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  • Alonso è secondo ma è Vettel a far festa

    Alonso è secondo ma è Vettel a far festa

    Come previsto alla vigilia il Gran Premio del Brasile, ultimo appuntamento del Mondiale 2012 di Formula 1, è stato teatro di una gara caotica che al termine dei suoi 71 giri ha regalato infinite emozioni e tantissimi colpi di scena. Cosi come nel 2007 e nel 2008 il Mondiale ha dovuto attendere fino all’ultima curva del GP per capire chi sarebbe stato il campione del mondo di questo avvincentissimo campionato, che al termine della corsa ha visto trionfare per il terzo anno consecutivo Sebastian Vettel, campione del mondo per la terza volta in carriera.

    Al tedesco è bastata la sesta posizione finale per aggiudicarsi l’iride al termine di una gara in cui ancora una volta è stata protagonista assoluta la pioggia caduta ad intermittenza durante il GP e che ha tenuto tutti gli addetti ai lavori in un clima di incertezza fino alla fine. Ma il pilota di Hoppenheim ha dovuto faticare tantissimo per portarsi a casa il suo terzo titolo, perchè le circostanze oggi sembravano andare tutte a suo sfavore. A partire già dal via quando alla curva 4 è stato speronato da Bruno Senna che lo ha mandato in testacoda e lo ha costretto in una rimonta furiosa dll’ultimo posto con una vettura parzialmente danneggiata nella parte sinistra in zona degli scarichi. A complicare tutto anche un problema nelle comunicazioni con i box e infine, mentre la gara pareva assestarsi, il nuovo arrivo della pioggia nel finale che ha costretto Vettel a compiere una doppia sosta per rimontare pneumatici intermedi dopo aver montato gomme morbide qualche giro prima. Ma tutto ciò non è servito a fermare la cavalcata trionafale del tedesco che grazie al sorpasso su Michael Schumacher nel finale, quasi come un passaggio di consegne, ha tagliato il traguardo in sesta posizione e ha chiuso con un vantaggio di 3 punti su Fernando Alonso.

    Bravo anche lo spagnolo, insieme a Vettel indiscusso protagonista di questo Mondiale, che ce l’ha messa veramente tutta per mettere sotto pressione il campione della Red Bull traendo dal suo potenziale il 120%. L’ultima gara di Interlagos ha rispecchiato pienamente l’andamento di questo Mondiale in cui il talento dell’asturiano non è bastato per contrastare lo strapotere tecnico della Red Bull e a dire il vero il risultato finale è molto frutto di circostanze favorevoli che hanno portato in alto in classifica la Rossa. Come l’incidente che ha messo fuori causa Lewis Hamilton speronato da Nico Hulkenberg al giro 51 mentre viaggiava meritatamente in prima posizione. Il tedesco nel tentativo di superarlo è scivolato sull’umido centrando la sospensione anteriore sinistra della McLaren numero 4, meritandosi un drive-thtought inflittogli dalla commissione di gara. L’inglese, costretto al ritiro, sperava invece in un epilogo decisamente migliore alla sua ultima gara in McLaren.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images Sport

    Ci ha pensato comunque il suo compagno di squadra Jenson Button a regalare la vittoria al team di Woking, l’ultima di questo campionato, gestendo al meglio con la sua solita capacità i 71 giri di questa pazza gara. Per la Freccia d’Argento resterà questa la stagione dei rimpianti considerando che insieme alla Red Bull è stata la scuderia  che ha ottenuto il maggior numero di vittorie ma ha pagato troppo l’inaffidabilità della MP4-27 che in troppe occasioni non è arrivata al traguardo.

    Assieme a Button è ad Alonso è finito sul podio anchel’idolo di casa Felipe Massa che grazie anche all’apporto del pubblico è riuscito a chiudere in terza posizione. Il brasiliano però aveva alla sua portata anche la seconda posizione nella gara di casa ma ha dovuto cedere la posizione al compagno di squadra per favorirlo nella lotta al titolo. La Ferrari anche grazie al paulista è riuscita comunque ad ottenere la seconda posizione nel campionato costruttori ai danni della McLaren e potrà usufruire di maggiori introiti per la prossima stagione.

    Quarto posto alle spalle delle due Ferrari per Mark Webber in una gara in cui l’australiano non ha di certo brillato ma è comunque riuscito a portare a termine il suo compitino. Quinto, dopo la penalità, Hulkenberg che ha anche comandato per lunghi tratti la gara con autorevolezza. Hanno chiuso a punti anche Micheal Schumacher, settimo all’ultima gara della carriera, davanti alla Toro Rosso di Jean-Eric Vergne. Nono Kamui Kobayashi che con questo risultato ha dato l’addio alla Sauber e Kimi Raikkonen ha chiuso la top-ten in decima posizione e ha conservato il terzo posto nel Mondiale su Hamilton.

    Piloti:                    Costruttori:             
     1.  Vettel       281        1.  Red Bull-Renault          460
     2.  Alonso       278        2.  Ferrari                   400
     3.  Raikkonen    207        3.  McLaren-Mercedes          378
     4.  Hamilton     190        4.  Lotus-Renault             303
     5.  Button       188        5.  Mercedes                  142
     6.  Webber       179        6.  Sauber-Ferrari            126
     7.  Massa        122        7.  Force India-Mercedes      109
     8.  Grosjean      96        8.  Williams-Renault           76
     9.  Rosberg       93        9.  Toro Rosso-Ferrari         26
    10.  Perez         66       
    11.  Hulkenberg    63       
    12.  Kobayashi     60       
    13.  Schumacher    49       
    14.  Di Resta      46       
    15.  Maldonado     45       
    16.  Senna         31       
    17.  Vergne        16       
    18.  Ricciardo     10
  • Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Vettel in pole a Austin, male Alonso: è 8°

    Sebastian Vettel in pole nel Gran Premio degli Stati Uniti, penultimo appuntamento della stagione di Formula 1. Il campione del mondo dopo aver ottenuto i migliori tempi in tutte e tre le sessioni di prove libere si è ripetuto in qualifica facendo sua la sesta pole position stagionale, 36esima della carriera dando così un chiaro segnale al campionato e alla lotta al titolo Mondiale. Che intende mantenere all’interno del box Red Bull.

    Il tedesco ha ottenuto la migliore prestazione grazie al tempo di 1:35.657, tempo inavvicinabile per tutti tranne che per Lewis Hamilton, con il quale ha dato vita ad un duello emozionante sul filo dei millesimi. L’inglese inaspettatamente ha tenuto alla grande il passo di Vettel ed è stato l’unico assieme al tedesco a scendere sotto il muro del minuto e 35, ma ha ha dovuto rinunciare alla pole per soli 109 millesimi di secondo accontentandosi di piazzare la sua McLaren tra le due Red Bull.

    Mark Webber infatti è stato relegato in terza posizione ma non ha mai dato l’impressione di poter impensierire i primi due che oggi hanno praticamente fatto un altro sport. Così l’australiano si è dovuto accontentare della terza posizione e sarà affiancato in seconda fila da Kimi Raikkonen che comunque in qualifica ha ottenuto il quinto tempo. Il finlandese beneficerà dell’arretramento del compagno di squadra Romain Grosjean che dalla quarta posizione sarà arretrato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio. Grande la prestazione delle due Lotus che anche qui ad Austin hanno dimostrato di essere competitive.

    Sebastian Vettel
    Sebastian Vettel pole nel GP Stati Uniti © JIM WATSON/AFP/Getty Images

    Così come grande è stata la prestazione di Michael Schumacher che con un guizzo è riuscito ad agguantare la sesta posizione, galavanizzato forse dalla possibilità domani di poter raggiungere un altro record, quello del pilota con il maggior numero di chilometri percorsi in carriera che attualmente spetta a Rubens Barrichello, e per farlo gli basterà compiere soltanto due giri. La prestazione del kaiser ottiene maggiore risalto considerando il fatto di aver tenuto dietro le due Ferrari, che hanno effettuato una qualifica davvero disastrosa.

    Felipe Massa, che per la prima volta in stagione ha battuto il compagno di squadra Fernando Alonso, ha chiuso in settima posizione mentre lo spagnolo partirà in nona posizione, soltanto grazie alla penalità che dovrà scontare Grosjean che partirà alle sue spalle. Pesanti i distacchi dalla vetta, un secondo e quattro il brasiliano, un secondo e nove l’asturiano, ma soprattutto sono tantissimi i problemi  sulla F2012, a partire dagli aggiornamenti portati per questo GP che non sembrano migliorare le prestazioni della Rossa, e a finire con il solito problema nel portare a temperatura gli pneumatici, problema che da tanti anni la Ferrari si porta dietro. Nell’ultima qualifica, per sopperire a questo problema, sulle vetture di Maranello sono state montate delle gomme medie già utilizzate nel tentativo di portare gli pneumatici prima in temperatura, mossa che però non ha pagato e che anzi ha relegato ancora più indietro la Ferrari rispetto alle ultime uscite.

    Tra le due Rosse si è piazzata la Force India di Nico Hulkenberg mentre in decima posizione troviamo Pastor Maldonando che ha chiuso la top-ten con oltre due secondi di distacco. Delusione per Jenson Button che non è riuscito ad entrare nell’ultima qualifica per un problema all’acceleratore. Partirà alle spalle della seconda Williams di Bruno Senna. Soltanto 17esimo Nico Rosberg.

  • Vettel vittoria e sorpasso. Per Alonso adesso è davvero dura

    Vettel vittoria e sorpasso. Per Alonso adesso è davvero dura

    Sebastian Vettel ha vinto il Gran Premio della Corea sul circuito di Yeongam, 16esima gara della stagione di Formula 1. Il quint’ultimo appuntamento del Mondiale ha segnato una tappa importante, cioè il sorpasso del campione tedesco ai danni di Fernando Alonso, che nulla ha potuto contro lo strapotere della Red Bull e si è dovuto accontentare soltanto della terza posizione alle spalle delle due lattine volanti, risultato che non gli ha permesso di mantenere la leadership del Mondiale che ora è nelle mani di Vettel per sei punti di vantaggio.

    Troppo netto il dominio della scuderia anglo-austriaca che ha messo il suo alfiere preferito nelle condizioni di vincere le ultime tre gare della stagione, a Singapore,  a Suzuka una settimana fa e ora qui in Corea, 25esima vittoria della carriera,  chiudendo un trittico di gare orientali in maniera perfetta balzando in vetta alla classifica piloti e mantenendo alla grande la testa della classifica costruttori.

    Vettel è scattato alla grande sin dalla partenza andando ad insidiare la posizone del compagno di squadra strappandogliela qualche curva più tardi senza troppi problemi. E la gara in fin dei conti è finita in quel momento perchè nessuno poi è stato in grado di impensierire minimamente il campione del mondo che ha dominato la gara sino alla fine dei 55 giri.

    Alle sue spalle Mark Webber ha svolto in pieno il suo lavoro, proteggendo il compagno di squadra da eventuali attacchi degli avversari che però in realtà non sono mai arrivati. Troppo superiore questa Red Bull nonostante una Ferrari comunque in crescita rispetto a Suzuka che piazza Fernando Alonso e Felipe Massa in terza e quarta posizione.

    Lo spagnolo ha fatto il massimo centrando almeno il podio, obiettivo minimo del GP, scavalcando con un bel sorpasso alla partenza la McLaren di Lewis Hamilton e ha provato a tenere il passo dei rivali. Senza nessun risultato perchè mentre Vettel scappava Webber si preoccupava di controllare la situazione rischiando qualcosina soltanto in prossimità del secondo e ultimo pit-stop in cui l’asturiano ha provato ad avvicinarsi sfruttando un leggero calo delle coperture Pirelli sulla Red Bull dell’australiano. Dopo la sosta invece le posizioni si sono congelate “ritornando alla normalità”, e anzi Massa nel suo ultimo stint ha provato ad avvicinarsi seriamente al compagno di squadra, di ben mezzo secondo più lento di lui.

    Sebastian Vettel © JUNG YEON-JE/AFP/GettyImages

    Dal box Rosso però è arrivato l’invito al brasiliano di rallentare e mantenere la posizione per permettere ad Alonso di guadagnare punticini importanti da sfruttare in caso di debacle degli avversari, che in questo momento francamente è impossibile da pensare. La ritrovata competitività di Massa è stato un buon segnale comunque per la casa di Maranello, in quanto gli ha permesso di scavalcare provvisoriamente la McLaren al secondo posto della classifica costruttori, unica consolazione per il team in un week-end non proprio positivo.

    Va molto peggio appunto alla McLaren che è uscita con le ossa rotte dal week-end coreano. Jenson Button dopo una qualifica a dir poco disastrosa è stato costretto ad abbandonare la corsa dopo un centinaio di metri per essere stato coinvolto in una carambola innescata da Kamui Kobayashi al via. Il giapponese, reduce dagli entusuasmi del terzo posto nella sua Suzuka,  ha centrato la Mercedes di Nico Rosberg ed è poi finito sulla vettura del pilota inglese danneggiandogli la sospensione anteriore e costringendolo al ritiro immediato.

    Per Hamilton invece una gara senza acuti chiusa con un anonima decima posizione. L’anglo-caraibico dopo essere stato scavalcato al via da Alonso ha fatto fatica a tenere il ritmo dei primi accusando un consumo anomalo degli pneumatici che lo ha costretto ad effettuare addirittura tre soste. Ha poi dovuto subire il sorpasso di Massa, comunque uno dei piloti più veloci in pista, e alla fine nel tentativo di attaccare Jean-Eric Vergne in nona posizione ha raccolto un pezzo di erba sintetica staccatosi da bordo pista che si è incastrato sotto la vettura provocandogli disturbi aerodinamici.

    Davvero disastrosa questa ultima parte di stagione per il team di Woking che sta cancellando quanto di buono aveva fatto sino al GP d’Italia a Monza, arrivando a perdere la seconda posizione nei costruttori in favore della Ferrari. In più c’è la rottura definitiva tra Hamilton e il team che sta indicendo la squadra ormai fuori dalla lotta al titolo a pensare già alla stagione 2013.

    Decisamente meglio della McLaren la Lotus, che ha rialzato la testa dopo il brutto GP del Giappone la scorsa settimana. Alle spalle dei migliori quattro si è piazzato Kimi Raikkonen che ha chiuso quinto sfruttando i nuovi aggiornamenti adottati sulla E20. L’altra Lotus di Romain Grosjean è giunta in settima posizione penalizzata dal bel duello a tre con Hamilton e Nico Hulkenberg. Il francese ha tentato l’attacco all’inglese ma è stato costretto ad allargare la curva per evitare il contatto, consentendo al tedesco di balzargli davanti che ha poi mantenuto la posizione fino alla fine.

    Positiva anche la gara delle due Toro Rosso, entrambe a punti e nella top-ten con Vergne e Daniel Ricciardo. Non pervenute ancora una volta le Mercedes con Rosberg molto sfortunato e ritirato al via per il contatto con Kobayashi e Button, mentre  Michael Schumacher di certo non può appellarsi alla sfortuna. Il tedesco come sempre ha provato in tutti i modi a difendere con le unghie e con i denti la sua posizione ma la W03 non è parsa mai in grado di lottare con le vetture rivali. Alla fine è arrivato soltanto un 13esimo posto ad una vita dai primi, davanti alle due Williams di Pastor Maldonado e Bruno Senna.

  • Webber pole in Corea, Red Bull davanti a Hamilton e Alonso

    Webber pole in Corea, Red Bull davanti a Hamilton e Alonso

    Seconda pole position consecutiva per la Red Bull. Dopo Suzuka anche a Yeongam, che domani ospiterà il Gran Premio della Corea, le due lattine si sono piazzate davanti a tutti, ma la pole questa volta è andata a Mark Webber che ha beffato il suo compagno di squadra Sebastian Vettel per soli 74 millesimi. L’australiano ha strappato la prima posizione al tedesco proprio al suo ultimo tentativo firmando il giro più veloce in 1:37.242 che gli è valso la seconda pole position stagionale anche se quella di Montecarlo era stata ottenuta da Michael Schumacher, poi arretrato nello schieramento.

    Dominio Red Bull quindi con Vettel in seconda posizione, un pò a sorpresa visto che il tedesco nonostante sia entrato in pista per ultimo nella Q3 non è riuscito a migliorare il suo tempo. Questo cambia ben poco nelle gerarchie di gara che vede una Red Bull superiore a tutte le altre e nettamente favorita per la vittoria, con Webber che potrebbe proteggere Vettel dagli attacchi degli avversari anche se all’interno del team negano categoricamente che ci possano essere degli ordini di scuderia.

    L’occasione per il campione del mondo di portarsi avanti nel Mondiale è ghiotta tanto che in terza posizione, a proteggerlo dagli attacchi di Fernando Alonso, c’è un alleato insospettabile, Lewis Hamilton, che con la McLaren aprirà la seconda fila in terza posizione. L’inglese, staccato di due decimi, scatterà proprio davanti allo spagnolo, beffato di soli 7 centesimi dal pilota anglo-caraibico. Al pilota della Ferrari resta la speranza di poter migliorare in gara come quasi sempre è successo quest’anno e di poter lottare per lo meno per il podio ma l’impresa resta comunque difficile.

    Mark Webber © ROSLAN RAHMAN/AFP/GettyImages

    Al quinto posto la Lotus di Kimi Raikkonen che ha accusato un ritardo di quasi quattro decimi da Webber. La E20, dotata dei nuovi aggiornamenti agli scarichi, ha mostrato un netto miglioramente rispetto a Suzuka e la settima posizione di Romain Grosjean ne è la dimostrazione. Entrambe le vetture sono entrate nella top-ten, tra di loro la seconda Ferrari di Felipe Massa, a mezzo secondo però dalla prima posizione.

    Ancora una volta nella classifica dei migliori dieci la Force India, con un confermatissimo Nico Hulkenberg che ha conquistato l’ottava posizione accusando però un ritardo pesantissimo: il tedesco infatti è il primo dei piloti con oltre un secondo di ritardo dalla vetta, ed ha chiuso davanti alle due Mercedes di Nico Rosberg e Michael Schumacher, entrambe nella top-ten.

    Delusione invece per Jenson Button, che non è riuscito a superare la Q2 per entrare nella classifica dei migliori dieci a lottare per la pole position. L’inglese è stato anche rallentato nel suo ultimo run dalle bandiere gialle esposte dai commissari per la vettura di Daniel Ricciardo ferma alla penultima curva a causa di un problema al cambio ma sicuramente i problemi dell’inglese non sono tutti qui perchè la mancanza di velocità della Mp4-27 è state evidente. L’11esima posizione dimostra che quella competitività acquisita sino al GP di Singapore da parte del team di Woking sembra essere stata persa.

    Alle spalle di Button partirà il suo prossimo compagno di squadra in Mclaren Sergio Perez e l’altra Sauber di Kamui Kobayashi, reduce dal grande terzo posto nella sua Suzuka. In difficoltà anche la Williams, in 15esima posizione con Pastor Maldonado e in 18esima con Bruno Senna ma anche la Toro Rosso non se la passa meglio: detto di Ricciardo che a causa di un problema al cambio ha dovuto rinunciare al suo ultimo tentativo dovendosi accontantare soltanto della 16esima posizione, il suo compagno di squadra Jean-Eric Vergne ha fatto ancora peggio, chiudendo le sue qualifiche in 17esima posizione.

    Chiudono la classifica dei tempi le due Caterham, le due Marussia e le due Hrt.

  • Vettel domina a Suzuka e riapre il Mondiale. Alonso ko

    Vettel domina a Suzuka e riapre il Mondiale. Alonso ko

    Sebastian Vettel ha dominato il Gran Premio del Giappone valevole per il 15esimo appuntamento della stagione di Formula 1 conquistando la seconda vittoria negli ultimi due GP disputati. Sul circuito di Suzuka il campione del mondo in carica ha messo in scena una delle “sue” gare più belle, su uno dei circuiti che sicuramente più predilige avendovi conquistato con oggi la terza vittoria in 4 anni. Il tedesco porta cosi a termine il Grand Chalem avendo conquistato pole, vittoria, la 24esima della carriera, giro veloce firmato in 1:35.774, nonostante le raccomandazioni del suo ingegnere di pista che gli comunicava di rallentare, e testa della classifica mantenuta dall’inizio alla fine, insomma una gara dominata e mai messa in discussione.

    Anche perchè il GP del Giappone si può riassumere tutto alla partenza, che ha visto l’inaspettata uscita di scena del leader della classifica del Mondiale Fernando Alonso, toccato alla prima curva dopo la partenza da Kimi Raikkonen e costretto al ritiro per la foratura dello pneumatico posteriore sinistro. La dinamica dell’incidente è stata molto simile a quella dell’incidente di Spa-Francorchamps, in questo caso con Alonso che è andato a stringere verso l’esterno la posizione di Raikkonen, finito anche sull’erba esterna e che inevitabilmente ha toccato con l’alettone anteriore la ruota posteriore del ferrarista. Testacoda e ritiro dopo una sola curva per l’asturiano che ora vede avvicinarsi in classifica in maniera molto pericolosa Vettel, distante ora solo 4 punti e in grande ascesa con una Red Bull ritornata a volare. Epilogo peggiore per la Ferrari non poteva esserci.

    Sempre alla partenza, ma alla curva successiva, è finita la gara di Mark Webber che si è visto speronare dal recidivo Romain Grosjean a cui non è bastata la punizione di una gara di stop inflittagli dalla Federazione dopo l’incidente del GP del Belgio per placare i suoi animi in partenza. Pronti via il francese ha centrato in pieno la RB8 dell’australiano che è andato in testacoda con la vettura visibilmente danneggiata ed è stato costretto a rientrare dopo un solo giro ai box per riparare la vettura, ma ormai a quel punto la gara era stata già compromessa. Webber è poi riuscito a risalire sino alla nona posizione ma a quasi un minuto di ritardo dal compagno di squadra leader della gara.

    Sebastian Vettel © JUNG YEON-JE/AFP/GettyImages

    La carambola iniziale, in cui è stato coinvolto anche Nico Rosberg che è stato costretto a ritirarsi, ha provocato la prima e unica safety-car del Gran Premio con la gara che è ripresa dopo due giri ma che non ha regalato più grosse emozioni.

    Dietro al dominatore indiscusso della gara, la vera sorpresa di giornata, con Felipe Massa che di forza riesce a guadagnare la seconda posizione e un podio che mancava da ben 2 anni, dal GP della Corea del 2010. Il brasiliano è riuscito a salvare il week-end della Ferrari con una prestazione super, con tempi molto vicini a quelli di Vettel ma soprattutto migliori rispetto a quelli dei principali rivali e dopo una grande partenza che gli ha permesso di guadagnare molte posizioni, ha sfruttato la sosta ai box per sopravanzare Kobayashi e  Button grazie ad una serie di giri veloci. Ma la prestazione del paulista accresce il rammarico in casa Ferrari per il ritiro di Alonso che con ana Ferrari in queste condizioni avrebbe sicuramente potuto ottenere qualcosa di importante in questo GP.

    Completa un podio del tutto inedito l’idolo indiscusso di casa Kamui Kobayashi, che ha ottenuto la terza posizione e il gradino più basso del podio proprio nella gara di casa. Risultato difeso con le unghie e con i denti quello del samurai giapponese che sul finale di gara ha dovuto faticare non poco per rintuzzare gli attacchi portati sul filo dei centesimi di un arrembante Jenson Button in rimonta nella parte finale di gara ma mai in grado di sferrare il colpo giusto per tentare il sorpasso.

    Fuori dal podio dunque le due McLaren, con Button quarto e Lewis Hamilton in quinta posizione ma mai nel vivo della gara. Il pilota anglo-caraibico ha pagato l’azzardo di aver cambiato l’assetto della sua Mp4-27 poco prima dell qualifiche, scelta che lo ha penalizzato anche in gara rendendolo mai pericoloso e vulnerabile agli attacchi degli avversari. Lo si è visto nel duello con Sergio Perez, bravo a rifilargli un gran sorpasso al tornante Hairpin nei primi giri di gara, per poi ritentarci (esagerando) sempre nello stesso punto dopo il primo pit-stop, essendosi ritrovato nuovamente dietro al pilota della McLaren. Ritrovatosi all’esterno e sulla parte sporca della pista il messicano è andato dapprima in testacoda e poi sulla ghiaia terminando la sua gara, fino a quel momento spettacolare al 19esimo giro.

    Alle spalle delle due McLaren la Lotus di Kimi Raikkonen che a faticato nel finale a tener dietro l’ancora una volta ottima Force India, quella di Nico Hulkenberg, arrivato a soli sette decimi dagli scarichi del finlandese. Ottavo posto per la Williams di Pastor Maldonado mentre al decimo posto chiude la top-ten la Toro Rosso di Daniel Ricciardo. L’australiano ha tenuto duro agli attacchi dell’unica Mercedes superstite, quella di Michael Schumacher che le ha tentate tutte pur di superare il suo avversario ed entrare nella zona punti senza però riuscire nel suo intento. Complessivamente buona comunque la gara del campione tedesco che era partito dal fondo dello schieramento ed è riuscito a chiudere in 11esima posizione, salvando parzialmente un’altra giornata nera per la Mercedes.

    Si ritornerà in pista da subito, la prossima settimana infatti si correrà il GP di Corea che potrà dare modo ai delusi del Giappone come Alonso di riscattarsi e ai suoi inseguitori di continuare la ricorsa alla classifica del Mondiale, più avvincente che mai, e destinato a riservare sicuramente altri colpi di scena.

  • Webber al comando nelle libere a Suzuka. Quinto Alonso

    Webber al comando nelle libere a Suzuka. Quinto Alonso

    Mark Webber ha ottenuto il miglior tempo complessivo alla fine delle due sessioni di prove libere effettuate sul circuito di Suzuka dove domenica si correrà il Gran Premio del Giappone, 15esimo appuntamento della stagione. Il pilota australiano ha firmato il miglior giro nella seconda sessione fermando il tempo sull’1:32.493, due decimi meglio rispetto a quello fatto registrare da Lewis Hamilton, secondo al termine della prima giornata. Il pilota inglese ormai ex-McLaren aveva fatto registrare il secondo miglior tempo anche nella prima sessione e quindi dimostra di avere una buona costanza di rendimento.

    Alle sue spalle ma per un solo decimo l’altra Red Bull del campione del mondo in carica Sebastian Vettel, cosi l’anglo-caraibico si trova stretto nella morsa delle due lattine volanti. Da notare che il tedesco non ha fatto segnare il miglior tempo con le copetrure più morbide, le medie in questo GP, quindi il suo tempo ha ancora margini di miglioramento.

    Come a Singapore quindi la lotta per la pole e per la vittoria sembra essere un affare tra Red Bull e McLaren con l’aggiunta di Webber che quì, a differenza di Marina Bay, sembra erssere molto performante. E poi c’è Jenson Button, che termina la sua giornata complessiva in settima posizione dopo aver chiuso però al comando la prima sessione di prove. Dunque potrebbe rivelarsi una mina vagante viste le ottime prestazioni della Mp4-27.

    Mark Webber © Clive Rose/Getty Images

    Al quarto posto invece troviamo la confermatissima Force India ancora una volta nelle prime posizioni ma questa volta con Nico Hulkenberg, che si è fermato a mezzo secondo dalla vetta, quindi neanche troppo lontano. Il compagno di squadra Paul Di Resta invece si è fatto notare questa volta per un testacoda alla curva Spoon con conseguente urto contro le barriere di protezione. Auto distrutta e nessun tempo cronometrato per lui.

    Hulkenberg ha preceduto lo spagnolo Fernando Alonso, in quinta posizione e in ritardo di sei decimi dal miglior tempo di Webber, dopo aver terminato la prima sessione in 11esima posizione. Qui la Ferrari sembra soffrire particolarmente le caratteristiche del circuito giapponese costituito da molti curvoni veloci che richiedono una grande efficienza aerodinamica, cosa che in questo momento pare mancare alla F2012. A dimostrazione di ciò la nona posizione di Felipe Massa ad oltre un secondo dalla prima posizione.

    In miglioramento rispetto a Singapore le prestazioni della Lotus almeno con Romain Grosjean, sesto al termine delle due sessioni. Il francese ha dichiarato di voler aiutare il compagno di squadra Kimi Raikkonen coinvolto nella lotta per il titolo mondiale, ma che per il momento deve fare i conti con i problemi della sua E20, e “accontentarsi” della 14esima posizione provvisoria complice anche un problema al sistema di raffreddamento del kers che ha compromesso lo svolgimento regolare della sua sessione.

    Nella top-ten invece hanno chiuso Bruno Senna, ottavo e Michael Schumacher, in decima posizione. Tra di loro, come detto, la Ferrari di Massa. Per il tedesco, fresco di annuncio del suo prossimo ritiro al termine della stagione in corso, la sessione si è chiusa con un testacoda finito contro le barriere della curva Spoon, che procurato diversi danni alla vettura. Ricordando anche che il sette volte campione del mondo dovrà scontare una penalità che gli costerà 10 posizioni sulla griglia di partenza per aver causato l’incidente a Singapore con l’incolpevole Jean-Eric Vergne. Il neo acquisto McLaren Sergio Perez non è andato oltre il 12esimo tempo.

  • Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione

    Schumacher annuncia il ritiro a fine stagione

    La carriera di Michael Schumacher in Formula 1 è arrivata al termine. Il campione tedesco infatti ha annunciato il proprio ritiro dalla carriera agonistica questa mattina, durante una conferenza stampa svoltasi a Suzuka dove domenica si correrà il Gran Premio del Giappone, 15esima gara della stagione.

    Alla presenza dei vertici Mercedes il sette volte campione del mondo ha dato l’annuncio ufficiale, questa volta quello definitivo, dell’abbandono alle corse dopo 6 anni dal suo primo ritiro, tre dal suo rientro nel circus con il team della stella a tre punte, un rientro che però non ha fruttato i risultati e le soddisfazioni sperati: “Ho deciso di ritirarmi alla fine di quest’anno” – ha annunciato il kaiser davanti ad una folla di giornalisti – “è arrivato il momento giusto per farlo”Se avessi voluto rimanere, posso assicurarvi che avrei avuto delle valide opzioni per farlo”. “So di poter competere ancora con i migliori, ma a questo punto è giusto dire addio”

    In effetti a Schumi, dopo essere stato appiedato dalla Mercedes che ha ingaggiato l’ormai ex pilota della McLaren Lewis Hamilton per la prossima stagione, era rimasta ancora l’opzione di poter correre con la Sauber, visto che il team di Woking ha puntato sul messicano Sergio Perez per sostituire l’anglo-caraibico, e poter puntare cosi al record di maggior numero di GP disputati che è detenuto dall’ex compagno-rivale in Ferrari Rubens Barrichello. Ma in effetti cosi non è stato: “E’ tempo di riprendere la vita normale, non so cosa farò dopo il mio ritiro, ma adesso mi sento sollevato. Ora voglio concentrarmi sul resto della stagione e godermi le ultime gare con voi”.

    Michael Schumacher © Clive Mason/Getty Images

    “Ci ho pensato per un pò. L’accordo era triennale, è difficile mantenere motivazione ed energia, è naturale pensarci di più rispetto a quando si è giovani. Ho avuto i miei dubbi per un pò. Ho detto nel 2006 che le mie batterie erano scariche e ora sono in zona rossa. Non so se c’è tempo per ricaricarle, ma guardo alla mia libertà. Non sono deluso per il mio ritorno, in modo diverso ho fatto un grande affare, e sono molto soddisfatto della mia carriera. Ora farò esattamente quello che ho fatto la prima volta, concluderò e mi concentrerò al 100% su quello che devo fare”.

    Abbstanza insoddisfacenti i numeri e i risultati ottenuti dal suo rientro in pista nel 2010: due anni passati nelle retrovie e le soddisfazioni più grandi che arrivano quest’anno, nella stagione che si sta disputando. Un podio nel Gran Premio di Valencia  e la pole position a Montecarlo, li dove i piloti fanno davvero la differenza, per poi essere arretrato di 5 posizioni per essere incorso in una penalità nel GP di Spagna. Un pò troppo poco per un pilota abituato a dominare per tanti anni, messo in difficoltà da un mondo nettamente diverso rispetto alla sua “prima vita” in F1, senza contare l’età , i suoi ben 43 anni suonati che cominciano a farsi sentire.

    Vorrei ringraziare Daimler, Mercedes, il team, i miei ingegneri e i miei meccanici per la fiducia riposta in me“, il ringraziamento commosso di Schumi che ora cercherà di concentrarsi e onorare al meglio i suoi ultimi sei GP di una carriera strepitosa condita da ben 7 titoli mondiali, 91 GP vinti, 155 podi, 68 pole position, 77 giri veloci e 1560 punti, che gli valgono il record per ogni statistica. Numeri davvero impressionanti, incancellabili nonostante questi ultimi tre anni di poche luci e tante ombre.

  • Hamilton passa alla Mercedes al posto di Schumi. Perez in McLaren

    Hamilton passa alla Mercedes al posto di Schumi. Perez in McLaren

    Si è improvvisamente infiammato oggi il mercato dei piloti della Formula 1. In mattinata infatti sono avvenuti numerosi colpi di scena che hanno dato vita a vorticosi movimenti di mercato che hanno riguardato un pò tutte le scuderie, big e non solo. Il più clamoroso, ma nell’aria da diverse settimane, riguarda il passaggio di Lewis Hamilton dalla McLaren alla Mercedes a partire dalla prossima stagione, quella 2013, trasferimento che ha così di fatto scatenato clamorosi scenari.

    Hamilton lascia la McLaren dopo sei anni trascorsi con il team in Formula 1, ma di fatto il rapporto tra Lewis e il team di Woking durava sin da quando Ron Dennis decise di metterlo sotto contratto quando aveva 12 anni e correva nei kart, un matrimonio troppo duraturo per pensare di poter essere interrotto. E invece la rottura definitiva tra il pilota e la squadra inglese è arrivata questa mattina attraverso le parole del quotidiano tedesco “Bild”, che ha annunciato il passaggio dell’anglocaraibico alla squadra di Ross Brawn per i prossimi tre anni, dal 2013 al 2015, dopo appunto sei stagioni in McLaren condite da un titolo Mondiale nel 2008, 20 vittorie e 24 pole position.

    Lewis Hamilton © PUNIT PARANJPE/AFP/GettyImages

    La squadra di Stoccarda è riuscita a convincere Hamilton grazie ad un contratto faraonico, si parla di 19 milioni di euro all’anno, ma soprattutto grazie alla gestione degli sponsor personali e ai diritti delle campagne pubblicitarie che il team è riuscito a garantire al pilota (come sua volontà) dandogli cosi di fatto la possibilità di aumentare il suo ingaggio. Scelta dunque tutt’altro che di cuore quella del campione inglese, che lascia la macchina al momento migliore del circus per approdare in un team acui non mancano di certo le possibilità economiche, ma sul cui rendimento sportivo rimane più di un punto interrogativo.

    La casa dalla stella a tre punte con l’ingaggio di Hamilton ha cosi di fatto scaricato l’eterno Michael Schumacher che al termine della stagione in corso si ritroverà (per il momento) senza sedile. Le possibilità per il Kaiser non sono più ormai molte, resta l’ipotesi del secondo ritiro in carriera dopo un ritorno in F1 che non ha dato i risultati sperati e la sua conseguente entrata nel management della casa tedesca come ambasciatore del marchio in tutto il mondo, ma c’è anche la possibilità di continuare almeno per un’altra stagione, e in questo senso è forte la tentazione della Sauber.

    Già perchè il sette volte campione del mondo è molto allettato dalla possibilità di soffiare all’ex compagno-rivale Rubens Barrichello il “titolo” di pilota più longevo della Formula 1; il brasiliano è infatti al momento il pilota che detiene più Gran Premi sulle spalle e a Schumi non resta che battere soltanto questo record prima di chiudere la sua comunque grandissima carriera.

    In Sauber Schumacher potrebbe prendere il posto di Sergio Perez, pilota più volte accostato alla Ferrari nell’ultimo periodo ma soffiato a Maranello dalla McLaren che dalla prossima stagione punterà sul 22enne messicano per sostitutire Hamilton. In realtà la squadra di Woking ha provato in tutti i modi a trattenere fino all’ultimo il suo pupillo, che però aveva chiesto più autonomia nella gestione dei diritti d’immagine e dei premi, cosa che la McLaren non era disposta a lasciare.

    Cosi si è “ripiegato” su una soluzione di sicuro affidamento e di prospettiva per il futuro. Perez, già pilota di scuola Ferrari, viene da un ottima stagione con la Sauber in cui ha conquistato già tre podi, andando molto vicino alla vittoria sia nel Gran Premio di Malesia che in quello di Monza, vinto proprio da Hamilton.

    L’unica squadra immune per il momento da questi movimenti è proprio la Ferrari, che ha giudicato ancora troopo immaturo per il salto di qualità in una grande scuderia Perez, e che si affiderà anche al prossimo anno a Felipe Massa, confermato nei giorni scorsi anche da Luca Cordero dI Montezemolo.

  • Hamilton out, a Singapore vince Vettel ma Alonso fa festa

    Hamilton out, a Singapore vince Vettel ma Alonso fa festa

    Sebastian Vettel vince il Gran Premio di Singapore. Sul circuito di Marina Bay il campione del mondo in carica torna a vincere dopo nove gare a secco e lo fa nella cornice più suggestiva del Mondiale, bissando il successo ottenuto lo scorso anno e che gli aveva regalato con cinque gare d’anticipo il titolo Mondiale. Il tedesco ottiene la 23esima vittoria della carriera, la seconda nel campionato attuale, conquistando l’81esimo podio della carriera che gli permette di superare nella classifica di tutti i tempi un mostro sacro della Formula 1, il grande Ayrton Senna.

    Ma la vittoria di oggi è soprattutto frutto del ritiro inaspettato di Lewis Hamilton, saldamente in testa alla gara fino al giro 23 quando il cambio della sua McLaren lo abbandona alla curva 1 mandando in fumo i sogni vittoria e molto probabilmente anche la sua rimonta in campionato chiudendo cosi i giochi per il titolo mondiale. La pole position conquistata nella giornata di ieri che gli è valso l’aggancio nella classifica generale di tutti i tempi a Nelson Piquet non è stata di buon auspicio l’anglo-caraibico, nonostante una McLaren in forma strepitosa, è al suo secondo zero in quattro gare e si ritrova ora a 52 punti di distacco dalla vetta quando alla fine di questo week-end potevano essere soltanto22 i punti dal primo in classifica. Per la McLaren si tratta invece del terzo ritiro negli ultimi tre GP per almeno uno dei suoi piloti, il secondo per problemi tecnici dopo quello occorso a Button nel Gran Premio d’Italia a Monza, il che significa che se la McLaren con i nuovi aggiornamenti è diventata velocissima, è diventata altrettanto fragile, problema su ci i tecnici di Woking dovranno lavorare duramente.

    Sebastian Vettel © Clive Mason/Getty Images

    A salvare parzialmente la deludente giornata delle Frecce d’Argento ci pensa Jenson Button, che chiude la gara alle spalle di Vettel se pur di 9 secondi ma guadagnando due posizioni dalla partenza. Tuttavia l’inglese non è mai apparso in grado di contrastare il campione tedesco per la vitttoria ma ha tenuto a bada gli tutti gli altri avversari potendo contare su una McLaren comunque veloce.

    Terzo posto e gradino più basso del podio per Fernando Alonso, sicuramente il più felice alla fine di questo week-end per come sono andate le cose in gara. Lo spagnolo dopo aver rimediato ad una partenza non perfetta si limita a gestire la gara per portarea casa più punti possibili, ed è fortunato quando sia Hamilton prima che Pastor Maldonado poi abbandonano la gara per problemi tecnici sulle rispettive vetture. Per il pilota della Ferrari il massimo risultato con il minimo sforzo, anche perchè la F2012 su questo circuito non è mai apparsa a suo agio, tanto che lo spagnolo alla fine ha il suo bel da fare per tenere a bada la Force India di Paul Di Resta, meritatamente quarto al traguardo.

    Al quinto posto la prima delle Mercedes con Nico Rosberg bravo a sfruttare i nuovi aggiornamenti agli scarichi sulla W03 e achiudere la gara davanti alle due Lotus di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean. Il finlandese viene scavalcato da Vettel nella classifica del mondiale ma mantiene la terza posizione superando Hamilton.

    Ottavo l’altro ferrarista Felipe Massa, dopo un’ottima rimonta dall’ultima posizione per aver forato uno pneumatico alla prima curva dopo la partenza. Il brasiliano precede sul traguardo la Toro Rosso dell’australiano Daniel Ricciardo che a sua volta precede il connazionale Mark Webber, ancora una volta deludente e stracciato dal suo compagno di squadra.

    Proprio non porta bene la trasferta singaporiana a Michael Schumacher che anche quest’anno si rende protagonista di un incidente, questa volta con la Toro Rosso di Jean-Eric Vergne, speronata dalla Mercedes del tedesco alla curva 8 poco dopo la prima ripartenza per l’entrata in pista della safety-car per l’incidente di Narian Karthykeyan sotto il ponte al giro 31. Proprio l’incidente tra il tedesco e il franceseinvece causa la seconda safety car che di fatto non cambiano l’esito del GP stabilizzatosi dopo l’uscita di Hamilton e Maldonando. Anzi è servita soltanto per prolungare la corsa che termina prima dei 61 giri previsti. Ritirata per problemi tecnici anche l’altra Williams di Bruno Senna.

  • Pole di Hamilton all’Hungaroring. Alonso sesto

    Pole di Hamilton all’Hungaroring. Alonso sesto

    Lewis Hamilton ha conquistato la pole position del Gran Premio d’Ungheria, 11esimo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Sul circuito dell’Hungaroring il pilota della McLaren ha conquistato il miglior tempo fermando il cronometro sul tempi di 1:20.953, tempo a dir poco sensazionale in quanto l’anglo-caraibico è stato l’unico a scendere sotto il muro dell 1:21.

    Hamilton si è confermato velocissimo dopo i tre turni di prove libere che tra ieri e oggi lo avevano candidato come serio pretendente alla pole position, e infatti anche in tutte e tre le manche di qualifica il campione del mondo 2008 ha praticamente dominato gli avversari portando a casa la sua terza pole position stagionale, 21esima della carriera, e regalando alla McLaren la 150esima pole della sua gloriosa storia.

    Alle spalle del pilota inglese troviamo Romain Grosjean, che completa cosi un’inedita prima fila. Il pilota della Lotus è stato autore di un’ottima qualifica e pur pagando quasi quattro decimi dalla McLaren di Hamilton sul giro secco, è comunque da tenere d’occhio per quanto riguarda il passo di gara, che sembra molto efficace. Il francese ha scalzato dal secondo posto, e dunque dalla prima fila, il campione del mondo in carica Sebastian Vettel che deve accontentarsi di piazzare la sua Red Bull in terza posizione ad un soffio dalla vettura nero-oro di Grosjean, un grande passo avanti comunque rispetto alle disastrose prove libere di ieri.

    Lewis Hamilton © ATTILA KISBENEDEK/AFP/GettyImages

    In quarta posizione si è classificato Jenson Button, meno efficace del compagno di squadra che ha ottenuto la pole position, ma pur sempre competitivo con una McLaren che dopo gli aggiornamenti della settimana scorsa ad Hockenheim è ritornata nelle posizioni di vertice. L’inglese farà coppia con Vettel in seconda fila ma parte staccato di 6 decimi dalla vetta e con qualche problemino di troppo in vista del passo di gara.

    Kimi Raikkonen sulla seconda Lotus aprirà la seconda fila in quinta posizione, proprio davanti alle due Ferrari di Fernando Alonso, che partirà appaiato a lui in sesta posizione, e Felipe Massa, che aprirà subito dopo la quarta fila. Per le Rosse di Maranello è un mezzo passo indietro rispetto al GP di Germania visto i distacchi abissali, quasi vicino al secondo, che sull’asciutto distanziano i due piloti dalla prima posizione, ma il probabile arrivo della pioggia in gara potrebbe fortemente scombussolare i piani di tutti i team e favorire i piloti che hanno scelto un assetto intermedio.

    Buona qualifica anche per la Williams che ha piazzato entrambi i piloti nella top-ten con Pastor Maldonado che ha chiuso in ottava posizione ed è riuscito a centenere il suo distacco anche sotto il secondo. Più staccato Bruno Senna che ha pagato un secondo e tre decimi di ritardo dal miglior tempo assoluto. Le due Williams scatteranno davanti all’ottimo Nico Hulkenberg che con un buon tempo chiude la top-ten con la sua Force India spinta dal motore Mercedes.

    Delusione invece per Mark Webber, che ha confermato di non avere un grande feeling con il circuito ungherese chiudendo le sue qualifiche già nella seconda manche classificandosi in 11esima posizione. Stesso discorso per gli uomini della Mercedes, che su un circuito molto lento e  tecnico come quello dell’Hungaroring non hanno modo di sfruttare il grande potenziale del propulsore Mercedes. Proprio per questo motivo Nico Rosberg domani scatterà dalla 13esima posizione mentre il compagno di squadra Michael Schumacher partirà addirittura 17esimo, praticamente ultimo del secondo gruppo.