Il giovane rampollo di casa Agnelli riesce a rubar la scena anche a mostri sacri come Bryant o al nostro Bargnani. Lapo seduto in prima fila per assistere alla partita tra Lakers e Raptors entra in scena nell’ultimo quarto, quando decide di scongiurare il tentativo di recuper palla Carlderon alzandosi dal suo posto e bloccando il pallone.
Il playmaker spagnolo in un primo momento si arrabbia ma dopo le scuse di Lapo si mette a scherzare e lo Staples Center di Los Angeles gli decreta uno scrosciante applauso. GUARDA IL VIDEO
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NBA: Gallinari si sveglia e affonda Atlanta
Nella notte NBa gran risveglio dal torpore per il nostro Danilo Gallinari che (senza Tracy Mcgrady al fianco, sarà un caso?) prende per mano i suoi New York Knicks e li conduce alla vittoria sugli Atlanta Hawks. Danilo piazza 27 punti in 43 minuti (con un ottimo 9/14 dal campo e un grande 4/5 da 3 punti) segno che al ragazzo le responsabilità non fanno tremare la mano. Si attende la conferma nella prossima partita. Decisiva, ai fini del risultato la stoppata di Wilson Chandler a 2 secondi dalla fine su Josh Smith che ha salvato il risultato dall’ennesima sconfitta.
I Cleveland Cavaliers, che avevano LeBron James ancora in abiti civili in panchina per via di un problema alla caviglia, battono gli Spurs di misura e ottengono la cinquantesima vittoria stagionale. Grande prova di squadra dei Cavs che perdono per infortunio anche il nuovo acquisto Jamison ma riescono a compattarsi e a vincere una partita tirata e sofferta, a San Antonio non basta un Ginobili da 38 punti.
Memphis batte New Jersey, Dallas espugna Minnesota e fa 12 vittorie consecutive, trascinatore un incredibile Shawn Marion da 29 punti e 13 rimbalzi, ai T-wolves non basta un Al Jefferson che ne mette 36.
Festival del canestro a New Orleans dove Warriors e Hornets segnano 266 punti, ma la “W” va ai padroni di casa che si impongono 135-131 con un Thornton da 28 punti, West 28 + 13 rimbalzi, Collison 16 punti e 20 assist e Okafor 22 punti.Risultati NBA dell’8 marzo 2010
New York Knicks – Atlanta Hawks 99-98
(NY: Gallinari 27, Lee 19, Harrington 14 – Atl: Josh Smith 25, Johnson 22, Horford 18)
Cleveland Cavaliers – San Antonio Spurs 97-95
(Cle: Jamison 17, Williams 17, West 16 – SA: Ginobili 38, Hill 23, Duncan 13)
Memphis Grizzlies – New Jersey Nets 107-101
(Mem: Conley 21, Gay 21, Gasol 19 – NJ: Lee 30, Harris 28, Williams 14)
Minnesota Timberwolves – Dallas Mavericks 112-125
(Min: Jefferson 36, Hollins 13, Flynn 13 – Dal: Marion 29, Nowitzki 24, Butler 23)
New Orleans Hornets – Golden State Warriors 135-131
(NO: Thornton 28, West 28, Okafor 22 – GS: Morrow 28, Williams 28, Maggette 18, George 18)CLASSIFICHE NBA
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NBA: Orlando batte i Lakers, piccola vendetta Magic dopo la finale dello scorso campionato
Gli Orlando Magic battono i campioni in carica dei Los Angeles Lakers e consumano una piccola vendetta dopo essere stati distrutti 4-1 nelle finali NBA della scorsa stagione.
La partita non è stata spettacolare per via del timore che le squadre hanno avuto l’una dell’altra. Ma i Magic si sono fatti preferire e infatti hanno condotto la gara dall’inizio fino alla fine anche con discreto margine venendo però quasi ripresi e superati dalla furia di Kobe Bryant nell’ultimo periodo (34 punti totali, di cui 18 nel quarto quarto), peccato che il jumper di Kobe sia andato a sbattere sul ferro, tiro che avrebbe portato la gara ai supplementari. Raramente vediamo Bryant sbagliare sulla sirena, forse ieri il motivo era la stanchezza visto che da solo aveva quasi ricucito tutto il gap di svantaggio dei suoi dato che attorno a lui ieri regnava il deserto (i suoi compagni si sono eclissati quasi subito tranne un coraggioso Derek Fisher). Il 98-96 finale ripaga Orlando anche dalle numerose sviste arbitrali e conseguenti errori di decisione che hanno danneggiato la franchigia della Florida per tutta la partita. I Lakers sono forti ma alcune chiamate della terna sono state veramente scandalose e a dir poco oscene, se Los Angeles è rimasta in partita ed è rientrata nel finale, grossa influenza hanno avuto anche questi “aiuti”.
Magic che continuano nel bel periodo di forma, guidati da un ottimo Carter (25 punti) e 15 a testa per Nelson e Howard (per quest’ultimo anche 16 rimbalzi). Solito apporto consistente da parte di Lewis (in attacco) e Pietrus e Barnes (in difesa).
Per i Lakers terzo KO consecutivo e classifica a rischio. I Cavaliers sono sempre più lontani, ma guardarsi le spalle da Orlando (a sole 2 sconfitte di distanza) e dai super Dallas Mavericks di questo periodo sarebbe più consigliabile. E le trasferte (vero punto debole dei gialloviola quest’anno) ancora non sono finite!Orlando Magic – Los Angeles Lakers 98-96
(Orl: Carter 25, Howard 15, Nelson 15 – Lak: Bryant 34, Gasol 20, Fisher 11)Guarda gli highlights di Orlando Magic – Los Angeles Lakers
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NBA: Disastro New York al Madison. Senza LeBron Cavs battuti a Milwaukee
Seconda vittoria per i Charlotte Bobcats dopo aver battuto i Lakers: “vittime” della franchigia acquistata pochi giorni fa da Michael Jordan sono i Golden State Warriors. Dopo aver condotto per quasi tutta la partita, gli Atlanta Hawks vengono superati nel finale e devono arrendersi ai Miami Heat di uno strepitoso Dwyane Wade da 38 punti e 10 assist. Il disastro dei New York Knicks non sembra avere fine: strapazzati in casa, al Madison Square Garden, dai derelitti cugini dei New Jersey Nets (seconda vittoria contro i Knicks in stagione!) che tentano disperatamente di non diventare a fine anno la squadra più perdente della storia della NBA. Eppure gli arancioblu erano partiti bene doppiando addirittura gli avversari, ma un black-out a metà del secondo quarto ha permesso agli ospiti di rientrare e prendere in mano la partita rendendo vano ogni tentativo dei newyorchesi di ricucire lo svantaggio (alla fine addirittura +20 Nets). Danilo Gallinari, protagonista nei primi minuti del match con 11 punti, si è eclissato rapidamente fino a sparire nella mediocrità di una squadra che ormai non ha più capo nè coda, coinvolto nel marasma generale di una società in confusione, e alla fine ha fatto registrare 15 punti. McGrady fantasma, non pervenuto (solo 2 punti). Ottime le prove dei 3 ragazzi sui quali New Jersey sta cercando di ricostruire (magari aggiungendo la prima scelta del Draft di quest’anno ovvero il fenomeno John Wall!): Devin Harris 31 punti, Courtney Lee 25, Brook Lopez 18.
E siamo ad 11!: Dallas espugna Chicago e continua la sua cavalcata che dopo la sosta per l’All Star Game (e lo scambio di giocatori con Washington) la vede più che protagonista. I Mavs in attacco ora sono devastanti e possono segnare con puntualità con almeno con 7-8 uomini. Lakers avvertiti! Ai Bulls non basta super Rose da 34 punti. Grande vittoria degli Spurs a Memphis: in questo momento il segreto dei texani è la panchina che può cambiare il volto alle gare (66 punti dalle riserve ieri sera, 36 dai titolari). Houston strapazza i T-wolves (Scola 25 punti e 21 rimbalzi).Ennesima sconfitta in trasferta per gli Indiana Pacers contro i Suns.
E passiamo alle dolenti note: senza LeBron James (giornata di riposo e comodamente seduto in panchina) i Cleveland Cavaliers vengono battuti a Milwaukee e mostrano tutti i limiti senza la loro guida: orribile a vedersi Mo Williams al quale era stato affidato il compito di condurre la squadra, niente gioco, nè un minimo di idee sul parquet. Sprazzi di luce sono venuti da Jamison e West (30+27 punti, poi il deserto) ma non sono bastati a sconfiggere la squadra più calda del momento dopo Dallas (dopo la pausa per il mercato e la partita delle stelle i Mavericks sono primi e i Bucks secondi in una ipotetica classifica!). Si è risvegliato dal torpore l’ex Virtus Roma Brandon Jennings con 25 punti. I Cavs non possono permettersi di perdere James e la partita di ieri ne è la prova: senza il loro asso la squadra farebbe fatica ad entrare addirittura nei playoff, e questo dimostra quanto sia il giocatore più decisivo e forte al momento in NBA (senza Bryant i Lakers, in questa stagione, continuavano lo stesso a vincere, Cleveland non ne è capace).
Infine Utah abbatte i Clippers con un monumentale Okur (27 punti), uno strepitoso Boozer (17 punti e 17 rimbalzi), un ottimo Deron Williams (10 punti + 10 assist) ed un infuocato Kyle Korver dalla panchina.Risultati NBA del 6 marzo 2010
Charlotte Bobcats – Golden State Warriors 101-90
(Cha: Augustin 19, Wallace 18, Diaw 14 – GS: Curry 25, Maggette 19, Morrow 11)
Miami Heat – Atlanta Hawks 100-94
(Mia: Wade 38, Beasley 22, Richardson 22 – Atl: Crawford 24, Johnson 20, Josh Smith 17)
New York Knicks – New Jersey Nets 93-113
(NY: David Lee 23, Chandler 20, Gallinari 15 –NJ: Harris 31, Courtney Lee 25, Lopez 18)
Chicago Bulls – Dallas Mavericks 116-122
(Chi: Rose 34, Miller 17, Hinrich 14 – Dal: Nowitzki 27, Beaubois 24, Butler 24)
Memphis Grizzlies – San Antonio Spurs 92-102
(Mem: Mayo 23, Gasol 17, Randolph 15 – SA: Jefferson 18, Ginobili 17, Duncan 17)
Minnesota Timberwolves – Houston Rockets 98-112
(Min: Love 20, Gomes 17, Hollins 15 – Hou: Martin 30, Scola 25, Brooks 25)
Milwaukee Bucks – Cleveland Cavaliers 92-85
(Mil: Jennings 25, Delfino 16, Bogut 15 – Cle: Jamison 30, West 27, Williams 7)
Utah Jazz- Los Angeles Clippers 107-85
(Uta: Okur 27, Boozer 17, Korver 12 – Cli: Gooden 20, Kaman 12, Butler 11, Davis 11)
Phoenix Suns – Indiana Pacers 113-105
(Pho: Stoudemire 30, Hill 22, Richardson 20 – Ind: Granger 24, Hibbert 22, Murphy 19)CLASSIFICHE NBA
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NBA: Rodney Stuckey sviene in panchina, paura a Cleveland
Tanta paura a Cleveland dove Rodney Stuckey, guardia dei Detroit Pistons, sviene al momento di sedersi in panchina. Il giocatore viene trasportato poi in ospedale per ulteriori visite.
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NBA: Kevin Durant pronto al rinnovo con i Thunder
Kevin Durant, stella degli Oklahoma City Thunder e talento in piena esplosione tecnica e fisica, ha annunciato la possibilità di rifirmare con la franchigia dell’Oklahoma.
Notizia molto importante dato che Durant, visti i progressi mostruosi compiuti in soli 3 anni di NBA (ha solo 21 anni!), è già appetito dalle squadre più forti e competitive dell’intera Lega (primi fra tutti i Los Angeles Lakers che ne vorrebbero fare l’erede di Kobe Bryant).
Molto probabilmente l’estensione contrattuale sarà della portata massima (80 milioni di dollari per 5 anni, tra l’altro fino a questo momento ampiamente meritati!) dato che in NBA vige la regola che gli atleti al di sotto dei 24 anni (Kevin è classe 1988!) sono vincolati a firmare per un massimo di 80 milioni di dollari e non un centesimo di più. Le medie del numero 35 parlano chiaro: 29.6 punti a partita (secondo solo a Lebron James), con il 48% da 2, il 38% da 3, e 89% ai tiri liberi, in più aggiunge 7.5 rimbalzi e 3 assist a partita, conditi da 1.5 steal e 1 stoppata per match, il tutto in 39 minuti di impiego medio. Cifre che fanno girare la testa a molte franchigie così come il suo talento naturale nel riuscire a “bucare” ripetutamente il canestro avversario!Durant è stato scelto nel Draft del 2007 dai Seattle Sonics (poi diventati nel luglio 2008 Oklahoma City Thunder per via della ricollocazione nella città del sud-ovest degli Stati Uniti) con il numero 2 in assoluto dopo il centro Greg Oden (ribattezzato da molti il nuovo Shaquille O’Neal) chiamato dai “vicini” Portland Trail Blazers, diventando un giocatore di primo piano in brevissimo tempo e bruciando tutte le tappe. E assieme alla sua esplosione ha trascinato con sè anche i suoi compagni di squadra che si trovano in questo momento a lottare per la post-season per la prima volta in carriera, battendo anche il tempo (da quando i Sonics hanno deciso di ricostruire su di lui gli esperti davano un tempo di 5 anni per un’avventura playoff!) visto che già al terzo anno il team sembra ben lanciato verso traguardi ambiziosi. Durant ha trovato nel corso degli anni altri ragazzi eccezionali come Jeff Green (scelto con lui nel 2007) che è la spalla ideale per qualsiasi campione vista la sua duttilità (è stato paragonato a Scottie Pippen), dal Draft del 2008 Russell Westbrook, playmaker che sta crescendo in modo impressionante di partita in partita, lo svizzero Sefolosha (difensore eccezionale, stando alle parole di un “Dio” del basket come Kobe Bryant) arrivato da Chicago quasi gratis, e quest’anno la guardia James Harden, giocatore di una intelligenza cestistica e di un’eleganza mai viste, e il centrone africano Serge Ibaka che sta piano piano prendendo il posto da titolare nel quintetto di partenza visto il suo atletismo, le sue braccia lunghissime e l’intimidazione che incute sotto canestro. Senza dimenticare il lavoro di Management apportato dal General Manager (di origini italiane) Sam Presti (nome completo Prestigiacomo), che ha costruito questa squadra pezzo per pezzo avendo assunto l’incarico nel giugno 2007 (poco prima di scegliere Durant al Draft).
Durant ha tempo per rinnovare fino al 31 Ottobre 2010, poi potrà ricevere offerte anche dalle altre squadre. La stessa situazione riguarda tutto il nucleo portante (e giovane) dei Thunder (i vari Green, Ibaka, Westbrook e Harden). Tutto dipenderà da come andrà quest’anno il team ai playoff e dalla scelta che farà Presti al Draft (se riuscisse a prendere un centro di talento la squadra diventerebbe una vera pretendente al titolo). Al momento però Oklahoma City può sognare viste le potenzialità sviluppate sul parquet e i miglioramenti quotidiani del nucleo di giocatori in rosa, al contrario il sindaco di Seattle Greg Nickels (e per colpa sua anche tutta la tifoseria Sonics negli U.S.A. e nel mondo) si mangerà le mani per aver permesso il trasferimento in un’altra città e autorizzato la sparizione di una delle società più importanti del panorama cestistico americano.