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  • Cos’ha detto Quagliarella ad Alessio? Nervi tesi in casa Juve

    Cos’ha detto Quagliarella ad Alessio? Nervi tesi in casa Juve

    Le sostituzioni, con annesso malcontento da parte di chi è costretto ad uscire anzitempo dal campo, sono una costante che si ripropone molto spesso, e che le Tv tendono sempre a sottolineare ed enfatizzare alla ricerca del particolare rivelatore che possa far trapelare dissidi e screzi all’interno dello spogliatoio. In casa Juventus, però, un simile episodio fa notizia considerando la filosofia del club bianconero in merito alla gestione delle problematiche interne orientata al vecchio adagio “i panni sporchi si lavano in casa”. Per tal motivo, l’episodio accaduto in Milan-Juventus durante la sostituzione di Fabio Quagliarella per lasciar spazio a Sebastian Giovinco ha suscitato grande meraviglia e curiosità, a tratti morbosa.

    Il “fatto” in questione è il seguente: Fabio Quagliarella viene richiamato in panchina, dopo una prestazione incolore condizionata dal rendimento insufficiente di tutta la squadra, esce dal campo visibilmente contrariato, con il capo chino. Prima di raggiunge la panchina, indossa il giubotto nero, e nella sua camminata lenta e rabbiosa, alza il bavero del piumino fino a coprire la bocca e volge la testa in direzione di Angelo Alessio, che si trova in piedi con lo sguardo volto verso il campo. Questo è ciò che le immagini hanno permesso di scrutare ma, a ben guardare, proprio nel momento in cui Quagliarella alza il bavero del giubotto, l’attaccante napoletano rivolge qualche parola all’indirizzo del vice di Conte e, a giudicare dalla mimica facciale, l’ umore del calciatore non è dei migliori, giusto per usare un eufemismo.

    Fabio Quagliarella contrariato dopo la sostituzione in Milan-Juventus
    Fabio Quagliarella contrariato dopo la sostituzione in Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Ovviamente non è dato sapere quali siano state le parole pronunciate da Quagliarella, ma ciò che appare con certezza è il suo nervosismo per una sostituzione che non ha digerito, forse anche a causa della frustrazione per non aver potuto incidere sulla gara a causa di una prestazione complessivamente molto opaca. Quel che pare molto probabile, è che le parole pronunciate da Quagliarella siano state l’espressione di un malcontento per aver dovuto lasciare il campo, sentendosi nuovamente “in discussione”.

    Tuttavia, a tal proposito, è necessario focalizzare l’attenzione sulle parole dello stesso attaccante napoletano nel post gara del match contro il Chelsea di martedì scorso, quando Conte lo ha schierato titolare e lui ha realizzato la rete del 2-0 contro i blues: complice l’euforia per la vittoria e la soddisfazione per la rete personale, Quagliarella aveva svelato un significativo retroscena che riguardava proprio le gerarchie ed i meccanismi di scelta del parco attaccanti bianconero, sottolineando la chiarezza adoperata da mister Antonio Conte fin dal ritiro estivo, preparando la squadra al fatto che in attacco non ci sono inamovibili e che tutti “gireranno”, come si usa dire in gergo calcistico. Per tal motivo, è chiaro che Fabio Quagliarella, così come tutti gli altri componenti del reparto offensivo della Juventus, sia ben conscio del fatto che il posto “fisso” non può essergli garantito e, dunque, la sua reazione di ieri è frutto di un malessere connesso a tale consapevolezza, un modo per rimarcare: “perchè devo uscire io e non qualcun’altro?” 

    Nel post gara Angelo Alessio ha cercato di minimizzare l’accaduto, affermando di “esser stato concentrato alle dinamiche di gioco e di non aver sentito cos’abbia detto Quagliarella. Questo, naturalmente, rientra nell’impostazione bianconera orientata a risolvere le problematiche al riparo da occhi ed orecchie indiscrete ma, con tutta probabilità, alla ripresa degli allenamenti la questione verrà affrontata direttamente da mister Conte che non avrà affatto gradito perchè la disciplina e l’autocontrollo sono per lui un requisito fondamentale. Ma il nervosismo di Quagliarella ed il presunto battibecco Marchisio-Bonucci, con il centrocampista che accusa il difensore dicendogli “stiamo perdendo per colpa tua”, sono segnali che il mister bianconero deve analizzare con molta attenzione prima che l’unione di intenti della squadra venga compromessa.

  • Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Buffon: “Rigore non è alibi, abbiamo giocato male”

    Un campione si riconosce dai dettagli che lo possono elevare al di sopra della banalità e della violenza verbale delle dichiarazioni post-partita, quando a seguito di una sconfitta si cerca di appigliarsi ad ogni motivazione che possa giustificarla, addolcirla, ridimensionarla. Un campione, ed un capitano, non si nasconde dietro le parole, ma affronta le situazioni con analisi sincere, anche per rispetto nei confronti dei tifosi, che hanno appena assistito ad una prova a dir poco inadeguata da parte della squadra. Il campione, in tal caso, è Gigi Buffon, protagonista nel post gara di Milan-Juventus di un intervento ai microfoni di Sky, analizzando a caldo ma con estrema lucidità la sconfitta della Juventus, senza cercare l’ombra di un alibi, con assoluta onestà intellettuale.

    Non è una novità, certo, considerando che il portierone si è sempre distinto per tali caratteristiche, ma è un aspetto sempre lodevole soprattutto considerando il livello dialettico su cui si basano solitamente tali commenti e tali dichiarazioni, in cui ognuno cerca di adoperare le solite frasi preconfezionate utilizzandole ad arte in un collage di luoghi comuni, spesso finalizzati a dribblare i problemi, a concentrare l’attenzione sugli errori altrui per non dover ammettere i propri.

    Dopo il rigore concesso dal direttore di gara Rizzoli per il fallo di “ascella” di Mauricio Isla – ed a tal proposito, sempre nel post-partita, Adriano Galliani chiedeva l’intervento del Dottor House per capire se l’ascella fosse o meno parte del braccio – Buffon esprime in maniera diretta il suo giudizio sul fatto che l’intervento del numero 33 bianconero non fosse da punire con il penalty, sottolineando subito dopo che “la Juventus non ha perso per quel rigore”. Il numero uno bianconero, infatti, ha motivato la sua osservazione alludendo al fatto che la squadra avrebbe avuto un’ora di tempo per provare a recuperare, se avesse giocato come ha dimostrato di saper fare ed, invece, “non lo abbiamo fatto”. 

    Gigi Buffon durante Milan-Juventus
    Gigi Buffon durante Milan-Juventus | © Marco Luzzani/Getty Images

    Secco e perentorio il commento di Buffon, dal cui viso tirato per la delusione della sconfitta trapela la volontà di lanciare un messaggio per preciso al mondo del calcio italiano, proprio per evitare che all’episodio contestato possa seguire un’infinita serie di polemiche ed “approfondimenti”, ricalcando quanto accaduto lo scorso anno con il gol annullato a Muntari (proprio nella stessa area di rigore, ndr), o le recenti infuocate contestazioni dell’Inter per il gol in fuorigioco realizzato dalla Juventus nello scontro diretto dello Juventus Stadium.

    Il concetto da esprimere è semplice: non è giusto cercare degli alibi, soprattutto di fronte ad una sconfitta che la squadra non ha saputo evitare sul campo; è giusto, invece, riflettere sulle cause del secondo stop in campionato, analizzare le ragioni delle difficoltà, fisiche o psicologiche che siano. Sarà stato colpa della gara di Champions League di martedì scorso contro il Chelsea che ha assorbito energie e concentrazione? Sarà un momento in cui la fatidica “fame” predicata da Conte è stata parzialmente saziata da qualcos’altro? Non è ancora dato saperlo, ma quel che è certo – secondo lo stesso Buffon – è che “abbiamo fatto una pessima partita, e dopo una lunga serie di risultati positivi siamo un po’ sottotono, non abbiamo avuto il giusto atteggiamento e dobbiamo lavorarci“.

    Parole degne di un numero uno, in tutti i sensi, dal quale l’intero movimento calcistico ha molto da imparare: touchè.

  • Milan-Juventus 1-0, nove mesi dopo ancora polemiche

    Milan-Juventus 1-0, nove mesi dopo ancora polemiche

    Sono trascorsi nove mesi esatti da quel celeberrimo Milan-Juventus, matrix di tutte le polemiche trascinatesi fino al termine della stagione scorsa. Dopo 270 giorni i rossoneri si prendono la rivincita, battendo i campioni d’Italia per 1-0 grazie al discusso rigore trasformato da Robinho alla mezzora del primo tempo. Discusso per usare un eufemismo, in quanto la moviola ha chiarito ben presto come il penalty in realtà fosse inesistente. L’errore di Nicola Rizzoli è costato caro alla Juventus, che dopo essersi trovata in svantaggio non ha avuto la forza nei restanti 60 minuti di trovare la rete del pareggio. Al termine della partita ha vinto però il fair play, nota piacevolissima in rapporto a quanto accaduto nove mesi prima. Allegri ammette che il rigore fosse inesistente, così come Buffon e Marotta strigliano i giocatori per non aver giocato da Juve. Dopo la sconfitta di ieri i bianconeri restano fermi a quota 32 punti, in ogni caso saldamente al comando della classifica. Risale invece il Milan, che si porta in ottava posizione a 18 punti, a cinque lunghezze dal quinto posto.

    RUOLI INVERTITI – Il Diavolo ha vestito i panni della provinciale, come la posizione di classifica imponeva. Per novanta minuti il Milan ha recitato al meglio il copione che per anni è stato il canovaccio vincente della Juve. Orgoglio, cuore, pressing, c’era un po’ di tutto nelle gambe e nei polmoni dei calciatori rossoneri, guidati ieri sera dal capitano Montolivo, acclamato dal gruppo come nuovo leader vista l’assenza contemporanea di Ambrosini e Abbiati. Dall’altra parte c’era una Juventus manovriera, capace di realizzare un 62% di possesso palla rivelatosi alla fine infruttuoso. I ritmi utilizzati da Pirlo e compagni hanno ricordato al pubblico di San Siro quelli che il Milan era solito attuare in questi ultimi anni, dall’ultimo Ancelotti fino all’avvento di Leonardo. E’ stato quindi un Milan-Juventus alla rovescia se vogliamo, così come il punteggio finale, che ha premiato la squadra messa peggio in classifica.

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    La gioia dei rossoneri dopo Milan-Juventus | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    LA CHIAVE – Oltre alla grinta e alla determinazione messe in mostra per novanta minuti, il Milan ha vinto la partita tagliando completamente i rifornimenti alle due punte centrali (Vucinic e Quagliarella, quest’ultimo sostituito da Giovinco nella ripresa). In questo hanno giocato un ruolo fondamentale l’ex Nocerino e sopratutto l’olandese De Jong, che come mediano di rottura davanti alla difesa riesce a dare il meglio di sé. I vari Pirlo, Vidal, e Marchisio non sono riusciti mai ad accendere e dialogare con i due attaccanti, rendendo così del tutto vano il copioso possesso palla. L’altra nota stonata in casa bianconera è rappresentata dall’ennesima prova negativa del cileno Isla, preferito a Liechtsteiner. La partita dell’ex Udinese dura soltanto un tempo, con Padoin che gli subentra ad inizio ripresa. E’ lo stesso Isla a indurre Rizzoli all’errore, con un intervento da Superman (cit. Francesco Falleti) in piena area di rigore. In assenza di Ibrahimovic il cileno ha voluto in un certo senso non far rimpiangere lo svedese. Peccato che il risultato non sia stato dei più felici.

    Le pagelle di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012)
    Mexes 7: ottima prova difensiva del francese dopo la brillante prestazione di Bruxelles. Allegri forse ha trovato la coppia titolare da qui fino al termine della stagione, con il colombiano Yepes (7) decisamente in palla affianco all’ex giallorosso.
    Montolivo 7: a fine partita dichiara come la serata di ieri sia stata la più bella della sua vita. Avere la fascia da capitano e l’investitura direttamente da Berlusconi ha reso Montolivo leader carismatico del nuovo centrocampo rossonero insieme a De Jong e Nocerino (6,5 ad entrambi).
    El Shaarawy 6,5: forse più in ombra rispetto ad altre partite, ma i suoi sono novanta minuti di completo sacrificio e abnegazione. Il 92 rossonero dà un ulteriore conferma di come la testa faccia la reale differenza tra un talento e un campione.
    Isla 3: disastroso. L’ex Udinese non ne azzecca una. Falloso tecnicamente, indisciplinato tatticamente, consegna il penalty agli avversari. La sua partita da incubo termina subito dopo l’intervallo. Rispetto ad Asamoah (5,5), il suo acquisto inizia ad essere considerato un grave errore.
    Pirlo 4,5: male, male, male. Torna a San Siro e torna ad essere il giocatore lento e poco lucido “ammirato” nell’ultimo periodo con la maglia del Milan. L’accoglienza dei tifosi rossoneri e le fatiche di Champions fanno il resto. Non che i suoi compagni di reparto, Vidal (5) e Marchisio (5) facciano di meglio, ma qualcosa in più i supporter bianconeri si aspettavano dall’ex Trilly Campanellino (cit. Carlo Pellegatti)
    Quagliarella 4: un fantasma. Mai in partita, mai un pallone giocabile. Ma la vera chicca la regala una volta sostituito, passando vicino ad Alessio e sussurandogli qualcosa. Mettiamo la mano sul fuoco che non siano stati gli auguri di Natale anticipati di un mese.

    Il tabellino di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012)
    Milan (4-3-3): Amelia 6, De Sciglio 6,5, Mexes 7 (Zapata 72′ 6), Yepes 7, Constant 6,5, Montolivo 7, De Jong 6,5, Nocerino 6,5, Robinho 6,5, (65′ Pazzini 6), Boateng 6 (83′ Flamini s.v.), El Shaarawy 6,5. Allenatore: Allegri 7
    Juventus (3-5-2): Buffon 6, Barzagli 5,5, Bonucci 5, Caceres 5, Isla 3 (46′ Padoin 5,5), Vidal 5, Pirlo 4,5, Marchisio 5, Asamoah 5,5 (72′ Pogba 5,5), Vucinic 5,5, Quagliarella 4 (57′ Giovinco 5). Allenatore: Conte 5

    Il video di Milan-Juventus 1-0 (25-11-2012) [jwplayer config=”60s” mediaid=”161556″]

  • Milan-Juventus, la notte delle stelle. Vucinic contro El Shaarawy

    Milan-Juventus, la notte delle stelle. Vucinic contro El Shaarawy

    La notte delle stelle, la notte dei rimpianti, la notte dei riscatti: a San Siro c’è Milan-Juventus, posticipo serale della 14 giornata di Serie A. Fino ai primi giorni di luglio si sarebbe parlato di Milan-Juventus come l’ennesima sfida scudetto tra le due protagoniste principali della passata stagione. Adesso invece, dopo la burrascosa estate vissuta a Milanello, il match di questa sera diventa classifica alla mano discretamente anonimo. C’è un Milan voglioso di riconquistare la sua perduta fama, dopo la qualificazione agli ottavi di Champions League e la seconda visita presidenziale nel giro di dieci giorni. Dall’altra c’è la Juventus, la stessa squadra capace di ammazzare il campionato lo scorso anno senza perdere neanche una partita. Il campo confermerà quanto già detto dai numeri?

    SORPRESA ROBINHO – Allegri ripropone anche per stasera il modulo visto nelle ultime due partite giocate dai rossoneri (Napoli, Anderlecht), dove il Milan ha conquistato 4 punti senza dubbio importanti, sia sotto il profilo psicologico (San Paolo), sia per l’aspetto sportivo-finanziario (Bruxelles). In attacco il capocannoniere della Serie A El Shaarawy sarà aiutato da Robinho e Boateng. Sorprendente la scelta dal primo minuto del brasiliano, autore dell’assist decisivo per El Shaarawy in occasione della seconda rete contro il Napoli. Binho è stato sponsorizzato dallo stesso presidente Berlusconi durante la visita di ieri a Milanello. Dopo aver parlato di Guardiola, evidentemente il numero uno di Via Turati ha usato argomenti altrettanto convincenti per la scelta del numero 7 rossonero. A centrocampo salvo sorprese Montolivo giocherà centrale tra Nocerino e De Jong, quest’ultimo apparso in ripresa nelle ultime uscite giocando come mediano di rottura. In difesa Allegri recupera Mexes e Constant dopo i problemi accusati nella trasferta belga. Tutto confermato quindi nel reparto arretrato, dove De Sciglio e Yepes (preferito ad Acerbi) insieme ad Abbiati cercheranno di fermare le offensive degli ospiti.

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    Il bianconero Vucinic, una delle tante stelle di Milan-Juventus | ©OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    GIOVINCO INSIEME A VUCINIC – Ormai siamo abituati al rebus che accompagna la Juventus negli immediati pre-partita di Serie A e adesso anche d’Europa. Per il match contro il Milan Conte ha scelto Giovinco come compagno del montenegrino Vucinic. Per il resto non ci sono grandi variazioni di rilievo, se non la defezione di Chiellini in difesa, fermato da una leggera contrattura. Al posto del livornese scenderà in campo Caceres. L’uruguaiano ha già dimostrato di saper fare male nella scorsa stagione, quando un suo gol regalò il successo a San Siro agli uomini di Conte nella semifinale d’andata di Coppa Italia. A centrocampo i soliti noti, Vidal-Pirlo-Marchisio, chiamati a dominare la zona nevralgica del terreno di gioco. Per l’ex Pirlo quello di oggi sarà il quinto confronto con i rossoneri dopo esser arrivato a Vinovo la scorsa estate. Bilancio più che positivo per il bresciano, con una vittoria e tre pareggi complessivi.

    LA VARIABILE – Quando in campo scendono due squadre come Milan e Juventus l’attenzione ai dettagli deve essere fondamentale. E siccome siamo in Italia, la variabile impazzita del match potrebbe essere Nicola Rizzoli, l’arbitro designato da Braschi per dirigere Milan-Juventus. Hai visto mai che…

    Probabili formazioni Milan-Juventus (25-11-2012)
    Milan (4-3-3): Abbiati, De Sciglio, Yepes, Mexes, Constant, Montolivo, De Jong, Nocerino, Boateng, El Shaarawy, Pazzini.
    Juventus (3-5-2): Buffon, Bonucci, Barzagli, Caceres, Asamoah, Isla, Pirlo, Vidal, Marchisio, Vucinic, Giovinco.

    Federico Pisanu

  • Milan-Juventus ai raggi x, decisivo il centrocampo?

    Milan-Juventus ai raggi x, decisivo il centrocampo?

    Stasera si gioca Milan-Juventus, big-match della 14 giornata di Serie A. Per l’occasione abbiamo deciso di proporvi le due squadre sotto la nostra lente d’ingrandimento. Dal reparto difensivo a quello d’attacco, senza trascurare il centrocampo. Nomi, statistiche, curiosità, precedenti, tutto ciò che c’è da sapere su Milan-Juventus. Dove si deciderà la partita? Chi ha le migliori chances di aggiudicarsi la palma di migliore in campo? E’ davvero una partita sulla carta già scritta? Analizziamo tutto, ma proprio tutto, sulla sfida odierna. Prima del fischio d’inizio resta comunque una sola certezza: chiunque uscirà dal campo con i tre punti in mano avrà compiuto un’impresa. Bisogna però capire se sarà l’ennesima (sponda Juve) o la prima (vedi Milan). Tuffiamoci insieme nel mare di Milan-Juventus.

    LA DIFESA– Il primo round se lo aggiudica la formazione bianconera. Tra Buffon (8) e Abbiati (6) non c’è davvero storia. Sempre regolare il primo, mentre il rossonero è costante nella sua imprevedibilità (dalla Russia al San Paolo, tanto per citare un esempio). Passando alla difesa, è vero che nella Juve mancherà Chiellini, ma il reparto bianconero ha comunque dimostrato di cavarsela egregiamente anche senza il livornese (sopratutto se a sostituirlo è Caceres, in gol a San Siro nella semifinale d’andata di Coppa Italia lo scorso anno), potendo contare su una certezza come Barzagli (8). Di contro la retroguardia del Milan quest’anno ha fatto acqua da tutte le parti (in tredici partite 18 gol subiti, di cui sette in casa), offrendo in più di un’occasione il fianco alla critica. Che Mexes (6) risulti ancora una volta decisivo come in Champions stentiamo a crederlo.

    Milan-Juventus
    Arturo Vidal, sarà lui a decidere Milan-Juventus? | ©Claudio Villa/Getty Images

    IL CENTROCAMPO – E qui il divario si trasforma in abisso. Il reparto nevralgico della Juventus è tra i migliori in Europa per corsa, qualità e aggressività. Uno dei suoi degni rappresentanti è Pirlo (8) che solo due anni fa viveva il “clasico” italiano nella Milano rossonera. Ora invece è il regista di un’orchestra perfetta, con Vidal (9) massimo interprete della filosofia bianconera. Se la Juve prenderà in mano la partita, e di questo siamo più che certi, il centrocampo di Conte distruggerà quello di casa, con il solo Montolivo (7) degno di nota. Se poi aggiungiamo all’analisi anche gli esterni, sulla fascia sinistra la sfida tra Asamoah (8) e De Sciglio (7) sarà con ogni probabilità vinta dal ghanese, con la diretta conseguenza di mancanza di cross per l’ariete Pazzini.

    L’ATTACCO – L’unico reparto dove regna l’equilibrio. Due top-player la faranno da padrone. Da una parte El Shaarawy (9), il capocannoniere del campionato, dall’altra Vucinic (8), l’unico attaccante di vera caratura internazionale della truppa di Conte. Tutto il resto è noia, come direbbe il mio amico Califano. Se Giovinco (6,5) si è reso suo malgrado protagonista di prove opache quando l’avversario era di un certo calibro (sopratutto in Nazionale), non va meglio in casa Milan, dove si continua a sperare nella rinascita di Boateng (5) e nei gol di Pazzini (6).

    MILAN                                       JUVENTUS    
    Abbiati 6                                    Buffon 8
    De Sciglio 7                              Bonucci 7
    Mexes 6                                     Barzagli 8
    Yepes 6,5                                 Caceres 6,5
    Constant 6                                Isla 6
    Montolivo 7                                Asamoah 8
    De Jong 5,5                              Pirlo 8
    Nocerino 5,5                             Vidal 9
    Boateng 5                                  Marchisio 7,5
    Pazzini 6                                    Giovinco 6,5
    El Shaarawy 9                          Vucinic 8

    TOT:  69,5                                  82,5

    Federico Pisanu

  • Il Milan ospita la Juventus, quanto è lontano il gol di Muntari…

    Il Milan ospita la Juventus, quanto è lontano il gol di Muntari…

    Milan-Juventus non vale lo scudetto, almeno per ora, ma da sempre è la partita più affascinante in Italia. La rivalità è forte ma non tanto da essere paragonata a quella delle sfide tra i bianconeri ed i nerazzurri, nè fra i cugini milanesi; è un dualismo che non poggia su ragioni “ideali” – geografiche, politiche, culturali – bensì sui numeri poichè sono le squadre più titolate in Italia, perchè hanno il maggior numero di tifosi e simpatizzanti, perchè hanno condiviso negli anni calciatori ed allenatori sull’asse Milano-Torino, da Inzaghi a Pirlo, Zambrotta e Davids, da Ancelotti a Capello solo per citare alcuni esempi significativi.

    Si sono incontrate nella notte di Manchester 2003, finale di Champions League, ed il Milan ha dimostrato, fino all’ultimo calcio di rigore, la sua superiore vocazione europea; si sono incontrate negli scontri scudetto dei successivi campionati, e la Juventus “in forze” ha mostrato la sua dominanza in Italia: l’ultimo precedente in ordine cronologico è quello passato alla storia per il gol annullato a Muntari, un grossolano errore arbitrale che ha condizionato l’esito di quella gara ma che non può offuscare o scalfire il cammino nello scorso campionato della squadra di Conte.

    Quest’anno, Milan-Juventus arriva un po’ in sordina, a passi silenziosi, dopo la settimana degli scintillii Europei, in cui le energie delle due squadre sono state incentrare – rispettivamente – su Chelsea ed Anderlecht, per conquistare punti importanti in chiave qualificazione: il Milan ha già centrato matematicamente l’obiettivo, la Juventus è ad un passo dal farlo poichè le manca un punto da ottenere contro lo Shakhtar. Il Milan utilizza la Champions come “habitat naturale” in cui dar sfogo alle proprie difficoltà di campionato, la Juventus considera la Champions League come un completamento del proprio percorso di crescita, come un rafforzamento del proprio cammino in campionato per testare le proprie potenzialità.

    Due approcci diversi all’Europa, due approcci diversi al campionato: la Juventus giunge a San Siro da capolista, con quattro punti di vantaggio sulla prima inseguitrice, il Milan galleggia a metà classifica, con 15 punti all’attivo a fronte dei 32 della Juventus. La classifica non permette, dunque, di poter considerare questa sfida come uno scontro diretto, ma il Milan appare in crescita ed ha ritrovato fiducia nelle ultime uscite, forse anche grazie al conforto del suo ritrovato presidente Berlusconi, che prima della gara con il Napoli al San Paolo ha fatto visita alla squadra per caricarla, e ripeterà la visita a Milanello nella speranza di sortire i giusti effetti psicologici e motivazionali. La Juventus è un collettivo in cui il presidente Andrea Agnelli non ha bisogno di caricare i calciatori (a questo pensa mister Conte, ndr) ma parla nei momenti in cui è necessario difendere le battaglie della società, senza paura di inviare frecciatine agli avversari.

    Milan-Juventus, tematiche diverse rispetto allo scorso campionato
    Milan-Juventus, tematiche diverse rispetto allo scorso campionato | © Dino Panato/Getty Images

    Il Milan punta sul suo gioiellino  Stephan El Shaarawy, attaccante dimostratosi finora infallibile aldilà di ogni più rosea aspettativa rossonera; la Juventus è alla ricerca della miglior coppia d’attacco, con Quagliarella che segna e scalpita, Vucinic che cerca la miglior forma dopo gli acciacchi delle scorse settimane, e Giovinco che vuol dimostrare il suo valore nel realizzare “gol decisivi”, quando la gara è ancora bloccata.

    Milan-Juventus sarà la serata del secondo ritorno di Andrea Pirlo a San Siro, laddove – nonostante la barba – lo riconosceranno di sicuro molto bene, ma sarà soprattutto un importante banco di prova per l’acciaccata difesa bianconera, con Chiellini che proverà a stringere i denti dopo l’infortunio di Champions, e Bonucci influenzato. Nel Milan, invece, la “non novità” è che mancherà Pato per trauma alla coscia sinistra ed, oltre a lui, Massimo Ambrosini a centrocampo, che con tutta probabilità non riuscirà a recuperare.

    Interpreti a parte, però, domenica sera le luci di San Siro illumineranno un grande Milan-Juventus, all’altezza del fascino di questa sfida.

  • Ranking Uefa, Germania in fuga. Italia resiste a Francia e Portogallo

    Ranking Uefa, Germania in fuga. Italia resiste a Francia e Portogallo

    Qualcuno ci aveva dato per spacciati in Europa? E’ tempo di ricredersi. L’Italia c’è e fa la voce grossa. Così capita di trovare Milan, Inter, Lazio e Napoli già qualificate, con un turno d’anticipo, per la fase ad eliminazione diretta delle rispettive competizioni europee. Solo l’Udinese al momento è ufficialmente eliminata, con una gara da giocare in casa contro il Liverpool che non avrà alcun significato per i bianconeri ai fini della classifica del Gruppo A di Europa League. La Juventus invece, fra due settimane, avrà a disposizione due risultati su tre in Ucraina contro lo Shakthar (già qualificato) per strappare il pass per la fase successiva di Champions League. Boccata di ossigeno per il Ranking Uefa? Non proprio, però ottimi segnali dalla quale ripartire.

    UDINESE– Quattro italiane su sei già qualificate, una quinta pronta ad aggiungersi. Peccato solo per l’Udinese, dopo aver compiuto l’impresa in casa del Liverpool ha subito una doppia e inaspettata sconfitta contro gli svizzeri dello Young Boys che di fatto ha compromesso il cammino europeo dei ragazzi di Guidolin. Un inizio tormentato per l’ex tecnico di Parma e Palermo a causa della brutta eliminazione ai preliminari di Champions League a causa dello sciagurato rigore calciato da Maicosuel. Onore ai bianconeri, che tanto fortunati non sono stati, visto il girone in cui sono stati estratti, che somigliava più ad un gruppo di Champions League.

    Ranking Uefa
    Preparazione ad una gara di Champions © Virginie Lefour/Getty Images

    LE ALTRE – In Europa League, tutto facile per l’Inter, qualificata con due turni d’anticipo in un girone piuttosto agevole affrontato con poco dispendio di energie, visto il tanto turn over effettuato da mister Stramaccioni nelle gare Europee. Cammino a luci e ombre invece per il Napoli, dopo la larga vittoria all’esordio arrivano due brutte sconfitte esterne. Poi ci ha pensato Cavani a trascinare i partenopei alla prossima fase di Europa League. La Lazio invece ha dimostrato grande solidità e idee chiare, ancora imbattuti nella competizione e con la possibilità di giocarsi il primo posto nel girone all’ultima giornata. In Champions, il Milan si qualifica inaspettatamente con un turno d’anticipo dopo l’esordio amaro contro l’Anderlecht. Un ringraziamento va dato allo Zenit autore di un cammino europeo alquanto discutibile, nonostante alla vigilia della competizione fosse tra le favorite per il passaggio del turno.

    JUVENTUS – Discorso diverso per la Juventus, con un piede e mezzo alla fase ad eliminazione diretta di Champions League. Dovrà raccogliere almeno un punto nella difficile trasferta nell’est Europa contro lo Shakhtar. Gli ucraini sono già qualificati, ma non concederanno la passerella alla squadra bianconera.

    RANKING UEFA – Nonostante le quattro squadre già qualificate, i tedeschi sono riusciti a far meglio (anche se di poco) e continuano ad allungare il distacco. Proviamo ad analizzare la situazione. Se l’Italia in totale tra Champions ed Europa League ha ottenuto 4 vittorie e 2 sconfitte, la Germania ha fatto meglio con 4 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta. Dodici punti italiani contro i quattordici tedeschi che costano circa 0,26 punti ai fini della classifica del Ranking Uefa. Considerando che tre squadre tedesche hanno conquistato il passaggio al prossimo turno di Champions e altri due club in Europa League (in attesa di Borussia Monchengladbach e Stoccarda) viene difficile ipotizzare una rimonta da parte delle squadre italiane. Germania 73,61 punti, Italia 58,81. Unica nota positiva rimane la distanza rispetto a Francia e Portogallo.

    Il calcio italiano ha bisogno di nuova vitalità e le quattro squadre qualificate su sei sono un ottimo segnale dalla quale ripartire (in attesa della Juventus). Adesso le partite diventano importanti anche in Europa League, sfide ad eliminazione diretta e personalmente mi aspetto meno turn over e più voglia di conquistare questa coppa, poco considerata dagli allenatori italiani ma che rilancerebbe al nostro calcio.

  • Nicola Rizzoli arbitra Milan-Juventus, una scelta che fa discutere

    Nicola Rizzoli arbitra Milan-Juventus, una scelta che fa discutere

    Ha fatto discutere la designazione dell’arbitro Nicola Rizzoli per Milan-Juventus, big match della 14 giornata di Serie A che si disputerà a San Siro domenica sera. Non tanto per il carisma e l’ormai consolidata esperienza del fischietto bolognese, quanto per gli ultimi precedenti non di certo esaltanti per i tifosi rossoneri. Le polemiche sono scoppiate pochi secondi dopo l’annuncio ufficiale della scelta presa dal designatore Stefano Braschi. Su Twitter in particolar modo la decisione è stata definita senza senso, un errore che non avrebbe potuto commettere nemmeno un bambino. Di contro però, a spegnere un fuoco di illazioni altrimenti incontrollabile, è stata la stessa dirigenza del Milan nella voce di Adriano Galliani a legittimare la designazione di Rizzoli, definito il top player della classe arbitrale nostrana. Ma allora perché così tanto caos intorno alla scelta del direttore bolognese?

    SUPERCOPPA ITALIANA– Il putiferio intorno all’arbitro Nicola Rizzoli scoppia a qualche migliaio di km dai confini nazionali. Siamo infatti nella seconda metà d’agosto, in Cina, quando Rizzoli viene designato come giudice di porta in occasione della sfida che vede Juventus e Napoli affrontarsi per la conquista del primo trofeo stagionale, la Supercoppa Italiana. Oltre ad un arbitraggio mal digerito dalla squadra partenopea, che adotterà come plateale protesta la rinuncia a presenziare durante la consueta premiazione, Rizzoli finisce nell’occhio del ciclone per un presunto occhiolino rivoltogli dal portiere della Juventus Buffon (scusate il gioco di parole).

    Juventus FC v AS Roma - Serie A
    Nicola Rizzoli e i precedenti “pericolosi” con la Juventus | ©Valerio Pennicino/Getty Images

    A UDINE – Anche per il match contro l’Udinese ritroviamo Nicola Rizzoli come giudice di porta (a dirigere l’incontro è Valeri ndr). La Juve sblocca il risultato grazie al penalty concesso dal direttore di gara al 14′ del primo tempo. L’episodio fa discutere perché Valeri, convinto proprio da Rizzoli, espelle il portiere Brkic anziché ammonire il primo autore del fallo che avrebbe poi causato il calcio di rigore, ovvero Domizzi. Polemiche che però la stessa Juve sarà brava a cancellare offrendo l’ennesima dimostrazione di forza in campionato.

    A CATANIA – Senza nemmeno farlo apposta, Nicola Rizzoli è presente anche in Catania-Juventus, una delle partite più discusse della Serie A di quest’anno. In Sicilia l’arbitro bolognese viene scelto ancora una volta come giudice di porta. Ed è proprio al Barbera che Rizzoli incappa nella sua giornata peggiore, annullando senza averne alcun potere decisionale il gol dei padroni di casa per un fuorigioco in realtà inesistente. Ciò che fa scatenare la rabbia del presidente degli etnei Pulvirenti è il fatto di come sia possibile che un giudice di porta possa contraddire la decisione del segnalinee, il quale aveva correttamente convalidato la rete del vantaggio siculo.

    IL CORO OPPOSTO – Gli ultimi precedenti quindi non dovrebbero far dormire sogni tranquilli ai tifosi del Milan, sebbene possa risultare quantomeno confortante il soprannome che Alessandro Pignatelli (giornalista e tifoso della Juventus ndr) diede a Rizzoli tre giorni prima della Supercoppa Italiana 2011, quando il Milan sfidò e sconfisse l’Inter di Gasperini in rimonta nel secondo tempo. “Il rossonero Rizzoli”, così venne chiamato l’arbitro che domenica prossima dirigerà Milan-Juventus. Non solo lo definì “il rossonero Rizzoli”, ma anche “il figlio di Galliani”, citando un suo amico e collega non imprecisato di nome Silvio. Stai a vedere che quest’ultimo è il Cavaliere in persona? No, ma che avete capito, non Berlusconi. Il Cavaliere di Rampin.

    Federico Pisanu

  • Caos Pato il brasiliano segna, si infortuna e vuol andar via

    Caos Pato il brasiliano segna, si infortuna e vuol andar via

    Gol e addio. La storia tra Alexandre Pato e il Milan sembra ormai giunta realmente ai titoli di coda. Al termine della gara vinta in Belgio contro l’Anderlecht, che ha permesso alla società rossonera di festeggiare il passaggio del turno in Champions League, l’ex attaccante dell’Internacional ha lasciato spiazzati i giornalisti con una dichiarazione a metà tra la voglia di dare una svolta alla sua stagione e una minaccia di cessione. Queste le sue parole “voglio giocare, adesso viene il mio procuratore e poi vediamo“. Tante, troppe domande tra i tifosi milanisti. Perché il brasiliano attende il suo procuratore? Come poteva giocare se fino a poco tempo fa era fermo in infermeria? Cosa ha dimostrato nelle gare in cui è sceso in campo in questa stagione?

    LO SFOGO – E’ bastato il secondo gol stagionale (entrambi realizzati nella massima competizione europea) per pretendere un minutaggio più consistente. Una rete realizzata a porta vuota, dopo che El Shaarawy, sempre lui, ha superato in velocità la difesa avversaria aspettando l’uscita del portiere prima di concedere al brasiliano la gioia del gol. E’ bene ricordare anche che il contributo dell’attaccante è stato quasi nullo, con atteggiamenti sufficienti, probabilmente dovuti alla paura di nuovi infortuni muscolari. Lui attende il procuratore, noi sportivi aspettiamo invece il Pato che seminava il panico alle difese avversarie. 1-1. Palla al centro.

    Alexandre Pato
    Pato esulta per il definitivo 1-3 contro l’Anderlecht © Virginie Lefour/Getty Images

    LA SOCIETA’ – In difficoltà il Milan, che si ritrova davanti ad un campione troppo fragile dal punto di vista muscolare, un giocatore capace nei primi anni a Milanello di entrare nel cuore dei tifosi rossoneri. Ora il rapporto tra dirigenza-tifosi e Pato sembra essersi raffreddato, tanto che in via Turati sembrano intenzionati a cedere il brasiliano al primo offerente, in modo tale da avere soldi freschi da investire sul mercato. Galliani si starà ancora mangiando le mani per l’affare saltato nel gennaio scorso con Pato pronto a prendere l’aereo verso Parigi e Tevez in arrivo da Manchester. Tutto saltato a causa dell’intervento del presidente Berlusconi, convinto che il giocatore potesse riprendersi e tornare ad essere decisivo per il Milan.

    CHI LO VUOLE? – Ancelotti lo accoglierebbe a braccia aperte sotto la Tour Eiffel. I proprietari del Paris Saint Germain però, difficilmente presenteranno un assegno da 25 milioni di euro come un anno fa. La cifra sarà notevolmente più bassa. L’attaccante nato a Pato Branco ha attirato anche l’interesse di alcuni club brasiliani, pronti ad acquistare il giocatore (grazie all’aiuto di qualche sponsor) per potergli dare la visibilità necessaria per poter partecipare al Mondiale del 2014 che si giocherà proprio in Brasile.

    L’INFORTUNIO – Nel corso della gara contro l’Anderlecht, Pato ha subito parecchi falli e su uno di questi ha disteso troppo la gamba, procurandosi un leggero affaticamento muscolare. L’ennesimo della sua breve carriera. Il giocatore è rimasto in campo fino all’ultimo minuto (segnando il definitivo 1-3 al 91′), tranquillizzando più volte la panchina circa il suo stato di salute dopo l’infortunio subito. Controlli più approfonditi verranno eseguiti quest’oggi dallo staff medico rossonero per valutare l’entità del guaio muscolare al flessore.

    Troppi infortuni, poche presenze in campo. La storia tra Milan e Pato è giunta al capolinea. Chi avrà il coraggio di investire sul brasiliano?

  • Le rovesciate nel calcio, Mexes emula Ibra e Van Basten

    Le rovesciate nel calcio, Mexes emula Ibra e Van Basten

    Ligabue alcuni anni fa cantava “Una vita da mediano”. Oggi chissà quale testo avrebbe scritto per raccontare le rovesciate di Ibrahimovic e Mexes, così vicine e così diverse allo stesso tempo, ma accomunate entrambe dallo stupore di avversari e tifosi. Noi questa canzone la intitoleremo Le rovesciate nel calcio, come il titolo dell’articolo. Per la casa discografica poi possiamo sempre trovare un accordo. Iniziamo la nostra compilation dalla rete che ha stupito il mondo intero soltanto pochi giorni fa. E’ lo stesso Zlatan Ibrahimovic ad apporre il marchio di fabbrica, brevettato e costruito interamente in Svezia. Ne sanno qualcosa gli inglesi, prima schiantati dalla tripletta di Ibra, e pochi minuti più tardi affascinati dal poker dello svedese. Fuoriclasse assoluto.

    QUANDO LE FA UN DIFENSORE – E quando a segnare in rovesciata è un difensore? Crediamo abbia risposto in maniera esaustiva Philippe Mexes ieri sera, nella vittoria del Milan contro l’Anderlecht. Stop di petto spalle alla porta, pallone che viaggia a metà altezza, e voilà, la rovesciata che incanta Bruxelles, la “capitale” dell’Europa. Mexes non avrebbe potuto trovare una soluzione e una partita più azzeccata per segnare la sua prima rete con la maglia del Diavolo. Fuoriclasse per caso.

    RSC Anderlecht v AC Milan - UEFA Champions League
    Mexes, il fuoriclasse per caso delle rovesciate nel calcio | ©Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    IL TEMPO DEI RICORDI – Restiamo nell’universo Milan e riavvolgiamo il nastro a quel 25 novembre del 1992. Si disputava un anonimo Milan-Goteborg (sempre la Svezia a metterci lo zampino). Anche lì un calciatore giocò a poker con gli avversari. Era Marco Van Basten, forse il più grande calciatore che il club di Via Turati abbia mai avuto nella sua storia. Quella rovesciata sanciva il parziale 3-0 per gli uomini di Capello e da allora non è mai stata dimenticata. Riascoltando la radiocronaca dell’epoca, soltanto Ennio Vitanza poteva forse restare impassibile ad una rete del genere. Fuoriclasse senza tempo.

    A RITMO DI SAMBA – Celeberrima anche un’altra rovesciata, quella di Rivaldo in Barcellona-Valencia di 11 anni fa. Il calciatore brasiliano, all’apice della sua carriera, si inventò un gesto tecnico memorabile. Il tempio del Camp Nou quel giorno si inginocchiò al cospetto della divinità carioca. Nel rivederlo si ha sempre voglia di premere per l’ultima volta il tasto play. Quando poi ti accorgi che la bellezza rimane intatta all’ennesima visualizzazione, non puoi fare altro che chiamare il Louvre e chiedere informazioni circa lo stato di conservazione del Fuoriclasse informe.

    La rovesciata di Ibrahimovic [jwplayer config=”15s” mediaid=”161095″]

    La rovesciata di Mexes [jwplayer config=”30s” mediaid=”161097″]

    La rovesciata di Van Basten [jwplayer config=”120s” mediaid=”161098″]

    La rovesciata di Rivaldo [jwplayer config=”15s” mediaid=”161099″]

    Federico Pisanu