Tag: NBA

  • NBA 2K15 in vendita da oggi. Ecco tutte le novità

    NBA 2K15 in vendita da oggi. Ecco tutte le novità

    E’ ormai arrivata la data di uscita sul mercato di NBA 2K15, il videogame di riferimento per gli appassionati di basket e della NBA, oggi 10 Ottobre 2014 sarà finalmente possibile acquistarlo nei negozi di videogiochi, intanto vediamo insieme quali sono le conferme e le novità della versione di quest’anno.

    Come negli anni passati, anche quest’anno lo sviluppo di NBA 2k15 è stato realizzato da Visual Concepts, sia per le console Playstation 4, Playstation 3, Xbox One, Xbox 360, sia per PC, mantenendo come lo scorso anno le dovute differenze tra le console di vecchia generazione (le old-gen) e quelle di nuova generazione (le next-gen), sia in termini di funzionalità e caratteristiche, sia in termini grafici.

    La cover ufficiale di NBA 2K15
    La cover ufficiale di NBA 2K15

    Uomo copertina di quest’anno è Kevin Durant, MVP della Regular Season 2014, che tra l’altro si dichiara da tempo grande appassionato di videogame, caratteristica che gli ha permesso di dare a Visual Concepts dei suggerimenti in grado di migliorare il loro prodotto sia dal punto di vista tecnico, sia da quello da quello del realismo. Tra l’altro per chi ha effettuato il pre ordine del gioco avrà delle funzionalità aggiuntive legate proprio a KD35.

    Logicamente come ogni anno sono stati aggiornati tutti i roster della NBA, la Eastern Conference e Western Conference sono più che mai vive, con tutte le divise, i roster e i palazzetti che hanno un tocco di piena autenticità. Inoltre come già da NBA 2K14 è ancora una volta presente l’Euroleague, addirittura in versione più grande, con molte più squadre, tra le quali per la Germania FC Bayern Munich, per la Turchia il Galatasaray Liv Hospital Istanbul, per la Serbia il Partizan NIS Belgrado, per l’Italia EA7 Olimpia Milano.

    Cambio della guardia nella cura della colonna sonora, dopo Jay-Z e LeBron James, quest’anno l’onore di scegliere le canzoni e le musiche che accompagnano NBA 2K15 è toccato a Pharrell Williams, l’uomo che lo scorso hanno ci ha accompagnati con il tormentone Happy”, sue le scelte quindi della colonna sonora che accompagnerà tutte le partite sui parquet virtuali di NBA 2K15.

    Per quel che riguarda il gioco vero e proprio, in attesa di una nostra recensione più accurata, le premesse ci sono tutte,  notevoli e numerosi miglioramenti sono stati introdotti nel gameplay, come ad esempio nuovi tipi di palleggi, una migliore gestione dei tiri e schiacciate più realistiche. Le animazioni dei giocatori sono aumentate ancore, oltre nuove 5000 movimenti, per lo più focalizzate sui contatti sotto canestro, quelli a rimbalzo e per dare varietà alle palle rubate che ora godono di una precisione unica, tutte per dare la possibilità di avere il campo completamente sotto controllo. La difesa ancora una volta è stata migliorata, con un nuovo sistema di Intelligenza Artificiale ed un realismo ancora migliore.

    Infine molte sono le modalità di gioco introdotte quest’anno, oltre alle già note “Associazione”, “La Mia Carriera”, “Online”, etc etc, arrivano ora “My Park” e “My Heroes”, per aumentare il coinvolgimento e le possibilità di divertimento dei fan del gioco.

    Queste solo alcune delle novità di NBA 2K15, che sempre di più si conferma un gioco di basket non solo per i fan della NBA e per gli appassionati di pallacanestro ma per tutti gli amanti dei giochi sportivi in generale. Insomma, il basket ha ancora una volta la sua casa tra i videogame, e noi non vediamo l’ora di recensirlo per voi. Nell’attesa di lasciarlo nelle nostre mani vi lasciamo il video di lancio che richiama lo slogan #YourTimeHasCome.

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  • Matt Bonner all’ NBA3X tour di Napoli

    Matt Bonner all’ NBA3X tour di Napoli

    Sabato 23 e domenica 24 agosto il lungomare di Napoli è stato nuovamente pittoresco scenario per NBA3X, l’evento promozionale targato NBA, e la città ha risposto alla grande con oltre 250 squadre amatoriali partecipanti ai tornei 3 contro 3 ed un discreto pubblico di appassionati e immancabili curiosi.

    NBA3X Napoli Ospite d’onore di quest’anno è stato l’americano Matt Bonner, centro/ala grande e fresco campione con i San Antonio Spurs, che si è concesso al pubblico e agli addetti ai lavori durante due brevi incontri e non ha ovviamente mancato di dare spettacolo sul campo allestito presso la Rotonda Diaz. Red Mamba, come è soprannominato in patria, ha parlato della breve e travagliata esperienza in Italia, quando nel 2003, appena selezionato nel Draft dai Chicago Bulls, si dovette “accontentare” del Sicilia Messina neopromosso, i cui troppi problemi (finanziari, organizzativi e non solo) lo hanno formato per quella che poi sarebbe stata un’invidiabile carriera nel tempio del basket mondiale.

    Ha speso parole lusinghiere sul suo nuovo compagno di squadra Marco Belinelli, primo italiano a vincere l’anello NBA, oltre ad essere stato anche lo scorso anno sportivo il vincitore del Three-point Shootout Contest, quale miglior tiratore da 3 punti, all’All Star Game 2014 di New Orleans. Bonner si è detto entusiasta della città, che ha avuto modo di visitare con la moglie e la figlia, e si è scoperto essere anche appassionato di calcio.

    Le due giornate di sudore, divertimento e musica come solito nell’intrattenimento proposto dallo staff NBA, saranno colme di gare, dimostrazioni, giochi di abilità col pallone a spicchi, animazione e distribuzione di gadget, e la vittoria finale andrà a quello che in Italia è ancora considerato uno sport minore, ma che nel resto del mondo conquista sempre più fan e riesce sempre più ad avere consensi ed offrire divertimento, di cui noi in questa occasione abbiamo completamente goduto.

  • San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    Le NBA Finals 2014 si concludono come ormai era previsto da tutti, il gioco di squadra batte l’individualità, i San Antonio Spurs battono LeBron James ed i suoi Miami Heat, Kawhi Leonard fa umilmente un lavoro perfetto e diventa l’MVP delle Finals 2014, lo fa contro il più forte di tutti e dimostra di essere il futuro di una franchigia che negli ultimi 15 anni ha fatto pesantemente parte della storia della NBA.

    Probabilmente chi ha visto nella notte la partita dopo i primi minuti di gioco ha pensato che ci sarebbe voluta almeno un’altra partita, poichè i Miami Heat sono partiti benissimo, forti dell’ingresso in quintetto di Ray Allen al posto di Mario Chalmers, quindi giocando senza un playmaker di ruolo. L’inizio è tesissimo, specie per i San Antonio Spurs che si trovano pressati fin da subito e hanno di fronte un LeBron James in forma smagliante, che fin dagli spogliatoi aveva detto ai suoi compagni di lasciarsi guidare da lui, il quale segna nel primo quarto 17 punti e cattura 6 rimbalzi.
    A dare il via ai canestri è Dwayne Wade, ma è quasi un canto del cigno per la guardia di Miami, nel corso della partita subirà spesso gli avversari e mostrerà tutti i limiti che ormai ha a causa dei problemi fisici. Intanto mentre per San Antonio sbagliano tiri praticamente tutti, da Tim Duncan a Kawhi Leonard, da Danny Green a Tony Parker, mostrando tutti evidenti problemi contro la difesa degli Heat, James segna senza sosta, l’avvio di gara segna uno 0-8 a favore degli ospiti che costringe Gregg Popovich a chiamare il primo timeout della partita.
    Chris BoshAl ritorno in campo le cose sembrano cambiare poco, nonostante gli Spurs iniziano a cercare punti in qualsiasi modo, i primi due arrivano dalla linea dei liberi con Tim Duncan che gioca d’esperienza, King James da l’impressione di poter segnare da qualsiasi posizione, mette subito un tiro da 3 punti, seguito da Chris Bosh che porta gli ospiti sul +11. Il primo canestro dal campo per i padroni di casa arriva per mano di Kawhi Leonard che realizza una tripla su assias di Tony Parker,  ma è quasi inutile perchè subito Rashard Lewis rende il maltolto, anche se dopo di allora quest’ultimo praticamente scomparirà dal campo. Le cose non cambiano, gli errori dei texani continuano, nemmeno Ginobili e Diaw sono capaci di segnare, così come continua lo show di LBJ, il quale con un gioco da 3 punti fa segnare sul display un 5-19 inaspettato a favore di Miami.
    Il massimo vantaggio dei Miami Heat arriva con la tripla di Ray Allen che porta il risultato sul 6-22, la sua mancanza si sentirà però per tutta la partita, questo resterà il suo unico canestro e le statistiche segneranno un 1-8 dal campo per lui, con un 1-3 da oltre l’arco. Iniziano a mancare i punti di Lebron James, dopo altri 5 messi a segno di seguito, e piano piano gli Spurs si riavvicinano grazie a Kawhi Leonard e Manu Ginobili, ma anche grazie ad un Tiago Splitter che fa sentire la sua presenza sotto canestro e ad un inaspettato Patrick Mills in stato di grazia che da oltre l’arco è quasi perfetto e ben sopperisce all’inizio negativo di Parker (0-4 dal campo), chiudendo il primo quarto sul 22-29.

    Inizia il secondo quarto e sale in cattedra Kawhi Leonard, l’MVP delle finali, che segna 4 punti nel primo minuto di gioco , ma sopratutto inizia a difendere perfettamente. Tim Duncan tira fuori tutta la classe e l’esperienza di un vero campione, i suoi 6 punti sono intervallati solo da un canestro del nostro Marco Belinelli che fa una giocata intelligentissima, così arrivando solo a -1 di differenza tra i due punteggi. Toccherà di nuovo a Kawhi Leonard far vedere la differenza, un suo tiro da 3 punti segnerà il primo vantaggio dei San Antonio Spurs sui Miami Heat per 37-35.
    Da qui in poi è tutta discesa per i nuovi Campioni NBA, la strada vero il Larry O’Brien Trophy è spianata, Manu Ginobili incanta, realizza 8 punti di seguito per la sua squadra, intervallato solo da un canestro di LeBron James, ma ci mette dentro una schiacciata a difesa avversaria schierata in cui posterizza Chris Bosh ed un tiro da 3 punti.
    Si rivede ancora James a fine quarto, che ha in quel momento gli stessi punti segnati dal resto dei compagni di squadrasquadra, e si vede anche Wade, mentre Boris Diaw al primo canestro fa scrivere il 47-40 con cui si va a riposare.

    LeBron JamesNei primi 3 minuti del terzo quarto non si segna, poi c’è Ginobili, c’è Dunca, ma soprattutto c’è Leonard, e c’è anche Patrick Mills caldissimo che prima va in layup, poi segna due tiri da 3 consecutivi in meno di 30 secondi, e successivamente tra un compagno e l’altro ne segna altre due. Gli Heat non trovano più la via del canestro, nonostante Erik Spoelstra provi le carte Chalmers e Beasley, si arriva prima sul massimo vantaggio del 65-44, poi lo stesso sul 70-69 ed infine sul +22 del 75-53, arriva il sussulto di James, ma Parker finalmente entra in partita ed il quarto si chiude sul 77-58.

     L’ultima frazione di gioco è solo una formalità, i Miami Heat non hanno più benzina, i San Antonio Spurs passeggiano, Parker aggiusta la sua partita ed allontana i tentativi degli avversari, Beasley segna ma è l’unico dei suoi che riesce a giocar ein attacco, in difesa invece nessuno dei suoi è attivo. Gli ultimi minuti sono per la standing ovation ai vari Kawhi Leonard, che da li a qualche minuto sarà incoronato MVP della partita, a Tim Duncan che si emoziona per il suo quinto titolo, a Tony Parker e Manu Ginobili, che ne segnano quattro di titoli in bacheca. E’ una serie di abbracci sinceri, anche con gli sconfitti, è vedere Coach Popovich che sorride, ma che sta sempre dietro i riflettori, lasciando spazio ai suoi giocatori, è vedere LeBron James dopo essersi congratulato con gli avversari uscire dal campo di gioco da perdente, ma a testa alta, è leggere il risultato finale di 104-87 e vedere il compimento di un sogno anche per il nostro Marco Belinelli, primo italiano ad aver vinto un titolo NBA.

    Probabilmente quella a cui abbiamo assistito è la chiusura di un ciclo, l’epoca di Tim Duncan che passa il testimone a Kawhi Leonard, una cosa che mette un poco di tristezza, ma che ci fa sorridere per aver avuto il privilegio di vedere un campione come lua ed una squadra come la sua giocare un basket da favola.

  • I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    E’ un vero massacro quello avvenuto alla American Airlines Arena di Miami in Gara 4 della NBA Finals 2014, dove i San Antonio Spurs stracciano in malo modo i Miami Heat vincendo di ben 21 punti.
    Dopo la delusione di Gara 3 in molti si sarebbero aspettati una prestazione al top da parte dei padroni di casa, un poco come è stato in Gara 2, invece quello che accade è l’esatto opposto, accade che Kawhi Leonard giochi da MVP come nella penultima partita, e se la NBA non fosse prima di tutto una azienda che si occupa di intrattenimento e che le maglie del numero 2 dei texani venderebbero troppo poco, per non parlare del fatto che non sia un uomo immagine nè per Adidas nè per Nike, allora non esisterebbero dubbi, perchè di fatto ieri lui e Boris Diaw che si ferma ad un passo dalla tripla doppia, hanno di fatto dimostrato che l’umiltà ed il lavoro di squadra nel basket fanno tanto.

    L’avvio di gara ha del drammatico per i Miami Heat, Leonard difende aggressivo, Diaw lotta a rimbalzo e distribuisce assist, prima a Danny Green che ha subito la mano calda e piazza un tiro da 3 punti, poi per Tony Parker che porta il punteggio sul 4-10 per gli ospiti, infine nuovamente da oltre l’arco Green segna un 4-13 che costringe subito Erik Spoelstra a chiamare un time out e dare una strigliata ai suoi.
    nba _ Dwyane WadeTornati sul parquet ci pensano Cris Bosh e Dwayne Wade a farsi sotto con un parziale di 6-0, ma è solo un attimo, con James quasi invisibile, Shane Battier e Ray Allen che sbagliano dalla lunga, mentre dall’altro lato è basket geometrico, preciso e puntuale, palla che sta pochissimo nelle mani dei singoli giocatori, gira velocemente, trova l’uomo libero e matematicamente batte gli avversari, trovano anche in Patrick Mills un uomo di sostanza che nell’ultimo minuto e mezzo segna a referto cinque punti e partecipa attivamente al 17-26 a favore dei San Antonio Spurs con cui si chiude il primo quarto.

    Il secondo quarto non inizia meglio per i Miami Heat, infatti subito arriva un canestro di Tiago Splitter, seguito da una plalla rubata di Diaw e da una tripla di Green che ancora una volta è subito caldo. Così mentre i San Antonio Spurs allungano, i padroni di casa sbagliano tanto e riescono ad andare a segno solo con Norris Cole ed un tiro libero di Chris Andersen, ma sulla schiacciata di Boris Diaw che firma il 20-33, Coach Spoelstra si trova ancora una volta obbligato a chiamare time out.
    Sul campo toccherà ancora una volta a Ray Allen, il vero uomo del momento del bisogno di Miami, molto più di King James, dare il suo apporto con due tiri da 3 punti in meno di un minuto e mezzo di gioco, facendo così rialzare la testa ai propri compagni e scrivendo sul display un 28-37 a favore degli avversari.
    La rimonta dura poco però, perchè Kawhi Leonard e Manu Ginobili fanno un parziale di 5 punti portando il risultato sul +14, cifra che aumenta ancora dopo l’ennesimo timeout dei padroni di casa, grazie alle mani del duo Tony Parker  Tim Duncan, e diventa 28-46.
    Intanto Lebron James continua ad essere quasi nullo, distrutto da Leonard, per quasi tutto il quarto non prova tiri, sbaglia anche un libero, e solo sul finale riesce a realizzare un tiro da 3 punti. D’altro canto i Texani sono inarrestabili, fanno gioco collettivo e portano da tutti i lati acqua al loro mulino, tutto quello che serve affinchè ,dopo aver toccato un +22, i San Antonio Spurs chiudano il primo tempo sul 36-55.

    Dopo la pausa lunga LeBron James ci vuole credere ed inizia a segnare, attacca il ferro ed è concentrato, segna 10 punti in 4 minuti, dei suoi nel mezzo dei sui punti solo Mario Chalmers va a canestro una volta, tutto utile a portare sul -13 i padroni di casa, sul punteggio di 48-61. Lo stop arriva però nuovamente dall’esperienza e dalla colletività di San Antonio, per gli Spurs non c’è una superstar che fa tutot solo, ma ci sono Tim Duncan, Boris Diaw, Kawhi Leonard, Tony Parker, Tiago Splitter, insomma una squadra intera che ancora una volta dimostra efficienza ed efficacia, e fanno si che a nulla valgano i 19 punti, su 21 totali degli Heat, del leader di Miami, sul tabellone del punteggio si legge 57-81 a fine del terzo quarto un +14 ben stabile.

    L’ultima frazione di gioco è una formalità, LBJ da solo non ce la può fare, non con il suo modo di giocare, non con il suo essere troppo spesso un uomo solo in mezzo al campo senza l’accortezza di pensare da componente di una squadra. Andersen prova ad accorciare, ma è immediata la replica di Patrick Mills che con l’ennesima tripla porta il risultato sul +25, per poi realizzarne un’altra quando iniziava a farsi vedere Dwayne Wade. Per il resto ogni tentativo di avvicinamento da parte di Miami è respinto da parte di San Antonio, con questi ultimi che in tranquillità gestiscono un +20 e danno spazio al nostro Marco Belinelli che realizza 4 punti in poco più di 3 minuti di gioco. A nulla servono le due triple consecutive di James nell’ultimo minuto di gioco, sono due tiri liberi di Jeff Ayres a sigillare il risultato sull’86-107 per i Sant Antonio Spurs.

    Sul 3-1 per gli Spurs le possibilità di sbagliare sono poche, ben 3 gare per vincere il titolo li posizionano in assoluto predominio, per gli Heat sarà una situazione disperata, per LeBron James è veramente il momento di provare se vale un Michael Jordan.
    Personalmente io aspetto di vedere come sarà la Gara 5 di Kawhi Leonard, sarebbe bello vederlo MVP.

    Miami Heat – San Antonio Spurs 86-107
    Punti: James 28, Leonard 20, Parker 19
    Rimbalzi: Leonard 14, Duncan 11, Diaw 9, James 8
    Assist: Diaw 9, Chalmers 5, Wade 4

  • LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    Il re è vivo. Per chiunque ne avesse avuto i dubbi dopo i crampi di Gara 1 delle NBA Finals 2014, LeBron James ha dimostrato che può fare la differenza, tenendo a bada, praticamente da solo, i San Antonio Spurs e guidando i suoi Miami Heat alla vittoria all’AT&T Center.

    MiamiA dirla così sembra facile, ma la partita è iniziata veramente sotto tono per i Miami Heat, con King  James che perde immediatamente palla sotto il canestro avversario, per tutto il quarto lui e compagni faticheranno, la sua prestazione segnerà sul tabellino un 1 su 4 al tiro dal campo e praticamente un non si era mai visto un combinato tra LeBron James e Dwayne Wade di 2 punti nel primo quarto di una finale NBA. Chi invece parte benissimo, nascondendo ancora una volta gli anni e sembrando un ragazzino, è Tim Duncan, che già nel primo quarto segna 11 punti e 3 rimbalzi, che a fine partita diventeranno 18 e 15 e lo affiancheranno a Magic Johnson nel record di doppie doppie in una partita di playoff.

    L’orgoglio italiano ci fa alzare in piedi subito, dopo solo 88 secondi di gioco entra in campo Marco Belinelli, a causa di due falli di Danny Green. Il giocatore di San Giovanni in Persiceto si prende subito un tiro da 3 punti sbagliandolo, ma è in serata coraggiosa e la tripla arriva subito dopo in una azione in transizione, cosa che gli da ulteriore coraggio e lo manda in 1 contro 1, lo fa penetrare, tentare il tiro, anche se la fortuna purtroppo non è dalla sua e chiuderà la partita con un misero 1 su 5 dal campo.
    Il primo quarto va avanti punto punto fino a 4 minuti dalla fine del periodo, quando prima Tony Parker e poi Kawhi Leonard allungano con un tiro da 3 punti ciascuno la distanza tra le due formazioni, opera completata poi da Duncan e Manu Ginobili, inframezzati da Ray Allen, facendo si che il quarto si chiuda sul 26-19 per i padroni di casa.

    L’inizio del secondo quarto è ancora drammatico per i Miami Heat dato che i San Antonio Spurs portano il vantaggio a +11 sul 30-19, toccherà ancora una volta ad uno dei vecchi in campo suonare la sveglia, così la tripla di Ray Allen apre alla rimonta degli Heat, la partita prende una piega diversa dopo che probabilmente coach Erik Spoelstra ha richiamato i suoi giocatori. A questo punto gli Spurs fanno il più grosso errore che potevano fare, lasciano spazio a LeBron James, devastante in campo aperto, segna 6 punti di seguito, con una schiacciata a due mani la cui rincorsa parte dall’arco dei 3 punti, su assist si Mario Chalmers, poi recupera un pallone dalle mani di Tim Duncan, al quale viene anche fischiato un fallo tecnico, segnando il tiro libero e  subito dopo ancora un altro canestro per quello che è il primo momentaneo vantaggio di Miami sul 33-34. Il prescelto finirà il quarto segnando in questa frazione 17 punti e collezionando 6 rimbalzi, gli stessi di Duncan, che però non metterà a segno alcun punto, ci penseranno i suoi compagni di squadra Manu Ginobili e Tony Parker a tenere testa al fortissimo avversario che in Chris Bosh e Dwayne Wade ha i più fidati compagni, tutto ciò farà si che il primo tempo sia tirato e piacevole e che il punteggio in chiusura sul 43-43 rispecchi il gioco reale.

    LeBronIl secondo tempo segna un cambio di campo ma non di passo per LeBron James, nuovamente protagonista con altri 14 punti nell’arco del terzo quarto, poi c’è spazio per Wade  sin da subito, ma tocca a Rashard Lewis ergersi a comprimario numero uno in questa fase di gioco, il tutto mentre invece dall’altra sponda si ha sempre un gioco corale in cui le varie componenti fanno la propria parte e sapientemente dimostrano compattezza e varietà, tanto che negli ultimi due minuti Patrick Mills insacca due bombe essenziali. Tiratissimo anche questo quarto che sul punteggio di 78-77 per i padroni di casa rimanda tutto all’ultima frazione di gioco.

    C’è da aspettarsi un quarto quarto degno delle migliori finali e così è, il tutto anticipato dall’intervista tra un quarto e l’altro di Gregg Popovich che praticamente dice che è impossibile fermare LBJ e che l’unica cosa è sperare che giochi male.
    Bosh si conferma come vero secondo violino di Miami, zittendo critiche che da un poco lo accompagnano, mette subito a segno una schiacciata con tanto di tiro libero aggiuntivo per il fallo subito da Tiago Splitter. Intanto si segna poco, una magia stupenda di Ginobili ed una tripla esplosiva di Green portano nuovamente in vantaggio di misura i San Antonio Spurs, ed un brutto gesto di Mario Chalmers, colto in flagrant foul per una gomitata in penetrazione su Tony Parker, rischia di rovinare la partita e la serie dei Miami Heat, ma lo stesso Parker e Duncan riescono a rovinare tutto, sbagliando 4 tiri liberi consecutivi, tiri liberi che alla fine della partita peseranno tantissimo e condanneranno i texani.
    James invece in risposta al caldo del palazzetto della scorsa settimana è più freddo dell’iceberg che ha affondato il Titanic e segna prima un tiro da 3 punti poi due tiri liberi, per il momentaneo +3 degli ospiti, vantaggio annullato da Boris Diaw con un suo tiro da oltre l’arco che porta la partita sul 90-90.
    La stanchezza si fa sentire, si attacchi lenti, si sbaglia tanto, si segna poco, al canestro del Birdman Chris Andersen Parker risponde con un tiro da 3 punti, poi da entrambi i lati c’è voglia di chiudere, ma manca la forza e così arrivano gli errori da oltre l’arco di Bosh ,che su passaggio di James sbaglia dalla destra, e di Ginobili che vede il suo tiro fermarsi al ferro, così di nuovo con palla in mano a James che aspetta la chiusura della difesa e nuovamente consegna al palla a Bosh che senza paura fa i 3 punti della possibile vittoria quando il cronometro segna 1:17 alla fine.
    Nell’utimo minuto succede che LeBron si prende un fallo, causando l’uscita per falli di Kawhi Leonard, con due tiri liberi, seppur realizzandone solo uno, che Ginobili sbaglia nuovamente da oltre l’arco, che Bosh consegna nella mani di Wade la palla della chiusura definitiva e che Manu l’argentino segna da oltre l’arco quando ormai è troppo tardi, tutto questo fa segnare il risultato finale sul 96-98 per gli ospiti e apre a molti pensieri.

    San Antonio Spurs – Miami Heat sull’1-1 da spazio a molte interpretazioni, con il fattore campo che momentaneamente è stato ribaltato a favore della compagine della Florida, tra meno di due giorni si torna in campo e Gara 3 sarà fondamentale per capire come veramente stanno le cose.

    San Antonio Spurs – Miami Heat 96 – 98
    Punti: James 35 – Parker 21 – Ginobili 19 – Belinelli 3
    Rimbalzi: Duncan 15 – James e Diaw 10
    Assist: Parker 7 – Diaw e Splitter 5

  • Nba playoff 2014 il gioco si fa duro…

    Nba playoff 2014 il gioco si fa duro…

    Gli NBA playoff 2014 sono giunti alla fase più importante e da qui in avanti vedremo le possibili contendenti al titolo. Negli ottavi di finale non abbiamo visto grosse sorprese: dalla Eastern Conference con Indiana; Atlanta; Chicago; Washington; Toronto, Brookyn; Miami e Charlotte sono uscite le due squadre che hanno dominato per l’intera stagione la loro conference, Indiana e Miami. Dalla parte opposta degli Stati Uniti San Antonio supera agevolmente Dallas e Portland e dovrà vedersela per la finale di Western Conference contro gli Oklahoma City Thunder reduci dalla vittoria 4-2 sui Clippers di Blake Griffin.

    Lebron james dei Miami Heat|Foto Twitter|Il Pallonaro
    Lebron james dei Miami Heat|Foto Twitter|Il Pallonaro

    Mentre gli addetti ai lavori si chiedono se la finale sarà Spurs-Heat dove l’anno scorso uscì vincitore proprio la squadra di Miami, le restanti squadre reduci del campionato stanno già preparando le nuove mosse in vista del prossimo anno: i Golden State Warriors arrivati agli ottavi di finale, danno un segno di cambiamento con la rottura del contratto con il coach Mark Jackson e trovano l’accordo con il veterano Steve Kerr, coach di grande esperienza prima come giocatore e vincitore di 5 anelli e successivamente come vice di Phil Jackson ai tempi in cui i Bulls erano trascinati dall’irresistibile Michael Jordan; i Brooklyn Nets stanno cercando una certa flessibilità per il loro futuro. Il progetto del magnate russo Mikhail Prokhorov di far crescere la squadra di Brooklyn è ancora lontano.

    Stracciati per 4-1 contro i Miami alle semifinali di conference, ora bisognerà chiedersi se riusciranno a chiudere i contratti in scadenza di giocatori come Paul Pierce,  richiamato all’ordine da quel di Boston, e se Kevin Garnett che lunedì prossimo compirà 38anni non deciderà definitivamente che forse è il momento di ritirarsi. Mentre per i Clippers il capitolo finali si doveva chiudere in modo diverso con un coach Doc Rivers, al primo anno a Los Angeles, che urla al complotto arbitrale proprio in quella gara5 dove le cose potevano andare davvero in discesa contro i Thunders. Tornando alle finali di conference tutto è pronto per il via libero: vedremo Pacers-Heat iniziare la lunga serie Domenica alle ore 03.30pm; mentre per vedere i Thunder-Spurs si dovrà aspettare fino a Lunedì alle 09.00pm.

  • Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nel loro terzo incontro stagionale Indiana vince il match contro Miami 84-83 dando un anticipo di quello che vedremo nei playoff NBA. La partita più che di qualità è stata un vero campo di battaglia senza esclusione di colpi dove le due squadre si sono affrontate soprattutto sotto l’aspetto fisico. Con la vittoria di ieri sera al Bankers Life Fieldhouse, Indiana conquista il suo secondo titolo consecutivo per la Central Divison cercando ora di chiudere la pratica per il primo posto che adesso si fa sempre più vicino.

    Era chiaro già dal pre-partita che il match non sarebbe stato un incontro “normale” e non poteva essere altrimenti: Paul George guardia dei Pacers porta in rialzo il punteggio con 23 punti, otto rimbalzi e quattro assist mentre con 21 punti Roy Hibbert ha avuto il suo miglior gioco offensivo di questo mese. Non dimentichiamo l’uomo partita David West che con 13 punti e nove rimbalzi ha portato i suoi Pacers alla vittoria a 50 secondi dalla fine con un 3-pointer. Per i Miami non è bastato un LeBron in forma strepitosa con 38 punti di cui quota 30 già nel terzo quarto(il suo 25° in partita per questa stagione). Neanche Dwyane Wade che ha lasciato la partita nei minuti finali per un problema fisico è riuscito a portare alla doppia cifra i suoi Heat senza contare le 6 palle perse ciascuno dalla coppia d’attacco.

    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter
    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter

    Per i New York Knicks reduci dalla sconfitta contro i Lakers 127-96 ci potrebbero essere possibilità di risalita nella classifica dopo la vittoria ieri sera in casa dei Sacramento Kings 107-99. Determinati alla vittoria i Knicks partono subito con JR Smith che porta in cassa 29 punti su 19 tiri ed eguaglia il record per il maggior numero di canestri da tre in una partita. New York nonostante il vantaggio di 63-48 alla fine del primo tempo rischia la beffa facendosi rimontare dai Kings con un +24 a nove minuti dalla fine del match sostenuti da un Cousins in serata speciale. Ma a differenza di martedì usciti dal timeout Smith & company danno le risposte dovute. Carmelo Anthony segna 8 dei suoi 36 punti proprio nel quarto tempo e mentre i Kings spengono definitivamente il loro gioco l’ennesima tripla di Smith e Stoudemire portano a casa una vittoria importantissima. Ora New York si trova a due lunghezze da Atlanta che perde la sua quarta partita di fila.

  • NBA, Il punto della situazione in vista dei playoff

    NBA, Il punto della situazione in vista dei playoff

    Con meno di 20 partite della NBA ancora da giocare per la maggior parte delle squadre proviamo a fare il punto della situazione in vista dei playoff. La corsa per il primo posto nella East conference vede le due certezze che sono state costanti per tutta la regular season, Miami Heat e Indiana Pacers. Miami ha avuto un mercoledì nero confezionando la quarta sconfitta consecutiva in cinque partite contro i Brooklyn Nets. Per fortuna degli Heat anche i Pacers non sono stati da meno evitando la quarta sconfitta con una vittoria su Boston martedì. Nella parte centrale della classifica abbiamo al 5° posto i Brooklyn Nets che strano ma vero vantano il miglior record dall’inizio dell’anno con un 23-9 considerando che la compagine di Jason Kidd sta affrontando una serie di infortuni nel suo spogliatoio. Toronto al 3°, Chicago Bulls al 4° e Washington Wizards al 6° danno segno di una grande lotta per il passaggio ai playoff. Nella colonna che possiamo definire in perdita troviamo un gruppo di squadre che cerca un posto tra cui i New York Knicks alle prese con il contratto da rinnovare di Carmelo Anthony che ha vinto 5 delle sue  gare più difficili, mentre i Detroit Pistons possono ancora sperare nel caso in cui Atlanta continuasse con la sua serie negativa.

    Indiana Pacers|Foto Twitter
    Indiana Pacers|Foto Twitter

    Nella West Conference i San Antonio Spurs dominano la classifica dopo una facile vittoria contro i Portland Blazer. Dobbiamo dire che per gli Spurs è un momento di ottima forma con otto vittorie consecutive coincise con il ritorno da un infortunio di Kawhi Leonard. Altra squadra macina punti sono i Los Angeles Clippers al 3° posto che con le loro 9 vittorie consecutive si prenotano un tranquillo posto in business class per i playoff concludendo il mese di Marzo a casa rispettivamente di Dallas, Houston e Minnesota. Per la squadra di Portland al 5° posto le notizie non sono buone visto l’infortunio di LaMarcus Aldridge proprio mercoledì contro gli Spurs. Statisticamente ogni uscita obbligata di Aldridge comportava notevoli problemi ai Blazer per di più gli aspetta un programma con squadre che lottano per un posto come Dallas. Memphis e Golden State iniziano a fare a spintoni per un sesto posto. Infine la cenerentola Phoenix Suns può ancora sperare dato che su 10 partite che deve affrontare 4 saranno contro squadre da record. Il mese di Marzo sarà quindi decisivo per tenere d’occhio l’evoluzione della classifica dal basso verso l’alto.

  • NBA- I New York knicks chiamano Phil Jackson

    NBA- I New York knicks chiamano Phil Jackson

    Il tanto atteso annuncio è finalmente arrivato Phil Jackson ex allenatore dei Los Angeles Lakers ha accettato l’offerta dei New York Knicks. Il veterano NBA andrà a ricoprire la funzione di “Front Office” con parte dirigenziale per aiutare la società a muoversi in campionato. I Golden State Warriors fecero cose meravigliose con questa figura che copriva una sorte di consulente operativo, imitato poi dai Sacramento Kings dando a Chris Mullin ex giocatore della squadra Californiana il ruolo manageriale per la ricerca di nuovi talenti e riportando direttamente al proprietario. La notizia dell’ingaggio dell’undici volte campione NBA (6 con i Chicago Bulls e 5 con i Los Angeles Lakers) era nell’aria già da parecchi giorni e i media americani hanno seguito con estremo interesse cosa avrebbe comportato il suo arrivo a New York. Dal punto di vista salariale i Knicks non avranno di certo problemi a pagare otto cifre dato che non ci sono limiti per il salario dei dirigenti e l’entusiasmo del Madison Square Garden farà da cornice a questo nuovo “matrimonio”.

    Phil Jackson|Foto Twitter/ Il Pallonaro
    Phil Jackson|Foto Twitter/ Il Pallonaro

    Il problema invece è che Jackson non risolverà i mali dei Knicks almeno per il momento, dato che si trovano da un lato con una stagione simboleggiata anche dall’infortunio dell’italiano Andrea Bargnani, ancora fermo per un problema al gomito e che potrebbe saltare definitivamente la stagione. Dall’altro un modesto 9° posto in regular season e un incerto ingresso ai playoff. Dobbiamo chiarire per precisione che il ruolo che Jackson andrà a ricoprire per la prima volta non sarà notevolmente semplice. Se proviamo a rapportarlo a l’immenso lavoro che venne fatto ai Warriors, dove furono assunte persone esperte in front office, ci domandiamo vista l’età avanzata se riuscirà a seguire tutto ciò che comporta questo ruolo. Sarà lui in teoria ad esplorare personalmente tutti i college, a verificare nuove prospettive internazionali oltre a fare viaggi che lo potrebbero portare a Treviso e Barcellona. Il pubblico e i media quindi si dividono sullo scetticismo di chi pensa sia semplicemente una mossa da parte del presidente James Dolan per far vedere che la società sta cercando nuove strade e quelli entusiasti che con lui Carmelo Anthony potrebbe decidere di rimanere. Staremo a vedere.

  • NBA: Chicago batte Miami 95-88, Lakers sorprende Oklahoma

    NBA: Chicago batte Miami 95-88, Lakers sorprende Oklahoma

    Domenica importante per le squadre NBA in vista dei playoff. Trascinati da un incontenibile Joakim Noah i Chicago Bulls portano a casa una vittoria 95-88 imponendosi nei tempi supplementari e lasciando l’amaro in bocca a Lebron e compagni per la loro terza sconfitta consecutiva. Un lavoro straordinario quello svolto dalla squadra di Chicago che ha messo in campo una grande difesa e soprattutto tanto cuore. Sono 22 i punti di D.J. Augustin, playmaker dei Bulls, mentre ottima la prestazione di Noah con i suoi 20 punti,12 rimbalzi e 7 assist. Dalla parte opposta Dwyane Wade ha fatto il suo dovere con 25 punti mentre uno stanco Lebron James porta un totale di 17 punti e 8 assist.

    Joakim Noah esulta per la vittoria |Twitter
    Joakim Noah esulta per la vittoria |Twitter

    Per i Bulls non è stata una partita facile, le ripartenze dei campioni in carica risultavano essere sempre pungenti. Dopo un parziale di 43-37 durante l’intervallo per Miami, i Bulls hanno saputo prontamente reagire chiudendo  gli spazi ad un più reattivo Lebron pressato da un’ottimo Jimmy Butler e  portando il match sull’overtime. I supplementari sono stati per i Bulls come una finale di playoff giocando con concentrazione e dominando fino alla vittoria.
    Per i Bulls una grossa contraddizione: senza l’infortunato Derrick Rose sono la terza squadra con il maggior numero di vittorie della Eastern Conference. Nella West conference grande prestazione di Jodie Meeks che con i suoi 42 punti non fa per niente sentire la mancanza di Kobe Bryant portando alla vittoria i Los Angeles Lakers 114-110 contro i deludenti Oklahoma City Thunder nonostante una tripla doppia della stella Kevin Durant ed i suoi 27 punti, 10 rimbalzi e 12 assist.

    “La cosa più importante è che noi continuiamo a  combattere e a non mollare “, ha lasciato detto Meeks ai giornalisti. “La stagione non sta andando nel  modo in cui avevamo  programmato, ma abbiamo ancora 18 partite”.  Nonostante la sconfitta i Thunder sono in lizza per il quarto titolo di punteggio in cinque stagioni. I Lakers possono prendere un po’ di fiato da questa importante vittoria  visto il tragitto di 29 partite perse su 37.