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  • Mondiali di basket Tuchia 2010: Il trionfo degli Stati Uniti. Le immagini

    Mondiali di basket Tuchia 2010: Il trionfo degli Stati Uniti. Le immagini

    Ecco le immagini della finale del Mondiale di basket di Turchia 2010 disputatasi ad Istanbul tra i padroni di casa turchi e gli Stati Uniti dell’M.V.P. del torneo Kevin Durant.
    La gara è stata vinta dagli americani per 81-64 grazie alla straordinaria prova proprio di Durant che ha chiuso con 28 punti con ben 7 triple, risultando quasi immarcabile.
    Stati Uniti che tornano sul tetto del Mondo 16 anni dopo, ed è il trionfo per un gruppo di ragazzi quasi sconosciuti che sono stati chiamati in nazionale per le defezioni di tutti i “Big” dell’NBA, e che sono riusciti nell’impresa di vincere il torneo, quando invece nel Mondiale precedente i vari ed osannati James, Bryant, Anthony e soci avevano fallito, guardando il trionfo della Spagna.

    Proprio la Spagna ha deluso più di tutte, chiudendo al sesto posto, ed ha pagato molto più del previsto il forfait (annunciato da tempo comunque) della sua stella Pau Gasol.

    Argentina quinta grazie ad un Luis Scola monumentale ed a tratti il vero antagonista di Durant nella corsa al titolo di miglior giocatore della competizione. Scola ha vinto la classifica marcatori con 27 punti abbondanti di media.

    Quarta la sorprendente e giovane Serbia che ha puntato su un nucleo di ragazzini ed è stata ripagata nel migliore dei modi, sfiorando anche l’accesso alla finalissima visto che per 38 minuti ha guidato l’incontro di semifinale contro i padroni di casa turchi, venendo poi sorpassata negli ultimi secondi di gioco. Un futuro luminoso attende questa nazionale.

    Terza classificata l’ancor più sorprendente Lituania, arrivata al Mondiale grazie ad una wild-card che ha permesso a molti di conoscere un gruppo di giovani talenti guidati da un leader che si appresta a tornare in NBA nel migliore dei modi dopo 2 anni passati in Europa tra le fila biancorosse dell’Olympiacos Pireo: stiamo parlando di Linas Kleiza che ha dimostrato di essere uno dei giocatori più completi, un ‘ala dal potenziale molto alto che darà una grossa mano ai Toronto Raptors che lo hanno ricevuto quasi per nulla dai Denver Nuggets (che si staranno mangiando le mani dopo le strepitose prestazioni in questo Mondiale da parte del talento gialoverde).

    Seconda la Turchia, e non si poteva chiedere di più, visto che gli Stati Uniti, grazie al talento di Durant, avevano una marcia in più. Buone notizie dal redivivo Turkoglu che dopo l’ “Annus Horribils” a Toronto, cercherà di rilanciarsi a Phoenix.

    E poi gli U.S.A., di nuovo in vetta al Mondo, grazie ad un fenomeno di 21 anni, ben coadiuvato da gregari eccezionali quali il suo compagno ai Thunder Russell Westbrook, il sempre utile Lamar Odom e l’atletico Andre Iguodala, sacrificatosi in difesa nelle marcature più assurde con ottimi risultati e che ha messo da parte per amore del gruppo il suo talento offensivo. Ed un plauso particolare al coach Mike Krzyzewski che si sta dimostrando un allenatore particolarmente vincente e con le idee ben chiare.

    GUARDA LE IMMAGINI DELLA FINALE

  • Super Durant porta gli Stati Uniti in finale

    Super Durant porta gli Stati Uniti in finale

    Un immenso ed a tratti irresistibile e spettacolare Kevin Durant porta gli Stati Uniti in finale ai Mondiali in corso di svolgimento in Turchia. Il fenomeno degli Oklahoma City Thunder con 38 punti ha largamente rubato il palcoscenico a tutte le altre stelle, dimostrando che nei momenti che contano il vero terminale offensivo resta sempre e solo lui.
    Trascinatore, realizzatore, leader, il tutto a soli 21 anni, se gli “States” si metteranno al collo la medaglia d’oro lo dovranno innanzitutto a questo bimbo prodigio del basket, che con il duro lavoro quotidiano sta raggiungendo livelli di eccellenza difficili da pronosticare ad inizio carriera.
    “K.D.” in questa partita ha veramente esagerato demolendo praticamente da solo la difesa lituana nel primo tempo: 17 (su 23 punti della squadra) alla fine del primo quarto, 24 (su 42 totali) all’intervallo. E nei momenti di riposo del devastante Durant ci hanno pensato il suo compagno ai Thunder Russell Westbrook (12 punti ed 8 rimbalzi) un rigenerato Lamar Odom con 13 punti e 10 rimbalzi e la difesa di Iguodala e Kevin Love, quest’ultimo sempre prezioso su ambedue i lati del campo, a segare le ambizioni lituane.
    Paga caro, la Lituania, la serata negativa della sua stella Linas Kleiza, ben contenuta dalla difesa a stelle e strisce, che lo porta d un misero 1/11 dal campo per un fatturato di 4 miseri punti e 5 palle perse! Di meglio non fanno i suoi compagni che latitano nel tiro dalla lunga distanza e sorprendentemente sembrano molli sulle gambe nella partita più importante.

    Semifinale 1: U.S.A.-LITUANIA 89-74

    La Lituania cerca di partire forte ma un grande Durant segna 12 dei primi 14 punti di squadra bersagliando il canestro gialloverde da ogni posizione, e quando le maglie difensive degli Stati Uniti si stringono bene ecco che la forbice tra le 2 squadre inizia ad essere importante con la doppia cifra di vantaggio (23-12 alla fine del primo quarto).
    Kemzura risponde a questa situazione con il quintetto leggero con Jankunas da centro e la zona 2-3, ma in attacco i lituani continuano a faticare contro la prima linea difensiva che non lascia spazio alle penetrazioni, mentre Kleiza si disperde inspiegabilmente. Gli “States” accelerano sul +15 (29-14), prima di subire un mini-parziale negativo innescato da Pocius (31-23): qui si torna ad innescare Durant, che riceve anche una mano importante dal fido Westbrook ( autore anche di una stoppata terrificante su Kalnietis in uno dei momenti migliori della Lituania, a dimostrazione di un atletismo pazzesco), per riallargare il gap sul 42-27 all’intervallo lungo.

    Come già detto, Durant è a quota 24 punti e Kemzura gli mette addosso la marcatura ad uomo di Pocius, ad inizio terzo quarto, e sfruttando l’isolamento della stella dei Thunder, che non riceve più il pallone, la Lituania rientra fino al -10 (50-40) grazie a qualche buon tiro dal perimetro. Durant però prende le misure al suo marcatore e sforna 2 canestri d’autore portando gli U.S.A. sul +12 (65-53) all’ultimo intervallo del terzo quarto.
    Nell’ultimo periodo i gialloverdi baltici accusano la stanchezza e soprattutto in difesa perdono lucidità: la dimostrazione sono i 2 voli sopra il ferro ancora dell’immarcabile Durant (77-64).
    E quando il numero 5 piazza la tripla in faccia al povero Pocius il divario diventa incolmabile sull’82-64. Curry aumenta ancora il divario sul +20 (89-96), qui gli “States” si fermano per non umiliare l’avversario e Jasaitis firma un parzialino di 5-0 per fissare il punteggio finale.
    Con un Kevin Durant così il primo posto nel torneo è sempre più vicino.

    U.S.A.: K. DURANT (38 pts), L. ODOM (10 rbs), D. ROSE (3 ast)
    Lituania: R. JAVTOKAS (15 pts), R. JAVTOKAS (9 rbs), J. MACIULIS (2 ast)

  • Stati Uniti in semifinale, super Durant manda KO la Russia

    Stati Uniti in semifinale, super Durant manda KO la Russia

    USA-RUSSIA 89-79

    Gli Stati Uniti hanno battuto la Russia nel terzo quarto di finale dei Mondiali di basket in Turchia.
    Buona la prova degli americani che nel secondo tempo hanno operato l’allungo decisivo non voltandosi più indietro conducendo senza troppi affanni la partita fino al termine. Sugli scudi il solito Kevin Durant autore di 33 punti con 5 rimbalzi, ben assistito da Billups con 15 e dal compagno di squadra ad Oklahoma City Russell Westbrook che ne ha messi a referto 12.
    La Russia ha fatto ciò che ha potuto ma si è trovata con troppi problemi di falli che l’anno costretta al cedimento al cospetto dei più quotati avversari e soprattutto di Durant che ha fatto il bello ed il cattivo tempo nella metacampo degli europei.

    Il piano russo è molto ovvio in avvio di partita: difesa forte e fisica, utilizzo dei lunghi a centroarea, gestione a ritmo basso e tanta tattica (zona e falli spesi a centrocampo) per impedire agli States di esprimere il loro atletismo in campo aperto. E nel primo tempo la tattica di Blatt porta anche un discreto successo, le triple di Bykov e Vorontsevich tengono i russi avanti (8-9), prima che Durant e Billups rispondano per il controsorpasso americano (15-9): la Russia alterna difesa a zona e ad uomo, ferma sistematicamente le transizioni in maniera fallosa, e nella girandola di cambi dalla panchina (per i tanti falli compiuti), Blatt trova anche rincalzi all’altezza della situazione come il baby-playmaker Khvostov (8 e 5 assist) ed il dominio a centro-area di Mozgov (13 punti). I pick’n’roll tra i 2 sono quasi devastanti, e con un Vorontsevich ancora una volta spettacolare in difesa e a rimbalzo (doppia doppia da 14 punti e 12 rimbalzi), i russi chiudono il primo quarto sul 25 pari. Gli “States”, privati della loro arma principale ovvero il contropiede in campo aperto, si reggono soltanto sull’istinto di Kevin Durant (33 punti, 11/19 al tiro), che al primo intervallo è già a quota 13.
    Khvostov e Vorontsevich allungano all’inizio del secondo quarto sul +4 (25-29), prima che i problemi di falli dello stesso Khvostov e Mozgov rompano gli equilibri trovati da Blatt. Bykov tiene a galla i russi per un paio di minuti (30-35) con attacchi sagaci e pazienti, ma quando le mani dei tiratori si raffreddano ed il centro-area perde peso con l’uscita del futuro centro dei New York Knicks, gli Stati Uniti rientrano con Eric Gordon, Durant ed Iguodala (12-0 di parziale contro la zona per il 42-35). La Russia si sblocca soltanto con un piazzato di Vorontsevich dalla media a 30 secondi dalla sirena, e all’intervallo lungo si trova sotto di 5 lunghezze, 44-39. Durant ha già toccato quota 17, e l’importanza della stella dei Thunder nell’economia offensiva della squadra di “coach K” è testimoniata dal fatto che, oltre a lui, soltanto Rose e Iguodala hanno messo a referto più di un canestro su azione.

    Nel secondo tempo le brutte notizie arrivano solo per i russi dato che Mozgov compie 2 falli consecutivi e arriva a quota 4: richiamato in panchina, la zona pitturata perde di peso e centimetri e Russell Westbrook ne approfitta per piazzare i primi contropiedi in campo aperto con il divario che si allarga sul +15 (65-50). La Russia, con un Ponkrashov e un Monya ampiamente sotto tono rispetto al solito, costruisce pochissimo in attacco e continua a latitare dall’arco, e il mini parziale di 4-0 firmato da Vorontsevich e Kaun serve soltanto per fissare il 70-56 all’ultimo intervallo.
    Quarto periodo che si apre ancora peggio del terzo visto che Gordon e Durant portano gli U.S.A. sul massimo vantaggio (81-63). La Russia prova a rientrarre ma prima una tripla di Billups e poi Durant con un paio di canestri uccidono definitivamente la gara: termina quindi 89-79 e gli americani raggiungono Turchia e Serbia nelle semifinali ed attendono il risultato di stasera tra Lituania ed Argentina per conoscere la loro prossima avversaria.

    USA: K. DURANT (33 pts), L. ODOM (12 rbs), C. BILLUPS (5 ast)
    Russia: S. BYKOV (17 pts), A. VORONTSEVICH (12 rbs), D. KHVOSTOV (5 ast)

  • Stati Uniti a valanga sull’Angola

    Stati Uniti a valanga sull’Angola

    Un vero e proprio massacro quello che gli Stati Uniti hanno messo in scena negli ottavi di finale dei Mondiali di basket di Turchia 2010 contro la malcapitata Angola.
    Africani letteralmente stritolati ed il punteggio parla chiaro: 121-66, angolani quasi doppiati da una formazione concentrata fino agli ultimi secondi che ha dato il meglio di sè soprattutto dalla lunga distanza.
    Ovviamente l’impegno non era dei più proibitivi, ma non è mai facile arrivare a punteggi così alti ed a scarti così elevati!
    Gli “States” nei quarti affronteranno la vincente del confronto tra Russia e Nuova Zelanda in programma questa sera.
    Miglior marcatore dell’incontro il playmaker Chauncey Billups con 19 punti seguito a ruota da un terzetto a quota 17 ovvero Eric Gordon, Rudy Gay e Kevin Durant, la superstar della squadra.
    La prima volta che gli Stati Uniti hanno battuto l’Angola, nel debutto del vero Dream Team a Barcellona 1992, finì 116-48, con Charles Barkley che diede una gomitata al povero Coimbra spiegando poi ai microfoni che quella era la dura legge del ghetto.

    La partita è stata senza storia sin dagli inizi con un parziale di 10-0 che ha portato il punteggio subito sul 22-7 per poi rotolare fino al +20 del decimo minuto. Nel secondo quarto gli angolani, privi del loro miglior realizzatore Cipriano, infortunato, hanno giocato anche bene mostrando le ottime doti di un isolato Joaquim Gomes, ma senza poter nulla contro le qualità atletiche e tecniche degli americani. L’Angola, che nonostante tutto può contare su un’ottima scuola di pallacanestro, (ha vinto 10 degli ultimi 11 campionati africani), davanti trova una squadra senza pietà che gioca con intensità in ogni angolo del campo e fino all’ultimo secondo di ogni possesso offensivo e difensivo. Per gli “States” la cosa più interessante da verificare, (ammesso che sia possibile in partite così facili), era se in vista delle partite importanti, Chauncey Billups, finora al 20% da tre punti, avrebbe dato qualche risposta alla crescita esponenziale di Eric Gordon che ambiva al suo posto. La risposta c’è stata, la guardia dei Nuggets ha segnato più triple con gli angolani, (con un ottimo 5/7), che nelle 5 gare precedenti (4/19). Gordon ha risposto con 5/6, arrivando a 16/30 complessivo, e adesso è Derrick Rose, che da fuori non tira quasi mai, a far meditare “Coach K”, convinto che per battere le squadre europee siano necessari grandi tiratori.
    Il secondo tempo è accademia con largo spazio alle riserve e Angola sbriciolata nell’ultimo quarto dove segna solo 10 punti.
    Ora resta da vedere chi sarà l’avversario dei quarti di finale per la formazione americana.

    STATI UNITI-ANGOLA 121-66

    USA: C. BILLUPS (19 pts), L. ODOM (8 rbs), D. ROSE (6 ast)
    Angola: J. GOMES (21 pts), F. AMBROSIO (7 rbs), C. MORAIS (4 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Quinta vittoria per gli Stati Uniti

    Mondiali di basket Turchia 2010: Quinta vittoria per gli Stati Uniti

    Quinta partita e quinta vittoria per gli Stati Uniti ai campionati del Mondo di basket in corso di svolgimento in Turchia.
    La squadra di Mike Krzyzewski ha avuto qualche difficoltà nel primo tempo ma ha poi dilagato nella ripresa grazie ad un attivo Eric Gordon che ha chiuso con 21 punti (13 messi a segno nella ripresa). 14 punti a testa invece per il duo degli oklahoma City Thunder, Kevin Durant e Russell Westbrook.
    Il Team Usa avanza senza intoppi, agli ottavi lunedì troverà l’Angola, quarta nel gruppo A, certamente un’avversaria tutt’altro che irresistibile, almeno sulla carta.

    Come detto poco fa, la Tunisia mette in difficoltà i più blasonati avversari soprattutto nella prima frazione ed il merito è della buona propensione a rimbalzo degli africani. Al riposo il parziale vede davanti la squadra a stelle e strisce ma di poco, solo 6 il margine sugli avversari (39-33).
    La musica cambia però nella ripresa: gli Usa tornano dagli spogliatoi con maggiori motivazioni e lasciano appena 24 punti agli avversari in due quarti, costringendoli a tirare con un misero 27.8% totale dal campo. Eric Gordon inizia l’ultimo parziale con 8 punti consecutivi, e gli americani sforano presto quota +30 (78-47 a 7 minuti e 13 secondi dalla sirena finale, firmato Kevin Love, altra ottima prestazione per il lungo di Minnesota). Il risultato viene chiuso in cassaforte e la partita si trascina fino alla fine. Gli “States” terminano imbattuti il girone B, come era nei pronostici. Ma non è stato tutto rose e fiori dato che il Brasile nella terza giornata ha messo in mostra i limiti di questa squadra.

    GRUPPO B

    USA: E. GORDON (21 pts), A. IGUODALA (6 rbs), R. GAY (2 ast)
    Tunisia: M. KECHRID (15 pts), S. MEJRI (8 rbs), N. DHIFALLAH (2 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Stati Uniti a valanga contro l’Iran

    Mondiali di basket Turchia 2010: Stati Uniti a valanga contro l’Iran

    E’ stato a dir poco un massacro quello degli Stati Uniti nel match contro l’Iran nella quarta giornata dei campionati del Mondo in corso di svolgimento in Turchia. Un 88-51 senza repliche e ben 37 punti di scarto che fanno sempre comodo.Oltre all’evento sportivo la partita era molto sentita per le ovvie questioni politiche tra i 2 Paesi.

    Ne esce fuori quindi un match noioso, con gli States che scendono in campo sapendo che gli asiatici non possono impensierirli, più che altro gli “States” mirano a prevenire infortuni ed affaticamenti in vista di gare più importanti come gli scontri ad eliminazione diretta. Il primo quarto è fin troppo scialbo, con gli U.S.A. estremamente lenti e contratti in attacco: nello scarso spettacolo iniziale, l’Iran tocca addirittura un fugace sorpasso sul 5-3 con una tripla di Kamrany, e tiene testa sfruttando la superiorità fisica di Haddadi su Lamar Odom. Il primo allungo della formazione a stelle e strisce arriva nel secondo quarto con l’ingresso delle seconde linee e di Kevin Love, subito protagonista con 9 punti (13 alla fine per l’ ala dei Minnesota T-Wolves) nel parziale che porta gli “States” sulla doppia cifra di vantaggio all’intervallo (42-28).

    Il colpo definitivo al match arriva all’inizio del terzo quarto, quando, con tre azioni difensive consecutive che portano ad altrettante palle perse degli avversari, i campioni olimpici prendono il largo con un 8-0 fulmineo (50-28): da lì in poi, gli uomini di “coach K” amministrano con un lunghissimo garbage-time, con qualche azione spettacolare per il pubblico presente, qualche volo sopra il ferro in contropiede e qualche invenzione personale di un Haddadi che predica nel deserto (19 punti, ma 7/22 al tiro, con 6 rimbalzi) e di Arsalan Kazemi, giovanissimo prospetto classe 1990 (14 punti, 4 rimbalzi e 5 recuperi). Per gli Stati Uniti, che fanno girare ampiamente le rotazioni sul parquet, ce ne sono (oltre ai 13 del già citato Love) 12 di Kevin Durant, 11 di Rose e 10 del redivivo Granger.

    U.S.A. ormai matematicamente primi nel girone, il prossimo impegno sarà con la Tunisia e si potrà badare a preservare gli uomini in vista degli ottavi di finale, vale a dire per le gare che contano.

    GRUPPO B

    IRAN-STATI UNITI 51-88

    Iran: H. HADDADI (19 pts), H. HADDADI (5 rbs), A. DAVOUDI (2 ast)
    USA: K. LOVE (13 pts), T. CHANDLER (7 rbs), S. CURRY (5 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: Il Brasile spaventa gli Stati Uniti

    Mondiali di basket Turchia 2010: Il Brasile spaventa gli Stati Uniti

    Vittoria col brivido per gli U.S.A. nella terza gara del Mondiale di basket in corso di svolgimento in Turchia.
    Seppur privi di 2 pedine importantissime come Anderson Varejao e Nené, i brasiliani dimostrano che contro la squadra di “coach K” si può vincere! E per farlo l’unica cosa certa è tenere sempre alta l’intensità su tutti e 2 i lati del campo facendo gioco di squadra in attacco.

    Fino a quando la palla gira in maniera fluida e lineare per trovare buone soluzioni dall’arco (Barbosa e Marquinhos sono micidiali da 3 punti in avvio) e il pick ’n’ roll tra Huertas e Tiago Splitter dà i suoi risultati con un’efficacia vicina al 100%, il Brasile resta in controllo della gara, toccando anche gli 8 punti di vantaggio all’inizio del secondo quarto. Gli “States”, che evidenziano la solita, grave, mancanza di punti di riferimento in vernice, provano costantemente a correre e ad accelerare il gioco, ma ne escono come logica conseguenza molte azioni confuse (21 palle perse alla fine del match, 19 delle quali nel solo primo tempo), salvate soltanto dalle invenzioni di un inarrestabile e solido Kevin Durant (27 punti e 10 rimbalzi per il talento dei Thunder). I problemi di falli di Splitter (13 punti e 9 rimbalzi) e la mancanza di un vero centro alternativo al neo giocatore dei San Antonio Spurs, uniti a una maggior pressione sul perimetro che toglie idee e logica a Huertas, permettono agli americani di rientrare nel terzo quarto con un break che taglierebbe le gambe a qualsiasi avversario. Ma al 30esimo minuto c’è ancora perfetto equilibrio sul 59-61. Il quarto periodo si gioca su livelli adrenalinici veramente alti per non dire al di fuori dalla norma, non accompagnati, però, dalla necessaria dose di intelligenza cestistica: gli “States” si perdono in continue e deleterie soluzioni in 1 contro 1 delle guardie (soprattutto il testardo Derrick Rose che spreca possessi sanguinosi) e da sotto Lamar Odom spreca facili appoggi a canestro che un giocatore del suo livello non dovrebbe mai fare, ed il Brasile, avvertendo le difficoltà avversarie, affretta eccessivamente i ritmi perdendo la coesione e il gioco ordinato e ragionato che ne aveva caratterizzato i quarti precedenti, incaponendosi nelle triple che non portano i risultati sperati e i 3 punti come nel primo tempo. Ne esce un quarto a punteggio bassissimo (9-9) deciso da una stoppatona del tuttofare Durant e da un paio di penetrazioni di Billups: il Brasile resta aggrappato alla partita fino agli ultimi secondi, quando proprio un canestro di Billups in penetrazione, sembra mettere la parola fine all’incontro per il +4 U.S.A., poi Barbosa replica con eleganza superiore veleggiando fra due avversari. 70-68 “States”, con 43 secondi soltanto da giocare. Billups prova a chiudere la ciontesa con la tripla dal palleggio, ma spara sul ferro: rimbalzo di Garcia e ultimo possesso brasiliano, con alte probabilità di forzare la gara all’overtime o addirittura di vincere con un gioco da tre punti. Palla a Huertas, che deve affettare: gioca l’uno contro uno con un Rose neanche attento in difesa, lo porta al limite dell’area piccola, chiude il palleggio, prova a girargli intorno con una virata ma subisce fallo. Il pallone si alza per una parabola beffarda che prende il ferro posteriore ed anteriore e viene sputato fuori dal cilindro! Huertas però va in lunetta, con i liberi del pareggio, ed un pallone “pesantissimo”. Altro ferro però che accompagna la sua parabola. Secondo tiro dunque che viene tirato apposta per sbagliare, per trovare un tap-in od un rimbalzo offensivo per giocare i rimanenti 3 secondi del match. La fucilata dritto per dritto premia lo stesso Huertas sul rimbalzo offensivo: chiuso nell’angolo, il playmaker brasiliano pesca un passaggio col contagiri per il taglio di Barbosa sotto canestro. Ma lì, il giocatore dei Toronto Raptors trova le braccia alzate a muraglia di della difesa U.S.A.. La palla sbatte contro il tabellone, ma resta fuori dal canestro ed il rimbalzo viene catturato dall’onnipresente Kevin Durant. 70-68, suona la sirena, e gli “States” escono indenni.

    Il Brasile ha fatto paura, ora resta da vedere se la prestazione dell’armata statunitense sarà stata solo un mezzo incidente di percorso o se la cosa affonda le radici in qualcosa di ben più grande. Per ora la si è scampata bella…

    GRUPPO B

    BRASILE-STATI UNITI 68-70

    USA: K. DURANT (27 pts), K. DURANT (10 rbs), C. BILLUPS (3 ast)
    Brasile: M. VINICIUS (16 pts), T. SPLITTER (10 rbs), M. HUERTAS (5 ast)

  • Altra vittoria per gli U.S.A., battuta facilmente la Slovenia

    Altra vittoria per gli U.S.A., battuta facilmente la Slovenia

    Seconda partita e seconda vittoria, come da pronostico, per gli Stati Uniti ai Mondiali di basket in Turchia.
    La squadra di coach Mike Krzyzewski si impone sulla Slovenia di ben 22 punti e dopo aver domato la Croazia ieri con quasi 30 punti di scarto, si ripete mettendo in mostra una buonissima prestazione che lascia ben sperare per il prosieguo del torneo.

    Gli “States” regolano anche la seconda squadra slava del girone e restano in testa al raggruppamento in attesa dell’interessantissimo match contro il Brasile. La formazione di “coach K” sfrutta tutta la propria superiorità atletica per portarsi rapidamente sul +12 al termine del primo quarto (23-11) contro una Slovenia farraginosa e confusionaria nella metacampo offensiva, salvo poi arenarsi e andare un pò in affanno nel secondo parziale, quando non trova più la via del canestro per oltre 6 minuti di gioco (26-23). A salvare gli U.S.A. ci pensano il talento sublime e strepitoso di Kevin Durant e le sue invenzioni (22 punti, 4 rimbalzi, 4 assist e 4 recuperi per la stella degli Oklahoma City Thunder che ha dominato su tutti e 2 i lati del campo) e la solidità di un inaspettato Kevin Love, uscito dalla panchina (doppia-doppia da 10 punti e 11 rimbalzi per il giocatore dei Minnesota Timberwolves).

    Gli “States” riprendono a macinare gioco nella ripresa e riallungano con le triple di Rose e Odom, rischiano anche di dilagare nel finale, quando anche Rudy Gay (16 punti) comincia ad infuocare la mano dall’arco e Russel Westbrook (11 punti per l’altro talento dei Thunder) a fare malissimo in penetrazione e in campo aperto. Gli sloveni si ritrovano con 13 punti fatti da Bostjan Nachbar ed un buon Gasper Vidmar dalla panchina (10 punti), ma devono preoccuparsi per la prova a dir poco opaca del loro playmaker Goran Dragic, autore di soli 7 punti con un misero 2/8 dal campo per il giocatore dei Phoenix Suns.

    Alla fine il punteggio recita 99-77 per gli “Stars and Stripes” ed il cammino verso la qualificazione prosegue senza intoppi….aspettando il Brasile prossimo avversario nel girone.

    GRUPPO B

    SLOVENIA-STATI UNITI 77-99

    Slovenia: B. NACHBAR (13 pts), B. NACHBAR (4 rbs), S. BECIROVIC (4 ast)
    U.S.A.: K. DURANT (22 pts), K. LOVE (11 rbs), D. ROSE (5 ast)

  • Facile vittoria per gli U.S.A. contro la Croazia nella prima gara dei Mondiali di basket

    Facile vittoria per gli U.S.A. contro la Croazia nella prima gara dei Mondiali di basket

    Facile vittoria per gli Stati Uniti ai Mondiali di basket in Turchia.
    La squadra di coach Mike Krzyzewski si impone sulla Croazia con quasi 30 punti di scarto e l’equilibrio della gara dura solamente nel primo quarto quando i croati, trascinati dall’entusiasmo giovanile dei vari Tomic, Bogdanovic e Andric, restano aggrappati agli “States” facendo valere anche una leggera dominanza sotto i tabelloni, dovuta più che altro al fatto che gli U.S.A. non dispongono di talento vero nella zona pitturata.

    L’inerzia muta in modo netto e quasi definitivo, però, nel secondo periodo, quando un fiammata di Kevin Durant (14 punti e 8 rimbalzi per la stella degli Oklahoma City Thunder) alimenta un super parziale di 14-2 per il primo significativo allungo a stelle e strisce (36-22). La forbice si allarga inesorabilmente, mentre i croati faticano tremendamente nell’attaccare la difesa avversaria, e la formazione di coach K chiude all’intervallo con un comodissimo vantaggio sul 48-26. Croati letteralmente demoliti con soli 6 punti segnati nel secondo periodo e ben 26 subiti.

    La ripresa è pura formalità per i maestri della pallacanestro, è infatti sufficiente amministrare la gara, le energie e far ruotare a lungo le seconde linee: il miglior realizzatore risulterà, infatti, a sorpresa Eric Gordon, con 16 punti a referto.

    Buona partenza per gli Stati Uniti che ora sono chiamati alla riconferma e a dimostare a tutti che anche se il roster attuale non è ai livelli dei “Dream Team” del passato, con il lavoro e la compattezza di squadra si può puntare in alto.

    GRUPPO B

    USA-CROAZIA 106-78

    USA: E. GORDON (16 pts), K. LOVE (10 rbs), S. CURRY (4 ast)
    Croazia: B. BOGDANOVIC (17 pts), A. TOMIC (8 rbs), R. UKIC (4 ast)

  • Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Mondiali di basket Turchia 2010: L’analisi delle squadre

    Oggi inizia in Turchia la 16esima edizione dei Campionati Mondiali di basket.

    Ai nastri di partenza si presenteranno 24 nazionali che, chi più, chi meno, hanno tutte l’ambizione di issarsi sul tetto del Mondo e dimostrare di essere la squadra più forte.

    Ecco l’analisi dei 24 team partecipanti a questa edizione:

    Gruppo A (Kayseri)

    ANGOLA: Uno degli stati guida del movimento africano della pallacanestro, ma ancora troppo poco livello di talento in squadra per sperare di passare il primo turno. Neanche la loro fisicità potrà fare miracoli.

    ARGENTINA: I sudamericani dovrebbero giocarsi con la Serbia il primato nel girone A; la squadra è molto solida ed esperta, forte dei 3 giocatori NBA nel roster: con Carlos Delfino (reduce da una stagione quasi perfetta nel suo ruolo a Milwaukee) Scola degli Houston Rockets e Oberto, con la regia di Prigioni e l’apporto di Kammerichs si potrebbe pure puntare al podio, ma sarà dura senza l’apporto del leader e anima della squadra Manu Ginobili e senza l’eclettico Andres Nocioni fuori in extremis per un infortunio alla caviglia.

    AUSTRALIA: I canguri crescono edizione dopo edizione e anche questa volta avranno voglia di fare un passo in avanti; le stelle saranno David Andersen che gioca nei Toronto raptors e Patrick Mills dei Portland Trail Blazers, ma dietro di loro il movimento cresce: ci sono infatti ben 8 giocatori “europei” più 2 NCAA che comunque non sono stati convocati (uno dalle chiare origine italiane, Dallavedova, classe 1990, che gioca a St.Mary’s), e potrebbero garantire quantomeno il passaggio del turno.

    GERMANIA: Non ci sarà Dirk Nowitzki stella dei Dallas Mavericks e nemmeno il naturalizzato Kaman, e così la Germania dovrà affidarsi per il passaggio del primo turno all’americano Greene e ad una serie di giocatori normali dalla buona esperienza europea, difficile sperare in qualcosa di più; tutto da vedere il giovane Elias Harris, classe 1989, che gioca a Gonzaga in NCAA. Sotto canestro possibile rivelazione il neo draftato dai Thunder (ma lasciato ancora un anno in Europa), il centro Tibor Pleiss, anche lui classe 1989. Passaggio del turno assicurato ma poi la corsa si fermerà presto

    GIORDANIA: Guidata dal coach portoghese Mario Palma, esperto di manifestazioni internazionali, la Giordania dovrebbe lottare con Angola per evitare l’ultimo posto nel girone. Squadra povera senza speranze per il prosieguo del torneo.

    SERBIA: Come al solito sarà una squadra giovane e piena di talento quella serba! Difficile capire dove potranno arrivare i ragazzi di coach Ivkovic, se sapranno evitare i black out che troppo spesso li bloccano nelle partite importanti. Se li eviteranno il podio potrebbe non essere una chimera; dopo la rissa dell’amichevole con la Grecia staranno fermi per 3 turni Nenad Krstic, centro degli Oklahoma City Thunder, e per 2 Milos Teodosic, guardia dell’Olympiakos, 2 delle stelle della formazione serba, ma Perovic e soci non dovrebbero soffrire troppo nel girone. I 2 squalificati quindi avranno tempo per mettersi in luce nelle sfide ad eliminazione diretta.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 ARG, 2 SER, 3 GER, 4 AUS, 5 ANG, 6 GIO

    Gruppo B (Istanbul)

    BRASILE: L’eterno coach argentino Ruben Magnano, oro con l’albiceleste alle olimpiadi 2004 contro l’Italia, guiderà un Brasile dall’età media elevata e dalla buona esperienza internazionale. Certamente questo è il gruppo di USA, Croazia e Slovenia quindi bisognerà fare sul serio fin dall’inizio, ma le prime 2 partite contro Iran e Tunisia dovrebbero dare fiducia ai verdeoro che potranno contare su 3 star NBA, Barbosa, Varejao (con ottima esperienza tra i professionisti americani), e Splitter (neoaquisto degli Spurs ma con grandi trascorsi europei a Vitoria), oltre che sui veterani Giovannoni, Alex Garcia, Huertas e Machado; Pesa l’assenza del centro Hilario Nenè, per guai al ginocchio, ma anche senza il pivot dei Denver Nuggets il passaggio del turno dovrebbe essere assicurato, e battendo una tra Slovenia e Croazia si potrebbe sognare qualcosa in più del probabile quarto posto nel girone B.

    CROAZIA: Tipica squadra slava dotata di grande talento e poca testa, le stella saranno Planinic, mai completamente esploso al CSKA Mosca, Ukic, che ha dovuto ripiegare in Turchia dopo una deludente esperienza NBA a Toronto, e Ante Tomic, gigante del Real Madrid di Messina che avrà finalmente l’occasione per dimostrare di essere un campione. Con Slovenia e Brasile si giocheranno i piazzamenti migliori dietro Gli U.S.A.

    IRAN: Il movimento cestistico iraniano cresce: prova ne è il gigante di 218 centimetri dei Memphis Grizzlies, Hamed Haddadi. Il livello comunque è ancora molto basso ma il futuro potrebbe essere roseo; Attesa per vedere il classe 1990 Arsalan Kazemi, ala appena reclutata dalla Rice University in NCAA, mentre tutti gli altri giocano in patria.

    TUNISIA: Dovrebbero concludere il girone all’ultimo posto alle spalle dell’Iran. Squadra senza grosse possibilità ed ambizioni, è già un successo che sia arrivata all’appuntamento finale riuscendo a passare le qualificazioni.

    SLOVENIA: Lotterà con la Croazia per il secondo posto del girone (ma attenzione al Brasile), coach Becirovic ha messo insieme un roster assortito, pieno di lottatori e di ragazzi dotati di grande tecnica; dovrebbe essere il mondiale della consacrazione per Goran Dragic, riserva di Steve Nash ai Phoenix Suns e reduce da una stagione veramente ottima, poi ci sarà il figlio del coach, Sani Becirovic, l’altro NBA Primoz Brezec sotto canestro, Lakovic e Nachbar (ex New Jersey Nets con ottimi risultati nella NBA), e potrebbero chiudere il girone alle spalle degli USA. Peccato per l’assenza di Beno Udrih che avrebbe reso la Slovenia fortissima nel ruolo di playmaker, potendo contare tra lui e Dragic.

    U.S.A.: Nonostante abbia ottenuto 12 rifiuti da tutti i 12 campioni olimpici di Pechino, coach Krzyzewski è riuscito a costruire tra tanti problemi una squadra che merita, comunque, ed in fin dei conti, i favori del pronostico nonostante l’età media giovanissima e nonostante manchi qualche giocatore di talento sotto canestro. In fondo Krzyzewski a Duke è abituato a lavorare con i gioavnissimi, poi avrà il supporto di Mike D’Antoni (New York Knicks) e Nate McMillan (Portland Trail Blazers) e, cosa scontata, il talento di team U.S.A., che comunque non è un Dream Team come negli anni passati ma potrà disporre di un buon livello di talento. Tutto poggerà sulle spalle del fenomenale Kevin Durant, secondo solo a LeBron James nella classifica dell’M.V.P. di quest’anno in NBA che è chiamato alla definitiva consacrazione dopo i 3 anni incredibili nella Lega. A soli 21 anni è diventato il più giovane miglior marcatore della storia della NBA e di questo passo anche i vari Kobe, Dwyane e LeBron dovranno fare i conti con la sua presenza che già risulta ingombrante e molto splendente. Inoltre ci saranno 3 stelle di prima grandezza e ormai affermate in NBA come Iguodala, Granger e Gay, 2 solidi veterani del calibro di Billups e Odom, la favolosa classe 1988 (che comprende anche Durant), che annovera Curry, Gordon, Love, Rose e Westbrook. Leggerini e poco talentuosi nel ruolo di centro, dovrebbero sopperire con il favoloso back-court e grazie al talento del numero 35 dei Thunder potrebbero vincere il loro primo campionato del mondo.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 U.S.A., 2 SLO, 3 CRO, 4 BRA, 5 IRA, 6 TUN

    Gruppo C (Ankara)

    CINA: Senza Yao Ming, che ha ripreso a lavorare da poco dopo 14 mesi di inattività per la frattura del piede, la stella sarà Yi dei Washington Wizards e purtroppo per gli asiatici non dovrebbe bastare a superare il primo turno. A meno di clamorosi harakiri di Porto Rico in primis e di Russia subito dopo.

    COSTA D’AVORIO: Dovrebbe chiudere il girone in ultima posizione.

    GRECIA: Per tornare sul podio mondiale la Grecia si affida ad un coach lituano, Jonas Kazlaukas, e ad un gruppo di giocatori consolidato che si conosce oramai da molti anni, formato da due blocchi “granitici” di Panathinaikos e Olympiakos; proprio l’esperienza dovrebbe essere l’arma in più di Diamantidis, Spanoulis e compagni; a causa della rissa con la Serbia, nell’amichevole giocata prima di questi Mondiali Fotsis e “BabyShaq” Schortsanitis salteranno le sfide con Cina e Porto Rico ma non dovrebbero esserci grossi problemi per il team greco, visto che la candidatura ad una medaglia è forte.

    RUSSIA: La Russia di David Blatt è un gruppo unico ed unito di giocatori che militano quasi tutti nel campionato di casa soprattutto nell’armata rossa del CSKA, con l’aggiunta di Mozgov neoaqusto dei Knicks di Mike D’Antoni; difficile dire dove possa arrivare la nazionale russa, la classe c’è, forse manca un po’ d’esperienza, in questo caso il vecchietto Holden sarebbe tornato molto utile. Peserà anche l’assenza di A.K. 47 ovvero Andrei Kirilenko, vero leader di questa squadra.

    PORTO RICO: Molti addetti ai lavori la classificano come la vera mina vagante del torneo, una squadra dotata di un talento eccezionale e con una serie di giocatori al top della forma, oltre che con un mix di giovani e anziani perfetto; la regia con J.J. Barea (che ha tenuto a lungo seduto in panchina Kidd a Dallas per minuti di riposo importanti), e Carlos Arroyo, play dei super Miami Heat, è una delle migliori del campionato, l’esplosività di Guillermo Diaz e dell’altro NBA Balkman (Denver Nuggets), oltre alla forza sotto canestro del veterano Santiago e dei 220cm di Ramos dovrebbero consentire a Porto Rico di passare agilmente il girone e poi di vagare “impazzito” per il tabellone ad eliminazione diretta.

    TURCHIA: I padroni di casa guidati da coach Tanjevic hanno preparato l’evento casalingo con cura maniacale e si presentarnno all’esordio contro la Costa D’Avorio al top della condizione; Turkoglu, reduce da una stagione deludente a Toronto (e passato recentemente a Phoenix), guiderà la Turchia insieme agli altri 3 giocatori NBA Ersan Ilyasova (Milwaukee), Erdem (Boston) e Asik (Chicago), con il resto del roster completato da gente di grande esperienza come Tunceri e Gonlum e talenti rtitrovati come Akyol; l’obiettivo di Tanjevic è il podio, con la spinta del pubblico potrebbe farcela. L’assenza di Okur priva i turchi di un grande punto di riferimento ma giocare in casa potrebbe dare la spinta in più per arrivare a grandi traguardi.

    Possibile classifica alla fine del girone: 1 TUR, 2 GRE, 3 POR, 4 RUS, 5 CIN, 6 CAV

    Gruppo D (Izmir)

    CANADA: 2 nomi NBA a roster, Joel Anthony (nessuna parentela con il ben più noto Carmelo) e Rautins, 2 giovani NCAA, con il classe 1991 Olynyk molto interessante, qualche “giocatore europeo” ma poco talento, potrebbe giocarsi il quarto posto con la Nuova Zelanda se le cose andranno per il verso giusto.

    FRANCIA: Non è certamente la migliore Francia che coach Collett poteva avere tra le mani per un mondiale, ma le presenze di Diaw (Charlotte Bobcats) e Batum (Portland Trail Blazers), prospetto dalle potenzialità impressionanti, bastano per garantire una squadra d’assalto; anche Ian Mahimni (Dallas) gioca in NBA, poi ci saranno De Colo, Florent Pietrus e Ali Traore a supportare le stelle, per passare il turno basterà, per andare oltre sarà molto difficile. Con Tony Parker Joakim Noah, Mickael Pietrus e RonnyTuriaf (i grandi assenti) si sarebbe potuto puntare in alto.

    LIBANO: Molto probabilmente perderanno tutte le partite, ma il loro successo è essere presenti e partecipare alla Manifestazione Mondiale.

    LITUANIA: Anche quì mancheranno le stelle vere, i vari Maciulis, Javtokas, Kleiza (punta di diamante della squadra dell’est ma non basterà per andare lontano) e Kalneitis basteranno per superare il primo turno, non certo per puntare alle medaglie.

    NUOVA ZELANDA: Dovrebbe battere il Libano e giocarsi il quarto posto con il Canada. Di più non potrà fare!

    SPAGNA: I campioni in carica guidati dall’unico italiano presente al mondiale turco, coach Sergio Scariolo, dovranno fare a meno di Pau Gasol stella dal talento spaventoso dei Los Angeles Lakers bi-campioni NBA, ma vanno comunque considerati la prima alternativa agli U.S.A.; i 2 NBA Rudy Fernandez (Portland) e Marc Gasol (Memphis), fratellino minore del più noto Pau, guideranno uno squadrone che può contare sul blocco Barcellona fresco campione d’Europa con la presenza di Navarro, Rubio e Vasquez e sul blocco Real Madrid formato da Garabjosa, Sergio Lull e Reyes, oltre che su San Emeterio, tiratore mortifero che potrebbe anche esaltarsi in questo mondiale.

    Possibile classifica alla fine del girone 1 SPA, 2 LIT, 3 FRA, 4 CAN, 5 NZL, 6 LIB