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  • NBA, free agent: Blake ai Lakers, Stoudemire verso i Knicks [3 luglio 2010]

    I Los Angeles Lakers hanno raggiunto un accordo con Steve Blake, playmaker che nell’ultima stagione ha giocato a Portland e poi ai Clippers.
    Il contratto di Blake è stato fatto sulla base di 4 anni a 16 milioni di dollari complessivi.
    Ora si attendono sviluppi sulla situazione di Derek Fisher visto che per il ruolo di regista Jordan Farmar probabilmente non rifirmerà per i gialloviola.

    Novità intanto per quanto riguarda la situazione di Amar’è Stoudemire che ieri è stato a colloquio con il suo ex allenatore ai Phoenix Suns e ora head coach ai New York Knicks, ovvero Mike D’antoni.
    Sembra che Stoudemire sia fortemente tentato dall’avventura nella “Grande Mela” e che sebbene sia molto legato a Phoenix, sia come città che come tifosi, la tentazione di riunirsi assieme a D’Antoni e creare una squadra molto competitiva per il titolo sia molto forte.
    Intanto proprio i Suns per cautelarsi dell’eventuale partenza della loro ala grande hanno messo sotto contratto il lungo Hakim Warrick, anche se i dettagli dell’operazione ancora non sono stati resi noti. Warrick nell’ultima stagione ha giocato a Milwaukee e poi è stato scambiato dai Bucks a Chicago per arrivare a John Salmons.

    Pochi altri rumors invece per le altre squadre e gli altri giocatori. Quella più rilevante, visto che Wade, Bosh e James, i free agent più ambiti, continuano i loro colloqui privati con le delegazioni delle squadre NBA interessate a loro, è la probabile firma sul nuovo contratto che legherà Kevin Durant agli Oklahoma City Thunder per i prossimi 5 anni al massimo salariale per la fascia di contratto che include la stella numero 35. Sarebbero 85 milioni di dollari quindi 17 all’anno per il nuovo fenomeno della NBA che in soli 3 anni di carriera ha già dimostrato di essere un giocatore devastante e che visto il buon lavoro dirigenziale del G.M. Sam Presti fin dalla chiamata 3 anni or sono al Draft del 2007 (progetto partito da Seattle con i Sonics) sino ad ora ha costruito un roster interessante che potrebbe dare la possibilità alla franchigia di diventare la squadra da battere per i prossimi 10 anni vista l’età media che si aggira sui 20 anni ed il livello di talento dei giocatori “ammassato” in questo lasso di tempo. Kevin Durant non è free agent (lo sarà l’anno prossimo) ma i Thunder vogliono giustamente cautelarsi e non avere sgradite sorprese nella prossima Estate vista la lunga fila di pretendenti per il loro asso e uomo franchigia.

  • NBA: Wade potrebbe restare a Miami, Bosh il rinforzo perfetto

    Dwyane Wade ha fatto sapere che il suo futuro potrebbe non essere lontano da Miami.
    La superstar infatti ha posto come condizione primaria e necessaria il rafforzamento della franchigia e Pat Riley si è messo subito al lavoro per esaudire le sue richieste.
    Sembra infatti che la prima scelta della franchigia della Florida sia Chris Bosh, ala grande dei Toronto Raptors che come Wade andrà in scadenza di contratto questa Estate. Il numero 4 dei canadesi pare intenzionato a lasciare la squadra e Miami, al contrario di altre pretendenti, potrebbe essere la favorita inserendo come contropartita il giovane talentuoso ma troppo discontinuo Michael Beasley, anch’egli ala grande e perciò possibile sostituto di Bosh nel quintetto titolare di Toronto.
    Infatti altre franchigie si sono interessate a Bosh ma tutte lo vorrebbero firmare da free agent, ovvero senza dare nulla in cambio, vista la scadenza del contratto.
    Per bruciare tutte le altre squadre Miami proporrebbe a Toronto un “sign and trade”, ovvero rifirmare per un breve periodo la stella numero 4 e poi spedirla immediatamente a Miami in cambio di Beasley. Lì Bosh poi si meterebbe al tavolo delle trattative coi dirigenti rossoneri per l’estensione contrattuale a cifre elevatissime.
    L’operazione renderebbe tutti contentissimi perchè Bosh andrebbe a giocare assieme a Wade e alzerebbe il livello di squadra facendo diventare gli Heat una seria pretendente al titolo. Toronto riceverebbe un super talento che a Miami assieme a Bosh risulterebbe inutile e farebbe solo panchina, per poterlo sviluppare come atleta per ritrovarselo nel giro di 2 anni tra le superstar della Lega: Beasley è infati del 1989 e ha amplissimi margini di miglioramento, il talento non si discute, essendo stato seconda scelta assoluta del draft del 2008 (solo Derrick Rose dei Bulls gli è finito davanti).
    Si attendono sviluppi nelle prossime ore, ma la notizia non pare campata in aria.

    I Milwaukee Bucks invece sono fortemente intenzionati a rinnovare il contratto a John Salmons anche per la prossima stagione.
    Dal suo arrivo in Wisconsin nello scorso febbraio, l’ex Bulls ha letteralmente dato qual cambio di marcia che ha consentito ai Bucks di centrare i playoff: 15.4 punti, 3.3 rimbalzi e 2.8 assist ad uscita per lui. Con tanti tiri da 3 punti, cosa che un pò mancava a coach Skiles. Il problema è l’intenzione del giocatore il quale fa sapere che prima di rinnovare con i Bucks vorrebbe dare un’occhiata al mercato estivo che lo vedrà tra i giocatori liberi più contesi.

    Chiudiamo con New York: la “Grande Mela” sarà sicuramente sotto i riflettori di questo mercato estivo: a parte gli obiettivi già dichiarati, la società deve affrontare anche la questione in merito al futuro di David Lee, free agent al prossimo mercato, ma che ha disputato una stagione mostruosa nel ruolo di centro. Il prodotto di Florida ha recentemente rilasciato un’intervista dove senza usare mezzi termini ha spiegato dove vorrebbe giocare:

    Amo New York, amo i tifosi e la città! Ho passato qui cinque anni stupendi e vorrei tanto rimanere anche nella prossima stagione“.

    Senza ombra di dubbio Lee è stato (alla pari col nostro danilo Gallinari) il miglior giocatore della compagine allenata da Mike D’Antoni sia sotto l’aspetto carismatico che tecnico, chiudendo la stagione 2009/10 con cifre veramente da capogiro: 20.2 punti, 11.7 rimbalzi e 3.6 assist ad uscita.
    I primi a cercarlo sono stati i New Orleans Hornets, convinti che, se dovesse restare Chris Paul (miglior playmaker della Lega), Lee sarebbe il partner ideale. Staremo a vedere anche qui come si svilupperà la situazione.

  • NBA: Lakers senza Bynum per 20 giorni

    I Los Angeles Lakers dovranno fare a meno di Andrew Bynum almeno per 20 giorni.
    Il centro dei Californiani campioni in carica ha una lieve lesione al tendine d’achille, come confermato dalle analisi a cui è stato sottoposto, e non risultano strappi o rotture che avrebbero messo KO il ragazzo per il resto della stagione. Il suo rientro è pertanto previsto per le prime gare di aprile. Nel frattempo Lamar Odom partirà in quintetto come ala grande con Pau Gasol che andrà a ricoprire il ruolo di centro.
    Ecco le statistiche di Bynum (213cm classe 1987) in questa stagione: 15 punti (57% al tiro), 8.3 rimbalzi, 1.4 stoppate e un assist di media in 30.4 minuti di gioco.
    Per un problema al tendine del ginocchio invece James Harden della squadra rivelazione Oklahoma City Thunder, dovrà stare fermo per 15 giorni e il suo rientro è previsto per i primi giorni di Aprile in concomitanza con le ultime partite di regular season per poi essere in piena forma per i playoff NBA.  Di seguito riportiamo le medie di Harden (196 centimetri, classe 1989)  quest’anno: 62 partite. Per lui 9.9 punti (39% al tiro), 3.3 rimbalzi, 2 assist e 1 recupero in 23 minuti di impiego.
    Problemi anche per Tyreke Evans. La guardia destinata al titolo di rookie dell’anno della Lega ha rimediato una brutta botta alla bocca da parte di Ersan Ilyasova dei Milwaukee Bucks che gli ha provocato una forte contusione e la rottura di due denti. Il giocatore ha già saltato 2 partite ma, non dovendo subire operazioni alla mandibola (gli esami clinici hanno escluso fratture), dovrebbe tornare disponibile già per la prossima gara dei Kings.
    Evans, 198cm classe 1989, ha giocato 64 partite in questa stagione. Per lui 20.3 punti (46% al tiro), 5.6 assist, 5.2 rimbalzi e 1.4 recuperi in 37.3 minuti di impiego medio.
    Houston dovrà fare a meno per i prossimi 10 giorni di Shane Battier. La risonanza magnetica cui è stato sottoposto lunedì mattina ha evidenziato una leggera distorsione ai legamenti collaterali anteriori del suo ginocchio sinistro. Inevitabile il periodo di stop.
    Battier, 203cm classe 1978, ha fin qui disputato 67 partite. Per lui 8 punti (40% al tiro), 4.7 rimbalzi, 2.4 assist e 1.1 stoppate in 32 minuti di impiego.
    Anche Marc Gasol, centro dei Memphis Grizzlies e fratello del più noto Pau dei Lakers ha qualche acciacco fisico e ha saltato la terza partita consecutiva per problemi al collo.
    Infine New York. La squadra di Mike D’Antoni e Danilo Gallinari dovrà fare a meno di Wilson Chandler per il resto della stagione a causa di un leggero stiramento all’adduttore della gamba sinistra. Non rischiare il giocatore è d’obbligo visto che sarà uno dei pochi (assieme al “Gallo” e a David Lee) sui quali si ricostruiranno i Knicks. Chandler, 203cm classe 1987, ha giocato 65 partite. Per lui 15.3 punti (48% al tiro), 5.4 rimbalzi e 2.1 assist di media in 35 minuti di gioco.

  • NBA: Gallinari show e New York stende Indiana

    Grande prova, nella notte, dei New York Knicks sul parquet amico del Madison Square Garden. La squadra di Mike D’Antoni abbatte gli Indiana Pacers 132-89 seppellendo i poveri gialloblu sotto una valanga di 43 punti.
    Dominio assoluto dei padroni di casa in ogni quarto e soprattutto, cosa ancor più importante, in ogni singolo aspetto del gioco. Certo i Pacers in questo momento non sono per nulla un test attendibile ma visto che in NBA tutte le partite presentano i loro gradi di difficoltà (e i Knicks ne sanno qualcosa visto che 3 giorni fa sono stati battuti dai cugini dei New Jersey Nets, fanalino di coda della lega con sole 3 vittorie in 33 partite!) la vittoria deve essere presa come un punto importante per dare una svolta alla stagione (visto anche il ritorno in squadra di una pedina fondamentale come Nate Robinson) e tentare di accaparrarsi un posto nei play off che ormai manca da troppo tempo nella “Grande Mela”. Ottime le prove di Wilson Chandler con 23 punti e David Lee con 22 e 16 rimbalzi. Ma non può non menzionarsi il giocatore che più di tutti sta avendo una crescita esponenziale spaventosa, ovvero Danilo Gallinari. Il talento italiano, dopo aver saltato quasi tutta la stagione passata per guai alla schiena, sta disputando ora un’annata eccezionale, visto che ai fatti è come se fosse un esordiente. Le sue cifre parlano chiaro: quasi 15 punti a partita, 5 rimbalzi catturati per sera, quasi 2 assist, 1 stoppata e 1 palla recuperata. Il tutto in 30 minuti di impiego di media e con una percentuale da 3 punti più che ottima (41%). La stagione di New York è arrivata ad un bivio cruciale: se la continuità di rendimento sarà rispettata anche gli arancioblu diranno la loro nella post-season. Il talento come base portante c’è e non manca neanche la buona volontà di continuare a migliorare. Le prossime gare sveleranno le possibili ambizioni del gruppo di D’Antoni.

  • NBA: Iverson ritorna a Philadelphia.

    Allen Iverson, pochi giorni dopo aver annunciato il suo ritiro dal basket giocato, rientra nella NBA e lo fa scegliendo il suo “primo amore”, la squadra che più di tutte le altre lo ha visto protagonista per 10 lunghi anni (1996-2006), il team che più lo ha amato e rispettato ovvero i Philadelphia 76ers, che in quelle stagioni ha beneficiato di una media punti stratosferica da parte del suo numero 3: ben 5 stagioni con oltre 30 punti e 3 invece sui 28. Solo le prime 2 regular season sono state con medie “un pò basse” per via dell’ovvio ambientamento ai ritmi NBA (23 punti a partita!). Medie corroborate dal fatto di essere anche un ottimo passatore con molti anni sugli oltre 7 assist e un eccellente “ruba palloni” con quasi 3 steal per partita.

    “The Answer” solo pochi giorni fa aveva lasciato i Memphis Grizzlies, franchigia con la quale aveva firmato quest’estate un contratto annuale da 3 milioni di dollari.
    Ora ritorna in Pennsylvania sempre con un contratto annuale al minimo salariale (1,2 milioni di dollari circa).
    Le voci di un suo ritorno coi Sixers si erano avute già ieri durante la trasferta della squadra a Dallas (partita poi persa di un soffio, all’ultimo tiro, per 104-102). Il suo debutto, stando a quanto affermano fonti anonime, dovrebbe avvenire Lunedì sera quando Philadelphia, dopo essersi scontrata con Thunder (Giovedì) e Bobcats (Sabato), sul proprio campo affronterà un ex-squadra di AI3 ovvero i Denver Nuggets.

    Iverson nei giorni precedenti alla firma con Phila aveva intavolato trattative coi New York Knicks di Mike D’Antoni, ma tutto è naufragato quasi subito.
    Si era parlato anche di un interessamento dei Cleveland Cavs sotto la forte pressione di LeBron James che evidentemente avrebbe gradito (e non poco) la sua presenza nel roster per cercare di dare l’assalto, con un’arma in più, al titolo NBA tanto agognato.
    Ma è chiaro che il richiamo della squadra che lo ha lanciato e che lo ha reso famoso negli Stati Uniti e in tutto il mondo (facendogli vincere peraltro un titolo di MVP ,miglior giocatore NBA dell’anno, nel 2001 quando quasi da solo trascinò Philadelphia alla finale NBA persa contro gli imbattibili Lakers per 4-1) è stato più forte di qualsiasi altra tentazione.

    Iverson dovrà cercare di dare il massimo e sostituire al meglio l’infortunato playmaker titolare Louis Williams, rimasto vittima di un brutto infortunio alla mascella (frattura guaribile in 8 settimane). Williams aveva preso il posto da titolare di Andre Miller, andato via questa estate (a Portland) e stava esprimendo nel ruolo una buona potenzialità: 14 partite giocate (34.7 minuti sul parquet) con 17.4 punti di media, 3.5 rimbalzi, 5.1 assist, 1.7 palle rubate e 0.21 stoppate. Iverson non dovrà farlo rimpiangere. Il talento c’è tutto, ma il gioco dimostrato sul campo negli ultimi 2 anni (prima nei Denver Nuggets e successivamente nei Detroit Pistons) non è stato all’altezza. Il destino dei Sixers (che hanno costruito un’ ottima squadra per essere protagonista non solo in stagione regolare ma anche nei play off, ma che al momento sta un pò deludendo) dipende ora anche da AI3. Chissà che questa unione non possa portare benefici ad entrambe le parti, come già è avvenuto in passato.

  • NBA: Altra sconfitta per i New York Knicks. Gallinari deludente

    NBA: Altra sconfitta per i New York Knicks. Gallinari deludente

    Danilo GallinariPartita molto emozionante quella disputata al Madison Square Garden tra i New York Knicks padroni di casa e gli Utah Jazz. Alla fine a vincere sono i Jazz, tra la delusione del pubblico newyorkese.

    Utah che parte fortissimo come testimoniano i primi 2 quarti di gioco: 25-18 e 23-13. Al riposo New York è sotto di 17 (48-31). E la musica non sembra cambiare neanche nel terzo dove la squadra di Salt Lake City riesce, nei primi minuti, ad arrivare anche sul + 21 (massimo vantaggio della partita). Ma un time-out chiamato da Mike D’Antoni riorganizza le idee Knicks. La difesa diventa più dura, l’attacco torna a pungere e il periodo si chiude sul 78-64 con 7 punti recuperati. Nell’ultimo quarto gran recupero New York che giunge fino alla parità negli ultimi 2 minuti di gioco. Utah però stringe i denti, si riporta avanti di 2 e l’ultimo possesso Knicks non va a bersaglio per un errore del rookie Toney Douglas. Finisce 95-93, con molti rimpianti per Gallinari e compagni.

    Utah ha dato prova, in larghi tratti della partita, di essersi ripresa dal momento buio, ma ha accusato un pò di paura sul finire del match, quando New York è riuscita a ricucire lo svantaggio. Ma è riuscita a portare a casa il risultato pur mancando l’apporto di Deron Williams (16 assist ma solo 5 punti e 7 palle perse). Boozer straordinario con 23 punti e 14 rimbalzi. Ancora di più Kirilenko (tornato ai giorni migliori) che aggiunge 23 punti, 6 assist e altrettanti rimbalzi con un buon 5/8 da 3. In molti frangenti è stato “Kiria” a tenere a galla Utah dal recupero avversario. New York ha accumulato uno svantaggio importante tirando in modo scriteriato da 3 nei primi 2 quarti (0/12). Col passare del tempo le cose sono migliorate ma non è bastato: Utah non è mai stata in svantaggio, i Knicks sono riusciti solo a pareggiare per un attimo. Il migliore è stato Douglas con 23 punti (ma su di lui pesa l’errore finale). Gallinari ha deluso: solo 7 punti per lui e l’impressione di non saper incidere, in questo match, come avrebbe potuto e dovuto. Strada lunga per i Knicks che ora sono ad una vittoria e 7 sconfitte.

    Guarda gli highlights di New York Knicks – Utah Jazz