Il calcio riesce spesso a raccontare storie che hanno dell’incredibile, vere e proprie favole che capitano così all’improvviso e si concretizzano con il lieto fine, una di queste l’abbiamo vissuta proprio ieri sera, stiamo parlando di ciò che è accaduto al difensore tedesco della Sampdoria Shkordan Mustafi.
Mustafi, dopo un buon campionato in maglia blucerchiata, si era meritato l’inserimento nella lista dei preconvocati del Ct Low ed aveva svolto la prima parte del ritiro insieme ai connazionali. Giunti però al momento delle scelte il selezionatore tedesco aveva deciso di scartare il giovane Shkordan che quindi non avrebbe dovuto far parte della spedizione della Germania a Brasile 2014.
Il giovane difensore quindi si prepara per partire per le vacanze ma ecco che il destino ci mette lo zampino: nell’ultima amichevole di preparazione al mondiale contro l’Armenia Marco Reus si infortuna gravemente e deve dire addio alla manifestazione iridata e a questo punto la ruota decide di girare in favore di Mustafi.
Stavo portando la macchina dal meccanico per alcuni lavoretti di manutenzione, sento squillare il telefono ed è Low, così scopro che sono il primo degli esclusi e che mi vuole portare ai Mondiali. Una sorpresa stupenda. Mi ha confessato che è stata dura lasciarmi fuori dall’elenco definitivo e mi ha detto che ha preferito portare me, un difensore, rispetto ad altri in altri ruoli perché sono pronto e perché si fiderebbe nel caso ci fosse necessità.
Queste le parole piene di gioia e stupore pronunciate da Mustafi che quindi si trova così sul volo che porta la Germania in Brasile, con la speranza di giocare ma con la convinzione concreta di poter far parte del gruppo senza mai vedere il campo, così non è.
Nella gara d’esordio contro il Portogallo, vinta dalla Germania per 4-0, al 72° Mats Hummels è costretto a lasciare il campo per infortunio e Shkordan ha così la sua chance di esordire al Mondiale. Il difensore della Sampdoria disputa un buono spezzone e nella gara successiva contro il Ghana gioca tutto il secondo tempo in sostituzione a Boateng. Con gli Usa di nuovo panchina mentre con l’Algeria, negli ottavi, arriva la chance da titolare per sostituire l’influenzato Hummels. La partita di Mustafi dura però solo 70 minuti in quanto un infortunio muscolare mette fine alla sua partita e al suo mondiale.
A questo punto Mustafi può solo sostenere i suoi compagni che sconfiggono di misura nei quarti la Francia, distruggono 7-1 in semifinale il Brasile e arrivano alla grande finale di ieri sera contro l’Argentina.
Una finale tesa, equilibrata che rimane in bilico sino al 113° quando Gotze tira fuori dal cilindro una magia e regala alla Germania la Coppa del Mondo.
Mustafi può esultare, la favola ha avuto il lieto fine e lui, che nemmeno doveva esserci, può festeggiare a suon di Selfies, uno dei quali con la CancellieraAngela Merkel, un trionfo tanto bello quanto inaspettato fino ad un mese fa.
Una partita tesissima, equilibrata, decisa da un gran gol nel secondo tempo supplementare di un giocatore entrato dalla panchina e molto criticato in patria per le prestazioni nelle gare precedenti: Mario Gotze.
Il giovane attaccante del Bayern Monaco ha trovato, al 113°, il guizzo vincente sul gran cross di Schurrle, per superare Romero spezzando l’equilibrio e permettendo alla Germania di diventare per la quarta volta campione del mondo.
Una nota di merito va a Schweinsteiger, giocatore indistruttibile, che nonostante una stanchezza dovuta ad una partita a tutto campo ed una ferita sotto l’occhio nel secondo tempo supplementare è voluto rimanere in campo e continuare a combattere.
La delusione di questa finale ha un nome e cognome: Leo Messi.
Il numero 10 argentino ha avuto l’occasione di diventare ancora più grande, di incidere il suo nome nella storia del calcio ma ha fallito, giocando una partita decisamente sottotono e fallendo una grande occasione ad inizio secondo tempo.
Per quanto riguarda le formazioni, non ci sono novità, Low schiera il suo 4-3-3 con Klose centravanti appoggiato da Ozil e Muller, perde però Khedira che viene sostituito da Kramer.
Sabella mette in campo i suoi con un 4-3-3 che si trasforma in 4-4-2 con Lavezzi che può agire sulla fascia ma anche appoggiare le due punte.
Si parte e come prevedibile è la Germania a far la gara con l’Argentina pronta a colpire in contropiede. Al 20° gravissimo errore di Kroos nel retropassaggio di testa ma Higuain, dopo aver controllato bene il pallone, fallisce incredibilmente. Passano 10 minuti e Higuain segna ma il gol è annullato per fuorigioco dell’attaccante. E’sempre la Germania a fare la gara ma l’Argentina con le ripartenze veloci prova a spaventare i tedeschi. Low al 31° è costretto al cambio con Kramer stordito da un violento contrasto con Garay, che lascia il campo per Schurrle. Nel recupero del primo tempo Howedes colpisce un palo a Romero battuto con un colpo di testa su corner di Kroos, si va al riposo sullo 0-0.
Si riparte con la sostituzione a sorpresa di Lavezzi, autore di un ottimo primo tempo, lasciato negli spogliatoi per far spazio ad Aguero. Al 47° subito occasione per Messi ma il suo diagonale è largo non di molto. 60°, la partita si mantiene in equilibrio senza grosse occasioni. Passa qualche minuto e la gara si accende a fiammate con i contrasti che si fanno anche più rudi. Niente da fare le due squadre non riescono a superarsi, si va ai supplementari.
Pronti via e chance enorme per Schurrle ma Romero si salva d’istinto, al 97° risponde Palacio ma il suo pallonetto su Neuer esce. La Germania fa la gara ma l’Argentina è sempre pronta con il lancio lungo e contropiede ma nessuna delle due riesce a sbloccare la gara ed il primo tempo supplementare si chiude sullo 0-0.
Nel secondo tempo supplementare la fatica sembra farla da padrona, i tedeschi si arrabbiano per due mancati gialli (che sarebbero diventati rossi) non sventolati da Rizzoli a Mascherano ed Aguero. Al 113° arriva la svolta della gara con Schurrle che dal fondo piazza la palla per Gotze che controlla e batte Romero per il vantaggio tedesco. L’Argentina si butta in avanti a testa bassa ma non produce nulla, l’ultima chance ce l’ha Messi ma la punizione calciata dalla Pulce finisce altissima. Dopo quasi 3 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine certificando così il trionfo della Germania.
In Germania si fa festa,è la vittoria di un gruppo compatto, di una nazionale che ha espresso buon gioco, guidata dall’ottimo tecnico Joachim Low.
GERMANIA – ARGENTINA 1-0 (0-0 al 90°) (113° Gotze)
Domenica sera, per la terza volta nella storia, a disputarsi la finale di un mondiale di calcio saranno Germania ed Argentina.
Dopo Messico 1986 ed Italia 90, anche Brasile 2014 vedrà tedeschi ed argentini lottare nell’ultimo atto per alzare al cielo del Maracanà l’ambito trofeo.
Le due finali che abbiamo citato però non sono gli unici precedenti tra le due nazionali, Germania-Argentina è una sfida che nella storia dei mondiali si è riproposta per ben sei volte, ci sarebbe anche Germania Est-Argentina del 1974 che porterebbe a 7 i precedenti, andiamo a ricordare queste sei partite.
La prima volta che vide Germania, ai tempi era ancora denominata Germania Ovest, ed Argentina affrontarsi ai mondiali fu nei gironi eliminatori del torneo di Svezia 1958. Ad imporsi furono 3-1 i tedeschi che rimontarono l’iniziale vantaggio di Carbatta per l’Albiceleste dopo pochi minuti, grazie alla doppietta di Rahan e al gol di Seeler.
Il 16 luglio 1966 in Inghilterra le due nazionali si ritrovarono nuovamente di fronte nei gironi ma non andarono oltre ad uno 0-0.
20 anni dopo, in Messico, le due nazionali si trovarono nella finale, la Seleccion guidata da un super Maradona si portò avanti per 2-0 con le reti di Brown e Valdano. I tedeschi reagirono e a riuscirono a trovare la parità con le reti di Rumenigge e Voeller a dieci minuti dal termine. Passarono pochi minuti e Burruchaga imbeccato dal Pibe de Oro trovò il gol che permise all’Argentina di sollevare al cielo la coppa.
Per vendicarsi i tedeschi dovettero attendere solo 4 anni, ad Italia 90 infatti si ripropose in finale nuovamente il duello tra tedeschi ed argentini e a festeggiare stavolta fu la Germania, alla quale, in una partita molto brutta, bastò il rigore trasformato da Brehme per conquistare il trofeo nella notte di Roma.
Nei quarti di finale del mondiale casalingo del 2006 la Germania ottenne un altro successo sull’Argentina. Una vittoria tutt’altro che semplice ottenuta prima con la rete di Klose al 80° che andò a pareggiare il vantaggio siglato da Ayala al 49°, e poi con un super Lehmann che nella sfida dagli undici metri andò a respingere le conclusioni di Ayala e Cambiasso.
Altri 4 anni e a Sudafrica 2010 le due compagini si ritrovarono di fronte sempre nei quarti di finale ed in quell’occasione fu trionfo della Germania di Low che battè nettamente l’Argentina guidata da Maradona per 4-0, con tre gol nella prima mezz’ora di Muller, Klose e Friedrich e la rete al 89° ancora di Klose.
Al Maracanà quindi sarà settima sfida che varrà anche come “bella” visto il successo a testa ottenuto nelle precedenti finali, con la Germania che proverà a tenere aperta la striscia di 3 successi sull’Albiceleste che invece cercherà di interrompere la serie negativa ottenendo così il successo nella casa dei “nemici” brasiliani.
Nella seconda semifinale dei Mondiali Brasile 2014 a trionfare è, ai rigori, l‘Argentina che sconfigge l’Olanda al termine di una partita poco emozionante. Romero para i penalty a Vlaar e Sneijder, finisce 4 a 2 per i sudamericani. Domenica 13 luglio Argentina e Germania si contenderanno il trofeo.
Ancora una volta hanno deciso i calci di rigore. E dopo che i quarti di finale avevano sorriso all’Olanda contro la Costa Rica, questa volta hanno premiato l’Argentina che ritrova la finale Mondiale che non disputava dal 1990.
In una semifinale brutta, lenta, equilibrata, tatticamente difficile da sbloccare hanno fatto la differenza le due parate di Sergio Romero dagli undici metri.
Lo 0-0 dei tempi regolamentari e dei supplementari ha perfettamente rispecchiato l’andamento della partita, cin i portieri raramente impegnati e le marcature del recuperato De Jong su Messi e di Rojo su Robben eccellenti ed efficaci. I due giocatori più attesi alla vigilia non hanno brillato; hanno vinto le difese. In finale però ci va l’Argentina di Alejandro Sabella che ha sistemato una squadra la quale aveva evidenti lacune nel reparto arretrato, proteggendola con un centrocampo solido e sostanzioso. Sarà quindi Argentina-Germania per la terza volta nella storia dopo le finali del 1986 e del 1990; il bilancio è in perfetta parità, ma al Maracanà, il 13 luglio solo una delle due squadre potrà gioire alzando la Coppa del Mondo.
Nel primo tempo al 12′ conclusione di Sneijder palla a lato. Al 15′ punizione di Lionel Messi, tiro potente ma sul palo di Cillessen che resta fermo e blocca. Al 24′ occasione per Argentina: da corner colpo di testa di Garay palla alta di poco. Sicuramente una partita tutt’altro che emozionante, regna l’equilibrio e la tattica esasperata. Entrambe le squadre curano di più la parte difensiva che quella offensiva. Messi e Robben non si accendono mai perchè vengono costantemente raddoppiati e triplicati. Hguain e Van Persie non ricevono palloni giocabili e a farla da padrone sono le chiusure di Vlaar da una parte e Mascherano dall’altra.
Nel secondo tempo passano i minuti ma non cambia l’approccio al match delle due squadre; non ci sono tiri in porta, regna l’equilibrio. Le marcature difensive sono perfette. Al 84′ Rojo tira da 40 metri blocca Cillessen. Al 90′ è monumentale Mascherano che riesce a evitare un diagonale di Robben respingendo in angolo.
Nel primo tempo supplementare difese sempre impeccabili, tantissima pioggia. Al 100′ sinistro di Robben da fuori area, blocca la sfera Romero.
Nel secondo tempo supplementare De Vrij tira da 45 metri ma Romero guarda. Al 115′ occasione per Palacio: la palla rimbalza, lui a tu per tu colpisce di testa tra le braccia di Cillessen.
ARGENTINA: Messi gol; Garay gol; Aguero gol; Maxi Rodriguez gol
OLANDA-ARGENTINA 0-0 (2-4 rig.)
Olanda (3-5-2): Cilessen; Vlaar, de Vrij, Martins Indi (46′ Jaanmat); Kuyt, Wijnaldum, De Jong (61′ Clasie), Sneijder, Blind; Robben, Van Persie (96′ Huntelaar)
Una partita senza storia, una sfida che per le proporzioni del risultato rimarrà sicuramente negli annali del calcio, che la Germania partisse avvantaggiata nella semifinale di Brasile 2014, lo sapevamo già prima della gara anche viste le assenze nel Brasile di Thiago Silva e Neymar, ma che i tedeschi potessero arrivare a distruggere con un netto 7-1 i padroni di casa, era tutt’altro che pronosticabile.
Una partita che non ha praticamente avuto mai storia, il Brasile ha aggredito i primi minuti poi i tedeschi hanno preso il largo e di lì in poi è stato un dominio teutonico ed un naufragio sudamericano.
Per quanto riguarda le formazioni Scolari inserisce Dante al posto dello squalificato Thiago Silva e non volendo cambiare modulo (errore che sarà pagato caro) inserisce Bernard al posto di Neymar.
Low non cambia modulo e schiera nuovamente Klose in attacco supportato da Ozil e Muller.
Partenza aggressiva del Brasile nei primissimi minuti, anche se la Germania con alcune accelerazioni prova a spaventare i verdeoro. Al 11° la Germania passa in vantaggio, corner di Kroos, i difensori del Brasile vanno tutti al centro dell’area e sul secondo palo si trova solo Muller che di piatto deposita alle spalle di Julio Cesar. Il Brasile abbozza una reazione ma senza mai impensierire seriamente Neuer. Al 22° arriva il raddoppio della Germania con Klose che si fa respingere la prima conclusione da Julio Cesar ma si ritrova la palla li e fa gol, un gol storico che gli vale il record solitario nella storia dei gol mondiali. Passano solo due minuti e Kroos riceve un cross rasoterra di Lahm, con Muller che buca la conclusione, e trova il 3-0. Un minuto, solo un minuto, e Kroos ruba un pallone su un errore della difesa e dopo un uno-due con Khedira realizza la doppietta. Al 29° la Germania, che entra nella difesa brasiliana come il coltello caldo nel burro, trova anche la cinquina con Khedira che con facilità realizza. Il Brasile è a terra e non costruisce nulla sino al 45°, anzi sono i tedeschi a sfiorare più volte il 6-0.
Si riparte con Scolari che inserisce Paulinho e Ramires per Fernandinho ed Hulk, Low da riposo ad Hummels per Mertesacker. Il Brasile riparte con la grinta con l’orgoglio e nei primi 10 minuti impensierisce Neuer che però è attento e respinge sfoderando un paio di interventi prodigiosi. Nonostante gli assalti del Brasile è Muller che sfiora il gol con un tiro a giro che viene salvato da Julio Cesar in corner. Al 69° arriva il sesto gol tedesco, Lahm entra in area e mette palla rasoterra per Schurrle che realizza la rete con un tocco facile facile. Dieci minuti di niente ed ecco che arriva la doppietta per Schurrle, palla scodellata in mezzo per il calciatore del Chelsea che calcia di prima, la palla sbatte sotto la traversa e si infila in gol. Nel finale, al 90° Oscar con una bella giocata in area si libera e batte Neuer per il gol della bandiera del definitivo 1-7.
Low può così festeggiare e puntare dritto al Maracanà, mentre Scolari dovrà riflettere sugli errori commessi nelle scelte fatte che hanno causato per il Brasile una sconfitta storica che servirà da lezione per provare a rialzarsi.
Il Mondiale di Brasile 2014 sta pian piano raggiungendo le sue fasi conclusive, questa sera si disputerà la prima semifinale, e che semifinale: Brasile-Germania.
Quella tra i verdeoro padroni di casa ed i tedeschi è una sfida che raccoglie la bellezza di 8 mondiali (5 per il Brasile e 3 per la Germania) ma che in passato ha avuto solo 3 precedenti ufficiali, 2 in Confederations Cup e uno nel Mondiale 2002, anche se le sfide potrebbero essere considerate 4 in quanto nel 1974 il Brasile affrontò la Germania Est nel mondiale disputato in Germania Ovest.
Veniamo al racconto delle 3 sfide seguendo un ordine cronologico.
Sembra assurdo da dirsi visto che parliamo di due superpotenze calcistiche, il Brasile è l’unica squadra sempre presente a tutti i mondiali disputati mentre la Germania nelle 18 edizioni in cui a partecipato è giunta ben 13 volte in semifinale, ma la prima sfida ufficiale si è svolta nella Confederations Cup del 1999.
In quella sfida valevole come match d’esordio nel girone della Confederations Cup 1999 in Messico, fu il Brasile ad imporsi nettamente per 4-0 con le reti tutte nella ripresa di Ze Roberto, Ronaldinho e la doppietta di Alex.
Ben più importante fu lo scontro nel 2002, la sfida tra Brasile e Germania infatti valse come finale del mondiale Nippo-Coreano. Il Brasile zeppo di campioni del calibro di Ronaldo, Ronaldinho, Rivaldo, Cafu, Roberto Carlos e Lucio riuscì a sbarazzarsi della Germania con un netto 2-0 grazie alla doppietta del FenomenoRonaldo nel secondo tempo.
Altri 3 anni e tedeschi e brasiliani si ritrovarono di fronte nella Confederations Cup del 2005 organizzata proprio in Germania. Anche questa volta il successo fu per il Brasile, ma in questo caso la sfida, valevole come semifinale della manifestazione, fu più equilibrata. Vantaggio brasiliano al 20° con Adriano e pareggio dopo soli 2 minuti dei tedeschi con Podolski, al 42° Ronaldinho dal dischetto riporta avanti i suoi ma passano ancora due minuti e dagli 11 metri pareggia Ballack, il gol vittoria arriva nel secondo tempo con Adriano che al 75° trova il gol del definitivo 3-2.
Dunque la storia parla a favore del Brasile, i ragazzi di Joachim Low avranno il compito di tentare l’impresa di sconfiggere per la prima volta in una sfida ufficiale il Brasile, per di più in casa dei verdeoro, per raggiungere così l’ottava finale mondiale.
La Selecao dal canto suo vorrà proseguire nella tradizione per continuare a cullare il sogno del titolo casalingo nonostante le pesantissime assenze di Thiago Silva e Neymar.
Il primo gol di Higuain a Brasile 2014 permette all’Argentina di imporsi per 1-0 sul Belgio e regalare così all’Albiceleste la semifinale mondiale.
Una partita non certo bellissima, con un Argentina che ha gestito per lunghi tratti la gara, contro un Belgio che è parso piuttosto stanco, non ha potuto contare su Hazard in giornata no e che ha tentato l’assedio con i lanci lunghi solo nel finale di gara.
Sabella schiera i suoi con un 4-4-2 con Basanta a sostituire lo squalificato Rojo, Demichelis al centro della difesa al posto di Fernandez, Di Maria e Lavezzi larghi sulle fasce, Messi ed Higuain di punta.
Wilmots non cambia modulo ma rinuncia nuovamente a Mertens, preferendogli Mirallas e dando le chiavi dell’attacco al giovane Origi.
Parte forte l’Argentina con una palla messa in mezzo da Lavezzi al 3° e salvata da Kompany. Al 8° si sblocca la gara, Di Maria tocca verso l’area, la palla viene deviata e giunge ad Higuain che di prima lascia partire un tiro che supera Curtois. Al 26° primo abbozzo di reazione belga con un bel tiro di De Bruyne su cui si salva Romero con la respinta. Al 33° Sabella è costretto al cambio, Di Maria non ce la fa, pare un problema muscolare, al suo posto entra Perez. Gran giocata di Messi al 40° con la quale la Pulce si conquista una punizione dal limite, lo stesso 10 argentino calcia ma il pallone va alto. Al 41° altra occasione per il Belgio, cross di Vertonghen e colpo di testa di Mirallas che esce di poco con Romero che pareva battuto. Dopo 2 minuti di recupero Rizzoli fischia la fine del primo tempo.
Si riparte senza cambi e nei primi 10 minuti si assiste ad un controllo della gara da parte dell’Argentina con una doppia chance per Higuain: al 51° un suo tiro dopo una deviazione sfiora il palo, al 55° la sua conclusione scheggia la traversa. Al 59° Wilmots si gioca le carte Lukaku e Mertens ed un minuto dopo Fellaini con un buon colpo di testa non va lontano dal bersaglio grosso. Il Belgio ci prova, cerca di pressare ed attaccare con lanci lunghi sperando nelle spizzate di Fellaini ma l’Argentina tiene. Al 93° dopo gli assalti del Belgio, Messi ha il pallone per chiudere la gara ma solo davanti a Curtois si fa ipnotizzare dal portiere in uscita. Un minuto e Lukaku ha la chance per pareggiare ma anzichè calciare la mette in mezzo e Garay salva, è l’ultima occasione perchè poi al quinto minuto di recupero Rizzoli fischia la fine.
ARGENTINA – BELGIO 1-0 (1-0)(8° Higuain)
ARGENTINA (4-4-2): Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Basanta; Di Maria (33° Perez), Biglia, Mascherano Lavezzi (70° Palacio); Messi, Higuain (80° Gago).
Un protagonista unico nel quarto di finale al Maracanà tra Francia e Germania: Mats Hummels.
Il difensore centrale del Borussia Dortmund non solo ha firmato il gol della vittoria ma è stato praticamente insuperabile in difesa e quelle rare volte in cui i francesi sono riusciti ad andare al tiro c’ha pensato ManuelNeuer a chiudere la saracinesca.
La Germania quindi mantiene la tradizione che la vede andare spesso lontano nei mondiali e si qualifica per la tredicesima volta, per la quarta consecutiva, ad una semifinale.
La Francia conclude così la sua avventura mondiale, probabilmente poteva fare di più nel primo tempo, l’aggressività messa in campo nella ripresa dimostra che forse giocando 90 minuti così il risultato poteva esser diverso.
Deschamps nel suo 4-3-3 recupera Sakho e lo schiera al centro della difesa con Varane, in attacco il trio viene composto da Griezmann, Benzema e Valbuena.
Anche Low mette in campo i suoi con il 4-3-3 ma decide di giocare con Klose centravanti affiancato da Muller e Ozil, in panchina va Gotze.
Nei primi 10 minuti la partita la fa la Germania anche se l’occasione ce l’ha Benzema che calcia fuori. Al 12° la gara si sblocca, punizione di Kroos e colpo di testa vincente di Hummels, al secondo gol in questo mondiale. Al 25° protesta la Germania per una trattenuta in area su Klose non vista dall’arbitro. La risposta francese arriva al 33° ma Neuer prima su Valbuena e Hummels poi su Benzema salvano la porta tedesca. Al 44° buon lancio di Pogba per Benzema che calcia troppo centrale, Neuer blocca. Il primo tempo si chiude sul 1-0 per la Germania.
Si riparte senza cambi e con una Francia più aggressiva che protesta per un contatto Schweinsteiger-Griezmann, non giudicato falloso dall’arbitro. La Francia prova a far la gara ma non impensierisce quasi mai Neuer e quando può la Germania riparte in contropiede. I francesi ci provano ma sostanzialmente non riescono a creare niente di pericoloso, Deschamps allora al 73° si gioca la carta Remy per Cabaye, per spingere ma Hummels è un vero e proprio muro su cui sbatte l’attacco transalpino. Al 81° gran contropiede tedesco ma prima la manca Muller, poi Schurrle centra Lloris che salva i suoi. 87° altra occasione tedesca, Muller inventa un grande assist per Schurrle che però fallisce centrando in pieno il difensore avversario. Al 94° grande intervento di Neuer su conclusione di Benzema e le speranze francesi si spengono qua, in semifinale va la Germania.
Il Mondiale di Brasile2014 è giunto ai quarti di finale ma ha già espresso diversi giovani talenti interessanti da seguire per il futuro.
Escludendo i vari Pogba, Neymar, Kovacic che già sono noti sui palcoscenici del calcio mondiale, abbiamo stilato una serie di 12 giovani calciatori che si sono messi in luce e che possono rivelarsi i campioni delle prossime stagioni e che sui quali siamo certi si siano già piazzati gli occhi degli osservatori di molte squadre nel mondo.
Partiamo con la lista rigorosamente in ordine alfabetico:
Serge AURIER (Costa d’Avorio): nato il 24 dicembre 1992 a Ouragahio, il terzino destro degli elefanti è abile nella diagonale difensiva e con una totale padronanza della fascia anche in fase offensiva, come ha dimostrato con i 2 perfetti cross che sono valsi le due reti contro il Giappone. Aurier è dal 2012 un calciatore del Tolosa, ha un valore di mercato intorno agli 8 milioni e potrebbe lasciare la Francia in questa sessione di mercato.
Eder BALANTA (Colombia): nato a Bogotà il 28 febbraio 1993, difensore centrale dal fisico possente (1.81 x 80 kg), mancin0, abile nell’anticipo e con buona propensione ai contrasti, può far bene nella difesa a 3 ma può anche ricoprire il ruolo di terzino sinistro. E’ di proprietà del River Plate, piace a molte società europee ma potrebbe servire una cifra alta per strapparlo agli argentini. In Brasile ha giocato un buon match contro il Giappone.
Nabil BENTALEB (Algeria): nato a Lille (Francia) il 24 novembre 1994, centrocampista, soprannominato Little Vieira, dotato di buon dribbling nonostante la stazza imponente, è alto 1.87, non fa dell’estro e della fantasia la sua dote ma è un vero e proprio playmaker, mancino naturale, abile a distribuire palloni con entrambi i piedi. E’ del Tottenham, difficile strapparlo alla Premier. Al mondiale è stato titolare in tutte e tre le gare del Gruppo H, rimanendo in panchina nell’ottavo perso contro la Germania.
Joel CAMPBELL (Costa Rica): nato il 26 giugno 1992 a San Rafael Abajo, è un attaccante rapido, guizzante, dotato di ottima tecnica e una progressione micidiale oltre alla grande facilità nel trovare la porta. Può ricoprire il ruolo di prima o seconda punta. E’ di proprietà dell’Arsenal ma quest’anno ha giocato in prestito all’Olympiacos con ottimi risultati, i Gunners potrebbero puntar su di lui, anche se non è da escludere un altro prestito, quindi i club interessati dovranno tenere le antenne dritte. Al mondiale ha mostrato molto del suo repertorio e se la Costa Rica è ai quarti, molto merito è anche suo.
Memphis DEPAY (Olanda): nato a Moordrecht il 13 febbraio 1994, rapidità e controllo di palla in corsa sono le doti principali di questo talento olandese capace di diventare decisivo anche a gara in corso. Destro naturale preferisce giocare sulla fascia sinistra per poi accentrarsi e far partire il suo buon tiro. Il suo cartellino appartiene al Psv che, dopo questo mondiale in cui si è messo in luce con due reti ed un assist, sicuramente riceverà l’assalto dei club di mezza Europa.
Josè GIMENEZ (Uruguay): nato a Toledo il 20 gennaio 1995, difensore centrale di 1.85, lanciato in campo al posto di Lugano, ha dimostrato in questo mondiale tutte le sue doti, bravo sui palloni alti, forte fisicamente e con una buona propensione nell’avviare l’azione da dietro. E’ di proprietà dell’Atletico Madrid e difficilmente i Colchoneros se lo lasceranno scappare.
Julian GREEN (Usa): nato a Tampa il 6 giugno 1995, attaccante agile, veloce, abile nell’utilizzare entrambi i piedi e dotato di buona tecnica ha tutte le potenzialità per risultare uno dei migliori attaccanti nel futuro. Cresciuto nelle giovanili del Bayern Monaco è tuttora nella rosa dei tedeschi e c’è da crederci che nella prossima stagione farà parte della prima squadra. Al mondiale ha mostrato che gli bastano pochi minuti per mettersi in luce, come visto nel caso del gol segnato nei supplementari al Belgio.
Ahmed MUSA (Nigeria): nato a Jos il 14 ottobre 1992, esterno offensivo che fa della corsa e della rapidità il punto di forza, ha anche un buon tiro, potente ed insidioso, e può ricoprire ambo le fasce. Si è fatto notare nel Venlo prima di andare al Cska, ai mondiali ha realizzato una splendida doppietta contro l’Argentina e chi lo vorrà prendere potrebbe dover offrire tra i 5 ed i 10 milioni.
Kenneth OMERUO (Nigeria): nato a Kaduna il 17 ottobre 1993, difensore centrale ben dotato fisicamente, non ha problema nel contrasto ed è duttile nel sapersi adattare anche sulla fascia destra. Di proprietà del Chelsea c’è da capire se i Blues dopo le buone prestazioni al mondiale decideranno di lanciarlo o lo riproporranno in prestito.
Divock ORIGI (Belgio): nato a Ostenda il 18 aprile 1995, attaccante dal fisico possente, 1.85 per 75 kg, prima punta che sa difendere bene il pallone e dialogare benissimo con i compagni, ai mondiali si è dimostrato importante a gara in corso con la Algeria e Russia, segnando il gol decisivo contro gli uomini di Capello, e guadagnandosi il posto da titolare ai danni di Lukaku negli ottavi contro gli Usa. E’ di proprietà del Lille ma se continua così sarà dura per i francesi trattenerlo, serviranno comunque almeno 10 milioni.
Ricardo RODRIGUEZ (Svizzera): nato a Zurigo il 25 agosto 1992, terzino sinistro dotato di grande velocità, ottima propensione in ambo le fasi e abilità nei cross. Ai mondiali con la sua nazionale ha “mangiato” la sua fascia, risultando sempre tra i migliori. Il cartellino è del Wolfsburg e ha un valore alto, si pensa che per acquistarlo possano servire 20 milioni.
DeAndre YEDLIN (Usa): nato a Seattle il 9 luglio 1993, esterno dalle notevoli qualità atletiche, una spinta continua ed ininterrotta sulla fascia, velocissimo sul primo passo ed abile anche nella fase difensiva. La partita degli ottavi contro il Belgio lo ha consacrato, davanti è stato una spina nel fianco e nella fase difensiva ha ben coperto il temibile Hazard. Su di lui si sono subito spalancati gli occhi di molte società, non è da escludere nemmeno un futuro nella Serie A italiana.
Il mondiale di Brasile 2014 ha conosciuto anche l’ultima qualificata ai quarti di finale della manifestazione: il Belgio che ha avuto la meglio per 2-1 sugli Stati Uniti.
Anche in questa partita le emozioni non sono mancate e l’equilibrio del match si è mantenuto per tutti i tempi regolamentari e come era accaduto già 4 volte nei precedenti 7 ottavi di finale di questo Mondiale, si è dovuto ricorrere ai tempi supplementari.
Alla fine si è rivelata vincente la mossa del Ct belga Wilmots di inserire Lukaku dopo il 90°, l’attaccante è stato infatti autore della giocata che è valsa il primo gol ed ha realizzato il momentaneo 2-0.
Klinsmann non può lamentarsi dell’impegno dei suoi, può ringraziare un super Howard e rammaricarsi di quelle chance non concretizzate per pochissimo che gli avrebbero regalato il 2-2.
Veniamo al racconto della gara, Wilmots sceglie il suo consueto 4-2-3-1 con Origi di punta supportato dal trio Mertens-De Bruyne-Hazard. Klinsmann risponde con un 4-3-3 che però è decisamente più prudente del solito in quanto a centrocampo viene inserito il difensore Cameron al posto di Beckerman.
Nel primo tempo il Belgio prova a far gioco ma gli Usa si dimostrano compatti e ben messi e i rischi corsi dagli uomini di Klinsmann, che perde alla mezz’ora Johnson ma trova al suo posto l’ottimo Yedlin, sono davvero pochi.
Nella ripresa inizia lo show di Howard, il portiere americano è scatenato e salva praticamente ogni occasione del Belgio. Nel recupero gli americani avrebbero il colpo del Ko ma Wondolowski, al quale pare venga fischiato un fuorigioco inesistente, calcia fuori da ottima posizione, al 90° è 0-0.
Ad inizio supplementare la svolta, Wilmots inserisce Lukaku per uno stanco Origi e l’attaccante dopo soli due minuti resiste di forza ad un contrasto, serve De Bruyne che, in area, si gira e piazza il diagonale vincente. Gli americani accusano il colpo e nel recupero del primo tempo subiscono il raddoppio con il gol di Lukaku servito da De Bruyne.
Al cambio di campo gli Usa ripartono con una grinta che sembrava persa ed al 107° con Green imbeccato alla perfezione da Bradley accorciano le distanze. Un minuto dopo Jones con una girata sfiora il 2-2. Il Belgio è alle corde, gli Usa insistono e con Dempsey, dopo un geniale schema da punizione, vanno vicinissimi al 2-2, Curtois salva e così consegna al Belgio il quarto di finale con l’Argentina.
BELGIO – USA 2-1 (0-0 al 90°) (92° De Bruyne (B), 105° Lukaku (B), 107° Green (U))