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  • Portland sbanca New York e resta imbattuta

    Portland sbanca New York e resta imbattuta

    9 le partite disputate nella notte NBA.

    Atlanta batte Washington e conquista la terza vittoria consecutiva. A mettere fine ad una gara più insidiosa del previsto ci pensano Joe Johnson con una tripla (25 punti per lui) ed Al Horford con i 2 canestri successivi (21 punti e 10 rimbalzi per il prodotto di Florida University). A far da contorno la solita doppia doppia di un sempre più incisivo Josh Smith (12 punti e 10 rimbalzi). Per Washington brilla finalmente la stella di John Wall, dopo l’anonimo debutto di qualche giorno fa: 28 punti, 5 rimbalzi e 9 assist per l’ex Kentucky University. Ma le sue giocate non bastano ai Wizards.

    Sacramento espugna Cleveland grazie ad una prova molto buona del quintetto di partenza che termina tutto in doppia cifra: tra questi spicca il solito Evans con 21 punti, mentre Casspi ne aggiunge 20. Consistente l’apporta del rookie Cousins che piazza 14 punti e 10 rimbalzi. Ai Cavaliers non bastano i 21 punti di Sessions ed i 20 di Gibson.

    A New York Portland centra la terza vittoria stagionale grazie ai 29 punti di uno scatenato Brandon Roy. Bene anche Aldridge con 20 punti e 10 rimbalzi e Miller con 19 punti e 10 assist. Ai Knicks, che hanno un Gallinari anonimo per tutto il match (solo 4 punti), non bastano i 18 punti di Stoudemire e la grandissima prova di Chandler con 22 punti e 16 rimbalzi.

    Indiana batte Philadelphia grazie ai 22 punti di Granger. Per Philadelphia terza sconfitta consecutiva, ancora nessuna vittoria in stagione e nuvole che iniziano a scurire l’orizzonte. Turner solo 9 punti.

    A Chicago la favolosa prestazione di Derrick Rose da 39 punti, 6 rimbalzi e 7 assist permette ai Bulls di liquidare la pratica Pistons. A nulla servono i 21 punti dell’ex Ben Gordon, detroit resta ancora a 0 vittorie in 3 partite.

    Poco da dire nella partita tra Memphis e Minnesota se non che i Grizzlies strapazzano gli avversari sotto una ventina di punti e tutto il five starter va in doppia cifra. Sugli scudi la premiata ditta Gay-Mayo con rispettivamente 25 e 29 punti. Per i Wolves si salva il solo e solito Love con 14 punti e 13 rimbalzi.

    I Nuggets sorprendono Houston in casa con i 24 punti di Anthony ed i 28 di Harrington. Scola continua a macinare statistiche (28 punti e 10 rimbalzi), Yao sembra lontano dagli infortuni del recente passato (14 punti) ma rimane in campo solo 20 minuti, e ciò non basta. Campanello d’allarme in casa Rockets dopo 3 partite e 3 sconfitte in avvio di regular season.

    I Bucks mettono il primo sigillo stagionale vincendo contro una squadra ancora alla ricerca di sè stessa, ovvero i Charlotte Bobcats. Jennings sugli scudi con una sontuosa tripla doppia da 20 punti, 10 rimbalzi e 10 assist. Ottimo come al solito Delfino con 23 punti. Per i Bobcats note liete da Augustin con 26 punti ed il ritorno ad alti livelli di Jackson con 23.

    Gli Hornets senza fare rumore vincono la loro terza partita su 3 e battono San Antonio guidati dal solito Chris Paul (25 punti, 7 rimbalzi e 5 assist) che vince il duello con Tony Parker, che si ferma a 13 punti. Gli Hornets tirano col 50% ma limitano gli avversari al 38%: ecco il segreto del successo in terra texana. Male Belinelli con solo 3 punti a referto.

    Risultati NBA del 30 ottobre 2010

    Atlanta Hawks-Washington Wizards 99-95

    • Atl: Johnson 25, Horford 21, Jamal Crawford 15; Was: Wall 28, Thornton 24, Blatche 18

    Cleveland Cavaliers-Sacramento Kings 104-107

    • Cle: Sessions 21, Gibson 20, Hickson 15; Sac: Evans 21, Casspi 20, Landry 17

    New York Knicks-Portland Trail Blazers 95-100

    • N.Y.: Chandler 22, Stoudemire 18, Felton 16; Por: Roy 29, Aldridge 20, Miller 19

    Indiana Pacers-Philadelphia 76ers 99-86

    • Ind: Granger 22, Dunleavy 16, Collison 15; Phi: Williams 18, Iguodala 12, Brand 12, Holiday 12

    Chicago Bulls-Detroit Pistons 101-91

    • Chi: Rose 39, Noah 15, Gibson 11; Det: Gordon 21, Stuckey 18, Prince 15, Monroe 15

    Memphis Grizzlies-Minnesota Timberwolves 109-89

    • Mem: Mayo 29, Gay 25, Arthur 18; Min: Ellington 15, Love 14, Telfair 12

    Houston Rockets-Denver Nuggets 94-107

    • Hou: Scola 28, Martin 21, Yao 14; Den: Harrington 28, Anthony 24, Billups 13

    Milwaukee Bucks-Charlotte Bobcats 98-88

    • Mil: Delfino 23, Jennings 20, Bogut 14, Salmons 14; Cha: Augustin 26, Jackson 23, Wallace 11

    San Antonio Spurs-New Orleans Hornets 90-99

    • S.A.: Ginobili 23, Jefferson 18, Parker 13; N.O.: Paul 25, West 18, Thornton 17

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  • Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    Miami stritola Orlando, Lakers OK, i Thunder passano all’ultimo secondo

    12 le partite giocate nella notte NBA.

    A Miami, gli Heat fanno a pezzi i “cugini” dei Magic nel derby della Florida. Un secondo tempo orrendo di Orlando (solo 25 punti per Howard e compagni) permette a Wade (26 punti) di guidare la sua squadra verso la seconda vittoria consecutiva. Ancora sottotono James (solo 15 punti per lui), doppia doppia per Bosh ed Haslem (11 punti ed 11 rimbalzi per entrambi), per gli ospiti 19 punti di Howard costretto però poi ad uscire per limiti di falli.

    Stephen Jackson sbaglia il tiro da 3 per portare la partita in overtime e gli Indiana Pacers espugnano il parquet dei Bobcats. Granger super con 33 punti, Wallace ne piazza 29 ma non sono sufficienti per riuscire a vincere l’incontro

    I Nets vincono la seconda gara di fila, ma è Sacramento a buttare via l’incontro: avanti di 8 punti a 3 minuti dalla fine del match (97-89), l’attacco dei Kings si blocca, la difesa concede ai padroni di casa le giocate del contro-sorpasso, ad un minuto dalla fine Harris riporta avanti i Nets con un tiro da 3 (98-97). A quel punto la gara è segnata con la vittoria di Lopez e compagni.

    Atlanta espugna Philadelphia grazie ai 22 punti di Joe Johnson ed ai 20 di Horford (per lui anche 12 rimbalzi). Bene Josh Smith (12 punti, 9 rimbalzi), soprattutto in difesa con 6 stoppate e decisivo anche nell’altra metà campo visto che è lui a segnare la tripla che in pratica chiude il match a 45 secondi dalla fine. A Phila non bastano i 27 punti, 10 assist e 6 rimbalzi di Iguodala e i 20 punti di un redivivo Brand. Turner chiude con 0 punti la sua seconda gara in NBA.

    Gara da dimenticare per i Cleveland Cavaliers che vengono asfaltati in Canada dai Raptors di Bargnani (20 punti) e Kleiza (19 punti e 13 rimbalzi). Tanto lavoro aspetta la franchigia dell’Ohio, troppo altalenante nelle prestazioni.

    La tripla doppia di uno spettacolare Rajon Rondo (10 punti, 10 rimbalzi e ben 24 assist) guida i Boston Celtics alla sofferta vittoria sui Knicks. Importanti anche i 25 punti e 14 rimbalzi di Pierce ed i 24 punti e 10 rimbalzi di Garnett. Stoudemire brillantissimo per New York, con a referto anche 2 bombe da 3 per un totale di 27 punti, ma è mancato Gallinari (solo 2 punti, su tiro libero per giunta, in 12 minuti di gioco).

    un canestro di Jeff Green a 2 secondi dalla fine dà la vittoria ai giovani Thunder al “Palace” di Detroit. Villanueva con un tiro da 3 aveva portato avanti i Pistons, dopo un lungo inseguimento, a 5 secondi dalla fine. Ma la gran giocata di Green ha spezzato il sogno dei tifosi di “Mo-Town”. Super prestazione per Ben Gordon (32 punti) e Stuckey (24 punti, 9 assist, 5 rimbalzi), per i Thunder solito Durant (30 punti e 8 rimbalzi) oltre ai 21 di Green ed ai 17 (conditi da 11 assist e 6 rimbalzi) per Russell Westbrook.

    La coppia Beasley-Love comincia ad ingranare per i Wolves: 21 punti e 10 rimbalzi per il primo, 17 punti e 16 rimbalzi il secondo. Minnesota intravede spiragli di luce. Per i Bucks si salva solo Maggette (23 punti in 30 minuti). Pessimo 15% da 3 punti per Milwaukee che con queste percentuali perde la partita.

    Il solito Paul (18 punti) in accoppiata con West (17 punti) regala il successo agli Hornets di un Belinelli in ombra (solo 5 punti). Per denver Anthony piazza 24 punti ma è bene per i Nuggets cercare di risolvere la situazione contrattuale del numero 15.

    Una pasticciata rimessa di Jason Kidd regala il successo ai Memphis Grizzlies a Dallas. Anche senza Randolph ci pensano Mayo e Gay, 20 e 21 punti rispettivamente a guidare gli ospiti . Non bastano i 27punti del solito Nowitzki.

    Nel derby californiano tra Warriors e Clippers hanno la meglio i gialloblu di Oakland che piegano i losangelini grazie ai 24 punti di Dorell Wright. bene anche Ellis (15 punti ed 11 assist) e Lee (15 punti e 12 rimbalzi), Curry invece ne piazza 16. Per i Clippers 19 di Gordon e doppia doppia di Griffin con 14 punti e 10 rimbalzi. Golden State si candida come possibile sorpresa della nuova stagione, costruita una squadra equilibrata e compatta.

    Nella riedizione della finale di Western Conference dello scorso anno i lakers battono a domicilio i Suns, grazie ai 25 punti di Bryant ed alla straordinaria prestazione di Gasol da 21 punti, 8 rimbalzi e 9 assist. Odom in serata di grazia (18 punti +17 rimbalzi). A Phoenix non basta l’eterno Grant Hill (21 punti), sotto tono Nash (8 punti e 9 assist).

    Risultati NBA 29 ottobre 2010

    Miami Heat-Orlando Magic 96-70

    • Mia: Wade 26, James 15, Bosh 11, Haslem 11; Orl: Howard 19, Anderson 12, Nelson 10

    Charlotte Bobcats-Indiana Pacers 101-104

    • Cha: Wallace 29, Augustin 17, Diaw 13; Ind: Granger 33, Hibbert 13, Hansbrough 12

    New Jersey Nets-Sacramento Kings 106-100

    • N.J.: Lopez 29, Harris 21, Outlaw 18; Sac: Garcia 18, Evans 18, Udrih 14, Landry 14

    Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 101-104

    • Phi: Iguodala 27, Brand 20, Williams 16; Atl: Johnson 22, Horford 20, Jamal Crawford 19

    Toronto Raptors-Cleveland Cavaliers 101-81

    • Tor: Bargnani 20, Kleiza 19, Barbosa 13, Weems 13; Cle: Jamison 13, Parker 10, Gibson 9

    Boston Celtics-New York Knicks 105-101

    • Bos: Pierce 25, Garnett 24, Davis 16; N.Y.: Stoudemire 27, Chandler 19, Felton 17

    Detroit Pistons-Oklahoma City Thunder 104-105

    • Det: Gordon 32, Stuckey 24, Hamilton 14; Okl: Durant 30, Green 21, Westbrook 17

    Minnesota Timberwolves-Milwaukee Bucks 96-85

    • Min: Beasley 21, Love 17, Ridnour 13; Mil: Maggette 23, Jennings 14, Gooden 12

    New Orleans Hornets- Denver Nuggets 101-95

    • N.O.: Paul 18, West 17, Okafor 13; Den: Anthony 24, Billups 20, Smith 12

    Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 90-91

    • Dal: Nowitzki 27, Butler 18, Terry 13; Mem: Gay 21, Mayo 20, Arthur 14

    Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 109-91

    • G.S.: D. Wright 24, Curry 16, Ellis 15, Lee 15; Cli: Gordon 19, Griffin 14, Kaman 13

    Phoenix Suns-Los Angeles Lakers 106-114

    • Pho: Hill 21, Lopez 18, Richardson 17; Lak: Bryant 25, Gasol 21, Odom 18

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  • Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Celtics KO a Cleveland, Wade riscatta gli Heat, Belinelli affonda i Bucks

    Il dopo LeBron James parte nel migliore dei modi per Cleveland che supera di misura Boston, che solo 24 ore prima aveva dato una lezione di gioco all’ex numero 23 dei Cavs ed alla sua nuova squadra, gli Heat.
    Sugli scudi Hickson con 21 punti, Gibson con 16 e Sessions con 14. Per Boston si salva Rondo grazie ai 18 punti e 9 assist. Opache le prestazioni di Allen e Pierce.

    I Nets battezzano il Prudential Center, nuovo impianto di Newark, con una vittoria grazie al duo Harris-Lopez che mette insieme 47 punti. Morrow decisivo con la tripla del sorpasso a pochi secondi dal termine. Detroit parte ancora male sebbene abbia 7 giocatori in doppia cifra.

    Decisivo il terzo quarto con un parziale di 25-8 che spacca il match in 2 a favore di Miami che va su un comodo +25. Wade protagonista con 30 punti, James solo 16 (e 9 palle perse, peggio delle 8 di ieri a Boston). Buona la prova, per i Sixers, del rookie Turner.

    Dopo una preseason perfetta da 8-0 ecco che nel momento più importante i Grizzlies si sciolgono come neve al sole. Atlanta passa in trasferta grazie a percentuali altissime da campo e con un Joe Johnson super da 22 punti. favoloso Josh Smith in difesa con ben 5 stoppate.

    Senza Evans fermo per squalifica, i Sacramento Kings espugnano il Target Center di Minneapolis in un match molto gradevole e con il risultato in bilico per tutti i 48 minuti. Decidono la freddezza di Udrih ed i 2 canestri di Landry nel finale dell’ultimo quarto. 22 punti con 11 rimbalzi per l’ex Rockets coadiuvato da un promettente Cousins che chiude la sua prima in NBA con 14 punti, 8 rimbalzi e ben 5 assist. Solo 11 punti per Love mentre Ridnour prende il timone della squadra chiudendo con 20 punti e buone percentuali, ma sono cifre che non bastano ai T-Wolves.

    Un ottimo Marco Belinelli da 18 punti e 6 rimbalzi in 36 minuti di gioco aiuta gli Hornets a battere dei coriacei Bucks che nonostante 5 uomini in doppia cifra devono arrendersi a Paul (17 punti e 16 assist) e West (22 punti). Milwaukee resta a contatto per tutto il match e raggiunge il -1 con la quinta tripla di Delfino (19 pts) ma il tiro fallito da Gooden e la quarta palla persa di Salmons fanno alzare la bandiera bianca nonostante il 15+15 di Bogut.

    Il trio Durant-Westbrook-Green (79 punti sui 106 di squadra) spazza via i generosi Bulls di un mai domo Derrick Rose. Durant ne firma 30, Westbrook 28 e Green 21 ed i Thunder volano grazie ad un quarto quarto al limite della perfezione. Noah incredibile con 18 punti e 19 rimbalzi.

    Vittoria abbastanza semplice per i Dallas Mavericks, trascinati da un ottimo Nowitzki da 28 punti e 13 rimbalzi. Per Charlotte si salva Thomas autore di 22 punti.

    Popovich non sarà contento dei 109 punti subiti ma gli Spurs conquistano ugualmente la vittoria con una grande prestazione offensiva e con le 3 stelle in grande spolvero. 65 punti per il trio Parker-Ginobili-Duncan con il caraibico apparso un buonissime condizioni: 22 punti con soli due errori al tiro (10/12). Ginobili infila 5 delle 9 triple degli Spurs mentre Parker ai 20 punti aggiunge anche 9 assist. Bene anche Jefferson che apre il parziale di 18-5 che risulterà decisivo nell’ultimo quarto. Indiana tira meglio (53%) ma perde troppi palloni (23) nonostante la grande gara del duo Hibbert-Granger (20/36 dal campo per 54 punti, 28 per il centro, 26 per l’ala).

    Nella rivincita del primo turno degli scorsi playoff di Western Conference i Nuggets stritolano i Jazz grazie ai 23 punti di Anthony. Male Utah che delude e non va oltre il 38% dal campo con più palle perse (22) che assist (21). Solo 3/10 per Williams che chiude da top scorer dei Jazz con 17 punti. Invisibile in neo acquisto Jefferson.

    Non c’è più Don Nelson ma la sua pallacanestro rimane l’anima della Oracle Arena. Partita da 250 punti totali con i Warriors che trionfano sui Rockets per la prima volta dal dicembre 2007 mentre Houston perde la seconda volata nel giro di 24 ore. Fantastica la prestazione di Monta Ellis che piazza 46 punti con un incredibile 18/24 dal campo. Doppia doppia per Lee (17 punti +15 rimbalzi) e per un ottimo Curry da 25 punti ed 11 assist. Ai Rockets non bastano i 42 liberi segnati (17/17 per Martin) e la monumentale prova di Scola, autore di 36 punti e 16 rimbalzi.

    Dopo il successo sui Suns, Portland concede il bis e va a prendersi la vittoria allo Staples Center contro i Clippers. Fondamentale è il dominio sotto il canestro dei Blazers che catturano 21 rimbalzi offensivi (13 per la coppia Aldridge-Camby). Si conferma Batum (15 pts, 3/4 da 3) mentre Roy timbra una doppia doppia con 22 punti e 10 rimbalzi. Clippers che segnano solo 17 punti negli ultimi 12 minuti nonostante il buon esordio di Griffin, autore di 20 punti e 14 rimbalzi. Male Kaman che sbaglia 14 dei 18 tiri presi.

    Toronto-New York: commento e tabellino

    Risultati NBA del 27 ottobre 2010

    Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87

    • Cle: Hickson 21, Gibson 16, Sessions 14; Bos: Rondo 18, Davis 14, Pierce 13

    New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98

    • N.J.: Lopez 25, Harris 22, Morrow 13; Det: Prince 14, Stuckey 14, Villanueva 14

    Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97

    • Phi: Turner 16, Williams 15, Young 15; Mia: Wade 30, Jones 20, James 16

    Memphis Grizzlies-Atlanta Hawks 104-119

    • Mem: Conley 23, Gay 21, Arthur 19; Atl: Johnson 22, Bibby 19, Pachulia 17

    Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117

    • Min: Ridnour 20, Beasley 17, Telfair 15; Sac: Garcia 22, Landry 22, Udrih 18

    New Orleans Hornets-Milwaukee Bucks 95-91

    • N.O.: West 22, Belinelli 18, Paul 17; Mil: Delfino 19, Maggette 16, Gooden 15, Bogut 15, Jennings 15

    Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95

    • Okl: Durant 30, Westbrook 28, Green 21; Chi: Rose 28, Noah 18, Gibson 16

    Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86

    • Dal: Nowitzki 28, Terry 22, Butler 13; Cha: Thomas 22, Wallace 16, Jackson 14

    San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109

    • S.A.: Duncan 23, Ginobili 22, Parker 20; Ind: Hibbert 28, Granger 26, Collison 19

    Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88

    • Den: Anthony 23, Afflalo 22, Billups 14; Uta: Williams 17, Millsap 15, Bell 12

    Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128

    • G.S.: Ellis 46, Curry 25, Lee 17; Hou: Scola 36, Martin 28, Hayes 16

    Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98

    • Cli: Gordon 22, Griffin 20, Butler 16; Por: Roy 22, Aldridge 19, Batum 15
  • NBA 10/11: Analisi Central Division

    NBA 10/11: Analisi Central Division

    Il viaggio ad Est degli Stati Uniti si conclude con la Central Division. Sarà corsa a 2 per il predominio della divisione centrale: il talento premierebbe i Bulls per la prima piazza, la profondità del roster invece farebbe optare per i Milwaukee Bucks. La lotta non si risolverà prima delle ultime partite di stagione regolare perchè ambedue le squadre paiono attrezzate per arrivare verso traguardi molto ambiziosi. I Bulls possono contare sul talento purissimo di Derrick Rose, playmaker dalle potenzialità virtualmente illimitate, nativo proprio di Chicago (anche se come il suo collega di Boston Rajon Rondo deve costruirsi un tiro dalla lunga distanza molto più pericoloso di quello mostrato fino ad ora) che quando attacca il ferro risulta quasi immarcabile. A Rose è stato aggiunto un fuoriclasse come Carlos Boozer e dopo anni in cui i “Tori” non hanno avuto una power forward degna di questo nome, sembrano finalmente aver coperto il buco con la sua acquisizione dagli Utah Jazz. Sempre dai Jazz è arrivato Kyle Korver (ed i suoi tiri da 3 punti) ed un altro ex di Salt Lake City risulterà utile nel corso della stagione (Ronnie Brewer). Luol Deng sarà chiamato ad una stagione solida come terzo violino della squadra, mentre i progressi di Joakim Noah sono sotto gli occhi di tutti ed il ruolo di centro pare quindi ben coperto. A Milwaukee invece hanno voluto fare le cose in grande, completando il già ottimo roster dello scorso anno con acquisizioni mirate e che non faranno rimpiangere i titolari quando si siederanno in panchina per rifiatare: Chris Douglas-Roberts nel settore “piccoli” e Drew Gooden e Larry sanders (rookie dalle ottime qualità) tra i lunghi possono dare ampio respiro ai titolari senza far scendere il livello tecnico della squadra. In più è stato rifirmato un tassello importante come Salmons, vera chiave di svolta la scorsa stagione dopo il suo arrivo dai “nemici” divisionali dei Bulls. Se anche Michael Redd recupererà dai brutti infortuni degli ultimi anni e tornerà ai livelli da All-Star che gli competono, ecco qui una formazione molto quadrata, equilibrata in ogni ruolo e soprattutto ostica da affrontare per chiunque. Il tutto sotto la guida dell’allenatore più preparato in NBA, ovvero Scott Skiles, che ha sempre fatto “miracoli” in ogni luogo dove si sia seduto per dirigere una squadra NBA.
    Più distaccate paiono Cleveland ed Indiana: ma se per gli orfani di King James è più il desiderio di vendetta nei confronti del “Re ingrato”, a voler mostrare che la squadra non risentirà dell’abbandono di LeBron (tecnicamente il roster non pare di primo livello), i Pacers hanno messo su una squadra molto interessante che, sperano i tifosi, nel più breve tempo possibile possa ritornare ai fasti dei grandi Pacers targati Reggie Miller di qualche stagione fa (Finale NBA contro i Lakers nel 1999/2000, KO per 4-2). Mancava un playmaker ed è arrivato, quel Darren Collison che l’anno scorso da rookie non fece rimpiangere l’infortunato Chris Paul negli Hornets, con prestazioni straordinarie e che ha ampi margini di miglioramento. In più il rookie Paul George promette battaglia ed insieme alla stella Danny Granger (quest’anno da molti indicato come il vero antagonista di Durant nella corsa al titolo di cannoniere) ed al centro Roy Hibbert (220 centimetri ed una crescita costante che lo stanno portando ad essere uno dei migliori interpreti nel ruolo) proveranno ad essere la vera sorpresa della stagione. Se le cose andranno per il verso giusto potrebbero anche raggiungere i playoff, a sorpresa, perchè il talento non manca, ma l’ottavo posto ad Est (l’unico realisticamente possibile) dovrebbe metterli contro le corazzate Miami o Orlando, destinandoli a sicura uscita nel primo turno della post season.
    In ricostruzione invece i Detroit Pistons che oggettivamente non possono ambire ad un record superiore alle 30-35 vittorie. Ripartire dal rookie Monroe e cercare di prendere qualche altra scelta alta al Draft è l’imperativo di una squadra che deve ricostruire partendo dai migliori giovani che nei prossimi 2 anni usciranno dalle università americane. Il futuro tornerà a splendere solo in questo modo.

    CHICAGO BULLS: A Chicago sono stufi di aspettare l’intervento “divino” che porti un nuovo Jordan (niente da fare per le acquisizioni di Wade e James nella calda Estate 2010) nel roster dei “Tori” ed allora ecco che il mercato ha regalato un giocatore tra i più fondamentali in NBA, Carlos Boozer, eclettica ala grande, devastante vicino a canestro per la potenza fisica (punti +rimbalzi lo fanno uomo da doppia-doppia ogni serata) ma molto bravo anche lontano da canestro, con un buon piazzato anche dai 4-5 metri viste le mani molto “dolci”. Per una stagione da protagonisti dovrà esserci piena sintonia tra lui e l’uomo franchigia di Chicago, ovvero Derrick Rose: l’asse “Rose to Boozer” risulterà determinante per le sorti della squadra dell’Illinois, e proprio il playmaker dovrà prendere la squadra per mano e mostrare a tutti che il Mondiale vinto con team U.S.A. a settembre lo ha fatto crescere come uomo e come giocatore, il suo apporto risulterà imprescindibile ed essenziale se si vorrà arrivare il più lontano possibile. A dare una mano ai 2 ci sarà in primis Luol Deng, che in ala piccola avrà un ruolo chiave per cercare di portare i compagni ai traguardi fissati dalla dirigenza. E poi Joakim Noah, che a centro area assicura centimetri, potenza, agilità ed anche un discreto talento. Non è un giocatore da tiri piazzati, ma sotto i tabelloni è uno dei pochi giocatori in NBA che non perde un duello, vista anche la sua tenacia ed il suo carattere poco arrendevole. Panchina che vedrà Brewer e Korver (insiema a Boozer tutti ex Jazz) dare un apporto sostanzioso, ed il turco Omer Asik dare fiato a Noah. Resta vivo il sogno di portare Carmelo Anthony a Chicago, ma la trattativa è molto difficile per via delle esose richieste dei Denver Nuggets che sparano alto tra giocatori e scelte al Draft, col rischio di perderlo in Estate a zero come free agent. Il colpo Anthony proietterebbe i Bulls come contender nella corsa al titolo!
    In panchina da verificare Tom Thibodeau, al primo incarico in panchina come capo allenatore dopo essere stato un pezzo molto importante delle fortune Celtics degli ultimi anni come assistente di Doc Rivers: la difesa di Boston è tutta una sua creazione ed i risultati sono stati fenomenali, vederemo se riuscirà ad essere così tanto efficace anche a Chicago. In definitiva Bulls favoriti per il primo posto nella Central (obiettivo stagionale dichiarato) per il talento ma attenzione alla completezza ed alla solidità dei Milwaukee Bucks.

    Arrivi: Carlos Boozer (da Utah), Kyle Korver (da Utah), Ronnie Brewer (da Memphis), C.J. Watson (da Golden State), Kurt Thomas (da Milwaukee), Omer Asik (dal Fenerbache), Keith Bogans (da San Antonio)
    Partenze: Rob Kurz (a Granada), Chris Richard (Free Agent), Hakim Warrick (a Phoenix), Brad Miller (a Houston), Jannero Pargo (Free Agent), Acie Law (a Memphis), Kirk Hinrich (a Washington), Kevin Seraphin (a Washington)
    Scelte al Draft: Kevin Seraphin (pick 17, a Washington)
    Probabile Quintetto Base: Derrick Rose (PG), Keith Bogans (SG), Luol Deng (SF), Carlos Boozer (PF), Joakim Noah (C)

    ROSTER

    Guardie: Derrick Rose, Keith Bogans, Ronnie Brewer, Kyle Korver, C.J. Watson
    Ali: Carlos Boozer, Luol Deng, Taj Gibson, James Johnson, Brian Scalabrine, Kurt Thomas
    Centri: Joakim Noah, Omer Asik
    Head Coach: Tom Thibodeau

    CLEVELAND CAVALIERS: L’Estate del 2010 sarà ricordata per sempre a Cleveland. Come dimenticare il giorno del tradimento di LeBron James, che ha deciso di andare a giocare con gli amici Wade e Bosh in quel di South Beach! Nonostante il desiderio di rivalsa nei confronti del “traditore” James il futuro non appare roseo in Ohio: i primi malumori dopo l’addio di James si sono avuti con Mo Williams ed Antawn Jamison, che potrebbero anche essere ceduti a stagione in corso. E neanche Varejao sembra sicuro di rimanere. A Cleveland le cose stanno cambiando rapidamente: la rivoluzione in casa Cavs era cominciata subito dopo l’uscita dai playoff nella passata stagione, difatti sia l’allenatore Mike Brown, sia il G.M. Danny Ferry non sono più al loro posto, così in pochi mesi la franchigia dell’Ohio ha cambiato la figura chiave in società, il General Manager, la guida tecnica ed il giocatore di riferimento!
    Chris Grant è stato nominato nuovo G.M. ed ha da una parte un compito complicatissimo (se non impossibile): sostituire Lebron James nell’organico della squadra e trovare un nuovo giocatore di riferimento sia dentro sia fuori dal campo.
    Nessuno si aspetta molto da questa versione “light” dei Cavaliers perciò sia Grant sia il nuovo coach Byron Scott possono lavorare con calma e cercare di costruire un progetto tecnico nuovo senza subire le pressioni di un ambiente ancora sotto shock per la partenza di James.
    Scott si trova per la prima volta in carriera a guidare una squadra senza un grande playmaker, prima Kidd a New Jersey poi Paul a New Orleans, dovrà quindi trovare il modo di dare un’organizzazione in grado di far giocare e vincere i Cavaliers nella prossima stagione, non sarà un’impressa facile vista la struttura del roster dei Cavs che si troveranno senza i punti di riferimento tecnici delle passate stagioni e senza quello che è stato il playmaker, miglior realizzatore e miglior stoppatore della squadra nelle ultime stagioni.
    Guardando al roster attuale di Cleveland i giocatori più forte tecnicamente sono sicuramente Jamison e Williams, giocatore che ha la personalità per diventare la guida dei nuovi Cavs (sempre che ne abbia voglia) a cui Byron Scott chiederà di prendere in mano le sorti della squadra nei momenti difficili e di tornare ad essere ancora un realizzatore come ai tempi della sua militanza nei Bucks.
    Un giocatore che potrebbe trovare spazio in questa situazione e contribuire alla causa dei Cavs è Ramon Session, la guardia arrivata in cambio di Delonte West da Minnesota, potrà portare punti dalla panchina e magari trovare anche qualche partita in quintetto base se Scott andrà con un quintetto piccolo con Parker spostato in ala piccola, Jemison spostato in ala grande.
    La stagione 2010-2011 dei Cavaliers si annuncia come un lungo percorso della squadra alla ricerca della propria identità tecnica e di uno spirito di gruppo andato perso con la partenza di Lebron James.
    La proprietà, i tifosi, tutta la città si sono stretti attorno alla squadra dopo la firma di James per gli Heat, però per quanto tempo i tifosi continueranno a riempire la Quicken Loans Arena?
    Il compito più arduo per Scott e per i suoi giocatori sarà proprio questo, dare credibilità alla squadra e al suo progetto e non far disinnamorare i tifosi Cavs della squadra.
    Da quest’anno potrebbe partire la rivoluzione a Cleveland, verosimilmente la squadra non sembra poter andare oltre le 30 vittorie in stagione, a meno che la rabbia ed il furore agonistico per il tradimento di James non facciano scattare qualcosa nella testa dei giocatori. Ma a Cleveland tutti attendono il 2 dicembre 2010 ed il 29 marzo 2011, quando qualcuno farà ritorno in quello che è stato il suo regno per 7 lunghi anni…

    Arrivi: Ramon Session, Kyle Lowry, Joey Graham, Ryan Hollins, Samardo Samuel
    Partenze: Lebron James, Delonte West, Shaquille O’Neal, Zidrunas Ilgauskas
    Scelte al Draft:Christian Eyenga, Manny Harris (undrafted), Samardo Samuels (undrafted)
    Probabile Quintetto Base: Mo Williams (PG), Anthony Parker (G), Antawan Jamison (SF), J.J. Hickson (PF), Anderson Varejao (C)

    ROSTER

    Guardie: Anthony Parker, Mo Williams, Ramon Session, Daniel Gibson, Christian Eyenga, Manny Harris.
    Ali: Antawn Jamison, J.J. Hickson, Jamario Moon, Jawad Willliams, Joey Graham, Leon Powe, Samardo Samuels.
    Centri: Anderson Varejao, Ryan Hollins.
    Head Coach: Byron Scott

    DETROIT PISTONS: Probabilmente anche quest’anno i Pistons andranno a fare la Lottery per le scelte al Draft. La squadra non sembra minimamente attrezzata per arrivare alla post season, la guida tecnica, che già non aveva convinto lo scorso anno (John Kuester) è rimasta inalterata, allora non si riesce a capire come questi Detroit Pistons possano emergere dal limbo della mediocrità. L’aggiunta di Tracy McGrady, ormai lontano parente del fenomenale giocatore di qualche stagione fa, non sposta gli equilibri, un declino tecnico e fisico che a “Mo-Town” conoscono bene visto che 2 stagioni fa passò per il Palace di Auburn Hills la controfigura di Allen Iverson. La squadra è da rifondare negli elementi più vecchi e stiamo parlando di colonne come Richard Hamilton, Prince, Ben Wallace e Wilcox, (oltre alla già citata inutile acquisizione di McGrady) giocatori che hanno fatto sicuramente la storia della franchigia, ma che hanno chiuso un ciclo e che da qualche altra parte potrebbero trovare più stimoli: un quintetto in pratica, che potrebbe far risparmiare qualche milione di dollari alla franchigia, nel salary cap, se si trovassero le giuste destinazioni ai giocatori, e magari potrebbe far arrivare nel Michigan qualche scelta alta nei prossimi 2 Draft per prendere qualche giovane promessa. La ricostruzione di un nucleo vincente potrebbe anche ripartire così, ma le scelte ovviamente spetteranno al G.M. Dumars. Quest’anno è stato pescato Greg Monroe con la settima scelta, prospetto molto interessante tra le ali grandi. Rodney Stuckey, già affermato nell’ultima stagione, ed Austin Daye rappresentano il futuro della squadra assieme ovviamente al già citato Monroe. Presente buio, ma operando bene i Pistons potrebbero ben presto risollevarsi, l’importante è fare le scelte giuste per un futuro importante.

    Arrivi: Tracy McGrady (da New York),
    Partenze: Kwame Brown (a Charlotte)
    Scelte al Draft: Greg Monroe (pick 7), Terrico White (pick 36)
    Probabile quintetto base: Rodney Stuckey (PG), Ben Gordon (SG), Tayshaun Prince (o Austin Daye) (SF), Greg Monroe (PF), Charlie Villanueva (o Ben Wallace) (C)

    ROSTER

    Guardie: Rodney Stuckey, Ben Gordon, Rip Hamilton, Tracy McGrady, Will Bynum, Terrico White
    Ali: Tayshaun Prince, Austin Daye, Greg Monroe, Jonas Jerebko, Jason Maxiell, DaJuan Summers, Chris Wilcox
    Centri: Charlie Villanueva, Ben Wallace
    Head Coach: John Kuester

    INDIANA PACERS: La probabile sorpresa stagionale: la dirigenza dei Pacers ha lavorato benissimo sul mercato ed in sede di Draft viste le acquisizioni di Darren Collison (ciò che serviva veramente ad Indiana vista la carenza nel ruolo di playmaker) e di James Posey dagli Hornets (anche se è costato il sacrificio di Troy Murphy finito ai Nets nello scambio a 4 squadre) e l’innesto dei giovani Magnum Rolle, Lance Stephenson ma soprattutto Paul George. Inoltre visto l’infortunio dello scorso anno anche Hansbrough potrebbe essere considerato un rookie e vista questa abbondanza di giovani i Pacers guardano con ritrovato ottimismo al futuro. La squadra pare veramente ottima, con Collison a portare palla e Rush come probabile partente come guardia titolare. Ala piccola sarà invece Danny Granger, stella della franchigia, con Hansbrough che occuperà il ruolo di ala grande e Hibbert come centro. In panchina 2 dei difensori migliori della Lega, Posey e Jones che saranno chiamati sul parquet soprattutto nelle sfide contro i Miami heat per fronteggiare il duo James-Wade. Inoltre Coach O’Brien potrà varare altri 2 tipi di quintetto, uno molto alto ed uno piccolo: il primo vedrà protagonisti il solito Collison (inamovibile), Granger in guardia, il rookie George come ala piccola, Hansbrough o McRoberts come ala grande e Hibbert come centro. Il secondo invece sarà formato da Collison come play, Rush o Stephenson nel ruolo di guardia, George come ala piccola, Granger ala grande (molta duttilità per il numero 33 che può spostarsi senza difficoltà in 3 ruoli) ed Hansbrough come centro. Proprio Granger sarà fondamentale per i Pacers: dopo l’esperienza con la selezione americana ai Mondiali, in molti lo indicano come il vero antagonista di Kevin Durant come miglior marcatore della Lega. In sostanza finalmente coach Jim O’Brien può dirsi soddisfatto della squadra che potrebbe ambire all’ottavo posto ad Est e disputare i primi playoff dopo anni di buio. Ma il limite ed il talento dei giovani Pacers sono sconfinati e la stagione potrebbe riservare tante soddisfazioni.

    Arrivi: Darren Collison e James Posey (New Orleans Hornets)
    Partenze: Troy Murphy (New Jersey Nets), Luther Head (New Orleans Hornets), Earl Watson (Utah Jazz)
    Scelte al draft: Paul George (pick 10), Lance Stephenson (pick 40), Magnum Rolle (pick 51)
    Probabile quintetto base
    Darren Collison (PG), Brandon Rush, (SG), Danny Granger (SF), Tyler Hansbrough (PF), Roy Hibbert (C)

    ROSTER

    Guardie: Darren Collison, A.J. Price, T.J. Ford, Brandon Rush, Lance Stephenson, Dahntay Jones
    Ali: Danny Granger, Paul George, Mike Dunleavy, James Posey, Josh McRoberts, Tyler Hansbrough, Magnum Rolle
    Centri: Roy Hibbert, Jeff Foster, Solomon Jones

    HEAD COACH: Jim O’Brien

    MILWAUKEE BUCKS: I Bucks sono attrezzatissimi per dare battaglia ai Bulls per il primo posto nella Central Division: gli acquisti di Gooden, Boykins, Douglas-Roberts e soprattutto Maggette danno profondità ad un roster già molto competitivo, la riconferma di Salmons dimostra che Milwaukee fa sul serio per le prime posizioni ad Est. Importante sarà l’asse Jennings-Bogut, con il palymaker chiamato alla riconferma dopo l’ottima stagione da rookie ed i centro che deve mostrare di essersi ripreso dopo il terribile infortunio al braccio di fine stagione scorsa. Se l’asse funzionerà i Bucks potrebbero essere la vera mina vagante dei prossimi playoff. Il secondo quintetto di Milwaukee potrebbe tranquillamente raggiungere un posto nei playoff: Boykins in sostituzione di Jennings, Redd (sperando che gli infortuni siano alle spalle può tornare ad essere un All-Star) di Salmons, Douglas-Roberts e Delfino di Maggette, Ilyasova di Gooden ed il rookie Sanders di Bogut, danno ampie garanzie di tenuta fisica,mentale e tecnica, in più il solido difensore Mbah a Moute sarà il jolly della situazione potendo giostrare in 3 ruoli differenti (guardia, ala piccola ed ala grande). Insomma c’è tutto per fare benissimo, compreso il coach, Scott Skiles, capace di fare sempre miracoli in qualsiasi posto sia andato ad allenare, riuscendo a togliere sempre dalle risorse umane a sua disposizione il meglio del meglio. Obiettivo primo posto nella Central, e di essere poi tra le prime 4 ad Est. Sognare, poi, non costa davvero nulla…

    Arrivi: Earl Boykins (Washington Wizards FA), Jon Brockman (Sacramento Kings), Keyon Dooling (New Jersey Nets FA), Chris Douglas-Roberts (New Jersey Nets), Drew Gooden (Los Angeles Clippers FA), Corey Maggette (Golden State Warriors), John Salmons (Milwaukee Bucks FA).
    Partenze: Charlie Bell (Golden State Warriors), Dan Gadzuric (Golden State Warriors), Royal Ivey (Oklahoma City Thunder FA), Darnell Jackson (Sacramento Kings), Luke Ridnour (Minnesota Timberwolves FA), Kurt Thomas (Chicago Bulls FA).
    Scelte al draft: Larry Sanders (15th VCU), Darington Hobson (37th New Mexico), Tiny Gallon (47th Oklahoma).
    Probabile quintetto base: Brandon Jennings (PM), John Salmons (SG), Corey Maggette (SF), Drew Gooden (PF), Andrew Bogut (C).

    ROSTER

    Guardie: Earl Boykins, Carlos Delfino, Keyon Dooling, Chris Douglas-Roberts, Brandon Jennings, 22 Michael Redd, 15 John Salmons.
    Ali: Jon Brockman, Tiny Gallon, Drew Gooden, Darington Hobson, Ersan Ilyasova, Corey Maggette, Luc Richard Mbah a Moute, Larry Sanders.
    Centri: Andrew Bogut.
    Head Coach: Scott Skiles.

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
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  • NBA, preseason: Miami perde contro gli Hawks, Belinelli delude contro i Thunder

    NBA, preseason: Miami perde contro gli Hawks, Belinelli delude contro i Thunder

    I nuovi Miami Heat di LeBron James cadono nuovamente, questa volta contro gli Atlanta Hawks, ed ora il record in preseason è addirittura perdente: 3 vittorie e 4 sconfitte. Non bastano i 38 punti di LeBron per portare a casa il successo, Atlanta mette 5 uomini in doppia cifra (Mike Bibby con 13 punti, Al Horford che ne ha aggiunti altri 12 con Josh Smith e Crawford a quota 11, oltre allo spettacolare Joe Johnson da 27) a cui va aggiunto un ottimo Marvin Williams (finalmente decisivo) con la bomba ad un minuto dalla fine (93-88 Hawks) per 9 punti totali ed 11 rimbalzi. Miami paga ancora l’indisponibilità di Wade, ma se il limite di una formazione costruita per vincere è solo un’assenza (per quanto importante) c’è da iniziare a preoccuparsi.

    Dopo la straordinaria prestazione di solo 24 ore fa, Marco Belinelli incappa in una serata pessima: contro gli Oklahoma City Thunder solo 2 punti in 20 minuti per l’italiano che segna un brutto 0/5 dal campo (i 2 punti solo in lunetta) con 3 palle perse. Ottima invece la prova degli avversari a tratti devastanti, con un gioco spumeggiante che ha fatto valere la superiorità tecnica ed atletica della squadra di Kevin Durant (19 punti, 5 rimbalzi ed anche 8 assist per lui), ben aiutato dai soliti Westbrook (crescita spaventosa di partita in partita per il play, alla fine 17 punti) e Green (14 punti). Da segnalare i 13 punti di Cook, il tiratore da 3 punti che per quasi 2 anni non sono riusciti a trovare ad OKC e che ora fornisce di un’arma in più la franchigia neonata dell’Oklahoma, ed il rientro in campo dopo l’operazione al dito di Krstic che ha dato solidità in difesa e a rimbalzo. Thunder che si candidano ad essere la possibile outsider per il titolo se la continua crescita dei giovani della squadra procederà secondo i tempi previsti, senza intoppi.

    Nelle altre partite della notte 26 punti di Sessions guidano i Cavaliers alla vittoria su Milwaukee, gli Spurs si impongono nel derby con i Rockets, Brandon Roy (23 punti) guida i Blazers al successo sui Nuggets (inutili i 21 di Anthony), mentre i campioni dei Lakers demoliscono i Warriors con un sonoro 120-99 (23 punti per Gasol, Bryant tenuto a riposo).

    Risultati preseason NBA 21 ottobre 2010

    New Orleans Hornets-Oklahoma City Thunder 86-101

    • (N.O.: West 24, Belinelli 2; Okl: Durant 19)

    Golden State Wariors- Los Angeles Lakers 99-120

    • (G.S.: Curry 19; Lak: Gasol 23)

    Miami Heat-Atlanta Hawks 89-98

    • (Mia: James 38; Atl: Johnson 27)

    Milwaukee Bucks-Cleveland Cavaliers 77-83

    • (Mil: Douglas-Roberts 16; Cle: Sessions 26)

    Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 83-90

    • (Den: Anthony 21; Por: Roy 23)

    Houston Rockets-San Antonio Spurs 103-111

    • (Hou: Martin 21; S.A.: Blair 17)
  • NBA: I Warriors esonerano Don Nelson

    NBA: I Warriors esonerano Don Nelson

    Ancora non è ufficiale ma si prevede che nella giornata di lunedì 27 settembre ci sarà la separazione tra l’allenatore più vincente della storia della NBA ed i Giolden State Warriors: Don Nelson, infatti, per divergenze con la proprietà della franchigia californiana riguardanti il lato economico del suo contratto, sarà un allenatore senza squadra e molto probabilmente potrebbe esserci la clamorosa idea del ritiro visto che l’età avanza (Nelson ha 70 anni).

    Nelson ha un record di 1.335 vittorie in 31 stagioni passate come coach di Milwaukee, Golden State, New York e Dallas. L’ex giocatore di Boston ha vinto 5 campionati in gran parte come sesto uomo, con i Celtics, ma non ha mai guidato una squadra NBA ad un titolo o addirittura raggiunto la finale come allenatore.
    Ha superato il record di vittorie in stagione regolare di Lenny Wilkens (1.332 vittorie) il 7 aprile.
    Golden State ha finito la scorsa stagione con un record di 26 vittorie a fronte di 56 sconfitte.
    L’ assistente allenatore Keith Smart, ex giocatore e allenatore di Cleveland (a lungo considerato erede di Nelson ad Oakland), dovrebbe essere il suo sostituto sulla panchina gialloblu.

    Nelson è stato richiamato a Golden State nel 2006, ed ha immediatamente portato i Warriors nella postseason, con l’ ottava testa di serie nella Western Conference, riuscendo clamorosamente ad eliminare i super favoriti al titolo, ovvero i Dallas Mavericks reduci da una stagione da 67 vittorie e 15 sconfitte. Quella è stata l’ultima apparizione ai playoff per la franchigia di Oakland visto che nel turno successivo i Jazz eliminarono i Warriors e negli anni a venire l’impresa di qualificarsi per la postseason non è più riuscita.
    Golden State ha vinto appena 55 partite nelle ultime 2 stagioni.
    Nelson è anche l’unico allenatore con più di 1.000 vittorie in carriera che non è stato inserito nella Hall of Fame della pallacanestro.

    Le sue squadre hanno vinto almeno 50 partite in 13 stagioni su 31 totali di carriera.
    Nelson ha iniziato la sua carriera come allenatore e general manager della Bucks nel 1976, centrando i playoff 9 volte nelle sue 11 stagioni sulla panchina della squadra del Wisconsin. Ha poi preso la guida dei Warriors nel 1988. Ha lasciato Golden State nella stagione 1994-95. Dopo un anno passato ai Knicks, ha assunto la guida dei Mavericks nel 1998. Dallas ha raggiunto la finale della Western Conference nel 2003, perdendo contro i San Antonio Spurs. Nel 2005 la separazione con la squadra del Texas per via di divergenze con il proprietario dei Mavs Mark Cuban.

  • L’Argentina doma la Spagna e si prende il quinto posto

    L’Argentina doma la Spagna e si prende il quinto posto

    Una brutta Spagna (almeno nel primo tempo), cede all’Argentina e si deve accontentare del sesto posto al Mondiale di basket in corso di svolgimento in Turchia, dopo essere arrivata alla manifestazione come seria candidata al titolo assieme agli Stati Uniti, anche in virtù dell’eredità portata sulle spalle, in quanto campione del Mondo e d’Europa in carica. Unica consolazione per gli ormai ex detentori del titolo è la superba prestazione di Rudy Fernandez, autore di ben 31 punti.
    Tutt’altra musica per la squadra albiceleste che onora il torneo con un ottimo piazzamento viste le defezioni pre-Mondiali, in particolar modo quella di Manuel Ginobili, più che quella di Andrès Nocioni. Intesa magica poi quella tra Luis Scola e Carlos Delfino, che saranno le basi di questa nazionale per il prossimo futuro. L’ala degli Houston Rockets chiude con 22 punti e sarà molto probabilmente il marcatore principe della manifestazione (a meno di clamorosi exploit della stella americana Kevin Durant nella finalissima per l’oro che si disputerà alle 20.30 contro la Turchia), la guardia dei Milwaukee Bucks ne piazza 27 e sforna triple a ripetizione!

    Finale 5°-6° posto: ARGENTINA-SPAGNA 86-81

    Dicevamo di un primo tempo pessimo da parte della Spagna ed alcune cifre lo testimoniano: 14 palle perse, 3/14 dall’arco e 17 lunghezze di svantaggio all’intervallo (49-32), dominata a rimbalzo dove l’altezza di Marc Gasol dovrebbe quantomeno fare la differenza, molle in difesa e senza idee e genialità in attacco. Questo è il team giallorosso nei primi 2 quarti, dominato letteralmente dall’Argentina.
    L’albiceleste vola con un Carlos Delfino letteralmente infuocato ed un Prigioni realizzatore e distributore, mentre Scola risparmia energie per il secondo tempo.

    2 triple in serie di Delfino in avvio di terzo quarto lanciano l’Argentina sul massimo vantaggio (59-34, +25), quanto basta per sollevare pesanti malumori da parte dei tifosi spagnoli che iniziano una civile protesta contro il gioco espresso dalla squadra di Sergio Scariolo: e allora, colpiti dalle critiche dei loro stessi supporter, finalmente, i giocatori di Scariolo cominciano a giocare. E lo fanno anzitutto alzando l’intensità difensiva fino a quel momento latente, cosa che permette di recuperare una miriade di palloni in pochi minuti e confezionare un super parzialone di 16-2 con tante corse in contropiede e un Fernandez indiavolato (61-60).
    L’Argentina si aggrappa, come sempre, alle spalle larghissime e solidissime di Luis Scola, e l’ala dei Rockets ricomincia a lavorare in pitturato riportando i suoi sul +9. Ma la Spagna non molla, si riavvicina con Garbajosa e Gasol, impatta a quota 80 proprio con il centro dei Memphis Grizzlies dalla lunetta, ma si vede poi superata da un principesco canestro di Scola a centro-area e da una tripla, dritta dritta indirizzata al cure iberico, di Prigioni a 15 secondi dalla sirena. Finisce 86-81 ed onestamente pare giusto così, viene premiata una formazione che ha avuto più stimoli e che ha giocato complessivamente meglio e non a fiammate.

    Spagna: R. FERNANDEZ (31 pts), M. GASOL (10 rbs), J. NAVARRO (3 ast)
    Argentina: C. DELFINO (27 pts), L. SCOLA (11 rbs), P. PRIGIONI (7 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB

  • Al Harrington tra Dallas e Denver, Raja Bell verso i Lakers

    Importanti trattative nella notte NBA che potrebbero avere risvolti molto interessanti.
    Al Harrington, ala dei New York Knicks è nel mirino dei Dallas Mavericks e dei Denver Nuggets.
    Dallas nelle ultime ore ha però concluso l’acquisto di un “lungo” per il suo roster, ovvero Tyson Chandler (Leggi l’articolo), e potrebbe anche mollare la presa, visto che come ala grande ha già l’intoccabile Nowitzki. Harrington sa che ai Mavs verrebbe utilizzato da sesto uomo di lusso e allora potrebbe accettare l’offerta dei Nuggets che devono rimpiazzare in quintetto l’infortunato Kenyon Martin, che dovrà operarsi di nuovo alle ginocchia e non fornisce garanzie di tenuta fisica.

    Nate Robinson è in trattativa con i Boston Celtics per il nuovo contratto ma la strada non sembra delle più agevoli, sia per il giocatore che per la franchigia del Massachusetts.

    Juwan Howard è sempre più vicino ai Miami Heat che hanno bisogno di giocatori sotto i tabelloni. Howard, anche se l’età non è più verdissima, risponde all’identikit tracciato da Pat Riley.

    I Portland Trail Blazers sono quasi sicuri che gli Utah Jazz pareggeranno l’offerta, fatta dalla franchigia dell’Oregon, a Wesley Matthews che è un free agent con restrizione (ovvero la squadra di ultima appartenenza pareggiando l’offerta di un’altra squadra potrà trattenere il giocatore nel roster). Se ciò non dovesse accadere i Jazz dirotterebbero le loro attenzioni sull’ex Ronnie Brewer, passato nel febbraio scorso ai Grizzlies, e Matthews potrà iniziare la sua nuova carriera a Portland. Sempre i Blazers si sonno messi sulle tracce di Earl Watson, playmaker ex Indiana Pacers.

    Adam Morrison, che si sta allenando con i Chicago Bulls, ha un’altra pretendente oltre ai Wizards, ovvero i Los Angeles Clippers, alla ricerca di un tiratore dal perimetro molto efficiente.

    Gli Orlando Magic hanno lo stesso problema dei Blazers: J.J. Redick, free agent con restrizione, ha accettato un’offerta di 19 milioni di dollari per 3 anni dai Chicago Bulls e ora sta alla franchigia della Florida decidere se pareggiare l’offerta e mantenere la temibile guardia tiratrice in squadra.

    Per convincere il fortissimo difensore Raja Bell a firmare per i Campioni NBA in carica dei Los Angeles Lakers, si sta muovendo anche Kobe Bryant, che in passato, quando Bell era dei Phoenix Suns, ha avuto degli “scontri” epici sui parquet NBA (vedere gara 5 dei playoff della serie Suns-Lakers della stagione 2006!). La trattativa pare ben avviata ed il 33 enne potrebbe presto firmare il suo nuovo contratto.

    I Minnesota Timberwolves sono interessatissimi a Luke Ridnour, playmaker che nell’ultima stagione ha giocato (e molto bene) con i Milwaukee Bucks. A fargli posto in squadra potrebbe essere, se tutto andrà per il verso giusto, Ramon Sessions, strappato solo un anno fa proprio ai Bucks dal G.M. dei Wolves, Kahn, ma rivelatosi poi una delusione totale.

  • NBA, free agent: Le ultime voci di mercato e trattative [7 luglio 2010]

    Il rumors principale, come già scritto nell’articolo dedicato a LeBron James (Leggi l’articolo), riguarda i Cleveland Cavaliers, che pur di trattenere il loro fenomeno in Ohio, starebbero pensando di creare una super squadra pronta a vincere il titolo e a sbaragliare tutta la concorrenza. Ovviamente si tratta solo di una voce ma secondo alcune fonti autorevoli, la notizia non pare campata in aria.
    Dunque, per rendere ancora più competitivi i Cavs, il proprietario Dan Gilbert non baderebbe a spese e la dirigenza, forte del messaggio lanciato dall’owner, si sarebbe mossa per operare un “sign and trade” con i Toronto Raptors per Chris Bosh, talentuosissima ala grande, in ottimi rapporti proprio con James e scelto allo stesso Draft (anno 2003) del fenomeno numero 23, che andrebbe a rinforzare il reparto sotto i tabelloni. I Cavaliers però dovrebbero trovare per i canadesi adeguate contropartite tecniche che alla fine non mancano ma dovrebbero andare tutte ad incastro.
    Più complicato il discorso per arrivare ad un’altra superstar, ovvero Chris Paul! Il più forte playmaker della Lega è molto legato a coach Byron Scott, nuovo allenatore degli orogranata, che potrebbe da parte sua cercare di convincere il regista al trasferimento. C’è da dire che Paul ha già espresso il desiderio di avere una squadra da titolo a New Orleans, ma la prospettiva appare lontana anni luce visto che gli Hornets sono in ricostruzione partendo dai giovani. Ecco perchè Paul potrebbe puntare i piedi e nonostante il suo valore sul mercato sia molto alto, si potrebbe tuttavia trovare un accordo anche vantaggioso con Cleveland in modo da accontentare tutti.
    Una squadra con Paul come playmaker, James ala piccola e Bosh ala grande avrebbe veramente pochi avversari sui parquet NBA, un pò come fecero i Boston Celtics del 2008 che a Paul Pierce unirono prima Ray allena dai Seattle Sonics e poi Kevin Garnett dai Minnesota Timberwolves per assemblare una formazione che in quell’anno asfaltò letteralmente tutti quanti (ne sanno qualcosa i Lakers che in Finale, in gara 6 furono sommersi sotto quasi 40 punti e videro i Celtics prendersi il titolo NBA). La similitudine ci sta perchè riunire 3 superstar in un unico team non è cosa semplice e non è cosa da tutti ma i Cavs vogliono provarci per riuscire finalmente a trionfare.

    Per quanto riguarda le altre voci sembra che i Knicks, dopo l’acquisizione di Stoudemire sarebbero interessati a Carlos Boozer, ala grande degli Utah Jazz. Boozer è seguito anche dai cugini dei Knicks, ovvero i Nets, che come piano secondario, se dovessero fallire la trattativa con l’ala dei Jazz, starebbero trattando David Lee proprio di New York!
    I Knicks però sarebbero interessati a fare uno scambio a 3 in cui proprio Lee dovrebbe andare a Minnesota, Al Jefferson dei T-Wolves ai Golden State Warriors e la guardia Monta Ellis dalla squadra della California andrebbe a New York.

    Lee in queste ore è il più ricercato sul mercato visto che a lui sono fortemente interessati i Phoenix Suns che devono sostituire Amar’è Stoudemire passato proprio ieri a New York.

    I Dallas Mavericks invece si sono interessati al “lungo” Jermaine O’Neal, nell’ultima stagione ai Miami Heat, e alla guardia Raja Bell che si è detta fortemente interessata a provare l’avventura in quel di Dallas.

    Tony Parker dovrebbe restare a San Antonio, anche perchè non ha il contratto in scadenza, ma New York vorrebbe fare un tentativo per strapparlo agli Spurs. Come alternative, nella testa di Mike D’Antoni, ci sarebbero Raymond Felton (svincolato dai Charlotte Bobcats) e ultima novità Luke Ridnour dei Milwaukee Bucks.

    I Boston Celtics sono in trattativa con Kyle Korver, fortissimo tiratore lasciato libero dagli Utah Jazz. Per il ruolo di ala piccola, per dare qualche minuto di riposo al titolare Paul Pierce, nei giorni scorsi i Celtics avevano provato ad arrivare a Rasual Butler e Antoine Wright, ma ora il nome di Korver si è fatto strada prepotentemente e la soluzione del rebus potrebbe essere proprio questa per Boston.

    Carmelo Anthony sarebbe sul punto di prolungare il contratto con i Denver Nuggets sulla base di 65 milioni di dollari per 3 anni. Ma su questa notizia si aspettano ancora conferme.

    Infine i Portland Trail Blazers hanno firmato il rookie scelto (tramite Minnesota) al Draft di quest’anno, ovvero Luke Babbitt.
    Stesso discorso per i Milwaukee Bucks che sono vicini a chiudere il contratto con la loro prima scelta Larry Sanders, chiamato a giocare nei “Cervi” con il pick numero 15.