Tag: nazionale italiana

  • L’Italia fortino del Conte dimezzato

    L’Italia fortino del Conte dimezzato

    Il gruppo azzurro di Antonio Conte non parte certamente con i favori del pronostico, ma oltre alla considerazione meramente oggettiva sui valori dei prescelti, aumenta anche lo scetticismo derivante dalle scelte ponderate dal Commissario Tecnico.

    L’Italia è alla fase finale del torneo continentale con il ruolo di outsider, ma tra le compagini che ricoprono questo ruolo sembra avere meno credito in patria che all’estero, eppure Antonio Conte dalle macerie di Brasil 2014 ha ricavato una Nazionale che non solo è arrivata prima nel proprio girone di qualificazione ai Campionati Europei, ma ha anche convinto con il gioco nella maggior parte delle prestazioni. Inoltre il gruppo azzurro è rinnovato rispetto alla squadra di Prandelli che fallì clamorosamente in Sudamerica.

    Il credito scarso che i “pallonari nostrani” danno alla Nazionale è soprattutto riferito proprio alla composizione dei ventitré che il C.T. ha fatto escludendo alcuni più graditi dal popolo e che forse nell’ultimo anno hanno fatto vedere cose migliori rispetto a chi partirà per la Francia.

    Antonio Conte | Il Pallonaro
    Antonio Conte | Il Pallonaro

    Parafrasando l’opera di Calvino pertanto Antonio Conte si ritrova dimezzato nella fiducia del popolo e nella rosa dove, a causa di infortuni, in un solo colpo si è ritrovato a dover fare a meno di una parte importante dei suoi uomini “chiave“, Claudio Marchisio e Marco Verratti. Ecco che, come in passato, la fiducia nel tecnico della Nazionale viene spaccata dall’opinione pubblica che, dati alla mano, è pressoché assente durante amichevoli e match di qualificazione mentre si decuplica con l’avvicinamento delle fasi finali dei tornei continentale e mondiale, trovando accoliti pronti a criticare ogni passo del C.T. e preparando l’humus giusto per rimettere in piedi “il fortino azzurro” che portò poi i successi di Spagna ’82 e di Berlino nel 2006. Se ci si aggiunge inoltre la peculiarità del carattere di Conte il gioco è fatto, prepariamoci alla carica giusta fatta di difesa ad oltranza del gruppo e tanto orgoglio da tirar fuori, o almeno questo è il palese intento del tecnico pugliese.

    Al di là dei nomi, sui quali come sempre l’Italia pallonara si divide, ci sono un paio di riflessioni da fare che potrebbero far capire facilmente perché non c’è appeal per questa squadra, almeno solo in partenza perché con l’arrivo delle prime partite lo stivale come sempre sarà pronto a tingersi d’azzurro a difesa del gruppo che, almeno si spera, prenderà la tenacia di Antonio Conte.

    L’avversario principale nel nostro girone è il Belgio e la squadra di Wilmots parte come favorita per il primo posto del gruppo.

    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro
    Marc Wilmots, tecnico del Belgio | Il Pallonaro

    La rosa scelta dal tecnico ha un valore globale di 460 milioni di Euro, la nostra di soli 272 milioni e consideriamo la valutazione eccessiva di Bonucci (30 milioni) che è il più quotato ma al tempo stesso la mancanza di Marchisio e Verratti che alzerebbero il valore sensibilmente. Questo raffronto impietoso sui valori di mercato delle due rose è paragonabile in partenza al raffronto che si può fare tra il Milan e la Juventus ad inizio stagione, confronto monetario che poi il campo può sempre rovesciare o confermare. Antonio Conte già dalle prime partite aveva scelto una strada che guardasse poco al nome ed alla valutazione escludendo reduci quotatissimi allora di Brasil 2014 come Balotelli, Pirlo e Cassano e inserendo davanti Zaza e Pellè mentre a centrocampo le chiavi erano state date da subito a Verratti. Questa riflessione va fatta soprattutto pensando a quanto talento nel potenziale c’era e quanto poi è andato perduto davanti per arretrare in mezzo al campo. In questa Italia non c’è e non ci potrebbe essere un gruppo di attaccanti pauroso, non c’è un lume a centrocampo imprescindibile e in difesa c’è l’aggrapparsi al gruppo più consolidato italiano che ha espresso la Serie A. Ma soprattutto, in due anni l’espressione del calcio italiano si è deprezzata confermando l’impoverimento tecnico.

    Se fino a qualche anno addietro ci ritrovavamo a discutere se inserire tra i centrocampisti Roberto Baggio per portare un attaccante in più tra Signori o Massaro, oppure nel pre-partita eravamo indecisi su chi era più in forma tra Del Piero o Totti da mettere insieme a Vieri davanti oggi siamo ridotti ad arrovellarci ed incupirci dietro alle esclusioni di Pavoletti e Bonaventura, entrambi per carità reduci da buone stagioni ma dalla certa non imprescindibilità. Perché a parte rare eccezioni non ci sono giocatori imprescindibili.

    La seconda riflessione è più tecnica. Conte ha rovesciato la Nazionale in due anni sempre ruotando intorno ad alcune certezze tattiche, il 3-5-2 è il modulo che più facilmente può essere trasformato in corsa e guardando la rosa scelta ci si rende conto che questo sarà il leitmotiv del nostro Europeo con il cambio in difesa a quattro quando serve e il cambio a tre davanti quando è permesso. Per farla breve, contro il Belgio probabile una partenza con il 3-5-2 mentre contro l’Irlanda è molto probabile un 4-3-3 all’inizio, ma in entrambi i casi in corsa con gli uomini scelti si può ragionare tranquillamente su cambi di modulo.

    Difficile prevedere dove può arrivare questa Nazionale, ma è molto facile immaginare che visti i suoi componenti, a differenza di altre rassegne dove siamo andati come favoriti svogliati, la squadra darà il massimo per arrivare più lontano possibile contro avversari più forti e contro chi non gli da credito anche fra le mura amiche.

  • Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Antonio Conte verso la Nazionale: i pro e i contro

    Ci siamo quasi, forse sì, forse no, forse si attende solo l’ufficialità. Antonio Conte verso la panchina della Nazionale Italiana; in questi giorni sono stati fatti passi avanti molto importanti, la trattativa è ben avviata anche se giungono discordanti pareri su quello che sarà l’aspetto economico della trattativa. L’ex tecnico della Juventus vorrebbe ricevere lo stesso trattamento economico che percepiva con il club bianconero ma la Federcalcio, per ragioni di bilancio e non solo quelle, non intende pagarlo più dell’ex Ct Cesare Prandelli. La situazione può essere risolta dallo sponsor tecnico ovvero la Puma che andrebbe, con un investimento, a colmare la differenza. Le cifre in questione sono di quelle importanti, cifre da allenatore di club per intenderci.

    Nel caso di fumata bianca della trattativa, la gestione di Antonio Conte come C.t. della Nazionale sarà strutturata come se fosse un club. Conte vuole poter seguire quotidianamente i giocatori monitorandone la condizione fisica, l’eventuale recupero degli infortuni e acciacchi vari, avendo settimanalmente incontri e colloqui con gli allenatori delle squadre di Serie A.  In pratica chiede di fare il selezionatore a tempo pieno.

    Il tecnico pugliese vuole anche uno staff di fiducia, che possa aiutarlo nella gestione degli allenamenti e nel coordinamento delle selezioni giovanili, è solo partendo dal basso che si può costruire qualcosa di importante.

    Antonio Conte ha dimostrato nei tre anni di gestione Juventus di essere un vincente. Di avere ottime idee e di avere grande fame di vittorie. Ha grinta, energia da vendere, è maniacale negli allenamenti settimanali, un martello come è stato definito dai suoi ex giocatori, un motivatore costante e continuo che è stato per molti il vero valore aggiunto della Juventus dei tre scudetti consecutivi. La sua personalità può far crescere, di parecchio, il movimento della Nazionale Italiana. Per ripartire dopo il disastro brasiliano serve un uomo con la sua personalità, con le sue idee e con la sua fama di vittorie.

    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter
    Antonio Conte e il record di 100 punti in Serie A | Foto Twitter

    L’aspetto negativo di Conte è rappresentato dalla sua scarsa esperienza internazionale: nelle coppe europee non ha mai impressionato. Da persona preparata Antonio lo ha sempre saputo e, nel mese di luglio le divergenze di mercato con i dirigenti bianconeri, per rendere la Juventus competitiva a livello europeo, sono esplosi. Per il suo modo di lavorare è più un allenatore che un selezionatore. Ha bisogno di allenare costantemente e quotidianamente i suoi calciatori, di averli sempre sotto occhio mentre in Nazionale , per ovvie ragioni questo non potrà avvenire, nonostante l’idea degli incontri quotidiani con gli allenatori dei club.

    Ora che la Federcalcio ha un nuovo Presidente urge mettersi al lavoro per ricostruire il calcio italiano che è piombato nell’anonimato dopo anni di insuccessi e fallimenti dovuti a una gestione fallimentare e dirigenziale ancora prima che tecnica. Al neo Presidente Carlo Tavecchio il compito di ripartire e in fretta, il compito di ridare lustro a un sistema che non c’è più.

  • Conte contro Prandelli per convocazione Chiellini

    Conte contro Prandelli per convocazione Chiellini

    A muso duro, come sempre. Anche dopo una vittoria fondamentale come quella appena ottenuta contro il Milan a San Siro, soffrendo e sudando, con la capacità di mostrarsi squadra unita e di rispolverare i colpi di teatro delle individualità di Tevez e Llorente. Antonio Conte, però, non guarda mai al compito svolto, ma a quello che sarà: la conferenza stampa post-partita si accende improvvisamente e non per aspetti legati al match appena giocato. Il bersaglio è un “collega”, ma non si parla di Capello, bensì di Cesare Prandelli. L’accusa al cittì della Nazionale che si appresta a preparare l’amichevole di mercoledì contro la Spagna è molto chiara e netta, quasi pungente: non aver chiesto il suo parere (nè quello della Juventus) in merito alla convocazione di Giorgio Chiellini, fuori da tre settimane a causa di un fastidio muscolare e che solo ieri sera era rientrato in panchina effettuando solo un breve riscaldamento nel finale di gara.

    Conte contro Prandelli | foto da web
    Conte contro Prandelli | foto da web

    Non ha usato toni velati – come suo costume – Antonio Conte, definendo Prandelli “poco educato, poco garbato e poco rispettoso”, sottolineando quanto fosse importante per Chiellini poter recuperare in allenamento durante la settimana, anche in vista dei prossimi importanti impegni contro la Fiorentina in campionato e in Europa League. Inoltre, Antonio Conte non ha dimenticato di evidenziare come la sua Juventus sia stata sempre molto generosa nei confronti della Nazionale Azzurra, considerando che gli juventini convocati fissi di Prandelli sono molto numerosi: “dai tanti giocatori alla Nazionale e ti fanno anche questo, non lo trovo giusto”.

    Dello stesso parere sulla questione è Beppe Marotta anche se il dg juventino adopera toni e termini ben differenti rispetto a quelli di Antonio Conte: “siamo meravigliati per questa convocazione, ci vorrebbe più comunicazione. Chiellini è fuori da tre settimane e ha fatto sempre allenamenti differenziati, questa convocazione ci pare strana”. Appare, dunque, evidente come il problema di comunicazione ci sia stato, eccome.

    Il tutto appare ancor più insolito dato il low profile di Cesare Prandelli ed il suo consueto stile impeccabile nel curare i rapporti e le relazioni con club e calciatori. Probabilmente il cittì Prandelli avrà valutato prioritaria la convocazione di Chiellini piuttosto che chiedere il parere della società anche – e soprattutto – poichè era quantomeno probabile che la Juventus avrebbe spinto per la non partenza del suo difensore, appena rientrato dopo un lungo stop. Ecco perchè la pronta replica di Prandelli non si è fatta attendere e si è riferita proprio alla sua rivendicazione di convocare chi voglia: “Quando un giocatore è a disposizione ho il diritto di chiamarlo, sono io che mi aspettavo una telefonata dalla Juve. Ieri sera alle 23.22 il medico della Juventus ha mandato un messaggio al nostro medico dicendo che tutti i calciatori stavano bene e che Giorgio aveva fatto riscaldamento”.

    Nell’anno dei Mondiali, auguriamoci che questi strappi possano ricucirsi in fretta. Il clima di tensione non è, di certo, costruttivo.

  • Del Piero sbarca su Sky per la Confederation Cup

    Del Piero sbarca su Sky per la Confederation Cup

    La maglia della Nazionale non la indossa da tempo ma per la prossima Confederation Cup ci sarà posto anche per Alessandro Del Piero. Non in veste di calciatore ma, bensì, di special guest della piattaforma satellitare Sky, che ha deciso di “regalare” ai suoi abbonati una gradita novità: Dl Piero non sarà, però, un telecronista “tecnico” delle gare in diretta (in stile Bergomi, per intenderci) ma il protagonista degli approfondimenti che introdurranno le gare, con la voce narrante di Federico Buffa in sottofondo. Saranno, così, trasmesse dieci puntate di Del Piero Football Legend, una sorta di miniserie della durata di mezz’ora circa a puntata che farà da apripista alle dieci gare giocate in Brasile, dal 15 Giugno al 30 Giugno. Un approfondimento a 360 gradi che, di certo, regalerà interessanti spunti e curiosi retroscena considerando che sarà lo stesso Alex Del Piero a introdurre i match ed i relativi protagonisti, con impressioni personali sulle squadre in campo, pareri tecnici e curiosità e retroscena da svelare, con riferimento alla sua esperienza personale sui principali palcoscenici del calcio mondiale, ma anche alla sua vita da appassionato e tifoso di calcio, da bambino che sognava di indossare quella maglia Azzurra che, nel 2006, lo ha portato sul tetto del Mondo con la Nazionale di Marcello Lippi.

    Del Piero commenta Confederation Cup | ©  Mark Kolbe/Getty Images
    Del Piero commenta Confederation Cup | © Mark Kolbe/Getty Images

    La nuova veste televisiva di Alessandro Del Piero sarà, così, una fase “sperimentale”  considerando il fatto che l’ex capitano della Juventus non ha ancora appeso i suoi scarpini al chiodo e che anche nella prossima stagione sarà impegnato con il Sydney Football Club, ma potrà essere un banco di prova interessante per misurare le sue doti comunicative una volta di più, dopo altre esperienze occasionali in  tal senso in cui ha saputo mostrato un lato in apparenza nascosto del suo carattere, con verve e ironia. D’altronde, in questi anni, Alex Del Piero ha mostrato una grande versatilità che gli ha permesso di lanciarsi anche in terreni sconosciuti, dall’imprenditoria alle gare automobilistiche, dal mondo del web alla pubblicità, riscuotendo buoni riscontri e grande seguito.

  • Il nuovo Balotelli: “Mi sento maturato”

    Il nuovo Balotelli: “Mi sento maturato”

    Un uomo nuovo, probabilmente, o se non altro una persona che sembra esser tornata con i piedi per terra dopo aver vissuto a mille all’ora e aver mostrato la faccia peggiore di sè nel periodo inglese al Manchester City. L’approdo di Mario Balotelli al Milan ed il ritorno a casa, in Italia, sembra avergli giovato davvero anche in termini di acquisita maturità. Ecco perchè è lui stesso a voler precisare dal ritiro della Nazionale lo stato d’animo del momento, affermando di “non essere montato” e di voler dimostrare a tutti il non fondamento delle critiche che riguardavano i suoi eccessi. Non vuole paragoni con nessuno, e neppure esser considerato tra i primi cinque al mondo, perchè “io sono io, ma non so se sono tra i più forti”. Spirito umile, dunque, e voglia di migliorarsi ancora senza cedere al fascino delle lusinghe e degli elogi, in particolare dopo lo splendida rete segnata al Brasile: Mario Balotelli, però, si dà solo sei in pagella per la gara contro i verdeoro alla luce dei troppi gol sbagliati, così come gli ha fatto notare anche suo padre che, però, gli ha ricordato “di aver fatto un bel gol”.

    Da punto fermo dell’attacco azzurro, poi, Balotelli esprime parole di apertura e di entusiasmo all’idea che Cesare Prandelli possa convocare in Nazionale un totem del calcio italiano come Francesco Totti, a sette anni di distanza dalla sua ultima presenza in maglia azzurra ai Mondiali di Germania 2006: “Magari tornasse Totti, è un fenomeno. Campioni come lui sono sempre ben accetti in squadra”, un’ affermazione che sembra scacciare via ogni tipo di astio e di tensione tra Supermario e il capitano giallorosso dopo l’episodio del violento fallo dello stesso Totti su Balotelli durante un Roma-Inter ai tempi della militanza di Mario in maglia nerazzurra. Un brutto episodio della parentesi interista ormai archiviata, così come quello che vide protagonista lo stesso Balotelli quando gettò a terra la maglia dell’Inter dopo un gol, un gesto che suscitò l’ira più funesta del tifo nerazzurro ma che, ora, “non rifarei”. 

    Mario Balotelli © Shaun Botterill/Getty Images
    Mario Balotelli © Shaun Botterill/Getty Images

    Un passato tra luci e ombre che, nel presente, Mario Balotelli vuol filtrare per conservare solo gli aspetti positivi cercando di migliorare ancora “un po’ in tutto anche se non so quanto” godendosi il momento di grande forma sia al Milan che in Nazionale, che gli permette di essere ormai il grande protagonista dell’attacco azzurro insieme all’amico e compagno di squadra del Milan Stephan El Shaarawy con il quale si è creato un solido sodalizio che va aldilà del terreno di gioco, perchè “condividiamo tutto, musica a parte, e stiamo sempre insieme”.

    La maturazione di Mario Balotelli, dunque, sembra essersi avviata finalmente sulla strada definitiva, nella speranza che non registri più alcuna battuta d’arresto e che il tunnel del Badboy inglese sia ormai soltanto un ricordo del passato dal quale trarre profitto per non ripetere gli stessi errori, anche perchè “non rinnego le cose buone e cattive del passato ma ora sono maturato, vado per i 23 anni” e, finalmente, dopo gli scorsi Europei sembra stia scoprendo il piacere di essere applaudito e benvoluto non solo dai propri tifosi.

    La nuova vita di Mario Balotelli sembra essere iniziata con un bel sorriso, finalmente.

  • Buffon apre a Totti ed elogia Conte: “è il numero uno”

    Buffon apre a Totti ed elogia Conte: “è il numero uno”

    Dopo una full immersion nel campionato e nelle competizioni europee per il club, è ora di rituffarsi nella parentesi-Nazionale e per capitan Gigi Buffon è l’occasione per parlare a tutto tondo, come è solito fare, con la schiettezza e la profondità d’analisi di sempre, spaziando da argomenti calcistici legati alla Juventus ed alla Nazionale, alle questioni stringenti legate all’attualità italiana. In primis, Gigi Buffon affronta la questione ritorno di Francesco Totti in Nazionale, una possibilità che il ct Prandelli non ha escluso nonostante siano trascorsi sette anni dall’ultima presenza del numero dieci romanista in maglia azzurra, ossia nella finale mondiale del 2006 vinta contro la Germania. Per Totti fu quello il momento di lasciare al top della sua carriera, ma in questi anni ha continuato a lavorare seriamente e a stupire tutti per la sua condizione attuale, come lo stesso Buffon sottolinea, elogiando colui che lui considera da sempre “suo compagno di Nazionale” considerando che ha vissuto con Totti tutta la trafila dall’Under 15 alla Nazionale maggiore.

    Buffon apre al ritorno di Totti in Nazionale e elogia Conte | © Claudio Villa/Getty Images
    Buffon apre al ritorno di Totti in Nazionale e elogia Conte | © Claudio Villa/Getty Images

    Da un grande del calcio italiano ancora in piena attività ad un altro ex calciatore che, da qualche anno a questa parte, sta bruciando le tappe della propria carriera in panchina: Antonio Conte. Gigi Buffon parla, così, del suo tecnico, colui che lo scorso anno ha regalato al popolo juventino una delle più intense soddisfazioni sportive, lo scudetto delle rinascita. Secondo il portierone non c’è alcun pericolo di dover prendere in considerazione l’ipotesi di un addio a Conte (legato alle dichiarazioni del mister juventino dopo la guerriglia contro il pullman a Bologna, ndr) soprattutto perchè “tutti sappiamo quanto mister Conte è legato a questa maglia” e, in tal senso, non potrebbe mai considerare altre ipotesi finchè non riterrà completato il suo percorso con la Juventus. Inoltre, secondo Buffon, il valore di Conte è inestimabile e, dovendo paragonarlo agli altri allenatori con cui ha lavorato nella sua lunga carriera, Buffon lo colloca addirittura al primo posto, davanti a “totem” del calcio come Marcello Lippi e Fabio Capello, Arrigo Sacchi, Carlo Ancelotti, solo per citarne alcuni. Il discorso-Conte richiama, poi, per analogia il discorso-Juventus e, in particolare, il cammino bianconero in Europa, con i quarti di finale di Champions League quasi alle porte ed un avversario come il Bayern Monaco che aspetta al varco la Signora, un avversario assolutamente fortissimo, tra le prime “3-4 squadre in Europa”. Per Buffon il cammino Champions dev’essere preso “come abbiamo fatto finora, sperando di farci apprezzare per un gioco propositivo e di riconquistare il rispetto degli avversari”. Un rispetto che in Europa è già cresciuto grazie al percorso compiuto finora, e che in Italia si è trasformato in “attenzione negativa” perchè è difficile riconoscere i meriti altrui maturati sul campo, senza  più alcun alibi com’era stato in passato quello di Calciopoli.

    Dalla Juventus alla Nazionale, Gigi Buffon affronta il discorso azzurro in prospettiva Mondiali Brasile 2014 ed in connessione al progetto-giovani promosso dal ct Cesare Prandelli: in tal senso, la prossima amichevole con il Brasile è un banco di prova stimolante contro un’avversaria top, con la quale non si può sfigurare “anche perchè ci apprestiamo a giocarci la Confederations cup”. In tal senso, il discorso ricade su uno dei protagonisti più attesi, ossia Mario Balotelli, che secondo capitan Buffon “ora è più sereno perchè gioca con continuità”.

    Infine, una considerazione sull’attualità del nostro Paese, sul cambio di rotta che la politica sta tentando con un rinnovamento dei costumi e delle abitudini, e che anche lo sport italiano vuol seguire, con l’iniziativa del Coni dell’abolizione delle tessere gratis ai parlamentari: “sono segnali che fanno ben sperare e capire che ogni tanto ci si ferma e si pensa”. 

  • Italia-Francia, escluso De Rossi si punta su El Shaarawy-Balotelli

    Italia-Francia, escluso De Rossi si punta su El Shaarawy-Balotelli

    In vista di Italia-Francia, amichevole di lusso contro i transalpini del ct Didier Deschamps, in programma mercoledì prossimo allo stadio Tardini di Parma, il ct Cesare Prandelli ha diramato le convocazioni degli Azzurri, con qualche ritorno importante – quello dell’ex interista Davide Santon, attualmente al Newcastle – ed alcune assenze di rilievo: in particolare, quella che “fa più notizia” è la mancata chiamata di Daniele De Rossi, in applicazione dell’ormai celebre “codice etico” di mister Prandelli, a causa del pugno sferrato al Laziale Stefano Mauri durante il derby disputato ieri, che è costato a Daniele De Rossi anche l’espulsione dal campo di gioco, incrinando ancor di più il suo rapporto con il tecnico boemo Zdenek Zeman.

    Fra i non convocati in attacco anche l’interista Antonio Cassano, il milanista Giampaolo Pazzini (che nel match di ieri, perso dai rossoneri contro la Fiorentina aveva segnato l’unico gol milanista), ed anche Fabio Quagliarella, nonostante la tripletta ( la prima della sua carriera, ndr) messa a segno contro il Pescara nella vittoria per 1-6 della Juventus di sabato scorso: al loro posto, i presenti saranno il milanista El Shaarawy, Mario Balotelli, i romanisti Destro ed Osvaldo, e Giovinco, con la coppia El Shaarawy-Balotelli che potrebbe essere schierata titolare.

    A centrocampo convocato il laziale Antonio Candreva, premiato per la rete realizzata ieri nel derby che ha confermato il suo buon momento attraversato nella Lazio di Petkovic, oltre che il giovane romanista Florenzi, nonostante un rendimento di “alti e bassi” nella Roma di Zeman, a dispetto di un ottimo inizio in campionato, ed il “parigino” Marco Verratti.

    Sempre “prevalente” il blocco juventino, con otto elementi: in porta il capitano Gigi Buffon, e in retroguardia Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini ed Andrea Barzagli, mentre a centrocampo l’inamovibile Andrea Pirlo, in compagnia di Claudio Marchisio ed Emanuele Giaccherini, ed in attacco Sebastian Giovinco.

    Dopo il raduno a Parma, fissato alle ore 12, gli allenamenti fissati in vista della partita contro i transalpini sono previsti nel primo pomeriggio odierno e nella mattinata di martedì presso il Centro Sportivo di Collecchio, mentre nel pomeriggio di martedì si svolgerà la rifinitura presso lo stadio Tardini.

    Cesare Prandelli, non ha convocato De Rossi per amichevole Italia-Francia | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Nonostante si tratti soltanto di un’amichevole, il match contro la Francia non può essere considerato una partita come le altre, data l’atavica rivalità con i “cugini” transalpini, acuita dai diversi “incroci” fra le due Nazionali in occasione di Europei e Mondiali, con “dolori” azzurri (eliminazione dai Mondiali ’98 nei quarti di finale, sconfitta in finale ad Euro 2000) e la straordinaria gioia della vittoria nella finale Mondiale 2006 di Berlino. Mercoledì sera, dunque, l’ultima uscita del 2012 per gli Azzurri potrà essere un test importante per consolidare meccanismi ed equilibri, dopo le importanti vittorie nel girone di qualificazione ai Mondiali 2014 con Armenia e Danimarca, contro un avversario prestigioso. La Francia di Deschamps, infatti, nonostante le difficoltà di risultati degli ultimi anni è un organico di assoluto spessore, con molti interpreti di qualità: da Ribery a Menez ed Evra, mentre sarà assente Benzema per infortunio.

    La lista completa dei 25 convocati Azzurri per Italia-Francia:

    Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Morgan De Sanctis (Napoli), Salvatore Sirigu (Paris St. Germain), Emiliano Viviano (Fiorentina);

    Difensori: Davide Astori (Cagliari), Federico Balzaretti (Roma), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Domenico Criscito (Zenit San Pietroburgo), Christian Maggio (Napoli), Davide Santon (Newcastle);

    Centrocampisti: Antonio Candreva (Lazio), Alessandro Diamanti (Bologna), Alessandro Florenzi (Roma), Emanuele Giaccherini (Juventus), Claudio Marchisio (Juventus), Riccardo Montolivo (Milan), Andrea Pirlo (Juventus), Marco Verratti (Paris St. Germain);

    Attaccanti: Mario Balotelli (Manchester City), Mattia Destro (Roma), Stephan El Shaarawy (Milan), Sebastian Giovinco (Juventus), Pablo Daniel Osvaldo (Roma).

  • Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Questa sera Cesare Prandelli vivrà il suo appuntamento con la Storia, nello stadio di Kiev, affrontando la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica, dopo aver condotto gli Azzurri laddove nessuno, alla vigilia di questo Europeo, aveva pronosticato, neppure nel migliore degli auspici. Eppure, la sua gestione complessiva di questo biennio era stata positiva, con una qualificazione raggiunta in scioltezza e qualche buon risultato nelle amichevoli di primo piano, come la vittoria contro la stessa Spagna nel match di Bari, e di qualche momento buio, come la sconfitta in amichevole contro l’Irlanda del Trap, e contro la Russia pochi giorni prima del via della competizione continentale. Per gli Azzurri, però, le amichevoli da sempre non sono un “indicatore reale” che consenta di testarne la reale forza e, dunque, la valutazione del “corso Prandelliano” dev’essere effettuata alla luce delle partite ufficiali, dove il bilancio è nettamente in positivo.

    Ha saputo valorizzare due giocatori dal potenziale immenso ma dalle difficoltà caratteriali, Balotelli e Cassano, superando gli ostacoli che il suo predecessore Marcello Lippi aveva deciso di non affrontare, ha saputo compattare un gruppo in fase di ricambio generazionale, puntando sulle certezze regalate dal campionato – il gruppo Juventus – ed inserendo qualche elemento di spicco con le giuste motivazioni di chi gioca per la prima volta una competizione tanto importante. Ha avuto il coraggio di scommettere sul suo pupillo Viola, Riccardo Montolivo, nonostante fosse reduce da una stagione tribolata, ed è stato ripagato con buone prestazioni, ha affidato il polso dello spogliatoio ad un leader naturale come Gigi Buffon, ed ha trovato una guida sicura e determinata, ha cementificato gli umori di un gruppo turbato dalle vicende scommessopoli scavando nell’orgoglio personale di ognuno, ma sempre con equilibrio, pacatezza, eleganza, un rivoluzionario in giacca e cravatta, con la forza delle idee, della non retorica.

    Cesare Prandelli è un signore e, per questo, non si scompone di fronte a nulla, mostrandosi sempre impeccabile, coerente con il suo “codice etico“, portatore di valori positivi, di idee di calcio propositive, lasciando i veleni in secondo piano. Eppure, qualche malumore lo ha vissuto anche lui, per le accuse “gratuite” ricevute in fase di preparazione di questo Europeo, così come per le polemiche che hanno anticipato la partenza per gli Europei: segnali di screzi, nuvole scure all’orizzonte che potrebbero incrinare il suo futuro in Azzurro, da questa sera in poi.

    In conferenza stampa il ct ha usato parole moderate in tal senso, com’è nel suo stile: “Io non ho parlato di divorzio, ma faccio le mie riflessioni sulla qualità della vita”. Qualità della vita che significa tanto, perchè porta con sè la serenità necessaria per lavorare al meglio, senza inutili tensioni, come quelle legate alle “accuse di nepotismo” nei confronti del ct, legate alla sua scelta di coinvolgere nell’entourage Azzurro suo figlio Nicolò: “sassolini che tengo nelle scarpe, ma mi ha fatto male leggere certe cose”.

    Polemiche cui si aggiunse la sua frase provocatoria, di evitare la partecipazione dell’Italia agli Europei per “evitare di dar fastidio”: un’esternazione che fu una semplice provocazione, legata al blitz della Polizia a Coverciano, ed alle frasi del premier Monti circa la necessità di chiudere il calcio, ma che diede fastidio a molti, probabilmente anche ai piani alti del nostro sistema calcio. I rapporti con le istituzioni calcistiche sono, poi, un altro “punto caldo” per Cesare Prandelli, alla luce della difficoltà della Nazionale a ritagliarsi un proprio spazio nel corso della stagione, in un calendario fitto di impegni dei club che hanno sempre la priorità, fagocitando ogni spazio, lasciando solo le briciole.

    Cesare Prandelli | © Handout/UEFA via Getty Images

    Per ora, dunque, il futuro di Prandelli è all’insegna dell’incertezza, lasciando ogni valutazione al “dopo”, a mente fredda: “Non pongo alcuna condizione, il rapporto con la Figc è ottimo. Nessuno vuole andare via, ma la qualità della vita degli ultimi due mesi mi porta qualche riflessione. Che cosa mi ha dato più fastidio? Parliamone con sincerità tra qualche giorno, quando sarà finito l’Europeo”.

    Parole che lasciano puntini sospensivi su quello che sarà, da domani in poi il futuro di Prandelli: restare o andar via? Accettare la sfida di continuare la sua rivoluzione, in campo e fuori, rispettando il suo contratto fino al Mondiale 2014, o abbandonare la nave, magari con una soddisfazione in tasca, come fece Marcello Lippi nel 2006?

    Qualche indiscrezione di mercato annuncia che, sulla sua decisione, potrebbe pesare la corte di un grande club, che potrebbe far leva proprio sulla sua voglia di lavoro quotidiano sul campo: dall’Inter, in caso di fallimento di Stramaccioni, alla “sua” Juventus, in caso di allontanamento di Conte nell’ipotesi di processo sportivo.

    Per ora, però, ogni energia del tecnico di Orzinuovi è sulla finalissima di Kiev: l’appuntamento con la Storia non può attendere.

  • Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Leonardo Bonucci è tra i convocati Italia di Prandelli e pronto a partire per gli Europei di Polonia ed Ucraina, Mimmo Criscito invece è tornato a casa. In molti si sono chiesti il perché di questa disparità di trattamento tra il giocatore juventino e quello dello Zenit San Pietroburgo, escluso ieri dal tecnico della Nazionale Cesare Prandelli dopo l’avviso di garanzia della Procura di Cremona giunto direttamente a Coverciano intorno alle sei e trenta di ieri mattina. Il motivo è presto detto: all’esterno di difesa, come detto, è stato notificato l’avviso di garanzia e dunque si ha certezza di un’indagine che lo riguarda, mentre quelle uscite su Bonucci sono ancora delle indiscrezioni e nei suoi confronti, probabilmente, l’avviso di garanzia potrebbe scattare in un secondo momento, anche perché il Pm è ancora alle prese con le indagini preliminari dell’inchiesta.

    Sta dunque qui la motivazione della disparità di trattamento tra i due. Al momento dunque Bonucci non è ufficialmente indagato, tanto che Prandelli lo ha incluso nei 23 che faranno parte della spedizione di Polonia e Ucraina, ritenendo allo stesso tempo che l’ex giocatore del Bari abbia quella tranquillità che invece mancava a Criscito, colpito direttamente e in maniera certa nella vicenda. E’ probabile anche che i vertici della Figc non abbiano voluto rischiare nulla, poiché presentarsi con un giocatore ufficialmente indagato ad una competizione come l’Europeo di certo non avrebbe dato una bella immagina alla Nazionale azzurra, specie viste le pesanti accuse rivolte a Criscito, ovvero associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva. Per quanto riguarda Bonucci invece è stato proprio il ct Prandelli a smorzare ogni polemica sul nascere ieri.

    Leonardo Bonucci © Maurizio Lagana/Getty images

    «A noi non risulta assolutamente nulla di quelle cose che stanno uscendo sui siti, siamo assolutamente tranquilli. Trenta secondi fa ho parlato con lui, ha fatto la sua deposizione e non possiamo parlare dei se e dei ma» ha dichiarato. E il difensore della Juventus su Facebook ha commentato così. «In partenza per Parma con un pò di tristezza per quello che è accaduto stamani, ma purtroppo si deve guardare avanti. Consci che la verità verrà a galla e chi non ha colpe ne uscirà più forte di prima». Al momento dunque Bonucci resta con il gruppo. In caso di ulteriori sviluppi nelle prossime ore, non sarebbe da escludere una sostituzione in extremis con Ranocchia.

    Euro 2012 I convocati Italia di Prandelli
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  • Chiellini salta il Napoli, pronto per gli Europei

    Chiellini salta il Napoli, pronto per gli Europei

    Sospiro di sollievo per Cesare Prandelli. Giorgio Chiellini sarà assente dai campi di gioco per sole 3 settimane. Pericolo Europei scongiurato dunque. Chiellini salterà la finale di Coppa Italia contro il Napoli, gara in programma domenica sera, per poi tornare a disposizione nei primissimi giorni di giugno.

    Chiellini, punto fermo della difesa azzurra, dovrà recuperare la forma migliore, ed è proprio questo aspetto a preoccupare Cesare Prandelli. Gli Europei partiranno l’8 giugno, Chiellini dovrà ristabilirsi entro tale data, ma la grinta e la caparbietà del difensore toscano lasciano ben sperare. A rassicurare gli animi dei tifosi juventini-italiani c’ha pensato il fratello del calciatore, assicurando che Giorgio tornerà in piena forma già fra pochissime settimane

    Giorgio Chiellini © Claudio Villa Getty Images Sport

    La Juventus, dal canto suo, dovrà rinunciare al proprio difensore in vista della finale di Coppa Italia contro il Napoli. Gara decisiva, fondamentale per i bianconeri, i quali puntano fortemente ad una storica doppietta dopo la conquista del campionato. In questa stagione il difensore toscano, è stato uno degli uomini più utilizzati da Antonio Conte, il quale ha affidato al numero 3 bianconero, le chiavi della difesa, difesa meno perforata in Italia e in Europa.

    Prandelli riabbraccerà il centrale difensivo già all’esordio Europeo della Nazionale Italiana. Ma quale sarà la posizione che andrà a ricoprire Giorgio in campo ? Il tecnico azzurro sta meditando sul modulo da adottare in questa manifestazione. Dal 4-4-2 pare si stia passando ad un 3-5-2, modulo basato sulle fondamenta bianconere. Di fatto, sono ben 6/11 i giocatori della Juventus impegnati nell’ undici titolare di Prandelli: Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Pirlo, Marchisio, senza tralasciare la vera rivelazione del campionato, Giaccherini. Sarà dunque difesa a 3?  Barzagli, Bonucci e Chiellini agiranno come centrali, mentre Maggio e Criscito dovrebbero ricoprire il ruolo di fluidificanti laterali.

    Ma queste considerazioni verranno fatte più avanti, dopo un’analisi accurata dello stato di forma dei giocatori azzurri. Intanto aspettiamo Giorgio, anima e forza di questa Nazionale.