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  • Finale NBA 2010: Pierce, Rondo e Garnett portano Boston sul 3-2

    Boston vince gara 5 di Finale NBA e ora si trova ad un passo dal 18esimo titolo della sua storia.
    Grande gara dei padroni di casa che sfruttano al meglio l’ultima gara casalinga e si portano per la prima volta in vantaggio in questa serie di Finale passando a condurre per 3-2. Al contrario i Lakers, per la prima volta in questi playoff, sono in svantaggio in una serie di post season: interessante vedere come reagirà la franchigia californiana in questa situazione delicata.

    Boston parte forte e si porta avanti 6-0 grazie al duo Rondo-Garnett.
    I Lakers, pur tirando male riescono però anche a portarsi in testa grazie a tanti secondi possessi convertiti in canestri. Tuttavia i Celtics riescono a chiudere in vantaggio il primo quarto sul 22-20.
    Il secondo quarto si apre con un’altra straordinaria dimostrazione d’energia del secondo quintetto dei Celtics che si portano sul +8 grazie ad una fantastica ed enciclopedica difesa di Rasheed Wallace e ai canestri di Tony Allen e Nate Robinson che fa fede alla sue parole del pre-partita. I Lakers si tengono a galla con i 6 rimbalzi offensivi e scendono ancora una volta sotto il 30% dal campo mentre gli avversari sorvolano il 60%. Verso la metà del quarto i Lakers tornano in partita grazie ad un paio di triple e arrivano al provvisorio -1. Da questo momento in poi la testa dell’incontro si alterna fino a quando Paul Pierce non decide di salire in cattedra e permettere alla sua squadra di chiudere avanti di 6 punti (45-39) all’intervallo lungo.
    Il secondo tempo si apre con Boston che inizia il quarto con una scorpacciata di canestri (7 dei primi 8, si arriva al 70% totale) di Paul Pierce con i Lakers che restano ancora aggrappati al match per merito della scarica terrificante di Kobe Bryant che decide di giocare in solitario per 12 punti e 4 canestri di fila. Il tutto con un Gasol ai limiti dell’imbarazzante dopo una stoppata subita da Garnett e due/tre difese oscene per il suo standard.
    L’irrealtà entra nel parquet e bacia le giocate di un Bryant a dir poco “jordanesco”: altri 3 tiri, altri 3 canestri (19 punti nei primi 7 minuti del terzo quarto) con il tabellone del TD Garden che sostituisce idealmente la scritta Lakers con quella di Kobe. Le giocate in negativo di Gasol si fanno fatica a contare mentre l’energia di Garnett (fantastico il suo gioco da 3 punti) e due canestri consecutivi di Allen portano i padroni di casa sul massimo vantaggio di 13 lunghezze.
    Il periodo va in archivio sul +8 Celtics (73-65).
    Nell’ultima frazione di gioco la panchina di Boston, come al solito, si comporta egregiamente: Wallace e Robinson infilano il canestro gialloviola ma Bryant ed Odom portano di nuovo i Lakers a contatto prima che si scateni Rajon Rondo nel momento migliore dei californiani: con tre pazzesche giocate infilza la voglia di rimonta dei Lakers. 2 recuperi, un canestro e un tap-in dopo un incredibile rimbalzo offensivo che si traduce per un confortante +12 a 3 minuti dalla sirena finale.
    Gli ospiti accorciano le distanze dalla lunetta (Bryant con un 3/3 fa arrivare i Lakers sul -5) mentre l’attacco dei Celtics si ferma drasticamente con Ray Allen che sbaglia la sua quarta tripla della sua serata.
    Boston sembra non voler vincere il match con Fisher che vince una proibitiva palla a 2 con Garnett con la palla che finisce nelle mani di Artest che si lancia in contropiede e Pierce che commette fallo. La decisione del capitano dei Celtics paga però sotto la forma dello 0/2 dell’ex Rockets.
    La rimessa successiva dei Celtics è di una complessità immane ma Rondo dopo una straordinaria ricezione di Pierce, appoggia per il +7.
    La girandola di liberi non muta il punteggio. Boston saluta il proprio pubblico nel migliore dei modi vincendo 92-86 e volerà per Los Angeles con in mano il match point per il titolo numero 18 della sua storia.
    Per i Lakers un fantastico Bryant non è bastato con i suoi 38 punti, poi quasi il vuoto con Gasol che nonostante i 12 punti e 12 rimbalzi non ha brillato, divorato dall’agonismo di un Garnett quasi leonesco. Bene Odom con 8 punti e 8 rimbalzi che è stato l’unico di supporto per il numero 24 gialloviola.
    Per Boston enciclopedico Pierce con 27 punti, doppia doppia per Garnett da 18 punti e 10 rimbalzi così come 18 sono stati i punti di Rondo.

    Risultati NBA del 13 giugno 2010

    Boston Celtics – Los Angeles Lakers 92-86
    -–> Bos: Pierce 27, Garnett 18, Rondo 18 – Lak: Bryant 38, Gasol 12, Fisher 9

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 2-3

  • NBA playoff 2010, Finale: Top 5 del 10 giugno 2010

    NBA top 5 del 10 giugno 2010. Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA ILVIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Highlights del 10 giugno 2010

    Ecco gli highlights della partita NBA disputata il 10 giugno, valida per la Finale dei playoff 2010.

    Guarda gli highlights:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Monumentale Davis, Boston fa 2-2

    Boston vince gara 4 della serie di Finale NBA contro i Lakers con 2 protagonisti inattesi: Glen Davis e Nate Robinson. Sono loro a trascinare i biancoverdi al successo giocando un quarto periodo impeccabile che permette ai Celtics di battere i rivali di sempre, di pareggiare nuovamente la serie e di far ritorno a Los Angeles per giocarsi il titolo fuori casa, impresa difficile ma che con questi giocatori ora pare meno improbabile rispetto a prima. Le certezze per i gialloviola di avere in mano la serie si sgretolano al cospetto delle giocate dei 2 panchinari di Boston che con grandi canestri in serie ribaltano una partita per lunghi tratti molto più vicina al 3-1 che al 2-2.

    L’inizio è sfavillante per entrambe le squadre con i Celtics che cercano in tutti i modi di mettere in ritmo partita capitan Paul Pierce che rapidamente arriva già in doppia cifra nei punti segnati. Dall’altra parte i Lakers si mantengono a galla grazie alla collaudata coppia Gasol-Bryant che permettono ai campioni in carica, grazie alle loro giocate, di tenere il risultato quasi sempre in parità. Sull’ultimo possesso del primo quarto, la difesa dei Lakers sceglie di raddoppiare sull’effervescente Paul Pierce che riesce a trovare l’accorrente Nate Robinson libero sulla linea dei 3 punti. Nate infila la tripla che spezza la parità e spedisce sul +3 i padroni di casa.
    Il secondo periodo vede protagoniste le panchine delle 2 squadre con Glen Davis a fare la voce grossa ben aiutato dal solito Robinson e la coppia Jordan Farmar-Shannon Brown (8 dei primi 10 punti dei Lakers) che gestisce ottimamente l’attacco gialloviola. Iniziano a salire in cattedra le difese e si fa veramente tanta fatica a far canestro. I Lakers però hanno un giocatore che fa la differenza nei momenti di difficoltà e risponde al nome di Kobe Bryant: 3 canestri consecutivi (2 triple) per 8 punti che trafiggono il cuore e la difesa di Boston. Gli ospiti sembrano scappare via grazie ad una giocata in campo aperto di Lamar Odom e ad un canestro di “Ron Ron” Artest sulla linea di fondo che dà il +8 ma l’energia di Kevin Garnett ed il recupero di Rajon Rondo con conseguente canestro riportano la squadra di casa a stretto contatto.
    Il primo tempo si chiude sul +3 per i Lakers (45-42).
    Il secondo si apre con 4 bellissimi punti di Derek Fisher ma il solito Kevin Garnett genera un parziale di 6-0 che riporta in avanti i biancoverdi del Massachusetts. Bryant però si scatena e inizia a “bombardare” il canestro avversari con triple e jumper in sospensione che regalano il momentaneo +4 ai Lakers prima che sul finire di frazione Glen Davis con un rimbalzo offensivo segni il canestro del momentaneo -2 in un quarto in cui Bryant ha dato letteralmente spettacolo.
    L’ultimo periodo è spettacolare: gran giocata di Glen Davis che diventa il terzo Celtic a raggiungere la doppia cifra. E’ l’inizio di una escalation per l’ala di Boston che fa il bello e cattivo tempo e con altri 2 canestri, intervallati da un crescente Ray Allen (libero dalla marcatura di Fisher), fa esplodere il palazzo e spedisce i Celtics sul +7. Pazzesco “Big Baby” e 10-2 Celtics di parziale.
    Odom tiene a galla i Lakers mentre Rasheed Wallace dopo 4 proteste al limite pesca il preventivabile fallo tecnico degli arbitri. Sembra l’inizio della rimonta dei gialloviola ed invece la coppia più lunatica e imprevedibile della lega, Robinson-Wallace segna 5 punti in fila con la tripla del Rasheed che regala il massimo vantaggio ai Celtics (+9).
    Rivers manda sul cubo dei cambi tutti i titolari ancora fuori dal parquet ma il fantastico cuore della panchina di Boston e le improvvisazioni di Nate Robinson lo fanno ripiegare sulle sue idee con i Celtics che non riescono ad assestare il colpo del KO nonostante anche un passaggio del quarto a +11 con 3 minuti ancora da giocare ed i titolari ormai tornati sul parquet.
    Con 2 liberi Bryant riporta a -6 i Lakers ma Paul Pierce si prende i primi due tiri del secondo tempo infilandoli entrambi, il secondo con un gioco da tre punti.
    Allen però commette un’ingenuità sul tiro da 3 di Kobe che converte tutti i tiri liberi per il nuovo -6 ma Rajon Rondo genera la giocata più importante della sua gara 4 con la palla rubata sul tentativo di passaggio di Bryant ad Odom. Recupero più canestro in contropiede. Quasi un classico per il numero 9 Celtics.
    La sesta tripla di Bryant vale solo per fissare il definitivo risultato finale che dice: Celtics 96 Lakers 89. Boston pareggia. La serie si allunga e dovrà ritornare a Los Angeles.

    Per i gialloviola solito Kobe Bryant da 33 punti con ben 6 triple ma anche 7 palloni persi a volte molto sanguinosi (come l’ultimo, rubato da Rajon Rondo), bene Gasol con 21 punti (ma scomparso clamorosamente nell’ultimo quarto), unico altro Lakers in doppia cifra Lamar Odom con 10 punti. Male l’eroe di gara 3, Derek Fisher, con soli 6 punti.
    Per i Celtics invece ben 6 giocatori in doppia cifra, con 36 punti provenienti dalla panchina: Pierce è il top scorer con 19 punti, solo uno in meno per un monumentale Glen Davis, 18 punti in soli 22 minuti: punti, rimbalzi, attacco e difesa, sicuramente l’M.V.P.della partita!. 13 punti sono di marca Kevin Garnett, 12 a testa per Ray Allen e Robinson. 10 punti per Rondo ma decisivo quando la partita era nei momenti clou.
    L’appuntamento ora è per gara 5 in programma domenica 13. Poi si farà ritorno a Los Angeles.

    Risultati NBA dell’8 giugno 2010

    Boston Celtics – Los Angeles Lakers 96-89
    -–> Bos: Pierce 19, Davis 18, Garnett 13 – Lak: Bryant 33, Gasol 21, Odom 10

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 2-2

  • NBA: John Wall testimonial Reebok

    Dopo il ritiro di Allen Iverson e con Yao Ming fermo ai box tutta una stagione, la Reebok aveva come unico testimonial di rilievo il nostro Danilo Gallinari, ma dalla prossima stagione potrà vantare nella sua squadra uno dei rookie più promettenti: John Wall, quasi sicuramente la prossima prima scelta al Draft del 2010.
    La guardia-playmaker dei Kentucky Wildcats ha raggiunto un accordo di 5 anni per un totale di $25 milioni, l’obiettivo della Reebok è quello di poter avere in Wall il sostituto di “The Answer”, Allen Iverson, il quale portò il marchio britannico alle stelle a cavallo tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000.
    Wall è un prospetto di sicuro talento, una delle più forti combo-guards che siano mai uscite dal mondo universitario e potrebbe fare veramente la fortuna della franchigia che lo sceglierà tra pochi giorni: ha tutte le potenzialità per diventare sin da subito uno dei primi 2-3 playmaker della Lega e la sua struttura fisica fuori dal normale per un regista gli permette di poter essere anche utilizzato come guardia tiratrice…
    Insomma un giocatore polivalente e con un atletismo da far paura che renderà molto probabilmente i Washington Wizards (che con fortuna hanno ottenuto la prima scelta nella notte della Lottery) una franchigia dal futuro luminoso.
    E la Reebok spera che questo futuro sia così radioso per il numero 11 per poter tornare ai vertici delle vendite in tutto il mondo.

  • NBA: I Nets scelgono Avery Johnson come coach, Phoenix conferma Hill e tratta per Stoudemire

    2 notizie molto importanti dal mondo NBA: i New Jersey Nets hanno ufficializzato l’ingaggio di Avery Johnson come capo allenatore.
    Johnson torna dopo 2 stagioni di assenza dalla panchina, in seguito al licenziamento da parte dei Dallas Mavericks. Ha accettato un contratto triennale. Nuova sfida dunque per l’ex playmaker NBA dopo l’avventura conclusa nella stagione 2007/08 alla guida dei Mavericks, con i quali raggiunse anche le Finals del 2006 (perse 4-2 contro i Miami Heat).
    Ecco le sue parole rilasciate ad una televisione americana:

    • Ci sarà da lavorare molto, sarà dura ma sono pronto per questa avventura“.

    Il “Sergente” è stato corteggiato da quasi tutte le franchigie NBA a partire dai Philadelphia 76ers, passando per i New Orleans Hornets per arrivare addirittura ai Cleveland Cavaliers.
    I Nets vengono dalla peggior stagione della loro storia, chiusa col record di 12 vittorie e 70 sconfitte e coach Johnson ci ha anche scherzato su:

    • A vederli, a prima vista, non sono un granché! ma sono molto fiducioso che ci riscatteremo“.

    Impresa ostica per Johnson ma in passato ha già dimostrato che con il duro lavoro può portare le sue squadre a livelli altissimi.

    L’altra notizia proviene da Phoenix dove i Suns hanno riconfermato con entusiasmo l’ala piccola Grant Hill.
    Hill (37 anni) è stato senza dubbio uno dei protagonisti di questi Playoffs per i Phoenix Suns, e vista ormai l’età ha deciso di optare per un altro anno di contratto con la compagine dell’Arizona.
    In questa stagione l’ex Pistons ha viaggiato con 11.3 punti e 5.5 rimbalzi, quest’ultimo dato assai rilevante in quanto si tratta del massimo fatturato a rimbalzo dall’annata 2002/03. Nella post-season 9.6 punti e 5.8 rimbalzi con una difesa sontuosa su Kobe Bryant nella serie tra Suns e Lakers che ha poi promosso i campioni NBA in Finale contro i Boston Celtics.
    E sempre a proposito di Phoenix Amare Stoudemire, intanto, ha rilasciato dichiarazioni di amore nei confronti dei Suns, sia dei tifosi che dei compagni, ma sostanzialmente chiede il massimo salariale per poter restare. Non eserciterà dunque l’opzione di prolungamento annuale del contratto che gli avrebbe assicurato 17 milioni in una sola stagione. E’ evidentemente convinto di poter guadagnare di più e con un contratto molto più lungo. I Suns, in tutti i casi, sembrano intenzionati a confermarlo: i risultati ottenuti in questa stagione parlano chiaro e il G.M. Steve Kerr vorrebbe dare ancora fiducia ad un gruppo che quest’anno ha fatto miracoli, all’inizio neanche dato ai playoff e che invece si è piazzato terzo nella Western Conference e quinto assoluto nell’Intera NBA raggiungendo la Finale di Conference contro i Los Angeles Lakers ai quali ha dato veramente tanto filo da torcere nella serie.
    E il primo passo per confermarsi ai vertici passa per la ovvia riconferma di “Stat” Amar’è Stoudemire!

  • NBA: Rudy Gay verso i Minnesota T-Wolves

    I Minnesota Timberwolves sono a caccia di campioni per rinforzare la squadra nel prossimo campionato.
    I T-Wolves sono reduci da una stagione disastrosa chiusa al penultimo posto nella NBA davanti ai soli New Jersey Nets e l’insoddisfazione dei tifosi che va crescendo con il passare dei giorni, che non vedono un progetto chiaro nelle operazioni dirigenziali, sta attivando sul mercato il management della franchigia per riuscire almeno a migliorare il pessimo record dell’ultima annata (solo 15 vittorie contro le 67 sconfitte totalizzate).
    Minnesota è stata abbastanza sfortunata alla Draft Lottery dove partiva in seconda posizione visto il piazzamento stagionale ma dopo l’estrazione delle squadre avrà il diritto di scegliere il rookie per il prossimo anno solo come quarta squadra, superata da Washington Wizards, philadelphia 76ers e ovviamente New Jersey Nets.
    L’obiettivo era quello di poter scegliere Evan Turner per coprire il buco nel ruolo di ala piccola e Turner in quella posizione potrebbe diventare uno dei migliori giocatori nel giro di pochi anni, anche perchè eccelle in ogni categoria: non solo punti ma anche tanti rimbalzi e molti assist, fisico notevole anche per difendere contro atleti più alti e grossi come stazza, insomma un sicuro talento, ma il risultato della Lottery ha probabilmente fatto svanire il sogno di poterlo selezionare.
    Ecco perchè si sta cercando sul mercato un campione proprio in quel ruolo per poter ridare competitività alla squadra: gli occhi sono tutti puntati su Rudy Gay, giovane talentino dei Memphis Grizzlies (23 anni) che ancora non ha trovato un accordo per il rinnovo di contratto con la franchigia del Tennessee.
    Reduce dalla sua miglior stagione con 19.6 punti, 5.90 rimbalzi e 1.9 assist, il prodotto di Connecticut University sarà impegnato quest’estate al training camp del Team U.S.A. dove rinunce illustri come quella di Kobe Bryant potrebbero addirittura consentire a Gay di prendere parte alla spedizione a stelle e strisce che disputerà i Mondiali di basket in Turchia.
    Ma il mercato chiama e negli ultimi giorni i Minnesota Timberwolves avrebbero messo giù le basi per aggiudicarsi il talento numero 22. A riportare la notizia è stato il “Memphis Commercial Appeal”, il giocatore preferisce pensare al training camp dichiarando:

    • Non sto combattendo nessuno (riferito al rapporto con i Grizzlies, ndr), ora voglio solo pensare al training camp con il Team U.S.A. Voglio prendermi il mio tempo

    Di un altro avviso è stato il G.M. dei Grizzlies Michael Heisley che continua a smentire le voci che danno il suo gioiello lontano dal Tennessee, ribadendo che Rudy Gay resterà un “Grizzly” anche nella prossima stagione.
    Minnesota dal canto suo, con l’eventuale aggiunta di Gay, potrebbe mettere su una squadra veramente interessante e sicuramente migliore di quella passata. Alvin Jefferson sotto i tabelloni e in regia l’ottimo Jonny Flynn, Kevin Love che cresce di partita in partita come ala grande e Corey Brewer che finalmente, al terzo anno, ha dimostrato tantissimi progressi nel ruolo di guardia tiratrice. Ecco che l’aggiunta di Gay (che non è stato soddisfatto dalla prima offerta di rinnovo fatta pervenire dalla sua attuale squadra, i Grizzlies) darebbe sostanza e talento ad una squadra che proverà ad uscire dal limbo dell’anonimato.
    Resta solo da aspettare per capire la volontà del giocatore che in ogni caso vorrà monetizzare al massimo i ricavi del suo prossimo contratto.

  • NBA playoff 2010, Finale: Top 5 dell’8 giugno 2010

    NBA top 5 dell’8 giugno 2010. Tutto lo spettacolo delle migliori giocate della notte NBA.

    GUARDA ILVIDEO:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Highlights dell’8 giugno 2010

    Ecco gli highlights della partita NBA disputata l’8 giugno, valida per la Finale dei playoff 2010.

    Guarda gli highlights:

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  • NBA playoff 2010, Finale: Fisher espugna Boston e riporta i Lakers in vantaggio

    I Los Angeles Lakers riconquistano il vantaggio del fattore campo dopo averlo perso solo 48 ore fa, espugnando Boston per 91-84 con una fantastica prova forse del giocatore meno aspettato da tutti ovvero il playmaker Derek Fisher.

    Partono subito bene i Celtics spinti dal grande pubblico del “Garden” con un 12-5 che sembra far pensare che la vittoria in gara 3 sia una cosa alla portata degli uomini di Doc Rivers. I gialloviola però reagiscono da grande squadra quale sono e operano un break di 21-5 che li porta sul 26-17 e permette di chiudere la prima frazione di gioco sul +9.
    Ci si attenderebbe la reazione dei biancoverdi ma le aspettative sono deluse visto che Ray Allen sembra il lontano parente dello stratosferico tiratore di gara 2 e Paul Pierce non riesce a trovare il bandolo della matassa navigando sempre nel limbo dell’anonimato. Rapidamente i Lakers toccano il +17 ed è quasi un miracolo che i Celtics, sul finire del secondo quarto, riescano a ridurre il gap chiudendo sotto di 12 punti.
    Boston capisce che per riportarsi in partita deve iniziare a difendere meglio e il terzo quarto permette ai padroni di casa di ritornare in corsa chiudendo sul -6 (67-61). Trascinati da un immenso Kevin Garnett che non si vedeva a questi livelli dalla stagione del titolo 2008 della franchigia del Massachusetts a 9 minuti dalla fine i Celtics si portano sul -1 (69-70 con il canestro di Rajon Rondo). Sembra fatta per il riaggancio e conseguente sorpasso agli eterni nemici gialloviola ma qui sale in cattedra l’inatteso protagonista: Fisher segna 4 canestri consecutivi e con 11 punti ottenuti con 5 tiri segnati nell’ultimo periodo si prende letteralmente la squadra sulle spalle e la porta alla vittoria: il sipario cala a 48 secondi dalla sirena, quando la guardia 35enne resiste al tentativo di fallo di 3 avversari per 2 punti a cui si somma il libero supplementare. Boston va al tappeto! Lakers di nuovo in vantaggio.

    Per i Celtics grande Kevin Garnett con 25 punti e 6 rimbalzi, bene Glen Davis che ha cercato di mantenere i suoi compagni in partita durante lo show di Fisher segnando 12 punti, buon contributo sui 2 lati del campo di Tony Allen con 7 punti e un’ottima difesa. Le note dolenti provengono da Paul Pierce (15 punti ma quasi tutti segnati a tempo perso quando Los Angeles ormai veleggiava verso il successo), orrendo Ray Allen che in sole 48 ore passa da uno strepitoso record NBA ad una serata incredibilmente nera segnando solo 2 punti (su tiri liberi) e mettendo assieme un inguardabile 0/13 dal campo con conseguente 0/8 da 3. Fuori partita anche il formidabile playmaker biancoverde Rajon Rondo che dopo la spettacolosa prova di Los Angeles rimane un pò anonimo con soli 11 punti, 8 assist e una regia non degna del suo nome e molto lontana dai livelli ai quali ci ha abituato.
    Per i Lakers ci sono 29 punti di Kobe Bryant che dopo un inizio sfavillante ha un pò perso la mano con l’incedere dei momenti caldi (cosa molto strana per lui che è in quei frangenti che si esalta e si erge ad assoluto protagonista e dominatore) dovendo sfruttare 29 tiri per il suo bottino personale. 13 punti e 10 rimbalzi per un Gasol sempre consistente, bene Lamar Odom dalla panchina con 12 punti, 5 rimbalzi e la precisione assoluta dal campo (5/5), Bynum contribusce con 9 punti e 10 rimbalzi, Artest segna solo 2 punti dedicandosi anima e corpo alla difesa sugli avversari ma il protagonista assoluto è Fisher: 16 punti, decisivo nei momenti che contano, è sembrato di vedere gara 4 della Finale dello scorso anno quando le triple di Derek “il Pescatore” contro gli Orlando Magic regalarono prima il pareggio per il supplementare e poi la vittoria per il 3-1 nella serie in una partita dominata da Orlando e che sfuggì ai Magic quasi senza un motivo. O meglio, il motivo c’era ed aveva un nome, quello di Derek Fisher. Così come quest’anno!

    Risultati NBA dell’8 giugno 2010

    Boston Celtics – Los Angeles Lakers 84-91
    –> Bos: Garnett 25, Pierce 15, Davis 12 – Lak: Bryant 29, Fisher 16, Gasol 13

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    Lakers-Celtics 2-1