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  • NBA, playoff 2010, primo turno: Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder

    La sfida tra i campioni NBA in carica, i Los Angeles Lakers, e gli Oklahoma City Thunder sulla carta sembrerebbe segnata e scontata a favore dei gialloviola. Ma alcuni spunti fanno pensare ad una serie meno facile del previsto per Los Angeles.
    Iniziamo dicendo che Oklahoma City è una squadra in piena evoluzione fisica e tecnica, quindi i miglioramenti dei giocatori avvengono partita per partita e questa potrebbe essere la prima difficoltà per i campioni 2009 (i Thunder sono passati dalle sole 23 vittorie della stagione passata alle 50 di quella attuale, segno che la crescita esponenziale dei suoi giovani è costante ma anche imprevedibile).
    Secondo punto di riflessione è il periodo non proprio brillantissimo di Los Angeles che nelle ultime 10 partite ha collezionato 4 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Una striscia di partite non esaltante che ha minato in parte le certezze della franchigia Californiana, anche perchè l’obiettivo di arrivare seconda nell’intera Lega era a portata di mano ma Orlando ha scavalcato sul filo di lana Bryant e compagni.
    Terzo aspetto da analizzare è il fattore infortuni che al momento vede Oklahoma City al completo nel suo roster mentre per i Lakers c’è l’incognita Andrew Bynum (e più in là si capirà quanto il giovane centro risulti decisivo contro i Thunder).
    Il punto a favore per la truppa di coach Phil Jackson è la grande esperienza maturata nei playoff: i Lakers sono i campioni in carica, tutti i giocatori del roster hanno avuto più di una esperienza all’interno dei playoff ed insieme hanno vinto il titolo 2009 (ad eccezione di Ron Artest, che ha però all’interno del suo curriculum 44 partite di playoff, giocate con tre squadre diverse). Jackson annovera 10 titoli NBA nel suo palmarès, Brooks è alle prime stagioni come Head Coach di basket. Il numero delle partite di post season giocate dal solo Artest è addirittura superiore a quelle giocate da tutta la rotazione dei Thunder, che si ferma a 35. Sono solo 3 infatti i giocatori che prima di quest’anno hanno avuto esperienze post regular season: Nenad Krstic (15 partite con i Nets), Nick Collison (11 con gli allora Seattle Sonics) e Thabo Sefolosha (9 con i Bulls).
    Questo è uno dei grandi vantaggi dei Lakers, il fatto di esserci già passati più e più volte e di sapere che tipo di atmosfera e partite li aspetta. Per i Thunder sarà tutta un’esperienza nuova, starà alla bravura del loro allenatore Scott Brooks fare in modo che i giocatori restino sempre concentrati e non si facciano trascinare dalle emozioni che per forza di cose li colpiranno. E questo fattore spesso risulta decisivo per avanzare e fare strada fino ad arrivare al titolo.

    In stagione gli scontri tra le 2 squadre sono 3-1 per Los Angeles ma si sono verificate situazioni molto interessanti: 2 match si sono decisi sulla sirena (3 novembre dopo un tempo supplementare e 22 dicembre super prestazione di Bryant da 40 punti per domare gli ex Sonics). Gli altri 2 si sono conclusi con scarti più ampi ma ciò che ha sorpreso è stata proprio l’ultima partita: il 26 marzo i Thunder hanno letteralmente demolito i Lakers vincendo 91-75 permettendosi il lusso di tenere tutti i titolari a riposo nell’ultimo quarto (che i gialloviola hanno dominato ovviamente con un parziale di 28-11 per quantomeno dimezzare i 30 punti di svantaggio). Proprio in questa partita molto sofferta è mancato Andrew Bynum e qui si capisce l’importanza che il giovane centro potrebbe rivestire nell’economia della serie. Nelle tre sfide giocate, il centro di Los Angeles ha chiuso con 16 punti e 8 rimbalzi di media, costringendo coach Brooks ad utilizzare spesso Serge Ibaka per cercare di arginare il suo strapotere fisico. Ad oggi non è ancora però ben chiaro quali siano le condizioni di Bynum, che soffre di un problema al tendine d’achille. La sua presenza per gara 1 non è ancora stata confermata.

    Ci sarà anche una sfida nella sfida ovvero Kobe Bryant contro Kevin Durant che rappresentano le 2 franchigie: il passato e il presente Kobe, il futuro luminoso Durant. In effetti il progetto dei Thunder, partito dalla lontana Seattle è sicuramente il migliore in NBA visto che assieme ai Grizzlies gli ex Sonics sono i più giovani per età media dell’intera Lega. Al momento l’unica lacuna è colmare un pò il buco sotto canestro nel ruolo di centro (che sicuramente il G.M. Sam Presti si preoccuperà di fare già nel prossimo draft per rendere Oklahoma veramente insidiosa per chiunque) visto che in quel ruolo non ci sono campioni ma solidi mestieranti. Los Angeles è completa in ogni ruolo ma a fare paura è il talento offensivo di Kevin Durant: l’ex Texas Longhorns a soli 21 anni si è laureato cannoniere stagionale con una media di 30.1 punti per gara diventando l’atleta più giovane nella storia della Lega a riuscire nell’impresa. Offensivamente mostruoso, Durant può segnare in qualunque modo ed ha un arsenale di soluzioni praticamente illimitato che ricorda molto quello di Kobe. La differenza la fa il fisico visto che il numero 35 è un’ala piccola di 210 centimetri scarsi con braccia lunghissime per tirare sulla testa di ogni avversario o batterlo dal palleggio per andare a schiacciare a canestro. Insomma un nuovo fenomeno nel mondo del basket d’oltreoceano che arriverà molto probabilmente secondo al solo LeBron James nella corsa al titolo di MVP.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa del rientro del centro Bynum che manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina, ci sarà bisogno di Farmar e Brown.
    Oklahoma risponderà con Russell Westbrook e Thabo Sefolosha come guardie, Kevin Durant e Jeff Green come ali e Nenad Krstic come centro. La collaborazione dalla panchina partirà con il sesto uomo di lusso James Harden, poi Eric Maynor Serge Ibaka e Nick Collison a dare sostanza.

    Ovviamente le chiavi della serie sono solo per i Thunder in quanto se i Lakers giocano normalmente spediscono a casa i giovani avversari con un secco 4-0.
    Partiamo dal playmaker dove Westbrook dovrà sovrastare Fisher. Questo è il primo punto. Poi Sefolosha dovrà difendere su Bryant come ha sempre fatto (Kobe ha sempre detto che il miglior difensore che incontra in NBA è proprio il numero 2 di Oklahoma). Durant dovrà sobbarcarsi il peso offensivo della sua squadra sulle spalle cercando di mettere in cattiva luce le doti difensive di Ron Artest. Green dovrà limitare lo strapotere di Pau Gasol in mezzo all’area e lo stesso dicasi per Krstic nei confronti di Odom oppure di Bynum. Insomma sarebbero tanti i tasselli da mandare al posto giusto per sovvertire il pronostico e compiere il miracolo. Tutto molto difficile ma non impossibile.

    Gara 1 è in programma domenica alle 3.00 pm, le 21 italiane e in Italia la partita sarà visibile su Sportitalia. Questo il programma completo della serie:
    Gara 1: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers domenica 18 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers martedì 20 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder giovedì 22 aprile 9.30 pm (3.30)
    Gara 4: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder sabato 24 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Los Angeles martedì 27 aprile
    Gara 6: @ Oklahoma City venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Los Angeles domenica 2 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Denver Nuggets – Utah Jazz

    La sfida tra Denver Nuggets e Utah Jazz appare quella più equilibrata fra tutte: si affrontano 2 formazioni molto casalinghe, nel senso che il punto di forza di entrambe sono le gare disputate sul parquet amico.
    Denver quest’anno ha avuto un rendimento da 34-7 in casa ma di 19-22 in trasferta. Utah alla Energy Solutions Arena ha collezionato 32 vittorie e 9 sconfitte mentre per la prima volta dopo tanti anni è tornata ad avere un record vincente anche on the road con uno striminzito 21-20.
    Nella regular season Denver si è imposta sui vicini di casa per 3-1, ma la serie si prospetta lunga e indecisa fino all’ultimo.
    Denver si è trovata incredibilmente con il vantaggio del fattore campo al primo turno playoff grazie alla vitoria dei Suns sul parquet proprio dei Jazz nell’ultima gara di campionato. Mentre Utah con la sconfitta interna subita è scesa dal possibile terzo posto fino al quinto, perdendo la possibilità di disputare 4 gare su 7 in casa.
    Non è facile esaminare tutti i punti di questa serie perchè le formazioni sono molto competitive: Utah in attacco è semplicemente devastante ma ha l’incognita Boozer che è uscito malconcio dalle ultime gare di stagione regolare. La rotazione di coach Jerry Sloan (arrivato al 22esimo anno sulla panchina dei Jazz) è molto ampia e permette di non abbassare drasticamente il livello di talento messo sul parquet. Denver dal canto suo è una squadra molto fisica che ha l’apice del talento in Carmelo Anthony, uno dei primi 5 atleti più forti in NBA, che può fare la differenza in ogni frangente di gioco.
    A ben vedere potrebbero essere i dettagli a fare la differenza in questa sfida, anche i più piccoli: un infortunio lieve di 1 dei campioni delle 2 squadre, un’uscita anticipata per falli che priva 1 dei 2 allenatori di un uomo chiave in una fase calda di gioco, stiamo parlando di inezie ma che potrebbero risultare fondamentali nell’economia della serie, visto che le 2 franchigie hanno il medesimo record di 53 vittorie e 29 sconfitte.

    Utah dovrebbe proporre questo quintetto: Deron Williams e Wes Matthews come guardie, C.J. Miles (che sostituisce l’infortunato Andrei Kirilenko che salterà il primo turno playoff per essere disponibile, se i Jazz passeranno, dalle semifinali di Conference) e Carlos Boozer come ali e Memo Okur come centro. Dalla panchina l’energia di Paul Millsap sarà preziosa e l’apporto di Ronnie Price e i tiri da 3 di Kyle Korver saranno le chiavi per scardinare la difesa dei Nuggets.
    Denver dovrebbe rispondere schierando Chauncey Billups e Arron Afflalo come guardie, Carmelo Anthony e Kenyon Martin come ali e Nenè come centro. Dalla panchina la pericolosità offensiva di J.R. Smith sarà fondamentale per le “Pepite” così come la fisicità di Joey Graham, l’abilità difensiva del “Birdman” Chris Andersen, e la solita energia del piccolo playmaker Tywon “Ty” Lawson.

    Chiave della serie sarà l’asse Williams-Boozer per Utah. Infatti se il binomio funzionerà al massimo i Jazz potrebbero fare il colpaccio, visto che nei momenti migliori di forma questa è una coppia che funziona anche meglio del duo Billups-Anthony. Tutto ruoterà attorno a questi 4 nomi, che in base al livello di ispirazione per partita farà pendere l’ago della bilancia da una parte oppure dall’altra. Senza trascurare ovviamente, come già detto, il fattore “piccoli dettagli” visto l’equilibrio che regna in questa sfida.
    Annotazione anche sul fatto che i Nuggets potrebbero risentire dell’assenza di coach George Karl in panchina per via delle cure chemioterapiche per combattere una brutta forma di tumore alla gola. Karl infatti è un esperto allenatore da playoff.

    Gara1 è in programma questa notte alle 10.30 pm (le 4.30 italiane).
    Ecco in dettaglio il programma:
    Gara 1: Utah Jazz @ Denver Nuggets sabato 17 aprile 10.30 pm (4.30 italiane)
    Gara 2: Utah Jazz @ Denver Nuggets lunedì 19 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Denver Nuggets @ Utah Jazz venerdì 23 aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 4: Denver Nuggets @ Utah Jazz domenica 25 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Denver mercoledì 28 aprile
    Gara 6: @ Utah venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Denver domenica 2 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Phoenix Suns – Portland Trail Blazers

    Sicuramente l’accoppiamento tra Phoenix Suns e Portland Trail Blazers è quello più intrigante tra tutte le 8 sfide playoff. Il motivo è molto semplice in quanto stiamo parlando di 2 squadre con filosofie di gioco totalmente opposte: “run and gun” per i Suns ovvero tirare subito alla prima occasione buona, gioco molto più manovriero per i Blazers che utilizzano al massimo quasi tutti i 24 secondi per cercare la via del canestro.
    Phoenix è la squadra che corre di più, che segna di più (110 punti a partita) che tira meglio dal campo (49,2%) e da tre (41,2%). Alla prima occasione buona, come già detto, si tira.
    Portland soprattutto vorrebbe avere un’identità difensiva, condizionale d’obbligo perché lo slow pace imposto da McMillan falsa un po’ le conclusioni: Blazers terzi per punti concessi (solo 94,8), e migliori in assoluto per rimbalzi finiti nelle mani degli avversari (38,1) ma sono anche tra i peggiori in quanto a recuperi e permettono un 46,4% dal campo che è nient’altro che la media di Lega. Ma l’arrivo di Camby ed il ritorno in forma di Batum hanno migliorato sensibilmente la situazione nella propria metà campo, dando molta più solidità alla difesa.
    I Suns alla vigilia della stagione regolare non erano neanche pronosticati ai playoff e invece hanno strappato il terzo posto nella Western Conference.
    Grandi meriti anche a Portland, capace di una stagione a quota 50 vittorie nonostante l’impressionante sequenza di infortuni: Oden, Przybilla, Roy, Batum e Rudy Fernandez hanno saltato complessivamente 200 partite! E anche Outlaw ha giocato solo 11 partite prima della cessione a febbraio. Vista questa situazione molti addetti ai lavori hanno definito coach Nate McMillan “Miracle worker” ovvero tradotto letteralmente lavoratore del miracolo, perchè in pratica di questo si tratta, di un piccolo miracolo sportivo.
    Durante la regular season il bilancio è di 2 vittorie ad una per i Blazers (tra tutte le otto sfide del primo turno playoff questa è l’unica in cui la squadra che dispone del fattore campo a favore ha perso la serie nella stagione regolare). Altra particolarità è da rilevare nel fatto che la vittoria dei Suns è arrivata con punteggio bassissimo (cosa che non accade mai), mentre le 2 di Portland  sono avvenute quando si sono superati i 100 punti (cosa molto rara quando gioca la franchigia dell’Oregon).
    La tegola dell’ultima ora per gli oregoniani è l’infortunio al ginocchio di Brandon Roy, uomo simbolo dei rossoneri, che dovrà operarsi e termina, di fatto,  la stagione. Brutta notizia per McMillan che dovrà inventarsi nuove soluzioni offensive.

    Phoenix dovrebbe schierare questo quintetto: Steve Nash e Jason Richardson come guardie, grant Hill e Amar’è Stoudemire come ali e Jarron Collins come centro. Dalla panchina entrerà subito in campo Channing Frye, ex di turno, per rilevare Collins che non ha molto minutaggio e poi i vari Jared Dudley (uno dei migliori tiratori da 3 dell’intera Lega), Goran Dragic e Leandro Barbosa.
    Portland dovrebbe rispondere con Andre Miller e Rudi Fernandez come guardie (lo spagnolo sostituirà Brandon Roy), Nicolas Batum e LaMarcus Aldridge come ali e Marcus Camby come centro. Dalla panchina arriverà l’energia e la forza fisica di giovani come Bayless, Martell Webster, Jeff Pendergraph e Dante Cunningham e l’esperienza del veterano Juwan Howard.

    La chiave della serie sarà imporre il proprio stile di gioco e la propria filosofia cestistica. Chi ci riuscirà sicuramente uscirà vittorioso dalla serie. Inoltre se Lamarcus Aldridge confermerà i progressi fatti vedere in questo finale di stagione e si ergerà a leader di questo gruppo (soprattutto ora con l’assenza di Roy) Portland potrebbe avere buone possibilità di passare il turno. Ma se il talento dei Blazers non riuscirà a limitare lo strapotere fisico di Amar’è Stoudemire allora per Portland si potrebbe fare molto dura e i Suns rappresenterebbero un ostacolo insormontabile.

    Gara1 è in programma domenica notte, alle 4.30 italiane. Questo il programma completo:
    Gara 1: Portland Trail Blazers @ Phoenix Suns domenica 18 aprile 10.30 pm (4.30 italiane)
    Gara 2: Portland Trail Blazers @ Phoenix Suns martedì 20 aprile 10.00 pm (4.00)
    Gara 3: Phoenix Suns @ Portland Trail Blazers giovedì 22 aprile 10.00 pm (4.00)
    Gara 4: Phoenix Suns @ Portland Trail Blazers sabato 24 aprile 4.30 pm (22.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Phoenix lunedì 26 aprile
    Gara 6: @ Portland giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Phoenix sabato 1 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Dallas Mavericks – San Antonio Spurs

    Come già accaduto lo scorso anno, i destini di Dallas e San Antonio si incrociano nella post season. Nei playoff 2009 i Mavs eliminarono gli Spurs pur non potendo contare sul fattore campo in quanto i neroargento si classificarono terzi e i biancoblu sesti. Ma il 4-1 con cui sbatterono fuori Duncan e compagni fu eloquente e non lasciò dubbi sulla forza dei Mavs.
    Le due squadre texane si sono incrociate altre quattro volte nel corso degli ultimi 10 anni nei playoff, e il bilancio negli scontri diretti è in perfetta parità. 2 serie vinte da Dallas (nel 2006 e nel 2009), 2 serie vinte anche per San Antonio (2001 e 2003).
    La serie disputata nel 2006, in particolare, fu una serie epica, una vera e propria finale anticipata giocata solo al secondo turno. Dopo 7 gare a darsi battaglia prevalsero Dirk Nowitzki e compagni, e per loro la strada verso la gloria sembrava spianata. Anche se sul cammino non si era ancora arrivati a fare i conti con un certo Dwyane Wade.
    Le 2 squadre arrivano da un buon momento di forma e quindi saranno altri i fattori che saranno decisivi per l’aggiudicazione della serie.

    Dallas scenderà in campo con questo quintetto: Jason Kidd e Caron Butler come guardie, Dirk Nowitzki e Shawn Marion come ali e Brendan Haywood come centro. Dalla panchina si alzeranno Jason Terry (candidato principale assieme a Jamal Crawford di Atlanta come sesto uomo dell’anno), Eric Dampier, DeShawn Stevenson e gli stranieri Josè Barea e Rodrigue Beaubois.
    San Antonio risponderà con Tony Parker e George Hill (anche se un problema alla caviglia lo mette in dubbio) come guardie, Richard Jefferson e Tim Duncan come ali e Antonio McDyess come centro. Importante sarà l’apporto dalla panchina di Manu Ginobili che nell’ultimo mese ha tenuto medie quasi da MVP, di Dejuan Blair e di Roger Mason. Potrebbero trovare spazio e minutaggio anche i nuovi arrivati Garrett Temple e Alonzo Gee.
    La serie in stagione regolare è terminata 3-1 per i Mavs ma si sa che i playoff sono un’altra cosa e non si può dare niente per scontato.

    La chiave della serie sarà il duello nel ruolo di ala grande tra Dirk Nowitzki e Tim Duncan: il tedesco dei “Mandriani” sembra avere ancora molte cartucce da sparare, mentre il caraibico degli “Speroni” pare oramai in fase calante dopo aver dominato l’NBA per un decennio dando vita alla dinastia degli Spurs. Ma l’età (34 anni) sembra farsi sentire sulla schiena e si notano i primi scricchiolii a livello fisico. Se il duello dovesse terminare in parità potrebbe risultare decisivo l’apporto dei compagni di squadra e qui Dallas ci sembra più completa rispetto a San Antonio. Caron Butler è l’uomo su cui puntare visto che la trade che a febbraio ha portato lui e Haywood in Texas ha cambiato volto ai biancoblu portandoli al secondo posto ad ovest dietro ai soli Lakers. Punti, rimbalzi assist e difesa le prerogative di Butler che potrebbe ergersi a secondo violino dietro Nowitzki per aiutarlo ad arrivare  più in alto possibile.

    Il via di questa serie è fissato per domenica. Questo il programma completo:
    Gara 1: San Antonio Spurs @ Dallas Mavericks domenica 18 aprile 8.00 pm (2.00 italiane)
    Gara 2: San Antonio Spurs @ Dallas Mavericks mercoledì 21 aprile 9.30 pm (03.30)
    Gara 3: Dallas Mavericks @ San Antonio Spurs venerdì 23 aprile 9.30 pm (03.30)
    Gara 4: Dallas Mavericks @ San Antonio Spurs domenica 25 aprile 7.00 pm (1.00)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Dallas martedi 27 aprile
    Gara 6: @ San Antonio giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Dallas sabato 1 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Boston Celtics – Miami Heat

    Una delle serie più indecifrabili visto che Boston ha, nonostante l’età non più verdissima dei suoi campioni, atleti di prima qualità e molto pericolosi sui parquet NBA. Miami ha una super stella come Dwyane Wade e una condizione fisica ottimale che ha permesso alla squadra della Florida di scalare parecchie posizioni in classifica nell’ultimo mese di stagione regolare prendendosi in pratica il quinto posto.
    Le variabili di questa serie sono tante: se parliamo dei Celtics bisognerà vedere in primis la condizione fisica, il fattore infortuni giocherà un ruolo importante visto che i biancoverdi se restano sani e senza acciacchi sono un osso molto duro da masticare per qualsiasi squadra, anche la più quotata. Rajon Rondo farà pendere l’ago della bilancia da una parte oppure dall’altra visto che influenza in modo notevole tutti i meccanismi della franchigia del Massachusetts e il capitano Pierce dovrà dare quella leadership che è mancata negli scorsi playoff.
    Se parliamo di Miami invece si dovrà vedere se la crescita di Michael Beasley sarà tale da poter affidare proprio all’ala ex Kansas State i tiri che scottano sui raddoppi a Wade. Se il numero 30 si dimostrerà maturo per fare questo tipo di lavoro si potrebbe arrivare al ribaltamento del pronostico con gli Heat che passerebbero la serie e i Celtics spediti a casa.

    In stagione regolare ci sono stati 3 scontri fra le 2 franchigie e tutte le partite sono andate a Boston, segno apparente che è lei la squadra ancora avvantaggiata. Ma ci sono dei dubbi: se avessimo visto lo stesso accoppiamento non più tardi di un mese  fa, avremmo dato per quasi certa una vittoria dei Celtics. Ma in questo periodo Miami ha vinto 12 delle ultime 13 partite mentre i Celtics ne hanno perse ben 7 su 10 il che fa capire come la serie sia in realtà equilibrata nonostante il predominio biancoverde in stagione regolare negli scontri diretti.

    Le chiavi della serie principalmente sono 2: la crescita dei giovani Heat che dovranno dimostrare di valere qualcosa (soprattutto Michael Beasley, poi a ruota i vari Mario Chalmers, Dorell Wright, Daequan Cook) per dare pieno appoggio al leader indiscusso di squadra ovvero Dwyane Wade. L’altra chiave della serie sarà invece la condizione fisica di Kevin Garnett che se a posto fisicamente diventa letale sia in attacco che in difesa. Coach Rivers ha assicurato che il numero 5 sta bene e non risente più dell’infortunio al ginocchio. Il campo ci dirà la verità.

    Boston con ogni probabilità schiererà Rajon Rondo e Ray Allen come guardie, Paul Pierce e Kevin Garnett come ali e Kendrick Perkins nel ruolo di centro. Dalla panchina sarà fondamentale l’apporto di Nate Robinson, la difesa di Tony Allen, i “piazzati” di Michael Finley, la freschezza fisica di Glen Davis e il presumibile riscatto dopo una stagione veramente deludente da parte di Rasheed Wallace.
    Miami opporrà ai “Celtici” Carlos Arroyo e Dwyane Wade come guardie, Quentin Richardson e Michael Beasley come ali e Jermaine O’Neal come centro. Importante sarà il minutaggio di Udonis Haslem, la vena realizzativa di Dorell Wright e la regia di Mario Chalmers. Atteso ad una crescita sostanziale anche il terrificante tiratore da 3 punti Daequan Cook, molto in ombra questa stagione dopo la positiva annata dello scorso anno (vittoria nel tiro da 3 punti all’All Star Game).

    Come annotazione riportiamo che in questa serie potrebbe saltare il fattore campo in quanto Boston quest’anno ha fatto molto meglio in trasferta rispetto che al “Garden” quindi il fatto di perdere un’eventuale gara casalinga non significa affatto non poter espugnare il parquet dei rossoneri della Florida.

    Si parte oggi alle 2.00 ora italiana. Questo il programma completo:
    Gara 1: Miami Heat @ Boston Celtics sabato 17 aprile 8.00 pm (2.00 italiane)
    Gara 2: Miami Heat @ Boston Celtics martedì 20 aprile 8.00 pm (02.00)
    Gara 3: Boston Celtics @ Miami Heat venerdì 23 aprile 7.00 pm (01.00)
    Gara 4: Boston Celtics @ Miami Heat domenica 25 aprile 1.00 pm (19.00)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Boston martedi 27 aprile
    Gara 6: @ Miami giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Boston sabato 1 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Orlando Magic – Charlotte Bobcats

    Orlando parte da una posizione di vantaggio perchè è arrivata seconda ad Est, Charlotte per la prima volta accede ai playoff (da quando la città del North Carolina ha accolto la franchigia dei Bobcats) e nonostante il settimo posto potrebbe dare molti più problemi di quanto non possa sembrare ai vice campioni NBA.
    Di Orlando ormai sappiamo il suo gioco che risulta molto pericoloso: un mix di “dentro-fuori” che se attuato con perizia risulta devastante. Se si decide di dare la palla dentro il pitturato, Dwight Howard risulta letale visto il suo strapotere fisico. Se la palla viene fatta girare sugli esterni, i Magic hanno giocatori che risultano pericolosissimi nel tiro dalla lunga distanza come Vince Carter, Jameer Nelson, Rashard Lewis, J.J. Redick, Matt Barnes, Jason Williams e Mickael Pietrus. E quando queste 2 armi funzionano assieme praticamente Orlando diventa imbattibile.
    Dal canto loro i Cats però non partono sconfitti visto che potenzialmente avrebbero tutti gli atleti giusti per tenere sotto controllo gli avversari: Tyson Chandler se è a posto fisicamente può dare filo da torcere ad Howard. Gerald Wallace e Stephen Jackson risultano indigesti, in attacco, a parecchi uomini della rotazione di coach Stan Van Gundy e in difesa, vista la stazza e l’attitudine a difendere in modo costante, potrebbero far calare le percentuali nel tiro da fuori e dalla media dei neroazzurri della Florida.
    In definitiva Orlando è la favorita, ha chiuso il periodo post-All Star Game con il miglior record della NBA (33 W-8 L) ma i Bobcats hanno le possibilità di mettere in difficoltà la squadra di Van Gundy.

    La chiave della serie sarà la difesa dei Bobcats. Se riusciranno a limtare il tiro da tre dei Magic avranno una possibilità. Per cercare di fermare Howard la staffetta a disposizione di Brown è lunga: Chandler, Mohammed, Ratliff e Tyrus Thomas. Il loro compito sarà quello di cercare di limitarlo in attacco e di fargli commettere falli anche se nessuno dei quattro ha realmente la possibilità di fermarlo. Da non sottovalutare il fattore coach visto che Larry Brown, allenatore dei “Gatti Selvatici” è uno dei migliori in circolazione (ottava squadra diversa portata alla post season) e potrebbe dare scacco al collega Van Gundy.

    I Magic dovrebbero scendere in campo con questo quintetto: Jameer Nelson e Vince Carter come guardie, Rashard Lewis e Matt Barnes come ali e Dwight Howard come centro. Dalla panchina potrebbero risultare decisivi il francese Mickael Pietrus (gran difensore e buon attaccante) Marcin Gortat come cambio di Howard, J.J. Redick tiratore terrificante e Jason Williams a portare tanta esperienza quando conta. Ricordiamo che la panchina dei Magic è stata la migliore nella regular season assieme a quella dei Cavs.
    Charlotte schiererà invece: Raymond Felton e Stephen Jackson come guardie, Gerald Wallace e Boris Diaw come ali e Tyson Chandler nel ruolo di centro. Dalla panchina dovranno necessariamente dare il loro contributo D.J. Augustin, Tyrus Thomas, il neo arrivato Larry Hughes e i centri Mohammed e Theo Ratliff.

    La serie partirà domenica 18 aprile. In dettaglio ecco tutto il calendario:
    Gara 1: domenica 18 Aprile @ Orlando 5.30 pm (23.30 italiane)
    Gara 2: mercoledì 21 Aprile @ Orlando 7.00 pm (1.oo italiana)
    Gara 3: sabato 24 Aprile @ Charlotte 2.00 pm (20 italiane)
    Gara 4: luned’ 26 Aprile @ Charlotte (orario da definire)
    Gara 5: mercoledì 28 Aprile@ Orlando (se necessaria)
    Gara 6: venerdì 30 Aprile @ Charlotte (se necessaria)
    Gara 7: domenica 2 Maggio @ Orlando (se necessaria)

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Atlanta Hawks – Milwaukee Bucks

    La sfida tra gli Atlanta Hawks e i Milwaukee Bucks dovrebbe dare meno grattacapi del previsto alla franchigia della Georgia: gli Hawks, testa di serie numero 3 nella Eastern Conference, arrivano all’appuntamento dei playoff 2010 in gran forma e soprattutto senza infortuni, cosa che invece non si può dire per i Bucks, testa di serie numero 6 e autori di una stagione veramente eccezionale.
    Il tutto parte da Phoenix dove a poche giornate dalla fine della regular season il centro croato-australiano Andrew Bogut di Milkwaukee ricade male dopo una schiacciata e si frattura polso e mano destra con dislocazione anche del gomito. Un bruttissimo infortunio anche se è stata anche una “fortuna” che non si siano rotti anche ulna e radio (come hanno detto i medici dopo aver visitato Bogut) ma che rende inservibile il giocatore fino all’inizio del prossimo anno.
    Un vero peccato perchè il centro stava disputando una superba stagione e stava ripagando le tante attese dopo essere stato scelto come prima scelta assoluta nel draft del 2005 proprio dai Bucks. Inoltre con Brandon Jennings e il nuovo arrivato John Salmons aveva costruito un’asse molto temibile e i Bucks erano stati indicati come mina vagante ad Est. Ora invece la situazione è radicalmente cambiata con il pur bravissimo coach Scott Skiles che dovrà superarsi in ingegno per cercare di dare una svolta alla serie che altrimenti vedrà la sua squadra molto probabilmente sbattuta fuori al primo turno. Gli Hawks sono una delle squadre più complete che si siano viste quest’anno sui parquet NBA. Team in tremenda evoluzione tecnica e fisica con il trio Josh Smith (atletismo pazzesco per lui), Joe Johnson e al Horford come punto di riferimento e con uno spettacolare Jamal Crawford, in predicato di ricevere il premio di sesto uomo dell’anno viste le sue straordinarie prestazioni partendo sempre dalla panchina, come primo cambio per i titolari.

    In stagione la serie è sul 2-1 per Atlanta che beneficierà tantissimo dell’assenza di Bogut. Probabilmente il quintetto di partenza per gli Hawks sarà questo: Joe Johnson e Mike Bibby come guardie, Marvin Williams e Josh Smith come ali e Al Horford come centro. Dalla panchina Jamal Crawford, Maurice Evans e il veterano Joe Smith daranno il loro contributo ad una squadra che ha come unico limite qualche sconfitta di troppo in trasferta dovuta ad un timore reverenziale che a scorrere il roster dei “Falchi” e il talento di squadra non avrebbe modo di esistere.
    Milwaukee risponderà con Brandon Jennings e John Salmons come guardie, Carlos Delfino e Luc Mbah a Moute come ali e Kurt Thomas nel ruolo di centro in sostituzione dell’infortunato Bogut. Dalla panchina sarà fondamentale l’apporto di Luke Ridnour, Ersan Ilyasova e Jerry Stackhouse.

    Chiavi della serie saranno con ogni probabilità Josh Smith per Atlanta, che dovrà essere limitato soprattutto a livello fisico visto che è un all around player (giocatore che sa fare tutto quanto, punti, rimbalzi, assist steal e stoppate con tanta energia distribuita sui 2 lati del campo), e coach Skiles, unica speranza per Milwaukee di vincere la serie con una delle sue trovate. Di più, visti gli infortuni, la franchigia non potrebbe fare ma il genio del suo allenatore, dimostrato tante e tante volte durante l’anno, potrebbe mettere in difficoltà i rivali. Dopotutto i Bucks non dovevano nemmeno arrivare ai playoff, stando ai giudizi di inizio stagione di tanti addetti ai lavori. Invece il segreto di tanto successo sta nell’allenatore e in un nucleo di giocatori che lo segue con passione.

    La serie partirà sabato 17 aprile alle 23.30 italiane.

    Questo il calendario della serie:
    Gara 1: Milwaukee Bucks @ Atlanta Hawks sabato 17 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Milwaukee Bucks @ Atlanta Hawks martedì 20 aprile 7.00 pm (01.00)
    Gara 3: Atlanta Hawks @ Milwaukee Bucks sabato 24 aprile 7.00 pm (01.00)
    Gara 4: Atlanta Hawks @ Milwaukee Bucks lunedì 26 aprile (orario da definire)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Atlanta mercoledì 28 aprile
    Gara 6: @ Milwaukee venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Atlanta domenica 2 maggio

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Cleveland Cavaliers – Chicago Bulls

    La sfida del primo turno dei playoff NBA 2010 tra Cleveland Cavaliers e Chicago Bulls sembrerebbe non avere storia visto che si scontrano la migliore squadra della Lega (almeno attenendosi propriamente al record) contro la peggiore tra le qualificate alla post season: i Cavs hanno ottenuto ben 20 vittorie in più rispetto agli avversari (61 W-21 L contro 41 W-41 L) anche se in stagione regolare la serie parla di un pareggio sul 2-2. C’è da dire però che le 2 vittorie dei Bulls sono arrivate in momenti poco esaltanti per i Cavaliers in quanto la prima vittoria ottenuta dai rossoneri dell’Illinois, ad inizio anno, vedeva la franchigia dell’Ohio in difficoltà per via dell’inserimento al centro dell’attacco di Shaquille O’Neal, mentre nella seconda sul finire della stagione regolare Cleveland ha rinunciato volutamente in vista dei playoff ai suoi uomini migliori, primo fra tutti LeBron James. E le sfide si sono sempre decise per un solo punto quasi sulla sirena finale. Le 2 vittorie dei rossooro invece sono state più larghe e hanno fatto intravedere il vero divario tecnico tra le 2 squadre.

    Cleveland molto probabilmente partirà con questo quintetto: Mo Williams ed Anthony Parker come guardie, LeBron James e Antawn Jamison come ali e Shaquille O’Neal nel ruolo di centro.
    Chicago risponderà con ogni probabilità in questo modo: Derrick Rose e Kirk Hinrich come guardie, Luol Deng e Taj gibson come ali e Joakim Noah come centro.
    Dalla panchina potrebbero risultare decisivi alcuni giocatori, in primis Anderson Varejao, J.J. Hickson e Delonte West per i Cavs, mentre Hakim Warrick, Brad Miller e Ronald “Flip” Murray saranno chiamati da coach Vinny Del Negro per contrastare il talento fisico e tecnico dei rivali.

    La chiave della serie (con Cleveland che ha il vantaggio del fattore campo sulle 7 partite) è indubbiamente LeBron James, sia per i Cavs che per i Bulls: se il fenomeno in maglia 23 sarà devastante e decisivo come al solito per Chicago ci sarà molto poco da fare. Se invece Coach Del Negro riuscirà almeno a limitare (annullare totalmente James in una partita potrebbe essere realtà solo se lo si legasse ad una sedia!) il giocatore più forte dell’intera NBA, allora si potrebbe intravedere qualche speranza per i “Tori”. Ma stiamo parlando veramente di possibilità minime anche se negli anni precedenti, nei playoff, abbiamo assistito a veri e propri “miracoli” sportivi (Denver che elimina Seattle, qualificatasi con il miglior record e Golden State che sbatte fuori allo stesso modo i Dallas Mavericks qualche campionato fa).

    La serie partirà sabato 17 aprile alle 21 italiane, la parola spetterà solo al campo.

    Questo il calendario della serie:
    Gara 1: Chicago Bulls @ Cleveland Cavaliers sabato 17 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Chicago Bulls @ Cleveland Cavaliers lunedi 19 aprile 8.00 pm (02.00)
    Gara 3: Cleveland Cavaliers @ Chicago Bulls giovedì 22 aprile 7.00 pm (01.00)
    Gara 4: Cleveland Cavaliers @ Chicago Bulls domenica 25 aprile 3.30 pm (21.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Cleveland martedi 27 aprile
    Gara 6: @ Chicago giovedi 29 aprile
    Gara 7: @ Cleveland sabato 1 maggio

  • NBA, playoff 2010: Ecco tutte le sfide

    Ecco tutte le serie playoff NBA del primo turno. Le prime 4 teste di serie hanno il vantaggio del fattore campo. Tutte le serie sono al meglio delle 7 partite.

    EASTERN CONFERENCE:

    1 Cleveland Cavaliers – 8 Chicago Bulls
    2 Orlando Magic – 7 Charlotte Bobcats
    3 Atlanta Hawks – 6 Milwaukee Bucks
    4 Boston Celtics – 5 Miami Heat

    WESTERN CONFERENCE:

    1 Los Angeles lakers – 8 Oklahoma City Thunder
    2 DallasMavericks – 7 San Antonio Spurs
    3 Phoenix Suns – 6 Portland Trail Blazers
    4 Denver Nuggets – 5 Utah Jazz