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  • San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    San Antonio Spurs campioni NBA, l’MVP Kawhi Leonard scaccia Lebron James e i Miami Heat

    Le NBA Finals 2014 si concludono come ormai era previsto da tutti, il gioco di squadra batte l’individualità, i San Antonio Spurs battono LeBron James ed i suoi Miami Heat, Kawhi Leonard fa umilmente un lavoro perfetto e diventa l’MVP delle Finals 2014, lo fa contro il più forte di tutti e dimostra di essere il futuro di una franchigia che negli ultimi 15 anni ha fatto pesantemente parte della storia della NBA.

    Probabilmente chi ha visto nella notte la partita dopo i primi minuti di gioco ha pensato che ci sarebbe voluta almeno un’altra partita, poichè i Miami Heat sono partiti benissimo, forti dell’ingresso in quintetto di Ray Allen al posto di Mario Chalmers, quindi giocando senza un playmaker di ruolo. L’inizio è tesissimo, specie per i San Antonio Spurs che si trovano pressati fin da subito e hanno di fronte un LeBron James in forma smagliante, che fin dagli spogliatoi aveva detto ai suoi compagni di lasciarsi guidare da lui, il quale segna nel primo quarto 17 punti e cattura 6 rimbalzi.
    A dare il via ai canestri è Dwayne Wade, ma è quasi un canto del cigno per la guardia di Miami, nel corso della partita subirà spesso gli avversari e mostrerà tutti i limiti che ormai ha a causa dei problemi fisici. Intanto mentre per San Antonio sbagliano tiri praticamente tutti, da Tim Duncan a Kawhi Leonard, da Danny Green a Tony Parker, mostrando tutti evidenti problemi contro la difesa degli Heat, James segna senza sosta, l’avvio di gara segna uno 0-8 a favore degli ospiti che costringe Gregg Popovich a chiamare il primo timeout della partita.
    Chris BoshAl ritorno in campo le cose sembrano cambiare poco, nonostante gli Spurs iniziano a cercare punti in qualsiasi modo, i primi due arrivano dalla linea dei liberi con Tim Duncan che gioca d’esperienza, King James da l’impressione di poter segnare da qualsiasi posizione, mette subito un tiro da 3 punti, seguito da Chris Bosh che porta gli ospiti sul +11. Il primo canestro dal campo per i padroni di casa arriva per mano di Kawhi Leonard che realizza una tripla su assias di Tony Parker,  ma è quasi inutile perchè subito Rashard Lewis rende il maltolto, anche se dopo di allora quest’ultimo praticamente scomparirà dal campo. Le cose non cambiano, gli errori dei texani continuano, nemmeno Ginobili e Diaw sono capaci di segnare, così come continua lo show di LBJ, il quale con un gioco da 3 punti fa segnare sul display un 5-19 inaspettato a favore di Miami.
    Il massimo vantaggio dei Miami Heat arriva con la tripla di Ray Allen che porta il risultato sul 6-22, la sua mancanza si sentirà però per tutta la partita, questo resterà il suo unico canestro e le statistiche segneranno un 1-8 dal campo per lui, con un 1-3 da oltre l’arco. Iniziano a mancare i punti di Lebron James, dopo altri 5 messi a segno di seguito, e piano piano gli Spurs si riavvicinano grazie a Kawhi Leonard e Manu Ginobili, ma anche grazie ad un Tiago Splitter che fa sentire la sua presenza sotto canestro e ad un inaspettato Patrick Mills in stato di grazia che da oltre l’arco è quasi perfetto e ben sopperisce all’inizio negativo di Parker (0-4 dal campo), chiudendo il primo quarto sul 22-29.

    Inizia il secondo quarto e sale in cattedra Kawhi Leonard, l’MVP delle finali, che segna 4 punti nel primo minuto di gioco , ma sopratutto inizia a difendere perfettamente. Tim Duncan tira fuori tutta la classe e l’esperienza di un vero campione, i suoi 6 punti sono intervallati solo da un canestro del nostro Marco Belinelli che fa una giocata intelligentissima, così arrivando solo a -1 di differenza tra i due punteggi. Toccherà di nuovo a Kawhi Leonard far vedere la differenza, un suo tiro da 3 punti segnerà il primo vantaggio dei San Antonio Spurs sui Miami Heat per 37-35.
    Da qui in poi è tutta discesa per i nuovi Campioni NBA, la strada vero il Larry O’Brien Trophy è spianata, Manu Ginobili incanta, realizza 8 punti di seguito per la sua squadra, intervallato solo da un canestro di LeBron James, ma ci mette dentro una schiacciata a difesa avversaria schierata in cui posterizza Chris Bosh ed un tiro da 3 punti.
    Si rivede ancora James a fine quarto, che ha in quel momento gli stessi punti segnati dal resto dei compagni di squadrasquadra, e si vede anche Wade, mentre Boris Diaw al primo canestro fa scrivere il 47-40 con cui si va a riposare.

    LeBron JamesNei primi 3 minuti del terzo quarto non si segna, poi c’è Ginobili, c’è Dunca, ma soprattutto c’è Leonard, e c’è anche Patrick Mills caldissimo che prima va in layup, poi segna due tiri da 3 consecutivi in meno di 30 secondi, e successivamente tra un compagno e l’altro ne segna altre due. Gli Heat non trovano più la via del canestro, nonostante Erik Spoelstra provi le carte Chalmers e Beasley, si arriva prima sul massimo vantaggio del 65-44, poi lo stesso sul 70-69 ed infine sul +22 del 75-53, arriva il sussulto di James, ma Parker finalmente entra in partita ed il quarto si chiude sul 77-58.

     L’ultima frazione di gioco è solo una formalità, i Miami Heat non hanno più benzina, i San Antonio Spurs passeggiano, Parker aggiusta la sua partita ed allontana i tentativi degli avversari, Beasley segna ma è l’unico dei suoi che riesce a giocar ein attacco, in difesa invece nessuno dei suoi è attivo. Gli ultimi minuti sono per la standing ovation ai vari Kawhi Leonard, che da li a qualche minuto sarà incoronato MVP della partita, a Tim Duncan che si emoziona per il suo quinto titolo, a Tony Parker e Manu Ginobili, che ne segnano quattro di titoli in bacheca. E’ una serie di abbracci sinceri, anche con gli sconfitti, è vedere Coach Popovich che sorride, ma che sta sempre dietro i riflettori, lasciando spazio ai suoi giocatori, è vedere LeBron James dopo essersi congratulato con gli avversari uscire dal campo di gioco da perdente, ma a testa alta, è leggere il risultato finale di 104-87 e vedere il compimento di un sogno anche per il nostro Marco Belinelli, primo italiano ad aver vinto un titolo NBA.

    Probabilmente quella a cui abbiamo assistito è la chiusura di un ciclo, l’epoca di Tim Duncan che passa il testimone a Kawhi Leonard, una cosa che mette un poco di tristezza, ma che ci fa sorridere per aver avuto il privilegio di vedere un campione come lua ed una squadra come la sua giocare un basket da favola.

  • I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    E’ un vero massacro quello avvenuto alla American Airlines Arena di Miami in Gara 4 della NBA Finals 2014, dove i San Antonio Spurs stracciano in malo modo i Miami Heat vincendo di ben 21 punti.
    Dopo la delusione di Gara 3 in molti si sarebbero aspettati una prestazione al top da parte dei padroni di casa, un poco come è stato in Gara 2, invece quello che accade è l’esatto opposto, accade che Kawhi Leonard giochi da MVP come nella penultima partita, e se la NBA non fosse prima di tutto una azienda che si occupa di intrattenimento e che le maglie del numero 2 dei texani venderebbero troppo poco, per non parlare del fatto che non sia un uomo immagine nè per Adidas nè per Nike, allora non esisterebbero dubbi, perchè di fatto ieri lui e Boris Diaw che si ferma ad un passo dalla tripla doppia, hanno di fatto dimostrato che l’umiltà ed il lavoro di squadra nel basket fanno tanto.

    L’avvio di gara ha del drammatico per i Miami Heat, Leonard difende aggressivo, Diaw lotta a rimbalzo e distribuisce assist, prima a Danny Green che ha subito la mano calda e piazza un tiro da 3 punti, poi per Tony Parker che porta il punteggio sul 4-10 per gli ospiti, infine nuovamente da oltre l’arco Green segna un 4-13 che costringe subito Erik Spoelstra a chiamare un time out e dare una strigliata ai suoi.
    nba _ Dwyane WadeTornati sul parquet ci pensano Cris Bosh e Dwayne Wade a farsi sotto con un parziale di 6-0, ma è solo un attimo, con James quasi invisibile, Shane Battier e Ray Allen che sbagliano dalla lunga, mentre dall’altro lato è basket geometrico, preciso e puntuale, palla che sta pochissimo nelle mani dei singoli giocatori, gira velocemente, trova l’uomo libero e matematicamente batte gli avversari, trovano anche in Patrick Mills un uomo di sostanza che nell’ultimo minuto e mezzo segna a referto cinque punti e partecipa attivamente al 17-26 a favore dei San Antonio Spurs con cui si chiude il primo quarto.

    Il secondo quarto non inizia meglio per i Miami Heat, infatti subito arriva un canestro di Tiago Splitter, seguito da una plalla rubata di Diaw e da una tripla di Green che ancora una volta è subito caldo. Così mentre i San Antonio Spurs allungano, i padroni di casa sbagliano tanto e riescono ad andare a segno solo con Norris Cole ed un tiro libero di Chris Andersen, ma sulla schiacciata di Boris Diaw che firma il 20-33, Coach Spoelstra si trova ancora una volta obbligato a chiamare time out.
    Sul campo toccherà ancora una volta a Ray Allen, il vero uomo del momento del bisogno di Miami, molto più di King James, dare il suo apporto con due tiri da 3 punti in meno di un minuto e mezzo di gioco, facendo così rialzare la testa ai propri compagni e scrivendo sul display un 28-37 a favore degli avversari.
    La rimonta dura poco però, perchè Kawhi Leonard e Manu Ginobili fanno un parziale di 5 punti portando il risultato sul +14, cifra che aumenta ancora dopo l’ennesimo timeout dei padroni di casa, grazie alle mani del duo Tony Parker  Tim Duncan, e diventa 28-46.
    Intanto Lebron James continua ad essere quasi nullo, distrutto da Leonard, per quasi tutto il quarto non prova tiri, sbaglia anche un libero, e solo sul finale riesce a realizzare un tiro da 3 punti. D’altro canto i Texani sono inarrestabili, fanno gioco collettivo e portano da tutti i lati acqua al loro mulino, tutto quello che serve affinchè ,dopo aver toccato un +22, i San Antonio Spurs chiudano il primo tempo sul 36-55.

    Dopo la pausa lunga LeBron James ci vuole credere ed inizia a segnare, attacca il ferro ed è concentrato, segna 10 punti in 4 minuti, dei suoi nel mezzo dei sui punti solo Mario Chalmers va a canestro una volta, tutto utile a portare sul -13 i padroni di casa, sul punteggio di 48-61. Lo stop arriva però nuovamente dall’esperienza e dalla colletività di San Antonio, per gli Spurs non c’è una superstar che fa tutot solo, ma ci sono Tim Duncan, Boris Diaw, Kawhi Leonard, Tony Parker, Tiago Splitter, insomma una squadra intera che ancora una volta dimostra efficienza ed efficacia, e fanno si che a nulla valgano i 19 punti, su 21 totali degli Heat, del leader di Miami, sul tabellone del punteggio si legge 57-81 a fine del terzo quarto un +14 ben stabile.

    L’ultima frazione di gioco è una formalità, LBJ da solo non ce la può fare, non con il suo modo di giocare, non con il suo essere troppo spesso un uomo solo in mezzo al campo senza l’accortezza di pensare da componente di una squadra. Andersen prova ad accorciare, ma è immediata la replica di Patrick Mills che con l’ennesima tripla porta il risultato sul +25, per poi realizzarne un’altra quando iniziava a farsi vedere Dwayne Wade. Per il resto ogni tentativo di avvicinamento da parte di Miami è respinto da parte di San Antonio, con questi ultimi che in tranquillità gestiscono un +20 e danno spazio al nostro Marco Belinelli che realizza 4 punti in poco più di 3 minuti di gioco. A nulla servono le due triple consecutive di James nell’ultimo minuto di gioco, sono due tiri liberi di Jeff Ayres a sigillare il risultato sull’86-107 per i Sant Antonio Spurs.

    Sul 3-1 per gli Spurs le possibilità di sbagliare sono poche, ben 3 gare per vincere il titolo li posizionano in assoluto predominio, per gli Heat sarà una situazione disperata, per LeBron James è veramente il momento di provare se vale un Michael Jordan.
    Personalmente io aspetto di vedere come sarà la Gara 5 di Kawhi Leonard, sarebbe bello vederlo MVP.

    Miami Heat – San Antonio Spurs 86-107
    Punti: James 28, Leonard 20, Parker 19
    Rimbalzi: Leonard 14, Duncan 11, Diaw 9, James 8
    Assist: Diaw 9, Chalmers 5, Wade 4

  • LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    Il re è vivo. Per chiunque ne avesse avuto i dubbi dopo i crampi di Gara 1 delle NBA Finals 2014, LeBron James ha dimostrato che può fare la differenza, tenendo a bada, praticamente da solo, i San Antonio Spurs e guidando i suoi Miami Heat alla vittoria all’AT&T Center.

    MiamiA dirla così sembra facile, ma la partita è iniziata veramente sotto tono per i Miami Heat, con King  James che perde immediatamente palla sotto il canestro avversario, per tutto il quarto lui e compagni faticheranno, la sua prestazione segnerà sul tabellino un 1 su 4 al tiro dal campo e praticamente un non si era mai visto un combinato tra LeBron James e Dwayne Wade di 2 punti nel primo quarto di una finale NBA. Chi invece parte benissimo, nascondendo ancora una volta gli anni e sembrando un ragazzino, è Tim Duncan, che già nel primo quarto segna 11 punti e 3 rimbalzi, che a fine partita diventeranno 18 e 15 e lo affiancheranno a Magic Johnson nel record di doppie doppie in una partita di playoff.

    L’orgoglio italiano ci fa alzare in piedi subito, dopo solo 88 secondi di gioco entra in campo Marco Belinelli, a causa di due falli di Danny Green. Il giocatore di San Giovanni in Persiceto si prende subito un tiro da 3 punti sbagliandolo, ma è in serata coraggiosa e la tripla arriva subito dopo in una azione in transizione, cosa che gli da ulteriore coraggio e lo manda in 1 contro 1, lo fa penetrare, tentare il tiro, anche se la fortuna purtroppo non è dalla sua e chiuderà la partita con un misero 1 su 5 dal campo.
    Il primo quarto va avanti punto punto fino a 4 minuti dalla fine del periodo, quando prima Tony Parker e poi Kawhi Leonard allungano con un tiro da 3 punti ciascuno la distanza tra le due formazioni, opera completata poi da Duncan e Manu Ginobili, inframezzati da Ray Allen, facendo si che il quarto si chiuda sul 26-19 per i padroni di casa.

    L’inizio del secondo quarto è ancora drammatico per i Miami Heat dato che i San Antonio Spurs portano il vantaggio a +11 sul 30-19, toccherà ancora una volta ad uno dei vecchi in campo suonare la sveglia, così la tripla di Ray Allen apre alla rimonta degli Heat, la partita prende una piega diversa dopo che probabilmente coach Erik Spoelstra ha richiamato i suoi giocatori. A questo punto gli Spurs fanno il più grosso errore che potevano fare, lasciano spazio a LeBron James, devastante in campo aperto, segna 6 punti di seguito, con una schiacciata a due mani la cui rincorsa parte dall’arco dei 3 punti, su assist si Mario Chalmers, poi recupera un pallone dalle mani di Tim Duncan, al quale viene anche fischiato un fallo tecnico, segnando il tiro libero e  subito dopo ancora un altro canestro per quello che è il primo momentaneo vantaggio di Miami sul 33-34. Il prescelto finirà il quarto segnando in questa frazione 17 punti e collezionando 6 rimbalzi, gli stessi di Duncan, che però non metterà a segno alcun punto, ci penseranno i suoi compagni di squadra Manu Ginobili e Tony Parker a tenere testa al fortissimo avversario che in Chris Bosh e Dwayne Wade ha i più fidati compagni, tutto ciò farà si che il primo tempo sia tirato e piacevole e che il punteggio in chiusura sul 43-43 rispecchi il gioco reale.

    LeBronIl secondo tempo segna un cambio di campo ma non di passo per LeBron James, nuovamente protagonista con altri 14 punti nell’arco del terzo quarto, poi c’è spazio per Wade  sin da subito, ma tocca a Rashard Lewis ergersi a comprimario numero uno in questa fase di gioco, il tutto mentre invece dall’altra sponda si ha sempre un gioco corale in cui le varie componenti fanno la propria parte e sapientemente dimostrano compattezza e varietà, tanto che negli ultimi due minuti Patrick Mills insacca due bombe essenziali. Tiratissimo anche questo quarto che sul punteggio di 78-77 per i padroni di casa rimanda tutto all’ultima frazione di gioco.

    C’è da aspettarsi un quarto quarto degno delle migliori finali e così è, il tutto anticipato dall’intervista tra un quarto e l’altro di Gregg Popovich che praticamente dice che è impossibile fermare LBJ e che l’unica cosa è sperare che giochi male.
    Bosh si conferma come vero secondo violino di Miami, zittendo critiche che da un poco lo accompagnano, mette subito a segno una schiacciata con tanto di tiro libero aggiuntivo per il fallo subito da Tiago Splitter. Intanto si segna poco, una magia stupenda di Ginobili ed una tripla esplosiva di Green portano nuovamente in vantaggio di misura i San Antonio Spurs, ed un brutto gesto di Mario Chalmers, colto in flagrant foul per una gomitata in penetrazione su Tony Parker, rischia di rovinare la partita e la serie dei Miami Heat, ma lo stesso Parker e Duncan riescono a rovinare tutto, sbagliando 4 tiri liberi consecutivi, tiri liberi che alla fine della partita peseranno tantissimo e condanneranno i texani.
    James invece in risposta al caldo del palazzetto della scorsa settimana è più freddo dell’iceberg che ha affondato il Titanic e segna prima un tiro da 3 punti poi due tiri liberi, per il momentaneo +3 degli ospiti, vantaggio annullato da Boris Diaw con un suo tiro da oltre l’arco che porta la partita sul 90-90.
    La stanchezza si fa sentire, si attacchi lenti, si sbaglia tanto, si segna poco, al canestro del Birdman Chris Andersen Parker risponde con un tiro da 3 punti, poi da entrambi i lati c’è voglia di chiudere, ma manca la forza e così arrivano gli errori da oltre l’arco di Bosh ,che su passaggio di James sbaglia dalla destra, e di Ginobili che vede il suo tiro fermarsi al ferro, così di nuovo con palla in mano a James che aspetta la chiusura della difesa e nuovamente consegna al palla a Bosh che senza paura fa i 3 punti della possibile vittoria quando il cronometro segna 1:17 alla fine.
    Nell’utimo minuto succede che LeBron si prende un fallo, causando l’uscita per falli di Kawhi Leonard, con due tiri liberi, seppur realizzandone solo uno, che Ginobili sbaglia nuovamente da oltre l’arco, che Bosh consegna nella mani di Wade la palla della chiusura definitiva e che Manu l’argentino segna da oltre l’arco quando ormai è troppo tardi, tutto questo fa segnare il risultato finale sul 96-98 per gli ospiti e apre a molti pensieri.

    San Antonio Spurs – Miami Heat sull’1-1 da spazio a molte interpretazioni, con il fattore campo che momentaneamente è stato ribaltato a favore della compagine della Florida, tra meno di due giorni si torna in campo e Gara 3 sarà fondamentale per capire come veramente stanno le cose.

    San Antonio Spurs – Miami Heat 96 – 98
    Punti: James 35 – Parker 21 – Ginobili 19 – Belinelli 3
    Rimbalzi: Duncan 15 – James e Diaw 10
    Assist: Parker 7 – Diaw e Splitter 5

  • NBA Finals 2014: i San Antonio Spurs piegano i Miami Heat. Bene Belinelli

    NBA Finals 2014: i San Antonio Spurs piegano i Miami Heat. Bene Belinelli

    Con Gara 1 delle NBA Finals 2014, la ripetizione della sfida dello scorso anno tra i San Antonio Spurs ed i campioni uscenti dei Miami Heat, è arrivato il momento che ogni tifoso di basket aspetta per tutto l’anno, ma quest’anno ancora di più per gli italiani è stata una partita memorabile, che ha visto la presenza di Marco Belinelli sul parquet dell’AT&T Center, palazzetto che purtroppo a causa di un guasto all’impianto di climatizzazione ha condizionato la partita.

    La partita è abbastanza equilibrata, sin dal primo quarto si gioca punto a punto, con i Big Three dei Mimi Heat che giocano bene la loro parte, Chris Bosh fa sentire la sua presenza sia in attacco segnando i primi punti, sia a rimbalzo, LeBron James è il solito giocatore inarrestabile, e Dwayne Wade ha ancora voglia di vincere, ma i San Antonio Spurs mostrano di avere qualcosa in più, Tim Duncan è praticamente perfetto in attaccoTiago Splitter combatte sotto i tabelloni facendo suoi rimbalzi importanti e mettendo a tabellino due stoppate nell’ultimo minuto del primo quarti, e mentre Tony Parker dirige tutto c’è Manu Ginobili a fare la differenza, un suo tiro da tre prima, un assist per Splitter ed infine un’altro assist per Patrick Mills che mette la tripla del 26-20 a favore dei padroni di casa fanno capire che l’argentino è in forma smagliante.

    nbaNel secondo quarto arriva il solito Ray Allen, che realizzerà 3 tiri da tre nella frazione di gioco, e la rimonta, grazie anche alle accelerazioni di Wade e alla tenacia a rimbalzo di Bosh, è presto fatta. Intanto il nostro Marco Belinelli scende finalmente in campo, si procura e realizza subito due tiri libero e poco dopo risponde ad Allen con una tripla. Insomma l’italiano c’è e dimostra di aver meritato spazio, essendo il miglior realizzatore del quarto insieme a Parker. Boris Diaw fa anche una grande prova dal lato Spurs, fornendo gli assist nel finale di periodo per il 54-49 di San Antonio.

    Il terzo quarto porta la firma di King James, che grazie a due tiri da 3 punti e ben coadiuvato all’inizio da Wade e poi da Rashard Lewis porta Miami in vantaggio, toccherà ancora a Ginobili tenere testa agli avversari. L’uomo in più sembra essere comunque ancora una volta Ray Allen, che ruba nel quarto ben 3 palle e completa anche la schiacciata del +4 per gli ospiti, lo stesso scarto con il quale, complici anche le molte palle perse dai padroni di casa, si chiuderà il periodo sul punteggio di 74-78.

    L’ultima frazione di gioco inizia facendo salire in cattedra nuovamente Chris Bosh, che in poco più di due minuti di gioca segna 8 punti di fila per la sua squadra, con una tripla ed un gioco da tre punti, nonostante poi si fermerà senza andare più a segno. Mentre sembra esserci solo Tiago Splitter dall’altro lato a dare quel che serve all’attacco degli Spurs arriva il risveglio, si fa vedere Kawhi Leonard, Parker e Duncan vogliono vincere e finalmente Danny Green da il suo apporto con due bombe in trenta secondi, utile per il vantaggio degli Spurs. Intanto LeBron James sbaglia tiri importanti ed è costretto ad andare in panchina causa crampi, i problemi al condizionatore dell’AT&T Center si fanno sentire, prova a rientrare ma dura poco e così gli ultimi 4 minuti di gioco li guarda da seduto. Intanto mentre per i Miami Heat arriva solo un altro canestro di Mario Chalmers, i i San Antonio Spurs continuano a segnare, ben 6 tiri da tre punti negli ultimi sei minuti, e la partita si chiude sul 110-95 per i padroni di casa.

    I San Antonio Spurs iniziano così nel migliore dei modi le NBA Finals 2014, con un Tim Duncan in forma MVP, con un solo errore al tiro, ed una squadra ben amalgamata e diretta magistralmente da Gregg Popovich, mentre i Miami Heat ancora una volta dovranno recuperare e si spera che i problemi di LeBron James siano solo momentanei, in modo che possa regalarci ancora spettavolo per il resto della serie. Appuntamento a domenica per Gara 2.

    San Antonio Spurs – Miami Heat 110 – 95
    Punti: James 25 – Duncan 21- Parker e Wade 19 – Belinelli 9
    Assist: Ginobili 11 – Parker 8 – Cole 5
    Rimbalzi: Duncan e Diaw 10 – Bosh 9

  • Nba playoff 2014: Miami vince gara3, Spurs-Thunder finisce 97-106

    Nba playoff 2014: Miami vince gara3, Spurs-Thunder finisce 97-106

    Miami vince Gara3 e porta la serie degli Nba playoff 2014 sul 2-1. Indiana questa volta ha subito il “calore” degli Heat che hanno dominato per tutto il match vincendo 99-87. Mentre i Pacers cercavano di radunare le idee e tornare ad essere la squadra che si era visto in Gara1, grande e compatta con qualità e tecniche che hanno permesso la schiacciante vittoria su Miami, Ray Allen pensava a infilare una raffica di tre punti nella ripresa del quarto tempo. Indiana era partita decisamente bene con 15 punti nel primo tempo influenzati da quel grande uomo che è Roy Hibbert mentre Lebron e compagni provavano a ridurre lo scarto segnando solo 14 punti nel 1/4. Miami deve aspettare il 2/4 per diminuire  il margine di quattro punti ed iniziare a produrre un netto contropiede con nove punti in avanti nel 3/4. Wade e Lebron producono  22 punti combinati nel 3/4 mentre il motore di Indiana va lentamente a spegnersi e con lui anche Paul George, idolo di Gara1, che finisce Gara3 con 17 punti in 5 riprese senza dimenticare che George ne arrivava da un infortunio alla testa  subito in Gara2 dopo uno scontro con Wade. Dunque Ray Allen è tornato il mercenario dalla lunga distanza per il quale Miami l’aveva voluto così tanto. Certo in questa fase di carriera Allen non è stato lucido ma sicuramente esce nei momenti di bisogno e ieri sera contro Indiana il fotogramma finale è stato tutto per lui. Il problema principale per Indiana risulta quasi sempre l’attacco con 17 palle perse di cui 12 perse solo nel 1/4 e 8  nel 2/4.

    Un momento del match Miami-Indiana|Foto Twitter
    Un momento del match Miami-Indiana|Foto Twitter

    Ho detto quasi sempre perché non c’è molto da dire sull’equilibrio del quintetto offensivo dei Pacers mentre se vorrà vincere Gara4 all’American Arlines Center, dove gli Heat sono imbattuti, dovrà scrollarsi di dosso la stanchezza e la frustrazione mentale di piccola squadra. Nell’altra finale di Conference giocata ieri sera tra San Antonio Spurs e Oklahoma City Thunder le cose non sono andate come si pensava. Gli Spurs in vantaggio 2-0 nella serie si sono fermati davanti al blocco dei Thunder per 97-106. Oklahoma aveva bisogno del giusto stimolo e questo è arrivato grazie al rientro da un infortunio dello strepitoso Serge Ibaka ala grande definito il “tuono” dei Thunder. Se analizziamo i precedenti match la facilità di arrivare a canestro per gli Spurs è stata a dir poco semplice con un Tony Parker formato guidatore, San Antonio ha attaccato una difesa senza un punto fermo. In gara3 le cose sono cambiate questo grazie ala presenza di Ibaka sulla linea di fondo che ha notevolmente ridotto questo vantaggio per gli Spurs. La presenza del congolese in Gara3 ha inoltre diminuito la forza di Tony Parker che nelle prime due serie ha avuto una media di 16-29 , punteggio che è sceso notevolmente a 4-13 nel complesso con Ibaka nei paraggi. Ora che i Thunder hanno riaperto la serie sul 2-1 ci viene da chiederci se riusciranno a rispondere alla chiamata e portare avanti il sogno che la city  sta da tempo aspettando? Lo vedremo domani sera in Gara4, intanto oggi ore 02,30 ennesimo scontro tra Miami e Indiana per aggiudicarsi la finale.

     

  • Nba playoff 2014 il gioco si fa duro…

    Nba playoff 2014 il gioco si fa duro…

    Gli NBA playoff 2014 sono giunti alla fase più importante e da qui in avanti vedremo le possibili contendenti al titolo. Negli ottavi di finale non abbiamo visto grosse sorprese: dalla Eastern Conference con Indiana; Atlanta; Chicago; Washington; Toronto, Brookyn; Miami e Charlotte sono uscite le due squadre che hanno dominato per l’intera stagione la loro conference, Indiana e Miami. Dalla parte opposta degli Stati Uniti San Antonio supera agevolmente Dallas e Portland e dovrà vedersela per la finale di Western Conference contro gli Oklahoma City Thunder reduci dalla vittoria 4-2 sui Clippers di Blake Griffin.

    Lebron james dei Miami Heat|Foto Twitter|Il Pallonaro
    Lebron james dei Miami Heat|Foto Twitter|Il Pallonaro

    Mentre gli addetti ai lavori si chiedono se la finale sarà Spurs-Heat dove l’anno scorso uscì vincitore proprio la squadra di Miami, le restanti squadre reduci del campionato stanno già preparando le nuove mosse in vista del prossimo anno: i Golden State Warriors arrivati agli ottavi di finale, danno un segno di cambiamento con la rottura del contratto con il coach Mark Jackson e trovano l’accordo con il veterano Steve Kerr, coach di grande esperienza prima come giocatore e vincitore di 5 anelli e successivamente come vice di Phil Jackson ai tempi in cui i Bulls erano trascinati dall’irresistibile Michael Jordan; i Brooklyn Nets stanno cercando una certa flessibilità per il loro futuro. Il progetto del magnate russo Mikhail Prokhorov di far crescere la squadra di Brooklyn è ancora lontano.

    Stracciati per 4-1 contro i Miami alle semifinali di conference, ora bisognerà chiedersi se riusciranno a chiudere i contratti in scadenza di giocatori come Paul Pierce,  richiamato all’ordine da quel di Boston, e se Kevin Garnett che lunedì prossimo compirà 38anni non deciderà definitivamente che forse è il momento di ritirarsi. Mentre per i Clippers il capitolo finali si doveva chiudere in modo diverso con un coach Doc Rivers, al primo anno a Los Angeles, che urla al complotto arbitrale proprio in quella gara5 dove le cose potevano andare davvero in discesa contro i Thunders. Tornando alle finali di conference tutto è pronto per il via libero: vedremo Pacers-Heat iniziare la lunga serie Domenica alle ore 03.30pm; mentre per vedere i Thunder-Spurs si dovrà aspettare fino a Lunedì alle 09.00pm.

  • Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nel loro terzo incontro stagionale Indiana vince il match contro Miami 84-83 dando un anticipo di quello che vedremo nei playoff NBA. La partita più che di qualità è stata un vero campo di battaglia senza esclusione di colpi dove le due squadre si sono affrontate soprattutto sotto l’aspetto fisico. Con la vittoria di ieri sera al Bankers Life Fieldhouse, Indiana conquista il suo secondo titolo consecutivo per la Central Divison cercando ora di chiudere la pratica per il primo posto che adesso si fa sempre più vicino.

    Era chiaro già dal pre-partita che il match non sarebbe stato un incontro “normale” e non poteva essere altrimenti: Paul George guardia dei Pacers porta in rialzo il punteggio con 23 punti, otto rimbalzi e quattro assist mentre con 21 punti Roy Hibbert ha avuto il suo miglior gioco offensivo di questo mese. Non dimentichiamo l’uomo partita David West che con 13 punti e nove rimbalzi ha portato i suoi Pacers alla vittoria a 50 secondi dalla fine con un 3-pointer. Per i Miami non è bastato un LeBron in forma strepitosa con 38 punti di cui quota 30 già nel terzo quarto(il suo 25° in partita per questa stagione). Neanche Dwyane Wade che ha lasciato la partita nei minuti finali per un problema fisico è riuscito a portare alla doppia cifra i suoi Heat senza contare le 6 palle perse ciascuno dalla coppia d’attacco.

    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter
    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter

    Per i New York Knicks reduci dalla sconfitta contro i Lakers 127-96 ci potrebbero essere possibilità di risalita nella classifica dopo la vittoria ieri sera in casa dei Sacramento Kings 107-99. Determinati alla vittoria i Knicks partono subito con JR Smith che porta in cassa 29 punti su 19 tiri ed eguaglia il record per il maggior numero di canestri da tre in una partita. New York nonostante il vantaggio di 63-48 alla fine del primo tempo rischia la beffa facendosi rimontare dai Kings con un +24 a nove minuti dalla fine del match sostenuti da un Cousins in serata speciale. Ma a differenza di martedì usciti dal timeout Smith & company danno le risposte dovute. Carmelo Anthony segna 8 dei suoi 36 punti proprio nel quarto tempo e mentre i Kings spengono definitivamente il loro gioco l’ennesima tripla di Smith e Stoudemire portano a casa una vittoria importantissima. Ora New York si trova a due lunghezze da Atlanta che perde la sua quarta partita di fila.

  • NBA, Il punto della situazione in vista dei playoff

    NBA, Il punto della situazione in vista dei playoff

    Con meno di 20 partite della NBA ancora da giocare per la maggior parte delle squadre proviamo a fare il punto della situazione in vista dei playoff. La corsa per il primo posto nella East conference vede le due certezze che sono state costanti per tutta la regular season, Miami Heat e Indiana Pacers. Miami ha avuto un mercoledì nero confezionando la quarta sconfitta consecutiva in cinque partite contro i Brooklyn Nets. Per fortuna degli Heat anche i Pacers non sono stati da meno evitando la quarta sconfitta con una vittoria su Boston martedì. Nella parte centrale della classifica abbiamo al 5° posto i Brooklyn Nets che strano ma vero vantano il miglior record dall’inizio dell’anno con un 23-9 considerando che la compagine di Jason Kidd sta affrontando una serie di infortuni nel suo spogliatoio. Toronto al 3°, Chicago Bulls al 4° e Washington Wizards al 6° danno segno di una grande lotta per il passaggio ai playoff. Nella colonna che possiamo definire in perdita troviamo un gruppo di squadre che cerca un posto tra cui i New York Knicks alle prese con il contratto da rinnovare di Carmelo Anthony che ha vinto 5 delle sue  gare più difficili, mentre i Detroit Pistons possono ancora sperare nel caso in cui Atlanta continuasse con la sua serie negativa.

    Indiana Pacers|Foto Twitter
    Indiana Pacers|Foto Twitter

    Nella West Conference i San Antonio Spurs dominano la classifica dopo una facile vittoria contro i Portland Blazer. Dobbiamo dire che per gli Spurs è un momento di ottima forma con otto vittorie consecutive coincise con il ritorno da un infortunio di Kawhi Leonard. Altra squadra macina punti sono i Los Angeles Clippers al 3° posto che con le loro 9 vittorie consecutive si prenotano un tranquillo posto in business class per i playoff concludendo il mese di Marzo a casa rispettivamente di Dallas, Houston e Minnesota. Per la squadra di Portland al 5° posto le notizie non sono buone visto l’infortunio di LaMarcus Aldridge proprio mercoledì contro gli Spurs. Statisticamente ogni uscita obbligata di Aldridge comportava notevoli problemi ai Blazer per di più gli aspetta un programma con squadre che lottano per un posto come Dallas. Memphis e Golden State iniziano a fare a spintoni per un sesto posto. Infine la cenerentola Phoenix Suns può ancora sperare dato che su 10 partite che deve affrontare 4 saranno contro squadre da record. Il mese di Marzo sarà quindi decisivo per tenere d’occhio l’evoluzione della classifica dal basso verso l’alto.

  • Lebron riscrive la propria storia con 61 punti

    Lebron riscrive la propria storia con 61 punti

    Ieri  per Lebron James è stata una delle  più grandi serate  che rimarranno nella storia della sua carriera e del basket NBA. I Miami Heat vincono per 124-107 sui Charlotte Bobcats, ma questa notizia passa in secondo piano a differenza di ciò che Lebron è riuscito a realizzare lunedì sera all’ American Airlines Arena. (altro…)

  • NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    NBA, Bulls Ko a Miami, derby di Los Angeles ai Lakers

    E’ ripartito il campionato NBA con tre partite giocate nella notte. Tanta attesa per il ritorno sul parquet di Derrick Rose (altro…)