Tag: MotoGP

  • EL D1ABLO fa festa, Quartararo campione del mondo 2021 in MotoGp

    EL D1ABLO fa festa, Quartararo campione del mondo 2021 in MotoGp

    Sembrava un weekend nato male, sembrava tutto rimandato, sembrava che Bagnaia potesse rinviare tutto al prossimo Gran Premio di Portimao, sembrava e invece la scivolata del pilota italiano della Ducati ha permesso a Quartararo di laurearsi campione del mondo di MotoGp e trasformandosi così da El Diablo a EL D1ABLO.

    Un titolo arrivato con 2 gare di anticipo che permette alla Yamaha di tornare a conquistare il mondiale nella massima categoria dopo 5 stagioni (ultimo successo della casa di Iwata era arrivato nel 2015 con Jorge Lorenzo) nelle quali aveva trionfato 4 volte la Honda, sempre con Marquez, ed una la Suzuki.

    El D1ablo con il titolo ottenuto oggi diventa anche il primo pilota francese a vincere un mondiale tra 500 e MotoGp ed interrompe la lunga striscia di successi spagnoli iniziata nel 2012 con Jorge Lorenzo e proseguita poi con il dominio di Marquez, l’intermezzo ancora di Lorenzo nel 2015, e la vittoria dello scorso anno di Mir.

    Un’annata che all’inizio è parsa piuttosto equilibrata, El D1ablo ha conquistato due preziosi successi ma anche a causa di un 13° posto a Jerez non è riuscito a prendere il largo.

    Il 3° posto a Le Mans ed il susseguente successo al Mugello, con gli avversari a togliersi punti tra di loro, hanno permesso a Quartararo di prendere una prima ma importante mini fuga.

    A Barcellona un piccolo passo falso, 6° al traguardo, ha permesso agli avversari di ridurre le distanze ma nei tre Gran Premi successivi (Germania, Olanda e Stiria) El D1ablo è sempre salito sul podio riportando il vantaggio sul secondo, il connazionale Zarco, a ben 40 punti.

    Il deludente 7° posto nel Gp d’Austria è stato un boccone amaro mandato giù comunque con un bel sorriso perché nonostante tutto Quartararo ha ampliato il vantaggio a +47 sul primo avversario che non era più Zarco ma bensì Francesco Bagnaia.

    La vittoria di Silverstone è sembrata semplicemente l’inizio di un inesorabile Countdown verso il titolo mondiale 2021 per il pilota della Yamaha.

    Bagnaia ha provato in tutti i modi a rinviare la festa de El D1ablo, vincendo ad Aragon e poi anche nella prima gara di Misano.

    Anche oggi, sempre sul circuito romagnolo, il pilota Ducati stava facendo il suo compito: sfruttare la Pole Position, con Quartararo a partire 15°, e vincere la gara per tenere vivo il suo sogno mondiale.

    La scivolata a pochi giri dal termine ha buttato nella ghiaia ogni sua speranza permettendo a Quartararo di laurearsi campione del mondo ancor prima di veder sventolare la bandiera a scacchi.

    Ma chi è Fabio Quartararo o meglio El D1ablo? Consociamo meglio il campione del mondo MotoGp 2021.

    Nato a Nizza il 20 aprile 1999 Quartararo ha esordito nel mondiale di Moto3 nel 2015, i suoi due anni nella categoria non sono stati esaltanti e il francese ha ottenuto solo due secondi posti, entrambi nel 2015 con la Honda.

    Nel 2017 il passaggio in Moto2 ed anche qua le soddisfazioni non sono certo state molte, è arrivato il 1° successo nel 2018 nella gara di Barcellona in sella ad una Speed Up ed il 2° posto nel gran premio successivo ad Assen.

    Decisamente migliore il primo l’approccio alla MotoGp, nella sua prima stagione, la 2019, con la Yamaha Petronas, Quartararo ha chiuso al 5° posto il mondiale con 7 piazzamenti sul podio (5 volte 2° e 2 volte 3°).

    Positivo anche il 2020, sempre nella Yamaha Petronas, quando con le prime due vittorie consecutive sembrava poter esser super protagonista della stagione, chiusa poi però senza altri guizzi e con un 8° posto nella classifica mondiale.

    Nel 2021 il passaggio al Team ufficiale Yamaha al posto di Valentino Rossi.

    El D1ablo non ha deluso le aspettative e come ampiamente raccontato, ha nettamente meritato quel mondiale che ha avuto la sua certificazione ufficiale con la gara odierna.

  • Addio Fausto Gresini, il Team annuncia la sua scomparsa

    Addio Fausto Gresini, il Team annuncia la sua scomparsa

    La notizia che ieri sera aveva fatto tremare tutti e poi tirare un sospiro di sollievo in quanto si era rivelata falsa, è arrivata purtroppo stamattina: Fausto Gresini non ce l’ha fatta.

    Gresini era ricoverato da circa due mesi all’ospedale di Bologna per le complicazioni di un infezione polmonare causata dal Covid, contratto poco prima di Natale, ha lottato alternando momenti più critici in terapia intensiva ed altri in cui si vedevano miglioramenti.

    La scorsa settimana la situazione pareva evolvere in maniera leggermente positiva, poi c’è stato un peggioramento nel corso del weekend che ha portato i medici dell’Ospedale Maggiore di Bologna a nuove sedazioni e terapie.

    Nella serata di ieri era girata la voce della morte, smentita poi prima dal suo Team e poi anche dal figlio tramite social network.

    Questa mattina però la speranza ha lasciato spazio alla disperazione, intorno alle 10.30 è apparso un tweet direttamente scritto dal Gresini Racing Team che informava sulla scomparsa del 60enne ex pilota.

    Nato ad Imola il 23 Gennaio 1961, Gresini aveva esordito nel mondiale 125 nel 1982 con un’unica gara conclusa con un ritiro.

    Negli anni a seguire fu un crescendo con la conquista del Mondiale 125 nel 1985 in sella ad una Garelli, titolo bissato nel 1987 (dopo un secondo posto nel 1986) sempre con la stessa marca.

    Il passaggio all’Aprilia per una sola stagione prima di accasarsi alla Honda con la quale corse per cinque anni, dal 1990 al 1994, conquistando altri due titoli di vicecampione del mondo 125.

    Al termine della stagione 1994 decise di ritirarsi dalle corse, con un bottino di 21 vittorie in 132 gare, per intraprendere la carriera manageriale.

    La Gresini Racing nacque nel 1997 ed iniziò nella classe 500 con una Honda guidata dal brasiliano Alex Barros. Furono due anni positivi prima di scendere in 250, categoria nella quale arrivò il titolo mondiale nel 2001 con il giapponese Daijiro Kato in sella ad una Honda.

    Nel 2002 il salto in MotoGp con Kato che giunse 7° nel mondiale.

    L’anno dopo però arrivò la prima tragedia a funestare il team, nel Gp del Giappone a Suzuka, gara d’esordio del 2003, Kato ebbe un grave incidente che lo portò alla morte due settimane dopo.

    Il Team di Gresini reagì e rimase in lotta per il mondiale con Gibernau che poi fu sconfitto da Valentino Rossi.

    Nel 2010 arrivò il secondo mondiale, questa volta di Moto2, grazie a Toni Elias.

    La sfortuna però sembrava aver deciso di non abbandonare il Gresini Racing e nel 2011, a Sepang nel Gp di Malesia, fu Marco Simoncelli, arrivato l’anno prima nel Team di MotoGp, a perdere la vita in pista.

    Gli anni successivi furono avari di soddisfazioni per Fausto Gresini che però non lasciò mai il mondo delle corse e riuscì a togliersi la soddisfazione del titolo in Moto3 con Jorge Martin nel 2018 e in MotoE con il pilota Matteo Ferrari nel 2019.

    Il progetto 2021, dopo un 2020 davvero particolare per tutto il mondo dello sport e non solo, era pronto a partire con team in tutte e 4 le categorie, Fausto Gresini però non ci sarà più nel box, Fausto è andato a riabbracciare Daijiro e Marco.

    Loro certamente saranno stati felici di rivederlo anche se sicuramente avrebbero voluto darsi quell’abbraccio tra tanti anni e non così presto.

  • MIR-AVIGLIOSO! Il pilota Suzuki vince il mondiale in MotoGp

    MIR-AVIGLIOSO! Il pilota Suzuki vince il mondiale in MotoGp

    Il Mondiale 2020, orfano di Marc Marquez assente per un infortunio subito nella prima gara, vede sempre trionfare la Spagna, al termine del Gp della Comunità Valenciana, Joan Mir con la sua Suzuki si è laureato matematicamente Campione del Mondo nella categoria MotoGp.

    Il 23enne spagnolo nativo di Palma di Maiorca, campione in Moto3 con la Honda nel 2017, dopo aver ottenuto solo un 6° posto nell’unica stagione di Moto2, è passato nel 2019 nella massima serie alla guida di una Suzuki con risultati, anche a causa di un infortunio che l’ha tenuto fuori tre gare, non certo brillantissimi: 12° nel mondiale con un 5° posto come miglior posizione.

    Nel mondiale 2020 ha fatto della costanza di risultati il suo punto di forza ed è cresciuto insieme alla Suzuki che ha fatto enormi progressi.

    Partito malissimo con un ritiro ed un quinto posto nelle due gare di Jerez, vinte entrambe dal francese Quartanaro, Mir si è ritirato anche a Brno e si è ritrovato con 48 punti di distacco dalla testa dopo sole 3 gare.

    Le due gare in Austria e le due di Misano hanno visto il pilota Suzuki ottenere tre podi, due secondi ed un terzo posto nello specifico, ed un quarto posto.

    Con quei risultati Mir si è portato al 4° posto della classifica con soli 4 punti di distacco da Dovizioso che era divenuto leader.

    Il secondo posto a Barcellona seguito da un 11° a Le Mans avevano portato il distacco di Mir a 10 punti dal primo posto in quel momento detenuto dal pilota Yamaha Quartararo che sembrava in leggera ripresa dopo un periodo non proprio brillantissimo.

    Ad Aragon è arrivata la svolta, Quartararo è andato in crisi ottenendo solo un 8° posto, Mir invece ha piazzato due terzi posti che gli sono valsi sorpasso ed allungo a +14.

    A questo punto a Joan Mir mancava solo la vittoria per rendere la stagione perfetta e nella prima gara di Valencia è arrivato quel successo, una doppietta Suzuki con il secondo posto di Rins, tanto desiderato.

    Una vittoria che in sostanza ha messo quasi definitivamente il sigillo sul titolo per il giovane spagnolo.

    Oggi è arrivata anche la matematica, a Mir è bastato conquistare un 7° posto sulla pista di Valencia per metter in bacheca il suo primo mondiale MotoGp e regalare alla Suzuki il titolo nella classe regina che mancava dal 2000 quando ancora si correva con le 500 e a vincere fu Kenny Roberts Jr.

  • Moto Gp, la settima meraviglia di Marquez

    Moto Gp, la settima meraviglia di Marquez

    Era nell’aria, bisognava solo capire quando e dove sarebbe arrivato il giudizio definitivo anche della matematica, l’ufficialità è arrivata questa mattina dal gran premio del Giappone: Marc Marquez è nuovamente campione del mondo della MotoGp.

    Il successo nel Gp di Motegi, pista di proprietà della Honda, ha permesso al campione spagnolo di portare il proprio vantaggio a 102 punti su Andrea Dovizioso,caduto, e così con tre gare rimanenti il divario è divenuto incolmabile.

    Marc Marquez conquista così il suo settimo titolo mondiale (uno in 125 nel, uno in 250 nel e ben 5 in MotoGp) il terzo consecutivo nella classe regina del Motomondiale.

    Un successo meritato che ha visto il pilota della Honda dover rimontare dopo una partenza non brillantissima, solamente secondo in Qatar, alle spalle di Andrea Dovizioso, e fuori dai punti dopo una disastrosa gara in Argentina.

    Fortunatamente per il numero 93 la gara successiva è stato il Gp di Austin, circuito sul quale Marquez ha sempre vinto e anche in questo 2018 non ha mancato il successo. A Jerez, nel quarto appuntamento del Mondiale, Marquez ha vinto e grazie anche al k.o. di Dovizioso, caduto in uno scontro con il compagno in Ducati Lorenzo e Dani Pedrosa, ha preso per la prima volta la vetta del campionato.

    In Francia a Le Mans, Marquez ha infilato la terza vittoria di fila e, grazie alle uscite di Dovizioso e Zarco, ha portato a ben 36 punti il vantaggio sul secondo in classifica, divenuto Vinales.

    Al Mugello, nel Gp d’Italia, è arrivato il secondo zero stagionale per Marquez, caduto e ripartito è giunto infatti solo 16°, che ha permesso ai rivali, Valentino Rossi e Maverick Vinales, di accorciare il distacco rispettivamente a 23 e 28 punti. Nel Gran Premio di Catalogna Marquez ha dovuto accontentarsi del secondo posto alle spalle di Lorenzo ma ha guadagnato altri 4 punti su Rossi giunto 3° al traguardo. Dopo due gare senza successo, ad Assen Marc Marquez è tornato ad assaporare il gusto del primo gradino del podio, vittoria pesante che ha spinto Valentino Rossi a 41 punti di distacco nella classifica del Mondiale. In Germania al Sachsenring, lo spagnolo ha concesso il bis ed è andato alla pausa estiva con ben 46 punti di vantaggio sul più diretto avversario, Valentino Rossi.

    Al rientro dalle vacanze, nel Gp della Repubblica Ceca, Marquez ha dovuto inchinarsi alla doppietta Ducati ma ha incamerato altri tre punti di vantaggio su Rossi. Al Red Bull Ring in Austria è arrivata un’altra vittoria di Jorge Lorenzo ma il contemporaneo secondo posto di Marquez, sommato ad una Yamaha in crisi, ha permesso al numero 93 della Honda di portare il proprio vantaggio su Rossi a 59 lunghezze.

    La 12° gara del mondiale, in programma sul circuito di Silverstone è stata cancellata a causa delle violenti piogge che hanno allagato l’asfalto britannico.

    Il Gran Premio di San Marino a Misano ha visto Dovizioso imporsi su Marquez e divenire così, a 67 punti di distacco, il primo avversario per il pilota spagnolo che però ha cominciato il conto alla rovescia verso il settimo titolo mondiale. Ad Aragon prima e nel nuovo Gp di Thailandia poi Marquez ha vinto mettendosi alle spalle il rivale ducatista, il vantaggio dello spagnolo è volato così a 77 lunghezze.

    A Motegi Marc Marquez ha avuto in mano il primo match point, i risultati delle prove sembravano poter permettere ad Andrea Dovizioso di rovinare la festa alla Honda. La partenza della gara ha cominciato a dare conferme dei risultati delle prove con Dovizioso davanti e Marquez incollato dietro. A 4 giri dalla fine lo spagnolo ha piazzato il sorpasso e poi ha guidato in maniera perfetta costringendo l’italiano ad un ritmo così intenso che al penultimo giro l’ha portato alla caduta. L’ultimo giro è stato sostanzialmente una passeggiata verso la gloria.

    Al passaggio sotto la bandiera a scacchi è iniziato il momento di celebrare la leggenda Marc Marquez, una leggenda che a soli 25 anni ha già collezionato la bellezza di sette titoli mondiali e con il futuro tutto davanti a se per poter ampliare la propria bacheca.

     

     

  • Dovizioso si arrende, Marquez conquista il sesto mondiale

    Dovizioso si arrende, Marquez conquista il sesto mondiale

    Tutte le emozioni concentrate in pochi secondi, Marc Marquez rischia di cadere, va lungo ma si salva, passa pochissimo e questa volta è Andrea Dovizioso a finire lungo in frenata e ad appoggiarsi con la moto nella ghiaia.

    Il succo del Gran premio della Comunità Valenciana si concentra tutto qua, tutto a cavallo tra i giri 23 e 24, una duplice emozione (triplice se si aggiunge l’uscita di Lorenzo, tra quelle di Marquez e Dovizioso) che ha riacceso per un istante il sogno del Dovi ma che poi ha consegnato matematicamente il titolo a Marc.

    C’è da dire che quest’anno Marquez ha dovuto decisamente sudarsela ed il merito è stato di un grandissimo Andrea Dovizioso, vincitore di ben 6 gran premi, in sella ad una Ducati brillante come non si vedeva da anni.

    Un Mondiale che all’inizio sembrava sorridere alla Yamaha, in particolare a Vinales, vincitore di 3 gare nei primi 5 appuntamenti. Poi pian piano la casa di Iwata si è spenta ed è iniziata la gran stagione di Dovizioso che con la doppietta Mugello-Barcellona si è avvicinato alla vetta conquistata poi ad Assen. Il doppio successo di Marquez al Sachsenring e a Brno ed il secondo posto, dietro a Dovizioso, con il sorpasso e controsorpasso all’ultima curva in Austria sembrava aver indirizzato il mondiale verso Marc Marquez.

    A Silverstone però il motore della Honda numero 93 è andato arrosto e Dovizioso ne ha approfittato alla grande prendendosi successo e testa della classifica.

    Al rientro dopo la sosta estiva è tornato un MM93 in condizioni super e con una tremenda doppietta Misano-Aragon, ha nuovamente spedito l’avversario a 16 punti di distanza.

    Tutto finito, no, per lo meno per un altro gp Dovizioso ha provato a mettere i bastoni tra le ruote a Marquez e a Motegi ha rosicchiato altri 5 punti allo spagnolo.

    Il disastro del forlivese in Australia, con la contemporanea vittoria del rivale, ha praticamente chiuso i giochi lasciando al ducatista solo la speranza di un’impresa alimentata dal successo di Sepang che ha portato i due contendenti a giocarsi il titolo qua a Valencia.

    Serviva il miracolo a Dovizioso, un successo con un contemporaneo 12°, o peggio, posto per Marquez.

    Così non è stato ma certamente tutti i tifosi potranno ringraziare lo sconfitto per averci provato fino in fondo e celebrare il campione.

    Marquez porta a casa così il suo sesto titolo mondiale, uno in 125, uno in Moto2 e ben 4 (in soli 5 anni) in MotoGp.

    Un vero e proprio fenomeno che oltre alla classe, strepitoso anche oggi il salvataggio che gli ha permesso di non cadere quando ormai sembrava fatto, ha anche dalla sua la giovane età, parliamo di un classe 93, che nei prossimi anni potrebbe andare a scrivere ulteriori record nella storia del Motomondiale.

    CLASSIFICA FINALE MOTOGP 2017 (prime 10 posizioni)

    1° Marquez (Honda) 298 pt

    2° Dovizioso (Ducati) 261 pt

    3° Vinales (Yamaha) 230 pt

    4° Pedrosa (Honda) 210 pt

    5° Rossi (Yamaha) 208 pt

    6° Zarco (Yamaha) 174 pt

    7° Lorenzo (Ducati) 137 pt

    8° Petrucci (Ducati) 124 pt

    9° Crutchlow (Honda) 112 pt

    10° Folger (Yamaha) 84 pt

  • Addio Nicky Hayden, il motorsport piange la sua scomparsa

    Addio Nicky Hayden, il motorsport piange la sua scomparsa

    La notizia che nessuno avrebbe mai voluto leggere è arrivata nel pomeriggio di oggi: Nicky Hayden non ce l’ha fatta.

    Ancora una volta un incidente in bici, come accaduto pochi giorni fa al campione di ciclismo Michele Scarponi 

    Il pilota americano, ricoverato da mercoledì scorso all’ospedale Bufalini di Cesena in gravissime condizioni dopo un incidente stradale mentre si allenava in bici, ha perso la sua lotta e si è dovuto arrendere alla morte.

    A comunicare il decesso di Hayden è stata proprio la Ausl Romagna nel tardo pomeriggio.

    Si era capito subito che la situazione era disperata, ogni bollettino confermava la gravità dei traumi riportati nell’impatto e la speranza andava a scemare giorno dopo giorno.

    Nicky Hayden ci lascia così a soli 35 anni.

    Kentucky Kid, questo il suo soprannome, era nato il 30 luglio 1981 ad Owensboro (nel Kentucky appunto) e si era da subito messo in luce nelle corse della Superbike americana.

    Nel 2003 il Team Honda Hrc decise di dare una moto a Nicky Hayden nel mondiale di MotoGp, come compagno di squadra di Valentino Rossi e, alla sua stagione di debutto, lo statunitense chiuse con un buon 5° posto mondiale. Nel 2004 con l’addio di Valentino dalla Honda, Nicky sembrava poter recitare ruolo da protagonista ma la stagione non fu delle migliori, solo 8° nel mondiale.

    Nel 2005 arrivò la prima vittoria, nell’amata Laguna Seca e nel 2006 Nicky riuscì nel capolavoro di conquistare il titolo mondiale allo sprint finale nell’ultima gara a Valencia, proprio ai danni di Rossi.

    Le stagioni successive, con il passaggio anche in Ducati, non furono certo piene di soddisfazioni per Hayden, anzi arrivarono un totale di soli 7 piazzamenti sul podio in 9 stagioni mondiali.

    Dal 2016 tornò alla Superbike dove in sella alla Honda chiuse il mondiale con un buon 5° posto.

    In questa stagione le cose non erano certo partite nel verso giusto, con un settimo posto come migliore risultato nel mondiale Superbike 2017, il tempo per recuperare poteva esserci ma purtroppo il destino ha deciso diversamente.

    Il mondo del Motorsport in questi giorni si era fatto vicino a Nicky Hayden con tanti messaggi d’affetto e d’incoraggiamento arrivati in particolar modo dai suoi ex colleghi impegnati nel Gp di Francia a Le Mans. 

    Toccanti erano state le parole di Valentino Rossi che dal suo profilo Facebook aveva ricordato i bei momenti passati prima da compagno di squadra e poi da rivale del pilota col numero 69.

    Gli appassionati di motori purtroppo oggi piangono ancora una volta, come successo in passato per Luis Salom, Jules Bianchi, Marco Simoncelli, Shoya Tomizawa e Daijiro Kato tanto per ricordare alcuni piloti che ci hanno lasciato prima di Kentucky Kid Nicky Hayden.

  • Vettel e Rossi, l’Italia dei motori fa festa

    Vettel e Rossi, l’Italia dei motori fa festa

    Fabio Concato cantava di una “Domenica bestiale”, beh quella andata in scena oggi per quanto riguarda il Motorsport italiano è stata davvero una domenica perfetta e fantastica.

    Dal primo successo con la Ferrari per Sebastian Vettel, che ha aperto la giornata, al ritorno alla vittoria di Valentino Rossi, accompagnato sul podio da altri due italiani, Dovizioso e Iannone, con moto italiana, la Ducati.

    Insomma il Made in Italy motoristico grazie a Vettel e Rossi ha vissuto una giornata stupenda.

    Partiamo dalla Malesia, dal Gran Premio di Formula Uno che ha visto Vettel portare la Rossa sul gradino più alto del podio.

    Le premesse per una buona gara c’erano tutto, il podio in Australia, la prima fila conquistata in prova a soli 74 millesimi da Lewis Hamilton e con la seconda Mercedes di Rosberg costretta alla seconda fila.

    Sebastian Vettel | Foto Twitter
    Sebastian Vettel | Foto Twitter

    Allo spegnimento del semaforo Vettel ha voluto subito dimostrare a Rosberg chiudendogli ogni pertugio, che per lui passare la rossa sarebbe stata un’impresa. Dopo pochi giri la svolta della gara, Ericsson si gira e rimane nella ghiaia con la sua Sauber, entra la gru e di conseguenza la Safety Car. Durante la neutralizzazione le Mercedes ne approfittano per fare il pit-stop, Vettel no, il tedesco rimane in pista, al comando della gara e con una serie di giri davvero molto veloci, approfitta delle due frecce d’argento imprigionate nel traffico per costruirsi un buon margine. Ci si aspetta un calo delle gomme di Vettel, che si ferma una volta in meno rispetto ad Hamilton e Rosberg, ma questo non accade, il ferrarista guida con dolcezza, non stressa le gomme e al termine dei 56 giri può festeggiare sul traguardo con un Team Radio pieno di gioia e di ringraziamenti. Strepitosa anche la gara di Raikkonen che precipitato in fondo dopo una foratura ad inizio gara, rimonta sino ad ottenere uno strepitoso 4° posto.

     

    Le emozioni venute dalla Malesia in mattinata si amplificano la sera durante la gara della MotoGp in Qatar. Protagonista Valentino Rossi, ma non solo.

    Valentino Rossi | Foto Twitter
    Valentino Rossi | Foto Twitter

    Al via del gran premio Il Dottore parte male e rimane imbrigliato nella mischia, peggio di lui fa Marc Marquez che dopo un contatto finisce in fondo al gruppo (rimonterà ma non oltre al 5° posto), in testa intanto i ducatisti Dovizioso e Iannone insieme a Jorge Lorenzo tentano la fuga. Valentno non ci sta e pian piano, a suon di giri veloci torna sotto e si aggancia al terzetto. Sorpassi a non finire, le Yamaha vanno meglio in trazione, le Ducati sono fulmini in rettilineo. Prima sembra arrendersi Iannone, poi Lorenzo. La sfida si fa a due, Rossi contro Dovizioso. I due italiani non se le mandano a dire, prima passa Valentino, poi Il Dovi risponde ma va lungo e Vale lo ripassa. Insomma si arriva all’ultimo giro con la gara ancora aperta e con Iannone che intanto, alle spalle dei due, si è sbarazzato di Lorenzo. Rossi si porta avanti nell’ultima tornata, Dovizioso ci prova ma non riesce sostanzialmente mai a rispondere. Dopo la Rossa al mattino, trionfa Rossi di sera ma anche la Rossa di Borgo Panigale, oltre a quella di Maranello, può esultare.

    Dopo Sepang anche a Losail torna a suonare l’Inno di Mameli e viste le premesse, questo sembra solo l’inizio di una stagione emozionante, Hamilton e Marquez non saranno d’accordo e torneranno a provare a recitare il ruolo da protagonisti ma siamo certi che il biondino tedesco e l’eterno Vale, non si arrenderanno e ci faranno vivere altre domeniche così, c’è poco da attendere, il 12 aprile F1 e MotoGp torneranno in pista contemporaneamente.

  • Gara folle in MotoGP: caduti Vale, Marquez e Pedrosa, vince Lorenzo

    Gara folle in MotoGP: caduti Vale, Marquez e Pedrosa, vince Lorenzo

    Gara davvero incredibile: l’800° corsa in classe regina regala sorprese ed emozioni incredibili, seppur non tantissime gioie. Inizia male: Valentino Rossi cade ed è costretto al ritiro. I primi controlli medici evidenziano un trauma cranico, ma non è nulla di grave. Poi è il turno di Dovizioso, già caduto in qualifica ieri; ma solo dopo si scatena il finimondo. Inizia a pioviginare, ma presto le poche gocce diventeranno un diluvio: bandiera bianca (se è esposta i piloti possono cambiare la moto). Iniziano le corse nella pit-lane con Di Meglio, poi piano piano entrano anche gli altri, ma non tutti. La situazione in pista è Marquez-Pedrosa-Lorenzo che si scambiano continuamente le posizioni. Saggiamente la Yamaha fa rientrare l’unico pilota che gli è rimasto in gara per evitare di perderne un altro: Lorenzo entra e monta sulla moto con le gomme da bagnato.

    Marc Marquez, leader in classifica davanti a Pedrosa, Vale e Lorenzo
    Marc Marquez, leader in classifica davanti a Pedrosa, Vale e Lorenzo

    In realtà anche la Honda  è dello stesso avviso, ma non lo sono i piloti: Pedrosa e Marquez scelgono di continuare i restanti 5 giri con le slick, ma questa decisione finisce per rovinare la gara dei due spagnoli.  Cade Pedrosa prima dell’ingresso in Curva 1: inizialmente la grafica lo segna come OUT insieme ai due italiani, ma in realtà si è rialzato ed ha cambiato moto. Contemporaneamente Marquez cade alla Curva 3, anche lui si rialza e rientra al giro successivo. Fortunatamente per loro, corrono in MotoGP che ha solo 21 piloti, perché se ciò fosse successo in Moto2 o Moto3, sarebbero scivolati oltre la 30° posizione. Allora i due, con moto nuova e gomme da bagnato, riescono ad arrivare 13° e 14°, guadagnando almeno qualche punticino. A quel punto strada spianata per Jorge Lorenzo, che va a vincere per la prima volta in stagione. Il secondo posto è di Aleix Espargaro, che guadagna il primo podio della carriera. Terzo Cal Crutchlow, che perde il fotofinish con lo spagnolo. La classifica è comunque ancora dominata da Marquez, che non perde punti di vantaggio rispetto a Pedrosa e Rossi.

    In Moto2 si interrompe il monologo delle Kalex di Rabat e Kallio con la vittoria di Maverik Vinales, ma è in Moto3 la notizia più bella della giornata: torna al successo Romano Fenati, che ieri in qualifica si era piazzato 13°, oggi è partito malissimo e si è ritrovato 19°, ma da quel momento è iniziata una grandissima rimonta che lo ha portato alla vittoria.

  • Finalmente Vale: Rossi trionfa a Misano

    Finalmente Vale: Rossi trionfa a Misano

    Per la prima volta in stagione la vittoria non va alla Honda: Valentino Rossi e la sua Yamaha trionfano nel GP di San Marino e Riviera di Rimini dedicato a Marco Simoncelli, nato e cresciuto a pochi chilometri da lì. Doppietta Yamaha, dopo Rossi c’è Jorge Lorenzo, seguito da Dani Pedrosa. Il colpo di scena principale arriva a 18 giri dal termine, quando Marc Marquez perde l’anteriore, cade e scivola giù; alla fine lo spagnolo è arrivato 15°, appena dentro la zona punti. E’ il week-end dell’Italia: Dovizioso e Iannone chiudono la top 5.

    La festa del podio di Rossi
    La festa del podio di Rossi

    Tre italiani su cinque nella top 5 e finalmente l’Inno di Mameli che risuona in una pista automobilistica: tra Moto e Formula 1, l’unico che finora aveva regalato all’Italia una vittoria era Romano Fenati in Moto3. La vittoria di Valentino e contemporaneo 15° posto di Marquez sconvolgono la classifica, ma non troppo: i due spagnoli della Honda sono primo e secondo con 289 e 215 punti, poi c’è Rossi a 214. Ritirato Petrucci, mentre quello che si può considerare l’unico pilota di casa, ovvero Alex De Angelis, arriva 14°, davanti a Marquez.

    In Moto2 ancora una volta si ripete il duello Rabat-Kallio. E’ sempre lo stesso il copione: il finlandese parte benissimo, guadagna 3-4 secondi su Rabat e poi, col passare dei giri, si fa superare senza riuscire poi a raggiungere il compagno spagnolo. Gli italiani erano chiamati a una rimonta e così è stato: Morbidelli arriva settimo e guadagna 11 posizioni, mentre Pasini arriva 14°. Sicuramente Folger non ricorderà con piacere questa gara: mentre era al 7° posto gli è arrivata una segnalazione: per aver superato troppe volte il limite di pista (track limit) avrebbe dovuto cedere una posizione, ma dietro di lui c’erano Simon e Morbidelli distanti parecchi secondi. Dopo 8 giri in cui Folger è stato costretto a rallentare, finalmente cede questa posizione, ma nel frattempo gli danno un altra penalità per non aver concesso la posizione. Per evitare la squalifica Folger è costretto a fare il ride trough e arriva 19°.

    Doppietta Honda al fotofinish in Moto3, vince Rins davanti ad Alex Marquez, si accontenta del terzo posto Jack ass Miller. Bellissime prestazioni di Enea Bastianini (5°) e Andrea Migno (8°), male Romano Fenati che arriva 11° (partiva 7°) e Niccolò Antonelli (16°).

  • Marquez batte Lorenzo a suon di carenate. Che duelli in Moto2 e Moto3!

    Marquez batte Lorenzo a suon di carenate. Che duelli in Moto2 e Moto3!

    Un pomeriggio di duelli nelle tre gare motociclistiche di Silverstone. Marc Marquez torna alla vittoria dopo il quarto posto di Brno, facendo a sportellate fino all’ultimo con Lorenzo, che si accontenta ancora una volta del secondo posto. Dietro a loro Valentino Rossi: 191esimo podio in carriera, terzo 3° posto di fila, ottavo podio in stagione.

    MotoGP: in qualifica dietro a Marquez c’era Dovizioso, ma in gara, ancora una volta, il gap si fa sentire. Dietro al terzetto del podio precedentemente citato, arriva Pedrosa, quinto Dovizioso, che può comunque essere soddisfatto della sua prova. Poi finalmente Pol Espargaro, che dopo il ritiro di Brno torna a punti.

    Valentino Rossi
    Valentino Rossi

    Settimo Bradl, ottavo Iannone, nono l’altro Espargaro, Aleix. Chiudono la zona punti Scott ReddingYonny Hernandez, Cal Crutchlow, Karel Abraham, Hiroshi Aoyama Alex De Angelis, che quadagna il primo punto dopo il suo ritorno in classe regina. Chiudono la griglia Camier, Laverty, Petrucci, Barbera, Di Meglio, Parkes e Smith. Non classificato Bautista.

    Mancano ancora 6 gare, ma il vantaggio di Marquez in classifica è grandissimo: 288 punti contro i 199 del compagno di squadra Dani Pedrosa. Terzo Rossi a -10 dallo spagnolo, poi Lorenzo (157). Quinto posto per Dovizioso a 129. Sotto i 100 punti Aleix e Pol Espargaro, rispettivamente con 92 e 88 punti. 81 per Iannone ottavo, chiudono la top ten Bradl, 74, e Smith, 65.

    Moto2: gara entusiasmante in Moto2, con un grandissimo duello tra i compagni di scuderia Rabat e Kallio, con lo spagnolo che ha piano piano guadagnato secondi, per poi rimontare il finlandese nei giri finali, con controsorpasso di Kallio e contro-controsorpasso di Rabat. Terzo Maverik Vinales, quarto il pole-man Zarco. Gli italiani si piazzano sesti con Morbidelli, noni con Pasini, molto più in basso Russo 23°, ritirato Baldassarri. Peccato per Corsi, partito terzo e travolto da Folger, che gli ha fratturato l’ulna sinistra: Simone è stato portato a Oxford ed è stato operato. Intanto il figlio di Rany Mamola, Dakota, è arrivato 30° doppiato di tre giri. Davanti a lui il cinquantenne McWilliams, wild car su una moto sperimentale e Thitipong Warokorn.

    In classifica comanda ancora Rabat, che ha allungato su Kallio: 233 a 216. Terzo Vinales (gli stessi tre in ordine della gara di oggi) con 166 punti. Quarto Aegerter che in gara si è ritirato per una caduta (123). Quinto Corsi a 100 punti pieni. Morbidelli 13° con 43 punti, De Angelis 16° ma fermo a 37 punti per il passaggio in MotoGP. 18° Pasini, 26° Baldassarri, a 0 punti Russo.

    Moto3: come succede quasi sempre in Moto3, finale al cardiopalma. Innanzitutto c’è da dire che per tutta la gara c’è stato un gruppone di 15 piloti, poi Fenati che correva tra il gruppo iniziale e il gruppo dei restanti piloti che lui stesso aveva superato rimontando dalla 22° posizione. Ultimo giro comandato da Enea Bastianini, che poi si è dovuto arrendere alle due Honda di Rins Alex Marquez, che sono arrivati sul traguardo al fotofinish: il risultato è stato la vittoria di Rins per 11 millesimi. Nel giro di rientro a fine gara curioso incidente col ceco Karel Hanika che, distraendosi, ha tamponato Bastianini che stava salutando Rins. Per fortuna il 16enne di Rimini è caduto senza farsi male.