E’ proprio il caso di dire che il Barcellona nelle competizioni europee ha incrociato il destino delle italiane un’infinità di volte. Infatti, considerando i confronti nella storia di Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa UEFA, Supercoppa Europea e Coppa Latina, i blaugrana hanno affrontato le formazioni italiane in ben 27 occasioni, tra doppio confronti ad eliminazione diretta, nello stesso girone di qualificazione oppure addirittura in finale. Oltretutto i catalani vantano in tal proposito anche una maggiore quantità di successi nei confronti delle squadre italiane. In Coppa dei Campioni, infatti, i blaugrana l’hanno spuntata in ben 13 occasioni, prima di attendere ovviamente il verdetto di questa sera del Camp Nou al cospetto del Milan. L’ultima squadra a riuscire nell’impresa di eliminare il Barca è stata l’Inter nelle semifinale della Champions League nell’edizione del 2009/2010.
Il Barcellona affrontò per la prima volta una squadra italiana nella Coppa Latina del 1952, riportando un netto successo nei confronti della Juventus per 4-2. Mentre nella massima competizione europea hanno incontrato per la prima volta una formazione italiana nell’edizione del 1959/60 e nell’occasione fu proprio il Milan ad affrontare i blaugrana, che si imposero agevolmente vincendo per 2-0 e 5-1.
Ad ogni modo, proprio il confronto tra Barcellona e Milan rappresenta a sua volta un confronto infinito. Quello di stasera al Camp Nou, infatti, sarà il nono confronto in assoluto nelle competizioni europee tra le due squadre. Se è vero che spesso il Barcellona è risultato un ostacolo insormontabile per le formazioni italiane, è altrettanto vero che proprio i rossoneri in almeno due occasioni hanno inflitto delle severe sconfitte alla squadra catalana. Nella stagione del 1989/90, infatti, il Milan strappò ai catalani la Supercoppa Europea. Dopo l’1-1 del Camp Nou, infatti il Milan si impose di misura a San Siro. Anche se la vittoria più eclatante ed indelebile rimane quella nella finale della Coppa dei Campioni del 1994 ad Atena. Il Barcellona, dato per favorito alla vigilia, subì una cocente sconfitta per 4-0 per mano del fantastico Milan di Fabio Capello e del genio Dejan Savicevic.
L’ultima italiana, invece, ad aver espugnato il Camp Nou è stata la Juventus nella stagione di Champions League del 2002/2003. I bianconeri passarono per 2-1 nei supplementari con rete del panteròn Zalayeta.
Si conclude questa sera la fase a gironi della Uefa Champions League 2011/12 con le partite dei gruppi A, B, C e D che vedono impegnate due italiane, il Napoli a Villareal con 5000 tifosi al seguito cerca un traguardo storico che alla luce del cammino in Champions League fin qui effettuato è ampiamente alla portata. L’Inter dopo il capitombolo in campionato cerca nella Champions League il riscatto, come per il Milan ieri la partita non è importante per la classifica ma serve per ritrovare convinzione ed entusiasmo. La partita più complicata sembra esser quella tra Basilea e Manchester United che potrebbe significare una clamorosa eliminazione per l’undici di Sir Alex Ferguson. Analizziamo la situazione nei vari gironi.
GIRONE A
Classifica: Bayern Monaco 13, Napoli 8, Manchester City 6, Villareal 0
Il Napoli è padrone del proprio destino. Una vittoria al Madrigal renderebbe vana quella probabile ma non scontata del Manchester City sul Bayer Monaco.
Manchester City Bayern Monaco le probabili formazioni MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Hart; Richards, Kompany, Lescott, Clichy; Barry, Yaya Toure; Milner, Silva, Aguero; Balotelli. All. Mancini
PRONOSTICO: MANCHESTER CITY BAYERN MONACO goal (1.55)
Villareal Napoli probabili formazioni VILLARREAL (4-3-1-2): Lopez; Zapata, Musacchio, Gonzalo, Mario Gaspar; Bruno, Borja Valero, De Guzman; Cani; Ruben, Nilmar. All. Garrido
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga; Lavezzi, Hamsik; Cavani. All. Mazzarri
ARBITRO: Svein Oddvar Moen (Norvegia)
PRONOSTICO: VILLAREAL NAPOLI 2 (1.50)
GIRONE B
Classifica: Inter 10, Trabzonspor 6, Lille 5, Cska Mosca 5
L’Inter già qualificata e con il primo posto assicurato sarà arbitro della qualificazione, se il Lille infatti ha la chance di continuare a sognare la Champions League ospitando in casa il Trabzonspor che la precede al momento di un punto. Il Cska a San Siro cercherà una vittoria per centrare almeno l’Europa League.
Inter Cska Mosca probabili formazioni INTER (4-3-1-2): Castellazzi; Faraoni, Ranocchia, Caldirola, Nagatomo; Criseting, Zanetti, Obi; Coutinho; Milito, Zarate. Allenatore: Ranieri.
GIRONE C
Classifica Benfica 9, Manchester United 9, Basilea 8, Otelul 0
Impegno semplice per il Benfica che in casa contro il modesto Otelul dovrebbe blindare il primo posto del girone. Trasferta vibrante per il Manchester United di Alex Ferguson che rischia una clamorosa eliminazione a Basilea, ovviamente per il cammino delle italiane “tifiamo” per gli svizzeri ma è ragionevolmente difficile prevedere una fase finale della Champions League senza i Red Evil’s.
Basilea Manchester United probabili formazioni BASILEA (4-4-2): Sommer, Steinhofer, Dragovic, Abraham, Jo-Hoo, Frei, Xhaka, Huggel, Shaqiri, Frei, Streller
MANCHESTER UNITED(4-4-2): De Gea, Fabio, Ferdinand, Vidic, Evra, Nani, Fletcher, Giggs, Young, Welbeck, Rooney. All. Ferguson
PRONOSTICO no goal (2.05)
GIRONE D
Classifica: Real Madrid 15, Ajax 8, Lione 5, Zagabria 0
Il Lione deve vincere con più gol di scarto a Zagabria e sperare in una goleada da parte del Real Madrid di Mourinho ad Amsterdam. Molto dipenderà da quanto sarà distratta la testa delle Merengue impegnati domenica nel Clasico.
Ajax Real Madrid le probabili formazioni AJAX (4-4-2): Vermeer; Van Der Wield, Vertonghen, Anita, Blind; Enoh, Janssen, Christian; Ebicilio, Lodeiro, Sulejmani. All. Frank De Boer.
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Coentrao, Raul Albiol, Varane, Arbeloa; Sahin, Xabi Alonso; Kakà, Callejon, Granero; Higuain. All. Josè Mourinho.
Si parla di progettualità futura, di inserire i giovani gradualmente nelle grandi squadre facendoli crescere, di vivai al centro di ogni progetto, di filosofia della cantera con in concreto l’immagine dei moltissimi giovani portati in prima squadra dal Barcellona, e poi alla fine che si fa? Si vendono i giovani gioielli nostrani per monetizzare e spendere il ricavo in investimenti sicuri ma anche datati. Guardando in Italia e in particolar modo in casa Inter, proprio i nerazzurri in queste ultime stagioni in vista del FPF (Fair Play Finanziario) hanno riveduto e corretto la vecchia rotta morattiana delle spese folli e senza freno, cercando di puntare su giovani talenti provenienti dal vivaio cercando di valorizzarli e inserirli a titolo definitivo in prima squadra. Bellissima idea, e grande progetto, ma solo nelle parole perché nel concreto l’ideale si trasforma e cambia radicalmente negli intenti. Vediamo nel dettaglio le sorti di due possibili campioni futuri del nostro calcio epurati dal progetto Inter per fare cassa e per il poco spazio trovato nel corso delle stagioni passate. BALOTELLI- Il primo nome che viene in mente è proprio quello di Super Mario Balotelli, talento puro, genio e sregolatezza, che fa praticamente innamorare i tifosi nerazzurri sin dalle sue prime apparizioni, dapprima con una doppietta in Coppa Italia contro la Juventus e poi con i primi gol in campionato appena 17enne conquistando la piena fiducia di Mancini. Il rapporto stenta a decollare con Mourinho e nonostante non faccia mancare l’apporto con i suoi gol ai nerazzurri, il poco impegno e le sue gesta più eclatanti (una su tutte fu il lancio della maglia nerazzurra per terra davanti ai suoi tifosi) fecero davvero perdere la pazienza a tutto l’ambiente interista. Moratti in primis si stancò di difenderlo e decise che la sua cessione fosse quasi una necessità. Col senno di poi vendere Balotelli è stato quasi un’azione necessaria visto il pessimo rapporto anche con gran parte dello spogliatoio e dell’ambiente nerazzurro in generale, ma ai semplici fini sportivi è davvero un peccato enorme veder partire uno dei rarissimi talenti italiani che a soli 20 anni è capace di realizzare giocate impossibili per chiunque. SANTON- Oggi è arrivata l’ufficialità, ‘il bambino’ come amava chiamarlo Mourinho nella sua stagione migliore, saluta Milano e sbarca a Newcastle, diventando uno dei Magpies. Le cifre dell’operazione dovrebbero essere vicine ai 6 milioni di euro più eventuali bonus, ma aspetti economici a parte, per ogni singolo tifoso nerazzurro la partenza di un così giovane talento italiano lascia senza dubbio non poco amaro in bocca. Dopo il lancio nel grande calcio ad opera dello Special One che decise di scalzare dalle gerarchie della fascia addirittura Chivu e Maxwell , Davide Santon non deluse le aspettative del portoghese, collezionando prestazioni da sette in pagella, tanto da guadagnarsi il posto da titolare negli ottavi di Champions contro il Manchester United. L’uomo da fronteggiare? Cristiano Ronaldo, allora top player assoluto, e giocatore inarrestabile. Come molti tifosi ricordano quella sera ‘il bambino’ non deluse le aspettative e giocò una partita perfetta, tanto da prendersi gli appellativi di nuovo Facchetti. Ma i sogni a volte finiscono e il giovane Davide a seguito di un infortunio non è riuscito più a tornare ai suoi livelli, ricordando in particolar modo una brutta prova contro il Palermo che gli precluse il posto per diverse giornate, sino ad arrivare nella passata stagione a dover approdare al Cesena per trovare spazio. Il ritorno a Milano quest’anno non è dei migliori e l’Inter seguendo le orme di altri piccoli talenti cresciuti in casa decide di venderlo per ottenere soldi da reinvestire o per rimpinzare il bilancio in rosso. La notizia dell’ultima ora è che l’Inter ha acquistato il giovanissimo Lorenzo Tassi, classe 1995 definito il nuovo Baggio. Il problema è che molto probabilmente anche lui fra qualche anno diverrà una delle tante contropartite tecniche per acquistare un trentenne Kakà da sempre nei pensieri di Moratti.
Dopo esserci riusciti con Moratti le Iene riescono a far sbottonare un pò più del solito il tecnico del Milan Massimiliano Allegri, il tecnico neo campione d’Italia parla dei suoi colleghi in modo meno diplomatico del solito apostrofando l’ex nerazzurro Mourinho come patetico ed insicuro “Ogni tanto è patetico. Ripete sempre continuamente le stesse cose, diventa anche banale. Credo che sia molto bravo ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze”
Il livornerse poi, passa ad apostrofare i suoi colleghi “Il punto debole di Leonardo? Troppo gentiluomo. Delneri? Integralista. Spalletti? Pelato. Prandelli? Diplomatico. Mazzarri? Incazzoso”
Nello spogliatoio rossonero “Robinho è buffo e anche il più furbo, Cassano è simpatico a modo suo, Nesta è molto ironico, Pato il più viziato e Flamini il più birichino”. Impossibile identificare il più comunista: “Credo che non ce ne siano al Milan”.
L’Inter nel futuro? “In questo momento no. Nella vita non si sa mai, però c’è molta rivalità tra Inter e Milan, quindi i colori ti entrano dentro”. Dopo aver pronosticato la vittoria del Barcellona a Wembley si lascia andare anche sulla vita privata confessando “La mia più grande cavolata? Quando ho lasciato la mia ex fidanzata due giorni prima del matrimonio. Le ho mancato molto di rispetto”
La notizia che il procuratore di Aguero (e Sissoko) sia stato visto nella sede della Juventus ha acceso le fantasie del popolo bianconero, ma dalle pagine di “Marca” arriva la notizia che Josè Mourinho avrebbe individuato nel “Kun” l’uomo ideale per formare il tridente delle meraviglie con Ronaldo e Higuain.
I soldi (ed il posto) per l’argentino dovrebbero arrivare dalla cessione di Benzema, mai realmente in sintonia con il tecnico portoghese e pedina perfetta per reperire 20-25 milioni buoni per investire pesantemente su Aguero.
La Juventus è avvisata, anche se a favore dei bianconeri c’è il fatto che difficilmente l’Atletico vorrà cedere il suo beniamino agli odiati cugini del Real.
Festeggia nel migliore dei modi le 500 panchine in carriera violando il catino del Tottenham grazie ad bolide di Cristiano Ronaldo andato in rete con la complicità di un incerto Gomes. Mou, l’uomo dei record però non si ferma mai e questa sera diventa anche il primo allenatore ad arrivare alle semifinali di Champions League con quattro squadre differenti.
Obiettivamente la partita era poco più di una formalità ma il Tottenham ci teneva almeno ad uscire vittorioso davanti al suo pubblico ma è rimasta delusa sopratutto per le topiche di Pavlyuchenko capace di divorarsi due gol solo davanti a Casillas. La partita è stata comunque esaltante con tanti cambi di fronte e tanto agonismo è infatti Carvalho diffidato prende l’ammonizione che gli farà saltare la partita d’andata al Bernabue contro il Barcellona.
IL TABELLINO
TOTTENHAM-REAL MADRID 0-1 (0-4)
5′ st Ronaldo Tottenham (4-4-1-1): Gomes; Corluka, Gallas, Dawson, Assou-Ekotto; Lennon (16′ st Defoe), Modric (42′ st Kranjcar), Huddlestone (26′ st Sandro), Bale; Van der Vaart; Pavlyuchenko. A disp.: Cudicini, Kaboul, Bassong, Jenas. All.: Redknapp
Real Madrid (4-2-3-1): Casillas; S. Ramos (12′ st Granero), Carvalho, Albiol, Arbeloa; X. Alonso (30′ st Benzema), Khedira; C. Ronaldo (20′ st Kakà), Ozil, Marcelo; Adebayor. A disp.: Adan, Di Maria, Garay, Higuain. All.: Mourinho
«Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto, con una bellissima sedia blu, una Champions in bacheca, Dio e dopo Dio il sottoscritto». Questo è lo Special One, al secolo Josè Mourinho, o lo si ama o lo si odia, ma nessuno può negare che sia un vincente e a parlare per lui ci sono i numeri, impressionanti, della sua carriera da allenatore, che stasera nella trasferta di Champions al White Hart Lane, casa del Tottenham, arriverà a 500 panchine da professionista. 500 volte Mou, con un bottino di successi che farebbe invidia a qualsiasi suo collega: 334 vittorie, 104 pareggi e 61 sconfitte, con un imbattibilità interna che durava dal 23 febbraio 2002 (sconfitta del suo Porto contro il Beira Mar per 2-3) e che si è interrotta il 2 aprile di quest’anno quando il Real Madrid ha perso contro lo Sporting Gijon per 0-1, si tratta quindi di un’incredibile striscia di risultati utili consecutivi in gare casalinghe di campionato: ben 150 (125 vittorie e 25 pareggi), tra Porto (38), Chelsea (60), Inter (38) e Real Madrid (14). I titoli sono finora 17: 6 scudetti in 3 campionati diversi, 2 Champions, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa e 1 Supercoppa di Portogallo, 2 Coppe di Lega inglese, 1 Fa Cup e 1 Community Shield, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Italia, al momento l’unico trofeo a mancare sulla sua bacheca è la Supercoppa Europea, persa la prima volta contro il Milan e da allora mai più disputata visto che ogni qualvolta il portoghese si aggiudica la Champions cambia squadra, lo ha fatto con il Porto e lo ha fatto con l’Inter, squadra con la quale è riuscito, alla sua seconda stagione in nerazzurro, a conquistare il triplete (Coppa Italia, Champions e Scudetto). La carriera da allenatore di Mourinho comincia molto presto a 24 anni quando capisce che fare il calciatore non è nelle sue corde e comincia ad allenare gli allievi del Vitoria Setubal, il salto di qualità avviene nel 1994 quando Sir Bobby Robson, che lo aveva avuto come interprete negli anni allo Sporting Lisbona, lo volle come suo secondo al Porto e successivamente anche al Barcellona, sotto l’ala del santone inglese il giovane Mou impara l’arte e nel 2000 tenta l’avventura da protagonista accettando la chiamata del Benfica, paradossalmente la sua prima gara ufficiale da allenatore si concluse con una sconfitta ad opera del Boavista e solo dopo 4 match riuscì ad ottenere il primo successo. Da allora però sono passati 11 anni e la carriera dello Speciale è stato un crescendo rossiniano, lasciata la panchina del Benfica, dopo solo 9 giornate, si accasa a gennaio su quella dell’ União Leiria che porta al quinto posto in campionato e l’anno successivo al terzo, fino al dicembre 2001 quando decide di accasarsi al Porto, stavolta non da comprimario. Con i Dragoes raggiunge risultati strabilianti, conquista due titoli nazionali, una Coppa Uefa, una Coppa del Portogallo, Supercoppa Portoghese e, ovviamente, la Champions nel 2004 battendo in finale il Monaco per 3-0. Dopo quasi 3 anni da profeta in patria, da buon portoghese decide di conquistare altre nazioni e oltrepassa La Manica, accasandosi al Chelsea del magnate russo Abramovich, con i blues conquista alla prima stagione il campionato, spezzando il dominio del Manchester e riportando, dopo 50 anni, il titolo di campione d’Inghilterra a Stamford Bridge. Oltre al campionato, si aggiudica anche la Carling Cup ai danni del Liverpool. Nella sua seconda stagione bissa il successo in campionato, conquista la Community Shield, ma delude in Champions dove viene eliminato negli ottavi dal Barcellona. Nel 2006-2007, il Chelsea, resta in lizza fino all’ultimo su tutti i fronti ma alla fine conquisterà solo la F.A. Cup, ma è in europa che i blues non riescono ad ottenere risultati soddisfacenti, l’anno successivo qualcosa s’incrina nel rapporto con Abramovich e lo Special One rescinde il suo contratto con i londinesi. Dopo un anno sabatico, in cui pare sia stato contattato anche dalla FA Inglese, a giugno 2008 viene ingaggiato dall’Inter del presidente Moratti. Mourinho si presenta alla stampa parlando un buon italiano e con la celebre frase “io non sono pirla”, per il popolo nerazzurro è amore a prima vista, il Mago nel suo primo anno conquista scudetto e Supercoppa Italiana, ma il capolavoro avviene la stagione successiva, nonostante la partenza verso Barcellona di Ibrahimovic, grande protagonista degli ultimi scudetti nerazzurri, Mourinho fa arrivare in squadra gente come Eto’o, Snejder, Lucio, Thiago Motta e Milito, puntellando la difesa con il brasiliano ex Bayern e adottando il modulo 4-2-3-1, con il Principe unica punta e Snejder, Eto’o e Pandev ad agire alle sue spalle. Con questi interpreti conquista Coppa Italia, Scudetto, ma soprattutto la Champions, che mancava al biscione da 45 anni, realizzando così il fantastico triplete. Dopo aver fatto incetta di successi in Italia, Josè all’inizio della stagione attuale ha deciso di accettare la chiamata del presidente Perez e di abbandonare Milano, per accomodarsi sulla prestigiosa panchina dei Blancos e cercare d’interrompere lo strapotere blaugrana degli ultimi anni. In campionato però le cose non stanno andando per il verso giusto, sono 8, infatti, i punti di distacco dagli storici rivali catalani, ma potrebbe essere proprio la Champions a fornire la possibilità di rivalsa, dopo la qualificazione di ieri da parte degli uomini di Guardiola, il Madrid è adesso ad un passo dall’approdo in semifinale e nel possibile doppio match contro il Barça, Mourinho potrebbe vendicare la famosa “manita”. Lo Special One ha quindi anche quest’anno la possibilità di arricchire la propria bacheca con il prestigioso trofeo Uefa ed essere l’unico allenatore a riuscire nell’impresa di vincerlo con 3 differente squadre. “Voglio vincerla di nuovo -ha detto- ma non è un’ossessione”, sarà così? Di certo è che a Madrid sognano e dopo il miracolo a Milano chissà che Mou non porti in Castiglia, la tanto sospirata decima Champions.