E’ proprio il caso di dire che il Barcellona nelle competizioni europee ha incrociato il destino delle italiane un’infinità di volte. Infatti, considerando i confronti nella storia di Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa UEFA, Supercoppa Europea e Coppa Latina, i blaugrana hanno affrontato le formazioni italiane in ben 27 occasioni, tra doppio confronti ad eliminazione diretta, nello stesso girone di qualificazione oppure addirittura in finale. Oltretutto i catalani vantano in tal proposito anche una maggiore quantità di successi nei confronti delle squadre italiane. In Coppa dei Campioni, infatti, i blaugrana l’hanno spuntata in ben 13 occasioni, prima di attendere ovviamente il verdetto di questa sera del Camp Nou al cospetto del Milan. L’ultima squadra a riuscire nell’impresa di eliminare il Barca è stata l’Inter nelle semifinale della Champions League nell’edizione del 2009/2010.
Ad ogni modo, proprio il confronto tra Barcellona e Milan rappresenta a sua volta un confronto infinito. Quello di stasera al Camp Nou, infatti, sarà il nono confronto in assoluto nelle competizioni europee tra le due squadre. Se è vero che spesso il Barcellona è risultato un ostacolo insormontabile per le formazioni italiane, è altrettanto vero che proprio i rossoneri in almeno due occasioni hanno inflitto delle severe sconfitte alla squadra catalana. Nella stagione del 1989/90, infatti, il Milan strappò ai catalani la Supercoppa Europea. Dopo l’1-1 del Camp Nou, infatti il Milan si impose di misura a San Siro. Anche se la vittoria più eclatante ed indelebile rimane quella nella finale della Coppa dei Campioni del 1994 ad Atena. Il Barcellona, dato per favorito alla vigilia, subì una cocente sconfitta per 4-0 per mano del fantastico Milan di Fabio Capello e del genio Dejan Savicevic.
L’ultima italiana, invece, ad aver espugnato il Camp Nou è stata la Juventus nella stagione di Champions League del 2002/2003. I bianconeri passarono per 2-1 nei supplementari con rete del panteròn Zalayeta.
GIRONE A
Classifica: Bayern Monaco 13, Napoli 8, Manchester City 6, Villareal 0
Il Napoli è padrone del proprio destino. Una vittoria al Madrigal renderebbe vana quella probabile ma non scontata del Manchester City sul Bayer Monaco.
Manchester City Bayern Monaco le probabili formazioni MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Hart; Richards, Kompany, Lescott, Clichy; Barry, Yaya Toure; Milner, Silva, Aguero; Balotelli. All. Mancini
PRONOSTICO: MANCHESTER CITY BAYERN MONACO goal (1.55)
Villareal Napoli probabili formazioni VILLARREAL (4-3-1-2): Lopez; Zapata, Musacchio, Gonzalo, Mario Gaspar; Bruno, Borja Valero, De Guzman; Cani; Ruben, Nilmar. All. Garrido
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Inler, Zuniga; Lavezzi, Hamsik; Cavani. All. Mazzarri
ARBITRO: Svein Oddvar Moen (Norvegia)
PRONOSTICO: VILLAREAL NAPOLI 2 (1.50)
GIRONE B
Classifica: Inter 10, Trabzonspor 6, Lille 5, Cska Mosca 5
L’Inter già qualificata e con il primo posto assicurato sarà arbitro della qualificazione, se il Lille infatti ha la chance di continuare a sognare la Champions League ospitando in casa il Trabzonspor che la precede al momento di un punto. Il Cska a San Siro cercherà una vittoria per centrare almeno l’Europa League.
Inter Cska Mosca probabili formazioni INTER (4-3-1-2): Castellazzi; Faraoni, Ranocchia, Caldirola, Nagatomo; Criseting, Zanetti, Obi; Coutinho; Milito, Zarate. Allenatore: Ranieri.
GIRONE C
Classifica Benfica 9, Manchester United 9, Basilea 8, Otelul 0
Impegno semplice per il Benfica che in casa contro il modesto Otelul dovrebbe blindare il primo posto del girone. Trasferta vibrante per il Manchester United di Alex Ferguson che rischia una clamorosa eliminazione a Basilea, ovviamente per il cammino delle italiane “tifiamo” per gli svizzeri ma è ragionevolmente difficile prevedere una fase finale della Champions League senza i Red Evil’s.
Basilea Manchester United probabili formazioni BASILEA (4-4-2): Sommer, Steinhofer, Dragovic, Abraham, Jo-Hoo, Frei, Xhaka, Huggel, Shaqiri, Frei, Streller
MANCHESTER UNITED(4-4-2): De Gea, Fabio, Ferdinand, Vidic, Evra, Nani, Fletcher, Giggs, Young, Welbeck, Rooney. All. Ferguson
PRONOSTICO no goal (2.05)
GIRONE D
Classifica: Real Madrid 15, Ajax 8, Lione 5, Zagabria 0
Il Lione deve vincere con più gol di scarto a Zagabria e sperare in una goleada da parte del Real Madrid di Mourinho ad Amsterdam. Molto dipenderà da quanto sarà distratta la testa delle Merengue impegnati domenica nel Clasico.
Ajax Real Madrid le probabili formazioni AJAX (4-4-2): Vermeer; Van Der Wield, Vertonghen, Anita, Blind; Enoh, Janssen, Christian; Ebicilio, Lodeiro, Sulejmani. All. Frank De Boer.
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Coentrao, Raul Albiol, Varane, Arbeloa; Sahin, Xabi Alonso; Kakà, Callejon, Granero; Higuain. All. Josè Mourinho.
Dopo esserci riusciti con Moratti le Iene riescono a far sbottonare un pò più del solito il tecnico del Milan Massimiliano Allegri, il tecnico neo campione d’Italia parla dei suoi colleghi in modo meno diplomatico del solito apostrofando l’ex nerazzurro Mourinho come patetico ed insicuro “Ogni tanto è patetico. Ripete sempre continuamente le stesse cose, diventa anche banale. Credo che sia molto bravo ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze”
Il livornerse poi, passa ad apostrofare i suoi colleghi “Il punto debole di Leonardo? Troppo gentiluomo. Delneri? Integralista. Spalletti? Pelato. Prandelli? Diplomatico. Mazzarri? Incazzoso”
Nello spogliatoio rossonero “Robinho è buffo e anche il più furbo, Cassano è simpatico a modo suo, Nesta è molto ironico, Pato il più viziato e Flamini il più birichino”. Impossibile identificare il più comunista: “Credo che non ce ne siano al Milan”.
L’Inter nel futuro? “In questo momento no. Nella vita non si sa mai, però c’è molta rivalità tra Inter e Milan, quindi i colori ti entrano dentro”. Dopo aver pronosticato la vittoria del Barcellona a Wembley si lascia andare anche sulla vita privata confessando “La mia più grande cavolata? Quando ho lasciato la mia ex fidanzata due giorni prima del matrimonio. Le ho mancato molto di rispetto”
La notizia che il procuratore di Aguero (e Sissoko) sia stato visto nella sede della Juventus ha acceso le fantasie del popolo bianconero, ma dalle pagine di “Marca” arriva la notizia che Josè Mourinho avrebbe individuato nel “Kun” l’uomo ideale per formare il tridente delle meraviglie con Ronaldo e Higuain.
I soldi (ed il posto) per l’argentino dovrebbero arrivare dalla cessione di Benzema, mai realmente in sintonia con il tecnico portoghese e pedina perfetta per reperire 20-25 milioni buoni per investire pesantemente su Aguero.
La Juventus è avvisata, anche se a favore dei bianconeri c’è il fatto che difficilmente l’Atletico vorrà cedere il suo beniamino agli odiati cugini del Real.
Festeggia nel migliore dei modi le 500 panchine in carriera violando il catino del Tottenham grazie ad bolide di Cristiano Ronaldo andato in rete con la complicità di un incerto Gomes. Mou, l’uomo dei record però non si ferma mai e questa sera diventa anche il primo allenatore ad arrivare alle semifinali di Champions League con quattro squadre differenti.
Obiettivamente la partita era poco più di una formalità ma il Tottenham ci teneva almeno ad uscire vittorioso davanti al suo pubblico ma è rimasta delusa sopratutto per le topiche di Pavlyuchenko capace di divorarsi due gol solo davanti a Casillas. La partita è stata comunque esaltante con tanti cambi di fronte e tanto agonismo è infatti Carvalho diffidato prende l’ammonizione che gli farà saltare la partita d’andata al Bernabue contro il Barcellona.
IL TABELLINO
TOTTENHAM-REAL MADRID 0-1 (0-4)
5′ st Ronaldo Tottenham (4-4-1-1): Gomes; Corluka, Gallas, Dawson, Assou-Ekotto; Lennon (16′ st Defoe), Modric (42′ st Kranjcar), Huddlestone (26′ st Sandro), Bale; Van der Vaart; Pavlyuchenko. A disp.: Cudicini, Kaboul, Bassong, Jenas. All.: Redknapp
Real Madrid (4-2-3-1): Casillas; S. Ramos (12′ st Granero), Carvalho, Albiol, Arbeloa; X. Alonso (30′ st Benzema), Khedira; C. Ronaldo (20′ st Kakà), Ozil, Marcelo; Adebayor. A disp.: Adan, Di Maria, Garay, Higuain. All.: Mourinho
Josè Mourinho«Se avessi voluto un lavoro facile sarei rimasto al Porto, con una bellissima sedia blu, una Champions in bacheca, Dio e dopo Dio il sottoscritto». Questo è lo Special One, al secolo Josè Mourinho, o lo si ama o lo si odia, ma nessuno può negare che sia un vincente e a parlare per lui ci sono i numeri, impressionanti, della sua carriera da allenatore, che stasera nella trasferta di Champions al White Hart Lane, casa del Tottenham, arriverà a 500 panchine da professionista. 500 volte Mou, con un bottino di successi che farebbe invidia a qualsiasi suo collega: 334 vittorie, 104 pareggi e 61 sconfitte, con un imbattibilità interna che durava dal 23 febbraio 2002 (sconfitta del suo Porto contro il Beira Mar per 2-3) e che si è interrotta il 2 aprile di quest’anno quando il Real Madrid ha perso contro lo Sporting Gijon per 0-1, si tratta quindi di un’incredibile striscia di risultati utili consecutivi in gare casalinghe di campionato: ben 150 (125 vittorie e 25 pareggi), tra Porto (38), Chelsea (60), Inter (38) e Real Madrid (14). I titoli sono finora 17: 6 scudetti in 3 campionati diversi, 2 Champions, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa e 1 Supercoppa di Portogallo, 2 Coppe di Lega inglese, 1 Fa Cup e 1 Community Shield, 1 Supercoppa Italiana e 1 Coppa Italia, al momento l’unico trofeo a mancare sulla sua bacheca è la Supercoppa Europea, persa la prima volta contro il Milan e da allora mai più disputata visto che ogni qualvolta il portoghese si aggiudica la Champions cambia squadra, lo ha fatto con il Porto e lo ha fatto con l’Inter, squadra con la quale è riuscito, alla sua seconda stagione in nerazzurro, a conquistare il triplete (Coppa Italia, Champions e Scudetto). La carriera da allenatore di Mourinho comincia molto presto a 24 anni quando capisce che fare il calciatore non è nelle sue corde e comincia ad allenare gli allievi del Vitoria Setubal, il salto di qualità avviene nel 1994 quando Sir Bobby Robson, che lo aveva avuto come interprete negli anni allo Sporting Lisbona, lo volle come suo secondo al Porto e successivamente anche al Barcellona, sotto l’ala del santone inglese il giovane Mou impara l’arte e nel 2000 tenta l’avventura da protagonista accettando la chiamata del Benfica, paradossalmente la sua prima gara ufficiale da allenatore si concluse con una sconfitta ad opera del Boavista e solo dopo 4 match riuscì ad ottenere il primo successo. Da allora però sono passati 11 anni e la carriera dello Speciale è stato un crescendo rossiniano, lasciata la panchina del Benfica, dopo solo 9 giornate, si accasa a gennaio su quella dell’ União Leiria che porta al quinto posto in campionato e l’anno successivo al terzo, fino al dicembre 2001 quando decide di accasarsi al Porto, stavolta non da comprimario. Con i Dragoes raggiunge risultati strabilianti, conquista due titoli nazionali, una Coppa Uefa, una Coppa del Portogallo, Supercoppa Portoghese e, ovviamente, la Champions nel 2004 battendo in finale il Monaco per 3-0. Dopo quasi 3 anni da profeta in patria, da buon portoghese decide di conquistare altre nazioni e oltrepassa La Manica, accasandosi al Chelsea del magnate russo Abramovich, con i blues conquista alla prima stagione il campionato, spezzando il dominio del Manchester e riportando, dopo 50 anni, il titolo di campione d’Inghilterra a Stamford Bridge. Oltre al campionato, si aggiudica anche la Carling Cup ai danni del Liverpool. Nella sua seconda stagione bissa il successo in campionato, conquista la Community Shield, ma delude in Champions dove viene eliminato negli ottavi dal Barcellona. Nel 2006-2007, il Chelsea, resta in lizza fino all’ultimo su tutti i fronti ma alla fine conquisterà solo la F.A. Cup, ma è in europa che i blues non riescono ad ottenere risultati soddisfacenti, l’anno successivo qualcosa s’incrina nel rapporto con Abramovich e lo Special One rescinde il suo contratto con i londinesi. Dopo un anno sabatico, in cui pare sia stato contattato anche dalla FA Inglese, a giugno 2008 viene ingaggiato dall’Inter del presidente Moratti. Mourinho si presenta alla stampa parlando un buon italiano e con la celebre frase “io non sono pirla”, per il popolo nerazzurro è amore a prima vista, il Mago nel suo primo anno conquista scudetto e Supercoppa Italiana, ma il capolavoro avviene la stagione successiva, nonostante la partenza verso Barcellona di Ibrahimovic, grande protagonista degli ultimi scudetti nerazzurri, Mourinho fa arrivare in squadra gente come Eto’o, Snejder, Lucio, Thiago Motta e Milito, puntellando la difesa con il brasiliano ex Bayern e adottando il modulo 4-2-3-1, con il Principe unica punta e Snejder, Eto’o e Pandev ad agire alle sue spalle. Con questi interpreti conquista Coppa Italia, Scudetto, ma soprattutto la Champions, che mancava al biscione da 45 anni, realizzando così il fantastico triplete. Dopo aver fatto incetta di successi in Italia, Josè all’inizio della stagione attuale ha deciso di accettare la chiamata del presidente Perez e di abbandonare Milano, per accomodarsi sulla prestigiosa panchina dei Blancos e cercare d’interrompere lo strapotere blaugrana degli ultimi anni. In campionato però le cose non stanno andando per il verso giusto, sono 8, infatti, i punti di distacco dagli storici rivali catalani, ma potrebbe essere proprio la Champions a fornire la possibilità di rivalsa, dopo la qualificazione di ieri da parte degli uomini di Guardiola, il Madrid è adesso ad un passo dall’approdo in semifinale e nel possibile doppio match contro il Barça, Mourinho potrebbe vendicare la famosa “manita”. Lo Special One ha quindi anche quest’anno la possibilità di arricchire la propria bacheca con il prestigioso trofeo Uefa ed essere l’unico allenatore a riuscire nell’impresa di vincerlo con 3 differente squadre. “Voglio vincerla di nuovo -ha detto- ma non è un’ossessione”, sarà così? Di certo è che a Madrid sognano e dopo il miracolo a Milano chissà che Mou non porti in Castiglia, la tanto sospirata decima Champions.