Tag: mike miller

  • NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    I Miami Heat si sono confermati campioni NBA, vincendo per il secondo anno consecutivo il l’anello NBA simbolo del titolo e realizzando così il Back-To-Back, battendo in gara 7, in una serie tiratissima, i San Antonio Spurs per 95-88. (altro…)

  • Miami Heat di misura sui San Antonio Spurs in gara 6 delle NBA Finals 2013

    Miami Heat di misura sui San Antonio Spurs in gara 6 delle NBA Finals 2013

    Gara 6 delle NBA Finals 2013 tra Miami Heat e San Antonio Spurs ha avuto il sapore di una grande partita, di come davvero nei playoff devono essere giocate. Grande agonismo, tante belle giocate ed anche molti errori, in una partita che finisce all’Over Time e mette in mostra tanti campioni nei momenti decisivi. Alla fine all’Americaran Airlines Arena di Miami tra Heat e Spurs finisce 103 – 100, qui San Antonio, con un pessimo 5-18 al tiro da 3 punti,  ha visto sfuggire di mano la prima occasione di ottenere il titolo NBA ed ora ci sarà una gara 7 in cui tutto è possibile.

    Nel corso della partita si è visto nuovamente un LeBron James in formato Dr. Jekyll and Mr. Hyde, gioca una prima parte di gara leggermente sottotono, subendo ancora una volta la difesa di Kawhi Leonard, per poi cambiare il corso della partita con delle giocate importanti e dei tiri decisivi, terminando poi la gara con una tripla doppia da 32 punti, 11 assist e 10 rimbalzi.
    Quello che però è forse il vero protagonista della serata è “He Got Game” Ray Allen
    , che mostra a tutti cosa significa essere il miglior tiratore da 3 punti della storia della NBA, dalle sue mani parte la tripla che manda le squadre al tempo supplementare, e sempre le sue mani segnano i due tiri liberi che danno la vittoria ai Miami Heat.
    Utile ma un poco limitato Dwayne Wade, mentre si salva solo nel finale Chris Bosh ,che in alcuni momenti è stato addirittura fischiato, grazie ad il rimbalzo ed assist per la tripla del quarto quarto di Allen ed alla stoppata nel finale di overtime su Danny Green. Infine è tornato nuovamente a farsi notare Mario Chalmers, dopo tre gare in cui è stato praticamente assente segna 20 punti con 4/5 ai tiri da 3.

    Kawhi Leonard schiaccia su Mike Miller
    Kawhi Leonard schiaccia su Mike Miller

    Immenso Tim Duncan che ha fatto notare la sua presenza sia in attacco che in difesa, 30 punti e 17 rimbalzi, purtroppo dopo un grandissimo primo tempo è un poco calato nel secondo tempo. Kawhi Leonard ancora una volta gioca una partita ad alti livelli, per lui 22 punti ed 11 rimbalzi, oltre a come già detto una grande prova in difesa contro King James, anche se ha sulla coscienza l’errore del libero che poteva dare la vittoria agli Spurs. Tony Parker si conferma ancora una volta il motore di questa squara, segna 19 punti e regala 8 assist, ha il coraggio di prendersi l’ultima palla da giocare nel quarto quarto e anche se non va a segno poco importa, lui combatte sempre. Chi va male invece è il duo Manu Ginobili – Danny Green, il primo è ancora una volta sotto le sue capacità, perde una palla decisiva su un dubbio fallo, oltre a perdere 8 palle in tutta la partita, sicuro avrà molto su cui pensare oggi, mentre il secondo gioca la sua peggior partita delle finali NBA, solo 3 punti, 1/7 dal campo ed 1/5 da 3 punti, un disastro per le aspettative che si erano create intorno a lui. Quello che però forse ha la colpa principale di questa sconfitta è coach Greg Popovich, non indirizzando i suoi a fare fallo sul +3 alla fine del quarto periodo.

    Gara 6 – La partita

    Le due formazioni scendono in campo con gli stessi giocatori della precedente gara, si inizia con il possesso di palla dei Miami Heat e con Wade che da un assist a Bosh, la risposta dei San Antonio Spurs è immediata con l’assis di Ginobili per il solito Duncan. Chi vuol fare vedere la differenza da gara 5 è Mike Miller che realizza subito un tiro da 3 punti.
    Kawhi Leonard parte benissimo, ma è Tim Duncan in forma perfetta, che non sbaglia nulla, a guidare i San Antonio Spurs, mentre i Miami Heat tengono botta con Mario Chalmers. Sono questi due giocatori a fare il gioco del primo quarto, terminano segnando a referto il primo 12 punti ed il secondo dieci. Prima frazione giocata molto bene da entrambi le parti, con Manu Ginobii annullato in attacco da LeBron James, con l’unico vantaggio degno di nota segnato da un +5 di San Antonio, ma si finisce sul 27-25 per Miami.

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”175588″]

    Il secondo quarto inizia con un tiro da 3 Shane Battier, ma è pronta la risposta di Danny Green, in quello che purtroppo resterà il suo unico sussulto della serata. Dwayne Wade prova ad accelerare ma Duncan continua a non sbagliare nulla e per gi Heat è ancora Chalmers a fare il gioco, mentre James prima dorme, sbaglia prima un tiro e poi si fa stoppare da Green facendo arrivare gli Spurs a -1 e poi segna prima un canestro e poi due tiri liberi che riportano i suoi a +5. Ma è ancora Tim Duncan, che chiude il quarto con 25 punti e che sembra voler vincere la partita da solo, a dare la marcia giusta agli Spurs che chiudono il quarto ad un secondo dalla fine con il tap in di Leonard del 50-44.

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”175589″]

    Inizia il secondo tempo e sembra suonare la sveglia per Ginobili, ma è solo un caso, Duncan sembra voler continuare la sua serie, ma saranno solo 2 dei 5 punti che segnerà fino alla fine della partita, gli altri tre arrivano con un 2+1 su un canestro più fallo subito, il tiro libero darà un +12 agli Spurs con 04.31 da giocare nel quarto, vantaggio che per mano di Tony Parker si incrementerà circa 40 secondi dopo di un ulteriore punto. Gli Heat devono ancora una volta recuperare, con Battier che infila ancora una bomba e nonostate gli sforzi di Wade e James il terzo quarto si chiude 65-75 per la formazione del Texas.

    Mario Chalmers ha voglia di essere l’eroe della serata e inaugura il quarto quarto con un tiro da 3 punti, meno però memorabile di quello di Mike Miller che segna la tripla con una sola scarpa, esce fuori anche la forza di LeBron James che realizza 8 dei primi 14 punti del quarto dei Miami Heat, comprensivi di due schiacciate,  tutto ciò fa si che con 8 minuti ancora da giocare gli Heat vadano a -3 sul 79-82.  Sembra quasi che gli Spurs stiano facendo tutto perdere, troppi errori al tiro con Duncan che non trova più il canestro e Green che non ne indovina una dalla lunga distanza. Chris Andersen riduce le distanze su tiro libero, mentre il canestro del pareggio è ancora di James e quello del vantaggio è di Ray Allen. Break incredibile per la squadra della Florida che costringe coach Popovich a chiamare timeout.

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”175590″]

    Al ritorno in campo fa ancora tutto James, sia in positivo che in negativo, perde palle, segna, fa fallo, ma è dopo un’alternanza di canestri di Ginobili e Wade che però arriva il risveglio di Tony Parker che segna prima uno splendido tiro da 3 punti e poi un canestro da 2 punti che porta il risultato sul 91-89 per i San Antonio Spurs con 58 secondi da giocare, un ultimo minuto che sarà incredibile.

    [jwplayer config=”60s” mediaid=”175591″]
    Ginobili dalla lunetta non è impeccabile, ma nonostante ciò segna tre dei quattro tiri liberi che si procura e porta la sua squadra a +5, subito dopo aver rubato palla a LeBron James, ed è proprio per mano del prescelto che arriva un canestro importantissimo, il tiro da 3 pnti che porta gli Heat a -2, il tutto in una azione in cui prima LBJ sbaglia dalla lunga distanza, dove Miller recupera il rimbalzo e gli passa nuovamente la palla. Con 20 secondi da giocare Erik Spoelstra indovina tutto, fallo di Miller su Leonard che però segna solo uno dei due riti liberi non riuscendo a mettere le giusta distanza tra la sua squadra e quella degli avversari. E’ invece Greg Popovich che sul +3 decide di non far fare fallo ai suoi, LeBron James sbaglia l’ennesimo tiro da 3, ma c’è il risveglio di Chris Bosh, ancora una volta criticato ed anche fischiato, che si trova nel momento giusto al posto giusto, prende il rimbalzo, ha il riflesso giusto e da ad un freddissimo Ray Allen l’assist del pareggio, con 5 secondi da giocare. Come già detto nulla potrà Parker per evitare i supplementari e vincere il titolo.

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”175592″]

    Si va all’overtime, arrivano due canestri di Leonard intervallati da uno di Bosh, poi a 02:42 dalla fine della partita Parker segna il canestro del +3, ma dopo che Allen riduce di nuovo a -1 sbaglia un fondamentale tiro dalla lunga distanza. Ancora una volta è James a decidere le sorti del gioco, prima segna il tiro del vantaggio di un punto dei Miami, poi perde una palla importantissima. Bosh non ci sta a non essere amato dal proprio pubblico e decide di fare a differenza in difesa, stoppa quindi Parker. A 10 secondi dalla fine l’errore di Wade fa ancora sperare gli Spurs, ma Ginobili è in giornata no e si vede, perde palla contro Allen, con il dubbio che ci sia stato il fallo, quando il cronometro segna 2 secondi alla fine. Il fallo di Boris Diaw manda in lunetta Ray Allen che non sbaglia e regala la vittoria ai suoi. L’ultimo assalto per gli Spurs al canestro degli Heat lo fa Green, ma ancora una volta Bosh decide di essere presente e stoppa mandando tutti a gara 7.

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”175593″]

    Una partita intensa, giocata ad ottimi livelli e che ha dato tante emozioni, se serviva da premessa a gara 7 allora dobbiamo aspettarci una partita unica tra qualche giorno, perchè tra l’altro, si sa, non c’è rivincita a gara 7.

    Miami Heat – San Antonio Spurs 103 -100

    Miami Heat:
    James 32 punti, Chalmers 30, Wade 14.
    Bosh 11 rimbalzi, James 10, Miller 7.
    James 11 assist.

    San Antonio Spurs:
    Duncan 30 punti, Leonard 22, Parker 19.
    Duncan 17 rimbalzi, Leonard 11.
    Parker 8 assist.

     

  • I Big Three degli Heat affossano gli Spurs in gara 4 delle NBA Finals 2013

    I Big Three degli Heat affossano gli Spurs in gara 4 delle NBA Finals 2013

    Basta poco ai Miami Heat per battere i San Antonio Spurs in gara 4, con il punteggio di 109-93, delle NBA Finals 2013, bastano i Big Three in forma, quel trio delle meraviglie formato da LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh che totalizza 85 punti, poco meno di tutta la squadra avversaria.
    All’AT&T Center di San Antonio si è vista la migliore prestazione in queste finali del trio di Miami, che ha messo in mostra tutta la velocità e bravura di un Wade, che oltre a segnare 32 punti, si supera anche in difesa  rubando ben 6 palle e prendendo 6 rimbalzi, che ha fatto ricordare a tutti che James è l’MVP del campionato e lo ha fatto notare con i suoi 33 punti e gli 11 rimbalzi e soprattutto giocando come in questo momento solo lui sa fare, che ha fatto notare nuovamente il criticato Bosh che attacca bene il ferro, prende 13 rimbalzi, ritrov il suo tiro dalla media e realizza 20 punti.

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”175501″]
    D’altronde se dall’altro lato non si gioca la partita perfetta c’è poco da fare, fin quando il gioco ad alti livelli di Tony Parker regge gli Spurs restano in partita, ma se i 15 punti con 7/12 al tiro del primo tempo diventano nel secondo uno zero con 0/4 dal campo le cose diventano problematiche, specie se Manu Ginobili è praticamente assente, e soprattutto se Tim Duncan che seppur riesce a mettere dentro 20 punti viene limitato a soli 5 rimbalzi. A poco servono allora i gregari, Kawhi Leonard non è super come nelle altre partite, Danny Green si ferma a 10 punti (con 3/5 da 3 punti) e Gary Neal a 13 (con 3/4 da 3 punti).

    Gara 4 – La Partita

    LeBron James - NBA Finals 2013
    LeBron James – NBA Finals 2013

    Si scende in campo con l’assoluta voglia di vincere da parte di coach Erik Spoelstra, tanto è che decide di mettere nel quintetto di partenza dei Miami Heat Mike Miller (che però chiude a zero punti) al posto di Udonis Haslem,  Nonostante ciò sono i San Antonio Spurs che iniziano meglio, con due canestri di Parker, una tripla di Green ed una di Neal, le quali fanno presagire erroneamente ad un’altra super prestazione come quella di gara 3, che portano il parziale sul 10-3. I dubbi sullo stato di forma di Tony Parker vengono fugati immediatamente, sembra essere in forma strepitosa e continua l’assalto alla difesa degli Heat realizzando punti e dando assist, dopo circa 5 minuti di partita è un suo passaggio per un tiro da 3 di Leonard che fissa il punteggio sul 15-5, e costringe la formazione della Florida al primo time out.

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”175502″]

    Al ritorno sul campo è Wade che decide di combattere e coadiuvato da James e Bosh porta il risultato sul 19-19, si capisce che il magico trio non vuole darla vinta, anzi che ha tutte le carte in regola per decidere la partita. Miami inizia a girare bene, passa in vantaggio e si fa rincorrere fino alla chiusura del primo quarto sul 29-26.

    L’inizio del secondo quarto è tutto in discesa per gli Heat che hanno un +10 sul 31-41, tra l’altro con Manu Ginobili che dopo sette minuti della seconda frazione si trova già a 3 falli commessi. L’orgoglio Spurs esce fuori con le penetrazioni di Parker, il risveglio di Duncan e soprattutto l’innesto in campo di Boris Diaw che realizza 5 punti in 30 secondi con due tiri liberi e una bomba ( da li alla fine del quarto ne segnerà 7 dei 9 totali) utilissimi a fare il break del -4, così come utili le sue mani a segnare il canestro del 49-49 che manda le squadre in parità negli spogliatoi.

    Al rientro sul parquet si gioca molto sulla difesa, Wade fa quasi subito due falli e si trova così al quarto totale, ma la linfa vitale per il parziale del +8, sul 74-66 a favore degli Heat, arriva per mano di due tiri da 3 di Mario Chalmers, che segnano inizio e fine del break. Purtroppo scompare Tony Parker mentre è sempre presente LeBron James, si andrà avanti su quella misura, con un solo leggero attacco di Neal che riduce le distanze,  fino alla fine del quarto che si chiude 81-76.

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”175503″]

    L’ultimo quarto dura poco, la tripla di Ray Allen per l’allungo viene annullata subito dal tiro da 3 di Neal, ma Dwayne Wade che ricorda il Flash di qualche anno fa decide che la vittoria deve essere dei Miami Heat, continua a rubare palle e a segnare, Bosh difende e si fa trovare anche in attacco, LBJ è costante e sicuro. Tutto ciò manda i San Antonio Spurs sotto di 15 punti, con un pesantissimo 87-102, ed apre ad un finale in leggerezza per gli ospiti che con una tiro da 3 di LeBron James a 22 secondi dalla fine sigillano il risultato e fanno si che  Miami Heat battano i San Antonio Spuirs per 109-93.

    Un 2-2 meritato che mostra gli equilibri alterni tra le squadre nelle varie partite ma anche nelle varie fasi di gioco. Ancora una volta chi ha meno palle perse vince, specie quando il conto è 18 a 9 a favore dei Miami Heat, che prendono anche 41 rimbalzi contro i 36 dei San Antonio Spurs. La certezza di avere almeno un’altra gara in casa fa si che i Miami tornino favoriti, ma la prossima gara probabilmente sarà quella decisiva.

    [jwplayer config=”30s” mediaid=”175507″]

    San Antonio Spurs – Miami Heat 93 – 109

    San Antonio Spurs:
    Duncan 20 punti, Parker 15, Neal 13.
    Leonard 7 rimbalzi, Duncan 5.
    Parker 9 assist, Green 4.

    Miami:
    James 33 punti, Wade 32, Bosh 20.
    Bosh 13 rimbalzi, James 11, Wade 6.
    Chalmers 5 assist, Wade 4, Cole 4, James 4.
    Wade 6 palle rubate.

  • Miami Heat sepolti dalle bombe dei San Antonio Spurs in gara 3 delle NBA Finals 2013

    Miami Heat sepolti dalle bombe dei San Antonio Spurs in gara 3 delle NBA Finals 2013

    Non c’è storia alla AT&T Center di San Antonio, gara 3 delle NBA Finals 2013 sembra un massacro in cui i Miami Heat sono seppelliti dalle bombe dei San Antonio Spurs, che tornano alla vittoria dopo quella di gara 1,  guidati dai cecchini Danny Green e Gary Neal. (altro…)

  • NBA Finals 2013: in gara 2 la difesa degli Heat surclassa gli Spurs

    NBA Finals 2013: in gara 2 la difesa degli Heat surclassa gli Spurs

    Le NBA Finals 2013 entrano nel vivo e quella tra Miami Heat e San Antonio Spurs diventa una sfida accesa, in una gara 2 che diventa letteralmente l’opposto della prima partita della serie. (altro…)

  • Miami Heat campioni NBA, Thunder demoliti. LeBron James eletto M.V.P.

    Miami Heat campioni NBA, Thunder demoliti. LeBron James eletto M.V.P.

    I Miami Heat sono i nuovi Campioni NBA: un successo meritatissimo per il team della Florida che in gara 5 demolisce gli Oklahoma City Thunder per 121-106 chiudendo la serie delle NBA Finals 2012 sul 4-1. E’ il trionfo anche di LeBron James che a 27 anni e dopo 9 stagioni nella Lega (con 2 Finali perse, nel 2006 e nel 2011) riesce a conquistare il titolo che tanto desiderava. Per il fenomeno di Akron anche un altro riconoscimento importante: a fine gara viene eletto M.V.P. delle Finals, un premio che va ad aggiungersi a quello di M.V.P. della regular season. Un dominio netto per James che suggella il tutto con una fantastica tripla doppia nella partita decisiva, scrollandosi di dosso anche l’etichetta di “perdente di successo” che molti detrattori gli avevano affibbiato nel corso di questi anni. Il sortilegio è spezzato ed ora per lui si aprono nuovi orizzonti. La mente corre veloce alla sua strepitosa prova di gara 6 a Boston nella Finale di Conference dove con gli Heat spalle al muro e ad un passo dall’eliminazione (sotto per 3-2 contro i Celtics) diede prova del suo talento con una partita clamorosa al Boston Garden, una performance che rimarrà nella leggenda al pari di quelle di Michael Jordan nel recente passato. Forse è proprio in quella partita che gli Heat hanno compiuto il passo decisivo per vincere il titolo, quello è stato l’emblema di una stagione e di un gruppo che rimarrà negli annali del basket. Per Miami si tratta del secondo titolo nella storia della franchigia, dopo quello della stagione 2005/2006 ottenuto contro i Dallas Mavericks che riscatta ampiamente la Finale persa lo scorso anno, sempre contro i texani.

    Il dominio degli Heat in gara è assoluto: i ragazzi di coach Spoelstra mettono in campo tanta voglia di vincere, tanta aggressività ed una forza mentale fuori dal comune ed annichiliscono sin dai primi minuti gli avversari, letteralmente dominati in ogni aspetto del gioco. Il primo quarto va in archivio sul 31-26 per i padroni di casa.

    Miami allunga nel secondo periodo, quando mancano 5 minuti all’intervallo lungo gli Heat sono già sul -17 (53-36): feroci in difesa, concreti in attacco, i ragazzai di Spoelstra devastano i Thunder grazie alle giocate fenomenali di un James inarrestabile. Oklahoma City in chiusura di frazione però riesce a limitare i danni per chiudere con un passivo di soli 10 punti che pare davvero oro colato per quanto visto in campo (59-49).

    LeBron James, Miami Heat | © DON EMMERT/AFP/GettyImages
    L’inizio della ripresa sorride agli ospiti che grazie a Durant si riportano sotto (-5) in pochi minuti. Ma questi Miami Heat non hanno paura di nessuno: in un batter d’occhio iniziano a piovere triple nel canestro bluarancio, Miller è una sentenza, Battier e Chalmers segnano con facilità, Bosh è il padrone dell’area pitturata e James dispensa magìe sui 2 lati del campo. Ancora lo scatenato Miller da 3 punti ed un canestro più fallo di Wadefanno capire che questa gara non può sfuggire ai padroni di casa che volano sul + 26 (93-67) ad un minuto dalla fine del terzo quarto.

    Il massacro degli Heat sui Thunder si affievolisce solo nella frazione concluisva: Miami infatti amministra tranquillamente l’ampio margine e conclude l’incontro sul 121-106 che sancisce il trionfo della squadra della Florida. Sugli spalti l’entusiasmo è alle stelle e per una volta tanto la solitamente “fredda” AmericanAirlines Arena si trasforma in una bolgia, un entusiasmo contagioso che ha accompagnato gli Heat per tutto l’incontro. C’è solo gioia a Miami, ma a fare da contraltare ci sono le lacrime di un comunque grandissimo Kevin Durant per la Finale persa, lacrime asciugate dalla mamma e dal papà che abbracciano il figlio. Una scena che fa capire quanto questo ragazzo potrà dare al basket NBAnei prossimi anni, un giocatore lontano dagli stereotipi moderni, con la testa sulle spalle e dei valori (come quello della famiglia) che lo porteranno sicuramente lontano nella sua carriera.

    E’ proprio il prodotto di Texas University il miglior marcatore del match con 32 punti ed 11 rimbalzi. Seguono Westbrook ed Harden con 19 punti a testa. Assolutmente nullo il contributo dei vari Ibaka, Perkins e Collison (13 punti complessivi in 3). I padroni di casa invece hanno la meglio grazie alla sontuosa tripla doppia di un LeBron James da antologia del basket che chiude con 26 punti, 11 rimbalzi e 13 assist (e 2 stoppate). A dare man forte al numero 6 degli Heat ci pensa un fantastico Mike Miller che nonostante i noti problemi alla schiena (che potrebbero anche minare il suo futuro in NBA) infila 23 punti in 23 minuti giocati, risultando un cecchino infallibile dalla distanza (7/8 nelle triple). Grandi performance anche per Chris Bosh (24 punti) e Dwyane Wade (20), positivo il solito Shane Battier sui 2 lati del campo.

    Per gli Heat e la città di Miami è l’ora di festeggiare, i Thunder invece dovranno cercare di capire i loro errori e ripartire in vista di un futuro che comunque li vedrà protagonisti (e magari vincenti) nei prossimi anni.

    RISULTATI NBA FINALS 2012, 21 giugno:

    Miami HeatOklahoma City Thunder 121-106
    Mia: James 26, Bosh 24, Miller 23
    Okl: Durant 32, Westbrook 19, Harden 19

    LA SERIE DELLA FINALE NBA:

    2) Oklahoma City Thunder vs 2) Miami Heat serie 1-4 Heat. MIAMI VINCE IL CAMPIONATO 2011/2012

    GLI HIGHLIGHTS:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”144454″]

    TOP 5:

    [jwplayer config=”120s” mediaid=”144455″]

    IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE DEI MIAMI HEAT:

    [jwplayer config=”240s” mediaid=”144527″]

    FOTOGALLERY MIAMI HEAT vs OKLAHOMA CITY THUNDER:

    Foto Credit: Getty Images

  • NBA: Jerry Stackhouse approda a Miami

    NBA: Jerry Stackhouse approda a Miami

    L’infortunio al pollice destro di Mike Miller e la conseguente operazione per evitare danni ulteriori ai legamenti del dito terranno fuori causa il versatile giocatore dei Miami Heat almeno fino a gennaio: Ecco che la franchigia della Florida, per coprire il buco creatosi improvvisamente, ha messo sotto contratto il veterano Jerry Stackhouse, la scorsa stagione a Milwaukee dove in metà stagione disputata (la seconda parte) non ha demeritato rendendosi molto utile.

    Qualche anno fa gli fu negato di giocare per gli Heat a causa di problemi salariali (anche Juwan Howard, preso questa Estate da Miami, incappò negli stessi problemi) ma ora Jerry Stackhouse riprende la sua caccia al titolo con gli Heat. Stackhouse, 36 anni il mese prossimo, la scorsa stagione ha totalizzato 8,5 punti di media in 42 partite da riserva coi Milwaukee Bucks.

    In una offseason piena di grandi colpi per Miami, che ha tenuto Wade e Udonis Haslem e ha preso James, Bosh, Miller e altri giocatori di complemento, gli Heat aggiungono un altro All-Star al loro roster proprio nell’ultimo weekend prima della partita di apertura della regular season a Boston.
    Stackhouse si allenerà per la prima volta con la squadra domenica e poi lunedì partirà appunto per Boston.
    Ora il roster di Miami è di 17 giocatori, servono due tagli per arrivare al totale di 15 che richiede la Lega.

    Stackhouse ha esordito con Philadelphia nel 1995 e ha giocato anche con Detroit, Washington, Dallas e Milwaukee. Vanta 18,0 punti di media a partita nella sua produttiva carriera NBA.

  • Shaq O’Neal tra Knicks ed Hawks, McGrady verso i Clippers

    Continuano senza sosta le voci e le trattative in NBA.
    Ecco le più importanti e rilevanti: Shaquille O’Neal sarebbe stato contattato dai New York Knicks per sondare la sua disponibilità a trasferirsi nella “Grande Mela”. I Cavaliers vorrebbero un “sign and trade” per il loro centro. Su Shaq ci sono sempre gli Atlanta Hawks a cui i Cavs hanno chiesto la stessa formula (dello scambio) inserendo magari Marvin Williams, ala piccola che dovrebbe prendere il posto di LeBron James in squadra, ma la proposta non è gradita agli Hawks. Nelle prossime ore si attendono comunque sviluppi.

    Sembra molto seria invece la trattativa che potrebbe portare il free agent Tracy McGrady ai Los Angeles Clippers. Sul giocatore c’è l’interesse anche dei Chicago Bulls e dei Miami Heat, ma nei prossimi giorni (se non addirittura nelle prossime ore) McGrady dovrebbe decidere la sua futura destinazione.

    Chicago, Boston, Portland, Utah, Washington e Cleveland hanno espresso interesse verso il free agent Ronnie Brewer, soprattutto i Bulls potrebbero acquisire la guardia se Orlando dovesse pareggiare l’offerta fatta da Chicago nei giorni scorsi a J.J. Redick.

    Cleveland dopo l’offerta fatta a Kyle Lowry (ma fonti sicure dicono che Houston pareggerà l’offerta fatta dai Cavs al playmaker per tenerlo in Texas) sta sondando il terreno dei registi per dare un valido cambio a Mo Williams: nel mirino ci sono Mike Conley dei Memphis Grizzlies e Ramon Sessions dei Minnesota Timberwolves.

    Miami dopo l’acquisizione di Mike Miller continua a cercare dei tiratori di sicuro affidamento: Rasual Butler (un ex) è in cima alla lista).

    Larry Hughes vorrebbe restare con i Charlotte Bobcats e in queste ore sta trattando un eventuale rinnovo con la squadra del North Carolina.

  • NBA, free agent: Jefferson ai Jazz, Fisher resta ai Lakers [13 luglio 2010]

    3 movimenti di mercato molto importanti in NBA nelle ultime ore: il primo colpo pare essere stato fatto dagli Utah Jazz che per rimpiazzare Carlos Boozer, ormai partito per l’Illinois per giocare nei Chicago Bulls, hanno chiuso una trattativa lampo con i Minnesota Timberwolves per acquisire le prestazioni di Al Jefferson. Jefferson infatti è uno dei pochi giocatori in circolazione che può sostituire Boozer viste le sue capacità cestistiche e nelle prossime ore si attende la conferma definitiva dell’affare visto che i Dallas Mavericks stanno provando in tutti i modi ad inserirsi alla disperata nella trattativa per strappare l’ala grande ai Jazz. A Minnesota comunque dovrebbe andare l’eccezione salariale ricevuta dai Jazz proprio dai Bulls per Boozer (cosa molto gradita a Minnesota visto che vuole tagliare drasticamente i costi di gestione impostando la squadra su giocatori giovani e di talento con relativi contratti bassi) più qualche altro giocatore, di secondo piano comunque, per far quadrare la trade.

    I Los Angeles Lakers hanno invece trovato l’accordo con il playmaker titolare Derek Fisher, che firmerà presto un nuovo contratto a 2,5 milioni di dollari per una sola stagione. Nei giorni scorsi Fisher era stato contattato dai Miami Heat del nuovo trio Wade-Bosh-James che avrebbero gradito un regista di esperienza come lui per puntare al titolo il prossimo anno. Ma Fisher è molto legato a Los Angeles e alla fine ha deciso di rimanere assieme all’amico Kobe Bryant proprio per provare a contrastare gli Heat che sulla carta sono i favoriti al titolo.

    E a proposito di Heat è ufficiale la firma di Udonis Haslem. L’ala grande, molto legata a Dwyane Wade, ha deciso di restare nonostante le buone proposte di Dallas Mavericks e Denver Nuggets che avevano proposto contratti da circa 35 milioni di dollari per 4 anni. Haslem ha invece rinunciato quasi alla metà di quei soldi (ne percepirà 20 per 4 anni) pur di restare nella squadra che lo ha reso famoso per tentare la rincorsa alla vittoria del campionato nella prossima stagione. Intanto è ufficiale (ma già ieri era certa la notizia) anche l’acquisizione di Mike Miller per la felicità di LeBron James che aveva espressamente richiesto il giocatore lagato a lui da un profondo legame di amicizia. E a poco a poco gli Heat stanno mettendo su la squadra per il prossimo campionato, mattoncino su mattoncino.

  • NBA, free agent: Le trattative concluse nel fine settimana [10-11 luglio]

    Movimenti di mercato in NBA anche nel fine settimana e, dopo il clamoroso colpo dei Miami Heat con la firma di LeBron James, passiamo in rassegna gli altri movimenti che sono avvenuti: i Phoenix Suns, dopo aver perso Amar’è Stoudemire partito per New York hanno acquisito Hedo Turkoglu dai Raptors in cambio di Leandro Barbosa. Inoltre hanno rilevato i diritti di Josh Childress dagli Atlanta Hawks che se non dovesse rimanere a giocare in Europa con l’Olympiacos farà ritorno in NBA con la franchigia dell’Arizona. Agli Hawks va una prima scelta al Draft, il compenso di Childress è stato fissato in 34 milioni di dollari per 5 anni.

    I Memphis Grizzlies prendono l’ex Boston Celtics Tony Allen con un contratto di 3 anni a 9,7 milioni di dollari. Allen avrebbe voluto rifirmare con i biancoverdi ma con un contratto di 3 anni, cosa che non era nelle intenzioni del G.M. Danny Ainge che ne offriva 2. Da qui la decisione di Allen di andare ai Grizzlies.

    Mike Miller, dopo l’offerta dei Lakers, ha deciso di firmare con i Miami Heat. Miller ha accettato un contratto di 5 anni a 30 milioni di dollari, le stesse cifre che proponevano i Lakers, ma la possibilità di giocare con Wade, James e Bosh ha convinto il giocatore ad andare in Florida.

    I Dallas Mavericks prolungano il contratto al centro Brendan Haywood per un compenso di 55 milioni di dollari in 6 anni. Haywood però potrebbe essere scambiato (si dice a Minnesota per arrivare ad Al Jefferson, ma su quest’ultimo stanno lavorando fortissimo anche i Cavs) visto che l’età non è più verdissima ma le potenzialità comunque non mancano.

    Tyrus Thomas ha trovato un accordo con i Bobcats per un contratto quinquennale a 40 milioni di dollari a stagione. Su di lui era forte l’interesse dei New Jersey Nets, ma Charlotte ha presentato l’offerta migliore.

    I New York Knicks acquisiscono il playmaker Raymond Felton svincolato proprio dai Charlotte Bobcats.

    I New Jersey Nets prendono il playmaker ex Lakers Jordan Farmar ma non sono stati resi noti i termini di durata ed economici del contratto. Anche Travis Outlaw giocherà il prossimo anno per i Nets.

    Ben Wallace ha prolungato il contratto con i Detroit Piston di altri 2 anni per quasi 2 milioni di dollari a stagione.

    Kyle Korver, come il suo compagno ai Jazz Carlos Boozer, sceglie di firmare per i Chicago Bulls.

    Jermaine O’Neal va ai Boston Celtics

    Ormai restano pochi free agent sul mercato ma la situazione in NBA si mantiene sempre interessante visto che comunque ci sono numerose voci sugli scambi di giocatori tra le franchigie che stanno movimentando il mercato.