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  • Pablito non c’è più, addio a Paolo Rossi eroe di Spagna82

    Pablito non c’è più, addio a Paolo Rossi eroe di Spagna82

    Il 2020 dopo Diego Armando Maradona ha deciso di portarsi via un altro grandissimo campione, nella tarda serata di ieri è arrivata la triste notizia della morte di Paolo Rossi, divenuto per tutti Pablito per esser stato l’eroe azzurro al mondiale di Spagna 1982.

    Un vero e proprio fulmine che ha squarciato la notte italiana, il tweet del giornalista Rai Enrico Varriale che annunciava la morte di Pablito, la ricerca immediata di smentite che purtroppo però si sono trasformate in conferme.

    Paolo Rossi si è spento per un male in curabile ai polmoni all’età di 64 anni.

    Nato a Prato il 23 settembre 1956 iniziò a farsi conoscere ad alto livello con la maglia della Lanerossi Vicenza, squadra che nella stagione 1976/77 a suon di gol trascinò alla promozione in Serie A.

    Dopo due ottime stagioni in A con il club biancorosso Pablito passò al Perugia e qua arrivò il momento più difficile della carriera.

    Accusato di aver truccato una partita per il calcioscommesse, fu squalificato per 2 anni e perse la possibilità di disputare l’europeo 1980 che si giocò in Italia.

    Boniperti lo riportò alla Juventus, squadra con la quale aveva già disputato sei partite ad inizio carriera, una volta conclusa la squalifica tornò a fare il suo mestiere ovvero segnare gol.

    Mise in bacheca due scudetti, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa ed una Coppa dei Campioni, quella della notte del Heysel.

    Concluse la carriera nei club con le maglie di Milan e Verona.

    E’ però ricordato da tutti per le sue imprese compiute in nazionale, soprattutto nel vittorioso mondiale spagnolo del 1982.

    Paolo Rossi infatti aveva già giocato e segnato con la maglia azzurra nella Coppa del Mondo del 1978 in Argentina ma è in Spagna 4 anni dopo che il toscano Paolo si trasformò in Pablito.

    La partenza non fu delle migliori, l’Italia non convinse nei primi match e Rossi fu accusato di essere in pessima forma. Nella gara decisiva della seconda fase Paolo Rossi divenne definitivamente Pablito.

    Contro il Brasile dei fenomeni Zico, Falcao, Junior, Socrates e Cerezo all’Italia serviva assolutamente la vittoria per passare alle semifinali.

    Rossi portò subito avanti l’Italia con un bel colpo di testa e dopo il pareggio del Brasile segnò dopo aver rubato un pallone al limite. Il 2-2 di Falcao avrebbe piegato chiunque ma non lui, non Pablito, ed infatti al 74° trovò il gol da opportunista che fece gioire l’Italia e piangere il Brasile.

    La doppietta nel 2-0 nella semifinale contro la Polonia e la rete che sbloccò il match nella finale contro la Germania Ovest, furono i sigilli di una cavalcata straordinaria che portarono l’Italia sul tetto del mondo e Paolo Rossi nella storia del calcio.

    Paolo Rossi disputò anche il mondiale 1986, senza però grandi acuti, ritiratosi dal calcio intraprese una buona carriera da opinionista per Sky, Premium sport e Rai.

  • Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Antonio Conte svela i 23 convocati per Francia 2016

    Svelata la lista dei 23 convocati per Francia 2016, Antonio Conte ha sciolto le riserve, i 23 azzurri che patiranno per la spedizione francese saranno annunciati ufficialmente questa sera, 31 maggio, in diretta TV dall’auditorium Rai del Foro Italico.
    Intanto però filtrano le prime indiscrezioni che, sembra, troveranno conferma questa sera alle 20.35: out Montolivo per un problema muscolare, a centrocampo Sturaro preferito a Jorginho. Altro escluso dalla lista dei convocati è Bonaventura al quale il mister ha preferito Bernardeschi. La regia verrà affidata a Thiago Motta o De Rossi.
    Restano a casa anche Rugani, Zappacosta, Benassi e Astori.
    Antonio Conte ha invece deciso di portare tutti i 5 attaccanti a sua disposizione, quindi Insigne, Immobile, Eder, Pellé e Zaza staccano il pass per Euro 2016.

    Alle 23 scelte di Conte si aggiungeranno le riserve Zappacosta, Benassi e Rugani che lavoreranno con la squadra perché, in caso di infortunio fino a 24 ore prima della gara inaugurale, si può procedere a una sostituzione.

    Ecco la lista dei convocati per Francia 2016:

    Portieri: Buffon (Juve), Marchetti (Lazio), Sirigu (Psg);

    Difensori: Barzagli (Juve), Bonucci (Juve), Chiellini (Juve), Darmian (Manchester United), De Sciglio (Milan), Ogbonna (West Ham).

    Centrocampisti: Bernardeschi (Fiorentina), Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), El Shaarawy (Roma), Florenzi (Roma), Giaccherini (Bologna), Sturaro (Juventus), Thiago Motta (Psg), Parolo (Lazio).

    Attaccanti: Eder (Inter), Immobile (Torino), Insigne (Napoli), Pellè (Southampton), Zaza (Juve).

    Riserve: Zappacosta (Torino), Rugani (Juventus), Benassi (Torino)

  • Ciao Cesare Maldini, addio alla bandiera del Milan

    Ciao Cesare Maldini, addio alla bandiera del Milan

    Una notizia giunta in mattinata rende più triste una domenica primaverile del calcio italiano: all’età di 84 anni ci ha lasciato Cesare Maldini leggenda, bandiera e capitano del Milan, come accaduto poi anche al figlio Paolo, e gran protagonista sulla panchina della nazionale Under 21 azzurra.

    La notizia della scomparsa di “Cesarone” è giunta nella mattinata ed è arrivata con un comunicato stampa da parte della famiglia Maldini che annunciava “con immenso dolore la scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica”.

    Nato a Trieste il 5 febbraio 1932, Cesare Maldini ha iniziato la sua carriera in Serie A, nel ruolo di difensore, esordendo con la maglia della Triestina nel campionato 1952-53. Nel 1954 passa al Milan e qui inizia la storia che si trasformerà in vera e propria leggenda. Con la maglia rossonera Cesare Maldini disputa la bellezza di ben 12 stagioni per un totale di oltre 400 partite. Non solo presenze ma anche tanti trionfi: 4 scudetti (1954-1955, 1956-1957, 1958-1959, 1961-1962) una Coppa Latina nel 1956 ma sopratutto la Coppa dei Campioni alzata al cielo, da capitano, di Wembley (prima Coppa Campioni conquistata da un club italiano) dopo aver sconfitto il Benfica del grande Eusebio. L’impresa di sollevare la “Coppa dalle grandi Orecchie” con la fascia da capitano del Milan riuscirà poi anche al figlio Paolo.

    Cesare Maldini | Foto Twitter
    Cesare Maldini | Foto Twitter

    Conclusa la carriera da calciatore, dopo l’ultima stagione giocata con la maglia del Torino nel 1966-67 e dopo 14 presenze, sei delle quali con la fascia da capitano, in nazionale, Cesare Maldini decide di appendere le scarpette al chiodo e passare alla carriera di allenatore.

    Come tecnico parte da vice sulla panchina del Milan, poi si siede su quelle di Foggia, Ternana e Parma ma il vero capolavoro lo fa con la Nazionale Under 21.

    Alla guida degli “azzurrini” Cesare Maldini ottiene uno storico tris di successi nel campionato europeo di categoria, dal 1992 al 1996.

    Dopo il terzo trionfo, Maldini viene promosso alla guida della nazionale maggiore dove però la sua avventura dura solo due anni e si conclude con l’eliminazione ai quarti di finale di Francia 98 ai calci di rigore proprio contro i transalpini. La sua carriera da allenatore si conclude con la panchina del Paraguay, guidato sino all’ottavo di finale perso contro la Germania al mondiale di Korea e Giappone 2002.

    Storica e divertente rimarrà anche la sua imitazione fatta da Teo Teocoli.

  • Nuova maglia Adidas per la Spagna a Euro 2016

    Nuova maglia Adidas per la Spagna a Euro 2016

    Adidas ha svelato il nuovo kit della nazionale spagnola per UEFA EURO 2016 durante uno spettacolare evento di presentazione avvenuto ieri, 10 novembre, alla presenza della squadra campioni in carica.

    Durante l’evento 50 giovani si sono sfidati in un torneo di 3 contro 3 per dimostrare di avere il pieno controllo del gioco, successivamente tutti i giocatori della Nazionale hanno presentato il nuovo kit, che ha un design vintage, è fedele alle origini della squadra e per questo si presenta con il tradizionale colore rosso, il ritorno ai pantaloncini blu e alle calze scure.
    Il triangolo è il motivo chiave della maglia: se qualcosa ha caratterizzato la Nazionale negli anni scorsi è stato il loro gioco basato sulle triangolazioni. Quello stile di gioco che ha dominato il mondo del calcio e che da ora in poi non sarà presente solo sul campo ma anche sulla maglia.
    Di conseguenza i triangoli sono diventati un elemento distintivo della divisa e fanno parte del suo design. Per la prima volta le tre strisce di adidas non sono più sulle spalle, ma corrono lungo i fianchi in un giallo intenso.

    Spagna - Adidas
    Nuova maglia Adidas per la Nazionale Spagnola

    La Spagna indosserà per la prima volta questo kit contro l’Inghilterra venerdì 13 novembre ad Alicante.

    La maglia sarà in vendita dal 13 novembre su www.adidas.com e nei negozi autorizzati.

    La maglia è stata presentata grazie a proiezioni e giochi di luce che hanno coinvolto anche i corpi dei giocatori. “Who wants it?” Con questo messaggio adidas lancia la maglia dei campioni in carica, con l’impegno di difendere il titolo e sfidando apertamente chiunque voglia conquistarlo.

    Maglia Adidas Spagna
    Maglia Adidas Spagna

  • Italia, tanto fumo poco arrosto

    Italia, tanto fumo poco arrosto

    Secondo appuntamento per la Nazionale italiana allenata da Antonio Conte, questa volta l’avversario è la Bulgaria che ha un unico obbiettivo, quello di vincere perché se rimanesse dopo questo match con lo stesso punteggio avrebbe ridotte le chance di qualificazione quasi a zero, pertanto un avversario da prendere con le molle.

    L’Italia parte forte e dopo nemmeno due minuti costruisce la prima palla-gol, è El Shaarawy che combina favolosamente con Pellè e poi serve largo Candreva, la palla viene rimessa in mezzo dove Parolo prova a calciare in porta. Mitrev para alzando a campanile il pallone ed El Shaarawy prova con una specie di rovesciata scomposta a deviare in porta ma la palla va alta. Alla seconda accelerazione di Candreva la Bulgaria va sotto e nel tentativo di liberare Minev V. scalcia il laziale procurando un calcio di rigore. Batte De Rossi, due volte perché l’arbitro fa ripetere la battuta, e per due volte il giallorosso batte Mitrev per il vantaggio azzurro dopo sei minuti di gioco.

    La Bulgaria soffre il pressing alto dell’Italia e subisce il colpo anche psicologicamente, sia a destra che a sinistra gli azzurri con combinazioni veloci potrebbero raddoppiare nel primo quarto d’ora del primo tempo. Poi al 18° una leggerezza di De Rossi che perde palla a centrocampo permette a Micanski di involarsi verso l’area di rigore indisturbato, l’attaccante bulgaro calcia appena entrato in area e Buffon compie una parata magistrale deviando il tiro rasoterra destinato all’angolino destro della sua porta.

    Al 26° dal limite sinistro dell’area di rigore bulgara batte Verratti con l’interno destro e evidentemente su schema trova la testa di Pellè che devia di poco alto. Al 32° di nuovo gli azzurri straripanti con Candreva sulla destra che prima mette un bel cross al centro dove Pellè non arriva di un soffio e poi quando riceve nuovamente la palla con un altro traversone serve De Sciglio che dal limite calcia al volo impegnando Mitrev che para prima che la difesa liberi. Al 39° un’altra bellissima combinazione Verratti-De Sciglio con quest’ultimo che mette un bel rasoterra in area sul quale si avventa Candreva che batte verso la porta piazzando il tiro purtroppo debole e facile preda del portiere ospite.

    L’ultima emozione del primo tempo è un’azione spettacolare tra De Sciglio, Verratti, Pellè e Parolo, in pratica l’esterno milanista serve benissimo Verratti fuori area di rigore, con un pallonetto il centrocampista serve Pellè che di testa fa sponda per Parolo, il quale al volo calcia a botta sicura ma la schiena di un difensore devia in angolo. Nei primi 45′ l’Italia è stata spettacolare, che ha subito pericolosamente solo una volta, tuttavia il risultato è stretto e la partita non è chiusa come potrebbe già tranquillamente essere.

    La grinta di El Shaarawy | Foto Twitter
    La grinta di El Shaarawy | Foto Twitter

    La ripresa parte con gli stessi interpreti ma con una novità tattica, Conte inverte i due esterni bassi, De Sciglio va a destra mentre Darman va a sinstra. Proprio De Sciglio dopo un minuto sale e serve Parolo che di prima calcia in porta impegnando Mitrev che devia in angolo.

    Al 55° De Rossi commette la seconda leggerezza della partita, in un contrasto con un avversario reagisce rifilandogli un calcio, l’arbitro russo vede tutta la scena ed espelle entrambi. Nel computo tecnico però a rimetterci maggiormente è l’Italia, infatti al 61° Nedelev va vicino alla rete servito da un compagno da sinistra ma il tiro esce di poco sopra l’incrocio dei pali.

    Con l’espulsione di un centrocampista sono di più i nostri esterni a provare a pungere in avanti e Pellè stanchissimo spesso rincula a supportare il centrocampo. Su una bel passaggio di Candreva che taglia tutta l’area di rigore El Shaarawy a tu per tu con Mitrev gli calcia addosso.

    In dieci contro dieci inevitabilmente il ritmo cala e i bulgari nell’ultimo quarto d’ora sono più propositivi dei nostri, in un paio di circostanze solo un rimpallo favorevole agli azzurri evita che i pericoli diventino seri. Le ultime occasioni del match sono per Bonucci che all’88° su un traversone da calcio di punizione battuto da Verratti devia ad un passo dalla porta alle stelle disturbato dall’uscita del portiere e per Milanov che da fuori area impegna Buffon ad una deviazione importante.

    Nel complesso è stata una buona gara della Nazionale, che con un bel pressing ha piegato subito le velleità dell’avversario, tuttavia ancora una volta il bicchiere resta mezzo pieno, perché gare come questa si devono chiudere in una delle tante occasioni create.

    ITALIA-BULGARIA 1-0 (1-0) – 6° De Rossi (I)

    Italia (4-3-2-1): Buffon 6,5; De Sciglio 6,5, Chiellini 6, Bonucci 5,5, Darmian 6; Parolo 6,5, De Rossi 4,5, Verratti 7; El Shaarawy 7 (dal 73° Florenzi 6), Candreva 7 (dal 86° Eder S.V.), Pellè 6,5 (dal 72° Zaza 6).

    A disp.: Sirigu, Barzagli, Eder, Criscito, Florenzi, Gabbiadini, Immobile, Padelli, Pirlo, Soriano, Vazquez, Zaza.

    Allenatore: Antonio Conte 6,5

    Bulgaria (4-2-3-1): Mitrev 6,5; Minev V. 5, Aleksandrov 5, Bodurov 6, Minev Y. 5,5 (dal 64° Badalovski 5); Dyakov 5, Chochev 5,5, Nedelev 6 (dal 67° Aleksandrov M. 6), Popov (dal 71° Rangelov 6), Milanov 5,5; Micanski 5.

    A disp.: Makendzhiev, Aleksandrov, Badalovski, Hristov, Ivanov, Manolev, Rangelov, Slavchev, Terziev, Tonev, Zlatinski.

    All.: Ivajlo Petev 6

    Arbitro: Sergei Karasev 6

    Ammoniti: Minev Y (B), Rangelov (B), Dyakov (B) Espulsi: De Rossi (I), Micanski (B).

     

     

  • Azzurri, più no che sì ma c’è Pellè

    Azzurri, più no che sì ma c’è Pellè

    Gli azzurri di Antonio Conte non convincono, risolvono la pratica Malta con una rete di Graziano Pellè ma finito il match si resta con l’amaro in bocca per la prova opaca di alcuni giocatori, per le difficoltà incontrate dalla Nazionale e per i troppi brividi in difesa contro un avversario che dall’inizio alla fine ha solo pensato a difendersi.

    Antonio Conte aveva un solo pensiero, rivolto alla Nazionale maltese ed era riferito all’attaccante Effiong. Vero, il gigante maltese è stato un pericolo e ha messo in difficoltà Chiellini più di una volta con la sua velocità, un po’ meglio è andata a Bonucci anche se spesso ha dovuto usare il “mestiere”, tuttavia c’è da riscontrare che questo giocatore è stato l’accentratore di tutti gli attacchi di Malta.

    Lo spirito gladiatorio del C.T. si vede poco, solo nel pressing degli azzurri e la mano tattica diventa evidente quando, come nella sua Juventus, Pirlo non trova idee e sbocchi e si ricorre ai lanci di Bonucci.

    Il primo tempo parla solo azzurro, ma la parlantina è stentata, zoppicante e spesso s’infrange contro il muro di undici uomini eretto da Pietro Ghedin. La partita potrebbe sbloccarsi grazie ad un paio di calci di punizione di Pirlo però imprecisi, un’occasione solare per Eder che dopo una bella triangolazione dal limite conclude fuori di pochissimo e un tiro di Bertolacci deviato dalla schiena di un difensore avversario che in volo viene neutralizzato da Hogg. Tutto qua, la prima frazione è pressing azzurro, maglie maltesi chiuse a riccio e qualche fiammata di Effiong in contropiede. Entrambi i portieri toccano il pallone solo per ordinaria amministrazione, tranne Hogg nell’occasione raccontata prima.

    La ripresa inizia con lo stesso tema tattico, a Malta un pareggio ovviamente va benissimo, l’Italia, evidentemente indottrinata da Conte nell’intervallo, inizia a cercare di allargare di più il gioco e ottiene risultati migliori. Al 53° da un bel calcio di punizione dal limite, su schema Pirlo serve largo a destra in area di rigore Darmian liberissimo con un rasoterra, l’esterno del Torino tira con Hogg in uscita ma la palla viene intercettata da un difensore che vanifica l’ottima opportunità.

    Conte capisce che è necessario maggiore dinamismo e al posto di un impreciso Bertolacci inserisce Parolo, i cambi saranno determinanti per sbloccare la gara.

    Dopo cinque minuti, sempre sulla destra, un’ottima triangolazione tra Darmian e Gabbiadini permette, dal limite, al giocatore del Napoli di avere lo spazio per il tiro, Gabbiadini di sinistro calcia a giro verso la porta superando il portiere ma la palla si stampa nell’incrocio dei pali.

    Graziano Pellè segna contro Malta | Foto Twitter
    Graziano Pellè segna contro Malta | Foto Twitter

    Il C.T. decide di puntare sulla fascia destra per scardinare la difesa maltese e al 64° inserisce Candreva al posto di Gabbiadini, traversa a parte molto opaco per un’ora di gioco. Cambio che darà i suoi frutti cinque minuti dopo, quando l’asse Candreva-Darmian produce il continuo smarcamento del laziale che offre l’assist d’oro a Pellè per sbloccare la partita con un cross in area, l’uscita maldestra di Hogg e la deviazione vincente della punta forse con il braccio.

    Subita la rete Malta non cambia atteggiamento e l’Italia si adegua addormentando il gioco e cercando di controllare la gara, qui un paio di scorribande di Effiong mettono in imbarazzo la difesa ma non succede più nulla.

    In generale la partita è stata buona solo per il risultato e per un paio di questioni tecniche, l’intesa tra gli interpreti della catena di destra, la funzionalità di Pellè veramente indomabile ma solo e la vivacità di Eder discontinua ma sempre importante. Per il resto tante ombre, il doppio play maker che stenta, la difesa da registrare e la sterilità in attacco considerando che in un torneo breve come un Europeo soprattutto nella fase finale a gironi questi difetti potrebbero essere deleteri per andare avanti nella competizione.

    ITALIA-MALTA 1-0 (0-0) – 69° Pellè (I)

    Italia (4-3-3): Buffon S.V., Darmian 6,5, Bonucci 6, Chiellini 5, Pasqual 5; Verratti 5, Pirlo 5, Bertolacci 5 (dal 55° Parolo 6); Gabbiadini 5,5 (dal 64° Candreva 6,5), Pellè 7, Eder 6 (dal 7° Soriano 6).

    Allenatore: Antonio Conte 6

    Malta (4-4-2): Hogg 6,5; A. Muscat 6, Agius 5,5, Z. Muscat 6, Borg 6; Failla 6, Briffa 6 (dal 91° Sciberras S.V.), Fenech 6, R. Muscat 6,5; Effiong 6,5 (dal 93° Mifsud S.V.), Schembri 5,5 (dal 72° Kristensen 6).

    Allenatore: Pietro Ghedin 6

    Arbitro: Ovidiu Hategan 5,5

    Ammoniti: Fenech (M), Effiong (M) Espulsi:

     

  • Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Italia-Malta, Pirlo e Verratti insieme

    Questa sera alle 20:45 riprende il cammino della nostra Nazionale nelle qualificazioni per il Campionato Europeo che si disputerà in Francia la prossima estate. Italia-Malta al “A. Franchi” di Firenze rappresenta una piccola tappa di avvicinamento che capita a fagiolo dopo la pausa estiva. L’altro impegno, quello con la Bulgaria, è di caratura diverso ma arriva dopo una settimana che gli azzurri sono tornati insieme, quindi Antonio Conte ha tutto il tempo e le facilitazioni possibili per organizzare e riprendere il discorso interrotto ormai parecchi mesi fa con la Nazionale e i suoi interpreti scelti.

    Sulla carta Italia-Malta è una partita senza storia, una di quelle partite che se prese con la filosofia giusta ti permettono di mettere in cascina tanti gol all’attivo validi per un’eventuale classifica finale che se non risolta dai punti può girare a tuo favore per la differenza reti. Tuttavia è bene ricordare che nel girone d’andata l’Italia s’impose su maltesi solo per 0-1 e quindi la prima cosa su cui lavorare per Conte è la testa degli azzurri, per evitare brutte figure. Testa dei calciatori che, inutile dirlo, fino a tre giorni fa era concentrata sul calciomercato e con l’orecchio teso molti calciatori erano in attesa di notizie, basta pensare per esempio ai due blucerchiati Soriano ed Eder che fino all’ultimo non sapevano in che squadra avrebbero giocato dopo gli impegni con la Nazionale.

    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter
    Gli azzurri in un allenamento a Coverciano | Foto Twitter

    Antonio Conte sembra orientato a schierare l’Italia con un 4-3-3, tenendo una certa fisionomia dell’ultima Italia vista e inserendo le motivazioni di alcuni freschi di riconvocazione. Ecco che quindi oltre ai confermati Buffon, Chiellini e Bonucci troviamo nella linea difensiva Darmian e Mimmo Criscito. A centrocampo Conte è stato chiaro, per lui Pirlo e Verratti possono coesistere ed è molto probabile che siano affiancati da Soriano mentre davanti Zaza è per il momento sostituito da Pellè con, di supporto ai suoi fianchi, Candreva ed Eder.

    Per Malta la questione è molto semplice, la missione è come sempre quella di non sfigurare e poi se c’è la possibilità, colpire una nazionale nettamente più forte senza avere paure reverenziali. Pietro Ghedin adotterà un modulo classico (4-4-2) che gli permetterà di mantenere più equilibrio possibile per evitare imbarcate, il resto sarà tanta grinta e coraggio con qualche discreta individualità ma nulla più.

    ITALIA-MALTA – LE PROBABILI FORMAZIONI:

    Italia (4-3-3): Buffo; Darmian, Bonucci, Chiellini, Criscito; Verratti, Pirlo, Soriano; Eder, Pellè, Candreva.

    All.: Antonio Conte

    Malta (4-4-2): Haber; A. Muscat, Agius, Camilleri, Z. Muscat; Fenech, R. Muscat, Briffa, Failla; Effiong, Schembri.

    All.: Pietro Ghedin.

    Arbitro: Ovidiu Hategan

  • Nazionale, Conte riconvoca Giovinco e Criscito

    Nazionale, Conte riconvoca Giovinco e Criscito

    A conclusione della seconda giornata di campionato la Nazionale azzurra guidata da Antonio Conte si ritroverà a Coverciano per la preparazione in vista delle due partite valide per la qualificazione Campionati Europei francesi della prossima estate. Come aveva detto il CT sono stati presi in considerazione gli italiani che giocano in campionati esteri, su 28 giocatori convocati ben 9, inoltre si mantiene la linea di continuità dettata nelle scorse convocazioni anche perché il campo nei mesi estivi ha prodotto poco per poter dare valutazioni differenti.

    Sebastian Giovinco | Foto Twitter
    Sebastian Giovinco | Foto Twitter

    Ecco che quindi come di consueto non manca qualche sorpresa, soprattutto che riguarda i ritorni di Giovinco (ultima convocazione novembre 2014) e di Criscito, inoltre c’è come detto una certa continuità con la conferma per il momento anche per Andrea Pirlo, anche lui migrato in Major League Soccer. Fatto che pone sempre l’eterno dilemma, se si continua a puntare sull’ex-juventino quando le chiavi del centrocampo azzurro saranno date a Marco Verratti?

    Le due sfide in programma contro Malta a Firenze il 3 settembre e contro la Bulgaria a Palermo il 6 settembre non sembrano due appuntamenti con un alto grado di difficoltà, pertanto non sono probanti soprattutto la prima, tuttavia è tempo per il CT di fare delle scelte e consolidare un gruppo unito e coeso lottando contro i ritmi imposti dalle competizioni per club.

    Durante questa stagione inutile dirlo saranno fatte le scelte che determineranno il cammino degli azzurri in Francia nella fase finale, che non è ancora stata conquistata ma salvo cataclismi vedrà tra i protagonisti anche i nostri.

    LITA CONVOCATI DA ANTONIO CONTE:

    Portieri: Buffon (Juventus), Sirigu (Paris Saint Germain), Padelli (Torino)

    Difensori: Acerbi (Sassuolo), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit), Darmian (Manchester United), De Sciglio (Milan), Pasqual (Fiorentina), Ranocchia (Inter).

    Centrocampisti: Bertolacci (Milan), De Rossi (Roma), Florenzi (Roma), Parolo (Lazio), Pirlo (New York City), Soriano (Sampdoria), Verratti (Paris Saint Germain).

    Attaccanti: Candreva (Lazio), Eder (Sampdoria), El Shaarawy (Monaco), Gabbiadini (Napoli), Giovinco (Toronto), Immobile (Siviglia), Pellè (Southampton), Vazquez (Palermo), Zaza (Juventus).

  • Manuela Giugliano, giovane talento di Torres e Nazionale

    Manuela Giugliano, giovane talento di Torres e Nazionale

    Giovane, 18 anni ancora da compiere, ma già con 43 presenze in Serie A, un terzo posto al mondiale U17 del 2014 con la nazionale italiana. Sei presenze e 5 gol con la maglia dell’U19 e anche una presenza e diversi raduni con la nazionale maggiore, stiamo parlando di Manuela Giugliano.

    Nata il 18 agosto 1997  Manuela esordisce in Serie A con la maglia del Pordenone prima del passaggio nell’estate 2014 alla Torres. 

    Conosciamo meglio questo giovane talento, cercando di capire come mai ha scelto il calcio e quali sono i suoi sogni ed i suoi obiettivi.

    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna
    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna

    Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?

    Già in pancia di mia madre scalciavo! Avevo 6 anni quando un giorno andai a giocare in un campetto del mio paese con mio fratello Gennaro, contro i suoi amici che erano tutti maschietti, io ero l’unica femminuccia. Proprio quel giorno c’era un signore che mi vide e riportò alla società di Calcio Istrana che c’era una ragazzina che giocava molto bene! Quel giorno mi contattarono e andai a giocare li! Ho scelto comunque di praticare questo sport perché ce l’avevo nel sangue, ed è ancora là, è rimasta la mia passione tutt’ora!

    Hai un idolo, un calciatore a cui ti ispiri?

    Un idolo al maschile direi Alessandro del Piero, invece nel femminile c’è ne sono due: Pamela Conti e Alice Parisi!

    Se tu potessi scegliere una calciatrice di un campionato straniero con cui ti piacerebbe giocare, chi sceglieresti?

    Una giocatrice molto forte è l’attaccante degli Stati Uniti Abby Wambach, con lei vorrei tanto giocarci!

    Sei stata tra le protagoniste con la nazionale U17 del trionfale mondiale concluso al 3° posto, come è stata l’esperienza azzurra in Costarica?

    Andare in Costarica per giocare un mondiale e stato molto emozionante, mi ha fatto crescere un sacco, sia in campo che fuori. Giocare con tutta quella gente allo stadio mi venivano i brividi. Al primo inno mi è scesa una lacrima che poi si è trasformata in determinazione. Un’esperienza indimenticabile sotto tutti i punti di vista!

    Rimanendo in tema nazionale, dopo l’Under17 hai brillato anche nell’Under19 ed hai anche una presenza con la nazionale maggiore, qual è il tuo rapporto con la maglia azzurra?

    Ho fatto ben 4 raduni con la Nazionale maggiore e anche una partita internazionale, dove il mister mi ha dato l’opportunità di entrare negli ultimi 15 minuti di gioco! Anche li è stata un’emozione forte e molto importante per me! Sono partita dalla U17 impegnandomi sempre di più, cercando di imparare e crescere. Lo stesso in U19 ma già avevo un po di esperienza che mi ha aiutata.

    Venendo all’attualità, quest’anno sei arrivata alla Torres, dopo una partenza non certo brillante pian piano la vostra squadra è cresciuta, quali sono ora l’obiettivo di squadra e il tuo personale per questo finale di stagione?

    Sì, non siamo partite nel migliore dei modi, a causa di vari problemi societari. Non è stato il massimo, però dopo siamo riuscite a creare un gruppo ed è stato fino ad ora il nostro punto di forza. Il nostro obiettivo e arrivare più in alto possibile. Il mio invece è quello di CRESCERE, GIOCANDO, quindi continuerò ad allenarmi al massimo per giocare quest’ultime partite da titolare e far bene!

    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna
    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna

    Passiamo ad un’analisi tecnica, in quale posizione del campo preferisci giocare? Quale il tuo punto di forza e dove pensi di dover migliorare?

    A me piace giocare sulla trequarti, mi reputo più un trequartista, però in qualsiasi ruolo decida di farmi giocare il mister io mi adeguo a tutto, non è un problema. Il mio punto forte diciamo che è la tecnica, però penso che devo migliorare la fisicità.

    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna
    Manuela Giugliano | © Alessandro Sanna

    Con la Torres hai avuto modo di sfidare avversarie internazionali, purtroppo i risultati parlano di una distanza abissale tra l’Italia ed il resto d’Europa, cosa pensi che manchi al calcio italiano per poter competere?

    Qui c’è il dilettantismo e bisogna crescere sotto tutti i punti di vista. Bisogna dare più visibilità e serve più collaborazione da parte di tutti!

    C’è un gol, tra tutti quelli che hai segnato, che ricordi particolarmente volentieri?

    Mi ricordo il goal su punizione contro l’Inghilterra dove abbiamo vinto 4 a 1 , e sicuramente tutti i goal al mondiale U17, in particolare mi ricordo quello sotto la traversa forte, senza pensarci, stop e tiro, contro il Venezuela!

    C’è uno stadio in cui ti piacerebbe giocare?

    Mi piacerebbe tornare in Costa Rica a San Jose, lì c’era uno stadio stupendo. Invece se devo dire uno stadio dico assolutamente lo Juventus Stadium.

    Prima di salutarti e ringraziarti, vogliamo chiederti secondo te perché i nostri lettori dovrebbero seguire ed appassionarsi al calcio femminile?

    Io penso che il calcio sia uno sport non solo per maschi. Diciamo che i maschi giocano per i soldi noi giochiamo per PASSIONE !

  • Federica Di Criscio: “Sogno di vincere con il Verona”

    Federica Di Criscio: “Sogno di vincere con il Verona”

    Difensore con l’abilità di trovare il gol, giovane ma già con esperienza internazionale, stiamo parlando di Federica Di Criscio.

    Nata a Lanciano il 12 maggio 1993, Federica ha vestito le maglie del Roseto, del Cervia e dal 2010 indossa la casacca del Verona.

    Abbiamo fatto una chiacchierata con Federica Di Criscio per conoscere come si è avvicinata al calcio, quali sono le sua ambizioni per questa stagione e per il futuro.

    Come ti sei avvicinata al calcio? Perchè hai deciso di praticare questo sport?

    E’ una passione che è nata sin da piccolissima, mia madre mi raccontava che prendevo a calci qualsiasi oggetto. La passione è cresciuta in famiglia, mio zio è un allenatore. Ho praticato altri sport come il basket, la pallavolo, la ginnastica artistica ma poi ho scelto il calcio. A 5 anni ho iniziato a giocare a Lanciano con la squadra maschile. A 13 anni sono passata alla squadra femminile del Roseto, poi a 16 anni mi sono trasferita a Cervia e l’anno dopo, nel 2010, sono diventata una calciatrice del Verona.

    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

    Hai un idolo, un calciatore che ti ha ispirato?

    Da piccola mi piaceva Shevchenko. Se devo scegliere un difensore come me, direi Thiago Silva che mi piace per il suo stile, per la sue eleganza e per la forza fisica.

    Se tu potessi scegliere una calciatrice straniera con cui vorresti giocare?

    Come difensore direi la francese Laura Georges ma mi piacciono anche la svedese Lotta Schelin ed un’altra francese, Camille Abily.

    E per quanto riguarda lo stadio, ce n’è uno in particolare in cui ti piacerebbe giocare?

    No, non ce n’è uno in particolare.

    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

    Veniamo al capitolo nazionale, tu hai fatto parte della squadra che ha giocato il Mondiale U-20 in Giappone nel 2012, purtroppo subendo l’espulsione nella gara d’esordio con il Brasile, tralasciando quel cartellino, cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

    Quello in Giappone è stato un mondiale particolare, iniziato con una rincorsa alla migliore condizione visto che mi ero operata da poco per una borsite al ginocchio. E’ stata comunque un’emozione che non andrà via. Le persone, l’accoglienza, i campi, le strutture, tutto è stato fantastico. E’ stato un vero e proprio amore per il Giappone, una delle esperienze più belle della mia vita.

    Rimanendo in tema azzurro, il 2014 è stato l’anno del mondiale sfiorato e perso nella finale playoff dalla nazionale maggiore contro l’Olanda, come si riparte da questa delusione?

    Si riparte con la consapevolezza di dover migliorare, dobbiamo alzare l’asticella per raggiungere gli obiettivi. L’Olanda c’è stata d’esempio. Dobbiamo lavorare e migliorare ogni giorno cercando di creare un gruppo.

    Cosa manca, secondo te, al calcio italiano per poter competere a livello europeo anche con i nostri club?

    Manca la preparazione, sia fisica, sia a livello tattico. Manca anche quel qualcosa in più che hanno all’estero. Noi siamo dilettanti che però proviamo a fare professionismo, ci mancano però le strutture, i piani d’allenamento.

    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo
    Federica Di Criscio | © Foto Damiano Buffo

    Tu sei un difensore che nella propria carriera ha dimostrato di avere buona confidenza con il gol, andando a raggiungere 10 reti segnate, quale ritieni sia il tuo punto di forza nel tuo ruolo e dove pensi di dover migliorare?

    Come punto di forza direi il senso dell’anticipo ed il tempo nell’intervento. Dovrei migliorare invece nella personalità nell’interpretare un ruolo in cui serve tanta responsabilità, penso di dover maturare per poter gestire ed indirizzare la difesa.

     

    Veniamo all’attualità, con il Verona avete conquistato il titolo di campionesse d’inverno poi lo stop di sabato scorso con il Firenze ha permesso al Brescia di sorpassarvi, quali sono adesso gli obiettivi della tua squadra?

    L’obiettivo rimane lo stesso, quello di puntare a conquistare lo scudetto o come minimo raggiungere il posto che vale la Champions. Per riuscire nel nostro intento, dovremo cercare di maturare nella gestione del risultato e di trovare quell’equilibrio tra difesa ed attacco che a volte ci è mancato.

    C’è nel Verona una tua giovane compagna che a tuo parere ha il talento per emergere in futuro?

    Direi Veronica Pasini, è una classe 2000 che tecnicamente ha ottime qualità.

    Hai un tuo sogno, un obiettivo personale?

    Vorrei vincere qualcosa d’importante con il Verona, far bene con questa squadra e cercare di portare a casa qualche trofeo. Vorrei anche crescere e migliorare cercando di apprendere da due grandi calciatrici come Melania Gabbiadini e Patrizia Panico.

    Un’ultima domanda prima di salutarti, perché consiglieresti ai nostri lettori di seguire il calcio femminile?

    Lo consiglio perché è un calcio pulito, fatto con tanta passione e sacrificio, cercando di trasmettere il tutto con grande naturalezza.