi: Boozer 23, Deng 23, Noah 15
    Bos: Garnett 18, Rondo 17, Pierce 14

    Portland Trail Blazers-Los Angeles Clippers 71-74
    Por: Crawford 19, Batum 19, Matthews 17
    Cli: Griffin 21, Williams 17, Paul 13

    LE CLASSIFICHE

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, Jeremy Lin mette la settima. Belinelli sbanca Milwaukee

    NBA, Jeremy Lin mette la settima. Belinelli sbanca Milwaukee

    Ben 13 le partite disputate nella notte NBA, turno di riposo solo per Chicago Bulls, Miami Heat, Los Angeles Lakers e Utah Jazz.

    Nona vittoria consecutiva, sul campo dei Toronto Raptors, per i San Antonio Spurs che ringraziano un immenso Tony Parker da 34 punti e 14 assist. Inutili per i canadesi i 29 punti di DeMar DeRozan e la doppia doppia di Calderon.

    Successo anche per gli Orlando Magic che guidati da uno strepitoso Ryan Anderson (27 punti e 7/10 dalla lunga distanza) battono Philadelphia. Howard contribuisce con 17 punti e 14 rimbalzi mentre per i Sixers ci sono i 21 punti di Louis Williams.

    A sorpresa i Detroit Pistons espugnano Boston: 25 punti per Stuckey e 22 a testa per Monroe e Gordon, per i Celtics brilla il solito Rajon Rondo che infila 35 punti ma viene tradito dai compagni che non giocano all’altezza della situazione.

    I Memphis Grizzlies trionfano sul campo dei Nets guidati dai 25 punti di Rudy Gay, dai 21 di Tony Allen e dalla sontuosa doppia doppia di Speights (20 punti e 18 rimbalzi). New Jersey ha 7 giocatori in doppia cifra (Deron Williams il migliore con 26 punti ed 11 assist) ma non sono sufficienti per portare a casa la vittoria.

    Jeremy Lin ed i New York Knicks ingranano la settima: il fenomenale plymaker bluarancio sforna una prova da 10 punti e 13 assist e permette ad altri 6 compagni di andare in doppia cifra. Ai Sacramento Kings quindi non servono a molto i 19 punti di Tyreke Evans.

    Ennesima imbarcata di questo ultimo brutto periodo per gli Indiana Pacers (5 sconfitte di fila) che vengono dominati dai Cleveland Cavaliers (avanti anche di 21 punti sul finire di terzo quarto). Kyrie Irving protagonista con 22 punti, per gli ospiti si salva il solo Darren Collison che infila 18 punti.

    Secondo successo consecutivo (questa volta a Milwaukee) per i New Orleans Hornets di Marco Belinelli che si prende le luci della ribalta piazzando ben 22 punti con un ottimo 6/7 dalla lunga distanza. I Bucks, in caduta libera, si affidano ad Ilyasova (23 punti) ma alla fine devono inchinarsi al cospetto della grande prova della guardia Azzurra.

    Jeremy Lin, New York Knicks © Chris Trotman/Getty Images

    Cadono i Thunder a Houston: serata magica per Kevin Martin che infila 32 punti, gli ospiti provano a rispondere con Durant (33 punti), Westbrook (26) ed Harden (17) che assieme mettono 76 dei 95 punti di squadra ma alla fine non bastano per battere i tenaci Rockets che continuano a mantenere il loro piazzamento playoff.

    Come da pronostico Minensota si impone su Charlotte (ormai giunta alla 16esima sconfitta consecutiva, piano piano ci si avvicina al record NBA fatto segnare lo scorso anno dai Cavaliers). Ancora una volta è un mostruoso Kevin Love a guidare i suoi compagni al successo (30 punti e 18 rimbalzi), I Bobcats si consolano con i progressi del rookie Kemba Walker (21 punti), giocatore che sarà importantissimo per il futuro della squadra.

    I Mavericks spazzano via Denver. Per i texani, Marion piazza una doppia doppia da 16 punti e 10 rimbalzi, la squadra del Colorado invece paga l’assenza di Danilo Gallinari ed ora deve guardarsi dall’attacco dei Blazers che si fanno sempre più minacciosi in classifica.

    Preziosa affermazione esterna per gli Atlanta Hawks che espugnano Phoenix: l’artefice della rimonta nella seconda parte di gara è Josh Smith che quando gioca a questi livelli è da All Star Game (per lui 30 punti, 17 rimbalzi, 7 assist, 4 recuperi e 3 stoppate), peccato sia un giocatore molto discontinuo. Dopo un turno di riposo torna Nash ma i suoi 22 punti e 16 assist non bastano ai suoi Suns per prendersi la vittoria.

    Successo di capitale importanza per Portland sul parquet dei Warriors: privi anche del leader Aldridge (ieri per lui infortunio alla caviglia piuttosto serio), i Blazers trovano 24 punti da Gerald Wallace (per lui perfetto 4/4 da 3). Nate Robinson getta via l’ultima occasione per la vittoria perdendo malamente la palla nel finale, inutili i 29 punti ed 11 rimbalzi di David Lee.

    Infine i Clippers si sbarazzano senza troppi problemi dei Wizards: gioco altamente spettacolare per i losangelini con alcune azioni degne di nota per la Top 10 NBA odierna. Brillano in tutto ciò i soliti Griffin (23 punti e 15 rimbalzi) e Paul (16 punti e 9 assist) ben coadiuvati da Caron Butler (21 punti). Top scorer di Washington McGee e Wall con 18 punti a testa.

    Risultati NBA 15 febbraio 2012

    Toronto Raptors-San Antonio Spurs 106-113
    Tor: DeRozan 29, Calderon 16, Davis 11
    S.A.: Parker 34, Green 13, Splitter 13

    Orlando Magic-Philadelphia 76ers 103-87
    Orl: Anderson 27, Howard 17, Jason Richardson 14
    Phi: Williams 21, Iguodala 15, Brand 13

    Boston Celtics-Detroit Pistons 88-98
    Bos: Rondo 35, Wilcox 17, Johnson 10, Pierce 10, Allen 10
    Det: Stuckey 25, Monroe 22, Gordon 22

    New Jersey Nets-Memphis Grizzlies 100-105
    N.J.: Deron Williams 26, Morrow 17, Brooks 12
    Mem: Gay 25, Allen 21, Speights 20

    New York Knicks-Sacramento Kings 100-85
    N.Y.: Fields 15, Walker 14, Novak 14
    Sac: Evans 19, Cousins 15, Thomas 14

    Cleveland Cavaliers-Indiana Pacers 98-87
    Cle: Irving 22, Erden 18, Jamison 13, Sessions 13
    Ind: Collison 18, Hibbert 17, George 11, Price 11

    Milwaukee Bucks-New Orleans Hornets 89-92
    Mil: Ilyasova 23, Jennings 18, Delfino 11, Gooden 11
    N.O.: Belinelli 22, Kaman 18, Ariza 14

    Houston Rockets-Oklahoma City Thunder 96-95
    Hou: Martin 32, Scola 15, Parsons 14
    Okl: Durant 33, Westbrook 26, Harden 17

    Minnesota Timberwolves-Charlotte Bobcats 102-90
    Min: Love 30, Pekovic 21, Barea 12
    Cha: Walker 21, Maggette 18, Diaw 14

    Dallas Mavericks-Denver Nuggets 102-84
    Dal: Marion 16, Carter 15, Odom 14
    Den: Fernandez 14, Harrington 13, Faried 12, Koufos 12

    Phoenix Suns-Atlanta Hawks 99-101
    Pho: Nash 22, Hill 18, Frye 13, Gortat 13
    Atl: Smith 30, Green 20, Teague 16

    Golden State Warriors-Portland Trail Blazers 91-93
    G.S.: Lee 29, Robinson 21, Wright 12
    Por: Wallace 24, Batum 17, Crawford 14

    Los Angeles Clippers-Washington Wizards 102-84
    Cli: Griffin 23, Butler 21, Paul 16
    Was: McGee 18, Wall 18, Young 14

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, Heat show ad Indianapolis. Super Jeremy Lin sbanca Toronto

    NBA, Heat show ad Indianapolis. Super Jeremy Lin sbanca Toronto

    9 le partite disputate nella notte NBA e la copertina di questo turno va di diritto ai Miami Heat, spettacolari ad Indianapolis contro i Pacers, ed a Jeremy Lin dei New York Knicks che non smette di stupire e con un tiro da 3 sul finale di partita sbanca il parquet dei Raptors. Ottima affermazione per gli Spurs a Detroit, i Bulls senza Rose battono i Kings, preziosa vittoria di Memphis su Houston mentre i Thunder affondano i Jazz. Denver ha la meglio sui Suns, incredibile successo dei Wizards sul campo dei Blazers, i Lakers domano Atlanta.

    Continua la bella favola di Jeremy Lin: a Toronto i Knicks giocano un bruttissimo primo tempo ed i Raptors sembrano poter portare a casa il risultato senza problemi visto l’ampio margine (+17) ma nella seconda parte di gara il playmaker di New York guida la squadra in modo magistrale alla poderosa rimonta culminata con il suo canestro da 3 a 4 decimi di secondo dalla fine che regala sorpasso e vittoria ai bluarancio. Per lui alla fine doppia doppia da 27 punti ed 11 assist, con il rientrante Stoudemire che aggiunge 21 punti e 9 rimbalzi. Ai padroni di casa non basta un Calderon quasi da tripla doppia che chiude con 25 punti, 9 assist e 7 rimbalzi. Per i Knicks è la sesta vittoria di fila.

    Spettacolo Miami Heat ad Indianapolis: i Pacers vengono annichiliti da LeBron James e compagni. La squadra della Florida si affaccia all’ultimo quarto con ben 32 punti di vantaggio e quindi fa riposare tutti i titolari. James infila 23 punti con 9 rimbalzi e 7 assist, 20 sono di Cole (career high per il rookie) e Wade e Bosh portano alla causa 29 punti in combinata. I Pacers, disintegrati dagli ospiti, hanno in West il top scorer con 14 punti.

    Bene San Antonio a Detroit: 7 uomini in doppia cifra per i neroargento, spicca Duncan con 18 punti e 13 rimbalzi. Greg Monroe delude per la prima volta in stagione (4 punti e 2/11 dal campo) ed i Pistons devono inchinarsi nonostante i 23 punti ed 8 assist di Stuckey.

    Jeremy Lin, New York Knicks | © Chris Chambers/Getty Images

    Anche senza Derrick Rose i Bulls dimostrano tutta la loro forza battendo una squadra in crescita come i Kings. Doppia doppia di Noah da 22 punti ed 11 rimbalzi e 23 punti per Deng, Sacramento prova a rispondere con un mostruoso Cousins da 28 punti e 17 rimbalzi, e con le grandi prove di Evans (27 punti, 8 assist ed 8 rimbalzi) e Thornton (23 punti) ma alla fine non basta per ottenere la “W”.

    Ottima affermazione per Memphis che batte una diretta concorrente divisionale, gli Houston Rockets, grazie ai 21 punti di Conley ed ai 20 di Gay. Per gli ospiti brilla solo l’ex Kyle Lowry che piazza 24 punti.

    Tutto facile per i Thunder che strapazzano i Jazz con i 22 punti di James Harden ed i 21 di Kevin Durant. Ottimo Serge Ibaka con 16 punti, 10 rimbalzi e 6 stoppate mentre per Utah ci sono i 15 punti di Al Jefferson.

    Sorride anche Denver che supera i Suns con Afflalo che infila 20 punti. Phoenix paga l’assenza di Steve Nash a cui è stato concesso un turno di riposo dopo tutti gli impegni della squadra nell’ultima settimana.

    Washington va a vincere a Portland (prima vittoria al Rose Garden dal lontano 2005) approfittando al meglio dell’infortunio dopo 2 minuti di gioco a LaMarcus Aldridge. i Blazers senza il loro leader diventano poca roba ed i Wizards trionfano con i 35 punti di Nick Young ed i 29 di John Wall. Inutili i 33 punti (career high) di Batum per i padroni di casa.

    Infine successo anche per i Lakers sugli Hawks. Bryant tira male (5/18 dal campo per soli 10 punti) ma ci pensano Pau Gasol (20 punti e 13 rimbalzi) ed Andrew Bynum (15 punti e 15 rimbalzi) a trascinare i gialloviola. Atlanta si consola con i 18 punti del sempre positivo Jeff Teague.

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    Risultati NBA 14 febbraio 2012

    Toronto Raptors-New York Knicks 87-90
    Tor: Calderon 25, Kleiza 15, DeRozan 14
    N.Y.: Lin 27, Stoudemire 21, Chandler 13

    Indiana Pacers-Miami Heat 90-105
    Ind: West 14, Price 12, George 12
    Mia: James 23, Cole 20, Wade 16

    Detroit Pistons-San Antonio Spurs 95-99
    Det: Stuckey 23, Prince 18, Knight 16
    S.A.: Duncan 18, Parker 14, Jefferson 13, Splitter 13

    Chicago Bulls-Sacramento Kings 121-115
    Chi: Deng 23, Noah 22, Korver 18
    Sac: Cousins 28, Evans 27, Thornton 23

    Memphis Grizzlies-Houston Rockets 93-83
    Mem: Conley 21, Gay 20, Gasol 18
    Hou: Lowry 24, Lee 13, Dragic 11

    Oklahoma City Thunder-Utah Jazz 111-85
    Okl: Harden 22, Durant 21, Ibaka 16, Westbrook 16
    Uta: Jefferson 15, Favors 13, Millsap 10, Burks 10, Bell 10

    Denver Nuggets-Phoenix Suns 109-92
    Den: Afflalo 20, Lawson 17, Andersen 16
    Pho: Morris 21, Reed 20, Gortat 10, Price 10

    Portland Trail Blazers-Washington Wizards 109-124
    Por: Batum 33, Wallace 25, Matthews 15
    Was: Young 35, Wall 29, Jordan Crawford 21

    Los Angeles Lakers-Atlanta Hawks 86-78
    Lak: Gasol 20, Bynum 15, Bryant 10, World Peace 10, Goudelock 10
    Atl: Teague 18, Smith 15, Joe Johnson 15

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • Lin-credibile Jeremy, fenomeno vero o stella di passaggio?

    Lin-credibile Jeremy, fenomeno vero o stella di passaggio?

    Ci sono storie nella NBA che meritano di essere raccontate. Ci sono storie che nascono dal nulla e che in un attimo rapiscono l’attenzione dei tifosi. Ci sono storie che aiutano a sognare ed in momenti (difficili ovviamente) come questo aiutano a volare via per un attimo dalla dura realtà quotidiana. Ci sono storie come quella di Jeremy Lin, giocatore di pallacanestro, playmaker di ruolo, semi-sconosciuto solo qualche settimana fa e che nel giro di pochi giorni è riuscito a far cadere ai suoi piedi un’intera città, e non una semplice comunità urbana ma bensì la grande e caotica New York, la città che non dorme mai, ormai letteralmente impazzita per questo ragazzo di origini taiwanesi, con un fisico che si avvicina di più ad un impiegato di banca che ai super atleti che vediamo in giro per i parquet NBA, dotati di muscoli, atletismo e forza fisica. A contribuire in modo decisivo al fenomeno Lin è anche il suo aspetto, faccia da bravo ragazzo e look che potremmo definire da vero “nerd”, ad averlo davanti non si direbbe affatto di trovarsi assieme ad un giocatore di basket.

    Jeremy Lin nella vita ha dovuto conquistarsi tutto, non è il solito predestinato del dorato mondo della pallacanestro americana e non gli è stato regalato nulla: nato nel 1988 a Los Angeles, sin da piccolo dimostra di avere la testa sulle spalle. Tuttavia deve andare lontano dalla sua famiglia per gli studi universitari (l’Ateneo locale di Stanford lo respinge), volando sull’altra costa degli U.S.A. precisamente a Cambridge, nell’area metropolitana di Boston, dove ad accoglierlo c’è l’Università di Harvard. Riesce ad abbinare studio e basket, ma quando arriva il momento del Draft NBA del 2010 nessuno lo sceglie.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Tenta di entrare nella Lega dalla porta secondaria giocando la Summer League con Dallas e fa vedere buone cose tanto che i Mavericks sono pronti ad offrirgli un contratto. A lui si interessano anche i Warriors e visto che di Golden State Lin è tifoso decide di accettare l’offerta dei californiani, anche per tornare a casa. Ma le cose non vanno per il verso giusto e nonostante l’affetto del pubblico Jeremy viene sacrificato per fare spazio salariale. Lo prende Houston, ma dopo poco anche qui viene scaricato per motivi di salary cap. La svolta arriva quando i Knicks gli offrono un contratto per completare il roster. Dopo un periodo di ambientamento un disperato Mike D’Antoni lo lancia in quintetto con i bluarancio in crisi totale di gioco e di risultati, e per giunta con le 2 superstar della squadra (Carmelo Anthony ed Amar’è Stoudemire) non disponibili per motivi diversi, e lui risponde “presente” in questo modo:

    • 25 punti, 5 rimbalzi e 7 assist nella vittoria contro i New Jersey Nets per 99-92
    • 28 punti e 8 assist nella vittoria contro gli Utah Jazz per 99-88
    • 23 punti, 4 rimbalzi e 10 assist nella vittoria contro i Washington Wizards per  107-93
    • 38 punti, 4 rimbalzi e 7 assist nell’incredibile gara contro i Los Angeles Lakers battuti 92-85
    • 20 punti, 6 rimbalzi e 8 assist nalla vittoria contro i Minnesota Timberwolves per 100-98

    Semplicemente pazzesco: 5 gare a 27 punti di media, 4 rimbalzi ed 8 assist, neanche i migliori della storia NBA erano riusciti ad arrivare a cifre del genere nelle loro prime 5 partite da titolari nella Lega (e stiamo parlando di gente come Kobe Bryant, LeBron James, Magic Johnson, Kareem Abdul Jabbar, per non parlare di sua maestà Michael Jordan!). Per non parlare del rendimento dei compagni che Lin sta facendo girare e giocare al massimo. Quasi un vero miracolo sportivo a ben vedere. Uno sconosciuto alla conquista del Pianeta NBA!

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Jeremy Lin ha dimostrato una cosa importante, ha dimostrato che l’intelligenza può avere la meglio su tutto soprattutto se accompagnata da tenacia e determinazione, qualità ottime che sono utilissime nei momenti bui perchè permettono di tenere duro e non fanno mollare mai. Lin sintetizza la rivincita della normalità sulla specialità, il suo successo non deriva dall’essere speciale e talentuoso, ma dal fatto che un ragazzo normale stia conquistando, con impegno e dedizione, un mondo che a prima vista non gli apparterrebbe. E lo sta conquistando grazie proprio alla sua intelligenza: lo si nota subito vedendolo giocare, poche cose sbagliate, sempre pronto a fare ciò che è giusto, non eccelle perchè tenta l’impossibile (come molti suoi colleghi) ma risalta perchè quello che fa lo fa incredibilmente bene. Nulla di eccezionale, solo estrema concretezza. E’ in questo modo che si è “preso” New York ed i Knicks, così ha fatto impazzire un pubblico che era in depressione, così è diventato l’idolo di tifosi e compagni, così sta portando la sua squadra fuori da una crisi che sembrava irreversibile, così è diventato un fenomeno mediatico e non solo, con la forza della concretezza, la più importante delle qualità in ogni ambito della vita. E con la fiducia nei suoi mezzi. Che poi sia anche bravo nell’inventare qualcosa di particolare per stupire chi lo guarda è tutto di guadagnato, anche perchè di professione fa il playmaker e qualcosa dalle sue mani dovrà pure uscire per far girare al meglio la squadra.

    La favola di Jeremy Lin è una delle più belle che si possano ricordare non solo per quanto riguarda la NBA ma un pò nella vita in generale. A memoria credo che negli ultimi 15 anni non si sia visto nulla del genere nel basket americano. Un noto detto ci insegna che tutto ciò che in un determinato momento va su poi inesorabilmente prima o poi ritorna giù. Io spero con tutto il cuore che questa favola (che presto o tardi è destinata ad avere una fine) possa comunque durare ancora a lungo, e che non ci faccia smettere di sognare. Già, sognare! Perchè è questo, in definitiva, il grande talento di Jeremy Lin, quello di aver regalato ad ognuno di noi un sogno, di averci fatto capire che volendo tutto è possibile nella vita. E ce ne siamo resi conto guardando un ragazzo dal fisico da impiegato, con gli occhi allungati, un taglio di capelli assolutamente normale ed una faccia pulita che ispira tanta simpatia che ha dispensato magìe su un campo da basket al cospetto dei migliori….

    JEREMY LIN SHOW VS LOS ANGELES LAKERS

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  • NBA, Miami dilaga a Milwaukee. Belinelli torna a sorridere

    NBA, Miami dilaga a Milwaukee. Belinelli torna a sorridere

    Nelle 6 partite disputate nella notte NBA arrivano buone notizie da Marco Belinelli ed i suoi New Orleans Hornets: la guardia Azzurra firma 13 punti ed il team della Louisiana torna alla vittoria superando gli Utah Jazz. I Miami Heat vincono in scioltezza sul campo dei Milwaukee Bucks grazie al solito LeBron James, Philadelphia infligge a Charlotte la 15esima sconfitta consecutiva. Molto bene gli Orlando Magic che battono gli ostici Minnesota Timberwolves, ad Oakland i Golden State Warriors hanno la meglio, dopo una gara molto tirata, sui Phoenix Suns mentre i campioni in carica dei Dallas Mavericks mandano KO i Los Angeles Clippers.

    I Sixers vincono a Charlotte e condannano i Bobcats alla 15esima sconfitta di fila: a trascinare la truppa di coach Doug Collins è, come succede il più delle volte per Philadelphia, la panchina capace di segnare 55 punti sui 98 totali. Ed il miglior realizzatore è sempre Louis Williams che infila 23 punti, mentre Young arriva a quota 20. Per i padroni di casa, sempre più in caduta libera, ci sono i 22 punti di Maggette ed i 21 del rookie Kemba Walker.

    Orlando ha la meglio su Minnesota grazie alla buona prova di squadra che si concretizza portando 6 uomini in doppia cifra: Jason Richardson conferma il suo buon momento di forma piazzando 17 punti mentre Redick, Nelson e Turkoglu portano alla causa 14 punti a testa. Serata di ordinaria amministrazione per Howard che per una volta manca la consueta doppia doppia (per lui 11 punti). Ai Timberwolves non bastano le doppie doppie di Kevin Love (19 punti e 15 rimbalzi) e di Pekovic (16 punti e 13 rimbalzi).

    Miami soffre solo nel primo quarto, poi dilaga e si prende la vittoria a Milwaukee. E’ sempre LeBron James a fare la differenza, per l’ala degli Heat giocate spettacolari a ripetizione e 35 punti a referto conditi da 8 rimbalzi e 3 assist. Ottimo il supporto di Dwyane Wade (22 punti) e Mario Chalmers (13 punti e 3/4 dalla lunga distanza). Per i padroni di casa il top scorer è Carlos Delfino con 24 punti (5/8 da oltre l’arco), ultimo ad arrendersi tra le fila della sua squadra.

    Marco Belinelli, New Orleans Hornets | © Doug Pensinger/Getty Images

    Dopo 8 sconfitte consecutive tornano al successo i New Orleans Hornets che si impongono contro gli Utah Jazz. Serata da incorniciare per il centro Chris Kaman che infila 27 punti ai quali aggiunge anche 13 rimbalzi, nonostante i 13 tiri presi è buona la prova del nostro Marco Belinelli che si arrampica fino a quota 13 punti (gli stessi di Ayon, decisivo nel finale con una gran stoppata nel momento del disperato tentativo dei Jazz di recuperare lo svantaggio). Per gli ospiti sono inutili invece i 14 punti e 12 rimbalzi di Al Jefferson, delude Millsap (4 punti e 2/9 al tiro) che fino ad ora era stato il trascinatore della franchigia di Salt Lake City.

    A Dallas arriva Caron Butler e prima della partita coach Carlisle ed il proprietario dei Mavs Mark Cuban gli consegnano l’anello di campione del Mondo conquistato lo scorso anno con i biancoblu, i texani però rovinano la serata all’ala dei Los Angeles Clippers (miglior marcatore dei suoi con 23 punti) imponendosi dopo una gara combattutissima per 92-96. I Mavericks si affidano al talento di Nowitzki (22 punti) per portare a casa il risultato, mentre agli ospiti, oltre al già citato Butler, non bastano i 20 punti di Griffin ed i 16 di Paul.

    Infine i Golden State Warriors hanno la meglio sui Phoenix Suns grazie alla grande gara di David Lee, autore di una performance da 28 punti e 12 rimbalzi. Bene Nate Robinson e Kyle Thompson in uscita dalla panchina che segnano 21 punti in combinata e sopperiscono alla prova opaca di Monta Ellis (18 punti ma 5/20 dal campo). Agli ospiti servono veramente a poco i 25 punti e 12 rimbalzi del sempre positivo Marcin Gortat, i 18 punti di Frye ed i 14 assist di Nash sempre più leader nella Lega in questa specialità.

    Risultati NBA 13 gennaio 2012

    Charlotte Bobcats-Philadelphia 76ers 89-98
    Cha: Maggette 22, Walker 21, Reggie Williams 14
    Phi: Louis Williams 23, Young 20, Holiday 19

    Orlando Magic-Minnesota Timberwolves 102-89
    Orl: Jason Richardson 17, Nelson 14, Redick 14, Turkoglu 14
    Min: Love 19, Pekovic 16, Beasley 13

    Milwaukee Bucks-Miami Heat 96-114
    Mil: Delfino 24, Gooden 12, Jennings 12
    Mia: James 35, Wade 22, Chalmers 13

    New Orleans Hornets-Utah Jazz 86-80
    N.O.: Kaman 27, Belinelli 13, Ayon 13
    Uta: Jefferson 14, Favors 14, Bell 11

    Dallas Mavericks-Los Angeles Clippers 96-92
    Dal: Nowitzki 22, Marion 16, Haywood 10, Carter 10, West 10
    Cli: Butler 23, Griffin 20, Paul 16

    Golden State Warriors-Phoenix Suns 102-96
    G.S.: Lee 28, Ellis 18, Robinson 11
    Pho: Gortat 25, Frye 18, Dudley 11

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, Lakers e Celtics si salvano nel finale. Bene i Miami Heat

    NBA, Lakers e Celtics si salvano nel finale. Bene i Miami Heat

    6 le partite disputate nella notte NBA.

    I Lakers giocano una partita dai 2 volti ma alla fine trionfano contro i Raptors privi ancora di Andrea Bargnani: i gialloviola partono benissimo ed infliggono un super parziale ai rivali che li porta sul +18. La reazione dei canadesi però si concretizza nel secondo tempo e quasi non viene da crederci quando Toronto si porta sul +4 a meno di 2 minuti dal termine (90-86). Kobe Bryant, che aveva avuto il demerito di far rientrare in partita i Raptors sbagliando troppi tiri fino a quel momento ed ignorando sistematicamente i compagni, decide la gara prima con la tripla del -1 (89-90), poi con la palla rubata e l’assist per il +1 di Artest (91-90) ed infine con il jumepr del KO )93-92) a 4 secondi dal termine. Per lui 27 punti con Pau Gasol che scrive una sontuosa doppia doppia da 16 punti e 17 rimbalzi. Ai padroni di casa non basta il career high di Calderon con 30 punti.

    Boston conduce la gara contro i Bulls sin dalla palla a 2 ed a 4 minuti dalla sirena si ritrova in vantaggio di 14 punti (72-86) ma una partita che sembra segnata viene riaperta dalla determinazione dei giocatori di Chicago e dalle disattenzioni dei Celtics. Gli ospiti così arrivano sul -3 (86-89) con un minuto e mezzo da giocare, ma Pierce e Rondo abbattono la resistenza degli ospiti. Per il playmaker biancoverde seconda tripla doppia della stagione con 32 punti (pareggiato il career high), 10 rimbalzi e 15 assist. Doppia doppia per Garnett (13 punti e 12 rimbalzi) mentre per i Bulls ci sono i 22 punti a testa di Boozer e Warson. Chicago paga con la sconfitta le pesanti assenze di Derrick Rose e di Rip Hamilton.

    Successo esterno di Washington a Detroit: i Wizards operano lo strappo decisivo tra fine terzo periodo ed inizio dell’ultima frazione di gioco piazzando un parziale di 22-2. McGee (22 punti ed 11 rimbalzi) e Young (anche per lui 22 punti) i top scorer degli ospiti con Wall che sforna 15 assist. I Pistons interrompono la striscia positiva a 4 gare e non basta il sempre positivo Greg Monroe (27 punti) per portare a casa la vittoria.

    Miami domina ad Atlanta: massimo risultato con il minimo sforzo per gli Heat in una partita che si prospettava un pò più combattuta (decimo successo in 12 partite per la truppa di coach Spoelstra). Già all’intervallo la sfida pare indirizzata verso Miami che accumula un vantaggio di ben 22 punti. Nel secondo tempo è così solo ordinaria amministrazione per LeBron James e compagni (che in apertura di terzo quarto arrivano anche sul +32) con il numero 6 di Miami che infila 23 punti, 13 rimbalzi e 6 assist, Wade ne aggiunge 21 e Bosh mette a referto una doppia doppia da 14 punti e 16 rimbalzi. Per gli Hawks, distrutti in ogni aspetto del gioco, solo 2 uomini in doppia cifra, con Green che arriva a quota 17 e Joe Johnson che ne segna 12.

    Colpo esterno dei Jazz sul difficile campo dei Grizzlies: Utah si affida alla vena realizzativa di Gordon Hayward (23 punti) ed Al Jefferson (21 punti e 15 rimbalzi) con Paul Millsap che contribuisce alla causa con 16 punti ed 8 rimbalzi. Memphis prova generosamente a non mollare la presa sulla partita ma alla fine deve inchinarsi nonostante i 22 punti di Rudy Gay ed i 17 punti a testa di Conley e Marc Gasol.

    Infine i Golden State Warriors interrompono la serie positiva dei Rockets grazie ad uno strepitoso ed infuocato Monta Ellis autore di 33 punti. Bene anche David Lee (15 punti e 14 rimbalzi) e Curry (14 punti), arma vincente per la squadra di Oakland il tiro da 3 (13/24 per una percentuale del 54%). In casa Houston torna a splendere Kevin Martin (28 punti e 5 /11 da oltre l’arco), ma vengono traditi dalle seconde linee (finora fattore decisivo per le sorti del team) stranamente poco produttive (solo 29 punti).

    Risultati NBA 12 febbraio 2012

    Toronto Raptors-Los Angeles Lakers 92-94
    Tor: Calderon 30, Kleiza 15, Barbosa 12
    Lak: Bryant 27, Gasol 16, Bynum 14

    Boston Celtics-Chicago Bulls 95-91
    Bos: Rondo 32, Garnett 13, Johnson 12
    Chi: Boozer 22, Watson 22, Noah 16

    Detroit Pistons-Washington Wizards 77-98
    Det: Monroe 27, Stuckey 11, Prince 10
    Was: McGee 22, Young 22, Vesely 10, Lewis 10

    Atlanta Hawks-Miami Heat 87-107
    Atl: Green 17, Joe Johnson 12, Pachulia 8, Smith 8
    Mia: James 23, Wade 21, Chalmers 15

    Memphis Grizzlies-Utah Jazz 88-98
    Mem: Gay 22, Conley 17, Gasol 17
    Uta: Hayward 23, Jefferson 21, Millsap 16

    Golden State Warriors-Houston Rockets 106-97
    G.S.: Ellis 33, David Lee 15, Thompson 14, Curry 14
    Hou: Martin 28, Scola 14, Parsons 11, Courtney Lee 11

    LE CLASSIFICHE

  • All Star Game NBA, le divise Adidas e le scarpe di Howard e Rose

    All Star Game NBA, le divise Adidas e le scarpe di Howard e Rose

    Da venerdì 24 fino a domenica 26 febbraio ad Orlando andrà in scena l’All Star Week End NBA. Anche quest’anno saranno tantissime le super “Stelle” della Lega che daranno spettacolo per la gioia di tutti i fans che come al solito saranno numerosi.

    Adidas, che è il fornitore ufficiale della NBA, ha svelato le nuove divise e le scarpe per la 61esima edizione della partita delle Stelle, che si giocherà il 26 e che chiuderà l’evento. Nel match tra Eastern Conference contro Western Conference si sfideranno i migliori atleti in circolazione, da LeBron James a Kobe Bryant, passando per Kevin Durant, Dwyane Wade, Chris Paul, Derrick Rose e Blake Griffin per finire con Dwight Howard che avrà il sostegno del pubblico di Orlando visto che è il leader dei Magic. Pronti dalla panchina a dare man forte ci saranno il campione NBA in carica Dirk Nowitzki, Kevin Love, Chris Bosh, Deron Williams, Paul Pierce e LaMarcus Aldridge.

    Non c’è stata fortuna per gli italiani: Marco Belinelli è stato escluso a priori dalle votazioni mentre Danilo Gallinari ed Andrea Bargnani, pur essendo stati inseriti tra i candidati a giocare l’All Star Game sono stati tagliati fuori dalla manifestazione per via degli infortuni patiti nell’ultimo periodo che li hanno messi KO.

    Le divise del 2012 sono state create appositamente per celebrare il 20esimo anniversario del memorabile All-Star Game NBA del 1992 disputato sempre ad Orlando. Le scarpe Adidas per questa edizione sono di color arancio in omaggio all’Orange County della Florida ed alle famose arance che si producono in questa zona.

    Le divise hanno alcune particolarità: le scritte “East” e “West” All-Star sono in stampatello come quelle del 1992. Le giacche e le maglie che verranno utilizzate dai giocatori hanno un motivo che richiama il disegno del parquet dell’Arena di Orlando. I colori blu e rosso delle divise, saranno esaltati dalle 3 strisce (marchio di fabbrica Adidas) argento e oro, e tutto ciò risalterà incredibilmente sul campo. I pantaloncini invece prendono ispirazione dal mondo del surf e sono realizzati in mesh altamente traspirante.

    Dwight Howard e Derrick Rose, atleti che rappresentano l’Adidas in tutto il Mondo, indosseranno una versione arancione delle loro nuovissime scarpe: le adiPower Howard 2 e le adizero Rose 2.5.

    L’adizero Rose 2.5, quarta scarpa dedicata all’M.V.P. Derrick Rose è la scarpa da basket più leggera mai indossata dal fuoriclasse dei Chicago Bulls e lo supporterà anche nella seconda parte della stagione e nella difficile sfida dei prossimi playoff. La tomaia comprende la tecnologia SPRINTFRAME ed un’area SPRINTWEB ulteriormente allargata per ridurre il peso e garantire il massimo controllo. La cavigliera dotata di tecnologia GEOFIT garantisce una calzata perfetta per il massimo comfort.

    Dwight Howard indosserà a sua volta le adiPower Howard 2, create appositamente per assecondare la potenza e l’esplosività del giocatore più votato da tutti i fans NBA per questo All Star Game. La scarpa messa a disposizione del centro degli Orlando Magic ha la suola con un motivo che richiama il vetro frantumato per ricordare ai tifosi la potenza di Howard e i tanti tabelloni rotti nella sua eccezionale carriera. La tecnologia ALIVE garantisce la migliore ammortizzazione per il suo stile di gioco altamente esplosivo. La firma di Dwight sul tallone, il numero di maglia a metà della scarpa e la linguetta con il logo “dh” completano la personalizzazione.

    Adidas Originals domina al di fuori del campo con le AR2.0. Sulla scia della famosa adi-Rise, la AR2.0 si ispira all’iconica Forum Mid, ma con un look più moderno, caratterizzato dalla suola vulcanizzata, la tomaia in pelle verniciata e lo strap sopra la linguetta. Anche la AR2.0 è basata sui colori navy/arancio in omaggio all’ All-Star Game NBA di Orlando.

    LE DIVISE ALL STAR GAME NBA 2012 E LE SCARPE ADIDAS DI HOWARD E ROSE

  • NBA, bene Clips, Spurs, Nuggets e Mavs. Continua la favola Jeremy Lin

    NBA, bene Clips, Spurs, Nuggets e Mavs. Continua la favola Jeremy Lin

    8 le partite disputate nella notte NBA in un turno con un pizzico di vintage che ha visto molte squadre scendere in campo con le divise storiche del passato. Continua la favola di Jeremy Lin che guida al successo i suoi Knicks anche sul parquet dei Timberwolves, Orlando sbanca Milwaukee, i Phoenix Suns vincono in trasferta a Sacramento. I Philadelphia 76ers approfittano al meglio delle assenze tra le fila dei Cavaliers, i Los Angeles Clippers non trovano molti problemi a Charlotte. Successo Spurs (Ginobili al rientro dopo l’infortunio) sul campo dei Nets, bene Denver ad Indianapolis, i Mavericks abbattono la resistenza dei Blazers dopo 2 overtime.

    E siamo a 5, come le partite in cui Jeremy Lin è stato lanciato titolare da Mike D’Antoni, come le partite vinta in fila dai Knicks da quel momento in poi, come le super prestazioni del playmaker venuto dal nulla e che è ormai diventato un fenomeno sportivo a livello mondiale. Per lui altri 20 punti, conditi da 6 rimbalzi ed 8 assist nella sfida vinta da New York sul parquet dei Minnesota Timberwolves (unica pecca i 24 tiri dal campo). Bene anche Shumpert (20 punti), Fields (19) e Novak (15) mentre Chandler assicura sempre il suo apporto difensivo. Ai padroni di casa non basta il solito mostruoso Kevin Love (32 punti e 21 rimbalzi)e la doppia doppia di Pekovic da 21 punti e 13 rimbalzi.

    Tutto facile per i Clippers a Charlotte (alla 14esima sconfitta consecutiva). Los Angeles nel secondo tempo dà spettacolo con giocate eccezionali da inserire nelle migliori azioni di questo turno, brillano i soliti Paul (18 punti e 14 assist) e Griffin (21 punti e 10 rimbalzi). I Bobcats trovano 19 punti di Kemba Walker.

    Denver sbanca Indianapolis. West condanna i Pacers con la palla persa sull’ultimo possesso nonostante i suoi 22 punti, 26 li aggiunge Granger ma i Nuggets trionfano grazie ai 27 punti di Lawson, ai 23 di Afflalo ed ai 19 di Brewer che sostituisce in ala piccola l’infortunato Danilo Gallinari.

    Senza la prima scelta assoluta Kyrie Irving e con Varejao out per la frattura del polso destro i Cavaliers vengono travolti dai Sixers guidati dai 20 punti di Holiday e dalla solita panchina lunga a disposizione di coach Doug Collins (19 punti di Williams e 16 di Young). Per Cleveland 20 punti di Jamison, 19 di Sessions e 17 di Gee.

    Vittoria in scioltezza anche per San Antonio contro i Nets. Gli Spurs ritrovano Ginobili al rientro dopo la frattura alla mano (8 punti per lui) ma a trascinare i texani sono i 18 punti di Neal e la doppia doppia di Duncan (13 punti e 10 rimbalzi). I padroni di casa invece hanno in Deron Williams (27 punti) il top scorer della serata.

    Servono 2 overtime ai campioni in carica dei Mavericks per avere la meglio sugli irriducibili Blazers: 5 uomini in doppia cifra per i padroni di casa con Nowitzki a quota 20 punti, Terry a 19 e la doppia doppia di Marion da 14 punti e 12 rimbalzi. A Portland non servono i 33 punti e 12 rimbalzi del sempre più fenomenale LaMarcus Aldridge.

    Successo Magic sul parquet dei Milwaukee Bucks: per una volta le luci della ribalta non vanno a Dwight Howard (doppia doppia da 11 punti e 14 rimbalzi) tra le fila di Orlando ma a Jason Richardson che sforna una prova da 31 punti ed un irreale 9/11 dalla lunga distanza. I padroni di casa hanno in Gooden il miglior realizzatore con 21 punti ed un ottimo Ilyasova da 17 punti e 16 rimbalzi ma vengono traditi da Jennings (che ha dichiarato di voler andare via da Milwaukee per giocare in una grande squadra) che senza stimoli mette a referto solo 7 punti tirando 14 volte.

    Infine i Suns sbancano Sacramento: ottime performance per Frye (17 punti e 3/5 da 3), Dudley (20 punti e 3/6 da 3) e Gortat (15 punti) mentre Nash in cabina di regia piazza 15 assist. Ai Kings quindi non servono a molto i 26 punti e 9 rimbalzi di un sempre più in crescita DeMarcus Cousins ed i 21 di Thornton.

    Risultati NBA 11 febbraio 2012

    Charlotte Bobcats-Los Angeles Clippers 86-111
    Cha: Walker 19, Maggette 12, Thomas 11
    Cli: Griffin 21, Paul 18, Butler 16

    Indiana Pacers-Denver Nuggets 109-113
    Ind: Granger 26, West 22, George 15
    Den: Lawson 27, Afflalo 23, Brewer 19

    Cleveland Cavaliers-Philadelphia 76ers 84-99
    Cle: Jamison 20, Sessions 19, Gee 17
    Phi: Holiday 20, Williams 19, Young 16

    New Jersey Nets-San Antonio Spurs 89-103
    N.J.: Deron Williams 27, Humphries 15, Farmar 12
    S.A.: Neal 18, Duncan 13, Parker 12

    Minnesota Timberwolves-New York Knicks 98-100
    Min: Love 32, Pekovic 21, Rubio 12
    N.Y.: Lin 20, Shumpert 20, Fields 19

    Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers 97-94 (2 overtime)
    Dal: Nowitzki 20, Terry 19, Marion 14
    Por: Aldridge 33, Crawford 19, Batum 12

    Milwaukee Bucks-Orlando Magic 94-99
    Mil: Gooden 21, Ilyasova 17, Dunleavy 14
    Orl: Jason Richardson 31, Turkoglu 19, Redick 14

    Sacramento Kings-Phoenix Suns 84-98
    Sac: Cousins 26, Thornton 21, Greene 8
    Pho: Dudley 20, Morris 18, Frye 17

    LE CLASSIFICHE

  • Obama elogia Gallinari e Belinelli ma non cita Bargnani. Solo una dimenticanza?

    Obama elogia Gallinari e Belinelli ma non cita Bargnani. Solo una dimenticanza?

    Nei giorni del rinnovato e ritrovato sodalizio fra Stati Uniti ed Italia, suggellato dall’incontro di ieri fra Mario Monti ed Barak Obama, in cui il presidente statunitense si è dichiarato fiducioso sul futuro del nostro Paese, esternando grande approvazione per l’operato del Presidente del Consiglio Italiano, “con la partenza a razzo” e le misure promosse definite “molto efficaci”, appaiono assolutamente attuali le dichiarazioni del presidente a stelle e strisce a proposito di alcuni illustri esponenti del nostro Paese che vivono Oltreoceano, ossia i campioni Nba Gallinari e Belinelli, che Obama – grande appassionato di basket e tifoso dei Tar Heels del Noth Carolina con i quali di tanto in tanto si diletta a giocare – pare apprezzare particolarmente, al punto da voler sottolineare che la loro presenza nell’Nba è un ulteriore elemento a favorire il buon nome dell’Italia negli Usa e che l’ “Italia può esser fiera dei suoi figli e delle sue figlie che ne garantiscono il buon nome“.

    I due campioni, dopo le parole del Presidente, non potevano che definirsi onorati di un siffatto attestato di stima, oltre che emozionati perchè tali parole provengono dall’uomo più potente del mondo, un complimento che vale una vittoria, o forse anche di più. Danilo Gallinari, a tal proposito, sostiene di esser rimasto molto sorpreso dalle parole del Presidente, precisando come siano motivo di grandissimo orgoglio, perchè provengono da un vero esperto di basket, oltre che da un uomo fuori dal comune, che il campione Nba stima moltissimo, per i suoi modi, per la sua umanità, per le sue capacità di colpire dritto al cuore degli interlocutori, con lo “yes we can” del 2008, ma anche con un buon operato, in grado di reggere l’urto di una crisi profonda come quella attuale.

    Un operato che Danilo Gallinari riconfermerebbe alle prossime elezioni se fosse cittadino americano, anche se il suo status privilegiato di stella Nba con un contratto – appena siglato – da 42 milioni di dollari a stagione, lo pone in un ottica sicuramente privilegiata rispetto ad altri osservatori.

    In un clima tanto idilliaco per l’asse Italia-Usa, però, inevitabile chiedersi perchè il presidente Obama, soffermandosi sugli elogi dei due campioni italiani Nba, abbia omesso qualsiasi commento su un altro campione del basket italiano che gioca Oltreoceano, ossia Andrea Bargnani, che nell’Nba è approdato prima di Gallinari e Belinelli, e che attualmente è in forza ai Toronto Raptors, formazione canadese. Secondo un’interpretazione condita da una punta di malignità, l’elogio delle due stelle Nba avrebbe finalità “pre-elettorali”, volendo ricalcare l’immagine del presidente easy, che parla di sport, in maniche di camicia, e che racconta pubblicamente aneddoti curiosi della sua vita privata legati al basket, come la “sfida” a canestro con il suocero prima di chiedergli la mano dell’attuale firs lady Michelle.

    In tal senso, le parole del Presidente Obama sarebbero, dunque, un’abile mossa per ingraziarsi i giudizi degli italiani appassionati di basket, al pari di quanto – proprio negli ultimi giorni – pare stia facendo la first lady Michelle Obama, sempre impegnata a rendere la propria immagine il più vicino possibile alla gente comune, prestandosi a gare di flessioni, tiro alla fune, e corsa con i sacchi, anche in diretta televisiva.