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  • Mondiali 2014: bene Colombia, pari Giappone

    Mondiali 2014: bene Colombia, pari Giappone

    Nella seconda giornata del gruppo C dei Mondiali 2014  la Colombia di mister José Néstor  Pekermann sconfigge la Costa d’Avorio e prenota gli ottavi di finale, nel match serale pareggio senza reti tra Giappone e Grecia.

    La partita tra Colombia e Costa d’Avorio vive di fiammate, ma nel primo tempo  le due formazioni, schierate a specchio, peccano in fase conclusiva. Sono due gli uomini che fanno girare la Colombia: Cuadrado, le cui accellerazioni sono irresistibili, e James Rodriguez, decisivo nei momenti chiave. Da un’invenzione d Cuadrado, culminata con un incrocio dei pali, scocca la scintilla. Il giocatore della Fiorentina sforna il cross dell’1-0 per il colpo di testa puntuale di Rodriguez. Il 2-0 è opera di Quintero, su assist di Gutierrez. La Costa d’Avorio di mister Sabri Lamouchi non s’arrende e con una serpentina di Gervinho riapre la gara, ma l’ingresso di Drogba è ancora una volta tardivo. Contro il Giappone era bastato inserirlo a partita in corso, contro la Colombia serviva il suo impiego dall’inizio.

    La prima palla gol arriva al 6′ con Gutierrez, lancio lungo di Rodriguez per Cuadrado che trova un assist abbastanza casuale per Gutierrez: Teo conclude da fuori, pallone a lato. Al 25′ Tiotè prova un sinistro da fuori con un sinistro pretenzioso: palla alta. Al 28′ occasione Colombia: lancio illuminante di Cuadrado, James Rodriguez pesca al centro Gutierrez che da ottima posizione si divora il gol dell’1-0. Al 32′ Aurier entra in area e piazza il tiro: Ospina respinge. Al 37′ tiro di Die, Zapata fa muro, tiro da fuori area di Serey Die, palla in corner.

    James Rodriguez
    James Rodriguez

     

    Al 57′ occasione Costa d’Avorio: cross di Toure per Bony che tenta un’improbabile rovesciata. Al 59′ lancio di Quintero, Cuadrado se ne va e da posizione defilata prima scarta Boka e poi tira benissimo: Barry si supera con l’aiuto del palo. Al 64′ vantaggio Colombia: assit da corner di Cuadrado, il suo traversone è perfetto, il colpo di testa di Rodriguez è perfetto. Al 70′ raddoppio Colombia: Rodriguez recupera la sfera, la passa a Gutierrez  il cui passaggio per Quintero è perfetto: il neo entrato insacca di fronte a Barry. Al 74′ accorcia le distanze la Costa d’Avorio: Gervinho ubriaca di finte gli avversari in area e segna, Ospina devia ma non riesce a opporsi. Al 89′ conclusione di Quintero da distanza se la cava Barry.

    COLOMBIA-COSTA D’AVORIO: (0-0) 2-1

    Colombia (4-2-3-1): Ospina; Zuniga, Zapata, Yepes, Armero (72′ Arias); Sanchez, Aguillar (79′ Mejia), Cuadrado, Rodriguez, Ibarbo (53′ Quintero); Gutierrez

    Costa d’Avorio (4-2-3-1): Barry; Aurier, Azokora, Bamba, Boka; Die Serey (73′ Bolly), Tiokè; Gervinho, Y. Toure, Gradel (68′ Kalou); Bony (60′ Drogba)

    Arbitro:Webb (inghilterra)

    Ammoniti: 55′ Zokora;

    Il Giappone è inconcludente e nonostante la superiorità numerica dal 38′ per l’espulsione di Katsouranis non scardina la difesa di Santos. Delude la formazione di Alberto Zaccheroni.

    Cosa succede quando una squadra cerca di andare in porta con il pallone e l’altra fa costantemente muro difendendo con 10 uomini? La risposta è uno 0-0 scritto. Giappone e Grecia non regalano un grande spettacolo nel match di Natal: l’occasione di vincere una gara del Mondiale e di raggiungere la Costa d’Avorio a quota 3 punti non è abbastanza stimolante per snaturare il credo di due formazioni facili da leggere: il Giappone ha il demerito di fare un possesso palla inconcludente e la Grecia ha costituito un catenaccio stile anni 60′. L’atteggiamento guardingo non viene scardinato nemmeno dall’espulsione di Katsouranis; a deludere sono gli asiatici di Zaccheroni, ora appesi a un filo per la qualificazione agli ottavi di finale. La Grecia avrà il vantaggio di avere lo scontro diretto con la Costa d’Avorio mentre il Giappone dovrà vedersela con la Colombia.

    Al 11′ perde palla il Giappone, Kone s’invola e conclude da fuori: Kawashima blocca. al 19′ Osako da fuori, tentativo da fuori area dopo una bella azione del Giappone: Karnezis blocca a terra senza problemi. Al 21′ ancora Osako questa volta prova un tiro a giro sul secondo palo; gran tentativo, spunto questa volta valido ma il tiro finisce a lato. Al 29′ calcia bene Honda ma Karnezis riesce a respingere. Al 38′ la Grecia rimane in dieci uomini, espulso Katsouranis intervenuto in ritardo su Hasebe, Al 40′ è sorpresa la difesa giapponese: Torodisis ci prova due volte, il secondo tentativo è pericolosissimo e Kawashima si supera.

    Yoshito Okubo e Sokratis Papastathopoulos
    Yoshito Okubo e Sokratis Papastathopoulos

     

    Al 60′ colpo di testa di Kawashima dice di no in tuffo. Al 68′ palla illuminante di Kagawa, sponda di Uchida dalla destra e Okubo si divora il gol. Al 71′ pasticcia la difesa greca  e Uchida si mangia il gol sotto misura.

    Giappone-Grecia 0-0

    Giappone (4-2-3-1): Kawashima, Uchida, Konno, Yoshida, Nagatomo; Hasebe (45′ Endo), Yamaguchi; Okazaki, Honda, Okubo; Osako ( 57′ Kagawa)

    Grecia (4-4-2): Karnezis, Torosidis, Manolas, Papastathopoulos, Holebas; Fetfatzidis (42′ Karagounis), Maniatis, Katsouranis, Kone (88′ Salpingidis); Samaras, Mitroglou ( 35′ Gekas)

    Arbitro: Joel Antonio Aguillar ( El Salvador)

    Ammoniti: 12′ Hasebe; 27′ Katsouranis; 53′ Samaras; 89′ Torosidis

    Espulsi: 38′ Katsouranis

  • La doppietta del Pistolero Suarez stende l’Inghilterra

    La doppietta del Pistolero Suarez stende l’Inghilterra

    Meno di un mese fa l’infortunio al ginocchio, con susseguente operazione, sembrava averlo messo fuori gioco. Questa sera Tabarez ha avuto bisogno di lui per mantenere vive le speranze mondiali dell’Uruguay e Luis Suarez non solo ha risposto presente ma è stato protagonista assoluto del successo contro l’Inghilterra.

    Luis Suarez
    Luis Suarez

    Suarez con la sua strepitosa doppietta rilancia le ambizioni dell’Uruguay inguaiando l’Inghilterra di Hodgson alla quale non è bastato il primo gol mondiale di Rooney ed adesso alla nazionale dei tre leoni rimane soltanto una minima speranza: battere Costa Rica, magari con diversi gol di scarto e confidare in due successi dell’Italia.

    Come detto Tabarez inserisce Suarez al posto di Forlan al fianco di Cavani, Gimenez in difesa per lo squalificato Lugano e Lodeiro e Gonzalez in mediana.

    Hodgson conferma il 4-2-3-1 inserendo gli stessi 11 giocatori visti nella gara con l’Italia.

    Si parte e nei primi minuti ci sono poche emozioni, se si eccettua una punizione di Rooney fuori di poco a Muslera battuto al 9° ed una conclusione qualche minuto dopo poco sopra la traversa con Rodriguez. Al 27° Cavani dopo uno schema da corner va al tiro, palla alta di poco. La risposta inglese arriva con Rooney che da due passi centra la traversa con un colpo di testa su punizione di Gerrard. Al 38° però l’Uruguay passa in vantaggio, perfetto cross di Cavani e colpo di testa vincente del Pistolero Suarez. Nel finale di tempo rabbiosa reazione inglese ma il risultato non cambia, l’Uruguay va al riposo avanti di un gol.

    Nella ripresa si riparte senza cambi ma con l’Uruguay ancora all’attacco, un riflesso di Hart salva i suoi al 48° dal corner di Suarez. Al 51° errore clamoroso di Cavani che imbeccato perfettamente da Lodeiro, davanti ad Hart calcia a lato. Passano due minuti occasione enorme per Rooney che dentro l’area si libera e calcia ma Muslera sfodera una gran parata e l’Uruguay mantiene il vantaggio. Al 75° arriva il pareggio inglese, azione personale di Johnson che poi mette in mezzo per Rooney che da due passi supera Muslera. La Celeste incassa il colpo e rischia grosso ma al 84° ci pensa nuovamente Suarez a togliere le castagne dal fuoco: lungo lancio di Muslera, Gerrard contrasta Cavani e sfiora di testa la palla che finisce sui piedi di Suarez che una volta entrato in area non lascia scampo ad Hart per il gol del definitivo 2-1.

     

    URUGUAY – INGHILTERRA 2-1 (1-0) (38°, 84° Suarez (U), 75° Rooney (I))

    URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, Pereyra; Gonzalez (78° Fucile), Rios, Lodeiro (67° Stuani), Rodriguez; Cavani, Suarez (87° Coates)

    Allenatore: Tabarez

    INGHILTERRA (4-2-3-1): Hart; Johnson, Cahill, Jagielka, Baines; Henderson (87° Lambert) Gerrard; Welbeck (71° Lallana), Rooney, Sterling (64° Barkley); Sturridge

    Allenatore: Hodgson.

    Arbitro: Velasco Carvalho

    Ammoniti: Godin (U), Gerrard (I)

  • Adios España, il Cile elimina i campioni del mondo

    Adios España, il Cile elimina i campioni del mondo

    Incredibile, impensabile, impronosticabile alla vigilia ed invece è tutto vero, la Spagna è matematicamente eliminata dal mondiale brasiliano con un turno d’anticipo.

    La delusione delle "Furie Rosse"
    La delusione delle “Furie Rosse”

    Dopo i primi scricchiolii del Tiki Taka del Barcellona, adesso è arrivata anche la conferma da parte delle nazionale: il tipo di gioco tanto caro alle Furie Rosse ha ormai imboccato il viale del tramonto portandosi dietro la conclusione di un ciclo che ha comunque infilato in successione Euro 2008, Mondiale 2010 ed Euro 2012.

    Il giustiziere della Spagna, dopo la Manita incassata dall’Olanda, è stato il Cile che guidato dal tecnico Sampaoli ha impostato la gara con grande corsa, grande grinta e buone giocate. Del Bosque per questa gara fondamentale propone dei cambi nella formazione iniziale con Xavi e Pique in panchina e Javi Martinez e Pedro in campo in un 4-2-3-1 che vede ancora Diego Costa punta.
    Sampaoli lascia in panchina Valdivia spostando Vidal alle spalle della coppia Sanchez-Vargas, schierando i suoi con il 4-3-1-2.

    Ci si aspetta partenza super degli iberici invece nel primo minuto è il Cile a creare due limpide palle gol. La Spagna cresce pian piano e al 15° Xabi Alonso si trova dinanzi a Bravo ma il portiere del Cile salva tutto. 19° minuto prima svolta della gara, grande azione di squadra del Cile con Aranguiz che serve Vargas, il calciatore di proprietà del Napoli fa sedere Casillas e segna il vantaggio. Al 27° la Spagna ha la chance di pareggiare ma Diego Costa non colpisce bene e la palla finisce sull’esterno della rete. Al 43° arriva il raddoppio del Cile: calcio di punizione di Sanchez, Casillas respinge ma la palla giunge ad Aranguiz che rapidamente controlla e calcia per il raddoppio. Si va al riposo sul 2-0 per i sudamericani.

    Nella ripresa nei primi 10 minuti la Spagna costruisce 2 palle gol, al 48° palla in verticale di Iniesta per Diego Costa che non è rapido nella giocata e vede la sua conclusione sporcata da Isla ed al 53° Busquets a due passi dalla linea di porta, solissimo dopo una rovesciata di Diego Costa, calcia incredibilmente fuori. La Spagna ci prova ma è il Cile a rendersi insidioso in contropiede, clamoroso il gol fallito da Isla. Nel finale gli spagnoli si rendono pericolosi con alcune conclusioni da fuori sventate da Bravo, ma niente più. Al triplice fischio di Geiger è festa per il Cile, che insieme all’Olanda si qualifica matematicamente agli ottavi, mentre è nottata amara per una Spagna che da l’addio al mondiale dopo solo due gare giocate.

     

    SPAGNA – CILE 0-2 (0-2) (19° Vargas, 43° Aranguiz)

    SPAGNA (4-2-3-1): Casillas; Azpilicueta, Javi Martinez, Sergio Ramos, Jordi Alba; Busquets, Xabi Alonso (46° Koke); Pedro (76° Santi Cazorla), Iniesta, David Silva; Diego Costa (64° Torres).

    Allenatore: Del Bosque.

    CILE (4-3-1-2): Bravo; Isla, Medel, Jara, Mena; Aranguiz (64° Gutierrez), Diaz, Silva; Vidal (88° Carmona); Sanchez, Vargas (84° Valdivia).

    Allenatore: Sampaoli.

    Arbitro: Geiger.

    Ammoniti: Vidal (C), Xabi Alonso (S), Mena (C)

     

  • Da chi è Darmian all’infortunio del fisioterapista. Le 10 cose più strane di Brasile 2014

    Da chi è Darmian all’infortunio del fisioterapista. Le 10 cose più strane di Brasile 2014

    Questi Mondiali 2014 in Brasile sono partiti con diverse situazioni mai verificatesi nelle precedenti edizioni. Che la situazione non sia delle più rosee lo si era capito man mano che i giorni passavano e, inesorabilmente, si avvicinava il giorno della prima partita che ha inaugurato la manifestazione. Alcuni stadi non sono ancora completamente pronti. Proviamo ad elencare le situazioni più curiose che si sono verificate in questo avvio di Mondiale:

    1) Niente inno per la Francia
    Quello che si è verificato a Porto Alegre prima dell’ inizio della partita tra Francia e Honduras valida per il gruppo E; qualcosa di unico, qualcosa che speriamo non si verifichi mai più: Squadre schierate al centro del campo in attesa dell’inizio degli inni nazionali ma, i secondi passano, e non parte la musica. Nessuna spiegazione è stata fornita per il disservizio andato in scena allo stadio di Porto Alegre. Nell’imbarazzo generale i giocatori si salutano, si scambiano la stretta di mano e il match ha inizio senza un momento sempre bello, suggestivo ed emozionante.

    2) L’infortunio del Fisioterapista
    Malore a bordocampo? Macchè. Le immagini di fine primo tempo relative all’infortunio di un componente della panchina inglese non avevano nulla a che fare con un colpo di calore o simili. La realtà è che il fisioterapista della nazionale inglese, Gary Lewin, festeggiando il gol dell’1-1 si è storto la caviglia crollando malamente a terra. Lo stesso C.t. della nazionale Roy Hodgson ha descritto la dinamica dell’accaduto nella conferenza stampa post-partita: “Lewin ha saltato per festeggiare il gol di Sturridge ed è ricaduto su una bottiglietta d’acqua, storcendosi la caviglia”. Situazione paradossale!

    L'infortunio del Fisioterapista inglese
    L’infortunio del Fisioterapista inglese

    3) Lo spray dell’arbitro
    Josep Blatter aveva detto si già alla fine del 2013 ma per il debutto dello spray che limita la barriera si è dovuto aspettare fino alla prima partita mondiale tra Brasile e Croazia. Un modo per segnare il limite di 9 metri e 15 centimetri che devono esserci tassativamente tra la barriera e il pallone da calciare. Il sistema è stato approvato dopo essere stato testato nel campionato brasiliano e nei continentali under 17 e 20. “Credo sia un’ottima cosa cosi si perderà meno tempo in discussioni al momento di battere un calcio di punizione al limite. Tutti gli arbitri che hanno utilizzato questo sistema ne sono rimasti entusiasti”. Queste sono state le parole con cui Joseph Blatter, Presidente della Fifa, aveva sostenuto l’utilizzo dello spray che limita la barriera nei Mondiali 2014.

    4) L’occhio di Falco
    E’ il minuto 48 di Francia-Honduras partita non entusiasmante ma destinata ad entrare nella storia dei Mondiali di Calcio. Valbuena pesca in area con un cross Benzema che calcia al volo di sinistro: la palla colpisce il palo interno, attraversa lo specchio della porta, sbatte sullo sfortunato portiere honduregno, che prova con un riflesso ad evitare che superi la linea. A placare le polemiche interviene l’occhio di falco, la grande novità tecnologica di questi Mondiali.
    E’ la prima rete nella storia della Coppa del Mondo ad essere convalidata grazie alla tecnologia. Un’autorete a dire il vero, visto che l’ultimo tocco è stato di Valladares, portiere honduregno. Il pensiero corre indietro a tutti i clamorosi gol fantasma che l’impiego della tecnologia avrebbe potuto evitare: agli ottavi di finale di Sudafrica 2010 quando non venne assegnata una rete a Lampard sul punteggio di 2-1 per la Germania; agli Europei 2012 quando i padroni di casa dell’Ucraina furono eliminati dall’Inghilterra per 1-0 anche per un gol non convalidato a Devic. Da Brasile 2014 niente più dubbi in quanto gli arbitri possono avvalersi del supporto del cosiddetto occhio di falco.

    5) Il mancato time out

    Italia-Inghilterra è stata una partita epica, ma è assurdo non aver consentito i time out“. La soddisfazione di Cesare Prandelli per la vittoria al debutto con l’Inghilterra è smorzata dal rammarico per la decisione della Fifa di non autorizzare il time out, la pausa del gioco consuetudine nel basket, il quale  è stata autorizzata dalla Fifa per consentire ai calciatori di prendere fiato quando le condizioni climatiche sono tali da consentire un pericolo alla salute dei calciatori. In base ai rilevamenti raccolti dalle previsioni meteo, a dare il via libera prima di ogni match sarà solamente un medico della Fifa. Per fortuna a sbloccare il risultato ci ha pensato Claudio Marchisio, uno dei migliori della serata di gloria nell’inferno di caldo e umidità di Manaus :”Ci sembrava di avere delle allucinazioni perchè faceva troppo caldo ed era difficile giocare in queste condizioni“.

    6) Il selfie della Merkel

    La cancelliera tedesca Angela Merkel ha festeggiato prima in tribuna poi negli spogliatio, la vittoria roboante della Germania per 4-0 sul Portogallo. La cancelliera a fine match è stata fotografata con tutta la squadra tedesca negli spogliatoi e poi ha fatto un selfie con l’attaccante della nazionale Lukas Podolski: nella foto si vede il calciatore dell’Arsenal con il pollice alzato e la Merkel sorridente. L’immagine postata sul profilo facebook del calciatore ha avuto una diffusione immediata con oltre 400.000 “mi piace”. Più di 27000 persone hanno condiviso  il “selfie” sui profili dei social network.

    Il Selfie della cancelliera tedesca Angela Merkel
    Il Selfie della cancelliera tedesca Angela Merkel

    7) Le formiche nella stanza di Muslera

    La Polizia Federale sospetta che la colonia di termiti che hanno invaso il letto del portiere della nazionale uruguaiana Fernando Muslera, sia un sabotaggio, come riportato da ‘Tribuna do Ceará’. “Sono state ispezionate tutte le stanze alla ricerca degli artefatti, agenti chimici e nucleari. Poi la stanza è stata sistemata dai camerieri dell’hotel e consegnato alla Fifa“, ha affermato una fonte della Polizia, secondo la quale, le 43 stanze dell’Hotel Marina Park nella città di Fortaleza, nel quale si era sistemata la nazionale uruguaiana prima del suo debutto Mondiale con la Costa Rica, avevano superato tre ispezioni di sicurezza da parte di sei agenti federali, quattro soldati dell’Esercito e quattro tecnici della Commissione Nazionale di Energia Nucleare. “E’ impossibile che questi uomini non abbiano visto l’infestazione” ha spiegato la fonte.

    8) I tifosi della nazionale Giapponese puliscono le tribune

    Poche ore dopo la fine del match tra Costa d’Avorio-Giappone hanno iniziato a circolare sul web foto di alcuni tifosi giapponesi che, al termine del match perso della nazionale nipponica, nonostante l’iniziale vantaggio firmato da Honda, sono rimasti sugli spalti dell’Arena Pernambuco per ripulire la spazzatura dal proprio settore.
    Immagini che purtroppo  non possono che essere definite incredibili, se si considerano le condizioni in cui viene lasciata la maggior parte degli stadi Europei dopo un incontro di calcio. Eppure scene del genere sono la normalità in Giappone, dove i tifosi sono soliti ripulire le tribune prima di uscire dall’impianto sportivo. Grazie ai suoi educatissimi supporters il Giappone si è meritato di diritto il titolo di  campione del Mondo di civiltà.

    9) Who is Darmian

    “Who is Darmian”? E’ questa la domanda che dalle tribuna stampa di Manaus i giornalisti inglesi hanno ripetutamente posto ai colleghi. Un debutto più che soddisfacente per il talento granata che ha sorpreso i più scettici sulla sua convocazione alla vigilia del big match del Gruppo D di Brasile 2014. “Se me l’avessero detto 8 mesi fa mi sarei messo a ridere ma ora voglio sfruttare al massimo questa opportunità” – ha dichiarato il giocatore al termine della gara. Ora Matteo deve concentrarsi sulla seconda importante gara in azzurro in  modo che nessuno al mondo poi si debba chiedere “Who is Darmian?”.

    10) Donna nuda nell’hotel inglese

    Una donna, nuda, in Brasile, sul balcone di un albergo a quattro stelle, non desta alcuno scalpore. Però, se questo albergo è a Rio, dove alloggia la nazionale Inglese, e non è nessuna delle fidanzate dei calciatori, allora tutto assume un’altra prospettiva. Una bella ragazza, dall’identità sconosciuta su un balcone del Royal Tulip. Le fidanzate e mogli non saranno certo contente dell’episodio, e neanche Roy Hodgson il quale ha bisogno di preparare con calma e serenità la sfida con l’Uruguay.

    Il giornalista del Daily Star ha dichiarato:”La ragazza non era per nulla timida, sembrava volesse attirare l’attenzione, sapendo che giù in strada c’erano tantissimi giornalisti pronti a fare foto“. Desta perplessità il fatto che una perplessa sconosciuta si sia imbucata all’interno dell’hotel degli inglesi e abbia potuto girare nuda sul balcone.

  • Mondiali 2014: Brasile e Messico si dividono la posta in palio

    Mondiali 2014: Brasile e Messico si dividono la posta in palio

    Nella seconda giornata del gruppo A il Brasile e il Messico non vanno oltre lo 0-0. Ora le due compagini si trovano appaiate a 4 punti anche se il Brasile è davanti per il discorso della differenza reti.

    Messico Brasile
    Messico Brasile

    Il Brasile rimane in testa al proprio girone, ma trova di fronte un Messico che sfiora tante, troppe volte il vantaggio e che ridimensiona la festa brasiliana con una prestazione generosa e coraggiosa allo stesso tempo; quasi perfetta in difesa, comunque soddisfacente anche dal punto di vista offensivo. La squadra di Scolari non gioca un calcio spettacolare, ma si accende quando Neymar o Oscar cambiano marcia. Favolosa prestazione di Ochoa che, respinge il Brasile di Luis Felipe Scolari, e mantiene imbattuta la propria porta in questo Mondiale: il portiere classe 1985 dell’Ajaccio  è stato in assoluto il migliore in campo. Ora il Brasile è chiamato al successo con il Camerun mentre si fa più delicata la situazione della Croazia che dovrà dare tutto domani con il Camerun e poi proprio con la squadra di Herrera.

    Al 11′ prima occasione per il Brasile: destro di Fred di poco a lato. Al 24′ occasione Messico con il destro di Herrera, fantastica conclusione dalla distanza che trova il tocco di Julio Cesar. Al 26′ occasione per Neymar: di testa la stella brasiliana interviene sul bel cross di Dani Alves e costringe il portiere messicano al tuffo plastico. Al 29′ conclusione dalla distanza di Oscar e parata a terra di Ochoa. Al 41′ occasione per Vasquez: Guardado stoppa un pallone ribattuto dalla difesa brasiliana, supera netto Dani Alves, la mette per Herrera che cede a Vasquez il cui tiro supera Julio Cesar ma sfiora il palo. Il Brasile ha creato più opportunità ma il Messico non è rimasto a guardare.

    Al 48′ Rodriguez salva il Messico: senza la sua copertura avrebbe realizzato Neymar su cross di Bernard. Al 55′ palla gol Messico: conclusione di sinistro di Vasquez palla fuori, alta sopra la traversa. Al 57′ è Herrera col sinistro a mandare la palla alta di poco. Al 60′ sinistro di Guardado, tiro poco preciso che termina alto. Al 63′ destro di Neymar centrale Ochoa respinge. Al 69′ occasione per Neymar: in area stoppa e calcia di sinistro trovando il petto di Ochoa. Al 86′ Ochoa miracoloso il suo riflesso sul colpo di testa ravvicinato di Thiago Silva su splendida punizione di Neymar. Al 90′ destro di Jimenez e respinta di J. Cesar.

    BRASILE-MESSICO 0-0

    BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Dani ALves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Luis Gustavo, Paulinho; Ramires (45′ Bernard), Neymar, Oscar (84′ Willian); Fred (68’Jo).

    MESSICO (5-3-2) Ochoa; Aguillar, Rodriguez, Marquez, Moreno, Layun; Herrera (76′ Fabian), Vasquez, Guardado; G. Dos Santos (84′ Jimenes), Peralta (73′ Hernandez).

    ARBITRO: Cakir (Turchia)

    AMMONITI: Ramires 44′; 57′ Aguillar; 62′ Vasquez; 79′ Thiago Silva

     

  • Nazionale, tutti pazzi per Matteo Darmian

    Nazionale, tutti pazzi per Matteo Darmian

    Nella gara d’esordio al Mondiale, nel torrido clima di Manaus, tra Italia ed Inghilterra, si è messo in luce uno di quei calciatori che avrebbero potuto soffrire la gara in quanto esordiente in una competizione ufficiale per nazionali, stiamo parlando di Matteo Darmian.

    Matteo Darmian
    Matteo Darmian

    La prestazione del difensore del Torino è stata di tale livello che ha lasciato stupiti gli inglesi, che probabilmente non conoscendolo bene si solo lasciati andare ad un “Who is Darmian?”.

    Chi è Darmian? Un buon esterno che grazie alla stagione molto positiva fatta con la maglia granata, agli ordini di mister Ventura, si è conquistato un posto nei convocati in Brasile e anche grazie alle prestazioni nelle amichevoli si è ritagliato un ruolo da titolare confermando tutte le sue qualità nel match d’esordio contro la squadra dei tre leoni.

    Oltre le qualità sul campo, Darmian ha dimostrato anche sicurezza nell’esordio e così ha parlato a fine partita, come riportato da “La Gazzetta dello Sport”:

    Alla fine ero cotto. Il caldo e l’umidità si facevano sentire, ma come per noi c’erano anche per loro. Abbiamo portato a casa una vittoria importantissima per nostro cammino che ci porta entusiasmo, ora andiamo avanti così. Una vittoria epica? Non so, ma certamente importante contro un avversario tosto, forte. Siamo scesi in campo con la giusta motivazione e abbiamo fatto una grande prestazione. Se me l’avessero detto 8 mesi fa mi sarei messo a ridere, era il mio sogno di bambino, ma sinceramente non ci pensavo, dal primo giorno però ho messo impegno e umiltà per migliorare, è arrivata la convocazione, ora voglio sfruttare al massimo questa opportunità. Certo, all’inizio un po’ di tensione c’era, ma tutti i messaggi d’incoraggiamento che mi sono arrivati dall’Italia mi hanno dato la carica. Occhio però, perché il passaggio del turno non è ancora ipotecato, abbiamo visto che la Costa Rica è una squadra forte che merita rispetto. La vittoria? La vogliamo dedicare a Buffon e a Montolivo, che doveva essere qui con noi.

    Ed ora sono tutti pazzi per Darmian, dalla Juventus, alla Roma e c’è persino la possibilità di un ritorno al Milan che dopo averlo cresciuto nelle giovanili non ha poi creduto in lui.

    Cairo però non pare così intenzionato a mollare la presa, dopo aver ceduto Immobile e con il rischio partenza di Cerci non vorrebbe privarsi del suo gioiellino.

    Intanto però Darmian deve pensare alla maglia azzurra, a proseguire il cammino ben iniziato nella prima gara, per il futuro c’è ancora tempo e la vetrina mondiale potrebbe aprirgli anche altre possibilità in modo che nessuno al mondo poi si debba chiedere “Who is Darmian?”.

  • Con un gioiello di Messi, l’Argentina supera la Bosnia

    Con un gioiello di Messi, l’Argentina supera la Bosnia

    Una partita che ha un po’ deluso le aspettative, non c’è stato lo spettacolo che ci si attendeva da una delle favorite, l’Argentina ed una debuttante piena di talento come la Bosnia. Ad impreziosire la serata del Maracanà però ci ha pensato Leo Messi che con una giocata delle sue ha ritrovato il gol che ai mondiali gli mancava da Germania 2006.

    Leo Messi
    Leo Messi

    Il Ct Sabella però non ha molto da esser contento, l’Albiceleste non ha brillato, dopo l’iniziale vantaggio causato dall’autogol di Kolasinac al 2° minuto non ha saputo imporsi contro una Bosnia che per diversi minuti è parsa abulica e poco convinta. Gli uomini di Susic hanno avuto poi una buona reazione culminata con la rete di Ibisevic a cinque minuti dalla fine che ha messo un po’ di preoccupazione, ma niente più, agli argentini.

    Per quanto riguarda le formazioni, Sabella rinuncia in partenza ad Higuain schierando un 3-5-2 con Campagnaro, Fernandez e Garay in difesa e la coppia Messi-Aguero in attacco.

    La Bosnia ha risposto con un 4-2-3-1 con Hajrovic in mediana, un trio sulla trequarti formato da  Lulic, Misimovic e Pjanic e la stella del Manchester City Edin Dzeko di punta.

    Si parte e subito l’Argentina si trova in vantaggio, Messi calcia una punizione da posizione laterale in area, Rojo la sfiora ed il pallone carambola addosso a Kolasinac e finisce nella porta della Bosnia. Gli uomini di Susic non riescono ad abbozzare un immediata reazione e nemmeno gli argentini combinano niente di che, Messi ci prova ma non riesce quasi mai a rendersi pericoloso. Al 32° una conclusione da fuori di Mascherano costringe Begovic alla respinta. Nel finale occasione per la Bosnia con Lulic su azione da corner ma Romero ha il riflesso giusto e respinge.

    Nella ripresa l’Argentina entra in campo con Gago ed Higuain per Maxi Rodriguez e Campagnaro, passando dal 3-5-2 al 4-3-3 ma i ritmi sono ancora troppo bassi e si fa notare soltanto la Bosnia con qualche tiro da fuori. Al 60°  inizia ad accendersi Messi e sarò il preludio al gol che arriva al 65°: triangolo lungo con Higuain, poi la Pulce si accentra, salta l’uomo e dal limite piazza il tiro che bacia l’interno del palo e si infila in porta. A questo punto la Bosnia si getta in avanti, rischia di prendere il 3-0 ma Aguero fallisce e poi riesce ad accorciare con Ibisevic che al 85° si presenta in area e piazza il pallone tra le gambe di un incerto Romero. Non c’è però più tempo l’Argentina vince 2-1, Messi si è sbloccato ma questo non può bastare ad una squadra che punta alla coppa.

     

    ARGENTINA – BOSNIA 2-1 (1-0) (2° aut. Kolasinac (B), 65° Messi (A), 85° Ibisevic (B))

    ARGENTINA (3-5-2): Romero ; Campagnaro (46° Gago), Fernandez , Garay; Rojo, Di Maria, Mascherano, Rodriguez (46°  Higuain), Zabaleta; Aguero (87° Biglia), Messi.

    Allenatore: Sabella.

    BOSNIA (4-2-3-1): Begovic; Bicakcic, Kolasinac, Mujdza (68° Ibisevic), Spahic; Besic, Hajrovic (71° Visca); Lulic, Misimovic (74° Medunjanin), Pjanic;  Dzeko.

    Allenatore: Susic.

    Arbitro: Aguilar.

    Ammoniti: Rojo (A), Spahic (B).

  • Sorpresa Costa Rica, sconfitto per 3 a 1 l’Uruguay

    Sorpresa Costa Rica, sconfitto per 3 a 1 l’Uruguay

    Incredibile, senza dubbio è questa la parola giusta per descrivere il risultato finale di Uruguay-Costa Rica. In pochi avrebbero pronosticato alla vigilia un successo dei Ticos sulla Celeste, sopratutto se si pensa che al 23° gli uomini di Tabarez avevano trovato il gol del vantaggio con Cavani dal dischetto. La squadra di Pinto però non si è disunita, è tornata in campo con uno spirito diverso e non appena si è accesa la stellina Joel Campbell ha saputo rimontare ed allungare su un Uruguay che non ha avuto la forza di reagire ma anzi nel finale ha visto il passivo dilatarsi.

    Adesso le cose nel Gruppo D cambiano, la cenerentola ha sconfitto l’Uruguay e, in attesa di Inghilterra-Italia , ha conquistato il primo posto e siamo certi che anche nelle prossime gare i Ticos venderanno cara la pelle per cercare di essere la sorpresa del mondiale.

    L'esultanza di Joel Campbell
    L’esultanza di Joel Campbell

    Per quanto riguarda le formazioni Tabarez schiera l’Uruguay con il 4-4-2 rinunciando a Suarez e schierando Cavani-Forlan di punta.

    Pinto invece mantiene un prudente 5-4-1 con Campbell unica punta e con Ruiz pronto a dargli una mano.

    Nel primo quarto d’ora non succede praticamente niente, se si eccettua un gol annullato a Godin per fuorigioco. Passa un minuto e Cavani fallisce una clamorosa palla gol, da solo in area calciando malamente. Al 23° l’Uruguay trova il vantaggio, trattenuta in area su Lugano, per l’arbitro è rigore, dal dischetto Cavani trasforma. Il Costa Rica reagisce con una bella giocata di Campbell ed un palo esterno colpito in mischia. Nel finale di tempo altra chance per il Costa Rica che non sfrutta un’uscita sbagliata di Muslera ed un minuto dopo è strepitoso Navas nel salvare una conclusione di Forlan che dopo una deviazione si stava infilando sotto la traversa, si va quindi al riposo sul 1-0 Uruguay.

    Nella ripresa partenza super di Costa Rica, prima Muslera salva su Duarte, poi però al 53° ed al 57° arriva l’uno-due che manda al tappeto la Celeste: cross di Gamboa, controllo di Campbell ed è pareggio, calcio di punizione di Bolanos, si avventa Duarte che di testa batte Muslera. L’Uruguay subisce il colpo, non riesce praticamente mai a reagire, anzi è Campbell al 63° a sfiorare il palo con un siluro da lontano. Al 69° segni di vita dei sudamericani con Cavani che in due occasioni prova a rendersi pericoloso ma la difesa prima e Navas poi sbrogliano. Nel finale ci si aspetta l’assedio dell’Uruguay ma al 84° Campbell con un geniale passaggio in verticale mette in porta Urena che al primo pallone toccato della gara fa 3-1 che sarà poi il risultato finale. Da segnalare nel recupero un brutto fallo di Pereira su Campbell che gli costa il rosso.

     

    URUGUAY – COSTA RICA 1-3 (1-0) (23° rig. Cavani (U), 53° Campbell (C), 57° Duarte (C), 84° Urena (C))

    URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Lugano, Godin, Pereira; Stuani, Rios, Gargano (60° Gonzalez), Rodriguez (76° Hernandez); Cavani, Forlan (60° Lodeiro).

    Allenatore: Tabarez.

    COSTA RICA (5-4-1): Navas; Gamboa, Duarte, Gonzalez, Umana, Diaz; Ruiz (82° Urena), Borges, Tejeda (74° Cubero), Bolanos (88° Barrantes); Campbell.

    Allenatore: Pinto.

    Arbito: Brych.

    Ammoniti: Lugano (U), Gargano (U), Caceres (U).

    Espulso: Pereira (U).

     

     

  • Messico-Camerun sotto il diluvio la decide Peralta

    Messico-Camerun sotto il diluvio la decide Peralta

    Un gol di Peralta al 61° permette al Messico di battere il Camerun e conquistare i 3 punti che permettono agli uomini di Herrera di agganciare in vetta al girone il Brasile.

    Oribe Peralta
    Oribe Peralta

    Un buon Messico che si è visto anche annullare due gol regolari per fuorigioco e che ha fatto la partita per quasi tutto l’arco della gara. Il Camerun invece è apparso fin troppo timido limitandosi ad un palo esterno di Eto’o nel primo tempo ed una grossa chance al 91° salvata dal portiere dei centramericani. Quello che preoccupa della squadra africana, oltre ad un atteggiamento troppo remissivo è stata la mancata reazione dopo il vantaggio di Peralta, Finke avrà molto da lavorare per tentare una difficile qualificazione.

    Per quanto riguarda le formazioni il Messico scende in campo con il 3-5-2 rinunciando almeno dall’inizio al Chicharito Hernandez e puntando sulla coppia d’attacco Peralta-Dos Santos.

    Il Camerun invece si schiera con un 4-3-3 confidando nel talento del capitano Eto’o al centro dell’attacco affiancato da Choupo-MotingMoukandjo.

    Si parte sotto una pioggia torrenziale ed è subito il Messico a fare la gara chiudendo nella propria metà campo il Camerun. Al 11° Herrera crossa in mezzo, Dos Santos gira di prima e trova il gol ma il guardalinee alza la bandierina ed annulla, fuorigioco dubbio. Al 16° Choupo-Moting segna, ma il gioco è fermo per il netto fuorigioco di Eto’o. Pian piano la squadra africana cresce e al 21° ha una grande chance: super giocata di Assou-Ekotto che serve in area Eto’o, il capitano del Camerun calcia di prima ma scheggia il palo. Il Messico passato lo spavento riprende a spingere e al 29° Dos Santos si vede annullare ancora un gol per fuorigioco, ma la palla giunta al messicano, su azione di corner, era stata toccata da Choupo-Moting, quindi la rete non era da annullare. Si va al riposo sullo 0-0.

    Nella ripresa il copione non cambia ed al 47° Peralta ha una grossa chance ma il portiere nigeriano è bravo a chiudere sulla conclusione del messicano. Al 58° si rivede anche il Camerun con una punizione di Assou-Ekotto deviata dalla barriera che spaventa Ochoa. La svolta della gara arriva al 61°: palla in verticale per Giovani Dos Santos che però non riesce a superare Itandje, sulla respinta del portiere però è lesto Peralta che deposita in rete a porta vuota. Ci si aspetta la reazione del Camerun ma a parte qualche mischia da corner non accade nulla sino al 91° quando Moukandjo gira di testa vedendo la risposta plastica di Ochoa che blocca. Al 92° avrebbe una chance anche  Hernandez, entrato al 73°, ma solo in area colpisce male calciando alto.  Non c’è più tempo al fischio finale, con la pioggia che continua a cadere, festeggia il Messico.

     

    MESSICO – CAMERUN 1-0 (0-0) (61° Peralta)

    MESSICO (3-5-2): Ochoa; Rodriguez, Marquez, Moreno; Layun, Herrera (91° Salcido), Guardado (68° Fabian), Vazquez, Aguilar; Peralta (73° Hernandez), Dos Santos.

    Allenatore: Herrera.

    CAMERUN (4-3-3): Itandje; Djeugoue (46° Nounkeu), Chedjou, Nkolou, Assou-Ekotto; Song (79° Webo), Mbia, Enoh; Moukandjo, Eto’o, Choupo-Moting.

    Allenatore: Finke.

    Arbitro: Roldan.

    Ammoniti: Moreno (M), Nounkeu (C)

  • Neymar ed un errore arbitrale salvano un Brasile poco brillante

    Neymar ed un errore arbitrale salvano un Brasile poco brillante

    Dalla partita d’esordio del Mondiale 2014 molti si sarebbero aspettati un Brasile brillante, spettacolare con una Croazia che avrebbe dovuto fare la figura di semplice Sparring Partner, così non è stato assolutamente. Il risultato di 3-1 finale è decisamente bugiardo, la Croazia se l’è giocata ampiamente, ha trovato il vantaggio dopo pochi minuti grazie all’autogol di Marcelo, e non si è fatta spaventare ne dal pareggio di Neymar nè dal rigore sostanzialmente inesistente concesso a Fred e trasformato dallo stesso Neymar a 20 dalla fine. Il 3-1 nei minuti di recupero di Oscar ha solo confermato il successo dei verdeoro punendo una bella Croazia, nonostante un pessimo Pletikosa, che avrà occasioni di rifarsi nelle prossime due gare.

    Scolari conferma la formazione pronosticata negli scorsi giorni con Julio Cesar tra i pali, Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz e Marcelo in difesa, Luiz Gustavo e Paulinho in mediana, Fred di punta con Oscar, Neymar ed Hulk alle sue spalle.

    Anche la Croazia schiera il 4-2-3-1 con Pletikosa in porta, Srna, Corluka, Lovren e Vrsaljko in difesa, Rakitic e Modric in mediana, Perisic, Kovacic ed Olic trequartisti con Jelavic a sostituire lo squalificato Mandzukic in attacco.

    Neymar
    Neymar

    Pronti via con possesso palla lento dei brasiliani, i croati invece ripartono bene e spaventano al 7° i tifosi verdeoro con un colpo di testa di Olic fuori di poco. E’ comunque l’antipasto del gol che arriva al 10°, cross rasoterra di Olic, Jelavic la sfiora causando l’autogol di Marcelo. Il Brasile sembra scosso e oltre a qualche corner la prima vera occasione arriva al 20° con un tiro di Paulinho respinto da Pletikosa. Passano due minuti e Neymar s’inventa la giocata, il pallone viene messo fuori dalla difesa e Oscar lascia partire un tiro respinto dal portiere croato. Al 29° arriva il pareggio, grande colpo di testa di Jelavic parato da Julio Cesar, sul ribaltamento di fronte Neymar riceve dopo una serie di rimpalli a centrocampo e con un tiro non potente ma angolato batte Pletikosa. Nell’ultimo quarto d’ora non accade altro e si va al riposo sul 1-1.

    Nella ripresa si riparte senza cambi e con ritmi bassi, tant’è che la prima occasione è un calcio di punizione alto di Dani Alves al 66°. Al 70° la svolta della partita: Fred in area accentua nettamente un leggerissimo contatto con Lovren e cade a terra ingannando l’arbitro Nishimura che concede il rigore. Dal dischetto, dopo mille proteste croate, si presenta Neymar che non calcia benissimo ma Pletikosa riesce solo a toccare senza poter respingere, Brasile in vantaggio. La Croazia non molla, troverebbe anche il 2-2 ma a gioco fermo per fallo sul portiere brasiliano, e nel finale dopo una buona occasione per Perisic e Brozovic, entrato per Kovacic, subisce il 3-1 di Oscar abile a colpire di punta dal limite al minuto 91°, chiudendo definitivamente la gara.

    Dunque il Brasile porta a casa i tre punti grazie ad un ottimo Oscar, alla doppietta di Neymar e ad un errore arbitrale. La Croazia se smaltirà la rabbia di questa sconfitta ha dimostrato di potersela giocare e di poter puntar al passaggio del turno.

    BRASILE – CROAZIA 3-1 (1-1) (10° aut. Marcelo (B), 29°, 70° rig. Neymar (B), 91° Oscar (B))

    BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Luiz Gustavo, Paulinho (63° Hernanes); Hulk (68° Bernard), Oscar, Neymar (87° Ramires); Fred.

    Allenatore: Scolari

    CROAZIA (4-2-3-1): Pletikosa; Srna, Corluka, Lovren, Vrsaljko; Rakitic, Modric; Perisic, Kovacic (60° Brozovic), Olic; Jelavic (78° Rebic).

    Allenatore: Kovac.

    Arbitro: Nishimura.

    Ammoniti: Neymar (B), Corluka (C), Lovren (C), Luiz Gustavo (B).