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  • Serie A:panchine bollenti…

    Reja e Beretta rischiano l’esonero

    Serate di fuoco in casa Lecce e Napoli. Al patron Semeraro non è andato giu il pareggio con la Reggina, che mette quasi un ipoteca sulla retrocessione sia dei calabresi che dei pugliesi. Il Lecce è stasera penultimo in classifica con 23 punti ad un solo punto da Chievo e Torino ma con una partita “da vincere” in meno tra le mura amiche. In casa Napoli oramai la crisi è avanzata, si deve dar una scossa all’ambiente e alla fine crediamo che a pagare sia solo Reja, ma il Napoli in crisi presenta limiti di organico, di tecnica ma i giocatori sembrano anche non esserci con la testa. Certo anche la sfortuna c’ha messo del suo l’infortunio di Gargano priva i partenopei di un uomo di qualità e quantità nella zona nevralgica del campo, oggi è uscito malconcio anche Maggio e le sue condizione dovranno esser valutate (speriamo non sia niente di grave) a penalizzare ancora la squadra è stata la squalifica di Mannini che ha costretto Reja a cambiar modulo perchè nessun giocatore in organico aveva le stesse qualità dell’ex bresciano abile a coprire tutta la fascia sinistra.

  • Napoli: i guai non vengono mai da soli.

    Tegola sui partenopei, Gargano si infortunia: stagione finita.

    Per il Napoli è un girone di ritorno stregato, non bastava la crisi di risultati e d’identità che attraversa la squadra da dopo la sosta, ieri durante la rifinitura si è fermato il faro del centrocampo partenopeo Gargano ha riportato la frattura del 5° metatarso del piede sinistro nel corso dell’allenamento di rifinitura. Un infortunio destinato a far discutere poichè l’uruguiano era stato fatto visitare da due specialisti ed entrambi avevano sottovalutato l’entità dell’infortunio, le visite mediche di ieri hanno invece evindenziato la frattura da stress. Al suo posto sicuramente giocherà Pazienza, nemmeno Datolo sarà della partita. L’argentino non ha smaltito la distorsione alla caviglia e non è stato convocato al suo posto Bogliacino. Come se non bastasse ieri a fine rifinitura c’è stata un battibecco tra Denis e Santacroce, l’argentino avrebbe colpito il giovane difensore con uno schiaffo dopo un diverbio nato durante la partitella. Denis è sembrato molto nervoso, forse per la scelta di Reja di affidarsi a Zalayeta come partener di Lavezzi. Non sarà della partita nemmeno Vitale che sarà sostituito da Aranonica come terzino sinistro nelle difesa a quattro.

    Formazione: Navarro, Santacroce, Cannavaro, Contini, Aronica; Pazienza, Blasi, Bogliacino,  Hamsik; Zalayeta, Lavezzi.

  • Cannavaro tra Real e Napoli

    Il difensore potrebbe chiudere la carriera nella sua Napoli

    Il capitano della Nazionale italiana Fabio Cannavaro sta aspettando, ormai da settimane, una chiamata dal Real Madrid, suo attuale club, per il rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2009.
    La trattativa ha subito un rallentamento dopo le dimissioni dalla carica di presidente del club di Calderon; i dirigenti madrileni vorrebbero aspettare le prossime elezioni presidenziali di luglio prima di formulare un’offerta al difensore napoletano, ma quest’ultimo non gradisce e ha dichiarato più volte di voler chiarire la sua posizione.
    Ad ogni modo la sensazione che trapela da fonti molto vicine alle “Merengues” è che il Real voglia tenerselo un altro anno, considerato che è uno dei giocatori più impiegati da Juande Ramos in questa stagione.
    Cannavaro però, nonostante i suoi 35 anni, è richiestissimo da diversi club di tutta Europa, visto che può cambiare casacca senza che venga pagato alcun indennizzo al club d’appartenenza. Il capitano della Nazionele non ha mai nascosto la volontà di finire la sua carriera al Napoli, sua squadra del cuore, e la società partenopea starebbe aspettando un suo segnale per poi accoglierlo a braccia aperte. Il Presidente De Laurentiis ha sempre dimostrato grande apprezzamento per le doti calcistiche e umane del difensore e l’incertezza che regna al Real Madrid non fa che favorire un suo approdo in maglia azzurra.

  • Game Over all’Olimpico:Juve a meno sei dall’Inter

    Juve e Lazio fanno rispettare il fattore campo

    Grazie ad un fortunoso gol di Marchiso (deviazione sul suo tiro di Santacroce) la Juve batte il Napoli e si avvicina temporaneamente all’Inter. Gran primo tempo dei bianconeri che hanno piu volte l’occasione per passare in vantaggio, Navarro è decisivo in piu di un’occasione sul finire del tempo la Juve va in vantaggio. Nella ripresa il Napoli entra in campo piu voglioso, Reja butta nella mischia Datolo al posto di Montervino, i partenopei creano tante mischie ma nulla piu. Ottime le prove di Molinaro per la Juve e Santacroce per il Napoli. Nell’altro anticipo la Lazio grazie ad un ritrovato Zarate ha la meglio sul Bologna, due le reti di pregevole fattura del gaucho.

    Juventus-Napoli 1-0
    Juventus (4-4-2)
    : Buffon; Grygera, Legrottaglie (28’st Mellberg), Chiellini, Molinaro; Marchionni, Poulsen, Marchisio, Giovinco (18’st Saliahmidzic); Trezeguet, Del Piero (23’st Amauri). A disposizione: Manninger, Sissoko, Tiago, Iaquinta. All.: Ranieri

    Napoli (3-5-2): Navarro; Santacroce, Cannavaro, Contini; Montervino (1’st Datolo), Pazienza (32’st Russotto), Blasi, Hamsik, Vitale (32’st Aronica); Denis, Lavezzi. A disposizione: Bucci, Rinaudo, Maggio, Bogliacino. Arbitro: Ayroldi di Molfetta (Maggiani, Pirondini)

    IL TABELLINO
    Lazio-Bologna 2-0
    Lazio (4-4-2): Muslera 5,5; De Silvestri 6, Siviglia 6, Cribari 6,5, Kolarov 6; Brocchi 6,5 (35′ st Manfredini sv), Ledesma 6, Matuzalem 6 (29′ st Dabo 6), Foggia 7; Zarate 7, Pandev 5,5 (23′ st Rocchi 6,5). In panchina: Carrizo, Rozenhal, Radu, Mauri. All. Rossi.
    Bologna (4-5-1): Antonioli 5,5; Belleri 5,5, Terzi 6, Britos 5,5, Lanna 6; Valiani 5,5 (1′ st Marazzina 6,5), Mingazzini 6, Mudingayi 5,5 (35′ st Coelho sv), Volpi 6, Rodriguez 5 (1′ st Mutarelli 6); Di Vaio 5,5. In panchina: Colombo, Zenoni, Castellini, Amoroso. All. Mihajlovic.
    Arbitro: Russo
    Marcatori: 35′ e 36′ st Zarate (L)
    Ammoniti: 19′ Mingazzini (B), 22′ Terzi (B), 3′ st Cribari (L), 20′ st Foggia (L), 46′ st Belleri (B)
    Espulsi: –

  • Napoli:è l’ora di Russotto!

    Sembra essere nuovamente scoppiata la pace, fugata ogni ipotesi di clan in lotta tra loro. Certamente l’umore non è dei migliori, 2 punti in 8 partite pesano, eccome. È necessario che i giocatori non avvertano eccessivamente la pressione, perché hanno mostrato di non saperla reggere. Il percorso da intraprendere è irto di ostacoli, ma con un atteggiamento umile e spensierato le mete europee potrebbero non essere più un miraggio. Niente partenza anticipata per Torino, gli azzurri si imbarcheranno regolarmente venerdì, completando gli allenamenti qui in Campania. Nella seduta odierna si sono messi in mostra Lavezzi e Russotto, entrambi autori di una doppietta. Per l’ex trevigiano potrebbero aprirsi le porte per un posto da titolare, Reja avrebbe architettato un 4-4-2, con lui e il Pocho a comporre il reparto offensivo. Denis sta deludendo, non riesce a sfruttare le chance a sua disposizione. Per questo motivo, l’allenatore friulano preferirebbe sfruttare la verve della giovane punta italiana, rispetto alla legnosità del Tanque. Il tecnico di Gorizia ha concordato con il suo staff un programma di recupero, con l’obiettivo di rimettere in sesto l’aspetto fisico e mentale della squadra, non tralasciando gli esercizi di tattica. Occhi puntati soprattutto su Datolo, che pian piano sta raggiungendo lo stato di forma adatto e si sta integrando con il resto dei compagni. Se Reja adottasse il nuovo modulo, anche l’argentino dovrebbe trovar spazio dall’inizio sul prato dell’Olimpico. A coprirgli le spalle potrebbe esserci Aronica, che ha già ricoperto quel ruolo proprio nella sfida di Coppa Italia contro la Juventus. Su espressa richiesta dei tifosi (l’ennesima), è possibile che la maglia azzurra venga messa momentaneamente da parte, perché i risultati raggiunti ultimamente stanno infangando i colori storici del “ciuccio”. La notizia è un po’ curiosa, forse priva di un fondamento di verità, ma solo le prossime partite potranno stabilirlo con certezza.

    fonte:NapoliCalcio

  • Crisi Napoli: anche la società ha le sue colpe!

    Quello che si temeva è accaduto. Il Napoli, contro un Genoa appena discreto, ma sufficientemente organizzato da Gasperini, ha toccato il fondo. Sia dal punto di vista ambientale che da quello dei risultati. Al fischio finale di Orsato a Fuorigrotta si è scatenato l’inferno. Ha avuto luogo la prima contestazione nei confronti della gestione De Laurentiis. Sarebbe sciocco pensare ad una manifestazione di disappunto estemporanea, scatenata solo dalla sconfitta contro un’avversaria diretta come il Genoa. Il fuoco covava sotto la cenere fin dalla gara col Bologna; in quel caso gli ultras si limitarono a striscioni e fischi, dando i classici sette giorni alla squadra, una settimana dopo, nulla è cambiato.
    Il Napoli non solo ha perso, ma ha giocato una gara pessima, da zero in pagella, mostrando a lato dei risaputi limiti tattici, anche una totale pochezza di idee unita ad una condizione atletica quantomeno approssimativa. In 90 minuti si è vista solo una conclusione di Denis e nessun tiro nello specchio della porta. In pratica lo stesso copione che chi segue le vicende partenopee è costretto a sorbirsi almeno da gennaio in poi.
    Il problema del Napoli, ciò che ha scatenato la civile rabbia da parte dei supporters partenopei, è che non si riesce a scorgere un appiglio che possa infondere la speranza di un possibile miglioramento.
    Oggi quasi tutti attaccano l’allenatore, è lo sport più in voga sui media napoletani, ma bisognava capirlo prima che il tecnico non era all’altezza di un progetto tanto ambizioso. Lo ribadisco ora per l’ultima volta: Reja ha ottenuto sì ottimi risultati, ma con un club che in C e in B aveva speso fior di milioni, parecchi in più rispetto all’allora concorrenza.
    In A la società ha regalato al trainer goriziano gente del calibro di Lavezzi, Hamsik, Blasi, Gargano e Zalayeta, permettendogli di raggiungere un ottavo posto ampiamente alla portata di qualsiasi tecnico di buon livello. Nessuno, apparentemente appagato dai risultati, si è mai soffermato sulle qualità del gioco, nessuno si è mai chiesto se ci fosse la possibilità di un calcio diverso rispetto al solito, scontato copione: palloni lunghi e ripartenze.
    Ti può anche andare bene, certo. Molte volte anche in questa stagione i partenopei sono venuti a capo di risultati positivi affidandosi totalmente all’estro e le capacità dei loro giocatori più qualitativi, ma se non si dispone di impianti di gioco alternativi, alla lunga la si paga. Per questo non mi sembra corretto scagliarsi ora contro il mister; preferisco piuttosto provare a dividere le colpe con chi l’ha confermato, ovvero Marino e con De Laurentiis che, seppur poco convinto, alla fine ha ceduto.
    La conferma è stata però solo il preludio ad un altra serie di sviste e valutazioni sbagliate: considerando le caratteristiche del tecnico, bisognava allora rinforzare bene la squadra per permettere a Reja di proseguire il suo lavoro. Un centrocampista geometrico, tanto per portare messaggi concreti, un mancino migliore di Savini, un centrale all’altezza di quello che aveva fatto per due stagioni Domizzi ed un centravanti quantomeno più prolifico di Zalayeta.
    Il principale colpevole di questo sfascio generale è il club, retto da una diarchia che non ne ha voluto sapere di crescere. Non c’è sufficiente organizzazione: il team manager è il figlioccio del presidente anziché essere un grande ex calciatore di carisma, in grado di poter stare vicino alla squadra in situazioni come questa. Il Direttore Generale si occupa di tutto senza il minimo aiuto di nessun direttore sportivo; per non parlare del fatto che in un momento sportivamente drammatico per la squadra, il presidente e proprietario parte per Los Angeles delegando tutto a Marino.
    La gestione societaria, duole dirlo, ma è rimasta a Lanciano, altro che serie A. E domenica sera se n’è avuta la conferma lampante. Dopo la gara si decide di non continuare il ritiro, si manda Reja in pasto alla stampa, a dire che la squadra si sarebbe ritrovata, come di consueto, solo il martedì. Senonché, due ore, dopo la rosa viene richiamata in fretta e furia per comunicare che si tornava direttamente a Castelvolturno: “Contrordine compagni”. Bella dimostrazione di coerenza e linearità.
    Quando un club ha basi caduche, difficilmente riesce ad emergere. Chi si limita a dire che basterebbe centrare il settimo posto dimostra di avere una veduta ben poco lungimirante. Il problema è più vasto. Così come è messo, è impossibile pensare che questo Napoli possa infastidire le grandi. Prendendo Denis e bocciando i vari Floccari e Pazzini, per tacere di Milito, o acquistando Datolo che non serve, non si va lontani.
    È il momento dell’autocritica, chi ha sbagliato lo ammetta, ma cerchiamo di non ripetere lo stesso errore. Si inizi fin d’ora a pianificare la prossima stagione, dal mister ai giocatori.
    Reja riteneva Bucchi un clone di Calaiò, ma Bucchi arrivò lo stesso. Reja non stimava Rullo, ma anche Rullo arrivò lo stesso, giocò 90 minuti col Genoa e non si vide più in campo. Spero che Datolo non faccia la stessa fine.
    Detto questo, reputo del tutto inutile esonerare adesso Reja, a meno che non sia la squadra stessa a chiederlo. Un traghettatore acuirebbe solo la crisi, meglio quindi affidarsi all’orgoglio ed alla serietà professionale di un gruppo che deve essere in grado di trovare la propria dignità. Nessuno pretende di rivedere la squadra di inizio stagione, ma una via di mezzo è possibile. Contro una Juve stanca per la gara di coppa Campioni giocata due giorni prima, il Napoli deve provare ad uscire imbattuto dall’Olimpico, impresa riuscita ad una squadra non certo superiore agli azzurri come la Sampdoria solamente due settimane fa.

    Che questa annata serva da lezione: a certi livelli servono strutture aziendali adeguate, per evitare scelte azzardate ed errori puerili. L’allenatore è un perno fondamentale, non un elemento qualsiasi, quando la società capirà, anche il Napoli finirà inevitabilmente per crescere. Non basta un settimo posto, peraltro tutto da conquistare, a salvare capre e cavoli. Non sarà il punto in più o in meno a salvare la valutazione di chi vuole bene a questa squadra. di Ciro Venerato su TMW

    leggi le ultime news sul Napoli in vista della trasferta di Torino contro la Juve

  • Napoli è crisi, ma Reja resta in panca!

    Il day after a Napoli non è dei migliori. La squadra è demoralizzata dopo la sconfitta interna con il Genoa: il tecnico Reja e il presidente De Laurentiis stanno cercando una soluzione, possibile che la squadra vada ancora in ritiro a Castelvolturno. “E’ un problema di testa, i giocatori devono ritrovare concentrazione e convinzione“, ha detto dopo la partita. Il clima è teso soprattutto nel rapporto con i tifosi, come dimostra la contestazione.

    Nel post partita si era parlato delle dimissioni del tecnico respinte dalla società. Solo voci. La realtà è che Reja e De Laurentiis stanno cercando disperatamente di riportare il Napoli al livello che esprimeva prima della pausa natalizia, quando in classifica si trovava al terzo posto.

    Secondo Telenapoli Canale 34 la società starebbe pensando addirittura a Zaccheroni nel caso in cui il tecnico non dovesse riuscire a cambiare rotta. Ma per ora la fiducia è rinnovata a Reja.

    fonte:sportmediaset

  • Crisi Napoli: ecco i colpevoli

    Le colpe sono di tutti:

    1) SOCIETA’: squadra non competitiva per la zona Uefa, frutto di una campagna acquisti sbagliata senza l’acquisto di un vero regista (Cigarini e Liverani si potevano prendere per quattro soldi), Rinaudo strapagato ma difensore onesto e niente più, Denis non era l’attaccante che serviva al Napoli (ci voleva un attaccante tecnico e di personalità), inoltre atteggiamento sbagliato verso l’ambiente senza mai ammettere i propri errori esaltandosi per le vittorie e facendo scena muta con le sconfitte.

    2) REJA: scelte tecniche e tattiche al limite del masochismo, come si fa a non integrare Dalla Bona, l’unico centrocampista di qualità e con esperienza a certi livelli, per far giocare gente mediocre come Pazienza e Montervino? Come si fa a ignorare Russotto e lanciarlo solo negli ultimi 10 minuti di partita quando ormai la frittata è fatta? Come si fa a mettere in panca Santacroce, il difensore più veloce e talentuoso che abbiamo, e far giocare Rinaudo e Aronica, soprattutto contro attacchi veloci.

    3) GIOCATORI: si sono montati la testa per i troppi complimenti e alle prime difficoltà si sono sciolti evidenziando limiti caratteriali incredibili. Ora giocano con la paura addosso e il pubblico napoletano non aiuta di certo se fischia ad ogni errore durante la partita. Non so come andrà a finire la stagione ma di sicuro la prossima estate ci vorranno un nuovo tecnico e una campagna acquisti importante, se veramente si vuole fare il salto di qualità, altrimenti resteremo sempre nel limbo tra alta e media classifica senza particolari ambizioni. La società ormai non può più nascondersi, sarà il terzo anno in A e se hanno detto che al quinto vogliono andare in Champions c’è bisogno di smuovere le acque sin da ora.

    fonte:goal.com

  • Zalayeta stop di 20 giorni

    Ieri Marcelo Zalayeta si è recato a Roma nella clinica Villa Stuart per un consulto medico. Il professor Mariani, che ha curato l’intervento ai legamenti del ginocchio, ha monitorato le condizioni dell’attaccante uruguaiano escluso nella gara col Bologna da Reja. Secondo Mariani il panterone dovrà restare fermo un mese per poter tornare quello di prima. Proprio sul conto dell’esclusione dell’ex Juventus si era parlato di un caso per la sua assenza dai 18 di sabato. Al termine del match col Bologna, però, sia Reja che Marino avevano entrambi motivato l’assenza di Zalayeta dovuta ad un’infiammazione al tendine”.

    fonte:resport