Tag: michel platini

  • Uefa Youth League, nasce la Champions Under 19

    Uefa Youth League, nasce la Champions Under 19

    Tempo di rivoluzioni. Dopo aver portato avanti l’idea dell’Europeo 2020 itinerante, il presidente della Uefa Michel Platini, starebbe ufficializzando la proposta di una Champions League per i più giovani. Le modalità saranno le stesse del torneo per club più importante in Europa e prenderebbe il nome di Uefa Youth League. Un’ottima vetrina per i giovani calciatori, che spesso si ritrovano convocati in prima squadra senza nessuna esperienza a livello internazionale. Secondo l’ex fantasista della Juventus, questa competizione nasce per rendere meno traumatico il passaggio dalle giovanili alle prime squadre e soprattutto può diventare una prestigiosa occasione per le società di investire nei proprio vivai. Non sarà solo un’opportunità per i giovani giocatori, ma anche i giovani arbitri, scelti su scala internazionale, avranno la loro visibilità.

    Platini – L’entusiasmo del presidente Uefa diventa quasi contagioso. Platini sembra voler dare un calcio alla crisi generale nel mondo del calcio, attraverso le sue idee innovative. Iniziò con l’ormai famoso Fair Play Finanziario, che costringerà le società a non spendere più di quanto guadagnato nel corso dell’anno, proseguì con l’Europeo itinerante, che comporterà un ottimo risparmio di denaro, potendo scegliere tra 8-9 città in tutta Europa (senza la necessità di dover intervenire in modo pesante per la ristrutturazione degli impianti) ed infine la Uefa Youth League.

    Pallone Champions League
    Nasce la Uefa Youth League. Una Champions Under 19 © CHRISTOF STACHE/AFP/Getty Images

    Come funzionerà? – Niente di più semplice. Le 32 squadre che si qualificheranno per la prossima Fase a Gironi della Champions League, avranno la possibilità di iscrivere la propria squadra Under 19 (solo in Italia la Primavera arriva fino ai 21 anni d’età, anche se si stanno cambiando le regole) che seguirà in linea di massima le stesse sfide della Prima Squadra. Le formazioni saranno divise in otto gironi da quattro club ciascuno e le prime due classificate passeranno alla Fase ad Eliminazione Diretta per poi proseguire fino alla Finale. Le gare si disputeranno nello stesso periodo della Champions League.

    Le critiche – Non tutti però sembrano soddisfatti. Infatti, le regole penalizzano le squadre di media-bassa classifica che dimostrano ottima organizzazione e ottimi investimenti nel settore giovanile. Non sempre i club che si qualificano in Champions League sono gli stessi che si dimostrano migliori nei campionati Under 19.

    Addio NextGen? – La nuova competizione, che dovrebbe partire dalla prossima stagione, mette a rischio la Next Generation Series, torneo nato appena un anno fa (che ha visto trionfare l’Inter Primavera). La NextGen infatti, non gode delle autorizzazioni della Uefa e al momento risulta essere un torneo privatista, con tanto di invito personale per le squadre partecipanti. Il torneo, considerato la Champions dei giovani, rischia di sparire dopo appena due anni di vita.

  • Europeo itinerante, domani decisione dell’Uefa

    Europeo itinerante, domani decisione dell’Uefa

    La macchina organizzativa dell’Uefa sembra non fermarsi mai, in particolar modo considerando l’orizzonte temporale di lungo periodo con cui le manifestazioni internazionali devono essere approntate. Il prossimo Europeo in calendario sarà quello francese, organizzato nella patria del presidente Michel Platini, ma dopo il 2016 potrebbe esservi una vera e propria rivoluzione della manifestazione continentale fra Nazionali, con la formula del cosiddetto Europeo itinerante.

    Il termine itinerante allude già alla caratteristica sostanziale che presenterebbe la nuova modalità organizzativa che, se dovesse andare in porto, farà sì da coinvolgere tutte le Nazioni partecipanti a partire dall’edizione dell’Europeo del 2020, evitando di affidare l’organizzazione soltanto ad un Paese o a due al massimo come si è verificato nel caso di Belgio-Olanda del 2000, di Austria-Svizzera del 2008 ed anche nell’ultimo Europeo di Polonia ed Ucraina 2012: in questo modo il peso organizzativo verrebbe ad essere “spalmato” e sia i costi che i benefici derivanti dall’organizzazione della manifestazione si distribuirebbero fra più Nazioni, ed inoltre verrebbe garantito un massiccio coinvolgimento da parte dei tifosi di tutte le Nazionali partecipanti. La proposta dell’Europeo itinerante fa capo allo stesso presidente Uefa Michel Platini che l’ha studiata a lungo prima di lanciarla e, dunque, ne caldeggia ora l’attuazione che sembra molto probabile con l’avvento dell’Europeo Itinerante che potrebbe modificare radicalmente l’immaginario della manifestazione continentale.

    Europei itineranti dal 2020 domani l'Uefa decide
    Europeo itinerante dal 2020 domani l’Uefa decide | © LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images

    In tal senso, il comitato esecutivo dell’Uefa si riunirà domani a Losanna proprio per discutere diversi temi “caldi”: oltre alla proposta dell’Europeo itinerante, anche la formula per gli Europeo 2016, che saranno i primi della storia con ventiquattro squadre partecipanti anzichè soltanto sedici formazioni, come accaduto finora.

    Pertanto, sarà necessario individuare una formula ottimale per rendere snella la competizione nonostante l’aumento della partecipanti alla fase finale e, dunque, potrebbe essere deciso di predisporre sei gruppi composti da quattro squadre, oppure si potrebbero introdurre gli ottavi di finale – che finora erano soltanto una prerogativa dei Mondiali – che includerebbero le prime due di ogni girone e le quattro migliori terze, ricalcando un modello già sperimentato in passato nei Mondiali e che, nel 1994, permise all’Italia di Arrigo Sacchi di superare la fase iniziale.

    Inoltre, sempre nella riunione di Losanna in programma domani, il comitato esecutivo dell’Uefa dovrà discutere un altro importante tema all’ ordine del giorno, ossia l’impiego dei giudici di porta (altra soluzione molto gradita al presidente Platini, ndr) anche nell’Europeo Under 21 in programma in Israele nel 2013.

  • Platini apre alla Champions a 64 squadre dal 2014

    Platini apre alla Champions a 64 squadre dal 2014

    Ben presto la Champions League, per come è attualmente strutturata, potrebbe non esistere più e venir sostituita da un torneo a 64 squadre (anzichè 32, ndr) che eliminerebbe, contestualmente, l’Europa League a partire dal 2014. A discuterne è il presidente dell’Uefa Michel Platini a margine di un’intervista al quotidiano francese Ouest-France, affermando che il dibattito è in corso e che entro il 2014 verrà presa una decisione in merito alle competizioni europee del periodo 2015-2018: work in progress, insomma.

    Se l’eventuale allargamento della competizione più prestigiosa è un’ipotesi in via di perfezionamento, un altro provvedimento “nuovo” ha già conosciuto sperimentazione ossia l’introduzione dei due giudici di porta a coadiuvare maggiormente i direttori di gara al fine di limitarne sviste ed errori e, dunque, lo stesso Michel Platini che commenta i risultati finora raggiunti: “i cinque arbitri sono usati in Champions e nel campionato italiano e che li ha adottati ne è contento”, sottolineando anche la necessità che il campionato francese apra a quest’innovazione proprio in virtù del semplice principio “quattro occhi in più vedono meglio”. Una soluzione che, secondo Michel Platini trova conforto anche nel risparmio in termini di costi, se confrontata rispetto all’introduzione di meccanismi tecnologici che segnalino i gol fantasma.

    Platini apre alla Champions a 64 squadre dal 2014
    Platini apre alla Champions a 64 squadre dal 2014 | © LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images

    In tal senso, il presidente Uefa si contrappone all’idea del  numero uno della Fifa Joseph Blatter, che qualche tempo fa aveva rimarcato come l’adozione dei giudici di porta comportasse un incremento dei costi. Platini, invece, sottolinea il “differenziale” molto ampio tra le due diverse soluzioni snocciolando cifre: alla luce dei 78 stadi delle competizioni Uefa, il costo dell’introduzione dei giudici di area è pari a 2,3 milioni di euro, mentre l’adozione della “tecnologia” comporterebbe una spesa di 32 milioni di euro per il primo anno e di 54 milioni per cinque anni.

    Sempre in tema di “riforme”, Platini analizza anche un altro discusso aspetto connesso ai regolamenti arbitrali attualmente in vigore, ossia la triplice punizione sui falli da ultimo uomo: espulsione, calcio di rigore e squalifica a seguito del cartellino rosso rimediato. Un provvedimento “eccessivo” secondo il numero uno dell’Uefa che, in tal senso, si uniforma anche al giudizio espresso  dall’Associazione italiana arbitri: secondo Michel Platini, infatti, potrebbe essere ridotta la rigidità del fallo da ultimo uomo, prevedendo la punizione con cartellino giallo piuttosto che cartellino rosso, in modo da “ammorbidirne” la portata ed evitare di stravolgere gli equilibri della gara, compromettendone l’esito per la formazione che subisce il provvedimento. Su questo argomento, come rivela Platini, sono d’accordo anche le commissioni Fifa e Uefa mentre, al momento, non lo è l’International Board, anche se non è escluso che “le cose potrebbero evolversi ed andare verso l’abolizione di questa regola”.

    Dopo aver discusso di regole ed innovazioni, Platini si sofferma su un’altra questione di attualità considerando la prossima assegnazione del Pallone d’Oro: in tal senso, il principale candidato (e quasi certo vincitore) è Leo Messi che, così, potrebbe aggiudicarsi il prestigioso premio per la quarta volta consecutiva, battendo il record detenuto finora proprio da Platini che, da giocatore, lo vinse nell’edizione 1983, 1984, 1985. Ma, a tal proposito, Platini mostra la massima “sportività” nei confronti di Messi riconoscendo che “i record sono fatti per essere battuti, se vincerà il Pallone d’Oro sarà perchè l’avrà meritato”.

  • Europeo 2020, Platini vuole 13 citta per le fasi finali

    Europeo 2020, Platini vuole 13 citta per le fasi finali

    Una ne dice, cento ne pensa. Questo è Michel Platini, presidente dell’Uefa dal gennaio 2007. Dopo aver spostato la finale di Champions League dal mercoledì al sabato e portato avanti la battaglia per il fair play finanziario, sta pensando ad una nuova innovazione, una tantum, per l’Europeo 2020. L’idea dell’ex fantasista della Juventus e della Nazionale Francese è quella di disputare le fasi finali del torneo in tutta Europa, esattamente in tredici città europee. Un’idea tanto strana, quanto innovativa. Questa è la novità che vorrebbe proporre Platini, il 7 dicembre nella riunione dell’Esecutivo della Uefa per festeggiare i 60 anni della manifestazione europea per Nazionali. L’ex numero dieci bianconero ha trasportato la sua fantasia e il suo genio, dai campetti in erba alla scrivania.

    Inoltre, dal prossimo Europeo, quello che si disputerà nel 2016 in Francia, cambierà radicalmente il format della manifestazione, con le Nazionali partecipanti che passeranno da 16 a 24, divise in sei gruppi da 4 squadre. Le prime due di ogni girone più le migliore quattro classificate in terza posizione si qualificheranno per la fase ad eliminazione diretta.

    Michel Platini
    Platini pensa già all’Europeo 2020 © Lionel Bonaventure/Getty Images

    LA PROPOSTA – Michel Platini, vorrebbe coinvolgere 13 città europee per festeggiare i 60 anni della manifestazione. La fase a gironi, più ottavi e quarti di finale, si giocherebbero nelle prime dodici città in ordine di Ranking Uefa, quindi in questo momento le partite verrebbero giocate a: Madrid, Berlino, Lisbona, Roma, Londra, Amsterdam, Mosca, Zagabria, Atene, Basilea, Parigi e Bruxelles. Mentre semifinali e la finalissima verrebbero giocate ad Istanbul, visto che la Turchia è stata la prima nazione a candidarsi per ospitare il torneo.

    L’idea permetterebbe di non investire grossi capitali in una sola nazione, ma servirebbero solo piccoli accorgimenti per rinnovare gli stadi e le infrastrutture già in uso. Coinvolgerebbe un po tutta Europa e sarebbe una novità assoluta per il calcio europeo, attirando su di se parecchi sponsor.

    La proposta c’è, fra poco meno di un mese il responso. Cosa ne pensate? Meglio mantenere la tradizione di una sola nazione ospitante (massimo due) oppure l’idea di coinvolgere tutta l’Europa vi piace?

  • Gol fantasma, la Fifa dice si alla tecnologia

    Gol fantasma, la Fifa dice si alla tecnologia

    Niente più polemiche sui goal fantasma da oggi in poi dato che la Fifa ha ufficialmente adottato l’occhio di falco, chiamato Hawk-Eye, ed il GoalRef, due sistemi che verranno installati per porre fine al problema del goal-non goal. Per poter decidere se il pallone ha superato o no la linea di rete non ci saranno più solamente gli arbitri di linea ma anche appunto questi due oggetti tecnologici considerati infallibili.

    Questi nuovi metodi sarnno utilizzati per la prima volta durante il Mondiale per Club che si disputerà in Giappone dal 6 al 16 dicembre per poi procedere all’inserimento nei vari campionati. Il tutto però, come è stato più volte sottolineato, ha dei costi non indifferenti: si parla infatti di una spesa che tocca i 250.000 dollari per ogni stadio e soprattutto, dopo l’installazione, vi sarà un periodo di rodaggio per poter verificare che tutto funzioni alla perfezione.

    I sensori devono essere al proprio posto, la triangolazione deve essere precisa altrimenti il pallone non verrà individuato, il campo magnetico deve sostenere il tutto e le telecamere non devono registrare zone d’ombra: insomma il tutto ha un costo elevato ed inoltre bisogna lavorarci anche dopo averlo installato altrimenti non servirebbe a nulla.

    FIFA President Sepp Blatter gestures on
    Blatter © FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages

    Nel frattempo i vari Paesi hanno spiegato la loro posizione in merito a questi due nuovi metodi tecnologici anti goal fantasma: l’Inghilterra sembra la più entusiasta ed ha dichiarato di voler inserire il tutto già dai primi giorni di gennaio. La Spagna vorrebbe seguire l’Inghilterra ma il problema principale è la mancanza di soldi e quindi preferisce aspettare, mentre l’Italia non si è ancora schierata ne a favore ne contro.

    Quel che è certo è che come si stanno scontrando Blatter e Platini, si scontreranno tanti altri e soprattutto, visto che il presidente della Uefa ha dichiarato di essere contro ai due oggetti tecnologici, il problema che sorge è il seguente: se un paese deciderà di inserire i meccanismi per il proprio campionato mentre in Champions League si rimarrà ancora indietro, quale delle due verrà utilizzata negli stadi dove saranno installati gli occhi di falco? Ed infine, la cosa che fa riflettere tutti è che Fifa ha richiesto un’assicurazione contro gli errori, fatto che pone attenzione e fa meditare tutti sull’acquisto e l’installazione di Hawk-Eye e GoalRef.

  • Blatter su Twitter riapre alla tecnologia contro gol fantasma

    Blatter su Twitter riapre alla tecnologia contro gol fantasma

    Ricredersi, a volte, può essere un segno di intelligenza, capacità di rivalutare e considerare le proprie idee nell’ottica dei tempi che cambiano e delle necessità che devono adeguarsi al progresso. Tutto questo si è concretizzato nel Twit di Joseph Blatter, dopo il gol di Devic annullato all’Ucraina nell’ultima partita del girone D contro l’Inghilterra e che, di fatto, ha condizionato le possibilità di qualificazione ai quarti dei padroni di casa: “dopo la partita di ieri sera, la tecnologia per la linea di porta non è più un’alternativa ma una necessità“.

    Un messaggio che, in verità, il massimo esponente del calcio mondiale porta avanti già dal 2010, l’anno dell’ improvvisa svolta “modernista” per lui, dal più ottuso conservatorismo all’apertura tecnologica, proprio per scongiurare i problemi legati ai gol fantasma. In quell’occasione, la scintilla che aveva indotto il suo cambio di impostazione era stata la rete di Frankie Lampard annullata all’Inghilterra ai mondiali Sudafricani e, da allora, Joseph Blatter è diventato più aperto all’applicazione del progresso tecnologico, dichiarando – qualche mese fa – che la rivoluzione tecnologica non può attendere a lungo.

    Dai Mondiali 2010 agli Europei 2012, in realtà, un cambiamento è stato fatto ma, a quanto pare, non è stato sufficiente a garantire una riduzione delle sviste: in Ucraina-Inghilterra, infatti, era presente il giudice di linea e, nonostante ciò, non si è stati in grado di valutare che la rete dei padroni di casa era regolare, così come ha poi confermato anche il responsabile Uefa degli arbitri Pierluigi Collina definendolo come “un errore di pochi centimetri”.

    Anche l’introduzione dei due arbitri di porta non è stato un “avvento” semplice nel calcio restìo al cambiamento (con la stagione di prova iniziale in Europa League e, poi, con l’estensione alla Champions League ed a Euro 2012, ndr)  ma, allo stato dei fatti, si è rivelato insufficiente proprio perchè continua ad affidarsi al fattore umano e, pertanto, soggetto ad errore per sua stessa natura: moltiplicare gli “occhi” può ridurre la probabilità di svista ma non azzerarla.

    Tutto risolto, dunque? No, sarebbe troppo semplice. Infatti, se da un lato il presidente Fifa è ormai favorevole sostenitore dell’applicazione della tecnologia a supporto degli arbitri, dall’altro lato il presidente Uefa Michel Platinì è contrario a tutto ciò, preferendo affidarsi esclusivamente ai “potenziamenti di organico arbitrale”, ossia ai giudici di linea, così come aveva confermato anche dopo il gol annullato a Muntari dopo Milan-Juventus del campionato italiano.

    Si preannuncia, dunque, uno scontro “ideologico” ai piani alti, che potrebbe iniziare ufficialmente già dal prossimo 2 Luglio, quando l‘Ifab si pronuncerà sulla questione-tecnologia in occasione della riunione straordinaria in programma.

    Sepp Blatter | © MIGUEL ROJO/AFP/GettyImages)

    Nonostante la rigidità di Platinì, però, la sperimentazione della tecnologia applicata al calcio sta continuando senza intoppi dallo scorso mese di Marzo ed, allo studio, si hanno due alternative valide, basate su diverse impostazioni.

    La prima è il cosiddetto “Hawk-Eye“, tradotto come occhio di Falco, già utilizzato nel tennis, che basa il suo funzionamento sul riconoscimento ottico attraverso le telecamere; la seconda alternativa, invece,  è la Goal Ref che utilizza il pallone con all’interno un microchip.

    Il pensiero “retrogrado” di Michel Platinì, dunque, potrebbe esser costretto a cedere il passo al cambiamento, facendo buon viso a cattivo gioco per non intaccare il sodalizio con Blatter: ubi maior, minor cessat.

  • Sintetico a San Siro, Milan e Inter trovano l’accordo

    Sintetico a San Siro, Milan e Inter trovano l’accordo

    Sintetico a San Siro , il sogno è diventato realtà. La rivoluzione è attesa per la stagione 2012-2013, . Milan e Inter infatti hanno trovato l’accordo per il nuovo manto erboso dello stadio meneghino. Il sintetico verrà innestato sotto il prato verde, attraverso una soluzione che nel calcio è conosciuta con il nome di erba naturale rinforzata. I lavori inizieranno al termine del campionato in corso, durante la pausa estiva. Con ogni probabilità il sintetico sarà pronto pochi giorni prima dell’inizio della nuova stagione. Una decisione attesa da tempo, preannunciata da Adriano Galliani nel post partita di Milan Barcellona, sfida valida per l’andata dei quarti di Champions League di quest’anno, dopo la quale la società blaugrana denunciò all’Uefa il campo di San Siro.

    ADDIO CAMPO DI PATATE – Saranno stati in tanti questa mattina a salutare in maniera trionfale l’annuncio dato dalla Gazzetta dello Sport. Era impensabile che Milan e Inter continuassero a giocare su un terreno simile, paragonabile più a un’area agricola dissestata piuttosto che un campo di calcio, sopratutto se questo è destinato al torneo continentale più prestigioso.

    stadio san siro | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Non solo lo spettacolo beneficerà del sintetico, ma anche tutti quei calciatori che possono definirsi vittime di San Siro. Certo, ciò non significa che dal prossimo anno gli infortuni cesseranno in maniera miracolosa, però un piccolo passo avanti in tal senso verrà compiuto.

    ESTETI – In ogni caso sarà proprio lo spettacolo in campo a “resuscitare”, con i tifosi di entrambe le squadre pronti a godersi nuove trame di gioco e azioni più divertenti. Calciatori come Cassano, Ibrahimovic, Sneijder potranno esaltarsi al massimo con il sintetico a San Siro. Le denunce all’Uefa da oggi in poi saranno soltanto un lontano ricordo, e proprio il presidente francese Michel Platini potrebbe scegliere San Siro come stadio della finale di Champions League dell’edizione 2015-2016.

  • Platini vara la maxi Champions League

    Platini vara la maxi Champions League

    Le competizioni Europee per club, così come sono attualmente disegnate, dal 2016 potrebbero non esistere più: secondo quanto riportato dall’edizione on line della Bild, il famoso quotidiano tedesco, sembra che il presidente dell’Uefa Michel Platini stia studiando una soluzione alternativa, che possa eliminare l’Europa League, ed allargare la Champions League a ben 64 squadre. La ratio dell’iniziativa che potrebbe condurre, dunque, alla nascita della “Maxi Champions League” pare esser connessa allo scarso seguito attorno alla coppa minore, l’Europa League, cui approdano solitamente squadre di seconda fascia, oltre che le eliminate dalla Champions e, che inevitabilmente, viene snobbata – in particolar modo dalle compagini italiane – anche perchè garantisce introiti ridotti rispetto a quelli della “sorella maggiore”.

    Michel Platini © KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images

    Inoltre, l’iniziativa allo studio, con l’ampliamento del numero di partecipanti, garantirebbe l’ingresso anche a squadre appartenenti a Paesi “emergenti” dal punto di vista calcistico, in particolar modo quelli dell’Est Europa, come Lettonia, Slovacchia, Polonia, e contestualmente allargherebbe a sei il numero di partecipanti dai Paesi “maggiori”, ossia Italia, Germania, Inghilterra e Spagna. Le motivazioni di una particolare attenzione nei confronti dei Paesi emergenti pare essere di natura prettamente “geopolitica”, considerando che uno dei punti fermi della presidenza Uefa di Platini è sempre stato l’intento di garantire un allargamento del movimento, con un maggior coinvolgimento anche per le federazioni minori, e che proprio questa “chiave di volta” nel 2007 ha contribuito notevolmente a garantirgli l’elezione alla Presidenza.

    Di certo, oltre alla proposta rivoluzionaria, ci sarà da studiare una formula che possa consentire un’organizzazione snella del torneo, evitando gli “intasamenti” connessi all’aumento del numero di partecipanti che, di certo, non gioverebbero allo spettacolo, nè alla gestione della stagione da parte dei club: con tutta probabilità, se la proposta andasse in porto, potrebbe essere predisposta una fase iniziale con ben sedici gironi composti da quattro squadre ciascuno, per poi giungere ad una fase successiva con gare ad eliminazione diretta.

  • Messi record, 234 gol. Nessuno come lui al Barcellona

    Messi record, 234 gol. Nessuno come lui al Barcellona

    Lionel Messi, grazie alla tripletta segnata al Granada ieri sera, raggiunge 234 gol in maglia blaugrana, diventando il miglior marcatore di sempre del Barcellona. Numeri strepitosi quelli della Pulce, protagonista assoluto della squadra più forte del mondo. Ennesima stagione stellare per l’argentino. Se nella Liga la squadra catalana è ancora lontana dal Real Madrid, in Champions League Messi sta trascinando i suoi compagni alla finale di Monaco. Ieri sera l’ultima magia del calciatore blaugrana, capace di riscrivere pagine storiche del calcio spagnolo e mondiale. I paragoni si sprecano, e dopo Diego Armando Maradona viene scomodata la leggenda vivente del basket, Michael Jordan, per molti anni associato ad una figura celeste più che terrena.

    POVERO GRANADA – Al Nou Camp ormai sono in pochi a sorprendersi. Segnare tre gol è ormai diventato quasi un evento comune, normale. Sì, per Messi. Anche ieri la Pulce ha dimostrato di essere il calciatore più forte in circolazione. Presto Messi dovrà servirsi di un buon architetto per costruire una nuova stanza all’interno della sua casa dove poter custodire i palloni che gli vengono regolarmente consegnati dopo una tripletta-normal. Con il successo sul Granada i catalani si sono portati a meno 5 dal Real, che dopo il passo falso di domenica contro il Malaga al Bernabeu è chiamato al riscatto sul campo del Villareal questa sera.

    RECORD – Non sappiamo se i gol di Messi saranno sufficienti agli uomini di Guardiola nel recuperare lo svantaggio nei confronti dei Blancos, di certo le reti del blaugrana continueranno ad abbattere tanti record da qui fino alla fine della sua carriera. Ieri è caduto quello di Cesar Rodriguez, che deteneva il primato di capocannoniere assoluto del Barcellona da oltre mezzo secolo. Raggiunta la quota di 234 gol, cifra impressionante se si considera che l’argentino ha totalizzato in tutto 314 presenze.

    lionel messi | © JOSEP LAGO/AFP/Getty Images

    STAGIONE PAZZESCA – Quella che si sta per concludere verrà ricordata come la stagione del Messi record. Quando mancano ancora 11 partite, il blaugrana ha già stabilito il suo personale record di segnature, con 34 centri realizzati in 27 incontri di Liga. Stesso discorso in Champions League, dove ha eguagliato il record di 12 gol fatto registrare lo scorso anno, e con tutta probabilità anche questo primato verrà presto frantumato (il Milan è avvisato). In ogni caso un record è stato già abbattuto. Infatti Messi, grazie alla tripletta di ieri, ha raggiunto le 54 marcature stagionali, superando se stesso quando l’anno scorso fu in grado di realizzare 53 gol in 55 match ufficiali. Numeri da fantascienza.

    IL JORDAN DEL CALCIO – A rendere meglio l’idea del Messi show è il soprannome affibbiatogli da Guardiola al termine dell’incontro di Liga contro il Granada. E’ il Jordan del calcio,  così il tecnico dei blaugrana ha voluto definire il calciatore considerato all’unanimità come the best player ever.  L’anno prossimo potrebbe diventare il primo ad aver conquistato per quattro anni di fila il Pallone d’oro, staccando definitivamente sua maestà Platini. L’unico trofeo che manca nel palmares di Messi è la Coppa del Mondo. L’Argentina può stare tranquilla, anche perché la Pulce è nata nel 1987. Nei primi 25 anni ha conquistato la Terra, nei prossimi 25 otterrà la leggenda?

  • Agnelli rompe il silenzio “Juve contro tutto e tutti”

    Agnelli rompe il silenzio “Juve contro tutto e tutti”

    L’amarezza e la delusione per l’ennesimo pareggio e per i torti arbitrali che hanno penalizzato la squadra sono ancora vive in casa Juventus, soprattutto nello stato d’animo del presidente Andrea Agnelli che oggi, a margine di un incontro allo ‘Stadium’ con il numero uno della Uefa, ed ex bandiera bianconera, Michel Platini, ha trovato la forza di rompere il silenzio tornando con la mente per un attimo su quanto accaduto ieri pomeriggio a Genova dove gli uomini di Antonio Conte hanno lasciato per strada altri 2 punti importanti ai fini della corsa scudetto: “Questa mattina ci siamo trovati per una riflessione generale: la nostra opinione non cambia, ma a questo punto noi dobbiamo continuare a credere nelle nostre possibilità. Siamo in corsa su tutti e due gli obiettivi stagionali, campionato e Coppa Italia, per cercare di perseguirli lottando contro tutto e contro tutti, consapevoli della nostra forza“.

    Chiara l’allusione alla classe arbitrale e alle recenti decisioni avverse contro le quali la Juve si trova costretta a fronteggiare. La chiara trattenuta nel primo tempo di Carvalho su Matri giudicata non meritevole di calcio di rigore da Rocchi, il gol regolare di Pepe nella ripresa annullato per fuorigioco inesistente, i penalty non concessi a Parma e contro il Siena, il gol regolare contro il Milan che ha compensato la clamorosa svista sul gol di Muntari per citare solo gli episodi più recenti hanno fatto esplodere la rabbia dei dirigenti bianconeri che al termine del match di Genova hanno preferito trincerare la squadra dietro un silenzio stampa: “Siena e Parma le svolte nel rapporto con gli arbitri? Non ho visto una svolta, anche l’inizio è stato così. Abbiamo fatto tabelle della nostra permanenza in area e dei falli fischiati. Certe cose capitano dall’inizio della stagione. Dopo Genoa-Juve una pausa di riflessione giusta“.

    Andrea Agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    Agnelli poi cambia argomento ed esprime parole d’elogio per chi quest’anno sta facendo un grande lavoro e sta portando avanti il progetto di ricostruzione del club con l’intento di farlo tornare ai fasti di un tempo: “Siamo molto soddisfatti. Abbiamo iniziato un percorso due anni fa e i risultati cominciano a vedersi. Per merito del lavoro dell’area tecnica che ha allestito una squadra all’altezza e per merito di Conte e dei suoi giocatori che sono straordinari“.

    Infine il rampollo di casa Agnelli si guadagna i complimenti del presidente dell’Uefa Michel PlatiniCi ha indicato come esempio italiano in Europa“, in visita per la prima volta allo Juventus Stadium che ospiterà la finale di Europa League del 2014, da lui stesso definito “Un gioiello, uno stadio bello e funzionale” emozionandosi alla vista della stella celebrativa dedicatagli nella Walk Of Fame lui che è stato Le Roi bianconero per 5 anni vincendo con la Juventus tutto quello che c’era da vincere.