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  • Mondiali 2010: Corea del Nord – Costa d’Avorio. Streaming e formazioni

    Probabili formazioni COREA DEL NORD – COSTA D’AVORIO (ore 16:00)

    COREA DEL NORD (4-4-2): 1 Ri Myong Guk, 5 Ri Kwang Chon, 16 Nam Song Cho, 13 Pak Chol Jin, 3 Ri Jun-il, 8 Ji Yun Nam, 11 Mun In Guk, 17 An Yong Hak, 4 Chol Pak Nam, 9 Jong Tae-se, 10 Hong Jong Yo.
    A disposizione: 18 Kim Myong-Gil, 20 Kim Myong Won, 2 Cha Jong Hyok, 14 Pak Nam Chol, 7 An Chol Hyok, 21 Ri Kwang-Hyok, 22 Kim Kyong-il, 6 Kim Kum-il, 19 Ri Chol-Myong, 23 Pak Sung-Hyok, 12 Choe Kum-Chol, 15 kim Yong-Jun
    Ct: Kim Jong Hun.
    COSTA D’AVORIO (4-3-3): 1 Barry; 20 Demel, 4 K. Toure’, 5 Zokora, 17 Tiene’; 21 Eboue’, 19 Y. Toure’, 9 Tiote’; 15 Dindane, 11 Drogba, 8 Kalou.
    A disposizione: 22 Bamba, 23 Yeboah, 16 Zogbo, 3 Boka, 2 Angoua, 6 Gohouri, 12 Gosso, 18 Keita, 14 Kone, 13 Romaric, 10 Kouassi, 7 Doumbia
    Ct: Eriksson.

    Potrai assistere alla partita direttamente dal tuo pc cliccando sul link che ti collegherà al canale: CANALE 1, CANALE 2, CANALE 3, CANALE 4, CANALE 5

  • Mondiali 2010: Portogallo – Brasile. Streaming e formazioni

    Probabili formazioni PORTOGALLO – BRASILE (ore 16:00)

    PORTOGALLO (4-2-3-1): 1 Eduardo, 13 Miguel, 2 Bruno Alves, 6 Ricardo Carvalho, 23 Fabio Coentrao, 8 Pedro Mendes, 16 Raul Meireles, 7 Cristiano Ronaldo, 19 Tiago, 11 Simao Sabrosa, 18 Hugo Almeida
    A disposizione: 12 Beto, 22 Daniel Fernandes, 3 Paulo Ferreira, 4 Rolando, 21 Ricardo Costa, 5 Duda, 15 Pepe, 14 Miguel Veloso, 20 Deco, 10 Danny, 9 Liedson
    Ct: Queiroz.
    BRASILE (4-4-2): 1 Julio Cesar; 2 Maicon, 3 Lucio, 4 Juan, 6 Bastos; 13 Dani Alves, 8 Gilberto Silva, 5 Felipe Melo, 19 Julio Baptista; 11 Robinho, 9 Luis Fabiano.
    A disposizione: 12 Gomes, 14 Luisao, 15 Thiago Silva, 16 Gilberto, 17 Josue, 18 Ramires, 20 Kleberson, 21 Nilmar, 22 Doni, 23 Grafite
    Ct: Dunga.

    Potrai assistere alla partita direttamente dal tuo pc cliccando sul link che ti collegherà al canale: CANALE 1, CANALE 2, CANALE 3, CANALE 4, CANALE 5

  • Cristiano Ronaldo testa il bunker verdeoro. Portogallo-Brasile vale il primo posto

    Cristiano Ronaldo testa il bunker verdeoro. Portogallo-Brasile vale il primo posto

    Non ci sarà la sfida tra Cristiano Ronaldo e Kaka e la goleada del Portogallo alla Corea del Nord ne ha fatto perdere significato per il passaggio del turno ma il confronto tra i lusitani e il Brasile è lo stesso suggestivo oltre ad esser un buon banco di prova.

    Il Portogallo di Queiroz, dimostrano finalmente, di esser competitivi e di non dover dipendere troppo dall’estro di Cristiano Ronaldo. La sfida contro il Brasile di oggi a valere un importante primo posto che porrebbe il team di Queiroz nella parte sinistra del tabellone sulla carta più abordabile. Di contro i verdeoro di Dunga senza Kaka ed Elano saggeranno il vero valore della tanto acclamata difesa di fronte ad un attacco zeppo di stelle.

    Il Brasile arrivata al mondiale da favorita ha dimostrato non un eccessiva brillantezza ma tanta compattezza e affidabilità grazie alla cerniera di centrocampo composta da Felipe Melo e Gilberto Silva e la retroguardia per 3/4 italiana composta da Maicon, Lucio e Juan e Bastos sulla sinistra. Il giallorosso Julio Baptista sostituirà Kaka mentre l’attacco sarà sempre poggiato sulle spalle di Luis Fabiano.

    Queiroz ha inventato per il suo Portogallo un centrocampo dinamico e con tanta qualità Mendes e Meireles si integrano al meglio con Simao e Cristiano Ronaldo e l’ex juventino Tiago sembra esser la vera ciliegina. E’ interessantissimo anche il mondiale dell’esterno sinistro Fabio Coentrao.

    PORTOGALLO-BRASILE
    Portogallo (4-2-3-1):
    1 Eduardo, 13 Miguel, 2 Bruno Alves, 6 Ricardo Carvalho, 23 Fabio Coentrao, 8 Pedro Mendes, 16 Raul Meireles, 7 Cristiano Ronaldo, 19 Tiago, 11 Simao Sabrosa, 18 Hugo Almeida. (12 Beto, 22 Daniel Fernandes, 3 Paulo Ferreira, 4 Rolando, 21 Ricardo Costa, 5 Duda, 15 Pepe, 14 Miguel Veloso, 20 Deco, 10 Danny, 9 Liedson).All. Carlos Queiroz.
    Brasile (4-4-2): 1 Julio Cesar; 2 Maicon, 3 Lucio, 4 Juan, 6 Bastos; 13 Dani Alves, 8 Gilberto Silva, 5 Felipe Melo, 19 Julio Baptista; 11 Robinho, 9 Luis Fabiano. (12 Gomes, 14 Luisao, 15 Thiago Silva, 16 Gilberto, 17 Josue, 18 Ramires, 20 Kleberson, 21 Nilmar, 22 Doni, 23 Grafite). All. Carlos Dunga.

    SPECIALE MONDIALI SUDAFRICA 2010

  • Abete non molla la poltrona: “c’è delusione ma ripartiamo”

    “C’è tanta amarezza, tristezza e delusione per quanto successo ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità per quanto accaduto. Ora dobbiamo ripartire, consapevoli di un abbassamento preoccupante della qualità. C’è poca esperienza a livello internazionale”

    Il presidente federale Giancarlo Abete al pari del ct Marcello Lippi e dei giocatori azzurri si prende la sua parte di responsabilità per il catastrofico mondiale azzurro. Ma chi si aspettava un suo passo indietro resterà profondamente deluso, dal primo di luglio con Prandelli in panchina il cammino azzurro ripartirà con lo stesso quadro dirigenziale che da Germania 2006 ha saputo partorire la delusione dell’Europeo di Austria e Svizzera e la secca bocciatura dell’idea di ospitare gli Europei 2016.

    “Siamo un po’ preoccupati da una situazione che però è sotto gli occhi di tutti, anche a livello di club. C’è poca esperienza internazionale e questo si riflette anche sulla Nazionale che sta trovando sempre maggiore competitività e difficoltà, basti ricordare la sofferenza contro Cipro per citarne una”
    – continua Abete – “Quelle che mi competono come presidente della Federcalcio. Non rinnego la scelta di Lippi perché non ho motivo di farlo. C’è gratitudine nei suoi confronti ma anche il giusto spirito critico per ciò che non ha funzionato in questo Mondiale”.

    “Non possiamo però intristirci troppo, abbiamo il dovere di ripartire. E’ un obbligo dell’intero movimento italiano. Non si tratta di pessimismo ma di valutazioni: se l’Under 21 ha difficoltà a qualificarsi agli Europei, se la Nazionale non ha ancora vinto nel 2010, il problema è un dato oggettivo e come tale va risolto.”.

    “Siamo preoccupati ma non pessimisti – aggiunge Abete – C’è un problema qualitativo di giocatori selezionabili, molti grandi club sono pieni di giocatori stranieri e quindi i giocatori italiani sono poco esperti a livello internazionale. Ci aspettiamo tante critiche ma non insulti che sono sempre gratuiti, siamo sereni ma non irresponsabili. Dobbiamo però mantenere un equilibrio in questo momento difficile”.

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  • Mondiali 2010, il programma di oggi: Portogallo – Brasile da non perdere, c’è anche la Spagna

    Mondiali 2010, il programma di oggi: Portogallo – Brasile da non perdere, c’è anche la Spagna

    Dopo l’eliminazione clamorosa dei campioni del Mondo in carica dell’Italia al primo turno (non succedeva dal ’74) per mano della Slovacchia di Hamsik, il Mondiale si sposta oggi sull’ultima giornata degli ultimi due Gruppi rimasti quello G, che prevede la supersfida tra Portogallo e Brasile, e quello H, con la gara non meno importante, ma meno affascinante della prima, che vale la qualificazione e il primo posto nel raggruppamento tra Cile e Spagna.

    Con Brasile già qualificato e Portogallo tranquillo per la differenza reti, la Costa d’Avorio sembrerebbe spacciata e dovrebbe segnare una valanga di gol contro la Corea del Nord sperando anche nella contemporanea sconfitta dei lusitani.
    Nell’altro girone si giocano gli ottavi di finale Cile, Spagna e Svizzera: gli elvetici contro l’Honduras già eliminato possono approfittare di un passo falso di sudamericani, a punteggio pieno, e iberici, una vittoria e una sconfitta il bilancio.

    Tra Portogallo e Brasile sarà gara vera per evitare un probabile incrocio già negli ottavi di finale contro la Spagna.

    Questo il programma di venerdì 25 giugno

    • COREA DEL NORD – COSTA D’AVORIO (Nelspruit ore 16:00 in diretta su Sky)
    • PORTOGALLO – BRASILE (Durban ore 16:00 in diretta su Sky)
    • CILE – SPAGNA (Pretoria ore 20:30 in diretta su Rai e Sky)
    • SVIZZERA – HONDURAS (Bloemfontein ore 20:30 in diretta su Sky)

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  • Rivelazioni Mondiali: Miroslav Stoch, la terribile pulce slovacca

    L’Italia di Marcello Lippi abbandona il Mondiale 2010 e chiude al tempo stesso un’era calcistica e lo fa cadendo sotto i colpi della Slovacchia di Marek Hamsik. Tra i fratellini del ‘Marekiaro’ partenopeo, oltre ai conosciuti Vittel e Skrtel, una menzione particolare merita la terribile pulce Miroslav Stoch.

    Il Giovinco slovacco, leggermente più alto e pesante del suo alter ego italiano, è un esterno offensivo in grado di giocare su entrambe le corsie, favorito dalla buona tecnica di base e dalla facilità di calcio. Abile in entrambe le fasi di gioco, tanto quella difensiva che quella offensiva dunque, contro gli Azzurri stantuffa di raccordo tra centrocampo ed attacco perdendo inevitabilmente di lucidità sotto porta ma Criscito e compagni a lungo avranno gli incubi ripensando a lui.

    Punta esterna in un tridente o uomo di fascia a centrocampo, Stoch è preziosissimo tatticamente e nel 4-2-3-1 disegnato dal C.T. Weiss sembra aver trovato la sua collocazione ideale. Giovanissimo, ha già una vasta esperienza internazionale dopo aver militato nel Chelsea e nel Twente: il Fenerbahce, sua prossima squadra, ha anticipato tutti portandosi a casa il folletto dorato slovacco.

    Nome: Miroslav
    Cognome Stoch
    Noto a Nitra il 19-10-1989
    Nazionale: Slovacchia
    Ruolo: Centrocampista, ala
    Squadra di appartenenza: Fenerbahce
    Precendenti squadre: Nitra, Chelsea, Twente

  • L’Olanda stende anche il Camerun. Ottavi con la Slovacchia

    Due reti, vittoria e primato. L’Olanda è una macchina perfetta che fa sua anche l’ultima partita del Gruppo E contro il già eliminato Camerun e vola (era già praticamente qualificata) agli ottavi di finale dove incontrerà la squadra che ha giustiziato l’Italia, la sorprendente Slovacchia del ct Vladimir Weiss e di capitan Marek Hamsik.

    La partita, che ha poco valore se non quello statistico, è ben controllata dai Tulipani che prima del gol del vantaggio hanno un paio di buone occasioni non sfruttate e capitate sui piedi di Sneijder e Kuyt. Al 35′ Van Persie non fallisce l’appuntamento con il suo primo gol Mondiale beffando il portiere africano, poi nella ripresa sono i Leoni Indomabili a pareggiare direttamente su calcio di rigore di Eto’o che fa 1-1.
    A 20 minuti dal termine il ct olandese Van Marwijk decide che è arrivata l’ora di Arjen Robben che fa il suo esordio mondiale: il centrocampista in forza al Bayern Monaco coglie un clamoroso palo all’85’ sulla cui ribattuta si avventa Huntelaar che mette dentro la palla del definitivo 2-1 che consente agli Orange di concludere al primo posto nel girone a punteggio pieno. Olanda promossa agli ottavi di finale a pieni voti, per il Camerun di Eto’o un Mondiale deludente e da dimenticare e chiuso con nessun punto conquistato. Come se non bastasse a fine partita il ct Le Guen annuncia l’addio alla nazionale africana.

    Il tabellino
    CAMERUN – OLANDA 1-2
    35′ Van Persie (O), 65′ rig. Eto’o (C), 83′ Huntelaar (O)
    CAMERUN (4-4-2): Souleymanou; Geremi, Mbia, Nkoulou (73′ R. Song), Assou-Ekotto; Makoun, Chedjou, Nguemo, Bong (56′ Aboubakar); Eto’o, Choupo-Moting (72′ Idrissou).
    A disposizione: Ndy, Bassong, Song, , Emana, Webo, Matip.
    Ct: Le Guen
    OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg; Boulahrouz, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst; Van Bommel, De Jong; Kuyt (66′ Elia), Sneijder, Van der Vaart (73′ Robben); Van Persie (59′ Huntelaar).
    A disposizione: Vorm, Boschker, Van der Wiel, Ooijer, Braafheid, Demy, Schaars, Afellay, Babel.
    Ct: Van Maarwijk.
    Arbitro: Pozo (Cile)
    Ammoniti: Kuyt (O), Nkoulou (C), Van der Vaart (O), Van Bronckhorst (O),
    Espulsi: nessuno

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  • Tutto il Mondiale fuori casa: Italia – Slovacchia

    Tutto il Mondiale fuori casa: Italia – Slovacchia

    Non so se avete saputo, ma in caso foste svenuti oggi alle 3 e non lo sapeste sappiate che sto per rovinarvi la sorpresa. Siamo fuori dai Mondiali. Ce ne torniamo a casa, salutiamo l’allenamento in altura che ci ha fatto proprio bene, ah se ci ha fatto bene, salutiamo il resort a 5 stelle dove la sera giocavamo a Playstation, salutiamo infine Marcello Lippi. Grazie Marcello, poteva bastare anche così. Sarà anche brutto lasciarsi così male, ti sei assunto anche le tue responsabilità, ora però impacchetta la coppa di Berlino e vai via, torna nella tua Toscana a coltivare l’orto come si conviene a un gentiluomo come te.
    La fredda cronaca. L’Italia scende in campo con qualche cambiamento rispetto alle partite precedenti, ma ci accorgiamo subito che c’è qualcosa che non va. Iaquinta. Marcatore nella precedente partita, disperso per il resto del tempo. Ancora in campo? Ancora in campo. Secondo me Lippi la sera gli diceva: “Se mi batti a PES 2010 domani ti faccio giocare”. Iaquinta, si sa, è imbattibile ai videogiochi pure se gli dai la squadra di El Salvador e quindi si è guadagnato il posto da titolare. Maledetta la sfrenata passione di Lippi per il gioco d’azzardo.
    Comunque c’è Gattuso, e grande è la nostra speranza sotto questo cielo. Speranza che verrà disintegrata dopo pochi minuti di gioco quando ci accorgiamo che Gattuso è lento come quando vedi i film sul computer e l’audio e l’immagine sono sfasati di qualche secondo. Tu ti aspetteresti Ringhio qua, e invece Ringhio arriva dopo qualche secondo. Ovvio che gli avversari, che invece sono perfettamente in sincrono, se ne accorgono e ne approfittano.
    Comunque, dicevo, cominciamo dall’inizio. Oggi il vostro corrispondente ha seguito la partita dal Tiramisù Caffè, delizioso bar accanto all’ufficio dove lavoro in quel di Novara, gestito da una famiglia cinese (il bar, non l’ufficio) squisita, gentile e garbata e alla quale ho dato migliaia di euro negli anni tra caffé, cornetti, gelati e bevande. Se oggi potranno dare un futuro migliore ai loro figli lo devono anche a me e alle mie colazioni. Usciamo prima dall’ufficio assieme al fido NP, e subito ci accorgiamo che più che in un bar oggi sembra di stare alle Nazioni Unite, visto che la rappresentanza italiana nel bar è sparuta e rappresentata da me, NP e il sosia del Mago G della Galbusera seduto accanto a noi.
    Comincia la partita, e Di Natale tira da lontanissimo. Bene, siamo carichi, abbiamo voglia e forse stavolta riusciamo a buttarla dentro. Vana speranza. Tra le poche cose importanti successe nel primo tempo è da segnalare che al decimo minuto regolamentare noi stavamo già al secondo piatto di Dixi, i deliziosi snack al formaggio. Chiesto il terzo, la squisita cameriera dell’Estremo Oriente ci dice molto gentilmente: “Queste adesso le pagate però”. L’Italia continua a rimanere senza idee, e noi rimaniamo senza Dixi.
    A dire il vero una cosa capita nel primo tempo: gli Slovacchi fanno gol. Poco male, c’è tempo per recuperare, i ragazzi stanno sbandando ma l’Italia sa rimanere coesa nei momenti difficili. Sarà, comunque arriviamo all’intervallo senza vedere neanche per sbaglio il portiere avversario.

    Nell’intervallo c’è un gustoso siparietto tra l’amico NP e la moglie di Gilardino, protagonista dello spot di Banca Intesa:
    Voce fuori campo: Alice, cosa vorresti dire a tuo marito?
    NP: Che è un coglione!

    Nell’intervallo inoltre arriva al bar il mio capo che ha appena finito una riunione con due inglesi che avevo conosciuto tre anni fa e ai quali, nel mio inglese stentato, avevo parlato di quando Gattuso giocava nei Glasgow Rangers e aveva detto a Beckham che continuava a tuffarsi: “Beckham, we are not into a swimming pool” (Beckham, non siamo in una piscina). Immaginatevi però la frase detta in inglese con un forte accento di Corigliano Calabro, e capirete perché gli inglesi si ricordavano di me a distanza di tre anni.
    Nell’intervallo infine ci sono due sostituzioni. Direte voi: “Hanno tolto l’impalpabile, anzi dannoso Iaquinta?”. Vi rispondo io: “No, hanno tolto Gattuso”. Si vede che la regione Calabria ha fatto una convenzione per cui in Nazionale almeno un Calabrese deve giocare. Sarà una delle nuove iniziative per rilanciare il federalismo, oppure Iaquinta aveva battuto nuovamente Lippi alla playstation.
    L’arbitro, incredibilmente somigliante ad Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo, fischia il secondo tempo. Il Mago G della Galbusera è andato via, ma dietro di noi si è piazzata una baby gang. Forse la baby gang è diventata tale dopo aver visto gli spot del Mago G che quindi ha temuto rappresaglie.
    La Slovacchia gigioneggia e perde tempo in ogni modo: i giocatori si tuffano a terra e ci rimangono per delle mezz’ore, i centrocampisti fingono malori a centrocampo, il portiere prima di rinviare grida Uno due tre stella e chiede che tutti rimangano immobili e che venga ammonito chi si muove. Mentre l’Italia è impegnata ad attaccare, si dimentica di essere famosa per la difesa e si fa infilare come neanche la Cremonese. 2 a 0, adesso ci vuole un miracolo o almeno un succedaneo.
    Entra Pirlo, che forse conveniva far giocare anche in versione Dr. House, visto come giocano gli altri. Sembra l’unico che si ricorda come si tocca il pallone, ma gli altri azzurri sono ancora impegnati a giocare a Un due tre stella con il portiere slovacco e quindi c’è poco da fare. Attorno al 30° del secondo tempo arriva una telefonata al bar. È la mamma di Iaquinta che chiede se abbiamo visto suo figlio. Unanimi rispondiamo di no. Ritroviamo invece Di Natale, che urlando “E mò basta” la piazza dentro. 2 a 1 e rissa dentro la rete slovacca. Il portiere vuole autografare il pallone ma Quagliarella gli ruba la penna, il portiere si mette a piangere, arriva l’arbitro che prima gli fa una carezza per calmarlo e subito dopo lo ammonisce. Risale la speranza perduta. Quando siamo lì che come un sol uomo diciamo: “Dai che ce la facciamo, dai che ce la facciamo, dai che ce…” segna la Slovacchia. La Speranza saluta e se ne va. Ciao Speranza, ti abbiamo voluto bene.
    Finisce che Quagliarella segna, che l’arbitro dà 2 giorni di recupero e anche delle materie da portare a settembre ma comunque perdiamo 3 a 2. Si va tutti a casa, finisce qui il nostro Mondiale. È andata così, delusi e tristi ci avviamo alle nostre macchine, alle nostre case, alle nostre serate a chiederci perché.
    Chiudo con il consueto angolo scommesse. Mi vergogno, però vi dico solo che ho puntato 2 euro, che la Slovacchia vincente era data a 6, e che io mi ritrovo con 12 euro in più. Spero di spendere tutti questi soldi in medicine.
    Domani finisce la fase a gironi e si passa all’eliminazione diretta. Vedremo di fare un bilancio di come è andata, delle sorprese che ci sono state, dei buoni e dei cattivi. A proposito, se vedete Iaquinta, ditegli di sbrigarsi che ci vediamo all’aereoporto. E anche che sua madre lo sta cercando.

  • Mondiali 2010: Il Giappone si regala gli ottavi di finale

    Il Giappone vola agli ottavi di finale di questo pazzo Mondiale dove le 2 finaliste di 4 anni fa, Italia e Francia, sono già fuori dopo il primo girone (e per ultime classificate per giunta!) battendo in una vera e propria sfida spareggio la Danimarca per 3-1.
    Esulta tutto il movimento asiatico che porta agli ottavi ben 2 formazioni con la Corea del Sud che accompagna i nipponici nel prosieguo del torneo. Onore dunque al Giappone che senza fronzoli per quello che si è visto nelle 3 partite disputate finora, ha fatto fuori prima il Camerun e poi la Danimarca, cedendo solo di misura allo schiacciasassi olandese. Ordine, disciplina, dedizione alla causa e azioni ragionate con quel pizzico di fortuna che aiuta talvolta gli audaci altre volte chi merita. I giapponesi corrono, giocano, sono rapidi, aggressivi, instancabili, altruisti, organizzati! I ragazzi di Okada impartiscono il ritmo della partita e sanno quando colpire: una vera e propria rivelazione di questo torneo!
    Torna a casa invece la Danimarca apparsa al di sotto degli scatenati orientali che hanno imperversato per tutto l’arco del match. I Danesi costretti a vincere alla vigilia per passare il turno, ci hanno provato ma dando sempre e comunque l’impressione di non potercela fare per evidenti limiti tecnici, anagrafici e qualitativi. Tanto possesso palla ma sterile poi sottoporta, la Danimarca ha scoperto di non saper fare gol. Se poi come finalizzatore si ha un Tomasson che ormai ha già dato tutto al calcio, e un Bendtner che si danna l’anima ma non viene assistito a dovere, ecco spiegata l’eliminazione ai gironi, senza possibilità di appello.

    Il primo gol arriva al 17esimo su calcio di punizione di Keisuke Honda che fulmina Sorensen. Il raddoppio è di Endo che ancora su punizione dipinge una parabola formidabile che batte ancora una volta l’estremo difensore danese: 2 calci di punizione splendidamente pennellati dagli artisti giapponesi che mettono al sicuro il risultato già nella prima frazione visto che alla Danimarca servirebbero ben 3 gol per passare il turno.
    La Danimarca appare lenta e macchinosa, sofferente il pressing alto degli avversari e le corse degli inesauribili nipponici. I ragazzi di Okada non occupano soltanto bene gli spazi, ma sanno anche giocare bene il pallone e Honda, là davanti, è un faro sempre pronto a illuminare.
    A inizio ripresa, il terzo gol sfiorato su punizione da Endo, sul quale Sorensen rischia una clamorosa papera (salvato soltanto dal palo) toglie finalmente la ruggine dalle gambe dei danesi. Olsen sbilancia la squadra inserendo Eriksen per Kroldrup, e i biancorossi, disordinatamente, ci provano. Kawashima si immola su Tomasson al 52esimo minuto, Jakob Poulsen ed Eriksen sparano senza fortuna da lontano, poi Tomasson si divora un’occasione clamorosa al 70esimo su assist al bacio di Rommedahl, e nove minuti dopo è ancora Eriksen a pungere con una gran traversa centrata su girata dal limite dell’area. Per sbloccare lo 0 ai gol segnati ci vuole un rigore, che arriva, all’80esimo, per una spinta sciocca di Hasebe ai danni di Agger che, da parte sua, non fa niente per restare in piedi. Tomasson va sul dischetto, conclude in maniera pessima e centrale, Kawashima respinge, ma lo stesso ex milanista si avventa sulla ribattuta per mettere in rete, guizzo, però, che gli costa un infortunio muscolare. Morten Olsen ha terminato però le sostituzioni, e Tomasson, con vistosa fasciatura alla coscia, è costretto a restare sul terreno di gioco, costringendo però la Danimarca a chiudere “virtualmente” la partita in 10.
    Ecco perchè il Giappone segna ancora, con una gran giocata ancora di Honda (una delle più belle del Mondiale!) che con un controllo spettacolare al limite dell’area, una finta che manda vistosamente fuori giri il povero Rommedahl, e l’ingresso in area con assist di pregio per il rimorchio del neo-entrato Okazaki (che non ha problemi nel mettere in rete il gol della sicura vittoria con Sorensen già a terra) suggella una partita perfetta!

    Giappone che si regala il Paraguay visto che si piazza secondo nel Gruppo E dietro l’Olanda che ha battuto il Camerun per 2-1. Ma stasera sarà gran festa per le strade del “Paese del Sol Levante”.

    IL TABELLINO
    Danimarca-Giappone 1-3
    Danimarca (4-4-2): Sorensen; Jacobsen, Kroldrup (11′ Larsen), Agger, S. Poulsen; Rommedahl, C. Poulsen, Jorgensen (34′ J. Poulsen), Kahlenberg (19′ Eriksen); Tomasson, Bendtner. A disposizione: Andersen, Christiansen, Mtiliga, Kvist, Jensen, Gronkjaer, Enevoldsen, Beckmann. All.: Olsen.
    Giappone (4-3-3): Kawashima; Komano, Nakazawa, Tanaka, Nagatomo; Abe, Hasebe, Endo (46′ st Inamoto); Honda, Okubo, Matsui (31′ Okazaki). A disposizione: Narazaki, Kawaguchi, Uchida, Iwamasa, Konno, S. Nakamura, K. Nakamura, Tamada, Yano, Morimoto. All.: Okada.
    Arbitro: Damon (Sudafrica)
    Marcatori: 17′ Honda (G), 30′ Endo (G), 38′ st Tomasson (D), 42′ st Okazaki (G)
    Ammoniti: Kroldrup, C. Poulsen, Bendtner (D); Endo, Nagatomo (G)
    Espulsi: nessuno

  • Italia, Mondiale finito. Lippi fa autocritica: “E’ colpa mia”

    Il fischio finale, le lacrime di Quagliarella, lo sconforto negli occhi degli azzurri. Si torna a casa nel peggiore dei modi. L’Italia è fuori dal Mondiale, eliminata dalla Slovacchia (ufficialmente) ma il pareggio contro la Nuova Zelanda dagli All Whites che non possono essere considerati neanche lontanamente parenti degli All Blacks di rugby, ha inciso indubbiamente sulle sorti degli azzurri. Nessuno mai avrebbe potuto immaginare questo, consentiteci il termine, tragico epilogo. Neanche Lippi. E il ct (oramai ex), in conferenza stampa, deluso, amareggiato, dispiaciuto, fa mea culpa e si prende tutta la responsabilità della disfatta, forse la più drammatica della storia del calcio italiano (l’Italia non usciva al primo turno in campionato del Mondo dal lontano 1974):

    • Mi prendo tutte le responsabilità per quello che è successo. Perchè se una squadra si presenta a un appuntamento come questo, dove bisogna vincere per forza, con il terrore nella testa, nelle gambe e nel cuore vuol dire che l’allenatore non ha preparato bene la gara sul piano tattico e psicologico. Mi dispiace da morire chiudere così. Mi dispiace davvero tanto per tutti gli sportivi italiani per come è andata. La colpa di tutto quello che è successo è solo mia perchè non ho preparato la squadra nella maniera più opportuna. Tutto pensavo fuorchè uscire quest’oggi, così, contro la Slovacchia. Non è possibile giocare un primo tempo come quello che abbiamo giocato. E lasciamo stare la reazione del secondo perchè ormai non contava nulla. Faccio gli auguri al mio successore (Prandelli ndr), ringrazio tutti voi per questi quattro anni. Processi? Tutto quello che volete, sono pronto i processi li facevate prima, figuriamoci dopo una partita cosi’. Ma io mi sono gia’ autocondannato. Avevo fortemente il desiderio di rifare questa esperienza, ero convintissimo che avremmo fatto cose diverse. Mi dispiace enormemente. Il problema non e’ mettere in campo prima un giocatore o un altro ma mettere in campo una squadra che gioca in questo modo: la responsabilita’ e’ completamente di chi la manda in campo. Ero convinto che gli uomini che ho scelto potessero dare di piu’. Questo era come un ottavo di finale, dentro o fuori. Evidentemente ho sbagliato a creare i presupposti psicologici che non erano quelli giusti. Ora mi fermo per un pò, poi valutero’ a mente fredda se è il caso o meno di tornare ad allenare“.