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  • E’ il Milan di El Shaarawy. Rossoneri agli ottavi

    E’ il Milan di El Shaarawy. Rossoneri agli ottavi

    Il Milan si sbarazza per 3-1 dell’Anderlecht conquistando così la qualificazione agli ottavi di Champions League con un turno d’anticipo. Decisivo anche il pareggio che poche ore prima gli spagnoli del Malaga avevano imposto allo Zenit. Dopo un primo tempo decisamente sottotono da parte degli uomini di Allegri, il Milan si è reso protagonista di una ripresa brillante. Tre i gol messi a segno nei secondi 45 minuti. Fra questi c’è ancora la firma del Faraone El Shaarawy, arrivato al suo dodicesimo centro stagionale tra campionato e Champions League (il secondo in Europa). Il tabellino finale mostra anche il nome di Pato, che nei minuti di recupero ha posto il suo sigillo per il definitivo 3-1 della serata belga. Bruxelles si conferma quindi città benevole per i colori rossoneri a sei anni esatti di distanza dall’ultima edizione vinta proprio dal Diavolo nella rivincita di Atene contro il Liverpool di Rafa Benitez.

    OTTAVI – Il Milan è nuovamente tra le prime 16 squadre in Europa. Un traguardo sicuramente positivo dopo il caldo autunno trascorso dalla banda di Allegri. Qualificazione alla fine meritata per i calciatori rossoneri, vista anche la debacle dello Zenit di Luciano Spalletti, che anche ieri sera ha mostrato preoccupanti lacune di gioco nel match interno contro il Malaga. El Shaarawy e compagni sono scesi in campo consapevoli di poter raggiungere l’obiettivo da subito, senza dover aspettare l’ultima partita del Girone C proprio contro i russi. Traguardo raggiunto, senza se e senza ma. Con tutto il rispetto per l’Anderlecht, il Milan resta di un altro pianeta rispetto alla squadra allenata da John van den Brom, ed il secondo tempo di ieri allo stadio Constan Vanden Stock ne è la testimonianza più tangibile.

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    Anderlecht-Milan, El Shaarawy consegna gli ottavi ad Allegri | ©VIRGINIE LEFOUR/AFP/Getty Images

    LA PERLA – Anderlecht-Milan, oltre che per la qualificazione agli ottavi, verrà ricordata sopratutto per l’incredibile rovesciata di Mexes, con cui il francese ha segnato il momentaneo 2-0 al 71° minuto. Una rete straordinaria, di incredibile bellezza. Molti tifosi del Milan avranno fatto un tuffo nel passato indietro di vent’anni, ricordando il gol forse più bello di tutta la storia rossonera, quando Van Basten si inventò una rovesciata dal limite dell’area contro gli svedesi del Goteborg. Lo stesso Adriano Galliani ha ammesso che la rovesciata di Mexes entrerà di diritto nella collezione dei gol più belli segnati da un calciatore del Milan. Come dargli torto.

    Le pagelle di Anderlecht-Milan 1-3
    Abbiati 6,5: in tutta la partita è costretto all’intervento soltanto in un’occasione, nella quale si fa trovare pronto.
    De Sciglio 7: ennesima prova di maturità del giovane ragazzo. Suo l’assist per il gol di El Shaarawy.
    Constant 6,5: nonostante Allegri ripensi ad Emanuelson per la fascia sinistra, Constant ha ormai convinto anche i più scettici.
    Mexes 10: il francese merita 10 perché grazie al suo gol ha mostrato a tutti che in cielo esiste davvero un’entità soprannaturale.
    Yepes 7: in coppia con Mexes chiude qualsiasi spazio agli attaccanti dell’Anderlecht.
    Montolivo 6,5: imposta, contrasta, tappa. E’ il tuttofare del centrocampo rossonero.
    De Jong 6: abbandona le velleità di regista per trasformarsi in mediano di completa rottura. Meglio nella seconda veste.
    Nocerino 6: dopo un inizio di stagione difficile, l’ex rosanero pare stia recuperando la forma dello scorso campionato.
    Boateng 5: quando sembra che sia tornato, riecco che cade. E intanto il mercato di gennaio si avvicina.
    Bojan 5,5: nulla di trascendentale per lo spagnolo. Fa spazio a Pato (6,5) nella ripresa. Da rivedere.
    El Shaarawy 8: ormai l’otto inizia a diventare un voto automatico per il Faraone, che da ieri punta anche all’Europa.
    Allegri 7: non era facile recuperare la situazione drammatica di inizio autunno. La qualificazione agli ottavi è la sua seconda vittoria dopo quella del Faraone.

    Il video di Anderlecht Milan 1-3 [jwplayer config=”30s” mediaid=”161055″]

    Il video della rovesciata di Mexes [jwplayer config=”30s” mediaid=”161056″]

  • Stasera Anderlecht-Milan, Allegri conferma il tridente

    Stasera Anderlecht-Milan, Allegri conferma il tridente

    Dopo la straordinaria vittoria di ieri della Juventus contro il Chelsea, che di fatto ha condotto Roman Abramovich ad esonerare Di Matteo, toccherà stasera alla squadra di Massimiliano Allegri onorare al meglio la bandiera italiana. Anderlecht-Milan dirà tanto, se non tutto, circa il futuro prossimo del Girone C. Le insidie della trasferta belga ormai le conosciamo già. Stasera sapremo se il Diavolo possa considerarsi definitivamente guarito oppure se il pareggio di Napoli sia stato soltanto un “lapsus” della squadra rossonera. L’obiettivo per El Shaarawy e compagni è quello dei tre punti. Un successo infatti consentirebbe al Milan di ottenere fin da oggi (Zenit permettendo) la qualificazione per gli ottavi di finale. Diversamente, una “x” rinvierebbe qualsiasi discorso al match contro i russi in programma a San Siro. Infine, una sconfitta ribalterebbe completamente la situazione del Gruppo C. Ovviamente quest’ultima ipotesi è tenuta a debita distanza da ogni singolo tifoso del Milan. Non va neanche dimenticato come Bruxelles rappresenti una tappa cruciale per la prossima finestra del mercato invernale. Staccare il pass per gli ottavi darebbe nuova linfa alle casse di Via Turati, quantificata in 14 milioni di euro. Tutto questo è Anderlecht-Milan, tutto questo è la Champions League.

    MBOKANI– Reduce dal risicato successo contro il Kortrijk tre giorni fa, l’Anderlecht affronta i rossoneri con la concreta possibilità di mettere in seria difficoltà quello che è conosciuto come il club più titolato al mondo. Il ruolino di marcia casalingo dei belgi farebbe venire la pelle d’oca a qualunque avversario, sopratutto se questo avversario è reduce da un momento non certo brillante. Lo spauracchio continua a chiamarsi Dieumerci Mbokani, fin qui il capocannoniere della squadra allenata da John van den Brom. Lo stesso Mbokani ha siglato il gol vittoria dell’ultimo match giocato dall’Anderlecht in Champions League, rete con cui i belgi hanno rispedito al mittente lo Zenit di Spalletti.

    AC Milan v Malaga CF - UEFA Champions League
    Stasera Anderlecht-Milan, Allegri sceglie il tridente con Boateng | ©Claudio Villa/Getty Images

    LE CERTEZZE – Il Milan di Allegri riparte da due certezze: Stephan El Shaarawy e Bojan, entrambi titolari nell’incontro di stasera. Attenzione alle scelte del tecnico livornese, che potrebbe schierare nuovamente il 4-3-3 ammirato al San Paolo, rimettendo così in soffitta il 4-2-3-1. Come sabato contro il Napoli, il tridente dovrebbe essere completato da Boateng. A centrocampo l’insostituibile Montolivo sarà affiancato da De Jong e con ogni probabilità Nocerino. In difesa si registra un rientro importante, quello del colombiano Yepes, che andrà a sostituire Acerbi. Il ballottaggio per una maglia da titolare tra Constant ed Emanuelson in realtà non è mai esistito, con il primo che andrà regolarmente a ricoprire il ruolo di terzino sinistro dal primo minuto. A destra ci sarà il ragazzino De Sciglio. In porta Abbiati, nonostante le reiterate papere dell’ultimo periodo e le colorite parole dell’ad Galliani.

    Le probabili formazioni di Anderlecht-Milan (21-11-2012)
    Anderlecht (4-2-3-1): Proto, Gillet, Kouyatè, Nuytinck, Deschacht, Biglia, Kljestan, Bruno, Praet, Jovanovic, Mbokani. Allenatore: John van den Brom
    Milan (4-3-3): Abbiati, De Sciglio, Yepes, Mexes, Constant, De Jong, Montolivo, Nocerino, Boateng, Bojan, El Shaarawy. Allenatore: Massimiliano Allegri

    Federico Pisanu

  • Champions League, il Psg cerca il punto qualificazione. Addio City?

    Champions League, il Psg cerca il punto qualificazione. Addio City?

    Archiviata, per quanto riguarda il calcio italiano, l’ottima vittoria juventina in casa contro il Chelsea (che di fatto ha provocato l’esonero di Di Matteo dalla panchina dei blues). Ora si pensa al Milan e alle partite del mercoledì di Champions League. La sfida madre di questa sera è sicuramente Manchester City-Real Madrid che, nonostante la quasi eliminazione degli inglesi dalla competizione, regalerà sicuramente tanti gol e tanto spettacolo, con Mancini per nulla disposto a concedere la passerella d’onore a Mourinho, che in caso di vittoria conquisterebbe la qualificazione per il prossimo turno. Al Psg (che arriva da una doppia sconfitta in campionato) invece basterebbe conquistare un solo punto nella trasferta in Ucraina contro la Dinamo Kiev.

    La quinta giornata della Fase a Gironi dell Champions League offre anche la doppia sfida interna di Arsenal e Schalke 04, che in caso di doppia vittoria potrebbero strappare il pass qualificazione con una giornata d’anticipo. Sfida da testa-coda nel Gruppo C (quello dei Milan) con il match Zenit-Malaga. I russi cercano i tre punti contro gli spagnoli (già qualificati) che permetterebbe ai ragazzi di Spalletti di rimanere in gioco fino all’ultima giornata.

    Paris Saint Germain
    Il Psg si prepara alla sfida contro la Dinamo Kiev © Sergei Supinsky/Getty Images

    GRUPPO A

    Il Porto, già qualificato, ospita la Dinamo Zagabria nella partita più inutile della giornata. Infatti i croati sono fuori dai giochi e non lottano neanche per un terzo posto che garantirebbe l’Europa League. Nell’altro match, la Dinamo Kiev ospita il Paris Saint Germain e cercherà di approfittare del periodo non brillantissimo dei parigini per strappare una vittoria che riaprirebbe il discorso qualificazione. Ai francesi basta un pareggio per strappare il pass.

    Dinamo Kiev (4-2-3-1): Koval; Betao, Mikhalik, Kacheridi, Taiwo; Miguel Veloso, Vukojevic; Yarmolenkho, Milevskiy, Gusev; Ideye Brown.
    Psg (4-3-3): Sirigu; Van der Wiel, Thiago Silva, Sakho, Maxwell; Sissoko, Verratti, Matuidi; Nenè, Ibrahimovic, Lavezzi.

    Porto (4-3-3): Helton; Danilo, Aboulaye, Otamendi, Mangala; Lucho Gonzalez, Defour, Moutinho; Varela, Jackson Martinez, James Rodriguez.
    Dinamo Zagabria (4-3-3): Kelava; Vrsaliko, Vida, Simunic, Pivaric; Halilovic, Ademi, Kovacic; Cop, Sammir, Beqiray.

    GRUPPO B

    L’Arsenal ospiterà all’Emirates Stadium i francesi del Montpellier ultimo in classifica e ormai fuori da ogni competizione europea. Gli inglesi punteranno ai 3 punti che potrebbero garantire la qualificazione. Tutto dipenderà dalla sfida Schalke-Olympiakos. In caso di contemporanea vittoria tedesca, le due squadre festeggerebbero il passaggio del turno, altrimenti, bisognerà attendere all’ultima giornata.

    Arsenal (4-2-3-1): Szcesny; Sagna, Mertesacker, Koscielny, Vermaelen; Wilshere, Arteta; Chamberlain, Cazorla, Podolski; Giroud.
    Montpellier (4-2-3-1): Jourdren; Yanga-Mbiwa, Congrè, El Koutari, Bedimo; Estrada, Saihi; Mounier, Belhanda, Cabella; Charbonnier.

    Schalke (4-2-3-1): Unnerstall; Howedes, Papadopoulos, Matip, Fuchs; Jones, Neustdater; Farfan, Holtby, Draxler; Huntelaar.
    Olympiacos (4-2-3-1): Carroll; Torosidis, Contrera, Manolas, Holebas; Modesto, Maniatis; Abdoun, Fuster, Machado; Mitroglou.

    GRUPPO C

    Il Malaga sorprendentemente già qualificato per la Fase ad eliminazione diretta, affronterà la lunga trasferta russa, ospite della squadra di Spalletti. Leggero turn over per Pellegrini (mister degli spagnoli) che potrebbe approfittare di questa partita per far giocare i ragazzi meno utilizzati fino a questo momento. La gara si giocherà alle 18. Trasferta in Belgio per il Milan, che verrà ospitato dall’Anderlecht. Si cercano i tre punti che potrebbero portare alla qualificazione al prossima turno (se il Malaga dovesse bloccare lo Zenit).

    Zenit (4-3-3): Malafeev; Anyukov, Bruno Alves, Lombaerts, Hubocan; Shirokov, Denisov, Witsel; Bystrov, Kerzhakov, Danny.
    Malaga (4-2-3-1): Caballero; Jesus Gamez, Weligton, Demichelis, Monreal; Camacho, Toulalan; Portillo, Isco, Eliseu; Santa Cruz.

    GRUPPO D

    Il Girone di Ferro oggi potrebbe avere i suoi verdetti. Le due squadre che comandano il gruppo affronteranno una doppia sfida esterna. Il Dortmund giocherà all’Amsterdam Arena, in una sfida che si preannuncia spettacolare tra due squadre che fanno del gioco propositivo il loro marchio di fabbrica. Il Real Madrid invece faranno visita agli ormai spacciati inglesi del Manchester City. Un doppio pareggio permetterebbe a Dortmund e Real Madrid di qualificarsi alla prossima fase della Champions League.

    Ajax (4-3-3): Vermeer; Van Rhijn, Alderweireld, Moisander, Blind; De Jong, Poulsen, Schone; Boerrigter, Eriksen, Fisher.
    Borussia Dortmund (4-2-3-1): Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Gundogan, S.Bender; Balszczykowski, Gotze, Reus; Lewandowski.

    Manchester City (4-2-3-1): Hart; Maicon, Kompany, Nastasic, Kolarov; Yaya Tourè, Barry; Silva, Tevez, Nasri; Aguero.
    Real Madrid (4-2-3-1): Casillas; Arbeloa, Pepe, Sergio Ramos, Coentrao; Xabi Alonso, Khedira; Di Maria, Ozil, C.Ronaldo; Benzema.

  • Capello fra passato e presente: “Dopo la Russia smetto”

    Capello fra passato e presente: “Dopo la Russia smetto”

    Nel giorno del match decisivo per il cammino in Champions League della sua ex Juventus, rimbalzano le parole di Fabio Capello nell’intervista rilasciata al programma sportivo di Mediaset “Undici”, condotto da Pierluigi Pardo. Il mister friulano, attuale commissario tecnico della Nazionale Russa, ha affrontato diverse tematiche di rilievo spaziando fra presente, passato e futuro ed, in primis, ha toccato proprio l’argomento Juventus, analizzando le possibili chiavi della gara di questa sera contro i campioni d’Europa del Chelsea.

    Secondo Capello, infatti, la “Juventus può farcela se sta attenta ai tre trequartisti del Chelsea” ed individua nel ritorno di Mirko Vucinicun aspetto fondamentale definendolo l’attaccante più pericoloso della Juventus, ma concedendo fiducia anche a Sebastian Giovinco che, secondo il mister friulano, potrebbe crescere e diventare il nuovo Zola. L’argomento Juventus-Champions League, poi, non può non essere associato alla sua esperienza sulla panchina della Vecchia Signora, negli anni immediatamente precedenti allo scandalo Calciopoli.

    Fabio Capello, attuale Ct della Russia
    Fabio Capello, attuale Ct della Russia | © NATALIA KOLESNIKOVA/AFP/GettyImages

    Quella squadra allenata da Fabio Capello era zeppa di campioni, da Ibrahimovic a Vieira, da Cannavaro a Buffon, Del Piero, Nedved e Trezeguet, nomi di prestigio e di esperienza internazionale, eppure non è riuscita a proseguire il cammino europeo per provare a conquistare la Coppa dalle grandi orecchie, che a Torino sembra quasi un tabù. Dei suoi due anni in bianconero Fabio Capello ricorda gli scudetti, poi annullati, di cui afferma di “conservare ancora le medaglie”, e precisa che l’unico rimpianto di quell’esperienza è proprio il non esser riuscito ad imporsi in Europa, nonostante la squadra “era la più forte”.

    Per analogia, inevitabile non affrontare la tematica Triade, il triumvirato della dirigenza bianconera di quegli anni composto da Moggi, Bettega e Giraudo. A tal proposito, Fabio Capello non ha paura di sbilanciarsi in un commento positivo nei loro confronti, andando in netta controtendenza rispetto al pensiero predominante nel mondo del calcio: “A loro tre sono ancora affezionato, non rinnego la mia amicizia con loro. Nel calcio avevano qualcosa in più degli altri”.

    Dopo aver parlato della sua ultima panchina italiana, Don Fabio va ancora più indietro nel tempo, ricordando altre due fondamentali esperienza della sua carriera: i tempi del Milan e lo scudetto conquistato sulla panchina della Roma. Ai colori rossoneri lo lega soprattutto il ricordo della finale di Atene contro il Barcellona in Coppa dei Campioni, mentre dell’esperienza giallorossa ricorda il clima di grande calore ed entusiasmo dopo ogni gara vinta, dopo ogni derby conquistato, culminati nel bagno di folla del Circo Massimo: “l’unica cosa che non mi è piaciuta è che lo scudetto sia stato festeggiato tre giorni dopo averlo vinto”.

    Dopo il tuffo nella memoria, Fabio Capello parla del suo presente: la Nazionale Russa. Il bilancio della sua esperienza è, finora, positivo anche se – a suo parere – il difficile deve ancora arrivare con le gare di qualificazione contro l’Irlanda del Nord ed il Portogallo: l’obiettivo Brasile 2014, però, è una meta raggiungibile e, pertanto, il mister è totalmente concentrato su tale obiettivo e, poi,tra due anni dopo i Mondiali vorrei smettere“. Decisione categorica e definitiva? Pare di si, a meno che non gli giunga una proposta che gli possa far cambiare idea.

  • Cassano e Stramaccioni fermati dal giudice sportivo

    Cassano e Stramaccioni fermati dal giudice sportivo

    Cassano e Stramaccioni squalificati. La lunga coda di polemiche nel post partita di Inter-Cagliari non è passata inosservata al giudice sportivo che ha fermato per un turno il tecnico nerazzurro Andrea Stramaccioni (espulso nei minuti finali), per aver contestato troppo energicamente una decisione dell’arbitro (il rigore non concesso al 90′). E’ andata peggio invece al talento di Bari Vecchia, Antonio Cassano, fermato per due giornate da Gianpaolo Tosel reo di aver rivolto frasi ingiuriose a Giacomelli a gara concluse, nel sottopassaggio che porta negli spogliatoi. Non è ancora risaputo se la società interista presenterà ricorso contro quest’ultima decisione. In caso contrario, l’ex attaccante di Roma e Milan salterà la trasferta di Parma e l’incontro casalingo contro il Palermo.

    Solo un’ammenda da tre mila euro per l’allenatore del Siena Serse Cosmi, espulso nel finale del primo tempo, per aver “manifestato platealmente il disappunto per il comportamento in campo dei propri calciatori, colpendo con un violento calcio un contenitore di bevande, con un violento pugno la panchina e gettando al suolo la giacca che indossava“, in occasione della palla gol sprecata dall’attaccante Calaiò (chissà che Cosmi non faccia pagare la multa al proprio giocatore). Ammonizione più diffida per Giampiero Ventura, tecnico del Torino, beccato dalle telecamere in un plateale “è vergognoso” in occasione del rigore concesso alla Roma. Frase che, secondo quanto detto dal mister granata, era riferita all’errore difensivo nel concedere quell’opportunità.

    Andrea Stramaccioni
    Stramaccioni, fermato per un turno dal giudice sportivo © Claudio Villa/Getty Images

    Tra i collaboratori, squalificato per un turno Massimo Carrera (allenatore della Juventus prima del ritorno di Angelo Alessio) per aver contestato una decisione arbitrale con una frase ingiuriosa verso il direttore di gara.

    OLTRE CASSANO – Tra i giocatori squalificati, le squadre che hanno avuto la peggio sono sicuramente Palermo e Pescara. I rosanero, che ospiteranno il Catania per il derby siciliano nella prossima giornata, dovranno fare a meno di Ujkani, Barreto e Labrin. Forse più importanti le squalifiche per gli abruzzesi (che ospiteranno la Roma per la prima gara della gestione Bergodi). Il nuovo mister dovrà sostituire Cascione, Capuano e Zanon, tre potenziali titolari. Gli altri giocatori fermati dal giudice sportivo sono: Cigarini (Atalanta), Taider (Bologna), Astori (Cagliari), Hetemaj, Sardo (Chievo Verona), Pizarro (Fiorentina), Gargano (Inter), Cavani (Napoli), Parolo (Parma).

    LE SOCIETA’ – Sono tre i club multati da Gianpaolo Tosel. Il Catania dovrà pagare quattro mila euro per la presenza di fumogeni accesi nel proprio settore. Il Milan invece dovrà sborsarne tre mila per il comportamento avuto dai propri tifosi a Napoli ed infine il Bologna, due mila euro di multa, a causa di un tifoso che ha insultato l’arbitro.

  • Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Galliani punzecchia Moratti: Milan penalizzato nel Derby

    Nel lunedì delle proteste arbitrali Interiste a seguito del pari interno contro il Cagliari e del rigore non concesso a Ranocchia, del “no comment” apparso sul sito della Juventus con tanto di link alla relazione del procuratore Palazzi sugli illeciti dei dirigenti nerazzurri nel periodo Calciopoli riferendosi alla non possibilità di chiedere il deferimento a causa della “prescrizione”, anche Adriano Galliani non poteva sottrarsi ad un proprio commento sulla vicenda di strettissima attualità.

    Un intervento finalizzato a sminuire le polemiche dei cugini nerazzurri e le successive pesanti illazioni sollevate dal presidente Massimo Moratti che ha tuonato contro la classe arbitrale con un inequivocabile riferimento al periodo Calciopoli, rimarcando da parte di Galliani il fatto che sia “fisiologico che le proteste avvengano quando si hanno dei danni e non quando vi sono dei vantaggi”.  In tal senso, dunque, si evidenzia come l’intento del dirigente rossonero sia proprio quello di ridimensionare la vis polemica dell’ambiente nerazzurro, nonostante le dichiarazioni siano finalizzate a “non commentare i fatti di Inter e Juventus“. Fra il dire ed il non dire, dunque, Galliani sottolinea come, ritenendo opportuno guardare in casa propria, il Milan sia stato penalizzato nel derby disputato quest’anno, “con un gol regolare annullato ed un rigore non concesso”.

    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre
    Adriano Galliani risponde alle polemiche arbitrali nerazzurre | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Al problema arbitri, però, secondo Galliani non si può trovare agevolmente una soluzione, perchè non può esserci un rimedio agli errori umani, evidenziando che il Milan lo scorso anno ha subìto uno degli errori più eclatanti – riferendosi evidentemente al gol annullato a Muntari in Milan-Juventus – ma “non si è lamentato più di tanto”. 

    Alle parole di Adriano Galliani non si è fatta attendere la lapidaria replica del presidente Massimo Moratti, che – intercettato all’uscita della sede Saras di Milano – alla precisa domanda sulle affermazioni del dirigente rossonero si è limitato ad affermare: “Chissenefrega, e poi non mi sembra che abbia detto nulla di strano”, rispedendo seccamente la “morale” al mittente.

  • Braida in Brasile, conosciamo Felipe Anderson, Arouca e Rafael

    Braida in Brasile, conosciamo Felipe Anderson, Arouca e Rafael

    Prosegue la missione sudamericana di Ariedo Braida, sbarcato nel continente latino da oltre una settimana. Un viaggio finalizzato alla ricerca di nuovi nomi sia per il mercato di gennaio che per l’estate 2013. L’inizio della mission for talent ha avuto tinte albicelesti, con i vari Lisandro Lopez e Mugni finiti nella lente d’ingrandimento del direttore sportivo rossonero. Esauritosi il viaggio nelle Pampas, Braida si è trasferito nelle calde terre carioca. Accompagnato dal fido Serginho, l’ex terzino sinistro che ancora in tanti rimpiangono a Milanello, Braida in Brasile ha assistito sabato scorso al match tra Santos e Figueirense, conclusosi con il successo dei padroni di casa per 2-0. Tre gli osservati: Felipe Anderson, Arouca e Rafael Cabral. Conosciamoli meglio.

    FELIPE ANDERSON– Il nome del trequartista classe ’93 è diventato ormai di dominio pubblico già da un paio di settimane. Sconosciuto in Brasile fino alla scorsa stagione, Felipe Anderson ha conquistato il posto da titolare in contemporanea al declino fatto registrare di recente da Ganso (con quest’ultimo che ha lasciato il Peixe per approdare al San Paolo). Anderson non è però paragonabile all’ex leader del centrocampo della squadra di Ramalho. A livello tecnico vince ancora Ganso, ma fisicamente Anderson è molto più dotato rispetto al nuovo rinforzo del San Paolo. Le sue doti atletiche e i frequenti inserimenti in area di rigore proiettano Anderson nel calcio europeo. Calcisticamente il trequartista 19 enne è cresciuto nelle giovanili del Coritiba fino al 2007, prima di approdare nel mondo Santos. L’esordio nel Brasileirao 2010 fu durante il match Fluminense-Santos (vinto dagli ospiti per 3-0). Complessivamente furono 233 i minuti in cui Felipe Anderson venne impiegato. Nonostante il successo in Libertadores nel 2011, sarà il 2012 l’anno che verrà ricordato come lo “start” di una carriera potenzialmente luminosa. La doppietta contro il Gremio lo scorso luglio rappresenta ad oggi il primo passo di Felipe Anderson verso l’Europa.

    Brazil's Santos FC goalkeeper Rafael Cab
    Il portiere del Santos Rafael, osservato speciale di Braida in Brasile | ©KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images

    AROUCA – Marcos Arouca da Silva rappresenta una delle tante promesse del calcio brasiliano rimaste tali dopo anni di esperienza. Cresciuto nelle giovanili del Fluminense, Arouca ha debuttato al Maracana quando aveva 18 anni (2004 ndr). Dopo cinque stagioni Arouca si trasferisce al San Paolo. La parentesi nel club paulista si rivela abbondantemente sotto le aspettative. Dall’Europa non arriva la tanto agognata telefonata e per Arouca resta così il Santos, che lo acquista per 3 milioni di euro. Dopo un anno vincerà la Libertadores, il titolo fin qui più importante nella sua carriera. Normolineo, Arouca ricopre il ruolo di playmaker basso in mezzo al campo. Ad una tecnica non esattamente sopraffina, il calciatore del Santos ripiega con una presenza fisica discreta in marcatura. Sotto l’aspetto realizzativo, Arouca vanta uno score di 8 reti segnate dal 2004 ad oggi, una media di un gol ogni anno. Difficile ipotizzare un trasferimento di Arouca in Europa, sopratutto se l’altro club è il Milan.

    RAFAEL CABRAL – Anche lui extra-comunitario come Felipe Anderson, Rafael è il portiere titolare del Santos. La concorrenza non è sicuramente delle più accese per il 22 enne del Santos, divenuto improvvisamente prima scelta anche del ct verdeoro Mano Menezes. Nonostante l’acquisto di Gabriel la scorsa estate, il Milan ha quindi intenzione di comprare anche Rafael, mandando in pensione anticipata Abbiati e porgendo un cordiale arrivederci ad Amelia, per trasformare la porta rossonera a forti tinte verdeoro. Rafael si è guadagnato il posto titolare da subito, nel 2010, quando non aveva ancora compiuto 20 anni. In ogni caso, sebbene abbia tra le mani la maglia da titolare in Nazionale maggiore, non sono sporadici alcuni passaggi a vuoto dell’estremo difensore 22 enne, come ampiamente dimostrato dalle ultime Olimpiadi di Londra, durante le quali il neo rossonero Gabriel ha seriamente messo in crisi la sua leadership.

  • Champions League, Milan in Belgio tra insidie e certezze

    Champions League, Milan in Belgio tra insidie e certezze

    Il pareggio al San Paolo in rimonta ha fatto sì che il Milan tornasse nella dimensione normal people. Se la classifica dei rossoneri non ha tratto poi così largo beneficio dal punto strappato a Napoli, il morale e l’autostima della truppa di Allegri ha registrato un balzo notevole. Il termometro in quel di Milanello è nuovamente arancione. I tifosi del Diavolo si augurano che la temperatura salga ancora, fin dal prossimo match. Mercoledì infatti il Milan sarà impegnato nella delicata trasferta belga, dove ad attenderlo troverà l’Anderlecht. Partita chiave del Gruppo C di Champions quella contro i belgi allenati dall’olandese Van den Brom. Analizziamo le trappole, le insidie, le difficoltà del Milan in Belgio.

     

    FATTORE C– Il Milan è consapevole che a Bruxelles non sarà una passeggiata. Allegri dovrà essere bravo a far saltare quello che ad oggi rappresenta la certezza più forte dei padroni di casa: il fattore C. La C di casa, la C dello stadio Constant Vanden Stock. Forse non è più una novità o una sorpresa come i belgi riescano a trasformarsi difronte al proprio pubblico, ma i numeri di questo inizio di stagione  spiegano al meglio il plus della squadra di Van den Brom. In otto partite di campionato giocate allo stadio Constant, l’Anderlecht ha raccolto 22 punti sui 24 totali, vincendole tutte e pareggiando una sola volta (contro il Genk, il 2 settembre scorso, attuale quarta forza della Jupiler League). Fin qui 22 i gol segnati in casa, quattro quelli subiti (fra cui due proprio contro il Genk). In Europa soltanto il Psv di Dick Advocaat in Olanda ha fatto meglio (sette vittorie su sette, 29 gol fatti e 4 subiti).

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    Mbokani sarà il pericolo numero uno per la difesa del Milan | ©JOHN THYS/AFP/Getty Images

    MAL DI TRASFERTA – Di contro il Milan non può essere certamente definito come un caterpillar quando gioca lontano da San Siro (se per questo non è un rullo compressore nemmeno in casa). In stagione sono pochissime le vittorie che Allegri può contare, per l’esattezza due. Quella abbastanza casuale di Bologna, datata ormai all’inizio dello scorso settembre, e il trionfo inaspettato in Russia contro il malandato Zenit di Luciano Spalletti. Per il resto i rossoneri hanno raccolto la miserie di 3 punti in otto trasferte, grazie ai pareggi di Parma, Palermo e appunto Napoli. Preoccupante anche il numero di gol subiti (14), ad una media di quasi due reti a partita.

    FONDAMENTALE –  Il Milan in Belgio si gioca tanto, sia del presente che del futuro. Una sconfitta inopinata a Bruxelles significherebbe bruciare una ghiotta occasione per staccare il pass definitivo che darebbe al Diavolo l’accesso agli ottavi di Champions League. La situazione del girone induce sì ad un cauto ottimismo, a patto che nelle prossime due partite, a partire da mercoledì, scenda in campo il Milan visto a Napoli e non quello di sette giorni fa contro la Fiorentina. Perché perdere fra tre giorni significherebbe anche buttare al vento una discreta quantità di denaro per il prossimo mercato invernale, senza dimenticare come un Milan senza Champions diventi agli occhi di un calciatore una squadra come tante altre. Un successo invece cambierebbe, e di molto, la situazione in quel di Milanello, forse l’intera stagione. La parola d’ordine per i rossoneri è aggrapparsi a quelle poche certezze che ancora rimangano, prima fra tutte quella che rimanda a Stephan El Shaarawy.

  • Rimonta El Shaarawy, a Napoli il Milan impatta 2-2

    Rimonta El Shaarawy, a Napoli il Milan impatta 2-2

    Termina 2-2 il match Napoli-Milan, anticipo serale della 13^ giornata di Serie A. Occasione sciupata per i padroni di casa, in vantaggio di due reti alla mezzora del primo tempo grazie ai gol di Inler (sulla cui conclusione dai 30 metri Abbiati si esibisce in una clamorosa papera) e Insigne, bravo a infilare prima Acerbi e poi lo stesso Abbiati con un colpo di giustezza. La rimonta degli ospiti si concretizza ancora una volta nel segno di El Shaarawy. Il Faraone accorcia le distanze al 41′, con un destro a giro meraviglioso. Nella ripresa è sempre il numero 92 rossonero a finalizzare un assist al bacio di Robinho per il 2-2 finale. Per Allegri un punto d’oro, sopratutto per l’orgoglio dimostrato dai suoi uomini. Dall’altra parte mastica amaro Mazzarri, che non approfitta del pareggio interno della Juve.

    LA DIFFICOLTÀ – Napoli-Milan ha esemplificato all’ennesima potenza il problema più grande per la squadra di Mazzarri, ovvero la gestione della partita. Ennesimo pareggio subito nel finale dopo esser stata comodamente in vantaggio. Se contro il Torino era scattato un campanello d’allarme, ieri sera ha risuonato in tutto il San Paolo il segnale di evacuazione. Cosa si cela dietro alle rimonte degli ospiti? La risposta è un po’ come il segreto di Pulcinella: il possesso palla. Cavani e compagni difettano di questa qualità fondamentale. Si trovano a meraviglia quando si presenta a loro una gara in contropiede. Quando invece Mazzarri chiama dalla panchina il possesso palla, come ieri dopo il 2-0, la squadra va in tilt. I ritmi bassi per gli scugnizzi del tecnico toscano sono tuttora indigesti.

    SSC Napoli v AC Milan - Serie A
    Stephan El Shaarawy festeggia il gol del pareggio al San Paolo | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    IL PROTAGONISTA – Nella giornata di ieri, analizzando la situazione attuale del Milan, parlavamo della necessità di un leader dentro e fuori dal campo. Se è vero che Berlusconi pare si sia nuovamente interessato al suo giocattolo, corrisponde ormai a realtà l’investitura di El Shaarawy a uomo chiave di questa squadra. La doppietta di ieri consente all’ex Genoa di raggiungere quota 10 reti in campionato, bottino che lo conferma sempre più goleador della Serie A. Dopo aver raggiunto i 7 gol e le vacanze natalizie gratis su gentile concessione di Ambrosini, il decimo gol di ieri sera fa sì che possa raggiungere le agognate Maldive. Il benefattore resta Ambrosini, che in termini di scommesse è stato abbastanza sfortunato nell’ultimo periodo. Proprio per questo motivo consigliamo al capitano del Milan di non lanciarsi in un nuove proposte fino al termine del girone d’andata quantomeno.

    Le pagelle di Napoli-Milan 2-2 (17-11-2012)

    Cavani 5: partita altamente sottotono per il Matador. Non segna, non crea occasioni, anzi. Clamorosa la palla che Insigne gli consegna su un vassoio d’argento nel corso del primo, con il risultato sul 2-0, sulla quale l’uruguaiano si addormenta. Sarebbe stato il 3-0.
    Insigne 6,5: nella sua prima stagione di Serie A segna al San Paolo contro il Milan. Bella prova del talentuoso azzurro, che non fa rimpiangere l’assente Pandev. Troppo altruista quando a tu per tu con Abbiati passa la palla al Matador, tenendo così in vita gli avversari.
    Mazzarri 5,5: sciupa altri due punti chiave in ottica scudetto. Il mezzo passo falso della Juve contro la Lazio andava sfruttato in maniera diversa. Un pareggio che per come è arrivato fa più male di quello subito al 90′ dal Torino due settimane fa.
    El Shaarawy 8: ormai tutti non sanno più con quale aggettivo descrivere la classe e forza mentale del Faraone. La doppietta di ieri è vitale sia per Allegri che per il Milan stesso, apparso più motivato e sicuro di sé nel match del San Paolo.
    Boateng 6,5: nel tridente inedito schierato da Allegri, Boateng offre fisicità e dinamismo sulla fascia di destra, dove viene preferito all’olandese Emanuelson. Anche il ghanese come il resto della squadra dimostra di aver tratto grande beneficio dalla visita di Berlusconi.
    Allegri 6,5: Stavolta i cambi danno ragione al tecnico livornese, che pare aver ripreso in pugno lo spogliatoio dopo la sconcertante prova di sette giorni fa contro i viola di Montella. Nel giro di cinque minuti fa entrare Pazzini (per Montolivo) e Robinho (out Boateng), dando un segnale di forza alla squadra. La chicca arriva una volta raggiunto il pareggio, con la sostituzione Niang-Bojan. Il francese per poco non gli regalava il gol della rimonta perfetta.

    Il tabellino Napoli-Milan 2-2 (17-11-2012)
    Napoli (3-4-1-2): De Sanctis 6, Campagnaro 6, Cannavaro 6, Gamberini 5,5, Maggio 6 (89′ Vargas s.v.), Inler 5,5, Dzemaili 5,5, Zuniga 6 (87′ Dossena s.v.), Hamsik 5,5, Insigne 6,5 (66′ Mesto 6), Cavani 5. Mazzarri 5,5
    Milan (4-3-3): Abbiati 5, De Sciglio 6, Mexes 6, Acerbi 5, Constant 5,5, De Jong 5,5, Montolivo 6,5, (75′ Pazzini 5,5), Nocerino 5, Boateng 6,5 (80′ Robinho 6,5), Bojan 5 (85′ Niang 6), El Shaarawy 8. Allegri 6,5

    Il video di Napoli-Milan 2-2 (17-11-2012) [jwplayer config=”180s” mediaid=”160495″]

  • Napoli-Milan, Cavani decide il futuro di Allegri

    Napoli-Milan, Cavani decide il futuro di Allegri

    Il San Paolo accende le luci per il big match della tredicesima giornata tra Napoli-Milan. Gli uomini di Mazzarri sono reduce dalla brillante vittoria esterna contro il Genoa, battuto per 2-4 dopo una rimonta eccezionale. Il successo sui rossoblu ha permesso agli azzurri di confermare il terzo posto in classifica avvicinando contemporaneamente la seconda piazza occupata dall’Inter, distante ora solo un punto. Per Cavani, dopo il poker in Europa League nel match contro la Dnipro, la rete di Genova è stato il quinto centro nello spazio di tre giorni. Partenopei favoriti sugli ospiti, che ieri hanno ricevuto la visita di Berlusconi a Milanello. Le scorie della sconfitta di sette giorni fa in casa con i viola si fanno ancora sentire nel clan rossonero. Sconfortante infine il ruolino di marcia in trasferta, una vittoria e nulla più.

    INSIGNE CON CAVANI– Mazzarri ha l’intera rosa a disposizione, ad eccezione del macedone Pandev, non convocato per la sfida di stasera. Confermato il modulo storico (3-4-1-2), con De Sanctis in porta che guiderà la difesa a tre composta da Campagnaro, Cannavaro e Gamberini. A centrocampo la coppia Inler-Dzemaili, con Zuniga e Maggio sulle fasce. Dietro al tandem d’attacco Cavani-Insigne giocherà Marek Hamsik.

    massimiliano allegri
    Allegri alla prova del San Paolo | ©AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI

    CENTROCAMPO A TRE – Allegri cambia ancora. Per la trasferta del San Paolo il livornese pare intenzionato a schierare i suoi con l’inedito 4-3-3. In difesa Acerbi sostituisce l’infortunato Bonera. L’ex Chievo sarà affiancato da Mexes. Assente anche Abate, con De Sciglio pronto a raccoglierne il posto da titolare, mentre viene confermato Constant sulla corsia di sinistra. Nel centrocampo a tre De Jong dovrebbe agire da regista, con Nocerino e Montolivo mezzali (dando continuità alle idee di Prandelli). Il tridente d’attacco conterà sul folletto Bojan al centro ed El Shaarawy-Boateng sulle fasce.

    PRECEDENTI – Dal 2008 ad oggi Napoli e Milan si sono incontrate in dieci occasioni. Il bilancio è favorevole al Milan, con 4 successi (due quelle del Napoli). Sono quattro anche i pareggi tra le due compagine, l’ultimo nel febbraio scorso, quando a San Siro terminò 0-0 (di quella partita si ricorda sopratutto l’espulsione di Zlatan Ibrahimovic). L’ultimo precedente a Napoli ha visto la squadra di Mazzarri trionfare per 3-1, dopo esser passata in svantaggio nei minuti iniziali con il gol di Aquilani.

    CLASSIFICA – Napoli-Milan è fondamentale per la classifica di entrambe le squadre. Per il Napoli, perché gli azzurri possono approfittare dello scontro d’alta quota tra Juve e Lazio sia per avvicinare la squadra di Conte oppure per staccare gli stessi biancocelesti. Sfida ancora più importante per Massimiliano Allegri e il Milan. La fiducia ricevuta ieri da Silvio Berlusconi non scaccia i fantasmi di un possibile esonero in caso di pesante sconfitta questa sera. Un ko che costringerebbe il Diavolo a precipitare nuovamente in classifica, vedendo avvicinarsi il baratro della Serie B, ora distante cinque punti.

    Probabili formazioni Napoli-Milan 
    Napoli (3-4-1-2): De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Gamberini, Inler, Dzemaili, Maggio, Zuniga, Hamsik, Cavani, Insigne.
    Milan (4-3-3): Abbiati, De Sciglio, Mexes, Acerbi, Constant, De Jong, Montolivo, Nocerino, Bojan, Boateng, El Shaarawy.