Tag: MLB

  • MLB: La furia di Brian Wilson [Video]

    MLB: La furia di Brian Wilson [Video]

    Nella partita della Major League baseball tra Detroit Tigers e San Francisco Giants si è assistito a qualcosa di insolito: Brian Wilson, giocatore dei campioni in carica dei Giants, dopo essere ritornato in panchina per via di una prestazione deludente sul “diamante” di Detroit, ha sfogato la sua rabbia per la giornata storta su di un contenitore di integratori energetici e non pago del gesto ha continuato ad “infierire” impugnando la mazza da battitore.

    © David Banks/Getty Images
    L’episodio ha lasciato perplessi in molti negli Stati Uniti, una reazione definita da alcuni spropositata pur in un momento negativo. Vi lasciamo con le immagini di Wilson in modo da poter dare un giudizio. [jwplayer mediaid=”85541″]

  • Mlb, Opening Day: vincono gli Yankees, sconfitti i Giants campioni in carica

    Mlb, Opening Day: vincono gli Yankees, sconfitti i Giants campioni in carica

    Si è aperta ufficialmente ieri sera la stagione della Major League di Baseball. I New York Yankees battono in casa i Detroit Tigers per 6-3. Decisivi i fuori campo di Texeira (da 3 punti) e dell’ex Granderson, quest’ultimo arrivato al 7° inning quandoil punteggio era in pareggio 3-3. 

    Perdono a sorpresa in casa i St.Louis Cardinals contro i San Diego Padres (5-3 agli extra innings). Sconfitti anche i campioni in carica dei San Francisco Giants sul campo degli arcirivali dei Los Angeles Dodgers (2-1). L’altra compagine di LA, gli Angels battono in  trasferta i Kansas City Royals 4-2 con un fuoricampo dell’esterno Torii Hunter. Faticano ma riescono a imporsi i Cincinnati Reds che grazie a un walk off homer di Hernandez al 9° piegano i Milwaukee Brewers 7-6.

    Bella vittoria per 2-0 infine degli Atlanta Bravers sui Washington Nationals con home run di Heyward.  Oggi scendono in campo, tra le altre, i Boston Red Sox impegnati a Arlington contro i Texas Rangers finalisti lo scorso anno nelle World Series e i Philadelphia Phillies che ricevono in casa i non irresistibili Houston Astros.

  • L’MLB riparte giovedì. La situazione in American League. Boston Red Sox favoriti

    L’MLB riparte giovedì. La situazione in American League. Boston Red Sox favoriti

    Riparte giovedi 31 marzo il campionato americano di baseball MLB. Ci eravamo lasciati lo scorso ottobre con la sorprendente vittoria finale dei San Francisco Giants su un’altra sorpresa della stagione i Texas Rangers dell’mvp (miglior giocatore dell’anno) Josh Hamilton. Iniziamo quest’oggi la nostra presentazione occupandoci delle Conference dell’American League

    American League Est

    (New York Yankees, Boston Red Sox, Toronto Blue Jays, Tampa Bay Rays, Baltimore Orioles)

    E’ sicuramente il raggruppamento più competitivo del torneo. Basta pensare che dal 2000 ad oggi ha prodotto ben sette finaliste alle World Series e quattro campioni assoluti.
    L’anno scorso si imposero i Tampa Bay Rays che nella offseason hanno perso molti dei loro pezzi pregiati.  L’esterno Carl Crawford si è accasato ai Red Sox, il closer Soriano agli Yankees mentre il prima base venezuelano Pena e il pitcher Garza (autore di un no hitter) sono stati ingaggiati dai Chicago Cubs. Approdano nella franchigia della Florida due vecchie glorie del baseball come Manny Ramirez (dai Dodgers) e Johnny Damon (da Detroit) che vanno a ricomporre così la mitica coppia di esterni che riportò il titolo a Boston nel 2004. Insieme al bombardiere Longoria, da loro due dipenderanno le fortune in attacco dei Rays mentre sul monte si attendono conferme da Price, partente nell’ ultimo All Stars Game.
    Favoriti d’obbligo nella conference ma anche per la vittoria finale i Boston Red Sox rinforzatisi con gli arrivi di Crawford da Tampa e del primo base messicano Adrian Gonzalez da San Diego, entrambi con una media battuta notevole. Rientra da un lungo infortunio l’esterno Ellsbury recordman delle basi rubate mentre il veterano Youkilis si sposta in terza. Inossidabile nel ruolo di DH David Ortiz. Rotazione di partenti tra le migliori del torneo con Lester, Buchholz, Lackey, Beckett e il giapponese Matsuzaka. Unico punto debole il catcher. Jason Varitek, storico capitano della franchigia, non può sobbarcarsi un’intera stagione e si alternerà con l’incerto Saltalamacchia, ex Rangers.
    E’ stata stranamente un’offseason in tono minore per i New York Yankees. Unico colpo di mercato l’arrivo del closer Soriano da Tampa. Quest’ultimo andrà ad affiancare l’eterno Mariano Rivera, all’ultima stagione sul monte. A proposito di lanciatori, si è ritirato il veterano Pettitte che verrà sostituito in rotazione dal giovane Nova. Sempre in tema di lanciatori confermatissimi CC Sabathia e AJ Burnett. Per il resto è la stessa squadra degli scorsi anni con Jeter in seconda base, Texeira in prima e il grande Alex Rodriguez in terza. Gardner, Swisher e Granderson saranno gli esterni. L’eterno Posada lascia il guantone da catcher e diventa DH. Brucia ancora l’eliminazione della scorsa stagione nella semifinale palyoff contro i Texas Rangers che non ha permesso di bissare il successo del 2009.
    Potrebbero recitare il ruolo di outsider i Baltimore Orioles, tradizionalmente squadra materasso della Conference. Sono arrivati a Baltimore due battitori di rilievo come Vladimir Guerrero da Texas e Reynolds da Arizona. Entrambi viaggiano alla media di più di 30 home run a stagione. Ottimo anche l’approdo in prima base di Derrek Lee, ex Atlanta e Chicago Cubs. Altro acquisto sorprendente quello dello shortstop JJ Hardy da Minnesota. Con un roster del genere, è d’obbligo quantomeno migliorare i pessimi risultati delle scorse annate.
    Destinati a recitare il ruolo di cenerentola della Conference, i Toronto Blue Jays. I canadesi sono riusciti a trattenere Bautista autore di ben 54 home run un anno fa. E’ partito, destinazione Los Angeles Angels, Vernon Weels. Come contropartite dell’esterno sono arrivati il catcher Mike Napoli e Juan Rivera.

    American League Central

    (Minnesota Twins, Chicago White Sox, Detroit Tigers, Kansas Royals, Cleveland Indians)

    E’ il regno di Minnesota, vincitrice della Conference nel 2009 e nel 2010. L’uomo simbolo dei Twins è il catcher Joe Mauer che guadagnerà 23 milioni di euro l’anno fino al 2018. Rientra in prima base il suo grande amico Justin Morneau, a lungo fermo la stagione passata per un infortunio. Prima dello stop  Morneau aveva una media battuta incredibile di .345. Altro rientrante eccellente il closer Joe Nathan che ha saltato l’intera stagione per un guaio alla spalla. Per il resto tutti confermati compreso Jim Thome, autore di più di 600 fuoricampo in carriera. Desta curiosita l’arrivo del seconda base giapponese Nishioka.
    Rivali più accreditati dei Twins, i Chicago White Sox, la squadra del cuore del presidente Obama. I WS hanno realizzato uno dei colpi di mercato più importanti dell’offseason ingaggiando da Washington il DH Adam Dunn che insieme allo slugger Paul Konerko andrà a formare un duo di bombardieri invidiabile. Si attende il riscatto dopo una stagione deludente di uno dei giovani più importanti della lega, Gordon Beckham. Il reparto degli esterni con Quentin, Rios e Pierre garantisce esperienza e affidabilità.
    I Detroit Tigers possono rappresentare l’outsider. E’ una delle squadre più sudamericane della MLB, tant’è che la sua ossatura è composta da giocatori venezuelani come il catcher Victor Martinez svincolatosi dai Red Sox, il prima base Cabrera, l’esterno Ordonez e il seconda base Guillen. Specie i primi tre si segnalano per le alte percentuali in battuta che possono garantire ai Tigers buone fortune in attacco.  Sul monte, i Tigers annoverano due tra i lanciatori più veloci della Lega, Verlander e Scherzer cui si unisce il closer Benoit acquistato da Tampa.
    Pochissime chances per Cleveland Indians e Kansas Royals che si contenderanno penultimo e ultimo posto nella Conference.  I Royals hanno perso il loro uomo migliore, il lanciatore Zack Greinke (miglior pitcher dell’A.League due anni fa) traslocato a Milwaukee. Gli Indians sembrano tornati la squadra che ha ispirato il film sul baseball loro dedicato con Charlie Sheen e Wesley Snipes. La stella è il coreano Shin Soo Choo. Grande promessa il catcher Carlos Santana. Troppo poco però per pensare in grande.

    American League West

    (Texas Rangers, Los Angeles Angels, Oakland Athletics, Seattle Mariners)

    I Texas Rangers, sconfitti nelle ultime World Series dai San Francisco Giants, partono con il ruolo di favoriti. Perso Guerrero approdato agli Orioles, i Rangers continueranno a puntare sul fuoricampista Josh Hamilton miglior giocatore della MLB nella scorsa stagione. Contribuiscono all’enorme potenziale offensivo dei Rangers anche l’esterno domenicano Nelson Cruz, il seconda base Kinsler e il nuovo arrivo Adrian Beltre, reduce da un’ottima annata a Boston. Assai promettente il lanciatore Neftali Feliz, la cui fastball viaggia a oltre 100 miglia. Feliz è stato confermato nel ruolo di closer dopo che si era pensato per lui ad un ruolo da partente.
    Gli unici che possono insediare il predominio dei Rangers sono i Los Angeles Angels che si sono rinforzati con gli arrivi di Wells da Toronto e del lanciatore Haren da Arizona che affiancherà Weaver, atteso dalla definitiva consacrazione. Anche per la prossima stagione, le sorti degli Angels dipenderanno molto da Torii Hunter, esterno spettacolare e battitore dalle percentuali elevate.
    I Seattle Mariners possono contare sul giapponese Hichiro Suzuki, autore lo scorso anno della decima stagione consecutiva con 200 valide all’attivo. Un record. Altro uomo simbolo dei Mariners il lanciatore venezuelano Felix Hernandez miglior pitcher dell’American League 2010. Per il resto tanti gregari e poca qualità così come per gli Oakland Athletics. Desta comunque curiosità l’acquisto da parte dei californiani del DH Hideki Matsui, ex gloria dei New York Yankees e mvp delle World Series 2009. Il giapponese si accasa a Oakland dopo un’annata incolore agli Angels. Da sottolineare che nel roster dei Mariners figura anche l’italiano Alex Liddi. Il sanremese è attualmente impegnato nelle società satelitti di Seattle che militano nei campionati minori. Possibile per lui un esordio in prima squadra. Liddi potrebbe essere il primo italiano a calcare uno dei diamanti della MLB.

  • MLB: Si ritira Andy Pettitte. Ramirez e Damon a Tampa Bay

    MLB: Si ritira Andy Pettitte. Ramirez e Damon a Tampa Bay

    Dopo mesi di voci e smentite, il lanciatore partente dei New York Yankees, Andy Pettitte ha annunciato, in conferenza stampa, il proprio ritiro dall’attività agonistica. Petitte, 38 anni, 240 vinte e 138 perse in carriera, detiene il record della MLB per quanto riguarda le vittorie da pitcher partente nei playoff (19) e gli innings lanciati in postseason (263). Lanciatore mancino, ha giocato per 13  anni con la gloriosa maglia degli Yankees. Dal 2004 al 2006 ha militato con la franchigia degli Houston Astros.

    Il ritiro di Pettitte apre non pochi interrogativi in casa Yankees alle prese con una rotazione di lanciatori che, tranne CC Sabathia, lo scorso anno non ha certo brillato per continuità di rendimento. Si pensi alla disastrosa annata di AJ Burnett (10 v. – 15 p.), protagonista assoluto nella vittoriosa postseason del 2009. Per quanto rigurda gli altri movimenti di mercato, da segnalare l’arrivo ai Tampa Bay Rays di Johnny Damon e Manny Ramirez. Si ricompone così il mitico duo di esterni che, con i loro fuoricampo, contribuirono alla vittoria del titolo dei Boston Red Sox nel 2004, interrompendo un digiuno che durava addirittura dal 1918. Con l’arrivo di Damon e Ramirez, i Rays cercano di sopperire alle partenze degli slugger Carl Crawford (ai Red Sox) e Carlos Pena (ai Chicago Cubs).

    A proposito di grandi battitori, dopo una stagione da incorniciare con i Texas Rangers, Vlad Guerrero si accasa ai Baltimore Orioles  dove si contenderà il ruodo di Designato (DH) con un’altra leggenda della Lega, il giapponese Hideki Matsui arrivato dai Los Angeles Angels.

  • MLB: Phillies e Red Sox squadre regine del mercato, male gli Yankees

    MLB: Phillies e Red Sox squadre regine del mercato, male gli Yankees

    Nella MLB si è aperta la fase calda della off season, quella del mercato invernale, dove ogni squadra tenta di mettere a segno qualche colpo per rinforzarsi e cercare di dare l’assalto al titolo della prossima stagione.

    Una delle squadre che sinora ha operato molto bene sono i Philadelphia Phillies, reduci dalla bruciante eliminazione contro i San Francisco Giants che ha impedito alla franchigia della Pennsylvania di accedere per la terza volta consecutiva alle World Series.

    Eppure il mercato non era partito sotto i migliori auspici per i Phillies che hanno registrato una partenza clamorosa, quella di Jayson Werth che se ne va ai Washington Nationals. Dopo tanti successi e un titolo vinto nel 2008 la mossa di lasciare andare Werth lascia perplessi i tifosi, in quanto l’esterno destro passa in una squadra che difficilmente potrà competere per vincere la Division e di conseguenza si capisce che la scelta è stata dettata principalmente dai tanti soldi piovuti dalla Capitale (ben 126 milioni di dollari nei prossimi 7 anni, di cui 42 milioni negli ultimi 2 anni di contratto quando Werth avrà 37 e38 anni. A Philadelphia tira aria di delusione con i tifosi che hanno paura che la squadra che fino a qualche settimana prima era tra le migliori nella Major League venga smantellata.

    Ma il colpo è dietro l’angolo! Ed ha un nome ed un cognome, ovvero Cliff Lee, soprannominato “Il Generale”! I Phillies si inseriscono nella lotta tra New York Yankees e Texas Rangers per il giocatore: New York era pronta a sborsare per il lanciatore ben 148 milioni per 7 anni, mentre Texas spingeva molto, per trattenere il giocatore, sulla possibilità di ritornare facilmente ai playoff il prossimo anno dato che i Rangers giocano in una Division più semplice e nettamente più facile rispetto ai “Bronx Bombers”, e su un contratto che dice 138 milioni per i prossimi 6 anni, con la possibilità di diventare 161 milioni fino al 2017. In definitiva una montagna di soldi!

    Ma in poco tempo si inserisce Philadelphia che chiude in modo repentino la sua trattativa, lasciando con un pugno di mosche in mano le altre 2 contendenti. Lee firma un contratto di 120 milioni per 5 anni, con bonus che farebbero innalzare l’ingaggio fino a 135 milioni per 6 anni). “Il Generale” Lee ritorna così nella squadra dell’Amore Fraterno, dopo averci giocato nella seconda metà della stagione 2009, portando la squadra alle World Series.
    E’ una mossa clamorosa per 2 motivi. Il primo (essenzialmente tecnico) perché con l’innesto di Lee, i Phillies vanno ad avere un monte di lancio mostruoso: Roy Halladay, Roy Oswalt, Cole Hamels e ora anche lo stesso Lee. Dei 5 posti disponibili come lanciatori, 4 sono riservati a dei veri fenomeni del monte di lancio e se Philadelphia deciderà di tenere pure Joe Blanton (firmato inizialmente come numero 3 della rotazione, ora sarebbe invece il quinto!), Chase Utley e compagni sarebbero i candidati numero 1 per le prossime World Series. L’assenza di Werth indubbiamente sarà pesante, ma con un monte di lancio del genere il limite è solo il cielo. Il secondo punto (sentimentale più che altro) riguarda il fatto che Lee ha deciso “con il cuore” di ritornare ai Phillies, in quanto numericamente parlando ha perso dai 13 ai 30 milioni di dollari rispetto alle altre offerte, accettando la proposta di Phila. Certo, l’ingaggio è comunque altissimo, e quello a cui Lee ha rinunciato sembrano pochi spiccioli, ma è anche vero che in questo modo Lee ha fatto capire a tutti che il suo è un desiderio personale, ovvero quello di vincere con Philadelphia e non solamente una questione di soldi.

    Altre squadre che registrano ottimi movimenti di mercato sono i Milwaukee Brewers (che hanno preso il forte lanciatore Zach Greinke da Kansas e Shaun Marcum da Toronto, sempre per migliore il monte di lancio) ed i Saint Louis Cardinals (in pochissimi giorni sono arrivati Lance Berkmann e Nick Punto, 2 innesti che mirano a migliorare un roster che punta dritto ai playoff, in attesa di trovare l’accordo per il prolungamento del contratto di Albert Pujols, che a questo punto, visti gli acquisti, potrebbe restare a Saint Louis).

    Ottimi anche i movimenti dei Boston Red Sox desiderosi di tornare a lottare per il titolo dopo un’annata che li ha visti addirittura esclusi dalla post season. La squadra allenata da Terry Francona ha infatti preso Carl Crawford (142 milioni per 7 anni) come esterno, mossa che migliora e non di poco il livello difensivo della squadra e porta qualità anche in attacco. Ai Red Sox serviva anche un battitore di potenza, ed ecco che così si spiega l’acquisto di Adrian Gonzalez dai San Diego Padres, in uno scambio che ha visto Boston perdere 3 giovani promesse, ma guadagnare un battitore notevole che non potrà che fare bene ai Red Sox. E se la franchigia di Boston si è mossa molto bene sul mercato, prendendo anche il solido Bobby Jenks da Chicago, è stata deludente invece l’off season dei New York Yankees, che hanno pagato una scarsa pianificazione puntando tutto sull’acquisto di Cliff Lee. Sono arrivati, comunque, i rinnovi di Derek Jeter e Mariano Rivera (per il capitano dei Bronx Bombers la pratica è stata più lunga del previsto), e l’acquisto di Russell Martin a difendere il cuscino di casa base, ma onestamente ci si attendeva qualcosa di più nel ruolo dei lanciatori partenti, ora diventato punto interrogativo nella rotazione Yankees, considerando anche che al momento non si sa ancora cosa sceglierà di fare Andy Pettitte, ovvero se continuare a giocare o ritirarsi. Alla fine è arrivato Rafael Soriano, ex closer dei Tampa Bay Rays, acquisto notevole ed importante ma che ha firmato uno dei contratti più alti per un rilievo: 3 anni, con la possibilità ad ogni stagione di uscire dal contratto e rifirmarlo a prezzo migliore (cosa che con ogni probabilità accadrà dopo il secondo o il terzo anno). Una mossa clamorosa, che porta la firma del nome dell’agente di Soriano, ovvero di Scott Boras considerato una specie di mostro nel mondo degli agenti MLB. E vista la vicenda Soriano ed i vantaggi procurati al suo assistito, la nomea è più che giustificata!
    di Daniele Mattioli di arenasportiva.it

  • MLB: Gil Meche non gioca e rinuncia a 12 milioni di dollari!

    MLB: Gil Meche non gioca e rinuncia a 12 milioni di dollari!

    Caso singolare nella MLB, il massimo campionato di baseball degli Stati Uniti .

    In tempi come questi, in cui gli atleti di qualsiasi sport vanno alla caccia di contratti super vantaggiosi e faraonici, un uomo va in controtendenza: si tratta di Gil Meche, pitcher dei Kansas City Royals, che ha rinunciato a 12 milioni di dollari (quelli dell’ultimo anno del suo contratto quinquennale da 55 milioni firmato 4 anni fa) visto che oramai era ai margini della squdra e non giocava più (per vari problemi di salute.

    • “Non voglio provare ancora per un’altra stagione ed essere il ragazzo che guadagna 12 milioni di dollari non facendo assolutamente niente per aiutare la propria squadra”

    Queste le prime parole di Meche dopo aver dato la notizia alla stampa.

    Poi ha proseguito spiegando le ragioni del suo gesto:

    • Quando firmai il contratto il mio obiettivo era di guadagnarmelo sul campo. Poi ho realizzato che stavo guadagnando una montagna di denaro senza meritarmelo, senza fare un solo lancio. Non era giusto. Mi sono sentito talmente a disagio che alla fine ho preso la decisione di ritirarmi

    Meche ha comunicato alla società la sua decisione di lasciare l’attività agonistica nonostante fosse consapevole che, così facendo, perdeva ogni diritto sul contratto milionario a suo tempo firmato. Avrebbe potuto passare un anno senza fare niente prendendo soldi come un nababbo ma è da apprezzare il gesto che non trova quasi nessun precedente nel mondo dello sport. Veramente un uomo d’altri tempi!

  • MLB, World Series: E’ trionfo Giants, Texas battuto anche in gara 5

    MLB, World Series: E’ trionfo Giants, Texas battuto anche in gara 5

    I San Francisco Giants sono i nuovi campioni della Major League Baseball. In gara 5 delle World Series hanno battuto i rivali dei Texas Rangers, davanti ai 52.000 tifosi presenti al Ballpark di Arlington, per 3-1, chiudendo la serie al meglio delle 7 partite sul 4-1.
    Un successo meritato per la squadra californiana che ha dimostrato in quasi tutte le gare di essere nettamente superiore ai rivali texani.
    I Giants non erano campioni MLB dal 1954. E per la prima volta il titolo approda nella baia di San Francisco, dove la squadra si era trasferita nel 1958 (da New York).

    Partita molto equilibrata, quella di Arlington: dopo 6 inning di gioco, il punteggio dice sempre 0 a 0. Il settimo è il parziale decisivo: arrivano infatti i primi problemi per Cliff Lee dei Rangers, che subisce 2 valide in fila da parte di Cody Cross e Juan Uribe, prima però di eliminare Aubrey Huff.

    La festa di San Francisco è cominciata poco dopo con lo strepitoso fuoricampo che Edgar Renteria (eletto poi MVP delle finali), ha messo a segno nel settimo inning portando a casa i 3 punti della vittoria, riprendendosi un posto sotto i riflettori a distanza di 13 anni dal titolo conquistato con i Florida Marlins nel 1997.
    I Rangers hanno provato a replicare, ma il fuoricampo di Nelson Cruz ha prodotto un solo punto. Troppo poco per la clamorosa rimonta. San Francisco, che in tutti i playoff ha esibito un parco lanciatori a dir poco strepitoso, nella indimenticabile serata ha potuto contare sull’eccellente prestazione del partente Tim Lincecum che ha confezionato 8 inning impeccabili: 3 valide, 1 solo punto concesso, 2 basi ball e la bellezza di 10 eliminazioni al piatto. Brian Wilson, il closer diventato un idolo per i lanci e per la barba nerissima, ha completato l’opera. Dall’altra parte, il quotatissimo Cliff Lee ha incassato il secondo KO nelle World Series. Il pitcher ha retto per 7 inning sul monte prima di sgretolarsi davanti alla magia di Renteria. Il trionfo dei Giants è dovuto soprattutto al lavoro del bravissimo manager Bruce Bochy: genio nell’aver plasmato un giovane gruppo di lanciatori, con le perle Matt Cain e Madison Bumgarner. Bochy è stato ripagato dalla scelta di puntare su una matricola, Buster Posey, nel ruolo di catcher. E ha trasformato in elementi fondamentali giocatori scartati da altre squadre: Cody Ross è l’esempio più brillante della meravigliosa opera di “riciclaggio”.
    Il trionfo è arrivato alla fine di una lunghissima rincorsa. La stagione 2010 sembrava compromessa all’inizio di luglio, quando San Francisco inseguiva i San Diego Padres a 7,5 partite nella West Division della National League. La seconda parte della regular season è stata perfetta e ha prodotto il titolo divisionale, vinto proprio all’ultima gara con il successo sui Padres nel confronto diretto conclusivo che ha dato quindi l’accesso ai playoff.
    Nella post season, i californiani hanno esordito eliminando gli Atlanta Braves e mettendo la parola “fine” alla carriera dello “storico” manager Bobby Cox. Nella finale della National League, hanno mandato a casa i strafavoriti Philadelphia Phillies (miglior record della Lega). Nelle World Series, infine, sappiamo tutti com’è andata con il sogno diventato realtà.

    Giants campioni del mondo, la parata ufficiale di festeggiamento è prevista mercoledì dopo il rientro della squadra dal Texas.

    Queste le parole dei 2 protagonisti principali (Bochy e Renteria) nella cavalcata verso il titolo:

    • Beh, questo è il sogno di tutti. Inizia fin da quando si è bambini, e si tirano le prime palline sui campetti dietro casa, e proseguono quando si firma il primo contratto da professionista. Alcuni giocatori pensano magari a vincere qualche premio personale, come miglior giovane o MVP, ma quando si tratta del titolo è diverso. Io volevo vincere le World Series, è per questo che si gioca a baseball. E il momento è finalmente arrivato: ora godiamoci questo sogno

    Ha commentato il manager Bochy. Queste le parole invece dell’MVP Edgare Renteria:

    • E’ incredibile, è incredibile. Questa è la vita. Sono stato tartassato tutto l’anno, ma mi sono tenuto in forma, ho lavorato duro e mi sono detto: “sii paziente, lascia passare!”, e ora devo ringraziare Dio per aver reso possibile tutto questo

    Il riassunto della Serie:

    Oct.27 Game 1: Texas Rangers at San Francisco Giants 7-11 (Giants conducono 1-0)
    Oct.28 Game 2: Texas Rangers at San Francisco Giants 0-9 (Giants conducono 2-0)
    Oct.30 Game 3: San Francisco Giants at Texas Rangers 2-4 (Giants conducono 2-1)
    Oct.31 Game 4: San Francisco Giants at Texas Rangers 4-0 (Giants conducono 3-1)
    Nov.1 Game 5: San Francisco Giants at Texas Rangers, 3-1 (San Francisco Giants Campioni MLB per 4-1)

  • MLB, World Series: Giants ad un passo dal titolo

    MLB, World Series: Giants ad un passo dal titolo

    I Giants sono ad una sola partita dal vincere le World Series della MLB della stagione 2010. Al Ballpark di Arlington San Francisco batte per 4-0 gli avversari dei Texas Rangers, infliggendo un KO forse decisivo ai fini della serie.
    Infatti con una vittoria nel quinto match (in programma all’una circa ora italiana) sul diamante di Arlington, i Giants conquisterebbero il titolo per la prima volta da quando si sono trasferiti a San Francisco (nel 1957). Se la squadra di Bruce Bochy vede ad un passo il trono del baseball, il merito è soprattutto della matricola Madison Bumgarner, che in 8 inning sul monte di lancio concede appena 3 valide ai Rangers.

    Bumgarner, 21 anni è diventato il quinto più giovane lanciatore partente nella storia delle World Series. Ma ha sentito la pressione, nemmeno dopo che l’ex Presidente degli Stati Uniti (nonchè ex proprietario dei Rangers) George W. Bush ha dato il via alla gara con il lancio inaugurale (accanto a Bush junior c’era il il padre Bush senior, presidente numero 41 della storia americana. Bumgarner ha chiuso con 6 strikeout, ben aiutato dalla difesa (che per la seconda volta nella serie ha tenuto i Rangers senza punti dopo il 9-0 di gara 2: alle World Series non succedeva dal lontanissimo 1966) a non ha permesso a Texas di portare corridori in posizione buona fino al settimo inning. Dopo la fine dell’ottava ripresa ha lasciato il posto sul monte di lancio al closer Brian Wilson, godendosi il meritato riposo ed i complimenti di staff e compagni di squadra dopo 106 lanci, di cui 69 strike.

    In attacco i Giants hanno invece costruito il successo sugli homerun: Aubrey Huff, il battitore designato, ne ha infilato uno nel terzo inning, che è valso 2 punti visto che Torres (3/5 al piatto) era riuscito in apertura di ripresa a guadagnarsi la seconda base. Nel settimo inning poi è arrivato il 3-0 Giants, quando un altro doppio di Torres ha permesso a Renteria di correre fino a casa base. Ron Washington, manager di Texas, ha provato in tutti i modi le contromosse necessarie ad arginare San Francisco continuando a cambiare lanciatori (ne ha impiegati ben 5, con il partente Hunter silurato dopo 5 valide in 4 inning) e nell’ottava ripresa è arrivato anche il 4-0 definitivo, firmato sempre con un homerun da Buster Posey, altra matricola Giants. I Rangers, rimasti ancora a secco di punti, traditi da alcuni uomini chiave, hanno sofferto nuovamente tantissimo la difesa di San Francisco, che ha concesso solo 2 punti nelle ultime 3 gare dopo i 7 incassati durante la prima gara.

    In gara 5 saranno Tim Lincecum e Cliff Lee, i 2 migliori lanciatori del momento per entrambe le squadre, ad affrontarsi dal monte di lancio nel match che potrebbe anche assegnare il titolo. I Giants non vincono dal 1954.
    Sono diventati la 45esima squadra della storia a conquistare un vantaggio di 3-1 nelle World Series: e le cifre parlano chiaro perchè nei 44 precedenti, 38 hanno poi vinto il titolo (24 di queste squadre in questione hanno chiuso la serie nella quinta sfida, come potrebbe fare San Francisco nella prossima). I Texas Rangers, che alle World Series non c’erano mai arrivati nei suoi 50 anni di storia, sono avvisati e dovranno dare il meglio per cercare quantomeno di riaprire la serie.

    Questo il programma delle World Series:

    Oct.27 Game 1: Texas Rangers at San Francisco Giants 7-11 (Giants conducono 1-0)
    Oct.28 Game 2: Texas Rangers at San Francisco Giants 0-9 (Giants conducono 2-0)
    Oct.30 Game 3: San Francisco Giants at Texas Rangers 2-4 (Giants conducono 2-1)
    Oct.31 Game 4: San Francisco Giants at Texas Rangers 4-0 (Giants conducono 3-1)
    Nov.1 Game 5: San Francisco Giants at Texas Rangers,  FOX 7:57 p.m.
    Nov.3 Game 6: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX 7:57 p.m.
    Nov.4 Game 7: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX /:57 p.m.

  • MLB, World Series: Texas vince gara 3

    MLB, World Series: Texas vince gara 3

    I Rangers piegano i Giants in gara 3 e riaprono, almeno in parte, dopo le sconfitte nelle prime 2 partite delle World Series, il discorso con San Francisco.
    Al Ballpark di Arlington, record di pubblico con 52419 spettatori, tra i quali anche l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, con i texani che hanno sconfitto 4-2 i rivali californiani.

    La partita si sblocca a favore dei padroni di casa nella parte bassa del secondo inning quando sul lancio del pitcher partente dei californiani, Jonathan Sanchez, il rookie Mitch Moreland batte un fuoricampo che manda a punto anche Nelson Cruz e Bengie Molina per il 3-0 Rangers. Un gap che i Giants non riusciranno più a colmare anche grazie alla buona vena del lanciatore Colby Lewis, che in 7 inning concede solo 5 valide eliminando ben 6 battitori californiani. Il punteggio poi diviene più ampio nel quinto inning, quando un altro homerun, il solo di Josh Hamilton, porta il risultato sul 4-0.
    La reazione dei Giants è tardiva e gli homerun di Cody Ross e Andres Torres, rispettivamente nella parte alta del settimo e ottavo inning, non evitano a San Francisco la sconfitta.

    Finisce quindi 4-2 per i Texas Rangers: punteggio tutto sommato normale dopo il 9-0 di gara 2 e l’11-7 di gara 1. Successo storico, il primo in assoluto per la franchigia texana nelle World Series. Nella notte tra domenica e lunedì è in programma gara 4 sempre al Ballpark di Arlington con Tommy Hunter sul monte per i texani e Madison Bumgarner partente per i Giants.

    Questo il programma delle World Series:

    Oct.27 Game 1: Texas Rangers at San Francisco Giants 7-11 (Giants conducono 1-0)
    Oct.28 Game 2: Texas Rangers at San Francisco Giants 0-9 (Giants conducono 2-0)
    Oct.30 Game 3: San Francisco Giants at Texas Rangers 2-4 (Giants conducono 2-1)
    Oct.31 Game 4: San Francisco Giants at Texas Rangers FOX 8:20 p.m.
    Nov.1 Game 5: San Francisco Giants at Texas Rangers, if necessary FOX 7:57 p.m.
    Nov.3 Game 6: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX 7:57 p.m.
    Nov.4 Game 7: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX /:57 p.m.

  • MLB, World Series: Giants inarrestabili, Rangers ancora KO

    MLB, World Series: Giants inarrestabili, Rangers ancora KO

    E’ stato un vero massacro quello messo in scena dai San Francisco Giants nei confronti dei Texas Rangers in gara 2 delle World Series: i californiani hanno sommerso i texani sotto una marea di punti, chudendo l’incontro con un incredibile 9-0.
    A questo punto parlano le statistiche per la squadra della Baia: 40 su 51. Oppure 13 delle ultime 14. E’ infatti proprio questo il numero delle squadre capaci di vincere le World Series dopo essere andate in vantaggio sul 2-0. Il merito del secondo unto conquistato ieri notte è di Matt Cain, il lanciatore (quasi) perfetto in ottobre che ha tenuto a secco i Rangers per ben 7 inning! Ma importanti nella vittoria Giants sono stati anche Edgar Renteria e Juan Uribe, che hanno portato punti decisivi a San Francisco, capace di chiudere i conti con un ottavo inning da ben 7 punti (dopo il quinto di ieri in cui i Giants ne avevano realizzati 6), il massimo nella storia per la franchigia alle World Series. Texas, che aveva cercato di cambiare rotta spedendo in panchina Guerrero, tra i protagonisti in negativo di gara-1, viene tradita dal suo bullpen e dallo 0/9 con i corridori in base, confermando l’incapacità di vincere all’AT&T Park, dove ha perso nelle ultime 11 esibizioni.

    Il successo di San Francisco è costruito, come già detto in apertura, sul braccio destro di Matt Cain, appena 4 valide concesse a Texas nei quasi 8 inning passati sul monte di lancio. Il 26enne si conferma perfetto nella postseason 2010: in 3 partite (21 inning) ha concesso appena 13 valide, mantenendo la sua mpgl a 0. Ma anche l’attacco di San Francisco (che in due partite di World Series ha già segnato 20 punti, uno più di quelli messi complessivamente a segno nelle 6 gare contro Philadelphia Phillies nelle Championship Series della National League) ha fatto la sua parte, soprattutto i già citati Renteria ed Uribe: il 35enne colombiano, che nel 1997 regalò le World Series ai Florida Marlins, ha centrato nel quinto inning il secondo fuoricampo della sua carriera nei playoff, contribuendo poi anche nell’ottavo con un punto battuto a casa e una corsa a casa base. Il 31enne terza base dominicano, campione con i White Sox nel 2005, ha regalato 2 punti ai compagni.

    Il peggior pericolo per i Giants è solo all’inizio del quinto inning, quando Kinsler spara verso il centro una palla che per pochissimi centimetri non finisce fuori campo. Il seconda base di Texas deve accontentarsi di un doppio, ma Cain, sul monte di lancio, riesce a sopravvivere. Al proprio turno in battuta i Giants spezzano l’equilibrio con il fuoricampo di Renteria. Wilson, il lanciatore partente dei Rangers accreditato della sconfitta, non è già più sul monte di lancio quando i padroni di casa vanno sul 2-0 con Ross, che approfitta del singolo di Uribe. Il colpo di grazia alle ambizioni di Texas arriva nell’ottavo inning, quando San Francisco confeziona 7 punti ad un’eliminazione dalla fine del periodo. 2 li regalano anche i Texas Rangers, quando prima Huff e poi Uribe vengono spediti in prima base per troppi ball permettendo a Posey e Schierholtz di aggiungere 2 punti allo score dei Giants. Poi Renteria confeziona un’altra gemma alla sua gara, infilando un singolo che permette a Ross e Huff di correre fino a casa base. I Rangers si giocano il quarto lanciatore dell’inning (Kirkman) ma le cose non cambiano: il nuovo lanciatore concede subito un triplo a Rowand, che manda a punto Uribe e Renteria. Il 9-0 lo firma lo stesso Rowand, che approfitta del doppio di Torres.

    Texas esce con le proverbiali ossa rotte dalle prime 2 gare delle World Series, e nella notte italiana tra sabato e domenica (alle 0.45 circa), nella prima delle sfide nel proprio stadio, dovrà cercare di mettere il primo punto della sua ipotetica rimonta. Gli ultimi ad essere risaliti da 0-2 e conquistare il trono del baseball MLB sono stati i New York Yankees del 1996 (contro Atlanta): ai Rangers resta solo da imitarli.

    Questo il programma delle World Series:

    Oct. 27 Game 1: Texas Rangers at San Francisco Giants 7-11
    Oct. 28 Game 2: Texas Rangers at San Francisco Giants 0-9
    Oct. 30 Game 3: San Francisco Giants at Texas Rangers FOX 6:57 p.m.
    Oct. 31 Game 4: San Francisco Giants at Texas Rangers FOX 8:20 p.m.
    Nov. 1 Game 5: San Francisco Giants at Texas Rangers, if necessary FOX 7:57 p.m.
    Nov. 3 Game 6: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX 7:57 p.m.
    Nov. 4 Game 7: Texas Rangers at San Francisco Giants, if necessary FOX /:57 p.m.