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  • L’Inter si intromette tra il Milan e la Roma per Marco Borriello

    L’Inter si intromette tra il Milan e la Roma per Marco Borriello

    Il futuro di Marco Borriello è ancora in alto mare nonostante ci siano solamente pochi giorni alla fine del calciomercato estivo: quel che è certo è che tra le fila di Zeman l’attaccante napoletano non ha trovato spazio anzi, il boemo, gli ha fatto capire che in vista del prossimo campionato non vestirà la maglia della Roma. Per questo il mancino di San Giovanni a Teduccio è stato immesso sul mercato di questi giorni estivi dove a farsi avanti sono state non solo Tottenham, Genoa e Milan, ma anche l’Inter.

    Proprio in queste ore infatti il club neroazzurro ha fatto presente il proprio interesse alla Roma, spiegando di richiedere il giocatore proprio perchè voluto da Stramaccioni. Lo stesso però era stato fatto alcuni giorni prima dall’altro club di Milano: Allegri ha infatti sempre dichiarato di essere interessato a Borriello che, tra le tante cose, negli anni passati ha più volte indossato la maglia del Milan.

    Marco Borriello © Valerio Pennicino/Getty Images

    Sicuramente sia per l’Inter che per il Milan non sarà di certo il tappabuchi perfetto per Milito ed Ibrahimovic anzi, i tifosi di entrambi i club hanno già fatto capire che Borriello non sarebbe il benvenuto: i neroazzurri non hanno mai visto di buon occhio l’attaccante napoletano, il quale ha vestito la maglia di tutte le maggiori avversarie negli anni precedenti, mentre i rossoneri si ricorderanno di certo dei numerosi flop durante i vari campionati nei quali ha vestito la maglia del Milan e sicuramente non avranno dimenticato il caso doping nel quale Borriello finì durante la stagione 2006/2007 per essere risultato positivo a prednisone e prednisolone, metaboliti del cortisone.

    Nonostante tutto però quello che comanda il calciomercato di questa annata è la possibilità di risparmiare il più possibile e, vista la volontà da parte della Roma di liberarsi in fretta del centravanti napoletano, sia il Milan che l’Inter cercheranno di portarsi a casa l’attaccante con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto. Per questo motivo nei prossimi giorni il mercato potrebbe farsi interessante, con i due club di Milano che tenteranno il tutto e per tutto per portarsi a casa Borriello, rimpiangendo gli anni in cui queste battaglie avvenivano per giocatori di altissimo livello.

  • “Non siamo la Solbiatese” Galliani Allegri, la coppia scoppia a New York

    “Non siamo la Solbiatese” Galliani Allegri, la coppia scoppia a New York

    Non siamo la Solbiatese, sì, ma neanche il Real Madrid. Con tutta franchezza lo sfogo di Adriano Galliani nei confronti di Massimiliano Allegri mi pare un tantino esagerato. Oggetto del contendere è ovviamente la colossale disfatta rossonera in quel di New York, un 5-1 contro i Blancos difronte a oltre 50 mila spettatori, in quello che è ribattezzato da anni come il derby d’Europa. Siamo sicuri che al termine dei primi 45′ minuti l’umore di Galliani fosse tutto sommato sotto controllo, nonostante uno schiacciante possesso palla degli avversari spagnoli contemporaneamente ad un parziale che vedeva il Milan in scia al Real (1-1). Qualcosa però evidentemente si è rotto ad inizio ripresa, quando un tranquillo Allegri ha cambiato 9 uomini su 11 (fra cui l’intera difesa ndr). Sciagura biblica.

    Mai l’avesse fatto, apriti cielo. Conseguenza immane, 4 gol durante una ripresa da incubo, nella quale appunto Galliani si è sentito più in Brianza che tra i grattacieli della Grande Mela. Una figuraccia che ha letteralmente trasformato il volto dell’ad rossonero in qualcosa di simile ai kouros di età arcaica, senza quel sorriso a 32 denti dei tempi migliori.

    massimiliano allegri | ©Jeff Zelevansky/Getty Images

    E’ forse il primo attacco frontale contro il tecnico livornese dopo 24 mesi a Milanello, per niente paragonabile al pur sempre astio provato da Galliani nel post partita di Arsenal-Milan, quando i rossoneri agguantarono i quarti di finale con la paura di sciupare in maniera ignobile il trionfo di San Siro fatto registrare soltanto due settimane prima (la migliore partita di Allegri sulla panchina dei Diavoli).

    La coppia scoppia? Fin qui il tecnico aziendalista era stato trattato con i guanti dalla dirigenza di Via Turati, in particolare dallo stesso Galliani, che l’ha difeso a spada tratta durante gli ultimi mesi del campionato scorso, quando la squadra conobbe l’autodistruzione prima in Champions e poi entro i confini nazionali. E’ stato sempre l’ad a convincere Berlusconi nel riconfermarlo anche per quest’anno. C’è però il fantasma di Zaccheroni che aleggia. L’ex friulano perse 5-1 a San Siro contro il Real nell’estate del 2000. Pochi mesi più tardi il patron Berlusconi lo esonerò senza troppi complimenti. Coincidenze?

  • Il Milan su M’Baye Niang, il nuovo Henry di Francia

    Il Milan su M’Baye Niang, il nuovo Henry di Francia

    Con Tevez e Dzeko definitivamente sfumati dopo l’arrivo di Zapata che ha riempito così la seconda casella relativa agli extracomunitari, si cerca sempre un attaccante in casa Milan. L’affare Kaka è sempre più difficile da chiudere, e sembrano essere due le piste rimaste in piedi. Una ormai conosciuta da settimane, ovvero quella relativa allo juventino Matri, per il quale la società bianconera continua a prendere tempo, l’altro tutta nuova e che porta al giovane francese classe 1994 M’Baye Babacar Niang.

    Si tratta di un giocatore piuttosto duttile che può essere impiegato sia da prima che da seconda punta. Di origini senegalesi ma di passaporto francese, M’Baye Niang, il quale attualmente milita nel Caen ma è anche nel giro della Nazionale francese Under 21, è stato ribattezzato proprio oltralpe come il nuovo Thierry Henry per via delle grandi doti atletiche abbinate ad una tecnica piuttosto eccellente che lo rendono un elemento piuttosto completo.

    M’Baye Niang © Facebook FanPage

    Dopo essersi messo in mostra nella squadra riserve ha esordito in Ligue 1 ad appena diciassette anni mettendo a segno 3 gol in sette presenze nella sua prima stagione. Il Caen ha cosi deciso di puntare forte su di lui anche se, paradossalmente, nell’ultima stagione ha siglato solo 2 reti in 23 gare giocate, complice anche una squadra non eccezionale che alla fine è anche retrocessa. Ma il talento di M’Baye Niang comunque ha attirato l’attenzione di alcune squadre, e oltre al Milan sul ragazzo c’è una squadra che di giovani talenti se ne intende, ovvero l’Arsenal di Arsen Wenger, il quale lo avrebbe notato nel corso di una gara disputata dall’Under 21 francese.

    Il giocatore, reduce da una visita al centro sportivo del Milan, preferirebbe tuttavia i rossoneri, i quali sarebbero chiamati a sborsare circa cinque milioni di euro per accaparrarselo. Resta poi da capire se verrà aggregato subito alla prima squadra o alla Primavera.

  • Cristian Zapata in prestito, Milan dice addio a Tevez e Dzeko

    Cristian Zapata in prestito, Milan dice addio a Tevez e Dzeko

    Dopo ricerche affannose il dado è tratto. Il rinforzo tanto decantato nel reparto arretrato del Milan è giunto. A sorpresa è Cristian Zapata, il colombiano ex Udinese che tanto fece bene in Italia quanto male in Spagna. Fatalità vuole che dopo il suo arrivo a Villareal, il sottomarino giallo è affondato veramente, in Segunda. I tifosi rossoneri possono già fare gli scongiuri, affinché l’acquisto del sudamericano non profetizzi alcuna sciagura futura. Per il dopo Thiago quindi la dirigenza di Via Turati ha scelto il profilo basso, sebbene il Zapata formato “italiano” non era dispiaciuto affatto, tanto da essere ricercato dallo stesso Milan quando la gioielleria Pozzo chiedeva oltre 10 milioni di euro per la sua cessione. Non è come avere Thiago però, d’altronde chiunque fosse arrivato non lo sarebbe stato.

    Per prima cosa dovrà dimostrare di essersi ripreso dopo lo sbandamento generale durato meno di 12 mesi nelle terre di Spagna. Non che abbia giocato come ai livelli di Roque Junior (per voler resuscitare un datato ex difensore rossonero), diciamo però che non ha offerto prestazioni esaltante come ci aveva abituati al Friuli.

    cristian zapata | ©JOSE JORDAN/AFP/Getty Images

    Il prestito di Zapata però fa riflettere il tifoso del Milan. Perché proprio il colombiano? Perché rinunciare oggi, 9 agosto, con 20 giorni d’anticipo ai sogni Tevez e Dzeko? Non dimentichiamoci infatti che l’ex friulano è extra-comunitario, e dopo il suo arrivo le caselle rossonere sono nuovamente occupate per tutto il resto della stagione.

    Un lato positivo, paradossalmente, forse c’è: almeno stavolta i fan del Diavolo non potranno dire di essere stati raggirati. Galliani va ripetendo da settimane ormai che a Milano non arriveranno più top-player, e l’acquisto di Zapata conferisce alle parole dell’amministratore delegato i crismi della veridicità. D’accordo non sentirsi presi in giro, ciò non toglie però ad una pacifica potenziale protesta contro la dirigenza di Via Turati. Si era partiti da Rolando, per passare poi al capitano del Montpellier, arrivando infine a Zapata. Triplo salto mortale all’indietro, voto 10.

  • Crollo Milan, il Real è di un altro pianeta

    Crollo Milan, il Real è di un altro pianeta

    Giornata in chiaroscuro quella di ieri per i tifosi del Milan. Se da una parte l’avvio sembrava essere piuttosto incoraggiante dopo l’annuncio ufficiale dell’acquisizione in prestito del forte difensore colombiano Zapata, dall’altra la notte si è trasformato in un brutto sogno di mezz’estate.  Stavolta non c’entra nulla Shakespeare. Era il derby d’Europa, così è stato ribattezzato dai media cartacei, sebbene si giocasse a New York (le coincidenze). La disfatta contro il Real Madrid, sebbene fosse soltanto un amichevole, è di quelle che assomigliano tanto a un pugno in pieno viso, stile Cammarelle o giù di lì. Il caso ha voluto che la sconfitta per 5-1 per mano del Real non sia stata vista da una folla tale da rendere necessaria una spedizione punitiva presso le terre di Colombo.

    Ciò non toglie però che la figura da parte del Milan non sia stata di quelle migliori, specialmente perché arrivata dopo discrete prestazioni, come ad esempio quella contro i campioni d’Europa del Chelsea di Di Matteo. A dire che il primo tempo si era concluso in parità, con Robinho bravo nel rispondere al vantaggio iniziale di Di Maria. Poi durante la ripresa si è assistito al naufragio biblico, mancava soltanto l’arca di Noè dove i calciatori rossoneri potessero nascondersi.

    cristiano ronaldo | ©STAN HONDA/AFP/GettyImages

    Purtroppo per loro invece hanno dovuto subire la doppietta di uno scatenato Cristiano Ronaldo, per poi perdere completamente la bussola negli ultimi 10′ minuti, quando i Blancos hanno arrotondato la serata con altri due gol. Manco farlo apposta uno dei migliori al termine della gara è stato Ricardo Kaka, autore di tre assist decisivi per i propri compagni di squadra (nei 30′ minuti di gioco concessi da Mourinho).

    Ora una domanda sorge spontanea: perché la dirigenza rossonera continua a organizzare amichevoli contro il Real in questo periodo dell’anno? Ormai si dovrebbe sapere come vanno a finire. Non più tardi di 12 anni fa i Blancos affettarono i Diavoli nell’inferno di San Siro con un identico 5-1. Sfidare il Levante no?

    Highlights dell’amichevole Milan Real Madrid (1-5)

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  • Kaka al Milan, Galliani incontra Perez

    Kaka al Milan, Galliani incontra Perez

    Una rapina al lume di candela ieri sera non ha scombussolato i piani del Milan e del suo amministratore delegato Adriano Galliani. Domani ci sarà l’amichevole di lusso contro il Real Madrid, ma tutti gli occhi sono puntati sull’incontro fra il numero due di Via Turati e Florentino Perez. Ovviamente l’argomento del contendere sarà Ricardo Kaka. La situazione intorno al brasiliano è ormai chiara da tempo immemore, da quando Mourinho gli ha annunciato apertamente come il suo tempo al Real Madrid sia terminato. Tra i grattacieli di New York, Galliani e Perez parleranno dell’ex Bambino d’oro. I rossoneri puntano al prestito gratuito, il numero uno dei madrileni invece non vuole perdere Kaka senza incassare un cent. Ci sono ancora 24 ore, la fretta è cattiva consigliera.

    Molto dipenderà anche dallo stesso brasiliano. Per il Milan infatti è fondamentale che il calciatore scelga di ridursi lo stipendio di oltre il 50%, dagli attuali 9 milioni che percepisce in Spagna. Decisione difficile, sebbene a volte negli affari non sempre decida il denaro. In ballo poi non ci sono soltanto 5 bigliettoni. C’è un Mondiale che attende Kaka, quello del 2014, quasi con certezza l’ultimo che l’ex Pallone d’oro potrà disputare ad alto livello. Restare al Real, sapendo di trascorrere in panchina il resto dell’avventura madrilena, non è forse il miglior futuro che Kaka possa immaginare.

    kaka | ©CHRISTOF STACHE/AFP/GettyImages

    Il matrimonio s’ha da fare? Il Real non vuole più Kaka, il Milan vuole Kaka, Kaka vuole il Milan. Che cosa manca quindi? I soldi, appunto. Dettaglio che in certe occasioni è terribilmente fondamentale. In ogni caso tutto lascia pensare che il ritorno di Ricky a San Siro sarà presto realtà. Le voci che vogliono Modric al Real sono sempre più insistenti, e l’approdo del fantasista croato significa soltanto una cosa: tanti saluti a Kaka, costi quel che costi, perché un ingaggio come quello del brasiliano neanche più il Real può permetterselo, specialmente se il calciatore è destinato a non giocare.

    Tutto in una notte. Dalla Grande Mela i tifosi rossonero aspettano il colpo dell’estate 2012.

  • Nocerino è sempre il bomber, inedito Cassano

    Nocerino è sempre il bomber, inedito Cassano

    Il Milan di Allegri conquista ancora una vittoria nelle amichevoli estive. Questa volta il blasone degli avversari e la loro qualità tecnica è notevolmente inferiore a quella dei rossoneri che in questo ritiro stanno cercando di dimenticare il modo di giocare con Ibrahimovic, mettendo in naftalina le continue verticalizzazioni promuovendo un più ragionato e ampio possesso palla. Milan-Deportivo Olimpia, come dicevamo, non è il match per capire il valore dei rossoneri ma può esser preso come esempio per capire le idee di Allegri per la mediana e l’attacco dove ad oggi manca una vera prima punta. Il tecnico livornese in attesa del rientro di Pato e di qualche colpo di mercato in avanti ha adottato lo schema spagnolo con Cassano nel ruolo atipico di prima punta alla Fabregas e i mobilissimi El Shaarawy e Robinho ai lati per un attacco senza punti di riferimento per gli avversari e bravo ad aprire spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.

    Antonio Nocerino ancora bomber | ©ALBERTO LINGRIA/AFP/GettyImages
    Milan-Deportivo Olimpia la partita Allegri inizia il match con Bonera e Acerbi coppia centrale, Abate e Antonini sugli esterni. A centrocampo Montolivo occupa il ruolo di play basso con ai lati Nocerino e Constant. I rossoneri partono forte e fanno incetta di occasioni da gol, Antonini ed El Shaarawy sprecano da ottima posizione, Cassano, quest’oggi ispirato, regala invece assist a ripetizione. A sbloccare la partita è Robinho con un tiro dalla distanza, poi sale in cattedra bomber Nocerino che per ritrovare il feeling con il gol in vista della prossima stagione sfrutta al meglio uno scambio tra Cassano e Robinho per la prima rete e di Abate per il secondo gol. Nella ripresa tanti i giovani in campo e ritmi più blandi. E i campioni dell’Honduras trovano la rete della bandiera ad quindici dal termine.

    Bene Cassano e Montolivo. No El Shaarawy, Acerbi e Constant Milan-Deportivo Olimpia può esser considerata la prima vera partita di Cassano del dopo Ibra. Il barese scontento delle partenze sembra aver trovato nel nuovo ruolo qualche motivazione per riprendere la sua storia rossonera. Bene anche Montolivo nel ruolo di regista basso anche se l’esperimento è da rivedere. Ancora fuori condizione e macchinosi Acerbi e Constant, deve iniziare ad esser più concreto sotto porta El Shaarawy.

    Video Milan-Deportivo Olimpia 3-1 highlights
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  • Il mondo del calcio in lutto: è morto Aldo Maldera

    Il mondo del calcio in lutto: è morto Aldo Maldera

    E’ scomparso ieri, 1 Agosto, all’età di 58 anni, l’ex terzino sinistro di Milan, Roma e Fiorentina, Aldo Maldera. L’ex calciatore, scomparso prematuramente dopo una lunga malattia, è stato uno dei protagonisti assoluti del calcio negli anni Settanta per la sua spiccata predisposizione al gol. Soprannominato “Cavallo” per le sue doti di resistenza fisica, era un uomo tranquillo e un esempio per molti giocatori di quegli anni.

    Nel 1972 Maldera esordiva in Serie A con la maglia del Milan con il quale conquistò lo scudetto della stella nel 1978-79 segnando in quella stagione ben 9 reti. Con i rossoneri il terzino rimase anch3e nei momenti più bui che decretarono la Serie B per lo scandalo calcioscommesse. Dopo l’esperienza milanese si trasferì a Roma contribuendo alla conquista dello scudetto nella stagione 1982/83 prima di chiudere la carriera nella Fiorentina. Nel 2009, una volta abbandonato il calcio giocato, fu direttore tecnico dei greci del Panionios, prima di tornare l’anno successivo in Italia dove ha ricoperto lo stesso incarico nell’Aranova, squadra laziale di seconda categoria.
    Nel suo palmares si contano anche 2 Coppe Italia e una finale ai Campionati del Mondo con la maglia azzurra persa contro l’Argentina nel 1978.

    Aldo Maldera

    Appena appresa la notizia sono state molte sono le testimonianze d’affetto e di cordoglio rivolte alla famiglia del campione scomparso: “Uno che è venuto in B con noi e che ha sempre amato solo ed esclusivamente il Milan. Resterai rossonero per sempre” è il tweet del club rossonero. Il direttore generale della Roma, Franco Baldini, sconvolto racconta: “Solo poche settimane fa ci eravamo visti a Trigoria ipotizzando iniziative da prendere insieme per il prossimo futuro, futuro che crudelmente gli è stato negato. Vada alla famiglia il nostro più sentito cordoglio e il nostro abbraccio“, “Tutta la Fiorentina – si legge in una nota della società – si stringe attorno alla famiglia Maldera in questo momento di profondo dolore ed esprime le sue più sincere condoglianze per la prematura scomparsa di Aldo“.
    Aldo Maldera lascia la moglie e tre figli, tutta la redazione de Il Pallonaro si stringe al dolore dei suoi cari.

  • Gattuso lancia altre “frecciate” al Milan

    Gattuso lancia altre “frecciate” al Milan

    Ha lasciato qualche strascico e malumore l’addio di Gattuso al Milan e l’ex numero 8 dei rossoneri sembra intenzionato ora a levarsi qualche sassolino dalla scarpa all’indirizzo di quella che è stata per 13 lunghi anni la sua squadra e la sua seconda casa. L’ex centrocampista che ora gioca in Svizzera nel Sion, dopo le dichiarazioni delle scorse settimane contro il suo ex allenatore Allegri, ritorna a parlare attraverso una lunga intervista rilasciata alla rivista francese France Football, del suo addio al Milan palesando lo stato d’animo di un uomo ferito nell’orgoglio. L’ex campione del mondo inizia l’intervista spiegando i motivi per cui ha scelto di lasciare il Milan:

    Me ne sono andato via perché non stavo bene in uno spogliatoio che un tempo era molto più facile da gestire. Con il fatto di essermi ammalato agli occhi, non ho potuto essere sempre presente, ma la malattia mi ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista. Gli ultimi due o tre mesi ho notato cose mai viste in 13 anni di Milan“.

    Ringhio scende nei dettagli spiegando come nello spogliatoio rossonero negli ultimi mesi fossero cambiate tante cose per colpa del comportamento poco professionale di alcuni compagni di squadra restii al rispetto di alcune regole fondamentali per la buona gestione del club:

    Quando c’era un allenamento alle 9.30, in molti arrivavano appena dieci minuti prima e nessuno diceva nulla. Io arrivavo con tre quarti d’ora d’anticipo, magari per fare esercizi, massaggi o solo per prendere un caffè in tranquillità, secondo una cultura frutto di anni d’esperienza, quando c’era il pranzo all’una, alcuni arrivavano anche con 15 minuti di ritardo. Insomma c’era mancanza di rispetto delle regole“.

    Gennaro Gattuso © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Sarebbe quindi uno dei motivi che ha indotto il calciatore a non firmare il contratto che lo avrebbe legato per un altro anno al club che calcisticamente gli ha regalato tutti i successi che un giocatore potrebbe sognare di ottenere. Ciò che più ha infastidito Gattuso il comportamento della società al riguardo:

    Nessuno diceva niente, non mi sentivo più Rino Gattuso, non ero più in grado di affrontare quella situazione. Così ho deciso di andarmene, anche se c’era un contratto di un anno pronto da firmare, io credo molto nella nozione di gruppo e in una rosa di 25 giocatori se le regole non vengono rispettate c’è subito casino. Sono cose che fanno perdere energie. Era una situazione che innervosiva molto gli anziani del gruppo. Ma se passi il tempo a criticare chi arriva in ritardo, togli energie al campo“.

    Nei racconti anche l’errore commesso dal club rossonero che era intervenuto in passato troppo tardi per “raddrizzare” il talento Yoann Gourcuff, reo di tenere comportamenti poco consoni con quelle ferree dettate dal regolamento societario. Allora fu il giovane francese ad essere stato ceduto, ora invece i senatori.

    Ringhio ora sembra rinato con il Sion dove ha ritrovato gli stimoli che aveva ormai perso nell’ultimo periodo al Milan, la sua nuova squadra si trova in testa al campionato elvetico ma nel suo cuore ci sarà sempre un posto speciale per il club rossonero, ed è difficile pensare che possa essere altrimenti.

  • Intrighi Juve, Milan e Inter per Ranocchia, Pazzini, Quagliarella

    Intrighi Juve, Milan e Inter per Ranocchia, Pazzini, Quagliarella

    Intrighi sull’autostrada Torino-Milano, la medesima percorsa già negli ultimi 365 giorni da Pirlo e Lucio. Se dalla sponda rossonera dei Navigli nella scorsa stagione il playmaker migliore al mondo si incamminò verso Vinovo così come ha fatto, da quella nerazzurra, appena poche settimane fa il centrale brasiliano, da Torino potrebbe invece partire, direzione Appiano Gentile, il bomber Quagliarella.

    L’Inter cerca un vice Milito e la Juve una punta, in attesa del famigerato Top Player, per puntellare il reparto offensivo. L’idea è nata presto ma, al di là delle remore di entrambe le società nel rinforzare una diretta concorrente, potrebbe concretizzarsi. In realtà la Juventus, priva di Bonucci e alla ricerca di un difensore, oltre a Bocchetti, Peluso, Armero, Bruno Alves ed Astori, sta facendo più di un pensierino ad un vecchio allievo di Conte: Andrea Ranocchia. Nelle ultime ore è spuntato anche un nome nuovo per la retroguardia dei bianconeri piemontesi, quello di Danilo dell’Udinese (i friulani, dopo Isla ed Asamoah, sembrano essere diventati una succursale del team di Marotta e Paratici), ma l’azzurrino di Prandelli è indiscutibilmente in cima alla lista di preferenze (intanto i bianconeri stanno per prelevare dalla Samp il mediano Poli, che sarà girato in prestito altrove).

    Ranocchia e Pazzini © Valerio Pennicino/Getty Images

    Il centrale è un pupillo di Antonio Conte e risolverebbe parecchie problemi alla Vecchia Signora. Sulla situazione di Andrea Ranocchia, che vede addensarsi nubi sempre più fitte sul suo futuro in nerazzurro. L’agente del giocatore non chiude a una sua possibile partenza, trincerandosi dietro un laconico: “Resta. Però il calcio è strano e tutto può succedere…”. Queste le parole dll’agente Tullio Tinti (lo stesso di Pippo Inzaghi, ora tecnico degli Allievi del Milan), rilasciate a SpazioMilan. Attenzione però ad una pista sotterranea alla quale si lavora in silenzio e potrebbe scatenare polemiche: proprio il Milan di Galliani e Berlusconi, orfano di Thiago Silva e Nesta oltre che di Gattuso, Seedorf, Inzaghi ed Ibrahimovic, starebbe facendo più di un pensiero al difensore ex Bari ed Arezzo. Boutade o pista percorribile? Lo scopriremo solo vivendo, avrebbe proferito in musica Lucio Battisti….