Il Milan riesce a portare a casa una vittoria pesantissima su un campo difficile come il Bentegodi grazie alla rete messa a segno da Montolivo al 24′. (altro…)
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L’Italia piange Enzo Jannacci, il Milan: “Addio poeta”
Il mondo della musica è in lutto per la perdida del grande maestro Enzo Jannacci, cantautore, cabarettista, attore e cardiologo italiano (aveva lavorato con Barnard ai primi trapianti di cuore), tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana. Si è spento all’età di 78 anni a Milano, nella sua città che tanto amava e cantava in molti versi delle sue canzoni spesso in dialetto lombardo. Nella sua vita aveva collaborato con i più grandi artisti della musica e della cultura italiania: Giorgio Gaber, Dario Fo, Adriano Celentano, Claudio Baglioni, Paolo Conte, Mia Martini, Gino Paoli, Cochi e Renato, Paolo Rossi Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori, Beppe Viola, Loredana Berté, solo per citarne alcuni.
Grande tifoso della squadra rossonera di Milano tanto da comporre anche un inno nel 1984-85 “Mi- mi-la lann“, ricorrente le citazioni nei suoi testi alla squadra rossonera: “Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui/ ‘sto Rivera che ormai non mi segna più” e la più recente “Se me lo dicevi prima” “E allora sarà ancora bello/Quando ti innamori/Quando vince il Milan/Quando guardi fuori“.
Enzo Jannacci Il Milan ha voluto rendere omaggio al cantautore pubblicando sul sito ufficiale un ultimo saluto:
“C’era una volta il Derby, la culla del cabaret. Era il mondo di Enzo Jannacci, una personalità vera, spontanea, originale, estrosa duttile. Amicizie di grande livello artistico e intellettuale le sue: Giorgio Gaber e Dario Fo. Ma la sua avventura si è spesso intrecciata a grandi Milanisti come lui: Beppe Viola, Renato Pozzetto, Teo Teocoli. E allora sarà bello quando vince il Milan! Quante volte i Milanisti hanno fatto il coro al grande Enzo sul ritornello di questa celeberrima canzone. Cantautore e cabarettista, attore e cardiologo, Enzo, figlio del Liceo classico Manzoni di Milano, lascia a tutti noi e all’unico figlio Paolo una grande, grandissima, eredità. Ciao Enzo!“
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Il nuovo Balotelli: “Mi sento maturato”
Un uomo nuovo, probabilmente, o se non altro una persona che sembra esser tornata con i piedi per terra dopo aver vissuto a mille all’ora e aver mostrato la faccia peggiore di sè nel periodo inglese al Manchester City. L’approdo di Mario Balotelli al Milan ed il ritorno a casa, in Italia, sembra avergli giovato davvero anche in termini di acquisita maturità. Ecco perchè è lui stesso a voler precisare dal ritiro della Nazionale lo stato d’animo del momento, affermando di “non essere montato” e di voler dimostrare a tutti il non fondamento delle critiche che riguardavano i suoi eccessi. Non vuole paragoni con nessuno, e neppure esser considerato tra i primi cinque al mondo, perchè “io sono io, ma non so se sono tra i più forti”. Spirito umile, dunque, e voglia di migliorarsi ancora senza cedere al fascino delle lusinghe e degli elogi, in particolare dopo lo splendida rete segnata al Brasile: Mario Balotelli, però, si dà solo sei in pagella per la gara contro i verdeoro alla luce dei troppi gol sbagliati, così come gli ha fatto notare anche suo padre che, però, gli ha ricordato “di aver fatto un bel gol”.
Da punto fermo dell’attacco azzurro, poi, Balotelli esprime parole di apertura e di entusiasmo all’idea che Cesare Prandelli possa convocare in Nazionale un totem del calcio italiano come Francesco Totti, a sette anni di distanza dalla sua ultima presenza in maglia azzurra ai Mondiali di Germania 2006: “Magari tornasse Totti, è un fenomeno. Campioni come lui sono sempre ben accetti in squadra”, un’ affermazione che sembra scacciare via ogni tipo di astio e di tensione tra Supermario e il capitano giallorosso dopo l’episodio del violento fallo dello stesso Totti su Balotelli durante un Roma-Inter ai tempi della militanza di Mario in maglia nerazzurra. Un brutto episodio della parentesi interista ormai archiviata, così come quello che vide protagonista lo stesso Balotelli quando gettò a terra la maglia dell’Inter dopo un gol, un gesto che suscitò l’ira più funesta del tifo nerazzurro ma che, ora, “non rifarei”.
Mario Balotelli © Shaun Botterill/Getty Images Un passato tra luci e ombre che, nel presente, Mario Balotelli vuol filtrare per conservare solo gli aspetti positivi cercando di migliorare ancora “un po’ in tutto anche se non so quanto” godendosi il momento di grande forma sia al Milan che in Nazionale, che gli permette di essere ormai il grande protagonista dell’attacco azzurro insieme all’amico e compagno di squadra del Milan Stephan El Shaarawy con il quale si è creato un solido sodalizio che va aldilà del terreno di gioco, perchè “condividiamo tutto, musica a parte, e stiamo sempre insieme”.
La maturazione di Mario Balotelli, dunque, sembra essersi avviata finalmente sulla strada definitiva, nella speranza che non registri più alcuna battuta d’arresto e che il tunnel del Badboy inglese sia ormai soltanto un ricordo del passato dal quale trarre profitto per non ripetere gli stessi errori, anche perchè “non rinnego le cose buone e cattive del passato ma ora sono maturato, vado per i 23 anni” e, finalmente, dopo gli scorsi Europei sembra stia scoprendo il piacere di essere applaudito e benvoluto non solo dai propri tifosi.
La nuova vita di Mario Balotelli sembra essere iniziata con un bel sorriso, finalmente.
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Discorso Boateng Onu: Razzismo come la malaria
Discorso Boateng Onu – Raramente uno sportivo ha potuto esprimere le proprie opinioni e le proprie idee soprattutto in un argomento molto delicato e caldo come quello del razzismo. Kevin Prince Boateng, giocatore ghanese del Milan ha parlato presso la sede dell’Onu, in occasione della giornata contro le discriminazioni razziali, sugli assurdi insulti razzisti ricevuti durante l’amichevole Pro Patria – Milan dello scorso 3 gennaio in cui lo stesso Boateng ha prima scagliato il pallone addosso agli pseudo tifosi per poi togliersi la maglia ed abbandonare giustamente il campo. Sicuramente un occasione sfruttata al meglio dal giocatore che ha parlato pochissimo, circa quattro minuti ricevendo quasi due minuti di applausi alla fine del suo breve ma intenso discorso.
Boateng con Vieira e Navi Pillay, Commisario Onu per i diritti umani ©FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images Queste le parole di Boateng: “Pensare di poter sconfiggere il razzismo ignorandolo è il più grosso errore che possiamo commettere: è come una malaria e non ha antibiotici. Bisogna andare nella palude e combatterlo’, lo sport ha una responsabilità sociale e può fare tanto’.
Le parole del centrocampista ghanese arrivano il giorno dopo rispetto alla testimonianza tenuta presso il Tribunale di Busto Arsizio in merito al procedimento penale aperto dalla Procura. Questa la testimonianza di Boateng resa davanti ai giudici: «Dopo 20-25 minuti ho sentito ancora il “rumore” provenire dalla curva e ho deciso che non volevo più giocare». «Anche l’arbitro ha la sua parte di colpa perché sentiva queste cose ma non ha fatto niente – ha proseguito -. Penso che mi abbiano insultato perché la mia pelle non è bianca, succedeva anche in Germania e per me si tratta di atti di razzismo».
Sentimenti condivisi anche dal francese M’Baye Niang, che ha spiegato di «essere stato offeso per il colore della pelle». Oltre a Boateng, Niang e Allegri sono stati ascoltati come testimoni dal pm Mirko Monti, dal giudice Toni Adet Novik e dai legali dei sei tifosi e delle parti civili – la Lega Pro e il Comune di Busto Arsizio – il capitano Massimo Ambrosini e Daniele Bonera. In Aula anche l’arbitro, Gianluca Benassi, i due guardalinee, tre giocatori della Pro Patria e gli agenti di polizia che sono intervenuti dopo i cori e hanno condotto le indagini per individuare i responsabili.
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Pazzini e Balotelli abbattono il Genoa: Milan vicino al Napoli
Genoa-Milan non si preannunciava una partita tranquilla. Il pronostico si è avverato e uno dei fautori del suo avvenire è stato il direttore di gara Damato, letteralmente disastroso sia da una parte che dall’altra. Fra rigori non dati ed espulsioni mancate, l’arbitro di Barletta ha inciso e non poco sul match di Marassi. Si comincia subito al 22′ del primo tempo quando Portanova interviene da dietro duramente sulle gambe di Pazzini. Il bomber rossonero, uomo più in forma del Diavolo, zoppica vistosamente ed è pronto ad uscire per lasciare spazio a Balotelli. Il destino è però amico del Milan perchè pochi istanti prima di abbandonare il campo, De Sciglio mette in mezzo un buon cross male allontanato dalla difesa. Il pallone schizza proprio sul destro di Pazzini che con una potenza singolare riesce a battere Frey portando il Milan in vantaggio.
Al 25′ entra dunque Balotelli e il Pazzo si accomoda in panchina con il ghiaccio sulla gamba colpita: ancora non si sa se l’ex giocatore dell’Inter possa essere disponibile per il delicato match di martedì contro il Barcellona. Il Genoa, trovatosi improvvisamente sotto, non ci sta e diventa più aggressivo. In più di un’occasione i rossoblu hanno invocato il calcio di rigore. La moviola ha poi dimostrato che i genoani avevano ragione solo in due episodi: mano di Niang non sanzionata e spinta dello stesso francese su Granqvist. Arbitraggio a favore del Milan? Non proprio perchè anche i rossoneri hanno di che recriminare.Mario Balotelli ha segnato il secondo gol nella vittoria del Milan sul Genoa | © GIUSEPPE CACACE/Stringer / Getty Images BOLLETTINO DI GUERRA – Per il Milan si tratta di un vero bollettino di guerra. Gli interventi duri e decisi dei genoani, spesso anche cattivi, hanno causato un infortunio pesante in casa rossonera. Pazzini ko, Mexes anche: il francese è rimasto acciaccato e non ha proseguito la ripresa. Da segnalare le mancate espulsioni a Bertolacci (intervento killer su Muntari in netto ritardo) e Bovo (falcione da dietro a Constant) senza scordarsi della possibile espulsione iniziale di un Portanova decisamente troppo agitato. A rimetterci le penne è stato Constant che, dopo l’intervento di Bovo, ha perso completamente la testa scatenando una mini rissa: l’intervento del Genoano è stato duro e brutto, la reazione anche ma il rossonero non doveva reagire così. Non è una corrida ma Genoa-Milan.
BOVO PALO, BALO GOL – Il Genoa scende in campo nella ripresa con un piglio diverso, decisamente più aggressivo volto a cercare il pareggio. Il Grifone ci va veramente vicino quando Bovo colpisce il palo direttamente da calcio di punizione. Potrebbe essere l’inizio di un’altra partita ma il Milan, zitto zitto, viene fuori e su un’azione nata da corner trova il secondo gol. Sul pallone respinto dalla difesa Zapata è bravo a rimettere il pallone dentro per Balotelli che batte Frey con un tocco sontuoso. Tutto finito? Nemmeno per idea perchè come detto il Milan si ritrova con l’uomo in meno e gli ultimi 25′ minuti circa di gioco sono un assedio genoano al fortino di Abbiati. Lo stesso portierone rossonero è bravissimo a salvare su Jorquera e Granqvist. Il Milan esce quindi da Marassi con tre punti pesantissimi per il campionato: adesso Allegri dovrà schierare una squadra simile anche al Camp Nou ma con un avversario ben diverso che, 11 contro 10, difficilmente lascia scampo: il Barcellona di Leo Messi.