Tag: mike brown

  • I Lakers esonerano Mike Brown. D’Antoni, Sloan o torna Phil Jackson?

    I Lakers esonerano Mike Brown. D’Antoni, Sloan o torna Phil Jackson?

    Clamoroso colpo di scena nella Nba: i Los Angeles Lakers hanno infatti sollevato dall’incarico l’ormai ex coach Mike Brown dopo un disastroso avvio di stagione (preseason compresa) di cui è stata protagonista la squadra gialloviola. L’head coach 42enne ex Cavaliers ha pagato con l’esonero l’ennesima sconfitta patita all’EnergySolution arena di Salt Lake City contro gli Utah Jazz, sconfitta che segue quelle precedenti, tra cui il derby contro i Clippers perso malamente da Bryant e compagni.

    Il comunicato ufficiale della franchigia losangelina specifica inoltre che il vice di Mike Brown, Bernie Bickerstaff, è stato nominato coach ad interim, in attesa di ingaggiare un nuovo head coach: tra i papabili spiccano i nomi di Mike D’Antoni, che così ritroverebbe Steve Nash dopo gli anni trascorsi a Phoenix, ma anche leggende del basket a stelle e strisce quali Jerry Sloan, ex coach degli stessi Jazz che ha guidato per 23 anni con ottimi risultati seppur non ha mai potuto fregiarsi del titolo Nba, sfiorato per due volte nelle Finals contro i Chicago Bulls di un certo Michael Jordan. Ma Sloan non è l’unica leggenda Nba ad essere accostata alla panchina gialloviola: infatti i tifosi sognano il ritorno di Phil Jackson, il quale ha lasciato proprio i Lakers un anno e mezzo fa decidendo di ritirarsi a vita privata: i rumors che circolano in queste ore parlano di un tentativo della nuova stella losangelina Dwight Howard in procinto di convincere Coach Zen a ritornare sulla panchina con cui ha vinto 5 anelli dal 2000 al 2010.

    Mike Brown
    Mike Brown e Dwight Howard © Stephen Dunn/Getty Images

    La notizia, se vera, avrebbe del clamoroso e porterebbe alla franchigia gialloviola quel tatticismo e quella voglia di vincere che con Brown è mancata, ma gli addetti ai lavori non si sbilanciano su un suo possibile ritorno. Ritorno che potrebbe essere quello di Brian Shaw, già vice di Jackson durante l’avventura a Los Angeles e ora allenatore in seconda degli Indiana Pacers, ma attualmente il favorito sarebbe proprio D’Antoni, sebbene la mancanza di un equilibrio difensivo, contrapposta ad uno spettacolare repertorio offensivo, alimenta più di un dubbio alla dirigenza dei Lakers.

    La stagione per i “lacustri” si è subito complicata, complice le 4 sconfitte nelle prime 5 uscite con squadre non irresistibili, anche se c’è tutto il tempo per rimediare perchè la stagione è lunga ed è appena all’inizio: già stanotte scenderanno in campo allo Staples Center contro i Golden State Warriors, in panchina ci sarà Bickerstaff in attesa che il proprietario Jerry Buss e il general manager Mitch Kupchak decidano a chi affidare una squadra che già da quest’estate è stata costruita per puntare a vincere il titolo con gli importanti acquisti di Nash e Howard.

  • NBA: I Lakers ufficializzano l’ingaggio di Ettore Messina

    NBA: I Lakers ufficializzano l’ingaggio di Ettore Messina

    Ora è ufficiale: Ettore Messina sbarca finalmente in NBA e lo fa dalla porta principale, diventando assistente allenatore di una delle squadre più forti del panorama americano, i Los Angeles Lakers, affiancando il nuovo coach Mike Brown, che lo ha voluto fortissimamente al suo fianco dopo averlo conosciuto qualche anno rimanendo impressionato dai suoi metodi di allenamento.

    © PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Images
    La notizia era nell’aria già da qualche tempo, visto che l’accordo fra la società gialloviola e il tecnico catanese era stato raggiunto già ai primi di giugno, ma i problemi legati al lockout e alcune piccole clausole del contratto da chiarire ne hanno ritardato la firma ufficiale. Il ruolo, come annunciato dal General Manager Mitch Kupchak, sarà ovviamente di “coaching consultant” ovvero braccio destro, consigliere “di lusso”, del neo allenatore Brown. In passato questo ruolo ai Lakers ha avuto illustri esponenti: un nome su tutti quello di Tex Winter, con Phil Jackson in panchina. Winter è conosciuto per avere “inventato” la cosiddetta “Triple Post Offense” ovvero l’attacco a triangolo che rese famosi anche i Bulls di Michael Jordan e Scottie Pippen che vinsero 6 titoli in 8 anni negli anni ’90. Era seguito anche da altre squadre che volevano affidargli la panchina come capo allenatore (Toronto, Indiana, New Jersey) ma la proposta degli ex campioni NBA era irrinunciabile seppure con accordo annuale. Il tecnico, che in Italia ha guidato con successo la Virtus Bologna, la Benetton Treviso e la Nazionale, lavorerà a tempo pieno con la sua nuova squadra. Il suo palmares, riportato fedelmente sul sito dei Lakers come “biglietto da visita”, è impressionante: 4 Eurolega, 1 coppa Saporta, 4 scudetti italiani, 7 coppa Italia, 4 campionati russi, 2 coppe di Russia e un argento con la Nazionale Italiana agli europei del ’97. Un vincente che non vede l’ora di cominciare ad imporre le sue regole anche nel più competitivo campionato di basket del Mondo:

    • Sono molto contento di approdare in una delle più grandi realtà del basket NBA. Sarà un esperienza estremamente interessante. Quel che mi piace di questa avventura è che non devo pensare a che squadra voglio costruire, ma che mi potrò dedicare in toto al lavoro in palestra. Ho grande rispetto per coach Mike Brown e sono felice di poter lavorare con lui e il suo staff“.

    In bocca al lupo Ettore!

  • NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    Mike Brown, ex allenatore dei Cleveland Cavaliers di LeBron James, è il nuovo head coach dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant.
    Brown prende il posto di Phil Jackson che per il momento ha preso un pò di tempo per restare fuori dal giro e dedicarsi ai suoi problemi fisici.
    Una scelta arrivata un pò a sorpresa dato che secondo le indiscrezioni i favoriti alla panchina gialloviola erano Bryan Shaw, primo assistente proprio di Phil Jackson in questi anni, e Rick Adelman, fatto fuori a Houston nonostante ottimi risultati ottenuti con una squadra poco competitiva per via di numerosi infortuni che hanno menomato il potenziale dei Rockets.
    La scelta rappresenta una chiusura con il passato recente dato che Brown è famoso per la sua predilezione alla difesa rispetto all’attacco.
    Inoltre per il nuovo capo allenatore ci saranno subito le prime grane da risolvere dato che nello spogliatoio dei Lakers non regna più l’armonia da qualche tempo per via di screzi fra i giocatori nella vita privata.

    Ma la notizia che più ci riguarda direttamente è che sarà probabilmente Ettore Messina il suo vice nel nuovo incarico. L’allenatore italiano accetterà l’offerta proprio di Brown (nelle prossime ore?) che conosce Messina dal 2007 quando l’ex coach dei Cavs gli fece visita per studiare il suo metodo di lavoro. Un metodo di cui Brown sarebbe rimasto entusiasta e proprio per questo avrebbe fatto richiesta esplicita al suo nuovo team di affidare i movimenti offensivi e difensivi all’ex allenatore di Treviso, Bologna, Real Madrid e CSKA Mosca.
    Nei prossimi giorni se ne saprà di più ma le fonti parlano di quasi certezza per il tecnico italiano.
    Los Angeles intanto si prepara al mercato sperando di ringiovanire e potenziare una squadra che vuole subito tornare grande e dimenticare il brutto sweep subito in questa post season dai Dallas Mavericks.

  • NBA: Danny Ferry via da Cleveland, a Chicago arriva Thibodeau

    Dopo 5 anni come General Manager, anche Danny Ferry lascia i Cleveland Cavaliers: non aveva infatti approvato l’idea di licenziare coach Mike Brown e non si sentiva più spalleggiato dalla proprietà. Al suo posto, il lavoro di GM verrà svolto dal suo vice, Chris Grant.
    Questa la laconica dichiarazione dell’ex giocatore e General manager dei Cavs:

    • E’ stata la mossa giusta prendere questa decisione

    Intanto il proprietario Dan Gilbert fa sapere che in breve tempo verrà scelto il nuovo coach, che dovrà essere sempre, come Brown, un allenatore “difensivo”. Il perchè lo spiega direttamente l’owner della franchigia orogranata:

    • Non si può vincere il titolo senza un buon coach difensivo!“.

    Certo che anche prolungare la permanenza di Lebron a Cleveland potrebbe aiutare in questo intento!

    Comunque, il miglior coach difensivo sulla piazza non andrà ai Cleveland Cavaliers: Tom Thibodeau, attualmente impegnato nelle Finals come assistente per i Celtics, ha firmato con i Chicago Bulls per 3 anni. L’artefice della grande difesa biancoverde, la migliore di tutta la Lega, andrà così ad affrontare la sua prima esperienza in assoluta come capo allenatore in uno spogliatoio tutt’altro che facile e pieno di insidie. Un lavoro che evidentemente non spaventa l’ex allenatore della difesa di Boston. Thibodeau aveva ricevuto un’offerta anche dai New Orleans Hornets.

    E proprio a proposito di Hornets, Monty Williams, vice allenatore dei Portland Trail Blazers, ha firmato un contratto di 3 anni per il ruolo di capo allenatore della franchigia della Louisiana. Ex giocatore NBA, pare che sia stato caldamente consigliato alla dirigenza da Chris Paul che è rimasto entusiasta e soddisfatto del suo arrivo!

  • NBA: Mike Brown licenziato dai Cleveland Cavaliers

    Una notizia dell’ultim’ora potrebbe sconvolgere il mondo della NBA per l’importanza che riveste: Mike Brown è stato licenziato come capo allenatore dei Cleveland Cavaliers.
    La notizia è di pochi minuti fa e sembra, volendo leggere tra le righe, che la dirigenza dei Cavs stia prendendo come “modus operandi” i dettami di LeBron James, che per la sua permanenza, secondo alcune voci, avrebbe voluto il licenziamento dell’allenatore con cui aveva avuto dei disguidi sul modo di far giocare la franchigia dell’Ohio e oramai mal sopportato un pò da tutti visto il pessimo rendimento negli ultimi 3 anni ai playoff.

    A rendere nota la notizia è stato David Aldridge della TNT, nota rete televisiva che si occupa degli sport americani e in particolare di basket.
    La notizia è più che attendibile e trasforma, come già detto, gli scenari perchè a questo punto James si riavvicina ai Cavaliers dopo le voci che lo davano in partenza (verso Bulls o Knicks) dopo l’eliminazione da parte dei Boston Celtics nelle semifinali di Western Conference. Sbollita la delusione a caldo, James ha avuto forse dei colloqui con Danny Ferry, G.M. di Cleveland e si è arrivati all’ovvia decisione di far fuori il coach che ormai non seguiva più nessuno in squadra per via della sua filosofia di gioco che non ha prodotto risultati ma solo delusioni a James e compagni.
    Il solito James avrebbe chiesto anche allo staff dirigenziale di ingaggiare come capo allenatore una persona molto stimata e con la quale è sempre in contatto telefonico, ovvero il coach John Calipari.
    Daremo aggiornamenti della situazione nelle prossime ore.

  • NBA: Atlanta lascia libero Woodson, Brown appeso ad un filo a Cleveland

    Il futuro degli Atlanta Hawks non sarà più legato al nome di Mike Woodson.
    Il coach, autore di una buona regular season ma che ai playoff non ha entusiasmato la dirigenza dei “Falchi” sarà lasciato libero visto che non ha ottenuto il rinnovo di contratto.
    Si chiude così un periodo comunque molto positivo per lui e per la franchigia, che 6 anni fa (quando Woodson prerse in mano le redini di Atlanta) era reduce da una stagione da 13 vittorie ed è costantemente migliorata nel corso degli anni con 3 partecipazioni ai playoff nelle ultime 3 stagioni e numero di vittorie sempre crescente, quest’anno 53.
    Sostanzialmente, gli Hawks non sono riusciti a fare progressi in questi ultimi anni nella post season, ma è una squadra che con un paio di innesti in alcuni ruoli, in particolare nel settore dei lunghi, può ancora fare bene. Anche se si dovrà valutare se Joe Johnson, il leader della squadra, vorrà proseguire a giocare in Georgia oppure cercare fortuna altrove.
    Il record con gli Hawks da parte di Mike Woodson parla di 206 vittorie e 289 sconfitte e nei playoff ha centrato per 2 anni consecutivi (gli ultimi 2) le semifinali di Conference, non riuscendo mai a vincere perdendo sempre con uno sweep (2009 4-0 dai Cavs, 2010 4-0 da parte dei Magic).

    E sempre a proposito di coach appare sempre più appeso ad un filo quello di Mike Brown che per ora è stato riconfermato alla guida dei Cleveland Cavaliers, ma che ha sopra la testa nuvoloni neri che ne segneranno i prossimi giorni.
    Queste le parole del proprietario dei Cavs, Dan Gilbert:

    Non è vero! Non abbiamo licenziato Brown. Siamo in una fase di valutazione della situazione. Sicuramente la figura dell’allenatore sarà considerata e valuteremo il da farsi, per ora Mike Brown è il nostro coach“.

    Voci dallo spogliatoio narrano che entro una settimana, massimo 10 giorni, i tifosi di Cleveland e l’NBA sapranno il futuro della franchigia. Poi ecco affrontare il tema LeBron James che l’1 di luglio sarà free-agent.
    Anche su questo argomento l’owner di Cleveland ha voluto rilasciare una dichiarazione:

    Siamo sicuri che resterà, questo è il suo ambiente e la miglior franchigia dove può giocare“.

    In effetti Cleveland si sta muovendo per trattenere il suo gioiello, cercando di accontentarlo in tutte le sue richiesta prima fra tutte quelle di un nuovo head coach (ecco perchè il futuro di Brown appare oramai segnato).
    La voce di alcuni dissidi tra lo stesso Mike Brown e LeBron James sul modo di giocare dei Cavs è alla base del futuro licenziamento, visto che Brown ha imposto a James un gioco lento e manovriero mentre il numero 23 dei Cavs avrebbe gradito un gioco più veloce e ficcante, molto più adatto alla squadra dell’Ohio e alle sue caratteristiche.
    Ecco perchè è stato contattato John Calipari, molto stimato da James e in continuo contato telefonico con la stella dei Cavs.

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: I Celtics eliminano i Cavs, ora Cleveland cade nella paura

    I Boston Celtics compiono l’impresa di eliminare i favoriti al titolo, i Cleveland Cavaliers di LeBron James e accedono alla Finale di Conference che disputeranno contro gli Orlando Magic di Dwight Howard.
    Nonostante vari allunghi nei primi 2 quarti, i padroni di casa vengono sempre ripresi dagli avversari trascinati da un buon avvio di partita di Mo Williams (20 punti) e all’intervallo i biancoverdi hanno solo 2 punti di vantaggio: 51-49.
    Nella ripresa Cavs che partono forte ma pian piano Boston inizia ad aggiustare la mira dall’arco dei 3 punti che manda i Celtics sul +12. Mo Williams scompare dal match segnando solo 2 punti nel terzo parziale (e saranno anche gli ultimi della sua gara) dopo i 20 dei primi 2 quarti, lasciando da solo James che inizia a combattere contro tutti gli avversari complice anche la disastrosa prova dell’altra “spalla” Antawn Jamison. James cerca in tutti i modi di riaprire la gara con 2 tiri da 3 che portano i Cavaliers a -4 ma lo sforzo di dover fare tutto per conto proprio costa caro perchè alla fine della partita registrerà ben 9 palle perse, con l’ovvio risultato di essere decisamente stanco negli ultimi decisivi minuti, dove i Celtics riallungano e chiudono i conti: finisce 94-85 e ora per la franchigia dell’Ohio si apre un baratro sul futuro, per via di questa eliminazione non preventivata.
    Per Boston, una grande perfomance di Garnett (22 punti, 12 rimbalzi) mentre Rondo chiude in doppia doppia (21 punti, 12 assist, 5 steal) e Tony Allen dà l’ennesima dimostrazione di essere un grande difensore, marcando egregiamente James. Wallace aggiunge 13 punti. Per i Cavs, 38% dal campo, ben 24 palle perse ed un Lebron James in tripla doppia con 27 punti, 19 rimbalzi, 10 assist (ma 9 palle perse come già detto). Williams inesistente nella ripresa dopo un grande primo tempo mentre la gara 6 di Jamison si chiude con 5 miseri punti.
    Boston è attesa in Florida per la sfida ai Magic e ad Howard.
    Cleveland ritorna a casa distrutta, con mille interrogativi sul futuro. Questa per i Cavs potrebbe essere ben più di una sconfitta, visto che la città ora trema all’idea che James potrebbe lasciare la squadra per cercare fortuna altrove.
    Il parere personale di chi scrive comunque vede nei fallimenti degli orogranata una cattiva gestione di risorse e una mancanza di attitudine a vincere da parte di un allenatore incompetente che oltre a portare la squadra a primeggiare in regular season (che vale tanto quanto!) vive solo sugli schemi inventati in campo dal numero 23. Troppo poco per una squadra che ambiva al titolo e che grazie agli errori proprio di coach Brown ora rischia di perdere e salutare per sempre il suo leader, il giocatore più forte attualmente in circolazione sul pianeta. Cleveland, sia con LeBron che senza, dovrebbe ripartire con un nuovo allenatore!

    Risultati NBA del 14 maggio 2010

    Boston Celtics – Cleveland Cavaliers 94-85
    –> Bos: Garnett 22, Rondo 21, Wallace 13, Pierce 13 – Cle: James 27, Williams 22, O’Neal 11

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-4 (Celtics alla Finale di Conference)
    Magic-Hawks 4-0 (Magic alla Finale di Conference)
    Lakers-Jazz 4-0 (Lakers alla Finale di Conference)
    Suns-Spurs 4-0 (Suns alla Finale di Conference)

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Boston passeggia a Cleveland

    I Boston Celtics umiliano i Cleveland Cavaliers e si portano avanti 3-2 nella serie con la possibilità di chiudere il conto in gara 6 da disputare in casa.
    Partita equilibrata fino all’intervallo, dove Cleveland chiude il primo quarto sul +3 per poi subire (dopo essersi trovata anche a guidare sul +8 nel secondo quarto) un parziale di 16-0 che fa andare al riposo i Celtics sul +6. Nel secondo tempo è tutta un’altra partita con Boston che prende il largo soffrendo solo i pick ‘n roll tra O’Neal e Williams. Il terzo quarto dice 30-19 Celtics e il match sembra già in ghiacciaia, ma i biancoverdi non paghi del risultato arrotondano fino al + 32 segnando ben 40 punti nell’ultimo periodo infliggendo ai Cavs e a James una vera e proprie umiliazione, spostando l’inerzia della serie e conseguentemente del futuro della franchigia dell’Ohio se dovesse arrivare un’inaspettata eliminazione (ciò vorrebbe dire addio alle speranze di rifirmare LeBron James e si inizierebbe a ricostruire tutto dall’inizio). Biancoverdi che infliggono agli avversari la più pesante sconfitta interna nei playoff della loro storia ridando pan per focaccia dopo l’umiliazione subita in casa in gara 3 che ha prodotto il medesimo risultato a parti invertite.
    Inguardabile James che chiude con 15 punti, 6 rimbalzi e 7 assist ma 3/14 dal campo, migliore per i Cavs il positivo (in tutta la serie ma molte volte lasciato inspiegabilmente troppo in panchina da coach Mike Brown) Shaquille O’Neal con 21 punti 4 rimbalzi e 4 stoppate. Male Williams e Jamison con 9 punti per entrambi. Parker chiude con 14 punti ma la sua buona prestazione ovviamente non serve quasi a nulla.
    Per i Celtics c’è uno stellare Ray Allen con 25 punti e 6/9 dalla lunga distanza, capitan Pierce, da antologia, aggiunge 21 punti, 11 rimbalzi e 7 assist, 18 punti per Garnett, 16 per Rondo e 15 provengono da un ispirato Glen Davis.
    Gara 6 è in programma giovedì 13 a Boston con i padroni di casa pronti a chiudere la serie e a mandare a casa molto prima del previsto i favoriti al titolo, occasione troppo invitante da lasciarsi sfuggire, ma onestamente al momento tra le 2 squadre non c’è storia con i biancoverdi letteralmente dominatori.
    Cavaliers, ora, con le spalle al muro e soprattutto coach Mike Brown dovrà cercare di invertire la rotta con qualche nuova idea se quest’Estate vorrà essere confermato sulla panchina dei Cavs, visto che molte sue decisioni, non solo in questi playoff, ma nell’arco di tutta la stagione, hanno fatto storcere il naso a molti tifosi di Cleveland, nonostante la squadra abbia ottenuto il miglior record della Lega.

    Risultati NBA dell’11 maggio 2010

    Cleveland Cavalies – Boston Celtics 88-120
    –> Cle: O’Neal 21, James 15, Parker 14 – Bos: R. Allen 25, Pierce 21, Garnett 18

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-3
    Magic-Hawks 4-0 (Magic alla Finale di Conference)
    Lakers-Jazz 4-0 (Lakers alla Finale di Conference)
    Suns-Spurs 4-0 (Suns alla Finale di Conference)

  • NBA: Durant manda KO i Suns, Bargnani e Gallinari ancora sconfitti

    28 punti di Danilo Gallinari (5/10 da 3) non bastano ai Knicks per espugnare Orlando. I Magic esplodono 15 bombe nel canestro arancioblu e i 25 punti a testa di Vince Carter e Dwight Howard (per lui anche 13 rimbalzi) danno la 56esima vittoria stagionale a coach Stan Van Gundy e la corsa al secondo posto assoluto nella Lega, dietro ai soli Cavs, continua.

    Vittoria dei Bucks a Philadelphia con uno straordinario Carlos Delfino da 23 punti. i 76ers hanno l’occasione di mandare la gara in overtime ma la tripla di Jrue Holiday va sul ferro a soli 8 secondi dalla fine. Per Phila ottima la gara di Andre Iguodala (21 punti) ma non basta ad evitare il sesto KO consecutivo.

    I 15 punti di Andrea Bargnani ( ma con 17 tentativi!) non servono ai Raptors per avere la meglio sugli Hawks: Atlanta recupera lo svantaggio iniziale grazie ad un favoloso secondo quarto (45-22 il parziale) e mantiene poi sempre la testa avanti anche grazie ai 25 punti di Jamal Crawford e alla buona prestazione del tuttofare Josh Smith (17 punti, 10 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate). Toronto paga molto cara, come al solito, la non difesa in vari frangenti di gioco e un ottimo Amir Johnson (sostituto di Chris Bosh) da 18 punti e 13 rimbalzi non serve a portare a casa il risultato. Ottava piazza ancora per i Canadesi vista la sconfitta di Chicago in quel di New Jersey e domenica scontro diretto in Canada sicuramente decisivo.

    Boston viene piegata in casa dai derelitti Washington Wizards: in alcuni momenti i Celtics vengono addirittura umiliati dagli avversari che toccano il +28 di vantaggio, salvo poi rientrare nel finale quando ormai le cose sono compromesse. Andray Blatche mette a referto 31 punti e 11 rimbalzi, Shaun Livingston sembra aver trovato la squadra giusta dopo il gravissimo infortunio alla gamba che 2 anni addietro poteva costargli l’amputazione dell’arto (25 punti per il playmaker). Per Boston brilla solo Rajon Rondo con 17 punti e 12 assist, poi poco altro e terzo posto che forse sfuma in maniera definitiva.

    Successo prestigioso per gli Indiana Pacers sul parquet dei Cleveland Cavaliers: privi di 3 pedine fondamentali come Antawn Jamison, LeBron James e Mo Williams (ma solo il primo risulta essere infortunato!) i Cavs subiscono la quinta sconfitta interna della stagione e non basta uno splendido J.J. Hickson da 21 punti e 10 rimbalzi. I Pacers si affidano a Danny Granger che non tradisce le attese dei compagni e piazza 36 punti di cui 7 nell’ultimo minuto (frutto di una bomba da 3 punti e 4 liberi) che ricacciano indietro i vani tentativi dei Cavs di rientrare in partita. A coach Mike Brown valutare ora se è più utile tenere i giocatori migliori a riposo in vista dei playoff, oppure farli giocare affinchè non perdano il ritmo partita (cosa che è già successa molte volte quest’anno per Cleveland).

    Dopo 9 vittorie di fila gli Heat cadono sul parquet amico al cospetto dei Detroit Pistons: gran serata per Ben Gordon che chiude con 39 punti e 7 triple nel canestro avversario, ben coadiuvato dal solito Tayshaun Prince con 28 punti. Miami ha un Dwyane Wade leggermente sottotono (19 punti e 9 assist) e forse, vista la contemporanea vittoria dei Bucks, perde la possibilità di arrivare quinta nella Eastern Conference.

    Tutto facile per i Lakers a Minneapolis: pur senza Kobe Bryant tenuto a riposo per la seconda gara di fila, i campioni in carica sbrigano la pratica già nel primo tempo grazie ad un monumentale Pau Gasol da 29 punti e 15 rimbalzi. I T-wolves provano a rientrare in partita (Kevin Love trascinatore con 12 punti e 18 rimbalzi, coadiuvato da Johnny Flynn con 19 punti) e arrivano anche al -4 a pochi minuti dalla fine ma il solito spagnolo e l’all around player Lamar Odom (13 punti e 12 rimbalzi) chiudono la partita regalando ai gialloviola la testa di serie numero 1 dell’intera Western Conference in vista dei playoff.

    Periodo strano per i Chicago Bulls che dopo aver battuto la squadra migliore della Lega ieri, cadono invece sul parquet della peggiore: i Nets si impongono dopo 2 overtime grazie ad uno stratosferico Terrence Williams che chiude in tripla doppia (la prima della sua carriera) mettendo a referto 27 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. Fondamentale anche l’apporto del centro Brook Lopez che chiude con 26 punti e 14 rimbalzi e il tiro sulla sirena finale che ha impattato la partita per andare ai supplementari. Per i Bulls torna a brillare Brad Miller con 27 punti mentre Derrick Rose chiude con 25 ma non sono sufficienti alla franchigia dell’Illinois.

    Utah continua a mostrare il suo favoloso attacco ed espugna New orleans: Deron Williams top scorer per i Jazz con 27 punti e 16 assist, Carlos Boozer ne aggiunge 19 con 10 rimbalzi e Paul Millsap chiude in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi. A New Orleans non basta il rookie Darren Collison che piazza 28 punti. Jazz che continuano a cullare il sogno secondo posto nella Western Conference.

    Charlotte perde a Houston ed in base agli altri risultati sembra destinata ad affrontare i Magic nel primo turno dei suoi primi playoff. Vincono i Rockets con Aaron Brooks che s’accende nel finale segnando 10 dei suoi 23 punti nel quarto periodo con Trevor Ariza vicino alla tripla doppia (19 punti, 9 rimbalzi e 8 assist). Charlotte tiene a riposo Stephen Jackson con l’attacco che ne risente parzialmente. 90 punti realizzati con il 43% dal campo e 18 punti a testa per Boris Diaw e Gerald Wallace.

    Brutta sconfitta casalinga per gli Spurs che si fanno sorprendere dai Memphis Grizzlies e scendono all’ottavo posto ad Ovest accoppiandosi per i playoff con i Lakers. Grande gara di Zach Randolph che segna 28 punti con 15 rimbalzi mentre in casa texana Manu Ginobili festeggia amaramente l’estensione di contratto con 26 punti per il dodicesimo KO interno della stagione.

    I Suns cadono adf Oklahoma City: Amar’è Stoudemire segna 24 punti conditi da 15 rimbalzi, Steve Nash ne fa 11 con 12 assist, ma ad essere decisivo è il solito fenomeno Kevin Durant, autore di 35 punti e 9 rimbalzi per gli ex Seattle Sonics. Jeff Green è la solita spalla ideale con i suoi 15 punti, Serge Ibaka una presenza non solo più in difesa (3 stoppate) ma anche in attacco (15 punti) e Russell Westbrook sempre vicino alla tripla doppia con 8 punti, 8 rimbalzi e 10 assist. Su queste basi gli ex Sonics potranno dire la loro nei prossimi playoff che ora li vedono al sesto posto nella Conference. Durant sempre più solo e sempre più leader della classifica marcatori con 30 punti di media.

    40 punti di uno straordinario Dirk Nowitzki permettono ai Mavs di battere a domicilio i Blazers. LaMarcus Aldridge ha provato in tutti i modi a rispondere all’asso tedesco di Dallas ma si è dovuto arrendere alla fine (27 punti per lui). Portland ha pagato molto cara la pessima serata al tiro di Brandon Roy con 13 punti in 14 tentativi dal campo.

    Risultati NBA del 9 aprile 2010

    Orlando Magic – New York knicks 118-103
    (Orl: Dwight Howard 25, Vince Carter 25, Anderson 19 – NY: Gallinari 28, Duhon 13, Rodriguez 13)
    Philadelphia 76ers – Milwaukee Bucks 90-95
    (Phi: Iguodala 21, Louis Williams 15, Holiday 13 – Mil: Delfino 23, Ridnour 18, Jennings 16)
    Atlanta Hawks – Toronto Raptors 107-101
    (Atl: Crawford 25, Joe Johnson 18, Josh Smith 17 – Tor: Weems 18, Amir Johnson 18, Bargnani 15)
    Cleveland Cavaliers – Indiana Pacers 113-116
    (Cle: Hickson 21, Telfair 21, Anthony Parker 17 – Ind: Granger 36, Brandon Rush 16, Watson 16)
    Miami Heat – Detroit Pistons 99-106
    (Mia: Wade 19, Haslem 16, Dorell Wright 15 – Det: Ben Gordon 39, Prince 28, Villanueva 11)
    Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers 88-97
    (Min: Flynn 19, Sessions 16, Gomes 15 – Lak: Gasol 29, Odom 13, Farmar 13)
    New Jersey Nets – Chicago Bulls 127-116 (2 overtime)
    (NJ: Terrence Williams 27, Brook Lopez 26, Devin Harris 19 – Chi: Brad Miller 27, Rose 25, Deng 19)
    New Orleans Hornets – Utah Jazz 103-114
    (NO: Darren Collison 28, David West 19, Marcus Thornton 15 – Uta: Deron Williams 27, Matthews 20, Boozer 19)
    Houston Rockets – Charlotte Bobcats 97-90
    (Hou: Aaron Brooks 23, Ariza 17, Budinger 12, Scola 12 – Cha: Gerald Wallace 18, Diaw 18, Hughes 16, Felton 16)
    San Antonio Spurs – Memphis Grizzlies 99-107
    (SA: Ginobili 26, Bonner 19, Duncan 15 – Mem: Randolph 28, Gay 21, Conley 19)
    Oklahoma City Thunder – Phoenix Suns 96-91
    (Okl: Durant 35, Jeff Green 15, Sefolosha 15, Ibaka 15 – Pho: Stoudemire 24, Jason Richardson 12, Nash 11)
    Portland Trail Blazers – Dallas Mavericks 77-83
    (Por: Aldridge 27, Roy 13, Fernandez 11 – Dal: Nowitzki 40, Caron Butler 18, Jason Terry 12)

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