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  • Rondo tripla doppia, Boston batte Sixers e vola in Finale di Conference

    Rondo tripla doppia, Boston batte Sixers e vola in Finale di Conference

    Nella decisiva gara 7 della Semifinale di Eastern Conference dei playoff NBA 2012 i Boston Celtics, guidati da uno splendido Rajon Rondo, battono i Philadelphia 76ers, chiudono la serie ottenendo il punto del 4-3 e volano alla Finale dell’Est dove affronteranno i Miami Heat di LeBron James e Dwyane Wade (sfida che prenderà il via da lunedì notte).

    Come nella maggior parte dei casi quando si gioca una gara 7 la partita non è spettacolare ma molto intensa e sentita, Boston parte meglio (10-2 in avvio) ma in chiusura di frazione gli ospiti operano l’aggancio chiudendo in parità sul 20-20.

    Nel secondo quarto la difesa dei Celtics fa la differenza ed i Sixers segnano solo 2 punti nei primi 5 minuti di gioco, alla fine del primo tempo il punteggio recita 41-33 in favore dei padroni di casa.

    Nella ripresa i biancoverdi volano sul +11, ma Philadelphia resiste molto bene e grazie ad un buon gioco di squadra riesce a riportarsi in corsa per la vittoria chiudendo la terza frazione sul 55-52, un -3 che continua a dare qualche speranza agli uomini di coach Doug Collins.

    Rajon Rondo, Boston Celtics | © Jim Rogash/Getty Images

    Nell’ultimo quarto Ray Allen, fino a quel momento a secco di triple, riesce ad ingranare e con la sua precisione porta Boston sul +8. Gli ospiti però non cedono e la gara sembra svoltare quando Pierce commette il suo sesto fallo a 4 minuti dalla sirena che lo costringe alla panchina anticipata per il raggiunto limite. Il punteggio è 71-68 per Boston e l’uscita dal campo del capitano sembra a prima vista un segnale in favore di Philadelphia. Ma a caricarsi l’intera squadra sulle spalle è Rajon Rondo che piazza 11 punti in 240 secondi di gioco e costringe i giovani Sixers alla resa portando in trionfo i suoi compagni che hanno la meglio per 85-75.

    Per il playmaker dei Celtics gara sontuosa ed ennesima tripla doppia da 18 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, Kevin Garnett aggiunge una doppia dopia da 18 punti e 13 rimbalzi, Brandon Bass porta alla causa 16 punti, Paul Pierce infila 15 punti e 9 rimbalzi e Ray Allen chiude con 11 punti. La panchina produce solo 7 punti ma tanto basta visto che Philadelphia porta in doppia cifra solo 3 giocatori, Andre Iguodala con 18 punti e 15 punti a testa per Holiday e Brand. Poi poco altro, soprattutto da Louis Williams che segna solo 7 punti dalla panchina facendo mancare il suo solito apporto (2/9 dal campo).

    Da lunedì dunque via alla Finale di Eastern Conference dove i Miami Heat avranno il vantaggio del fattore campo nei confronti di Boston. Le 2 squadre si sono già sfidate lo scorso campionato nei playoff (erano però le Semifinali di Conference) e il team della Florida spazzò via i Celtics piuttosto nettamente. Vedremo se la storia si ripeterà oppure avremo un risultato diverso.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 26 maggio:

    Boston Celtics-Philadelphia 76ers 85-75
    Bos: Rondo 18, Garnett 18, Bass 16
    Phi: Iguodala 18, Holiday 15, Brand 15

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 4-2 Heat (Miami accede alla Finale di Conference)
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 4-3 Celtics (Boston accede alla Finale di Conference)

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alla Finale di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 4-1 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale di Conference)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • NBA playoff, programma e analisi Finale Western Conference Spurs-Thunder

    NBA playoff, programma e analisi Finale Western Conference Spurs-Thunder

    Atto conclusivo nella Western Conference, dove nella Finale che designerà la squadra che andrà a giocarsi il titolo NBA contro una squadra della Eastern Conference, si affrontano San Antonio Spurs ed Oklahoma City Thunder in una serie che secondo molti sarà una delle più entusiasmanti degli ultimi 5 anni del basket americano e che rischia seriamente di essere una sorta di Finale anticipata del campionato.

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder:

    Un aspetto pare fuori di dubbio: sarà una sfida tra il “vecchio” ed il “nuovo che avanza”, l’esperienza e la forza mentale dei texani contro il talento e la forza atletica dei Thunder.

    Difficile, quasi impossibile fare un pronostico: soppesati sui 2 piatti della bilancia, pregi e difetti di queste 2 formazioni si annullano per lasciare spazio all’equilibrio totale. 2 squadre molto diverse tra di loro (per come sono state strutturate e costruite) ma legate da un unico filo conduttore, lo staff dirigenziale. Perchè R.C. Buford, general manager dei neroargento e vero artefice dei 4 titoli Spurs negli ultimi 13 anni, ha fatto da mentore all’attuale general manager dei Thunder, Sam Presti, che con sapienza ha costruito dal 2007 in poi (quando la franchigia ancora giocava a Seattle sotto il nome di SuperSonics) una vera corazzata che trova come punto di riferimento Kevin Durant, autentico fenomeno che sarà destinato a dominare la scena NBA nei prossimi 10 anni.

    Al grande appuntamento i 2 team arrivano con un complessivo di 16 vittorie ed 1 sola sconfitta nei playoff (gli Spurs addirittura sono ancora imbattuti in questa post season). Il vantaggio del fattore campo è dalla parte di San Antonio, ma mai come in questa serie potrebbe essere facilmente sovvertito nel corso delle partite.

    Nba | foto tratta dal web

    Da una parte abbiamo i neroargento, la loro esperienza, la loro forza mentale, il loro gioco collaudato e pieno di schemi fantasiosi ma al tempo stesso efficaci che possono punire qualsiasi tipo di difesa. In più Gregg Popovich in panchina, per definirlo in una parola sola, un “genio”!

    Dall’altra parte troviamo un gruppo giovanissimo (se si sommano gli anni di DurantWestbrookIbakaHarden arriviamo precisamente a soli 90 anni di età!), con una prestanza atletica ed una resistenza alla fatica assolutamente fuori dal comune. In più il talento ammassato in questi anni nel roster è pazzesco, la panchina è molto profonda e Durant è semplicemente immarcabile per qualsiasi difensore.

    Gli Spurs soffrono però la fatica e coach Popovich in stagione ha dovuto dosare le energie dei suoi Big Three (GinobiliDuncanParker ormai tutti soprai 30 anni), Oklahoma City soffre pesantemente le squadre organizzate che non gli lasciano campo aperto e la difesa dei neroargento è strutturata proprio in questo modo. Non sempre Durant potrà togliere le castagne dal fuoco con il suo talento e quindi coach Brooks dovrà inventarsi qualcosa di importante per non finire nella ragnatela e nelle trappole del suo ben più illustre collega Popovich.

    La chiave della sfida si giocherà su 2 fronti: Tim Duncan (la migliore ala grande della storia NBA, che sembra avere 10 anni di meno rispetto agli attuali 36) dovrà tenere a bada nel pitturato le torri dei Thunder Ibaka (stoppatore meraviglioso) e Perkins, mentre gli esterni di San Antonio dovranno limitare, per quanto possibile, l’estro e la capacità realizzativa di Kevin Durant senza dimenticare di dare uno sguardo a Russell Westbrook che ha dimostrato di poter caricarsi facilmente la squadra sulle spalle nei momenti che contano. Chi riuscirà a prevalere in queste 2 particolari “sfide” avrà più possibilità di vincere la serie e passare il turno. Da non dimenticare l’apporto delle panchine dove i sesti uomini di lusso Ginobili (Spurs) ed Harden (Thunder) promettono scintille a furia di canestri.

    Pronostico: come già detto, mai come in questa occasione è difficile dire chi avrà la meglio: di certo se gli Spurs imporranno il loro gioco ed i loro schemi per i Thunder sarà difficile stare dietro agli avversari, mentre se Oklahoma City riuscirà ad imporre i suoi ritmi alti (senza adeguarsi a quelli dei texani) scardinando l’organizzazione difensiva neroargento, per San Antonio si farà veramente dura a livello fisico e potrebbero iniziare i problemi. L’unica previsione che si può fare in questa occasione è che per decretare il vincitore si dovrà arrivare a gara 7, per il resto saranno i dettagli (e la fortuna/sfortuna) a decidere chi delle 2 squadre andrà in Finale NBA.

    PROGRAMMA DELLA SERIE:

    gara 1: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder domenica 27 maggio a San Antonio, ore 8:30 p.m. (ore 2.30 in Italia)
    gara 2: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder martedì 29 maggio a San Antonio, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    gara 3: Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs giovedì 31 maggio ad Oklahoma City, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    gara 4: Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs sabato 2 giugno ad Oklahoma City, ore 8:30 p.m. (ore 2.30 in Italia)
    *gara 5: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder lunedì 4 giugno a San Antonio, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    *gara 6: Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs mercoledì 6 giugno ad Oklahoma City, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)
    *gara 7: San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder venerdì 8 giugno a San Antonio, ore 9:00 p.m. (ore 3.00 in Italia)

    *se necessaria

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  • LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James e Kevin Durant guidano il miglior quintetto NBA

    LeBron James, fenomeno dei Miami Heat (che pochi giorni fa ha ricevuto il premio di M.V.P. della stagione NBA 2011/2012 ed è diventato così vincitore di tre delle ultime 4 edizioni), è stato il giocatore che ha raccolto più punti nella votazione per stabilire il migliore quintetto NBA della stagione. James ha ricevuto 118 voti per la prima squadra su un massimo di 120 voti disponibili. Oltre al numero 6 di Miami nel migliore starting five sono stati inseriti Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers, Kevin Durant degli Oklahoma City Thunder (finito ad una manciata di punti da James con 591 in totale e 117 voti da primo quintetto), Dwight Howard degli Orlando Magic e Chris Paul dei Los Angeles Clippers.

    Nonostante la media di minuti giocati più bassa in carriera (37.5 a gara), James (convocato otto volte per l’All Star Game) ha guidato la Lega nella categoria del plus-minus (differenziale di punti quando un giocatore è sul parquet) con un ottimo +7,6 ed ha concluso al terzo posto nella classifica marcatori (27,1 punti  a partita), è stato il leader dei Miami Heat negli assist (6.2 ad incontro) e nei rimbalzi (7.9 gli stessi del compagno Chris Bosh). Inoltre James ha stabilito i record in carriera per la percentuale dal campo (0,531) e nel tiro da tre punti (0,362). James guadagna gli onori della prima squadra NBA per la quinta stagione di fila e per la sesta volta in carriera.

    Kevin Durant è alla sua terza selezione nel miglior quintetto dell’anno. Ha guidato la NBA in punti segnati (28,0 a partita) per il terzo anno consecutivo, ed ha stabilito il suo massimo in carriera nei rimbalzi catturati (8.0 ad incontro) e negli assist (3.5). Durant ha segnato almeno 40 punti in stagione per quattro volte tra cui si deve registrare il career-high di ben 51 punti stabilito il 19 febbraio contro i Denver Nuggets di Danilo Gallinari. E’ stato eletto anche M.V.P. dell’All Star Game di Orlando dopo aver segnato 36 punti per la squadra della Western Conference nella vittoria per 152-149 contro la selezione dell’Est.

    Kobe Bryant è alla settima selezione consecutiva nel miglior quinetto della stagione, e diventa il giocatore in attività con più selezioni nel miglior quinetto dell’anno a quota 10. Bryant è arrivato secondo in campionato nei punti segnati (27,9 contro i 28 di Durant). Il 6 febbraio, nella sua città natale, Philadelphia, Bryant ha superato l’ex compagno di squadra ai Lakers Shaquille O’Neal al quinto posto in NBA per quanto riguarda i migliori realizzatori di tutti i tempi, e il 9 marzo, a Minnesota, è diventato il più giovane giocatore a toccare quota 29.000 punti in carriera (a 33 anni e 199 giorni). Con la sua decima selezione nella migliore squadra della stagione NBA, Bryant raggiunge mostri sacri come Kareem Abdul-Jabbar, Elgin Baylor, Bob Cousy, Michael Jordan, Bob Pettit, e Jerry West (anche loro a quota 10). Karl Malone è il leader di tutti i tempi con 11 selezioni totali e Kobe il prossimo anno proverà a raggiungerlo in testa a questa graduatoria.

    LeBron James & Kevin Durant | © Joe Murphy/NBAE via Getty Images

    Dwight Howard è stato selezionato nel miglior team NBA per la quinta stagione consecutiva, ha guidato la Lega nei rimbalzi con un 14,5 a gara e ha ottenuto il suo career high nella percentuale di realizzazione dal campo (0,573). E’ arrivato secondo nella statistica delle doppie doppie realizzate (con 43) e terzo nella classifica delle stoppate (2.15 a match). Howard inoltre ha avuto una media di 20,6 punti ed è stato uno degli unici tre giocatori in NBA con la media di almeno 20 punti e 10 rimbalzi a partita (gli altri sono stati Kevin Love e Blake Griffin).

    Chris Paul, alla seconda chiamata nel migliore quintetto dell’anno, è stato il leader NBA nei recuperi (2.53) ed ha concluso al terzo posto negli assist (9.1), aggiungendo anche 19,8 punti a partita con 3.5 rimbalzi. Ha realizzato 23 doppie doppie (16esimo assoluto). Paul in questa stagione è diventato il secondo giocatore (dopo Tim Hardaway nel 1990/1991) nella storia della NBA ad avere una media di almeno 19,0 punti, 9,0 assist, 3,5 rimbalzi e 2.0 recuperi.

    La seconda migliore squadra NBA è composta invece dalle guardie Tony Parker dei San Antonio Spurs e Russell Westbrook degli Oklahoma City Thunder, dalle ali Blake Griffin dei Los Angeles Clippers e Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, e dal centro Andrew Bynum dei Los Angeles Lakers.

    Nel terzo migliore starting five della Lega sono finiti Dwyane Wade dei Miami Heat e Rajon Rondo dei Boston Celtics come guardie, Carmelo Anthony dei New York Knicks e Dirk Nowitzki dei Dallas Mavericks come ali, e Tyson Chandler dei New York Knicks come centro.

    I migliori team della stagione NBA sono stati scelti da una giuria di 120 giornalisti sportivi  degli Stati Uniti e del CanadaI giornalisti hanno votato per i giocatori e per la selezione nella migliore squadra sono stati assegnati 5 punti, per l’inserimento nel secondo miglior team sono stati dati 3 punti ed infine per la chiamata nella terza squadra è stato fornito solo 1 punto.

    2011-12 All-NBA First Team:

    G: Chris Paul (Los Angeles Clippers) 484 punti
    G: Kobe Bryant (Los Angeles Lakers) 568 punti
    C: Dwight Howard (Orlando Magic) 476 punti
    F: LeBron James (Miami Heat) 596 punti
    F: Kevin Durant (Oklahoma City Thunder) 591 punti

    2011-12 All-NBA Second Team:

    G: Tony Parker (San Antonio Spurs) 367 punti
    G: Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder) 239 punti
    C: Andrew Bynum (Los Angeles Lakers) 400 punti
    F: Blake Griffin (Los Angeles Lakers) 170 punti
    F: Kevin Love (Minnesota Timberwolves) 365 punti

    2011-12 All-NBA Third Team:

    G: Rajon Rondo (Boston Celtics) 142 punti
    G: Dwyane Wade (Miami Heat) 235 punti
    C: Tyson Chandler (New York Knicks) 60 punti
    F: Dirk Nowitzki (Dallas Mavericks) 136 punti
    F: Carmelo Anthony (New York Knicks) 154 punti

    Questi gli altri giocatori che hanno ricevuto voti dalla giuria (ordinati secondo i punti totali ottenuti): LaMarcus Aldridge, Portland, 55; Marc Gasol, Memphis, 52; Derrick Rose, Chicago, 44; Josh Smith, Atlanta, 33; Paul Pierce, Boston, 31; Al Jefferson, Utah, 30; Pau Gasol, Los Angeles Lakers, 27; Steve Nash, Phoenix, 24; Kevin Garnett, Boston, 22; Tim Duncan, San Antonio, 18; Joe Johnson, Atlanta, 16; Deron Williams, New Jersey, 14; Rudy Gay, Memphis, 10; James Harden, Oklahoma City, 8; Luol Deng, Chicago, 5; Roy Hibbert, Indiana, 5; Manu Ginobili, San Antonio, 3; Danny Granger, Indiana, 3; Joakim Noah, Chicago, 3; Monta Ellis, Milwaukee, 2; Chris Bosh, Miami, 2; Luis Scola, Houston, 2; Marcin Gortat, Phoenix, 2; Paul Millsap, Utah, 2; Serge Ibaka, Oklahoma City, 2; David Lee, Golden State, 1; DeMarcus Cousins, Sacramento, 1.

  • Miami Heat in Finale ad Est grazie a James e Wade

    Miami Heat in Finale ad Est grazie a James e Wade

    In gara 6 della Semifinale di Eastern Conference dei playoff NBA 2012 i Miami Heat sbancano per 105-93 Indianapolis ed ottengono il decisivo punto del 4-2 nella serie contro i Pacers che permette al team della Florida di volare alla Finale di Eastern Conference che prenderà il via molto probabilmente lunedì prossimo e metterà contro agli uomini di coach Spoelstra una squadra tra Sixers e Celtics che nella loro sfida sono al momento sul punteggio di 3-3 in attesa della decisiva gara 7 di sabato notte da giocare a Boston.

    I volti del successo Heat sono i soliti: Dwyane Wade e LeBron James, ancora loro 2 che dopo la disastrosa gara 3 persa proprio nell’Indiana e che aveva portato i Pacers sul vantaggio di 2-1 nella serie, hanno cambiato letteralmente marcia diventando devastanti e rispondendo così alle critiche, piovute in quei giorni particolari, per tutta la franchigia che vedeva aggirarsi minaccioso lo spettro dell’eliminazione.

    Il match prende decisamente la via della Florida nel terzo quarto, quando al ritorno in campo dal riposo lungo Miami piazza un parziale di 28-16 che spezza in 2 la gara e le gambe degli avversari. Il vantaggio in doppia cifra infatti viene gestito al meglio anche nei successivi e finali 12 minuti e per gli Heat può esplodere la gioia per una qualificazione che dopo l’infortunio in gara 1 di Chris Bosh era diventata molto problematica.

    Miami Heat | © Jonathan Daniel/Getty Images

    Sull’andamento dell’incontro non è pesata neanche l’assenza dei lunghi: coach Spoelstra infatti ha dovuto rinunciare a Pittman (squalificato dalla NBA per 3 gare per un fallo in gara 5) ma soprattutto ad Udonis Haslem (una gara di sospensione sempre per un fallo giudicato troppo duro dalla Lega nella partita precedente). Ma Miami pur avendo le rotazioni corte in questo reparto ha usufruito dei regali dei pari ruolo di Indiana che non ne hanno approfittato, in primis il centro Roy Hibbert, scomparso letteralmente dalla serie dopo gara 2 e gara 3 in cui aveva disintegrato qualsiasi giocatore avversario in area pitturata.

    A fine gara i padroni di casa hanno il top scorer in David West, 24 punti e 5 rimbalzi, George Hill ne aggiunge 18, Paul George infila la doppia doppia da 11 punti e 10 rimbalzi e Danny Granger arriva fino a quota 15 punti. Per Hibbert gara da 12 punti ma poca presenza nei momenti cruciali e topici del match. Miami trionfa con i 41 punti, 10 rimbalzi e 3 assist di uno stratosferico Dwyane Wade, LeBron James gioca una gara a tutto tondo chiudendo con 28 punti, 6 rimbalzi, 7 assist e 3 recuperi. Un grande aiuto alla coppia degli Heat la fornisce Mario Chalmers con 15 punti (3/4 da 3 punti) mentre Mike Miller diventa finalmente un fattore portando alla causa 12 punti (4/7 dalla lunga distanza): sono loro a mettere a referto tutte le 7 bombe degli Heat.

    Miami ora godrà di qualche giorno di riposo che sarà importante anche per valutare le condizioni fisiche di Chris Bosh: c’è da dire però che il suo recupero pare improbabile anche per la Finale di Conference.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 24 maggio:

    Indiana Pacers-Miami Heat 93-105
    Ind: West 24, Hill 18, Granger 15
    Mia: Wade 41, James 28, Chalmers 15

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 4-2 Heat (Miami accede alla Finale di Conference)
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 3-3

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alla Finale di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 4-1 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale di Conference)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • NBA, i Golden State Warriors ritorneranno a San Francisco

    NBA, i Golden State Warriors ritorneranno a San Francisco

    Dopo il trasferimento dei SuperSonics, rilocati da Seattle ad Oklahoma City nel 2008  e rinominati Thunder (spostamento che ha provocato moltissime polemiche e tante critiche al Commissioner David Stern) e dopo quello dei Nets che dal prossimo campionato non giocheranno più a Newark, nel New Jersey, ma a Brooklyn, arriva il terzo trasferimento di franchigia in pochissimi anni per una squadra NBA: i Golden State Warriors dal 2017 giocheranno a San Francisco, un gradito ritorno nella città che aveva accolto i Warriors nel lontano 1962 (la squadra arrivava da Philadelphia) ma che era andata via dopo sole 9 stagioni per stabilirsi ad Oakland (dove ormai risiede dal 1971).

    La decisione è stata annunciata dalla NBA, nella persona del Commissioner David Stern, e dal sindaco di San Francisco Ed Lee: il trasferimento potrà avvenire solo dal 2017, anno in cui scadrà il contratto di locazione con la Oracle Arena di Oakland, casa attuale dei Warriors.

    Il nuovo stadio a San Francisco sorgerà sui moli 30 e 32 (vicino alla casa dei San Francisco Giants della MLB) ed avrà un fascino particolare per via del panorama che si potrà ammirare, dato che la vista si aprirà direttamente sul famoso Golden Gate, il ponte che collega San Francisco con Oakland e che attualmente è anche il logo della squadra. Sostanzialmente non cambia nulla per la franchigia che continuerà a rimanere il team della “Bay Area” ma i maligni dicono che sarebbe pronto un piano per cambiare il nome in San Francisco Warriors, una mossa che potrebbe portare all’allontanamento sentimentale dei tifosi di Oakland.

    Golden State Warriors

    I proprietari Lacob e Gruber quando acquisirono la franchigia più di un anno fa (al prezzo di ben 450 milioni di dollari, troppi se si pensa che Golden State è una squadra con record perdente) avevano già in mente l’idea del trasferimento. Il progetto è stato rafforzato dal fatto che, dati alla mano, gli abbonati dei Warriors erano principalmente residenti di San Francisco e non di Oakland e si è deciso di agevolarli in qualche modo.

    Il sindaco di Oakland Jean Quan non ha preso bene la notizia ma la situazione non è delle più facili in città dato che anche i Raiders (team della NFL) sembrano sul punto di andar via da Oakland se non verrà loro costruito un nuovo stadio che sostituisca l’obsoleto Coliseum per giocare le partite casalinghe.

    Nonostante una sola apparizione ai playoff NBA dopo il 1994 (era la stagione 2006-2007 quando Golden State eliminò, da ultima classificata alla post season, i vice campioni in carica dei Dallas Mavericks reduci da un torneo ai limiti della perfezione che valse loro il miglior record della NBA) le presenze alla Oracle Arena sono state sempre molto sostanziose e con quasi 19 mila persone per gara i Warriors si sono classificati al decimo posto tra le 30 squadre del campionato per affluenza di spettatori negli ultimi anni. Ad Oakland inoltre il team si è laureato campione NBA nella stagione 1974-1975, solo 3 anni dopo il trasferimento da San Francisco.

    Ovviamente tra gli esperti ed i giornalisti del basket americano i pareri sono discordanti: c’è chi promuove la mossa dei Warriors e di Stern (per motivi economici), ma altri puntano il dito contro il Commissioner, reo di stravolgere troppo la geografia sportiva della NBA (ed in fondo non hanno tutti i torti) dato che sotto la sua gestione i trasferimenti di franchigia da città in città sono notevolmente aumentati lasciando delusi, in molte circostanze, tantissimi tifosi che hanno visto andare via la propria squadra del cuore da un anno all’altro.

  • NBA, votato il migliore quintetto difensivo. LeBron James davanti a tutti

    NBA, votato il migliore quintetto difensivo. LeBron James davanti a tutti

    La NBA ha ufficializzato il migliore quintetto difensivo della stagione: a guidare lo starting five c’è LeBron James che è stato già eletto pochi giorni fa M.V.P. della Lega. Il leader dei Miami Heat ha collezionato 53 punti complessivi con 24 voti da primo posto, unico tra tutti i votati a superare quota 50 punti.

    Dietro all’ala del team della Florida si è piazzato Serge Ibaka degli Oklahoma City Thunder, il miglior stoppatore della stagione che ha collezionato 47 punti. Seguono Dwight Howard, centro degli Orlando Magic con 41 punti in totale e poi chiudono Chris Paul dei Los Angeles Clippers (35 punti ottenuti) e Tony Allen dei Memphis Grizzlies (33 punti).

    Per Ibaka e Tony Allen si tratta della prima selezione, dalla loro entrata in NBA, nel quintetto dei migliori difensori della stagione. Per LeBron James invece non è la prima volta: il numero 6 di Miami ha portato gli Heat ad un record di 46 vittorie e 20 sconfitte (e la testa di serie numero 2 nei playoff della Eastern Conference) giocando davvero alla grande anche in difesa. E’ stato il leader della sua squadra in recuperi (1,9 a partita) e rimbalzi difensivi (6,4 a match), e più in generale nei rimbalzi totali (7.9). Con James a guidarla la difesa di Miami ha concesso solo 91,3 punti agli avversari di media, tenendo al 43% al tiro le altre squadre affrontate.

    LeBron James, Miami Heat | © Jeff Zelevansky/Getty Images

    Ibaka ha guidato la statistica delle stoppate (3.65 ad incontro!), mentre Paul è stato il migliore nei recuperi (2.53).Howard è stato miglior rimbalzista della lega (14.5 a partita), così come il miglior rimbalzista difensivo (10,8). La forza in difesa di Tony Allen invece è semplificata da questi numeri: i Grizzlies hanno concesso 96.0 punti in 100 possessi con lui in campo rispetto ai 102 punti subiti in 100 possessi con Allen fuori dal parquet.

    Il secondo quintetto difensivo è composto invece dalle guardie Rajon Rondo (dei Boston Celtics) e Kobe Bryant (dei Los Angeles Lakers), dal centro Tyson Chandler (dei New York Knicks, votato migliore difensore della stagione qualche settimana fa) e dalle ali Luol Deng (dei Chicago Bulls) e Kevin Garnett (dei Boston Celtics).

    Il pannello di votazione era formato dai 30 allenatori NBA, ai quali è stato chiesto di selezionare sia la prima squadra difensiva che la seconda. Agli Allenatori, c’è da ricordare, che non è stato permesso di votare per qualsiasi giocatore della propria squadra. Sono stati assegnati due punti agli atleti inseriti nel migliore quintetto ed uno solo invece a chi è stato inserito nel secondo quintetto difensivo.

    Stride però a prima vista l’esclusione, dal migliore starting five difensivo, del vincitore del premio di difensore dell’anno ovvero Tyson Chandler a favore di Dwight Howard. Non si capisce come sia possibile che il giocatore che alla fine del torneo è risultato il migliore nel gioco difensivo possa essere poi scivolato fuori dal quintetto ideale che comprende i migliori difensori. Un’incongruenza che sarà difficile spiegare da parte della Lega e che negli Stati Uniti sta già generando una marea di discussioni tra esperti ed analisti. Anche perchè Tyson Chandler ha dimostrato di meritare quel premio e di conseguenza avrebbe avuto ogni diritto di entrare nel miglior team NBA che riguarda la difesa.

  • Philadelphia batte Boston, si va a gara 7

    Philadelphia batte Boston, si va a gara 7

    In gara 6 della Semifinale di Eastern Conference dei playoff NBA 2012 i Philadelphia 76ers battono per 82-75 i Celtics, pareggiano la serie sul 3-3 ed avranno così la possibilità di giocarsi la decisiva gara 7 a Boston sabato notte che designerà la squadra finalista ad Est.

    Sotto lo sguardo di un tifoso d’eccezione come Allen Iverson (che nel 2001 guidò i Sixers da M.V.P. della Lega alla Finale NBA persa poi per 4-1 contro i Los Angeles Lakers, l’ultima disputata dai rossoblu della Pennsylvania), Philadelphia con una grande difesa limita al massimo i pericoli dei biancoverdi tenendoli ad un misero 33% dal campo. Non che i Sixers facciano meglio (si pensi all’1/9 dalla lunga distanza) ma i padroni di casa ottengono la vittoria grazie alla grande prova nell’area pitturata dove il parziale è impietoso: 42 i punti segnati da Philadelphia, solo 16 quelli degli ospiti.

    I padroni di casa mettono la museruola a Rajon Rondo e se non gira lui, tutta Boston va nel pallone. Per il playmaker dei Celtics solo 9 punti e 4/11 dal campo, stessi punti per Ray Allen, mentre non bastano i 24 punti del capitano Paul Pierce (con 10 rimbalzi) ed i 20 di Kevin Garnett (ai quali si sommano 11 rimbalzi), contributo nullo dalla panchina che mette a referto solo 5 punti (tutti segnati da Pietrus) con 6 uomini utilizzati. Per i Sixers invece decide Holiday (20 punti), Brand chiude in doppia doppia (13 punti e 10 rimbalzi), Iguodala e Turner infilano 12 punti a testa e Williams chiude a quota 11.

    Boston Celtics v Philadelphia 76ers © Drew Hallowell/Getty Images

    Sabato notte ultimo appuntamento tra le 2 squadre, decisivo per decretare chi passerà il turno. Una sfida da dentro o fuori da seguire con interesse.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 23 maggio:

    Philadelphia 76ers-Boston Celtics 82-75
    Phi: Holiday 20, Brand 13, Turner 12, Iguodala 12
    Bos: Pierce 24, Garnett 20, Rondo 9, Ray Allen 9

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 3-2 Heat
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 3-3

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alla Finale di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 4-1 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale di Conference)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • NBA, votato il quintetto dei migliori rookie

    NBA, votato il quintetto dei migliori rookie

    La NBA ha ufficializzato il quintetto dei migliori giocatori esordienti della stagione 2011/2012: ne fanno parte Kyrie Irving (vincitore anche del premio di rokie dell’anno) dei Cleveland Cavaliers, Ricky Rubio dei Minnesota Timberwolves, Kenneth Faried dei Denver Nuggets, Klay Thompson dei Golden State Warriors e l’ultimo posto è diviso a pari merito tra Iman Shumpert (New York Knicks), Kawhi Leonard (San Antonio Spurs) e Brandon Knight (Detroit Pistons).

    Irving, come da pronostico, è stato il giocatore più votato dagli esperti, totalizzando 58 punti, a ruota segue Rubio con 49, Faried raccoglie 46 punti, Thompson 43 ed infine il trio Shumpert-Leonard-Knight totalizza 40 punti.

    Irving, che guida la classifica degli esordienti in punti segnati in stagione, è stato nominato Rookie della Eastern Conference per i mesi di dicembre/gennaio, febbraio e marzo. Ha concluso la stagione con le medie di 18.5 punti, 5.4 assist, 3.7 rimbalzi e 1.1 recuperi, diventando uno dei soli sei rookie nella storia della Lega ad avere una media di almeno 18.0 punti, 5.0 assist e 1 recupero durante il torneo, con il 45% al tiroo eguagliando giocatori come Alvan Adams, Grant Hill, Tyreke Evans, Magic Johnson e Michael Jordan.

    Rubio, Rookie della Western Conference nl mese di dicembre/gennaio, è apparso in 41 partite sul parquet prima che un grave infortunio al ginocchio (che gli farà saltare anche le Olimpiadi di Londra) ne chiudesse anticipatamente la stagione, ha avuto una media 10.6 punti, è stato il miglior assistman tra i rookie (8.2 assist a partita) con 4.2 rimbalzi. Inoltre ha guidato gli esordienti nella categoria dei recuperi (2,2 a partita).

    Kyrie Irving, Cleveland Cavaliers | © Chris Chambers/Getty Images

    Faried invece ha avuto una media di 10.2 punti, è stato il migliore tra i rookie nei rimbalzi (7.7) e nelle stoppate (1.0), ottenendo il riconoscimento di giocatore del mese della Western Conference ad aprile. La sua percentuale del 59% dal campo è stata la migliore tra i giocatori al primo anno.

    Thompson ha chiuso con una media di 12.5 punti a gara, ed è stato il leader dei rookie nella percentuale da 3 punti (quasi 42%).

    Shumpert, Leonard e Knight sono arrivati a pari punti per l’ultimo posto nel migliore quintetto. Shumpert ha chiuso con la media di 9.5 punti, 3.2 rimbalzi, 2.8 assist e 1.7 palle recuperate. Leonard ha avuto 7.9 punti, 5.1 rimbalzi, 1.3 recuperi e 1.1 assist. Knight è stato uno dei migliori per Detroit con le medie di 12.8 punti, 3.8 assist e 3.2 rimbalzi.

    Le votazioni sono state effettuate dai 30 allenatori NBA.

  • NBA, Stan Van Gundy licenziato dagli Orlando Magic

    NBA, Stan Van Gundy licenziato dagli Orlando Magic

    Stan Van Gundy non sarà più l’allenatore degli Orlando Magic nella prossima stagione. Lo ha annunciato poco fa il team della Florida in un comunicato del proprietario della squadra Alex Martins. Oltre a Stan Van Gundy viene licenziato anche il general manager Otis Smith, vanno via così 2 dei principali artefici dei successi dei Magic negli ultimi anni che hanno portato Orlando alle migliori stagioni nella storia della franchigia.

    In conferenza stampa Martins ha fatto intendere che i dissidi tra Van Gundy e la stella della squadra, il centro Dwight Howard non erano più tollerabili e che il cambiamento si è reso inevitabile proprio per questi motivi. Ancora non si conoscono i nomi dei candidati per ricoprire gli incarichi di head coach e general manager ma Martins ha fatto sapere che verranno annunciati in tempo per programmare al meglio le scelte del Draft di giugno e per il mercato estivo dei Magic.

    Stan Van Gundy | © Christian Petersen/Getty Images

    Orlando sotto la guida dell’ex allenatore ha terminato la stagione regolare 2011/2012 al sesto posto della Eastern Conference con un record di 37 vittorie e 29 sconfitte ma nel primo turno playoff è stata eliminata dagli Indiana Pacers con un netto 4-1. Van Gundy ha allenato i Magic per 5 stagioni ottenendo 259 vittorie e 135 sconfitte, con un record nei playoff di 31-28. Nel 2009 è arrivato il massimo risultato sul campo, con Orlando che si è laureata campione della Eastern Conference ma ha perso la Finale NBA contro i Los Angeles Lakers.

    Nella scelta di Martins pesa tantissimo il voler trattenere in Florida il suo centro Dwight Howard che ha esercitato l’opzione di rinnovo fino al giugno del 2013 dopo lunghissimi tira e molla che volevano la superstar dei Magic in partenza per altri lidi (Lakers su tutti). Ottenuto un ulteriore anno di contratto, Howard ha espresso alla dirigenza il desiderio di allontanare Van Gundy con la possibilità concreta di firmare un accordo a lungo termine per prolungare la sua permanenza in squadra. E probabilmente l’owner Martins lo ha accontentato, decidendo di sollevare anche il general manager Simth.

  • Lakers eliminati dai Thunder, i Celtics travolgono Philadelphia

    Lakers eliminati dai Thunder, i Celtics travolgono Philadelphia

    Non basta un grande Kobe Bryant da 42 punti ai Los Angeles Lakers per evitare l’eliminazione nelle Semifinali di Conference dei playoff NBA 2012. I californiani si inchinano per la quarta volta in 5 partite agli Oklahoma City Thunder (106-90 il risultato finale) che così conquistano il pass per la Finale della Western Conference dove affronteranno i San Antonio Spurs che ieri hanno ottenuto il punto qualificazione in gara 4 contro i Los Angeles Clippers. I Lakers restano in corsa per 3 quarti, giocando con grinta e tenacia ed un Bryant immenso lascia ben sperare. Ma nell’ultimo periodo i Thunder mettono il turbo e per i gialloviola svaniscono le speranze di allungare la serie. Grande partita per Bryant che chiude a quota 42 punti e 5 assist (13esima gara in carriera nei playoff con oltre 40 punti), Gasol aggiunge 14 punti e 16 rimbalzi ma i californiani vengono traditi dall’esiguo contributo in primis di Bynum (solo 10 punti) e poi della panchina che riesce a segnare solo 5 miseri punti al cospetto di quella di Oklahoma City che ne porta invece ben 35. A guidare i padroni di casa ci pensa il solito duo Russell Westbrook-Kevin Durant che infilano rispettivamente 28 e 25 punti (per Durant anche 10 rimbalzi che gli valgono la doppia doppia) ed Harden porta alla causa 17 punti. Thunder in Finale di Western Conference, per i Lakers invece altro mesto addio alla post season così come lo scorso anno quando in Semifinale di Conference vennero sbattuti fuori dai Dallas Mavericks poi campioni NBA con un secco 4-0.

    Los Angeles Lakers v Oklahoma City Thunder &copy Ronald Martinez/Getty Images

    Nell’altra gara della notte successo fondamentale dei Boston Celtics che battono i Philadelphia 76ers e si prendono nuovamente il vantaggio nella serie guidata ora per 3-2 dopo gara 5. Dopo un primo tempo equilibrato in cui i Sixers chiudono avanti di una manciata di punti, nel secondo tempo la partita svolta decisamente in favore dei biancoverdi che ringraziano la super prestazione di Brandon Bass che piazza 27 punti (di cui ben 18 nel solo terzo quarto) per il suo massimo in carriera nei playoff. A dare man forte al lungo dei Celtics ci pensano il capitano Paul Pierce con 16 punti, Kevin Garnett con 20 punti e Rajon Rondo con la doppia doppia da 13 punti e 14 assist mentre un infallibile Stiemsma (5/5 dal campo) aggiunge 10 punti. Agli ospiti non servono quindi i 19 punti di Brand, la doppia doppia di Evan Turner (11 punti e 10 rimbalzi), i 12 punti del sempre positivo Lavoy Allen ed i 10 a testa della coppia Hawes-Holiday. Per gara 6 si ritorna a Philadelphia con Boston che ha in mano il punto potenziale per chiudere il discorso mentre i giovani Sixers dovranno provare a vincere per tenere aperta la sfida.

    RISULTATI SEMIFINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 21 maggio:

    Boston Celtics-Philadelphia 76ers 101-85
    Bos: Bass 27, Garnett 20, Pierce 16
    Phi: Brand 19, Lavoy Allen 12, Turner 11

    Oklahoma City Thunder-Los Angeles Clippers 106-90
    Okl: Westbrook 28, Durant 25, Harden 17
    Lak: Bryant 42, Gasol 14, World Peace 11

    LE SFIDE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 3) Indiana Pacers serie 2-2 
    4) Boston Celtics vs 8) Philadelphia 76ers serie 3-2 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 5) Los Angeles Clippers serie 4-0 Spurs (San Antonio accede alla Finale di Conference)
    2) Oklahoma City Thunder vs 3) Los Angeles Lakers serie 4-1 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale di Conference)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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